giovedì 26 luglio 2012

Mi ha scritto Claudio Borghi...

(paulo maiora canamus, giusto, Silviuccia?)


Gentile professore, mi sono permesso di segnalarla a "la7" perchè se nei programmi di quell'emittente vedono solo me, poi pensano che ci sia solo io a pensare queste cose strampalate sull'Euro...
Uno solo è un matto, due ingenerano dubbi.Sono sicuro che a "omnibus" apprezzeranno la sua competenza anche se il piddino fra gli ospiti non manca mai.
Con stima
Claudio Borghi Aquilini


Pater mi, si possibile est, transeat a me calix iste; verumtamen non sicut ego volo, sed sicut tu (Mat. XXVI, 39)




Caro Claudio,

diamoci del tu, siamo nella stessa trincea, ufficiali di un esercito un po' composito, ma valoroso.
Quando si dicono le combinazioni! Proprio oggi, mentre ero invischiato in compiti più o meno futili, mi telefona Ecodellarete (santo subito dopo): "Alberto, a Radio24 c'è Claudio Borghi da Barisoni, quello che ti ha intervistato, che dice le stesse cose che dici tu!". Risposta: "Meno male! Vuol dire che hanno deciso di cominciare a chiamare persone per bene. Borghi ha dato una bellissima intervista all'altro Claudio (Messora) per spiegare un percorso di uscita, meglio di come lo abbiamo fatto noi."
Grazie per avermi segnalato. Secondo me a "la7" non vogliono ingenerare dubbi, ma qualora lo volessero, scenderò dalle montagne per la causa.

Teniamoci in contatto.

Con altrettanta stima (più il 20%, naturalmente),

Alberto

P.s.: ti pubblico qui perché mi avevi inviato il tuo messaggio come commento al post precedente, ma avevamo ecceduto il limite dei commenti, e anche perché, per tanti motivi che non sto a spiegarti, anche in questa sede, purtroppo, è sempre necessario evidenziare il fatto che in Italia non c'è una sola persona che sta parlando dell'uscita dall'euro in termini fattuali e concreti.



(Il testo della sua intervista lo trovate qui, e se non lo conoscete ancora vi consiglio di studiarlo. Ei dice cose, altri dicon parole... C'è collega e collega, eh, Silviuccia?...)

75 commenti:

  1. Quindi la buona fede, che io avevo solo supposta, non c'è. Va bene... no, va male. In ogni caso tiremm innanz!

    Sta vorta pure er Bufalo s'è sbajato! Ma er Bufalo è come er prim'amore: nun se scorda mai!»)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevopensato bene che "supposta" fosse una parola impegnativa... Vabbe', dai, non essere così pessimista... Ci si abitua...

      Elimina
  2. Ottimo Prof, speriamo di vederla presto a LaSette. Però il dubbio che mi tormenta ultimamente è un altro. Supponiamo lo scenario migliore, ovvero che si riesca a uscire dall'euro in maniera coordinata con gli altri paesi, gestendo nel modo migliore le variabili che preoccupano maggiormente, e quindi inflazione, fughe di capitali, etc.

    Ma quale potrebbero essere le conseguenze, in termini economici, dei nuovi accordi europei approvati di gran lena recentemente? Mi riferisco al fiscal compact, trattato EMS, etc., che introducono pesanti limitazioni alla autonomia di spesa e di bilancio dei singoli governi. Senza dimenticare la modifica costituzionale del pareggio di bilancio, introdotta a maggioranza qualificata, quindi praticamente impossibile da eliminare nel breve/medio periodo.

    Lei auspicata chiaramente alla fine del (famigerato) divorzio Tesoro/Banca di Italia, per tornare ad una capacità piena di politica economica da parte del governo. Ma sarebbe possibile e funzionale, alla luce dei nuovi trattati?

    Io ho come l'impressione che saranno disposti ad abbandonare il progetto dell'Euro, solo quando saranno sicuri di aver limitato le autonomie nazionali in altre maniere, forse ancora più subdole. Insomma l'euro uscirebbe dalla porta, ma Olli Rehn rientrerebbe dalla finestra .. o no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà perché, ma ho come l'idea che questi trattati non siano poi un enorme problema... Basta applicare la procedura del marchese del Grillo. Strumenti giuridici che consentano di denunciare trattati che vanno contro l'interesse nazionale non mancano. Ma qui l'esperto è 48! Io ti posso dire che il mondo va dove lo portano i fondamentali. Lui ti dirà meglio di me come ci va (in carrozza, a piedi, ecc.).

      Elimina
    2. Qui posso permettermi di rispondere anche io: i trattati europei - compresa la c.d. "Costituzione europea" - sono semplici trattati internazionali che come tali possono essere denunciati dal Parlamento

      Elimina
    3. In effetti, gli strumenti giuridici ci sono. È opinione diffusa che «sia giuridicamente impossibile uscire dall’euro e dall’UE: niente di più falso, tale clausola di fuoriuscita è contemplata nel Trattato di Lisbona, [...] basta prevedere un preavviso di due anni (articolo 50 del Trattato).
      […]
      la fuoruscita dall’Ue comporterebbe la restituzione della sovranità monetaria e di tutte le riserve cedute alla Bce».

      Io un'idea ce l'avrei: per Olli Rehn e quelli come lui si spicca un mandato di cattura europeo. Quando Olli e gli amici suoi arrivano in “missione”, li si arresta all'aeroporto e si butta la chiave.
      Et voilà... l'europagliaccio se ne va.

      Elimina
    4. Qui posso permettermi di rispondere anche io: i trattati europei - compresa la c.d. "Costituzione europea" - sono semplici trattati internazionali che come tali possono essere denunciati dal Parlamento

      Elimina
    5. Ci sono precedenti prestigiosi di origine oltre-renana...

      "I trattati sono solo pezzi di carta ..."

      Roberto seven

      Elimina
  3. Pubblico qui prof. ok?

    Cara Silvia, non so se sei la stessa Silvia che scrive sul blog di Piga, nel caso ti faccio i miei complimenti per l'agonismo e perché no, per la competenza con cui insieme ad altri di cui non ricordo il nome (sicuramente qualche goofy-followers!), smontate le tesi quantomeno bizzarre del prof. Piga.
    Tutta questa premessa per invitarti a riflettere, e nel contempo a dire la mia sulla questione Brancaccio. Non credi di aver un pochino esagerato con il buon ex pugile? Poverino mettiti pure nei suoi panni. Lui è uno in qualche modo dentro il sistema (in senso assolutamente neutro e non critico), basta guardare la sezione audio-video del suo sito per capire a cosa mi sto riferendo. Credo che neanche lui sia ordinario ('nnamo bene) e penso sia legittimo per un docente voler aspirare ad una gloriosa carriera, non credi? Non dico che non sono d'accordo con te in merito alla risposta di Brancaccio alla bellissima lettera indirizzatagli dal prof. Bagnai (anche il successivo articolo non mi è piaciuto un gran ché), anch'io speravo e mi aspettavo qualcosa di meglio da parte di Brancaccio, soprattutto dopo che il prof. ci ha informati che si erano sentiti a lungo al telefono. Quello che voglio dire è che bisogna capirlo anche un po' Brancaccio, sarà molto combattuto in cuor suo se rompere gli argini o darsi ancora un tempo di riflessione (il problema è che secondo me tutto questo tempo non ci sia); forse ci sarà anche una componente di sana gelosia fra colleghi, sai magari le visibilità conquistata meritatamente sul campo dal nostro padrone di casa l’avrà un po’ spiazzato; di colpo lui che nel giogo mass mediatico rappresentava le posizioni più eterodosse, si ritrova scavalcato a sinistra, con ottimissimi dati a supporto delle proprie tesi, da un professore fino a qualche tempo fa, purtroppo quasi sconosciuto.
    Arrivo al dunque, credo non bisognerebbe allontanare la possibilità di dialogo e di scambio, (e sono sicuro che tu non lo vuoi, come non lo voglio io e immagino anche il prof.), con e tra studiosi che comunque non mettono in discussione le motivazioni di fondo di questa crisi, come purtroppo invece fa qualcun altro e con il quale i toni da te espressi nei confronti di Brancaccio sarebbero fin troppo eleganti (ma come si fa?).
    Se non verrà allo scoperto vorrà dire che anche il buon Brancaccio sta mirando alla politica? Oppure anche lui come il prof. Piga sono stati rapiti dagli alieni?
    Notte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pippo, io ti voglio bene, ma tu non mettermi in difficoltà! Quanto a Gustavo, certo, lo scambio che citi è un po' sorprendente. Temo di non essere d'accordo con lui sull'identificazione Europa-euro. Suppongo che avrà le sue ragioni, ma le circostanze sono tali che oggettivamente non c'è tempo per approfondire le ragioni di un'idea sbagliata.

