Qualis artifex pereo...
(e naturalmente di tutti 'sti follower ce n'erano solo tre: loro però hanno saputo chi è Aristide, e voi vi attaccate...).
Rapido addendum: I loquaci interventi di Bagnai: ringrazio il giornalista per averli apprezzati e per la gentile recensione. In effetti la lingua ce l'ho piuttosto sciolta, come sapete. Siccome mi hanno presentato come economista (io avrei preferito di no), a un certo punto ho preso in mano la situazione e ho spiegato alcune cose. Ad esempio, che nell'Europa nella quale non si viaggiava, perché non c'era l'euro (così la pensa il piddino organizzatore...), il povero Scarlatti era dovuto venir su da Palermo a Roma, passando per Napoli, perché chissà com'è ma a lui la spesa pubblica improduttiva faceva comodo. E a Roma erano venuti anche Corelli da Bologna, per dire, e Pasquini da Pistoia (in effetti, Fusignano e Massa e Cozzile, respectively). A Roma aveva conosciuto Handel, che senza Ryan Air e senza euro se ne era venuto giù da Halle, ancora non felicemente riunito alla Germania Ovest. Poi siccome aveva sette figli e i cardinali erano ridiventati austeri se n'era tornato giù a Napoli, dove era andato a trovarlo niente meno che Quantz, il quale, senza euro e senza low costs, se ne era sceso da Dresda (anch'essa all'epoca non felicemente riunita all'Ovest). Ma come avrà fatto! E tornando a Napoli Scarlatti aveva solato il posto a Mancini, il quale, guarda un po', se ne era tornato da poco da Londra, dove aveva fatto carriera (senza Ryan Air... Ma come ci sarà arrivato?). Ubi maior minor cessat... Ma per quanto spesa pubblica improduttiva ci fosse nel Sud improduttivo, non era abbastanza per mantenere sette figli, e così (senza euro, senza Ryan Air) Domenico, come sapete, dovette andarsene in Spagna. E del resto anche Castrucci, da Roma, se n'era dovuto andare a Londra, dove sarebbe diventato spalla dell'orchestra di Handel. Chissà se partirono da Ciampino con Ryan o da Fiumicino con Easy? E a Dublino a fare la prima del Messiah, come ci saranno andati, senza Ryan e senza BA?
Ma come si viaggiava in Europa prima dell'euro?
Sintesi: se sapeste un decimo della storia della musica che so io, sapreste il doppio dell'economia che sanno gli economisti col CV. Se volete ve la racconto. Serve a capire una cosa molto semplice: nihil sub sole novum.
(ah, e poi ho parlato anche di musica e borghesia, di musica e progresso tecnico, eh, ce n'è di cose da dire, sulla musica, per un economista...)
(ah, a proposito di Messiah, sento che Rockapasso lo ha messo su: vado a pelare le patate...).
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
....quattro...
RispondiEliminaMa ti sei fatto vedere?
EliminaBuongiorno
EliminaPer arrivare a Paderno devo solo attraversare il ponte ma non
potendo fermarmi fino alla fine (passi per il Barocco ma l'orario
era proprio farlocco) decido comunque per una capatina, non
certo per fare un piacere a lei, ormai era diventata un'esigenza mia.
Quando,poco prima dell'inizio, vedendola scendere dall'altare (era ora)
per uscire (da sinistra) a fare che non lo so,di certo non poteva
ordinare una vodka,e trovarmela ad un metro, non ho resistito e le ho
"rubato"una sretta di mano.
Comunque io la penna verde non l'ho proprio notata....strano....
Maurizio Vavassori
Ah! Ecco, mi ricordo. Sì, però niente concerto, niente Aristide! Il pagamento per la claque non è anticipato... Un abbraccio...
EliminaMa perché orario farlocco? Alle 17 il mio bioritmo ha un ultimo fugace guizzo. Detesto i concerti alle 21...
Io saro' a Civitavecchia. Quale miglior momento per condividere questo segreto....
