Ieri volevo andare in alto ma il tempo si preannunciava instabile. Per fortuna ero solo (in montagna non si va da soli, ma la solitudine nel weekend è molto relativa: diciamo che decidevo da solo, ma sarei certamente stato in compagnia...) e così mi sono preso il rischio (calcolato da me, quindi accettabile) di partire ugualmente, mitigando con una oculata gestione del fattore tempo la probabilità di eventi avversi (incenerimento da parte di una folgore). Sveglia alle 5: mentre faccio rapidamente colazione la prima notizia su cui mi cade l'occhio è questa, giro la chiavetta nel quadro e l'autoradio mi parte su questa... Imperturbato mi avvio, e tutto va come deve andare. Sulla vetta relativamente laterale che mi interessava ho trovato ben quattro persone (due mentre salivo, una mentre scendevo, e una che mi ha fatto compagnia in vetta per qualche minuto, senza dire una parola, nemmeno buongiorno, cosa questa relativamente rara)! Sulla dorsale principale del gruppo, poi, ne avrò incontrate una cinquantina, di tutte le condizioni: dal matto che mi ha superato di corsa mentre andavo e si è fatto (correndo) il tour Pomilio-Monte Amaro-Monte Pescofalcone-Pomilio (via Tre portoni, ovviamente), superandomi di corsa anche al ritorno (non so se farei una cosa simile nemmeno con trenta anni di meno addosso), a gente che scendeva dalla notturna dopo aver visto l'alba dalla vetta più alta (altra cosa che non so se farei, ma capisco chi la fa), famiglie con bambini, bambini con famiglie, persone di ogni stazza, di ogni forma, di ogni età (semicit.).
Quando vado in compagnia di ggiovani (ma anche di ex ggiovani) non riesco mai a stare in vetta quanto voglio, perché toccata la croce si riscende nell'ansia di fare "il tempone". Da solo posso restare quanto voglio, e l'ho fatto anche questa volta, bighellonando per un'oretta sul "desolato pianoro sommitale", sempre monitorando i parametri del clima, cioè, scusate, del meteo. La mia ansia tassonomica trovava sfogo nel battezzare dall'alto tutte le cime note (ultimi arrivati dalla penultima escursione: il Bolza e il Cappucciata), e interrogandomi su quelle ignote. I corridori, gli agonisti, si perdono occasioni rare come questa:
una gioia per gli occhi e per il cuore!
Poi sono sceso, facendo altri incontri che trovate nei miei altri canali social (in particolare su questo), e prendendomi nelle quattro ore del ritorno un'ora buona di acqua, per la quale ero attrezzato e che mi ha fatto più che altro piacere, visto che sui 2000 di quota comunque il rischio di schiantare di caldo c'era, e che non si trattava di un temporale (solo un tuono in lontananza, nessuna folgore).
Tutto questo solo per dirvi che sono vivo (qualcosa può sempre andare storto, ma questa volta non lo ha fatto) e che se ultimamente vi ho un po' trascurato non è perché non avessi nulla da dire, ma perché ho avuto (e anche oggi ho) molto da fare. Un esempio, fra quanto è condivisibile (perché non tutto può essere detto, con buona pace dei fatequalcosisti), del mio da fare è questo:
(magari a qualcuno interessa) ma poi c'è anche molto altro, di cui passo ad occuparmi, non prima di un commento sui fatti del giorno.
Devo ancora rispondere ad alcuni commenti del post precedente (e sbloccare quello di Marco Pezzini che ha un suo interesse e merita di essere valorizzato), ma intanto riapro qui una nuova coda perché, come ricorderete, al verificarsi di una certa condizione - che, se pure in ritardo, pare si sia materializzata - vi avevo autorizzato a darmi del coglione (qui), e non sono certo io il tipo che si sottrae alle critiche! In effetti, la congettura aveva retto per il periodo su cui era stata definita:
ma indubbiamente qualche ulteriore considerazione va fatta (anche a prescindere dal fatto che il negoziato - per favore, non "la negoziazione" - non è finito!).
Mi limito per il momento a osservare una cosa che ci siamo detti mille volte e che abbiamo anche scritto qualche volta, parlando dell'Europa secondo i tedeschi, ed è quindi un QED:
Le sagge considerazioni di Claudio secondo cui non si dovrebbe negoziare insieme con la Germania sono in realtà un ovvio "di cui", uno dei tanti "di cui", di un dato fondamentale, di una inequivocabile lezione della SStoria che qui ci è sempre stata ben chiara: non ci si dovrebbe mai alleare con la Germania.