      Né io né Emiliano siamo ordinari, e se proprio vuoi saperlo i concorsi sono stati appena banditi, ma questo c'entra poco. Io ho preso e sto per prendere posizioni molto critiche verso docenti molto illustri. Potrei pagare per questo, ma potrei anche essere premiato (i coglioni non me li sono rotti solo io, per essere chiaro: sai quanti colleghi ortodossi mi incontrano e mi dicono "ma hai visto Solone che dice!? Sta invecchiando...").

      Come ho detto a Emiliano sia nella mia lettera che per telefono, il fatto che lui cerchi una mediazione politica per me è un suo pregio, non un difetto. Non è ironia. Tendo ad apprezzare molto le persone che fanno le cose che non so fare (soprattutto i pugili, ça va sans dire). Apprezzo di meno quelle che fanno peggio di me le cose che faccio io. Su questo ci sarebbe da discutere (vedi sotto), ma certo non sulla coerenza di un impegno politico, quale che sia, e sulla volontà di partecipare in prima persona.

      La gelosia certo che c'è: so' geloso pur'io! Però di Silviuccia, non delle telecamere...

      Io non credo nell'unità della sinistra. Credo che se gli intellettuali di sinistra si fossero abbassati a divulgare oggi staremmo meglio (vedi alla voce "peggio di come lo faccio io"). Ma non voglio fare sterili polemiche. Nella posizione di Emiliano c'è un solo punto chiaramente inaccettabile ed è un punto di metodo. Ma prima del cartellino rosso, voi mi insegnate (perché io non ho la tele) ci vogliono tre cartellini gialli, giusto?

      Allora vediamo. Se il nostro (mio e vostro) lavoro sarà nuovamente insultato reagiremo, molto pacatamente. Altrimenti vi rassicuro sul fatto che, fino a prova contraria, in privato stiamo cooperando e comunque stiamo evidentemente dalla stessa parte. La sinistra è il luogo della critica e del confronto. I consensi granitici li lasciamo ai movimenti parafascisti.

      Elimina
    2. Ne bastano due di cartellini, se si riferisce al calcio...

      Elimina
    3. Ciao Pippo74
      sono io che faccio i bozzi a Piga, non sono così competenti, ma ce la metto tutta, grazie per i complimenti.

      Per quanto riguarda Brancaccio, sono delusa perché gli argini sembra che si stia decidendo a romperli, ma trovo il suo atteggiamento nei confronti del prof. Bagnai molto scorretto e irrispettoso.
      In questo senso trovo più leale Piga, che difende e porta avanti le sue idee che gli contesto puntualmente (senza nessuna censura, nonostante la mia attività stia diventando prossima allo stalking!)

      Invece sono doppiamente delusa dal lato umano di Brancaccio proprio perché lo stimo molto come economista (pensavo fosse solo un po' "timido") e speravo, soprattutto dopo la famosa telefonata, che potesse (che possa?) collaborare con Bagnai.

      Io sono solo una goofy-commentatrice, credo mi si stia dando un'importanza che non ho. Credo che due professionisti come Bagnai e Brancaccio e i rapporti che intercorrono tra loro siano al di sopra dei miei interventi avventati e sanguigni.
      Comunque per evitare non scriverò più sull'argomento, chiedo scusa a tutti e oggi faccio penitenza! (un giorno basta?)

      ps Pippo contraccambio i complimenti per i tuoi interventi molto più competenti ed equilibrati dei miei e per il tuo sostegno "fisico".

      Elimina
    4. Ciao Pippo74, sì sono la stessa che scrive sul blog di Piga (che, devo dire, non ha mai censurato nessun commento, neanche i più "mascalzoni")
      Sono rimasta molto delusa dal comportamento di Brancaccio, ma penso che mi stiate dando troppa importanza; si tratta di due economisti di valore e non credo che i miei commenti avventati possano incidere sui loro rapporti presenti o futuri, come scrive Stefano.
      In ogni caso è meglio che non scriva più niente sull'argomento, ho già detto troppo, hai ragione.

      Come dice il professore "paulo maiora canamus"

      Dunque ricambio i complimenti per i tuoi interventi molto più equilibrati dei miei (non è ironia o polemica, è vero) e per il tuo sostegno "fisico" (sei tu vero?).

      E soprattutto spero di vederla presto alla7, professore.
      Grazie al prof. Borghi che l'ha segnalata; anche noi su Goofy abbiamo parlato di lui e nessuno l'ha mai preso per matto qui, anzi! (credo sia persino superfluo dirlo)

      Elimina
  4. Ho sentito anch'io il Claudio Borghi Aquilini intervistato a focuseconomia da Spezia (clone di Barisoni, vacanziero in qualche villaggio di Ernesto Preatoni da Sharm rientrato in affariitaliani con il prode Bizzi dopo l'esilio a Tallin).
    Di Borghi memorabile rimane il passo con la banconota da 50 (n)euri nell'intervista di Messora ... "ponti e finestre dalle quali la gente può solo buttarsi" per non finire a Arbeit macht frei, come stanno già sperimentando i "sudici" spagnoli dopo gli "accordi" a margine del "salvataggio" pre-ESM tra Annette Schavan (ministro teutonico all'istruzione) e il marchese Josè Ignacio Wert (omologo spagnolo) con l'invio di manodopera "economica" (.. i primi carri ...) nelle industrie tedesche bisognose.
    Qualche anno indietro venivano usati mezzi più coercitivi, oggi sono più efficienti ed efficaci il PIUEUROPA e il LIBEROMERCATO.
    That's all, folks!

    RispondiElimina
  5. Ho ascoltato quell'intervista alla radio tornando dal lavoro. Il conduttore non era Barisoni (che deve essere in vacanza) ma un sostituto. Mi ha colpito molto l'inusuale contorno di giustificazioni con il quale il conduttore ha cercato di ripararsi da chissà quale contagio: "ci sembra giusto ascoltare tutti" (sottinteso "anche i pazzi") "stanno arrivando degli sms di fuoco contro queste idee ma ripeto, ci sembra giusto dare voce anche ad idee diverse dalle nostre, fuori dal mainstream"..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene, sono contento che il dott. Barisoni si goda le vecanze, io lo seguirò fra poco (ma le mie non saranno vacanze). Circa il "fuoco" di cui parli, io nella mia intervista ho messo subito un bel firewall: ho chiarito subito che le idee che esponevo non erano (solo) mie, ma erano sostenute da una serie di Nobel ed economisti di estemo prestigio, citandoli. A quel punto si son dovuti stare zitti (tirando fuori ovviamente altri argomenti come quello dell'horror vacui, sul quale mi hanno tolto la parola altrimenti facevano una fine pessima, porelli).

      Ma sai, in Confindustria ci sono evidentemente due fazioni, e questi stanno evidentemente dalla parte che sarà sconfitta dalla Storia. Onore al nemico caduto sul campo dell'ardimento (anche se la sua arma era la menzogna?).

