martedì 17 marzo 2020

La semplice macroeconomia del dopo crisi

La crisi è appena cominciata, o forse dovremmo dire che non è mai terminata, non sappiamo quanto sarà profondo questo terzo scalino verso il basso, ma siccome sappiamo che non è vero che questa volta è diverso, e siccome Ray Dalio (un uomo che sa come navigare attraverso le crisi) si è posizionato al ribasso, sappiamo che qualcosa dovrà succedere, e possiamo cominciare a farci delle idee basandoci sull'esperienza storica.

Intanto, oggi Goldman Sachs ci fa sapere che secondo lui andrà così:



Un bel -3.4%, secondo me ottimistico, che ci riporterebbe al Pil del 2000, cioè indietro di un ventennio esatto (il ventennio eurista, by the way). Mi sembra ormai chiaro, come lo sembra credo alla maggior parte di voi, che andiamo invece incontro a un evento di un ordine di grandezza superiore, più simile al 2009, quando, come vi ricorderete e come si vede dal grafico, facemmo un bel -5.5%. Ma insomma, non cambierebbe molto: sarebbe sempre un ventennio perduto, mese più, mese meno.

Resta da capire come andare avanti dopo, perché il problema, come facilmente capite, non è tanto e solo quello del calo dell'attività, con tutte le tragedie umane che comporta: la chiusura di negozi, alberghi, ristoranti, fabbriche, la perdita di posti di lavoro, in un clima sociale già reso preoccupante dalla visibile mancanza di controllo della situazione da parte di chi ci governa. Quello è solo l'inizio del problema, perché poi ce n'è un altro, ovvero la sostenibilità del debito: di quello privato, e di quello pubblico.

Soffermiamoci un attimo sul secondo, che è l'unico del quale i cretini parlano (sorprendentemente, cinque anni dopo questo articolo e nove dopo questo c'è ancora qualcuno in giro che non ha capito come stanno le cose, ma va bene così). Se prendiamo le cifre di cui disponiamo ora, che sono ovviamente tutte delle stime, e utilizziamo le note equazioni di accumulazione del debito, tenendo ogni altro valore uguale, e considerando le stime del FMI e della NADEF, visto che la NADEF dava un indebitamento netto di -2.2, cui si aggiunge un -1.1 per i noti motivi, arrivando a -3.3, con il Pil in calo di -3.4, immaginando (per essere molto generosi) un'inflazione all'1%, e quindi una crescita nominale al -2.4, succede che in un solo anno dal 133% di rapporto debito/Pil si passa al 140% (provare per credere, gli elementi li avete tutti). Questo nello scenario ottimistico. Secondo me si rischia di andare oltre il 140% del rapporto debito/Pil.

Da vedere sarebbe una cosa di questo tipo:


Ora, come sapete, non esiste alcuna soglia magica oltre la quale il debito diventi insostenibile o magari comprometta la crescita. I due illustri colleghi che hanno provato a dimostrare l'esistenza di una simile soglia, per fornire una abietta giustificazione ideologica all'austerità che ci ha massacrato dal 2011 in poi, hanno fatto una figura di palta di dimensioni siderali. Quindi, il fatto che si vada al 140% (stima conservativa) o oltre (come plausibile), non mi preoccupa tanto di per sé, nell'immediato, quanto per l'ovvia considerazione che comunque a un certo punto il debito dovrà cominciare a diminuire.

Questo ci insegna la Storia.

Come ben sapete, la Storia non ci permette, o almeno non da sola, di individuare quando il debito comincerà a diminuire. Su come il debito possa diminuire invece la Storia è piuttosto categorica. Da un ammontare di debito insostenibile si può rientrare in soli tre modi, che sono quelli che qui abbiamo tante volte discusso, avvalendoci in particolare di un lavoro di due economiste, Carmen Reinhart e Belen Sbrancia:

1) crescita (assistita da regolamentazione dei mercati finanziari)
2) iperinflazione
3) default

La soluzione indolore sarebbe quella di favorire la crescita, ma questa strada ha una controindicazione, non per voi, ma per le classi dominanti: la crescita porta uguaglianza. L'austerità, come qui abbiamo imparato, non è tanto un problema di quantità, quanto di distribuzione del reddito: serve ad abbassare i salari, per recuperare competitività (ridurre i costi variabili di produzione rispetto ai concorrenti esteri), ma anche (e soprattutto) per espandere i profitti. Abbandonare il dogma della moneta "risorsa scarsa", cioè regolarsi nel modo che una volta era convenzionale (nel senso di scontato, normale), e che con tanta fatica ci hanno appreso a disapprendere, è un'operazione sgradita alla classe dominante (il capitale finanziario), perché ridurrebbe la sua quota nella distribuzione del reddito. Certo, se, come negli anni '50, '60, '70, e anche '80, si monetizzasse una parte del fabbisogno, cioè si finanziasse una certa parte della spesa pubblica con emissione di moneta (rectius: con acquisti di titoli di Stato sul primario da parte di una Banca centrale nazionale), ci sarebbero infrastrutture meno fradicie, e anche, cosa che non guasterebbe, un'inflazione meno asfittica. Perché dobbiamo sempre ricordarcelo: l'obiettivo della Bce, l'obiettivo che lei ha dato a se stessa, nella sua insondabile autodichia, è il 2%, e noi questo 2% non lo vediamo da parecchi anni. In fase di deflazione, il finanziamento diretto della spesa pubblica non crea inflazione, non è materialmente possibile che lo faccia.

E bisogna anche capirsi su che cosa sia la spesa "produttiva", la spesa "buona", la spesa "che fa crescere", cioè la spesa per investimenti.

Per gli sciocchi è solo spesa in formazione di capitale fisso: macchinari, attrezzature, capannoni, e naturalmente infrastrutture materiali. Ma forse anche nella loro vasta platea qualcuno ha avuto modo di accorgersi che esiste anche il capitale umano, che non è solo istruzione (ediuchescion, come la chiamano appunto quelli lì), ma anche sanità (cioè salute, come la chiamano sempre quelli lì). Sarò brutale, ma è meglio che lo sia io, piuttosto che la vita. Caro amico che credi a Oscar Giannino, io non ti auguro di esserci, come non lo auguro a nessuno, e comunque quello che io mi auguro è del tutto irrilevante, perché non dipende da me né evitarlo, né favorirlo, ma posto che in questo momento stia toccando a te (e comunque se non tocca a te tocca in questo momento a tanti altri che ugualmente ne avrebbero fatto a meno e ugualmente non lo meritavano), posto che ci sia tu, lì, voglio dirti una cosa che forse non sai: lo stipendio dell'infermiera che ti attacca al respiratore, come del resto quello dell'insegnante di università che ha insegnato al medico che ti sta curando quando è il caso di attaccare un respiratore, come del resto anche lo stipendio del medico stesso, ecco, quei soldi lì, proprio quelli lì, sono i soldi che tu volevi tagliare, perché nella tua contabilità sono spesa corrente improduttiva.