La lezione dei classici in questo era stata esplicita e direi anche più radicale:
In Germania non ci si dovrebbe proprio andare!
Ma i classici chi li studia più, ormai?
A che cosa porti un'alleanza con la Germania tutti credono di ricordarlo ma pochi se lo rammentano e nessuno credo ne abbia analizzato le ragioni con la nostra stessa accuratezza e, per certi versi, lungimiranza. Guardate ad esempio questo vecchio dibattito con Andrea Mazzalai:
C'era già tutto, otto anni fa. Il cambio decisamente non è andato a 1. Resta da vedere se il Paese esploderà. La domanda di fondo quindi è sempre la solita, e a quella, come sapete, purtroppo non so dare risposta: che cosa si aspettano gli Stati Uniti dall'UE e dall'euro? Declinata nell'attualità, la domanda è: il rilancio da parte di Trump sui dazi oltre il target che si era dato è una mossa tattica negoziale, è un momento di irrazionalità (ma decide veramente da solo? Si è totalmente sbarazzato del deep State?), o è un deliberato tentativo di forzare gli Stati membri dell'Unione a un "tana liberi tutti", cioè un gesto deliberatamente aggressivo verso l'UE? Vi confesso la mia incapacità di rispondere a questa domanda, che è senz'altro conseguenza di un mio limite, ma anche di un dato oggettivo: difficile intuire che cosa voglia fare una cosa che in fondo non conosciamo (gli Stati Uniti) di una cosa che in fondo non esiste (l'Unione Europea)! Valgono sempre le note parole di Kissinger.
Due considerazioni finali.
La prima l'ho espressa nella cloaca e ve la ripropongo qui:
Il trade-off di cui parlava Alesina nel 1997 commentando quella che Obstfeld chiamava "la scommessa europea":
quello fra la relativa facilità nel raggiungere un indirizzo politico unitario quando si è piccoli, e la capacità di resistere a shock esterni quando si è grandi, semplicemente non esiste: l'Unione Europea si è dimostrata in almeno due circostanza (la crisi debitoria del 2011 e la crisi dei dazi in corso) un amplificatore, anziché un ammortizzatore, di shock, e il motivo risiede essenzialmente in un dato che Alesina non poteva prevedere perché non era parte del progetto originario. Questo progetto, come ricorderete, prevedeva che:
i bilanci nazionali mantenessero la loro capacità di rispondere a shock (avversi) nazionali o "regionali" (cioè a livello di Eurozona) tramite gli stabilizzatori automatici (la sicurezza sociale, cioè indennità di disoccupazione, ecc.) e altre politiche discrezionali.
In realtà non è andata così, per il combinato disposto dell'adozione del Patto di stabilità e di crescita e dell'aver fatto entrare nell'Unione economica e monetaria Paesi che, come il nostro, ai sensi del Patto non avevano "spazio fiscale" per intervenire (tralascio la follia ideologica del non comprendere che la spesa pubblica, soprattutto in investimenti, apra più spazio fiscale di quanto non ne tolgano i tagli). Le conseguenze erano evitabili, ma non le abbiamo evitate, e ora tutti lo ammettono, tranne qualche scemo nella cloaca, Qui avete la versione profetico-assertiva:
e qui la versione imbarazzata e balbuziente:
ma sempre la stessa cosa è. La distruzione dello Stato sociale, della domanda interna, attraverso politiche di compressione dei salari priva il mercato unico della sua fondamentale funzione assicurativa contro gli shock esterni, e al contempo alimenta gli squilibri esterni, come ho altresì rimarcato a uso dei ratti della cloaca:Quindi il progetto unionale ha fallito, e ha fallito per un motivo che a qualcuno sembrerà paradossale, ma che in realtà è piuttosto ovvio: se i Paesi che compongono un mercato unico non sono un'area valutaria ottimale, l'adozione di una moneta unica comprometterà il funzionamento del mercato unico perché obbligherà a politiche di distruzione della domanda (cioè del potere d'acquisto) i Paesi in temporaneo deficit.
Contro questo c'è poco da fare.