      Elimina
    2. Si, effettivamente in Confindustria si sta consumando uno scontro che ricorda, volendo, la diatriba tra liberoscambisti del Sud contro protezionisti del Nord che sfociò nella guerra civile americana. Qui a far la parte dei cotonieri metterei la grande industria decotta che campa con gli aiuti di stato e dall'altra le PMI che formano buona parte del sistema produttivo italiano.
      Comunque qualcosa si vede oltre il pelo dell'acqua se ieri il giornale confindustriale ha pubblicato questo commento in cui addirittura il repubblicano ed €ista della prima ora Giorgio La Malfa si propone di abbattere un tabù. Da notare la ricostruzione storica che concide esattamente con le accuse di paternalismo e fascismo che Bagnai muove alla costruzione dell'euro.

      Elimina
    3. Qualche mese fa ho sentito La Malfa in tv criticare l'euro e dire di aver scritto un libro che prevedeva la crisi dell'euro anni or sono.
      Ho controllato e mi pare sia vero: "L' Europa legata. I rischi dell'Euro"

      "Dopo avere ricostruito le tappe che l'Europa ha percorso per giungere alla moneta unica, l'autore esamina le regole di funzionamento dell'Unione Monetaria Europea e si interroga sui loro possibili effetti, sulle economie europee e sull'Italia in particolare. E la risposta a cui giunge è sorprendente: così come è oggi organizzata l'Unione Monetaria, è difficile che l'Euro abbia successo. Sono necessari profondi cambiamenti e soprattutto è necessario chiarire le prospettive dell'integrazione politica dell'Europa. Per evitare una crisi dell'Euro, va dunque urgentemente affrontato il problema politico."

      Il libro è uscito nel 2000, sarà anche stato europeista della prima ora, ma non pare un € (moneta) scettico dell'ultimo secondo.

      Però non l'ho letto e non so quasi niente di lui.

      Ho notato che ha scritto in passato un altro libro con Savona e anche lui il tabù l'ha già abbattuto.

      Elimina
  6. Buongiorno Professore, sono un assiduo lettore del suo Blog fin dalle sue origini e la ringrazio di nuovo per il suo lavoro di divulgazione. E’ da tempo che desidero porle una questione ma ero timoroso di farlo per la sua delicatezza e per non correre il rischio di suscitare polemiche che inevitabilmente l’argomento farebbe nascere. Ieri sera ascoltando un programma economico di Sky24 un suo illustre collega ( quello che se non ricordo male non le strinse la mano quando lei da giovane ricercatore fece una relazione a un convegno dell’Abi e lui era il moderatore) il Prof. Vaciago ha affermato che alla Grecia conviene uscire dall’euro, poi alla domanda del conduttore se anche l’Italia avrebbe la stessa convenienza ha risposto più o meno così , vado a memoria: ci sono due Italie, una che arriva fino a Roma ed è perfettamente integrata con la Francia e la Germania, e l’altra Italia che come la Grecia deve uscire dalla moneta unica. L’euro ha rotto il paese in due ,ha rotto 150 anni di unificazione.
    Anche se hanno opportunamente disarticolato la Lega con gli scandali del figlio di Bossi, del tesoriere, nonostante l’impresentabilità della sua classe dirigente, il problema Nord/Sud esiste si sta ingigantendo con la crisi, e non è detto che non esplodi in caso della ormai scontata deflagrazione dell’euro.
    Mi piacerebbe sentire un suo parere sull’argomento, secondo me noi non siamo mai stati una Nazione non abbiamo mai avuto il coraggio dell’elaborazione del Lutto, siamo forse l’unico Paese che ha perso una guerra ( la seconda guerra mondiale) a sua insaputa, che ha chiamato una occupazione Liberazione, resa incondizionata in armistizio.. Siamo forse l’unico paese che ( testimonianza di un report di guerra americano) gli occupati offrivano i cocomeri e acqua agli occupanti, mentre questi portavano nei campi di prigionia i nostri ragazzi. Siamo forse l’unico Paese al mondo che all’annuncio della resa incondizionata ( otto settembre 1943) i nostri ragazzi di stanza al Brennero che cercavano di tornare a casa attraverso i monti per non consegnarsi ai tedeschi venivano presi dai montanari tirolesi e consegnati a un esercito straniero la wehrmacht.
    Forse per questo motivo oggi che i disciplinati dal vincolo esterno ( i sindacati) si trovano nella stessa trincea a difendere con ottusa tenacia ed ostinazione l’euro assieme ai loro disciplinatori ( Confindustria) .Non hanno perso l’abitudine di trasformare una disfatta in una vittoria.
    Mi scusi se l’ho tediata con questo mio scritto.
    Un sincero Saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mauro carissimo,

      non parlarmi male dei montanari tirolesi che a me stanno tanto simpatici (sarà perché comincio a capire quello che dicono? Tanti anni in Svizzera a qualcosa son serviti...). Credo semplicemente che non sentissero la Wehrmacht come esercito "straniero". (P.s.: per Robert: vedi che io una buona parola ce la metto... Ci vediamo a Maiern... Prepara la tenda...).

      Detto questo, il punto sollevato dal prof. Vaciago è esattamente quello che Tony Thirlwall sollevò a fine anni '90 nella sua audizione al parlamento inglese. L'euro avrebbe amplificato le divergenze regionali. Appena ho un attimo di tempo vi traduco la sua audizione. I parlamentari inglesi furono sensibili a questo argomento perché anche l'Inghilterra, come l'Italia, ha un forte dualismo regionale (upside down, nel senso che lì la parte sviluppata è il Sud). La sterlina non ha fatto miracoli per risolverlo così come non ne ha fatti in Italia la lira.

      Spero che il prof. Vaciago non si adonti di essere epigono di un post-keynesiano.

      Peraltro, meglio le camicie verdi di quelle brune, come ho detto illo tempore.

      Elimina
    2. "L’euro ha rotto il paese in due ,ha rotto 150 anni di unificazione"

      Per me è solo l' ennesimo motivo per cui essere contro l' euro e l' ideologia con cui ce l' hanno imposto. Attaccare "lo stato brutto - coruzzzione", la costituzione e il modello ( e non la sua mala gestione) della prima repubblica vuol dire rompere quel collante che pur con mille difetti ha tenuto unito il paese senza gridare " vincere e vinceremo".

      "Più europa e meno italia?" no grazie.

      Elimina
    3. "L’euro ha rotto il paese in due ,ha rotto 150 anni di unificazione."

      150 anni di unificazione che di fatto non sono mai esistiti. Ma non voglio aprire una parentesi in questo blog perché non è il luogo adatto. Dico solo che se l'Euro dovesse evidenziare il non senso della gestione dello stato Italia, allora potrei dire che alla fin fine qualcosa di buono l'avrà fatto.

      Elimina
  7. Buona l'intervista a Borghi, peccato per l'erroraccio iniziale (ha detto che "la moneta buona scaccia quella cattiva", ma il motto di Gresham è il contrario, è quella cattiva che scaccia quella buona).
    Per il resto, a me personalmente non sembra utile l'uscita dall'euro (non dobbiamo fare la guerra contro gli altri paesi europei, ma portare il fardello insieme) ma ritengo necessario il ritorno ad una moneta nazionale.
    I due sistemi monetari verrebbero utilizzati in maniera complementare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se vedi l'intervista a me ti rendi conto che anch'io faccio errori simili. Capita. Guarda che parlare per un'ora (o più, perché piccoli tagli ci sono) senza perdere mai il filo non è semplice. Ma Claudio è molto efficace in termini comunicativi, ha una grande capacità di riportare tutto sul piano della concretezza e del buon senso. Va studiato.

      Elimina
  8. Sig Bagnai le faccio gli auguri in caso la chiamassero ad omnibus,una volta era quasi democratico(cosa rara x un massmedia) ma ormai da li deve uscire il solito pensiero unico economico che lei prof combatte da tempo.Ho visto più volte deriso Borghi(o almeno cosi ho percepito da spettatore) da giornalisti/economisti che parlavano(o meglio credono di..)di economia manco fossero premi nobel.
    Cmq se la chiameranno avrà sicuramente il grasso conduttore piddino con gli occhiali che la guarderà con aria di sufficienza mentre ammiccherà spesso sguardi d'intesa con il 'compagno' Gozi' ,che insieme ad esperti di regime come la Mieli e giornaliste oche simili e chissà pure nosferatu dell'associazione adam smith o blogger di regime cercheranno di farla passare per disfattista/cretino.Mi creda studieranno tutto a tavolino la interromperanno quando vogliono sia gli ospiti che il conduttore x esigenze di 'cassa'..
    In cuor mio le auguro che lei prof gli dia una lezione..
    Io come tanti lettori faremo tifo x lei!