Il paradigma oggi è questo: di capitale umano ci si riempie la bocca sui testi dei grandi economisti, salvo poi lasciarlo deperire in pratica negandogli istruzione e sanità pubblica (che, mi perdonino gli sciocchi, non è la salute pubblica). Se ci si nega la possibilità di una crescita ordinata, con mercati finanziari regolamentati, cioè la possibilità per lo Stato di finanziare monetariamente parte della spesa pubblica, allora al termine dell'accumulazione di debito restano due soli esiti: l'iperinflazione (a tre cifre, per capirci), o la bancarotta.

Entrambi distruttivi, entrambi evitabili, ma entrambi inevitabili a meno di un cambio di paradigma.

E in effetti, tanto per esser chiari, se osservate il noto grafico delle due economiste, quello qui tante volte analizzato:


noterete un unico episodio significativo e prolungato di discesa del debito pubblico nei paesi avanzati in cui la "repressione" (cioè regolamentazione) finanziaria abbia giocato un ruolo, ed è quello successivo alla Seconda guerra mondiale, nel periodo in cui le politiche keynesiane, rese sostenibili dal controllo dei movimenti internazionali di capitale, determinarono una crescita moderatamente inflattiva, con il costo del finanziamento del Tesoro tenuto sotto controllo tramite la cooperazione fra Tesoro e Banca Centrale.

Ma c'era voluto un cambio di paradigma, quello che io chiamo l'effetto Chichijima.

E voi direte: Chichijima? E ve la andrete a googlare (come farei io...).

A Chichijima, una splendida isola del Pacifico, come spiegavo l'anno scorso al capo Molinari, accadde un episodio minore, ma significativo, della Seconda guerra mondiale. Uno stormo di Grumann Avenger che era andato a far danni venne tirato giù dalla contraerea giapponese. Capita. Di nove aviatori che riuscirono a salvarsi, otto vennero catturati dai giapponesi, che per non sbagliare li decapitarono, e ne consumarono alcune parti. Uno si salvò perché stette un po' a mollo finché non passò di lì un sommergibile della classe Gato, che se lo caricò. In effetti, quando sei a mollo nel Pacifico, meglio incontrare un sottomarino (anche se inquina) che uno squalo bianco, per dire. Questo episodio ovviamente non avrebbe alcuna relazione col tema della distribuzione del reddito, che è quello di cui qui ci occupiamo, se non fosse che il fortunato aviatore era uno de passaggio.

Avrete quindi capito qual è la mia tesi. Una tesi, se vogliamo, un po' alla Padoa Schioppa. Io sostengo, ma sono ovviamente qui per discutere questa asserzione, che i cambi di paradigma sono resi più facili quando è la classe dominante ad essere avvicinata, direttamente o indirettamente, alla durezza del vivere. Qualcosa deve segnalare a chi è nato dalla parte giusta della distribuzione del reddito che non ce n'è per nessuno. La stagione keynesiana dal Secondo dopoguerra si è nutrita della necessità di superare gli orrori appena vissuti, che avevano anche una dimensione soggettiva se vogliamo banale, prosaica, ma non per questo meno pedagogica: puoi essere ricco quanto vuoi, ma te ne fai poco se tuo figlio viene fatto a pezzi.

Mi avrete sentito dire molte volte, in privato o in pubblico, che in un mondo pre-nucleare noi avremmo già combattuto una guerra coi nostri fratelli europei, e già staremmo ricostruendo il nostro Paese. Lapace ovviamente non ce l'ha data Leuropa, ma Latomica. I fondamentali economici, così come i corsi e ricorsi storici, si inchinano di fronte a quelli fisici. Il mio ragionamento trascurava però quell'altro potente strumento di riequilibrio drastico dei rapporti fra lavoro e capitale che sono le epidemie, la cui funzione è descritta con rara efficacia da Cipolla nella Storia economica dell'Europa preindustriale. Per secoli le epidemie hanno avuto sulle guerre il vantaggio di distruggere solo lavoro, non capitale. Il vantaggio, naturalmente, era per il lavoro superstite, che, diventato relativamente scarso, riusciva ad avvantaggiarsi per un po' nella distribuzione del reddito. Oggi siamo bravi: ci laviamo le mani, e visto che tessuti relativamente comodi non hanno più costi esorbitanti, e chiunque se li può permettere, non indossiamo i vestiti dei morti (cosa che contribuiva, come ricorderete, a trasmettere la peste), e poi non dormiamo nello stesso letto, ci nutriamo in modo relativamente sano, ecc. Questa cosa orribile quindi prima o poi la fermeremo, anche se forse ci vorrà più di quanto possiamo supporre, e sicuramente non ci farà gli stessi danni della peste (anche se la spagnola in termini assoluti ne fece di più: ma nel 1918 c'era più gente in giro che nel 1348...). L'effetto "distruzione di lavoro" non sarà determinante in termini economici, ma sarà, anzi, è già soggettivamente così forte da farci sperare in un cambio di paradigma, in parte spontaneo, e in parte indotto.

La parte spontanea è quella dei liberisti che, nell'alternativa fra soffocare e avvalersi dell'odiata spesa pubblica improduttiva, fanno (quasi tutti) la scelta giusta, e si affidano al Servizio Sanitario Nazionale, che qui abbiamo difeso in tempi non sospetti. Qualcuno non capirà nemmeno così (capire non è obbligatorio), ma molti stanno capendo. La parte indotta è quella pilotata dai grandi media: con un sistema sociale ed economico al collasso, incapace di ripartire per i noti motivi, lo stato d'eccezione determinato dal virus consente un artificio mirabile: presentare come eccezionali rimedi di politica economica del tutto normali, come l'uso della politica di bilancio a fini espansivi, e il finanziamento monetario della spesa pubblica.