Le richieste, pur apprezzabili, di sospendere le regole del Patto di stabilità, nella sua nuova versione, hanno ovviamente un senso, ma rientrano nella categoria dell'appellismo, qui sviscerata a suo tempo, perché finché sarà a trazione tedesca, cioè finché esisterà, l'Unione Europea non sarà mai disposta ad articolare il proprio modello di crescita sulla domanda interna, cioè non sarà mai disposta a scommettere su quello che vanta come suo risultato più significativo, ma che nei fatti ha smantellato deliberatamente con l'austerità: il mercato unico.
La seconda considerazione è anch'essa piuttosto ovvia e la fa oggi Liturri su La Verità. Voi sapete che cosa sono le regole di origine? Non credo lo sappiate in molti, perché sono un tema per addetti ai lavori, per chi ha insegnato e studiato economia internazionale. La richiesta di negoziati bilaterali da parte di membri di una unione economica, che quindi è anche una FTA e una custom union, si scontra contro un dato: il problema non è da quale frontiera esce il bene che la controparte vuole assoggettare a dazio, ma in quale Stato membro è stato prodotto. Quindi forse il negoziato più che sui Paesi dovrebbe essere sulle classi di prodotti, ma all'atto pratico questo approccio costringerebbe a coinvolgere gli altri partner dell'unione (economica, commerciale, doganale), con un accresciuto rischio, peraltro, di vederne esplodere le tensioni interne. La questione prima facie sembra facilmente risolvibile: dato che il problema sono sostanzialmente le automobili tedesche, possiamo serenamente dirci che una BMW, anche se parte da Lisbona, è chiaramente riconoscibile come bene di origine tedesca. Ma il mondo purtroppo è un po' più complicato di così. La sintesi di questa considerazione è semplice ma mi prendo la responsabilità di esplicitarla: l'unico Stato che può condurre negoziati semplicemente e genuinamente bilaterali in una unione (doganale, commerciale, economica) è quello che è uscito dall'unione, e abbiamo nelle vicende del Regno Unito un chiaro esempio di questa asserzione.
Che poi è come dire che da un legno così storto come quello di cui è fatta l'Unione, non si può costruire nulla di perfettamente dritto.
E anche questo, lo avrete riconosciuto, è un "di cui", che ci viene dritto dritto dalla patria del problema: "Aus so krummem Holze, als woraus der Mensch gemacht ist, kann nichts ganz Gerades gezimmert werden".
Dichiaro aperta (e chiusa da Kant) la discussione generale...
Possiamo pensare – non so se con speranza o timore – che il detonatore che farà esplodere l’UE si trovi in Francia? https://www.youtube.com/watch?v=NjmZ5a0K-ac&t=517s
RispondiEliminaPuò anche darsi, ma siamo sempre nell’ambito di quello che mi faceva ritenere un po’ fuori luogo l’attesa messianica di Trump. Il modo in cui gli altri risolvono i loro problemi non necessariamente risolve i problemi nostri. La riflessione dovrebbe essere sulla nostra incapacità o impossibilità di risolvere i nostri problemi, anche alla luce di letture come“sorvegliata speciale” che ci insegnano come anche prima del vincolo esterno europeo, in versione attenuata o rafforzata, cioè monetaria, i governo italiani avessero un raggio di azione relativamente compresso.
EliminaMa ciò che in sorvegliata speciale non si trova è perché anche la Germania non sia sorvegliata speciale, ma anzi se la comanda ancora. Io una telefonata a quel p****ulo di Crosetto la farei.
EliminaIo da complottista , ma complottista de ché? Che i veri li fanno e non ne parlano o non sarebbero tali , ho visto il rialzo al 30% subito dopo la riacclamazione di Ursula Albrecht, un caso o una causa ?
RispondiEliminaMi limito a far notare he l'alleanza con la Germania, non soltanto ci allontana dagli USA, ma anche dalla Russia. E la Russia, avendo anch'essa interesse (penso io) a smantellare la UE (in quanto entità fondamentalmente ostile), ci sarebbe potuta essere parecchio d'aiuto in caso d'italexit. Avevamo più interessi in comune con la Russia che con la Germania.
RispondiEliminaOra io mo chiedo: va bene mandare armi all'Ucraina; era però poi così necessario far vedere baci, abbracci e tutta quella fisicità con Zelensky? Un rapporto più formale, oltrechè consono alla carica, non avrebbe consentito meglio, un domani, di gestire la situazione?
Ma poi, perchè la politica estera è sempre più gestita a livello personale tra presidenti che attraverso il corpo diplomatico? Non sarebbe più professionale e anche più utile usare le ambasciate?