RispondiEliminaMi dispiace, dura lex sed lex. Può saperlo solo chi viene a un concerto (e se dopo aver suonato me lo ricordo)...
EliminaQuesto è sadismo :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLa rivelazione del vero nome di Aristide/l'innominato ha dunque formato oggetto di uno dei "loquaci e ameni interventi di Bagnai"? Nel caso, mi sembra molto appropriato visto che si trovava in luoghi manzoniani ...
RispondiEliminaAncora buon Natale a lei e a tutti i suoi cari !
... comunque, si faccia nascondere i fiammiferi dalla sua metà ...
RispondiEliminaSi, però, Paderno d’Adda, è una cattiveria. Se s'unisce l'ignoranza incolpevole, di chi semplicemente odiava la geografia, con il portafogli non troppo capiente, di chi non nacque principe, e io non lo nacqui, sembra proprio una punizione eccessiva.
RispondiEliminadomenica scorsa ho assistito per la prima volta in vita mia ad un concerto di un certo Cristiano Contadin: musiche d'altri tempi che con le location giuste sono un vero spettacolo, e qui in Veneto di chiese e teatri ne abbiamo a iosa...
RispondiEliminapensi che la maestra di canto di mia figlia vuole coinvolgerla nell'interpretare musica barocca...chissa', forse un giorno quando sara' pronta, se avesse bisogno di una voce...
intanto ho colto l'occasione per augurarLe Buon Natale!
roby
Ma come "un certo"!? È un grandissimo violista, e amico del padrone di casa...
EliminaAuguri di Buon Natale e Sereno Anno Nuovo a lei e alla sua famiglia.
RispondiEliminaTristezza doppia. All'ingresso della chiesa di S. Marta una signora bionda mi ha gentilmente comunicato l'impossibilità di entrare senza prenotazione. Peccato davvero. Occasione unica per ascoltarLa dal vivo e ricordare così mio nonno Gianluigi, organista che amava Frescobaldi e Scarlatti (anche se prediligeva Franck).
RispondiEliminaComunque, buon Natale, e grazie di essere tra noi, a rendere il mondo un posto più giusto e armonioso.
Marco
Ma no! Ma tu dovevi dire "io so' 'n follower...". Ma la signora bionda aveva la penna verde, ti avrebbe fatto allontanare dalla forza pubblica...
Elimina"se sapeste un decimo della storia della musica che so io, sapreste il doppio dell'economia che sanno gli economisti col CV. Se volete ve la racconto."
RispondiEliminaSe vogliamo?!? Ma cerrrrto che vogliamo !!! Cosa aspetta ?!?! (a parte la fine dell'immonda moneta ...)
P.s.: glielo dico a bassa voce, così la madre dei suoi figli non sente, perché non apre un altro blog per parlare SOLO di musica?
La richiesta di "goofymusic" era già stata sommessamente avanzata molto tempo fa...
EliminaInformazione non è conoscenza
Conoscenza non è saggezza
Saggezza non è verità
Verità non è bellezza
Bellezza non è amore
Amore non è musica
Musica è il meglio!
(Frank Zappa)
Beh, ecco la matricola N.4 del blog musicale.
EliminaPer ragioni professionali (una proposta di progetto europeo per un sistema informatico a supporto dell'analisi musicale, svariati anni fa), ero anch'io arrivato alla convinzione che mentre l'Europa era squassata dalle guerre di Luigi XIV, dalla Grande Guerra del Nord, dalle tre Guerre di Successione, e dalla Guerra dei Sette Anni, si era formata una "unione culturale" tramite i musicisti che circolavano fra le varie corti, le partiture stampate dai vari editori musicali, i cantanti d'opera virtuosi dell'opera italiana, e le scuole di musica e di canto nate a latere di qualche conservatorio, istituzione chiesastica, teatro, corporazione cittadina, o corte locale. E da questa apparente frammentazione, in cui gli Italiani primeggiavano, ma nemmeno i centro-europei (austro-prussiani-boemi-ungheresi-cechi-slovacchi) scherzavano, è nato poi lo stile classico (Haydn, Mozart, Beethoven) che tutti conosciamo.