    Un vecchio lettore che scrive poco ma la legge sempre

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Le persone pingui hanno tutta la mia solidarietà. Ce n'è voluto, qualche anno fa, per buttar giù 15 chili di troppo... I piddini un po' meno: loro hanno buttato giù il mio paese (che credo sia il vostro). Mi chiameranno se penseranno di potermi imbrigliare, certo, lo so. Vediamo come va. Non posso essere in studio e in regia, credo lo capiate. Ma due o tre idee in testa ce le ho anch'io.

      Elimina
    2. (ai conduttori passati, presenti e futuri consiglio la prudenza: i vostri ammiccamenti restano su Youtube, e fra pochi mesi - o settimane? - sarà chiaro che avevate torto. Non basterà dire "ma noi abbiamo invitato Bagnai, abbiamo invitato Borghi, eravamo aperti", per evitare di essere ancora più aperti, se non vi comporterete in modo leale. Io vi voglio bene, e infatti non ho mandato er Bufalo a spiegarvelo. Tanto non lo capireste comunque).

      Elimina
    3. “Non basterà dire eravamo aperti per evitare di essere ancora più aperti”. Mi scusi prof, mi lascio andare, ma lei, come diciamo a Roma, è proprio er king. È irresistibile... dal punto di vista dialettico. Se non vogliamo mandare il Bufalo, che è molto sgradevole, potremo sempre chiedere una mano a Selina-Catwoman. Ieri ho visto The Dark Knight Rises in inglese e potremmo riadattare questo bel dialogo tra lei e Bruce Wayne. GOOFY: You think all this can last? There's a storm coming, Mr. Wayne. You and your friends better batten down the hatches, 'cause when it hits, you're all gonna wonder how you ever thought you could live so large, and leave so little for the rest of us.
      HIDALGO DE LA SIERRA: You sound like you're looking forward to it.
      GOOFY: I'm adaptable.

      Elimina
  9. In quasi contemporanea con l'intervista di Borghi vedo questa mattina un breve, per me interessante, post di Steve Keen sul suo sito (debtwatch.com) "The Euro as SDR of Europe?".
    Dal punto di vista della Goofynomics non sarebbe questa una via d'uscita più praticabile e conveniente di altre?
    (Anche se non vedo come l'ammasso di camaleonti e incoscienti che prende le decisioni politiche nel nostro paese potrebbe essere all'altezza...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai fatto un po' di confusione fra nome del sito e nome di dominio (Internet). Poco male, avendo citato il titolo è stato semplice trovarlo.

      Si tratta di un articolo pubblicato sul sito Steve Keen's Debtwatch. Keen è l'autore del libro Debunking Economics (sito in ristrutturazione).

      L'articolo lo potete leggere qui: The Euro as the SDR of Europe?

      In sostanza propone di far diventare l'Euro una specie di Bancor a livello europeo e contestualmente di tornare alle valute nazionali. Cita anche lui sia Wynne Godley che Milton Friedman come voci autorevoli che, nonostante fossero molto distanti ideologicamente, sostenevano l'impraticabilità della moneta unica europea.

      La parte iniziale esprime chiaramente una tesi diametralmente opposta a quella, per esempio, espressa da L. Randall Wray in un articolo che avevamo già segnalato su Goofynomics (non tutti gli economisti statiunitensi escono col baco): «The Euro is the national currency of a country that does not exist. Though there is a continent of Europe, as there is of America, there has never been a country of the United States of Europe, and there probably never will be.»

      Elimina
    2. Mi scuso della distrazione per cui pensando alla testata del sito di Steve Keen ho scritto "debtwatch" anzichè "debtdeflation.com"... ma non dovrebbe più succedere in quanto ho trovato il codice html per inserire direttamente link attivi nei commenti di blogger, cosa che per quel che ne so non si può fare con shortcuts da tastiera.

      Per quel che riguarda la possibile contrapposizione con Wray (l'articolo segnalato è il primo dei due post scritti da Wray in risposta a Cesaratto) credo che essa stia ad un altro livello rispetto alla domanda che ponevo.

      Wray, dopo aver dimostrato con una serie di citazioni che lo sbilancio delle partite correnti e l'eliminazione della flessibilità del cambio sono stati i punti chiave per cui molti economisti che fan riferimento alla MMT (come altri) avevano previsto il disastro dell'euro fin dagli anni '90, sottolinea che ciò deriva da una tara originaria della BCE, evitabile se essa fosse una "normale" banca centrale legata ad uno stato reale con una "normale" capacità di politica fiscale (ma ciò in qualche modo lo sanno tutti.. anche i talebani del fiscal compact). Infine, ovviamente, propone il modello di deficit spending e piena occupazione della MMT in alternativa ad altre politiche delle banche centrali e dei relativi governi. In realtà Wray propone un modello teorico e (anche per la sua impostazione usa-centrica) non è particolarmente interessato a chiedersi se l'Europa sia realmente compatibile con una "normale" banca centrale che presuppone un "governo" centrale.
      Keen (che non ha particolare interesse nella MMT), in questo breve post, dà per scontato che l'Europa in quanto stato non esiste e non esiste una BCE=FED, ed espone alcune ragioni e accorgimenti per cui un sistema di doppia moneta (euro-bancor + monete nazionali) potrebbe risultare la via d'uscita più conveniente da una situazione ormai insopportabile e dall'Austerity perpetua intesa come compressione dell'occupazione e dei salari.
      La mia domanda verteva sulla possibilità ed il senso di una simile prospettiva, anche se sono consapevole che probabilmente essa è impraticabile, per il semplice fatto che un euro-bancor (con i meccanismi di riequilibrio proposti da Keen) presuppone una volontà di accordo europeo in questa direzione che, fino a prova contraria non esiste e che comunque avrebbe tempi biblici ripetto alle urgenze.

      Elimina
    3. Hai ragione Mirko, non sono stato molto chiaro.

      Non ho citato Wray per rispondere alla tua domanda (potrei dare la mia opinione, ma preferisco che si esprima chi ne sa più di me). Volevo mettere in evidenza le differenze fra chi, su quel lato dell'Atlantico (per ignoranza della situazione europea o avendo in mente un obbiettivo preciso, ma non esattamente coincidente coi nostri interessi) scrive che è molto semplice risolvere i nostri problemi creando gli Stati Uniti d'Europa (Wray) e chi invece si pone in una prospettiva più ampia e si rende conto che ciò non è semplice e forse neanche auspicabile (Keen).

      A questo proposito non ho ancora trovato nessuno in grado di spiegarmi in modo convincente per quale miracolo una Unione Europea, anche riformata in senso democratico nel migliore dei modi possibili, possa essere un modello di democrazia, quando non riusciamo ad avere delle democrazie compiute neanche a livello nazionale.

      Prendiamo ad esempio la più grande unione di Stati che viene presa a modello di democrazia liberal-democratica, proprio gli USA (sopravvoliamo sulle differenze con l'UE: diversità di lingue, culture, ecc..), e andiamo a vedere due semplici parametri, fra i tanti che si possono scegliere, che secondo me sono alquanto significativi: 1) quante persone votano (intorno al 50%), 2) qual è la distribuzione della ricchezza nazionale (non ho dati a portata di mano, ma ricordo una distribuzione squilibrata in modo impressionante a favore di una piccola minoranza).