La prima a credere che il legno si possa raddrizzare è la presidente del consiglio. Questo deriva dalla storia del partito di cui fa parte che pensava ad un'utopia costituita dall'Europa dei popoli come terza via rispetto ad USA ed URSS roba di Quasi 80 anni fa. Ci sono ancora persone in quel partito che nonostante il progetto sia fallito cianciano di Europa Potenza altri sempre lì all'interno sperano che lei salvi il progetto dicendo che sta mediando tra Trump e UE. Mi viene da dire che se non esporteremo il prosciutto potremo aggiungerlo a quello che hanno negli occhi queste persone tipo il giovane Giubilei che nulla ha capito, nulla capisce e nulla mai capirà di macroeconomia. Bastava intuire che dare in mano ad un commissario croato cioè di un paese appena entrato in UE e a vocazione solo turistica sarebbe stato un ulteriore fallimento. Un po' come dare ad un ultimo arrivato senza esperienza più soldi perche' zerbinato alla narrazione dirigenziale o del padrone. Ma per fortuna che la UE ci serve perché.... c'è la Cina...
RispondiEliminaLeuropah è soggetta alle leggi economiche del modello kantiano.
RispondiElimina***che cosa si aspettano gli Stati Uniti dall'UE e dall'euro?***
RispondiEliminaEstrarre tutto "il succo" e poi buttare "il resto" nel "compostaggio".
Il che dovrebbe essere un buona ragione per non dichiaragli "amore imperituro" , datosi che " essere nemici degli USA è pericoloso , ma essergli amici può essere mortale" ( cit.)
Io non so come finirà questa SStoria , so solo che alla fine ci lascerà un "buco nero" chiamato €uropa.
La domanda delle domande è sempre quella: cosa vogliono fare gli Stati Uniti dell'euro (e quindi dell'Europa).
RispondiElimina(Speriamo non un'Ucraina parecchio piu' grande...)
Caro Luca,
Eliminatemo che le problematiche derivanti dall'adozione dell'euro in un continente grande e disomogeneo come l'Europa siano molto al di là delle soglie di analisi e attenzione delle amministrazioni USA.
Dalle svolte neocon, woke quelle amministrazioni sono state tutte eminentemente politiche, dove politica va intesa come potere e come relazione amico-nemico. E infatti la loro politica estera, come quella interna, è stata impostata sulla dominanza culturale e/o economica.
Inoltre, come mi pare abbia ben messo in luce Nino Galloni, in occidente i profitti finanziari superano quelli reali. Questo fa si che gli investimenti reali, per giustificarsi, non possano che cercare rendite di posizione, da arbitraggio/dumping e oligopolistiche: tutte per loro natura frutto di politiche economiche aggressive e conflittuali e classiste.
In un tale contesto la speculazione batte sempre la pianificazione e l'orizzonte è sempre di breve periodo e le decisioni sono giocoforza manipolatorie e foriere di instabilità. Ragionamenti di sistema non possono essere sul menù: costano tempo e non "rendono".
Trump, guardando i numeri, almeno ha capito che "trade matters" e che l'attuale modello basato su enormi flussi attivi in conto capitale è insostenibile. Par di capire che abbia in mento un modello di accordi economici multilaterali come soluzione ai problemi lasciati dai predecessori. E' un passo avanti. The D. sembra però non capire che concetti come "trade" , "deficit" , "investment" , "interest rates" , "dominance" e "MAGA" sono collegati in modo non lineare e non sono affrontabili con una rosa di "deal" bilaterali, ma costituiscono una matrice complessa e dinamica. Una matrice che si può governare solo con la programmazione concertata in un mondo che ponga la pace, e non la dominanza, al centro. La pace è infatti condizione solo necessaria per l'equilibrio, ma il conflitto è condizione sufficiente per gli squilibri.
Tornando alla domanda: dubito che vi siano politici e decisori di peso in USA capaci di fare un vero ragionamento di economia aperta con respiro di medio periodo, e quindi di porre il questo (lasciamo stare dare una risposta).
E se vi sono dubito che riescano a farsi ascoltare e capire dai vertici americani, prodotti da un sistema che vede nella violenza rivoluzionaria un valore fondante.