A quell'epoca il centro eravamo noi, e la periferia gli altri.
L'Italia non c'era, ma gli Italiani erano molto amati, anche se Vivaldi moriva a Vienna fra i poveri (senza nome sulla tomba), anticipando esattamente di cinquant'anni la fine di Mozart.
Ma Geminiani faceva fortuna a Londra, Porpora a Dresda, Londra e Vienna, J.Chr. Bach a Milano, D. Scarlatti a Madrid, Haendel a Roma, Tartini a Praga, Gluck e Piccinni a Parigi, Cimarosa a Pietroburgo e a Vienna, ecc. ecc.
Peccato che i tecnocrati di due secoli dopo abbiano pensato di creare un'Europa unita intorno a un concetto di moneta artificiale, e non su ciò che univa le popolazioni del continente malgrado i moschetti e i cannoni degli eserciti delle classi dominanti.
Ha proprio ragione Lei, Professore: troppa economia fa male all'economia!
P.S. Ovviamente la proposta di progetto di cui sopra non andò in porto.
Insomma questi baroccari improduttivi stavano sempre a zonzo!!!
RispondiEliminaL'unico nesso che mi è sfuggito è quello tra Messiah e patate da pelare...cercherò meglio in partitura se si svela l'arcano :) BUON NATALE PROF!
Perdoni l'OT ma... Buon Natale Professore, a Lei ed alla Sua Famiglia! Con stima e gratitudine, un saluto
RispondiEliminaMarco Zeloni
Professore, sinceramente non so nulla di musica (uno dei miei più grandi rimpianti, non aver mai imparato a suonare uno strumento, ma, almeno, socraticamente, so di non sapere). Tuttavia, un pochetto di storia della filosofia me la ricordo. A dire il vero, non solo i musicisti, ma anche i filosofi, viaggiavano comodamente in tutta Europa, senza Ryanair e senza euro (come avranno fatto a destreggiarsi col cambio, visto che i letterati sono solitamente delle pippe in matematica?). Nella tarda antichità Plotino venne a Roma da Alessandria d'Egitto, dove fondò la scuola di filosofia più importante della capitale imperiale (l'imperatore Gallieno era suo discepolo, oltre a svariati senatori e rispettivi rampolli, di cui gestiva i danari), e ciò, incredibilmente, senza aver mai scritto in vita sua neanche uno straccio di paper! Buttò giù qualcosa (che sarebbero poi diventate le famose Enneadi) solo vent' anni dopo aver fondato la sua scuola, su richiesta dell' allievo Porfirio, senza che la sua carriera accademica risentisse di una così scarsa produzione scientifica. Nel medioevo, i teologi andavano a Parigi e Oxford, gli studiosi di legge a Bologna: i cosiddetti 'clerici vagantes'. E poi, nel Rinascimento, Platone ritornò in Europa da Bisanzio, nelle stive delle galee bizantine, in occasione del famoso concilio di Firenze, che avrebbe dovuto riunificare la Cristianità occidentale e orientale. E poi Campanella, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Erasmo, uomo europeo per antonomasia, e Giordano Bruno, quest'ultimo accolto alla corte di Elisabetta d'Inghilterra; poi la scoperta della soggettività con il cogito ergo suum di Descartes e la critica della ragione di Kant spianarono la strada alla filosofia dei lumi, che squassò l'Europa con il suo afflato rivoluzionario; e poi Hegel, Nietzsche, e via discorrendo: Europa di popoli liberi e sovrani, fucina di pensiero libero e creatore, non di contabilità, parametri, pareggio di bilancio, limite del 3% etc.
RispondiEliminama Aristide chi?