      Non voglio uomini della provvidenza, "illuminati" che prendano decisioni per tutti, per quanto buone (o presunte tali) possano essere. Vorrei una popolazione finalmente in grado di scegliersi un destino (nei limiti del possibile). A scanso di equivoci: questa non è una polemica con te, Mirko, parlo a nuora perché suocera intenda — qui la suocera sono tutti quelli che cantano le lodi delle magnifiche sorti e progressive del più Europa.

      Quindi per venire a ciò che scrivi al termine del tuo messaggio: ricordo di aver letto in un link suggerito in qualche commento qui sul blog (dopo provo a carcarlo) che non sarebbe in contraddizione coi trattati l'adozione di una valuta nazionale complementare all'Euro. Se questa possibilità esistesse davvero, sarebbe più semplice da perseguire rispetto ad un Bancor europeo perché richiederebbe "solo" una decisione unilatrale. Ovviamente mancherebbe comunque un credibile referente politico a livello nazionale, andiamo a sbattere sempre contro questo muro.

      Elimina
  10. Buongiorno Prof,
    non ho fatto in tempo a scriverle ieri sera che mi trovo l'articolo stamattina: volevo scriverle di un'intervista sentita appunto ieri sera intorno le 18 su Radio24 fatta a un certo prof. Borghi della Cattolica di Milano (!): sembrava di leggere Goofynomics!!! Il prof diceva che a questo punto conviene uscire dall'euro, che l'inflazione non sarà elevata (e citava l'inflazione dopo la svalutazione del '92) ecc.ecc. In più diceva che con l'euro c'era si il problema di non poter più svalutare, ma con l'aspettativa di avere almeno rendimenti bassi da pagare sul debito pubblico. Al di là che lui (diceva) questo cambio non l'avrebbe fatto, visto che questo vantaggio non c'erà più tanto valeva uscire, e che le conseguenze non sarebbero certo state tragiche (anzi). E il giornalista di radio24 dopo un po' diceva "professore, su di lei atanno arrivando commenti di fuoco". Annamo bbene...
    Appproposito: su la7 indovinate un po' chi ho visto di recente? Ma quel simpaticone di Gozi... sto già ridendo sotto i baffi!!!

    RispondiElimina
  11. "pochi mesi - o settimane?"
    Questa Sua domanda prof. Bagnai porta a considerare il fatto che
    è finito il tempo per pensare a cosa fare (gestire al meglio l'uscita dall'euro) ed è iniziato quello per farlo.
    L'unico politico che può essere coinvolto in tal senso mi sembra Antono Di Pietro, cosa ne pensa ?

    RispondiElimina
  12. Caro Prof. spero di vederla presto su La7 o simile rete di regime a cercare di contrastare le strampalate dichiarazioni del piddino di turno. Per ora, se me lo consente ad adiuvandum di chi segue il suo blog, vorrei postare questa intervista rilasciata a Rainews dal suo collega Paul Krugman di giugno 2012 sulla crisi dell'euro...dice le stesse cose che leggo sul suo blog, si vede che ha fatto proseliti oltre oceano:).
    Saluti
    Giovanni Garruzzo

    RispondiElimina
  13. Caro Prof. Bagnai, sono un ex-studente di economia, lettore assiduo del suo blog e di quello di Brancaccio. Mi sono iscritto a Goofynomics proprio oggi perché ho apprezzato molto lo scambio tra lei e il mitico Branka. Mi permetto di dire a pippo74 e a Ciuffini che forse dovrebbero essere un po' meno emotivi e più razionali nei loro giudizi. Se posso permettermi, in tv non è facile starci da eterodosso: diciamolo chiaramente, Brancaccio in questo è imbattibile, una macchina da guerra che calibra affondi e ironia in modo perfetto, secondo me da lui in questo c'è solo da imparare. Sul fatto che il Branka stia attento alla carriera, mi viene da scompisciarmi dalle risate. Io ebbi la fortuna di assistere a un suo intervento a Catania alla plenaria della società italiana degli economisti. Fu un rullo compressore, rigorosissimo e spietato con un lavoro di Rustichini, un ultraliberista di nfa. Per me piuttosto è vergognoso che gente come Lei non sia ordinario e gente come Brancaccio, che addirittura vedo che ha pubblicato sul mitico Cambridge Journal, sia ancora ricercatore. E non lo dico per piaggeria! Chi ha visto come funziona l'università sa che fare carriera è importante per muovere quelle poche briciole rimaste e proteggere l'eterodossia da anni e anni sotto attacco. Invece io vorrei stare sul pezzo perchè la discussione tra lei è Brancaccio è fruttuosa. Senza perdere tempo tra chi ha detto prima cosa (perchè francamente così una bella discussione diventerebbe una grossa cazzata) le chiedo di stare sul pezzo e di rispondere al Branka sui punti importantissimi che ha sollevato. Cerchiamo di capire tutti insieme come uscire dall'euro, questo è più importante che soddisfare un paio di fans. Con grande stima. Stefano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Stefano. Credo però che tu segua da poco questo blog. Buona lettura!

      Elimina
    2. Gentile Stefano, sicuramente mi sono spiegato male io. Tuttavia se rileggi il mio commento noterai che il mio voleva essere un discorso del tipo: cara Silvia credo che tu abbia esagerato con Brancaccio, perchè allora cosa dovremmo dire di Piga? E nel fare questa considerazione ho cercato di trovare delle giustificazioni rispetto all'atteggiamento ancora troppo timido (è la mia opinione e la confermo) di Brancaccio rispetto all'evolversi della crisi della zona euro. Non volevo criticare il fatto che lui abbia una certa visiblità in televisione o alla radio o che facesse male a tutelare i propri interessi professionali (anche io se hai notato ho fatto una battua sconsolata sul fatto che nè lui nè Goofy siano professori ordinari).
      Ho anche scritto direttamente a Brancaccio e devo ringraziarlo per la cortesia con cui mi ha risposto.
      Inoltre se noti ho pure scritto che mi auguro che la possibilità di dialogo tra due menti eccelse non si allontani a causa di queste differenze di opinioni, che non sono a mio avviso insormontabili, ma ci sono e sono anche molto evidenti. E tra la posizione di Brancaccio, che rispetto e stimo, e quella del Cavaliere Nero mi sento più a mio agio con la seconda! Tutto qua.
      Saluti e buona lettura.

      Elimina
    3. I post di Silvia mi erano sfuggiti. Li ho letti solo ora. Madonna mia.... ma che ti aspettavi, Silvia, carezze dal Branka? a quanto pare non lo conosci. E non ho capito perché si debba sotto sotto considerarlo un po' in "malafede" solo perchè attacca a muso duro quelli che pensano che "basta uscire e poi il resto si vede". Io un po' l'ho seguito, so che quando vuole va giù pesante, e dico che è stato rispettosissimo e costruttivo col Prof. Bagnai. Ripeto, aiutiamo i proff. a trovare una intesa sulle indicizzazioni e sui controlli e facciamo la "piattaforma"! Secondo me è quella che serve, perchè ho letto l'articolo di Levrero che consigliava Brancaccio e mi sembra che siamo ancora lontani. Se il prof. Bagnai dice che la base della piattaforma sta già dentro Goofynomics ci credo e mi aggiorno rapidamente, ma non sarebbe meglio riprendere il tutto e fare una bella sintesi? appunto, una "piattaforma"? Saluti! P.S. Quella oggi di Draghi è una sola! come diceva Keynes, in questi momenti i banchieri sono condannati a dire puttanate.

      Elimina
  14. Professore, non so se sono io a pensare sempre male, ma inizio a vedere una certa corsa al "ricilco" (per quanto improbabile, spero)

    http://il-main-stream.blogspot.it/2012/07/qualcosa-si-muove5.html

    Vediamo in quanti inizieranno l'assalto al carro del "fuori dell'Euro"...