Su FT, ieri 13 luglio :
RispondiEliminaThe EU will delay its plan to hit the US with tariffs on €21bn of its annual exports to Europe on Tuesday in the hope of coming to an agreement after Donald Trump announced he would hit the bloc with 30 per cent tariffs from August 1.
European Commission president Ursula von der Leyen said on Sunday that the application of tariffs to €21bn of annual US exports to the EU, including chicken, motorcycles and clothes, that were due to come into effect on July 15 would be suspended until “early August”.
“We have always been clear that we prefer a negotiated solution with the US. This remains the case,” she said.
***
Ursula ed i suoi pupari hanno voluto fare il muso duro. Così adesso invece di 10% avranno 15%- 20%. Aus dem Holz, das so dicht ist wie das, aus dem die Köpfe der EU-Bürokraten bestehen, kann nichts auch nur annähernd Nützliches hergestellt werden.
Mi par di capire che, all'interno dell'unione monetaria, anche la sospensione del patto di stabilità non risolverebbe il problema e anzi potrebbe riproporre il problema della periferia che ricomincerebbe a indebitarsi col centro.
RispondiEliminaPotrebbe funzionare invece la proposta storica dell'external compact? Ma se anche il governo italiano trovasse l'accordo interno (e l'appoggio di altri Stati) per presentare in UE una tale proposta, la Germania accetterebbe mai?
Non ho capito cosa ci sia da discutere...
RispondiEliminase, come penso, i dazi sono per Trump uno strumento (anche) di riassetto geopolitico, allora noi possiamo solo attendere di venire convocati per trattattive bilaterali... la soglia del 30% è la quota da cui partire per eventuali accordi al ribasso; il 10% mi sembra un risultato perseguibile da paese amico e fedele (vds. Regno Unito) quale siamo. E' il momento di fare un elenco di prodotti negoziabili, tenendo presente che Trump vuole sempre vincere tutte le mani di poker. basta farsene una ragione e fare buon viso a cattivo gioco
RispondiEliminaIspirato da questo post, azzardo un commento (sperando vada meglio dell’ultima volta): una delle principali ragioni per cui non ho mai creduto davvero che una maggioranza di centrodestra (FdI/Lega/FI) avrebbe potuto incidere sugli equilibri strategici del paese è proprio la politica estera.
RispondiEliminaL’appiattimento (inde)fesso sull’atlantismo più gretto e provinciale è strutturalmente incompatibile con qualunque prospettiva minimamente seria e credibile di recupero della sovranità nazionale.
Ovviamente, non sto invocando l’uscita dalla NATO, l’alleanza con la Russia e/o la Cina e simili fesserie. Ma l’abbandono della gloriosa tradizione della Prima Repubblica – con la rinuncia definitiva alla ricerca di un posizionamento autonomo nel quadro internazionale – è se possibile persino peggio.
È certamente vero che atlantismo ed europeismo non coincidono, e sono disposto ad ammettere che si possa cercare in vario modo sfruttare il primo in chiave anti-UE.
Ma, e vengo alle domande del post, chi crede che gli USA abbiano un qualche remoto interesse ad un’esplosione dell’eurozona o dell’UE è totalmente fuori strada. E le evidenze in questo senso abbondano (basti pensare alla condotta dell’amministrazione Obama su Grecia e Brexit tra 2015 e 2016).
Agli USA (Trump e MAGA in primis) interessa solo tenere al guinzaglio i vassalli europei, possibilmente massimizzando i profitti. E l’UE – per una serie infinita di ragioni che a chi legge questo blog spero siano chiare – è lo strumento perfetto.
Servirebbe una riflessione critica su questi temi, ma la domanda è: negli attuali partiti – a partire dalla Lega – esiste lo spazio democratico per aprire un dibattito critico sulla politica estera?
A lei, se vuole, la risposta.
Post denso di visione politica (vera). Non posso immaginare quanti dei suoi colleghi parlamentari lo possano anche solo lontanamente apprezzare (in senso etimologico); ne conosco qualcuno della mia zona e del nostro partito e ne dubito. Ad ogni buon conto temo che, arrivati a questo punto, non ci sia altro da fare che sedersi sulla riva del fiume ed attendere; sperando che la piena non porti via anche noi.
RispondiElimina15 Ottobre 2022.
RispondiEliminaSotto la parità.
Saluti
solo un saluto, con il rammarico di non tenere dietro il passo del blog, senza contare il pregresso, però sto leggendo (il libro di Borghi, quello di Giraldo, e altro)
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