Le due parti del cambio di paradigma non sono ugualmente progressive. Quella spontanea lo è: la paura è un insegnante formidabile (anche etimologicamente). Quella indotta non lo è: far credere che l'intervento dello Stato nell'economia, e in particolare l'uso della sovranità monetaria, siano elementi motivati e motivabili solo con uno stato di eccezione ha due elementi chiaramente regressivi. Il primo è quello di assolvere le élite dalla colpa di non aver fatto ricorso ad essi per evitare altri lutti e altra miseria. Il secondo, più subdolo, è quello di tenere aperta una porta all'abbandono questi strumenti, cioè degli strumenti di una normale gestione keynesiana di un'economia capitalistica, non appena la pressione determinata dallo stato d'eccezione si attenui.

Un buon mezzo per prepararsi questa ritirata è quello di presentare l'esercizio di normali strumenti di politica economica sotto forme inutilmente stravaganti: l'helicopter money, per esempio, può sembrare keynesiana solo a uno sciocco (e infatti sembra keynesiana a molti), ma di keynesiano non ha nulla. Keynesiano, come qui abbiamo imparato, è l'intervento dello Stato nel circuito di intermediazione del risparmio, è la regolamentazione dei mercati (in primo luogo quelli finanziari), cioè è esattamente il contrario del dare soldi a pioggia agli individui, sperando che il meccanismo di coordinamento dei prezzi conduca a un ottimo sociale. Keynesiano sarebbe un grande piano di infrastrutturazione, ma soprattutto pagare decentemente gli insegnanti, a partire da quelli elementari, pagare decentemente gli infermieri, i medici, e gli agenti di polizia (tutta spesa corrente), sarebbe avere un governo politico che facesse politica economica avendo a disposizione tutti gli strumenti della politica economica, e un corpo elettorale che potesse giudicare lui la qualità dei politici, anziché farla giudicare dai mercati della cui infallibilità nei prossimi giorni avremo plurime prove.

I cambi di paradigma hanno molti nemici: si trovano nella minoranza avvantaggiata dallo stato delle cose. Ma hanno anche un grande alleato: la Storia.

Io ci dormo sopra: domani sarà un giorno interessante, e io sarò in capigruppo per il mio partito.

Buona notte...


(...a scanso di equivoci: credo vi sia chiaro che chi tifa MES tifa default, questo lo capite, no? Ecco, questo non è un cambio di paradigma...)

95 commenti:

  1. Non è la cosa più bella che ho letto quest'anno solo perché ho appena finito "I Fratelli Karamazov". La coerenza formale e logica, nonché la potenza del messaggio, fanno di questo post un capolavoro prima di tutto artistico. Prof, non ne sforni più di testi così che non so più cosa inventarmi per ringraziarla.

    RispondiElimina
  2. Professore, GRAZIE!

    Chi non capirà adesso, è perché ha scelto di non capire.

    RispondiElimina
  3. Lei, Guru, non mi delude mai.
    Questo articolo finirà nei best of.

    RispondiElimina
  4. Se posso permettermi, a mio parere uno dei più bei post scritti fino ad ora. Una cosa vorrei dire: vero, il 99.9% dei riposizionamenti e delle folgorazioni sulla via di Damasco che si vedono questi giorni sono frutto dell'istinto di sopravvivenza. Ma sarà sufficiente tutto ciò? I trenta gloriosi sono venuti fuori da anni di depressione economica culminati con una guerra mondiale e decine di milioni di morti. E' verosimile (e lo speriamo tutti) che questo non sia lo scenario prossimo venturo. Temo che quello che succederà sarà sufficiente a far passare, per l'appunto, come "straordinarie" le misure che saranno costretti - loro malgrado - ad adottare. Una volta passata la mareggiata si potrà ritornare comodamente all'ordinario. Temo questo, anche perché manca comprensione delle cause, degli effetti, dei meccanismi, in sostanza manca coscienza di classe. E senza quella la "sensazione" di essere stati fregati rimane tale, un po' come Fantozzi che senza Folagra non si sarebbe ribellato al padrone. Sicuramente la Storia è il migliore alleato del cambio di paradigma... ma ho paura che i suoi nemici avranno ancora molto tempo per fare danni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Basti pensare che ieri il noto esperto di economia Barisoni asseriva: bisogna capire che le regole europee, il fiscal compact sono fallaci, lo dice ora,però poi,quasi pentendosi ha sottolineato: con questo non sto dicendo di essere SOVRANISTA, del resto dove andrebbe l'Italia con la LIRETTA?
      E' UNA FEDE NON POSSONO TRADIRLA.

      Elimina
  5. Con questo post riuscirebbe a convincermi, se non fossi gia' convinto da prima ancora di legerlo. Applausi a scena aperta Professore, grazie

    RispondiElimina
  6. Senatore Grazie.
    Spero che dopo la soluzione di questa crisi sia pronto un governo pronto e preparato a fare ripartire l'Italia.

    RispondiElimina
  7. Questo post sta alla scienza economica come un film di Kubrick sta alla storia del cinema. Che meraviglia, Senatore: grazie.

    RispondiElimina
  8. Tutto molto sensato, se non fosse che "nel mondo di ieri" per realizzare quel poco di keynesismo reale ci sia voluta la presenza di una classe lavoratrice combattiva e la necessità di operai-massa per sostenere il circolo produzione consumo del modo di produzione fordista.

    Come diceva Kalecki, le conseguenze del pieno impiego portano al bivio obbligato: o socialismo o barbarie. Per cui è impensabile poterlo ripristinare se non c'è a priori una coscienza di classe tale da saldare le necessità oggettive di un cambio di paradigma con la volontà da parte degli sfruttati di essere finalmente soggetto attivo del movimento storico.

    Non potrà mai esservi una società diversa dall'attuale se non si cambiano totalmente i rapporti di forza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Negli USA sono (erano fino a pochi giorni fa) in piena occupazione, anche in Germania e Olanda. Non mi risulta che in USA siano socialisti, al contrario che in Italia. La piena occupazione si raggiunge con la crescita economica, non col socialismo.

      Elimina
  9. GRAZIE PROF.
    DA INCORNICIARE REGALARE AI PIDDOGRILLINI,MA CAPIREBBERO?