    Gilberto

    RispondiElimina
  15. Vorrei spazzar via un altro luogo comune: quello che la Grecia sia priva di struttura industriale. Oggi credo che il settore industriale rappresenti il 12% del PIL greco e che molti settori di punta (sapevate ad es. che i migliori autobus li producevano in Grecia e che sempre in Grecia hanno "inventato" il progenitore del SUV?) sono stati distrutti negli stessi anni in cui noi abbiamo perduto i nostri "campioni" nazionali. Hanno un'ottimo settore agroindustriale, coprono, con produzione propria, tutti i beni di largo consumo, l'intera filiera edilizia (dal cemento ai mobili), un avanzato settore industrial-militare, per cui credo proprio che, svalutandosi la nuova dracma del 40%, sarà piuttosto veloce la sostituzione di beni importati con beni di produzione propria

    RispondiElimina
  16. Prof. scrivo qui perchè di la è tutto pieno.

    «« http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201207261212103395&chkAgenzie=TMFI&sez=news&testo=&titolo=Marchionne%20attacca%20politica%20prezzi%20di%20Vw%20che%20non%20perde%20un%20colpo

    Marchionne attacca politica prezzi di Vw che non perde un colpo
    Di Francesca Gerosa



    Sergio Marchionne attacca Volkswagen e la sua politica di sconti aggressivi. "E' un bagno di sangue per i prezzi, è un bagno di sangue per i margini". Così l'amministratore delegato di Fiat nonché presidente dell'Acea, l'associazione che raggruppa i costruttori europei di auto, ha definito sull'International Herald Tribune la politica dei prezzi in Europa della casa tedesca, fortemente criticata anche da altri big dell'auto.

    Il settore auto europeo, piegato da crisi e sovracapacità produttiva, sta vivendo una situazione, secondo Marchionne, "mai vista così difficile". Una situazione su cui dovrebbe intervenire, a suo dire, la Comunità europea: "dovrebbero coordinare una razionalizzazione del settore. Tutti dovrebbero tagliare, quelli che davvero non si sono mossi in questo senso sono i francesi e i tedeschi, che non hanno ridotto minimamente la capacità", ha aggiunto l'ad di Fiat/Chrysler.

    Già a metà giugno il manager italo-canadese, come ben evidenziato da Milano Finanza, aveva ricordando la spaccatura esistente tra i costruttori automobilistici europei. Da un lato, infatti, Fiat, Renault e Peugeot-Citroën vorrebbero un sostegno dell'Unione europea per contrastare il problema della sovraccapacità produttiva negli impianti del Vecchio continente; dall'altro lato le tre grandi case tedesche, Volkswagen, Daimler e Bmw, invece non ne vogliono sentire parlare perché le loro vendite in Cina saturano gli impianti e, quindi, non capiscono perché dovrebbero aiutare i loro concorrenti in questa fase di difficoltà.

    Il problema, come riportato da Milano Finanza, è che in Germania non ci sono solo le tre grandi case nazionali, ma esistono anche importanti impianti di aziende automobilistiche che fanno capo a gruppi non tedeschi, prima fra tutte la Opel che fa parte dell'americana General Motors.

    E i risultati semestrali della casa di Wolfsburg ben evidenziano la differenza tra le società automobilistiche che stanno pagando la dipendenza dall'Europa e i concorrenti con una maggior diversificazione geografica e una forte presenza in mercati più dinamici, come la Cina, il Nord America o la Russia.

    Infatti Volkswagen avrà pure perso la leadership come maggior produttore di auto al mondo a vantaggio di Toyota, che nel primo semestre dell'anno ha venduto cinque milioni di veicoli (+34%) posizionandosi davanti a General Motors e Vw che hanno venduto, rispettivamente, 4,67 milioni e 4,45 milioni veicoli, ma nei primi sei mesi dell'anno ha realizzato un utile netto in crescita del 40% e ha confermato le previsioni 2012.

    Scendendo più nel dettaglio die conti, l'utile operativo di Volkswagen è aumentato del 6,7% a 6,49 miliardi di euro nei primi sei mesi dell'anno, i ricavi sono migliorati del 23% a 95,4 miliardi e l'utile netto del 40% a 8,77 miliardi. I risultati sono tutti
    superiori alle attese degli analisti, che avevano previsto ricavi per 94,6 miliardi di euro, un utile operativo di 6,38 miliardi e un utile netto di 5,82 miliardi.»»

    Ma Marchionne vuole il liberismo a senso unico?
    Quindi tutta la sua capacità di stare sul mercato regge finché non trova uno più “stronzo” di lui?

    RispondiElimina
  17. mercoledì 25 luglio 2012

    DANNATA "SINISTRA" SE CI SEI INIZIA CON UN BLOCCO IMMEDIATO DELLE FUGHE DI CAPITALE ALL'ESTERO.di Emiliano Brancaccio

    *****

    Ps: non ci sto a capì un tubo leggo ora sull'altro post commenti che ieri sera non leggevo.

    @ Alberto, siccome sei l'unico medico di cui mi fido per guarire la mia piddinite, se passi dalle mie parti fammelo sapere sei invitato a pranzo. Se però accetti l'invito devi sapere, che come me non puoi parlare di musica perchè non ci capisco un tubo, non puoi parlare di calcio perchè è peggio della musica, l'unico argomento che ti rimane è l'economia, cosi magari in quell'occasione mi spieghi la sottile differenza che esiste fra capitalismo e economia di mercato.

    ****

    Lancio una proposta,visto l'interesse che suscita il blog,considerato che Alberto dedica parecchi tempo a noi,considerata la buona probabilità che dovremmo discutere ancora per diversi mesi qualunque sia l'esito dell'euro.

    Propongo una tassazione degli iscritti al fine di passare su una piattaforma che consenta l'uso del sito senza intoppi e l'archiviazione dei documenti senza limiti. Io non mi intendo di trasferimento dei file,ma una volta messo in rete posso anche dare una mano per la gestione di un eventuale archivio.

    INSOMMA ALBERTO PENSATECI SU'

    RispondiElimina
    Risposte
    1. prof., a proposito della previa limitazione ai movimenti di capitale in caso di uscita dall'euro, cosa intende esattamente con "movimenti di capitale" (litigo per queste cose.. sa... ci tengo al futuro!)?
      - uno che acquista in italia dal suo conto titoli un bond di un emittente europeo ma quotato in moneta diversa, è un "movimento di capitale"?
      - uno che acquista quote di fondo di investimenti quotati in borse diverse (che ne so, brasile, argentina) è un "movimento di capitale" (eventualmente da limitare)?

      Sto discutendo con un amico brasiliano sugli IDE, argomento spinoso per chi non è preparatissimo come noi..
      Ad ogni buon conto, chiedo scusa in anticipo se la domanda dovesse risultare incongrua e mal posta!

      Elimina
  18. Un'altra news

    ««http://www.repubblica.it/economia/2012/07/26/news/draghi_passi_straordinari_nell_area_euro-39745328/
    la crisi
    Draghi: "Passi straordinari nell'area euro"
    Bce pronta a tutto per salvare la moneta
    Il presidente della Banca centrale europea plaude ai progressi degli ultimi sei mesi all'interno dell'Eurozona che "ha il potere per sconfiggere la speculazione sui mercati"
    MILANO - "Negli ultimi sei mesi l'area euro ha mostrato progressi straordinari": così il presidente della Bce, Mario Draghi, che sta intervenendo alla Global Investment Conference di Londra.

    L'Eurozona - ha continuato il banchiere - è "molto più solida di quanto si pensi". A cominciare dai livelli aggregati di deficit e di debito pubblico che "sono molto più bassi di quelli statunitensi" e la coesione sociale all'interno dell'area dell'euro "è più forte che in qualsiasi altra parte del mondo". E per fugare i dubbi sui piani della Bce, Draghi ha affermato con chiarezza: "Siamo pronti a fare tutto quello che serve per l'euro. E, credetemi, sarà sufficiente". Secondo Francoforte l'Eurozona "ha il potere per sconfiggere la speculazione sui mercati".