RispondiEliminaQuello che litigava co' temistocle però poi se misero 'nzieme e spezzarono l'ossa ai perziani e fecero maratona che quello se mise a core' pe' dì che ar perziano lo avevano buggerato e ce morì e dopo bikila ce prese la medaja, d'oro ovviamente, e scarzo? A roma, a ri-ovviamente, perchè tutte le storie finischeno a roma. quelle buone.
pe quelle tarocche rivolgetevi a bruxellese.
e buon natale e buon 2014... ma pure 2015... e pure 2016, 17, 18...
gli auguri so' l'urtima cosa a gratise che c'è rimasta.
e poi noi, c'abbiamo 'a prospettiva lunga.
PS - e complimenti sul serio per la recensione. :-)
RispondiElimina...e pensa che era aggratise pure quella! Mi è costata solo 40 anni di studio...
EliminaTanti cari auguri a lei, alla sua famiglia e a tutti i suoi lettori.
RispondiEliminaNel 1755 Winckelmann venne a Roma da Dresda, coi talleri.
RispondiEliminaNel Medioevo, i "romei", pellegrini diretti a Roma, arrivavano da luoghi anche lontanissimi e con monete diverse, così come c'erano flussi di persone di diverse "nationes" e monete da vari punti della cristianità fino a Santiago di Compostela - per dire fenomeni di massa e non di singoli illustri (Dante che, poveretto, girò suo malgrado, non per motivi religiosi, non ricco; lasciamo perdere l'eleganzioso Petrarca, scalatore di almeno una montagna e riverito in diverse corti - parecchio in giro anche lui).
Gli aderenti agli ordini predicatori e mendicanti della civiltà comunale, domenicani e francescani, "i" francescani, perché "le" francescane, in quanto esposte a pericoli etc. etc., vennero presto destinate alla clausura;.costoro giravano eccome.
Pittori, scultori e architetti più o meno noti, lavoranti vari, come i maestri comacini (e sembra debba essere comàcini per etimo da "cum machinis") dalla Val d'Intelvi almeno fino alla Liguria e all'Emilia;
Quelli proprio fermi pena la morte erano i servi della gleba nell'alto Medioevo, mentre anche nel regime feudale più duro i muratori e gli scalpellini potevano spostarsi proprio in quanto utili qua e là.
Lungi dal rovesciare l'antico schema del Medioevo come periodo di immobilità in quello completamente opposto di periodo in cui tutti si muovevano, evidentemente non vero neppure questo, sarà bene ricordare un altro bel gruppo mobile, le milizie mercenarie.
I singoli o gruppi che si muovevano in ambito che ora chiameremmo nazionale spesso facevano spostamenti che comportavano differenze di stati e di monete, se si considera che esisteva la penisola italica ma non lo stato Italia e che, pertanto, uno spostamento da Certaldo a Napoli (Boccaccio) o da Firenze a Padova (Giotto) - tornando agli "unici", utili in quanto esempi noti, comportava l'impatto con sistemi anche monetari diversi.
In tutto questo andirivieni si distinsero i mercanti di stati diversi, e già nella penisola ce n'erano parecchi (stati e mercanti) che spesso andavano all'estero, nella penisola o fuori, alle grandi fiere, (esempio illustre: Pietro di Bernardone, da Assisi alla Francia, che volle chiamare Francesco il figlio per i buoni affari realizzati colà) e che erano quelli meno preoccupati delle monete, certo di farne e di salvaguardarne, ma per nulla spaesati dai vari nomi, pesi, valori.
Meno spaesati degli altri a buona ragione, giacché aiutati da un'invenzione italica, la lettera di cambio.
La natura infatti è matrigna, e Quod non fecerunt barbari, fecerunt Haemophili spp, ma non è una scusa per aver perso il transito sul suolo padernale (che gusto sarebbe stato), ché comunque ne vado un po' fiero: mi hanno ricordato che l'autodeterminazione è un fatto immunitario e individuale, e la libertà non è uno stato ma un processo, guadagnata e riguadagnata com'è da noi stessi secondo per secondo (e sottolineo senza accettarla in "regalo" da nessun danaus): siamo al nostro interno una federazione che ospita con generosità commensali pronti a prendere il sopravvento e segare il ramo, ché sanno bene il loro numero essere infinito, la loro marea un istante.