    RispondiElimina
  10. Grazie Professore. Con Lei, con l'Italia, per i nostri figli.

    RispondiElimina
  11. Quindi pensare che questa pandemia avesse un obbiettivo specifico non e' da complottisti?

    RispondiElimina
  12. Buongiorno, non mi ritengo un Bagnai's boys ma su molti concetti e in generale sulla necessità di risolvere una spaventosamente iniqua distribuzione della ricchezza non posso che essere d'accordo con lei. Anzi, li sento intimamente miei fin dagli studi universitari e purtroppo li constato continuamente nel mondo del lavoro.
    Le chiedo però alcune precisazioni:
    1) lei dice che il 140% del debito/pil non è un numero che le interessa, ma ad un certo punto dovrà diminuire. Non sa quando, convengo sul come, ma mi chiedo: se uno non sa quando (cioè a quale livello di debito/pil) quale è il segnale per cui uno si guarda in faccia e si dice "oh rega' tocca diminuire il debito!". Cioè si va avanti a stampare finché non si arriva al punto del Venezuela o ci deve essere uno stop prima ad un X% del debito/Pil o a un Y% di inflazione o un Z% di incremento dello spread che ne so?

    2) sono tutt'altro che un liberista, ma le assicuro che trovo inaccettabile che tra le spese correnti di uno Stato di ci sia una siringa che costa X in Lombardia e il triplo in Calabria, 21 Sanità diverse e una consip inutilizzata, così come la figura bipolare del medico intramoenia. Purtroppo, temo, che si sia arrivato a questo punto nella Sanità per gli *sprechi* sulle spese correnti non perché (non io almeno) un liberista ha inteso che investire in capitale umano e sanità pubblica fosse uno spreco di per sé. La differenza tra il prezzo della siringa Lombardia-Calabria per me andrebbe messa in tasca al medico, all'infermiere, all'insegnante e al ricercatore. Tra molti liberisti poi si criticava la spesa in RdC e in Quota100 non quella in capitale umano (spese correnti per insegnanti per esempio): quelle sì, secondo me assistenziali e improduttive per la crescita. La privatizzazione poi di una fetta della Sanità pubblica è stato un capolavoro di interessi, per fortuna con la scuola ancora non ci sono riusciti del tutto... ma non credo risponda a istanze liberiste, semmai a interessi capitalistici e commistioni con la politica.

    3) purtroppo il contesto di regolamentazione dei mercati finanziari (parlarono di riformarlo Obama e Sarko dopo il 2008 ricorda?) è globale, così come la competizione salariale, non sarebbe più opportuno auspicare che queste istanze trovino spazio nelle istituzioni con massa critica rilevante (tipo la UE) che non in Italia dove avrebbero secondo me poca rilevanza (se non addirittura effetti nefasti). condivido la teoria ma applicarla in Italia secondo me servirebbe a poco, serve un contesto più ampio per avere credibilità in un mercato globale. (magari per lei era sottintesto)

    E in ultimo, ma non meno importante, se oggi avessimo una moneta nazionale, con una BdI che stampa tutto quello che gli chiediamo di finanziare, con un debito già così alto e una produzione ferma, non rischieremmo di trovarci come in ogni conflitto con prezzi delle merci altissimo e forse addirittura l'impossibilità di acquistare ventilatori polmonari dall'estero? (scusi l'estrema sintesi di passaggi).In questo caso avere una moneta forte (e speriamo una BCE elastica) non è un vantaggio importantissimo anche per le nostre aziende (quotate e non)? O l'alternativa di avere la lira in questo contesto non potrebbe che essere il ritorno a "Quota 90"?

    La ringrazio per l'attenzione.


    p.s. sono un Davide contro Golia, mi piace il confronto dialettico e non ho problemi a dire "pensavo X e invece ho capito che era meglio Y".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Marco: mi perdoni, ma data la sua (suppongo) giovane età, vorrei darLe un consiglio: perché pone domande a un Senatore della Repubblica che, proprio in questo blog, ha già dato ampia e documentata risposta a tutte le domande che Lei ha posto?

      Elimina
    2. Le posso chiedere una cortesia?
      Mi mette allora sui 4 punti (i 3 più l'ultima domanda) i link delle risposte che avrebbe dato. Me le leggerò più che volentieri. Ho lurkato un po' ma non ho trovato abbastanza.

      La ringrazio sinceramente (me ne basta anche qualcuno non dico tutti).

      Marco

      p.s. amo il vecchio detto: domandare (con cortesia) è lecito, rispondere è cortesia. Non mi sembrava di aver usato un tono perentorio.

      Elimina
    3. Volentieri, con una premessa, anzi "disclaimer", fondamentale: parlo soltanto a mio nome, in nessun modo penserei di (né oserei) rispondere in vece del Professor Bagnai, la cui competenza nel settore Economico è di ordini di grandezza superiore alla mia.

      Comunque, ecco il mio pensiero:

      1) https://goofynomics.blogspot.com/2013/01/maastricht-e-laritmetica-del-debito.html

      2) https://goofynomics.blogspot.com/2014/06/debito-e-corruzione-nel-mondo.html

      3) https://goofynomics.blogspot.com/2017/08/qed-81-cera-una-volta-un-re-che-da.html

      4) https://goofynomics.blogspot.com/2012/04/svalutazione-e-salari-ad-usum-piddini.html

      Infine, vorrei suggerire questo: https://goofynomics.blogspot.com/2020/01/goofynomics-in-dieci-post.html

      Buona lettura

      Elimina
    4. 4 volte molto gentile!!!!
      Grazie mille. Vado a leggere.

      Elimina
  13. Seguaci! Non siate delusi. Solo per uno scherzo del destino a capo della svolta keynesiana non c'è il vostro Guru. Vorrà dire che non è proprio nel destino della destra la giustizia sociale.
    Più che il vento della Storia contò il vento della Natura. Ricordatevene, o se lo ricordino, quelli che ancora ci saranno, quando ritorneranno le condizioni per ripensare al riscaldamento globale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non mi sono più ripreso da quando hai detto che Borghi e Bagnai contavano meno dei trozkisti nel labour. Adesso ho paura che il nostro Guru finisca a capo di una svolta keynesiana durante una glaciazione! O_o'

      Elimina
    2. Una curiosità: tu non sei preoccupato per il fatto che il tuo presidente del consiglio ha chiesto l'attivazione del MES a parlamento chiuso?