    Di più. Per Draghi "non è possibile immaginare la possibilità che un paese esca dall'Eurozona" e sulla soluzione del problema degli spread, e quindi di rendimenti troppo elevati sul debito sovrano di alcuni paesi periferici, "rientra nel mandato della Bce, nella misura in cui il livello di questi premi di rischio impedisce la giusta trasmissione delle decisioni di politica monetaria" prese dall'Eurotower. Parlando dei motivi che sono alla radice della crisi il governatore ha spiegato che "parte del problema è che negli ultimi 10 anni, sia a livello nazionale che a livello europeo, i governi non hanno fatto nulla".»»

    Un amico mi chiede: "..perchè non cambia spacciatore. Che caz..zo sta sognando?"
    Parafrasando è certo che gli incubi di molti sono il sogno di pochi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma è che Draghi la fa un po' troppo facile. Va bene che l'Europa stà mediamente bene, ma se qualcuno ha un economia fiorente (tipo Germania) a scapito di altri poveri peones tipo me, non è che mi senta molto sollevato. E' come se non avessi il mio piatto di pasta al pomodoro e mi risollevasse il fatto che Ferrero o Benetton tirano su la ricchezza media del paese. Insomma... Tutta stà completezza di visione non ce la vedo mica...

      Elimina
  19. Oggi imperverso:

    «« Spread, Monti sconsolato: "Le munizioni sono finite". Torna l'idea di votare subito
    Monti ammette: "Le munizioni sono finite". Ieri gli incontri con Bersani e Alfano per fare il punto sulla situazione. Perché se lo spread continua a non calare per l’Italia si mette male. E la giornata di ieri non ha alleviato le preoccupazioni del premier: Piazza Affari ha preso fiato (+1,17%) ma il differenziale sui titoli di Stato è rima­sto alla minacciosa quota di 518 punti
    Francesco Cramer - Gio, 26/07/2012 - 08:16 »»

    Questo qua, finite le munizioni, le stampelle se le tiene ben strette, altro che lanciarle.

    RispondiElimina
  20. Caro professore,

    oggi mi capita di leggere questo: «Pronti a tutto per l'euro». Mi si faccia capire: una moneta, su cui peraltro sono stampati ponti e finestre («cose da cui solitamente ci si butta», cit. Borghi) è ora diventata il fine di tutte le nostre esistenze?

    Ma non c'è tanto da stupirsi se il nostro «esimio» banchiere ha ammesso nell'intervista a Le Monde, senza battere ciglio, di essere filotedesco:

    Quand vous êtes arrivé à la tête de la BCE, vous étiez considéré comme le plus Allemand des Italiens. C’est toujours le cas ?

    C'est à vous de le dire ! Nous devons maintenir la stabilité des prix dans les deux sens, faire face aux problèmes tels qu'ils se posent et agir sans préjugés.

    Che è come dire: «E che nun se vede?». Una candida ammissione che fa il paio con quella di Prodi: l'euro non cadrà perché la Germania non vuole (oh, grazie, ora siamo tutti più tranquilli). Gli alti papaveri non fanno manco più finta di essere super partes...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Flavio devi inserire http:// davanti all'indirizzo del link altrimenti gli premette l'indirizzo del blog, http://goofynomics.blogspot.it, e il link risultante non funziona.

      L'articolo di Repubblica è questo:
      Draghi: "Passi straordinari nell'area euro"
      Bce pronta a tutto per salvare la moneta


      Se esistesse una fattispecie applicabile a questi fetentoni li farei processare tutti per tradimento (per Napy c'è l'alto tradimento, ma non so quanto sia dimostrabile). Ma di giurisprudenza ne so quanto di economia: una beata fava. Quindi, se è il caso, attendo lumi da qualche volenteroso.

      Elimina
  21. Avevo letto anche io. Mi sa che il buon Marchionne ha scoperto la Goofynomics a sue spese.

    RispondiElimina
  22. Risposte
    1. A proposito di Giannino e di Paperino (adesso che ne ho accostato i nomi mi accorgo che il primo fa ridere senza necessità di assegnargli un nomignolo): c'è stato un risvolto tragicomico a seguito della puntata dello Speciale L'ultima parola: L'autunno che verrà, condotto dal giornalista Gianluigi Paragone.

      Ne avevamo trattato nei commenti di un articolo sul Fiscal Compact (scorrete da quel commento in giù, se ne parla a più riprese).

      Oscar Giannino in quella trasmissione aveva parlato di una collaborazione con Imprese che Resistono, organizzazione che precedentemente aveva organizzato un incontro anche col papero (non trovo il riferimento, ma ricordo di aver letto una cosa del genere).

      Il papero si è ovviamente irritato. Ma leggete la reazione nei commenti al suo messaggio, riportato tal quale sul blog di Imprese che Resistono: Ma che gli ho fatto??? … Paolo Barnard riscrive …. Questi vorrebbero armonizzare l'MMT all'amatriciana e il liberismo alle vongole e non capiscono proprio la demenzialità e l'impossibilità di questa operazione. Questo per evidenziare qual'è il livello medio di cultura economica (o forse semplicemente cultura tout court) di una parte (voglio sperare) dei nostri piccoli capitani d'industria, contro cui qualsiasi tipo di proposta politica decente andrà a cozzare.

      Chiudo segnalandovi questa chicca: «Oscar Giannino secondo il mio modesto parere è l’unico teorico che ha capito i problemi reali delle piccole e medie aziende e spero che prima o poi faccia qualcosa per tentare di prenderli di petto e dalle parole passi ai fatti.» Ha ragione signora, il suo parere è estremamente modesto e se condiviso dai suoi colleghi rischia di diventare persino esiziale per i vostri stessi interessi (oltre che per quelli dell'intera società italiana).

      (er Bufalo ipse dixit: «questi se stanno pe' venne er culo ar nemico, servendojelo pure sur piatto d'argento... ma quanto so' fresconi! Pe' non dì n'artra parola che finisce co' oni...»)

      Elimina
    2. emh... daje co' l'apocope. Errata corrige: qual è.

      Elimina
  23. Scusate, ma il padrone di casa ci fa sempre delle sorprese:
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/26/quelli-che-abbiamo-vissuto-al-di-sopra-dei-nostri-mezzi/307141/

    Corro a leggerlo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già. Passo per caso sul Fatto e leggo un titolo che mi fa pensare: "Sembra scritto da Goofy! Ma guarda, il verbo si diffonde.", e invece... Povero Scacciavillani, il primo pensiero è stato per lui. Con un sogghigno. E credo di non essere l'unico...

      Elimina
  24. Ottimo, grazie... Sui commenti nous glissons... Vengo ahimè da un incontro per una cig, ne ho approfittato per commentare Piller su La7 visto da tutti i presenti, presentando le dinamiche apprese grazie a Goofy. Grazie a Goofy!
    Andrea

    RispondiElimina
  25. Risposte
    1. ed ecco che in coda nei commenti saltano fuori i piddini come tappi in una vasca (e ho detto tappi, e ho detto vasca).

      Secondo me il cavaliero nero ha deciso di stanarne un po'.

      Elimina
    2. Mi pare di capire dal suo commento che anche er Bufalo ha apprezzato: «Gajardo! Ar Fascio Quotidiano appena che se so' accorti che er Cavaliere Nero e er Bufalo so' amichi se so' cacati sotto (uno abbasta, du' so' troppi pure pe' loro) e se so decisi pe' fa' 'a mejo cosa. Bravi, bravi, me sete piasciuti: ve state a sarvà 'na fetta de culo in cornere.»

      Elimina
  26. bella intervista ben argomentata
    ha dato anche una risposta alle mia domanda ci sono o ci fanno?
    cito borghi:
    Man mano che poi uno prendeva e saliva, io di grandi complotti ne ho visti pochi, di scemi ne ho incontrati tantissimi. Per cui tendo a pensare che la spiegazione sia la scemenza. Detto questo, le scemenze sono sempre a due facce. Vale a dire, se io trovo uno che si comporta da scemo e gli do credito, a quel punto sono in parte colpevole anch'io, perché altrimenti lo lascio perdere.

    er Bufalo che direbbe?

    RispondiElimina
  27. @Tarheel

    scusa se ti rispondo qui ma il post precedente era pieno.