RispondiEliminaE visto che ho così poco tempo che non vado a fare la fila se non per le cipolle, il salmone, il pesto alla genovese e un sacco di altre cose (ma solo quelle che in casa servono), e mai, mai in quel luogo dove ti vendono i libri proprio nelle tue mani - mi pare si chiami "libreria" - (sente come mi sto vantando, come ne vado fiero!), ho potuto però ordinare a quegli evasori e sfruttatori di ciò che fra le parentesi dovrebbe stare a sinistra delle copie del libro (non del Libro), giacché "gran danno al secol minaccia / Roma è in periglio", e fa bene sapere. E fa male, anche, al cuore. Ma
"[...] da qui si passa per la costruzione della pace in questa nostra casa europea diroccata, che amiamo ed ameremo sempre nonostante i meschini orrori, come Intermezzi sulla nota Si. Potesse chi non dubita in cuor suo conoscere con tanta certezza il suo amore, e dubitare forte, sempre più forte, delle sue deboli certezze".
Così la dedica che ho scritto sulla copia per mio padre, e non mi sono mai sentito più in contatto con tutto ciò che ho imparato da lui per primo e dagli altri miei padri.
Grazie, e buone feste.
Sono andata alla libreria Feltrinelli, la più grande libreria di Parma, ed ho chiesto di acquistare "Anschluss" di Vladimiro Giacché, il commesso mi ha detto che deve ordinarlo, perché ne aveva una sola copia e l'ha venduta, dovrò però aspettare 15 giorni.
RispondiEliminaGli ho risposto, benissimo grazie, non c'è il direttore??
OT per gli auguri di Natale, che sento state passando come Dio comanda tra bella musica e ottimo cibo
RispondiElimina...moltiplicava i pani e i pesci e non faceva mancare il vino, non era certo a favore dell'austerità...
Visto che questo è un post di carattere musicale mi permetto di segnalare un ottimo concerto barocco stasera a Mantova:
RispondiEliminahttp://www.ricercareensemble.com/img/pdf/depl_natale_2013.pdf
Ma che ci azzeccano i controtenori con Haendel ?
Eliminaquestione dibattutissima caro Silvano, ma la quasi totalità dei complessi barocchi sono soliti utilizzare voci di questo tipo
EliminaLesa maestà, così Scalfari attacca (e insulta) la Spinelli
RispondiElimina«Sono stupita dalle parole che Eugenio Scalfari dedica non tanto e non solo alle mie idee sulla crisi italiana ma, direttamente, con una violenza di cui non lo credevo capace, alla mia persona». Barbara Spinelli replica così all’inaudito attacco rivoltole da Eugenio Scalfari, furibondo per la scelta della grande editorialista di affidare a Marco Travaglio la dura critica nei confronti di Napolitano, contenuta nel libro “Viva il Re!”, edito da Chiarelettere.
L’altra grande “colpa” della figlia di Altiero Spinelli, padre del federalismo democratico europeo? Essersi categoricamente rifiutata di partecipare alla demonizzazione sistematica di Grillo, orchestrata da “Repubblica” e diretta in primo luogo dallo stesso Scalfari, la cui celebrata autorevolezza è stata di recente danneggiata dalla notizia – diffusa proprio dal “Fatto Quotidiano” – di una cena super-riservata nella quale il fondatore di “Repubblica” avrebbe discusso del futuro del paese ospitando a cena, nella sua casa romana, lo stesso Napolitano insieme a Mario Draghi ed Enrico Letta. … (continua)
LA SCHIERA DEGLI EURISTI SI STA SQUAGLIANDO COME NEVE AL SOLE …
pare ci sia arrivato anche l'IDV.
RispondiEliminaun po' in ritardo a dire il vero, visto che molte delle battaglie in cui si è sistematicamente impegnato in parlamento sono quelle che il senatore critica in questo intervento... e pure perché sono fuori dall'emiciclo.
http://retelira.altervista.org/Pillole/sogno.htm