      Elimina
    3. Non mi risulta di avere un "mio" Presidente del Consiglio, se no io sarei re e vivremmo in una monarchia. Cosa abbia o non abbia chiesto Conte lo si verifica nei fatti realmente accaduti e non nella propaganda.
      Borghi e Bagnai avevano un buon argomento da spendere sul ruolo della BCE e giustamente lo hanno ben utilizzato per tenere a galla per un paio di giorni la propaganda della Lega che, nel dramma, non riesce a cambiare passo, a volare alto. Vedo invece molto male Matteo Salvini, il capitano. Lui, ora, è il "trozkista nel Labour". La sua narrazione non è più adatta ai tempi, lui non è più adatto al mondo che è cambiato. Gli italiani hanno capito la differenza tra l'inconcludente bla,bla e chi lavora in silenzio, con dedizione e sofferenza. I sergenti B&B continueranno a motivare la truppa. Che però si ritrova senza un comandante.

      Elimina
  14. Da Nobel. Non saprei scegliere se per l'economia, la pace o la letteratura. Standing ovation

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per il resto sono opinioni... ma per la letteratura?!!! È offensivo per chi la scrittura non la piega a tecnica grossolanamente suasoria. Potenza della fede

      Elimina
    2. Cioè la letteratura è lascienza, e l'economia no... Vabbè

      Elimina
    3. Ma tu accetti rilievi sulla qualità letteraria da uno sprovveduto che ignora l'ortografia? Comunque, evitando esagerazioni si evita anche l'incontro con ignoranti.

      Elimina
    4. Colpa della quarantena forzata di una partita IVA. Si indulge. Buon lavoro, Senatore

      Elimina
    5. E non essere grossolanamente suasoria, mi raccomando!

      Elimina
  15. Secondo me sarebbe importante cambiare locuzione: da "debito pubblico" a "creazione monetaria".

    RispondiElimina
  16. Secondo me sarebbe utile cambiare locuzione e passare da "debito pubblico" a "creazione monetaria".

    RispondiElimina
  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  18. Come mi ha insegnato lei, la Costituzione del 48 fu fatta anche con gli ex fascisti....
    Speriamo che sia la volta buona.

    RispondiElimina
  19. In queste giornate mi sono di grande conforto i suoi post, le dirette del Pres. Borghi e le relazioni ai convegni EMD quando c'è un po' più di tempo. Se è lecito, ricorderei anche i messaggi del mio coetaneo Prof. Fusaro, con i piccoli eccessi e qualche ripetitività del suo stile, ma nella sostanza così difficili da confutare. Grazie per tutto quello che avete fatto e che state facendo, ciascuno nelle sue posizioni. Si intuisce che "essi" sono spaventati ed in costante contraddizione. La logica e i tanti riferimenti contenuti nella sua analisi qui aiutano a capirlo e, in questo senso, infondono sicurezza. Meditando quello che ci spiega, tuttavia, mi chiedo quali prezzi pagheremo e fino a quando potremo tirare avanti come in questi giorni. Temo che presto agli Italiani passerà la voglia di cantare dai propri balconi e considero che basterebbe poco per farla passare anche a me che, per moltissimi versi, rientro ancora nella schiera dei fortunati. Molti tra i miei pari e tra quelli sopra di me continuano a discorrere (forse, un po' meno allegramente) di inefficienze pubbliche, carrozzoni statali, lotta all'evasione, dividendi dell'euro, spinte gentili, internazionalismi di dubbia natura e altre amenità. Guardo poco la TV, ma è un tutto un glorificare l'obbedienza e il cambiamento delle abitudini.
    A dispetto di tutto, il lavoro di consapevolezza che è stato fatto qui è qualcosa di inestimabile. La sua opera ci ha resi (e mi ha reso, in concreto) meno inermi rispetto a dieci anni fa. Dobbiamo vigilare e fare tesoro di questo tempo, in cui peraltro ci sono ancora la sua generazione e quella di mio padre, che ricordano quel mondo di prima che io ho vissuto negli ultimissimi scampoli e che i più giovani non hanno mai conosciuto e non immaginano. Io, a questo punto, farò comunque la mia parte, ma sarebbe molto più difficile senza il vostro esempio e la vostra guida. Non sogno ovviamente una mera restaurazione, ma certamente non tutto del passato è da buttare o tanto meno dimenticare. Grazie di tutto e mi scusi se ho abbondato nello sfogo e nell'emotività

    RispondiElimina
  20. Mi viene il sospetto che " Stai sereno Enrico " sia stato un colpo di fortuna per noi. C'è sempre gente come Letta pronta ad affossarci. A tempo debito faremo i conti con questi vermi.
    “Si racconta che il principe di Condé , dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina”.
    Grazie per questo post pedagogico e Buon Lavoro.

    RispondiElimina
  21. Credo di aver letto un articolo che mette ordine, come al solito, in un guazzabuglio totale di parole e idee balzane che girano in tutte le cancellerie e istituzioni economiche. Il bello è che i diversi riferimenti a precedenti articoli (che ovviamente debbo rileggere ed approfondire) di questo blog rendono possibile ciò che altrimenti sarebbe quasi impossibile e questa è la forza di Goofynomics. Comprerò anche il libro di Cipolla, credo ne valga la pena. Comunque nel lungo periodo....

    RispondiElimina
  22. Buonasera Prof., grazie, grazie per la sua continua opera. Spero e prego che la sua conoscenza arrivi anche a chi oggi governa questo paese. Coraggio e forza, Prof.!!
    Alessandro Angiulli

    RispondiElimina
  23. Risposte
    1. Si rafforza il sospetto che per una certa fascia della popolazione non è il virus a servire come distrazione dal MES, ma il MES a servire come distrazione da quello che stanno facendo per combattere (sostengono loro) il virus.

      Stralci dall'articolo:

      «The U.K. government ramped up its response to COVID-19 Monday, asking citizens to cut all unnecessary contact with other people, after a British research team warned its earlier strategy would lead to hundreds of thousands of deaths. But those researchers also gave a troubling warning for countries around the world implementing lockdown measures: in order to be effective, they would need to last 12 to 18 months.

      [...]