    Le magliette mi riescono meglio dei commenti! Possiamo farne anche di più belle!

    Professore, uscirà il libro, la inviteranno alla 7, tiene il blog sul Fatto, ne basteranno SOLO 10.000?

    RispondiElimina
  28. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  29. G.le Prof. Bagnai

    Le premetto che sono un "appassionato" di finanza (= ignorante) e non riesco ancora a prendere una posizione sul destino dell'euro.
    Ho letto e ascoltato qualche sua intervista ma non riesco a trovare il suo pensiero riguardo l'ipotesi che la BCE possa iniziare a stampare l'euro come fa la FED. Sebbene non sia la cura definitiva non potrebbe accadere più probabilmente questo piuttosto che finire?

    Grazie

    RispondiElimina
  30. @ IVAN
    allora.. prima di tutto possiamo difenderci dai tedeschi
    poi da polacchi, cechi, cinesi, indiani...
    DEVE ESSERE chiaro che non contano le esportazioni e basta ma la bilancia dei pagamenti!
    basta ridurre di molto le importazioni (di molto relativamente) che si costringe a produrre molte cose da noi, nel nostro mercato!
    crescerebbero i consumi interni e buonanotte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì in effetti credo che tu abbia ragione, l'effetto dirompente, almeno (credo) nel breve periodo sarebbe quello di fare ripartire l'economia interna e quindi la produzione interna, e noi italiani da questo punto di vista, pur con le ossa rotte (dopo anni di deindustrializzazione e politiche suicide), abbiamo la possibilità di risollevarci.
      Però in parte il pericolo io lo vedo nel medio termine. Cioè non credo che Francia (se mai dovesse uscire dall'euro) o altre nazioni più competitive rispetto a noi, tipo la Spagna se ne starebbero a guardare. Se loro attuano una politica competitiva con noi, in settori che si sovrappongono ai nostri, chi ci garantisce che le importazioni non risulteranno comunque più convenienti? Forse non sarà più conveniente l'import dalla Germania, ma potrebbe non essere così verso la Spagna, ad esempio.
      Comunque, non so, ne so ancora troppo poco per farmi un'idea precisa.
      Purtroppo manca anche una classe politica a livello europeo in grado di recepire queste istanze... Hollande mi pare molto piddino da questo punto di vista.

      Elimina
  31. Sono gli stessi dubbi presenti nell'ultimo (giugno) rapporto del centro studi di confindustria.
    Ti propongo le mie considerazioni (da profano).
    Tutti andrebbero a pescare nello stesso lago? Se la svalutazione(competitiva) aiuta l'export tutti andrebbero negli stessi settori e servizi?
    L'Italia ha una buona quota export, dovrebbe avere un certo vantaggio rispetto ad altri.
    E poi vuoi mettere la possibilità di riottenere un certo (spero) grado di autonomia riguardante le politiche economiche?
    Ciao Mauro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh penso (da profano) che delle sovrapposizioni ci sarebbero in alcuni settori (mi vengono in mente Spagna e Italia), magari smetteremmo di acquistare semi-lavorati dalla Germania e ricominceremmo a importare dalla Spagna, oltre a produrre noi (sempre che non si siano comprate già tutte le aziende italiane). E' chiaro però che qualcosa va fatto, e anche a me questa sembra la soluzione più sensata e ragionevole.
      Però io penso anche al dopo... perché credo che comunque dopo il "tana libera tutti" bisognerà mantenere dei meccanismi di solidarietà tra i vari stati dell'unione (se non si sfascerà pure quella), anche per aiutare la stessa Grecia e altri paesi... in modo che si possa concordare una visione più cooperativa e meno competitiva.
      Ma mi chiedo... esiste una classe politica per questo?
      Questo è il vero dramma! Penso che sia un problema ancora maggiore rispetto all'euro stesso. Pensare poi che questi politici, questa informazione, questi economisti possano attuare la rivoluzione copernicana del post-euro... mah ci credo poco, vedo più il rischio di fregature o dell'irrazionalità pura di chi è disperato.

      Elimina
    2. Concordo.
      Sulla Grecia......se la fratellanza tra i popoli è questa allora meglio figli unici, per il loro bene. Vanno, andranno sicuramente aiutati ma chi avrà la volontà (e i soldi) per farlo se si sfasciasse tutto?
      Per quanto riguarda la classe politica non sarei così pessimista: sulla quarta luna di saturno esistono!
      Scherzi a parte, se ti riferisci alla classe politica europea mi sembrano tutti abbastanza eurocentrati (almeno i leaders, a parole). Se però da'a ggente dovesse arrivare un segnale diverso magari il vento cambierebbe.
      Se ti riferisci a quelli italioti....Giannino e gli amici di Alessandro Guerrani sono il nuovo che avanza (basta e avanza).
      Ciao Mauro

      Elimina
  32. ma se l'import con la pesetas aumenta.. il cambio peggiora (si svaluta) e il tutto si ribilancia!
    SIAMO LETTERALMENTE fissati con l'euro che crediamo che tutte le regole di questa moneta forcaiola rimangano.. qua non si tratta di diventare ricchi come prima (non accadrà) ma di sopravvivere!
    e di avere uno strumento che permetta occupazione, investimenti interni, risparmi ed equilibrio con l'estero!
    la flessibilità dei cambi permette maggiori equilibri e costringe gli stati a produrre da sè le cose.. ALTRO CHE DELOCALIZZAZIONE SELVAGGIA e specializzazione produttiva!

    RispondiElimina
  33. Sì certo il tutto si ribilancia, però così per forza di cose l'inflazione aumenta, comunque... a parte questo, sono anch'io convintissimo che serva riappropriarsi delle politiche monetarie e che sia folle persistere sulla strada attuale; per quanto riguarda il resto, si vedrà eventualmente, e poi gli economisti servono proprio a studiare soluzioni per evitare il più possibile danni collaterali. Però penso anche che il mantra debito-crescita del capitalismo si sia dimostrato fallimentare, perché se poi noi saliamo ci sarà sempre qualcuno che scende (moralismo!). Forse nel mentre che annaspiamo sul fondo, si potrebbe pensare a introdurre qualche cosa di nuovo e di diverso... magari... forse... boh

    RispondiElimina
  34. Segnalo che oggi domenica a Ominibus il buon Borghi è stato tacciato da Ettore Colombo di essere "supponente" dopo che Borghi ha detto che proprio oggi era stato pubblicato sul Piccolo di Trieste articolo circa la tassazione degli yacht che ha portato allo spopolamento delle banchine italiane a favore di altre estere riducendo molto di più gli introiti dell'economia reale rispetto alle entrate ottenute con l'operazione di imposizione fiscale. NOCOMMENT!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si Borghi è per l'uscita dell'Italia dall'euro: bene bravo bis; ma Borghi ha anche detto cosa gli è piaciuto del governo Monti: la riforma delle pensioni. Azz... e questo dovrebbe stare dalla nostra parte...quello che tassebruttocattivespesapubblicapuuuuu, ma allora mi tengo l'euro e nel frattempo cerco di convincere la Germania a cambiare politica economica altrimenti si sfracella anch'essa. Credo sarebbe un risultato più a portata di stomaco, diciamo più digeribile, e sebbene un risultato difficilmente raggiungibile, quanto meno sarebbe più vicino al mio idem sentire. Della serie meglio piddino che non giannino! Spero su questo siamo d'accordo noi goofy-follower, o no?

      Elimina
    2. No. Può essere d'accordo solo chi non ha capito i rapporti fra euro e democrazia. Prima si esce dall'euro, si ripristina la democrazia, e poi si può discutere eventualmente con Borghi, in un contesto democratico, se quella riforma fosse veramente necessaria, o se l'abbiamo fatta solo perché, come diceva Quadrio Curzio, ce la chiedevano i mercati. Chiaro cosa intendo per democrazia, no? E in questa battaglia di democrazia Borghi è un alleato potente per la sua capacità di mediazione e comunicazione.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.