      Aris Katzourakis, a Professor of Evolution and Genomics at the University of Oxford, says that aggressive social distancing measures implemented now could “buy time” for the U.K. and other countries to eventually implement high-tech tracking and surveillance measures.

      [...]

      “Once you get things under control, with a lot of targeted surveillance, there are ways of locally relaxing restrictions and returning to some level of activity,” Katzourakis says. “[But] it will never be the same until there is a cure, or a vaccine. ‘Returning to normal’ simply isn’t something we should expect to see for a very, very long time.
      »

      Elimina
    2. E come ti puoi sbagliare?!

      Coronavirus, esercito schierato contro le violazioni: 20mila soldati in strada per i controlli

      Coronavirus, la serrata continua. Si va verso una nuova stretta
      «In Lombardia la sanità è allo stremo e si rischia il collasso. Il governatore Attilio Fontana chiede al governo misure più rigide perché "c'è troppa gente in giro".»

      Lo sceriffo sorvola su alcuni dettagli:

      Non arrendiamoci a "tacere e obbedire"
      «[...]

      Sembra di capire che la responsabilità di tutto ricada sui cittadini – abituati alla loro libertà, che reclamano il bisogno di fare un po’ di moto. E dove sta la responsabilità delle istituzioni che oggi minacciano di prendere misure ancora “più rigorose”? Vi è amnesia delle scelte prese in un recente passato, scelte che hanno maltrattato e indebolito il sistema sanitario pubblico? Parliamo, per esempio, delle scelte della Regione Lombardia. Secondo i dati del Ministero della Salute (consultabili sul web) l’anno 2017 mostra questo: i ventilatori polmonari erano 1 ogni 4.130 abitanti in Lombardia; 1 ogni 2.500 in Emilia-Romagna; 1 ogni 2.250 abitanti in Toscana, e 1 ogni 2.550 abitanti in Veneto. Il rischio di collasso del sistema è già contenuto in questi numeri.

      [...]

      Ci viene detto che reprimere e chiuderci in casa è una soluzione temporanea. Ma quanto durerà il “temporaneo”? Gli scienziati non sembrano sicuri di saper dare una risposta certa – e sulle loro certezze si basano, invece, le scelte dei nostri governanti. Non conoscono ancora bene il modo in cui il virus si diffonde e come e se muta e spesso dissentono tra loro prendendosi anche a male parole in pubblico, come fanno i politici. Se la scienza sulla quale questo intero sistema di limitazione delle nostra libertà non ha certezza, perché scandalizzarsi tanto con noi profani che ci ostiniamo a cercare il sole e l’aria, e che stiamo lentamente andando in depressione? Dobbiamo per caso attendere il vaccino prima di uscire di casa? E dobbiamo sentirci in colpa per la resilienza di questo virus o subire reprimende da parte di chi ci governa per sollevare questi dubbi?
      »

      Difatti:

      Coronavirus, Borrelli: il picco forse slitta tra 2 settimane, proibire sport
      Coronavirus, periodo di incubazione più lungo: «Allungare la quarantena»
      Coronavirus, esperto: si resterà casa a lungo, svolta forse in estate

      L'occasione fa l'uomo ladro e forse ci stanno fottendo alla grandissima?

      Elimina
    3. Aggiungo qualche dato, tratto direttamente dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità, per capire di cosa stiamo parlando.

      Mortalità per influenza
      «[...]

      Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale. Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni.

      Il secondo sistema di sorveglianza è quello delle forme gravi e complicate di influenza confermata in laboratorio nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Questo sistema monitora il numero di decessi attribuibili all’influenza che si osservano nella popolazione di pazienti che ha un quadro clinico molto grave.

      Per le ragioni sopra descritte, nessuno dei due sistemi di monitoraggio fornisce il numero totale di decessi che l’influenza stagionale provoca ogni anno in Italia. Per quest’ultimo dato è inoltre necessario sottolineare un ulteriore elemento da tenere presente. Se analizziamo i dati di mortalità specifici per influenza che l’Istat fornisce ogni anno in Italia, i decessi per influenza sono qualche centinaio. Il motivo principale è che spesso il virus influenzale aggrava le condizioni già compromesse di pazienti affetti da altre patologie (per esempio respiratorie o cardiovascolari) fino a provocarne il decesso. In questi casi spesso il virus influenzale non viene identificato o perché non ricercato o perché il decesso viene attribuito a polmoniti generiche.

      Per questo motivo diversi studi pubblicati utilizzano differenti metodi statistici per la stima della mortalità per influenza e per le sue complicanze. È grazie a queste metodologie che si arriva ad attribuire mediamente 8000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia.
      »

      Interessante anche ciò che scriveva l'AGI il 20 Febbraio 2020, prima che l'ordine di scuderia mutasse dall'aperitivo all'esercito:

      L’influenza stagionale è più pericolosa del nuovo coronavirus?
      «[...]

      Conclusione

      Secondo le stime del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore della sanità, in Italia ogni anno circa il 9 cento della popolazione è colpito da sindromi simil-influenzali, con un numero di morti che oscilla tra i 300 e i 400 decessi diretti dovuti all’influenza, e tra i 4 mila e i 10 mila decessi tra chi sviluppa complicanze gravi a causa dei virus influenzali.

      Il tasso di letalità (ossia il rapporto tra morti e contagiati) si attesterebbe quindi intorno allo 0,1 per cento (l’uno per mille), mentre un discorso diverso vale per il nuovo coronavirus, che ad oggi non è presente in Italia.

      Per quanto ne sappiamo finora, i dati sul SARS-CoV-2 ci dicono che il suo tasso di letalità potrebbe aggirarsi intorno al 2,5 per cento, ma è ancora troppo presto per avere conclusioni epidemiologiche solide, dal momento che non è soprattutto chiaro quanti effettivamente siano i contagiati totali. Potrebbe infatti esserci un numero molto elevato di persone che non si sono recate negli ospedali, avendo accusato solo dei sintomi lievi e facendo affidamento a rimedi tradizionali, soprattutto nelle prime fasi di diffusione del virus.
      »

      Elimina
    4. A dimostrazione che il problema di una sanità sottodimensionata di mezzi e personale è preesistente all'attuale emergenza:

      Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi molte operazioni rinviate
      di Simona Ravizza, 10 Gennaio 2018

      «Numeri record. Le complicazioni dell’influenza, soprattutto le polmoniti, mandano in crisi le rianimazioni: 48 i casi di malati gravi ricoverati da Natale a oggi nelle terapie intensive di Policlinico, San Raffaele, San Gerardo di Monza e San Matteo di Pavia, gli ospedali di riferimento in Lombardia per l’uso dell’Ecmo, il macchinario che si sostituisce ai polmoni. I problemi si accavallano: difficoltà ad accogliere nuovi pazienti, rinvio degli interventi chirurgici programmati e prenotazioni sospese per i posti letto delle rianimazioni destinati ad accogliere i malati dopo le operazioni, turni straordinari (gratis) per medici e infermieri richiamati dalle ferie. Una situazione grave che spinge i medici a chiedere l’aiuto dell’assessorato alla Sanità guidato da Giulio Gallera e a rammaricarsi per la scelta fatta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di non stanziare più fondi per la rete italiana dell’Ecmo (finiti i 20 milioni di euro finanziati nel 2009 dall’allora ministro Ferruccio Fazio).

      [...]
      »

      Elimina
    5. Altro sceriffo e chissà quanti altri ce ne sono in giro per la penisola:

      Coronavirus, il sindaco di Bari che urla ai cittadini di andare a casa spopola sulla tv cinese

      Osservate la distanza tenuta dalle persone e il loro numero esiguo. A questo punto mi interrogo su quale sia la teoria prevalente sulle modalità del contagio: per psicocinesi?

      Elimina
  24. Un amico piddino, oggi parlamentare, un giorno, alla mia affermazione che il rapporto debito/PIL non c'entra una mazza con la sostenibilità del debito, ed infatti vedi il Giappone, mi disse "Si ma in Giappone si suicidano in tanti.." Ho cercato di spiegargli che non c'è relazione tra rapporto debito/PIL e tasso di suicidi ma niente.... Non ci sono riuscito. Adesso gli invio questo post, che non dice nulla di rivoluzionario ma semplicemente in maniera chiara spiega cose OVVIE A TUTTI GLI ECONOMISTI DEL PIANETA (compresi quelli che dicono il contrario dietro generoso compenso). Ma se non capisce neanche così abbandono l'impresa. Grazie Prof.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se ancora chi li vota non ha capito questa semplice cosa che dovrebbe essere chiara almeno dal 2012 (ma forse dal 1992) figuriamoci un loro esponente!

      Elimina
    2. La sostenibilità del debito dipende da interessi pagati sul debito, oggi bassi grazie all euro (zero ideologia, chiunque sia intellettualmente onesto davanti alle serie storiche dovrebbe riconoscerlo), tasso di crescita del PIL nominale, che in Italia cresce guidato solo dall inflazione visto che la crescita reale é 0. Poi c é l avanzo primario, che in Italia viene perseguito tagliando la spesa per sanità e ostruzione, mentre pensioni e sussidi crescono.
      Per ultimo, un elevata pressione fiscale contribuisce a rendere insostenibile e rischioso il debito, in quanto non permette di avere spazio fiscale per aumentare le tasse nel caso la crescita del PIL non basti a pagare gli interessi.

      Elimina
  25. https://www.lareginadelrosario.com/search?updated-max=2019-11-04T14:23:00%2B01:00&m=1

    Allego questo link mi ha davvero molto impressionato in un'apparizione della Madonna il 28 settembre 2019 ha dato un messaggio in cui parlava di quello che sta succedendo oggi Cina virus e possibili guerre...

    RispondiElimina
  26. COSA DEVE FARE UN GOVERNO PER RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI DEL NOSTRO CARO PAESE E RIPORTARLO ALLO SPLENDORE ?

    1) RIFORMARE L’INPS

    a) Separare l’assistenza dalla previdenza contributiva (-64 MLD)
    b) Ricalcolare tutte le pensioni retributive al contributivo (-70 MLD)
    c) Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%
    d) Instaurare una Pensione di Base Fiscale 1.000 Eu mese per tutti
    e) Portare l’età pensionabile da 67 a 62/60 anni (3 milioni di pensionati in più che lasciano il loro lavoro ai giovani)

    2) RIFORMARE LA SCUOLA

    a) Portare l’obbligo scolare da 14/16 a 18 anni (più 2,5 milioni di studenti tolti dalla disoccupazione)
    b) Instaurare scuole professionali di 3 anni anche nella tecnologia
    c) Riformare, riadeguare i programmi, educazione civica

    3) RIFORMARE ESERCITO E PROTEZIONE CIVILE

    a) Ripristinare il servizio di Leva di difesa 500mila giovani
    b) Instaurare il servizio di Leva civile insieme a quello di difesa

    4) RIFORMARE COMPLETAMENTE IL SISTEMA FISCALE

    a) Far partire l’Irpef dal 15% e riadeguare le altre aliquote, no tax-area a 10k
    b) (Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%) Riforma Inps
    c) Ridurre Iri Ires e tasse imprese dal 64,8% complessivo al 32%
    d) Ridurre l’Iva dal 22% al 10%
    e) Rimettere in tasca ai cittadini i 400 MLD di tasse in eccesso (con coperture) : 400 MLD il taglio - 168 MLD il nuovo gettito - 192 MLD risparmio tasse sulla spesa pubblica - 40 MLD deficit = 0
    f) Instaurare un Reddito di Disoccupazione 500 Eu mese permanente
    g) Instaurare una Pensione di Base fiscale a 1.000 Eu per tutti
    (a compensazione dell’assistenza e del ricalcolo pensionistico)

    5) STATALIZZARE SERVIZI E AZIENDE STRATEGICHE

    a) Statalizzare tutti i servizi pubblici (150 MLD di utili)
    b) Statalizzare tutte le aziende strategiche (50 MLD di utili)
    c) Statalizzare tutte le Banche e le Assicurazioni
    d) Statalizzare il 3° settore oggi business solidarietà (50 MLD di utili)
    e) Statalizzare parzialmente o totalmente le aziende a forte automazione

    6) DOPO 5 ANNI UNA MONETA PUBBLICA DI PROPRIETA’ POPOLARE

    a) Inserire un Biglietto di Stato a corso legale senza uscire da Eurozona, solo interno, solo elettronico
    b) Escludere dai cambi la Moneta Pubblica solo interna e dagli attacchi e speculazioni internazionali, la moneta pubblica solo elettronica non conteplata dai trattati internazionali
    c) Utilizzare l’Euro per import/export acq. materie prime e vendita del Made in Italy all'estero

    7) ABOLIRE LE TASSE A FONDO PERDUTO PER LEGGE E PER COSTITUZIONE E PASSARE ALLA (Fiscalità a Scambio)

    a) Si paga solo il contributo Inps 20% gettito 350 MLD ad occupazione piena
    b) Si incassano 150 MLD dagli utili dei servizi pubblici di Stato
    c) Si incassano 50 MLD dagli utili delle aziende strategiche
    d) Si incassano 50 MLD dal 3° settore
    e) Si paga una spesa pubblica di 600 MLD anno esentasse senza sprechi
    f) Creazione monetaria del tesoro per il denaro necessario quando manca, compensare o favorire la crescita economica
    g) Prestiti e mutui con Moneta di Stato senza interessi a tasso 0%, su rete di Banche Pubbliche

    Moneta Pubblica – Marco Cristofoli

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "b) Ricalcolare tutte le pensioni retributive al contributivo (-70 MLD"

      Domande banali:"sul lordo o sul netto? Considerando anche i rendimenti dei contributi in base ai tassi vigenti all'epoca dei rispettivi contributi? Retrottivi?"

      Elimina
    2. Se posso rispondere al punto sulle pensioni: sembra che lei assuma che il mercato del lavoro abbia una dimensione fissa e quindi i ggiovano possono entrare solo sei i più anziani escono, lasciando libero il seggiolino del bus. In realtà, il mercato del lavoro cresce insieme al PIL: quando il prodotto cresce, sale la domanda di lavoro. In Italia l età pensionabile é già molto bassa rispetto ad altri paesi. I dati sono chiarissimi. Aumentare la spesa per pensioni, e quindi le tasse, impedisce gli investimenti, quindi la crescita e quindi l aumento di posti di lavoro.

      Elimina
  27. Introdurre MEFO o GREENBACK subito!
    Altrimenti sarà Caos e i nostri figli saranno poveri, poverissimi.

    RispondiElimina
  28. Introdurre MEFO o GREENBACK subito! Altrimenti sarà Caos e i nostri figli saranno poveri, poverissimi.

    RispondiElimina
  29. La mia sensazione è che la nostra simpatica classe dirigente si è auto-impantanata nel tentativo di conciliare due esigenze: far fronte ad un'emergenza (che credo vedano anche loro, mi risulta impossibile pensare il contrario) con i dovuti strumenti, senza però far piangere la Madonnina di Bruxelles scegliendo vie "unilaterali" o che possano lontanamente suonare come aggressive, perché un buon europeista non mette mai in discussione la propria Fede, e quindi via di deliranti ricerche di "soluzioni europee" "cordinamento europeo" e tutta la sequela di fumose e inutili baggianate che non si avranno mai.

    Ovviamente queste due esigenze sono tra loro incompatibili, motivo per il quale non fanno un assoluto cazzo di niente, se non tentare in modo vile ma (secondo loro) furbesco di fare la carrambata: prendere soldi dal Mes ma senza condizionalità, perché "il momento è eccezionale" ecc. Emergenza risolta ed europeismo salvo, tutti felici e contenti. Inutile dire che non andrà così non solo per i motivi che tutti sappiamo, ma anche perché ho l'impressione che questa "crisi" sarà molto più devastante di quanto si possa immaginare adesso.

    RispondiElimina
  30. L'epidemia procura già abbastanza angoscia sia per la salute che per l'economia. Possibile che in aggiunta dobbiamo preoccuparci anche di conte e gualtieri? Cioè 2 ( diconsi 2) individui decidono la rovina di un intero popolo? Questo non è fascismo è assolutismo! È spaventoso anche solo il pensiero. E nemmeno possiamo fare dimostrazioni perché non possiamo uscire. Possibile che non possiamo farci niente? Non abbiamo uno straccio di piano? Non c'è un modo per fermare questo incubo? Basta non se ne può più.

    RispondiElimina
  31. Grazie al Prof. Bagnai per questo ennesima perla di analisi della Realtà…
    Cambio di Paradigma… è lo snodo centrale di tutto il discorso antropologico che si sta sviluppando attraverso l’incrocio tra la crisi economica perenne e questa pandemia…

    La durezza del vivere è oggi una ferita ben più visibile e collettiva di prima. l’Uomo non cambia visione, non evolve se non attraverso le ferite (e anche con la pancia vuota direi..), attraverso la lacerazione delle sue convinzioni e del suo ego di fronte alla Realtà dei fatti. Con questo non posso intendere il singolo ma una massa di individui, una “massa critica” di individui feriti e con la pancia vuota, piddini, grillini, ma anche imprenditori, professionisti, operai traditi, statali quiescenti da sinistra a destra, da destra a sinistra, uomini e donne feriti, con la pancia vuota, davanti all’evidenza fallimentare del vecchio paradigma turboliberista, il paradigma dei mercati saggi e autoregolati, il paradigma politico del tenere le decisioni ben lontane dalle Urne come insegnano i peggiori maestri della res-publica nel 2011. Tutto questo è al capolinea direi.. Game Over cari signori e la pandemia dà un bel aiutino, proprio perché questa massa (critica) è l’ingrediente per il cambiamento .. condizione perlomeno necessaria (anche se non sufficiente).

    Più ho iniziato a leggere, a comprendere, a studiare l’economia applicandola alla psicoanalisi, più mi rendo conto che l’economia reale ha ed ha sempre avuto un ruolo centrale nello spazio mentale, perché è collegata a presa diretta con gli archetipi della valorizzazione e della svalorizzazione dell’identità Umana, in forma individuale di gruppo e di massa.
    E’ già troppo tempo che il mondo economico è pervaso da infiltrazioni di psicopatia comportamentale, infiltrazioni di soggetti palesemente psicopatici ( nella variante sociopatica) che non hanno alcun principio di realtà, sono privi di empatia autentica, negano l’evidenza, negano la letteratura e la scienza, manipolano dati, Credo che oggi la manifestazione più infetta di questa dinamica riguardi il mondo dell’informazione che distribuisce menzogne a 360 gradi, come ben sappiamo anche dal Suo Blog ..
    Se qualcuno ha letto James Hillmann (Politica della bellezza ) capisce sicuramente quanto la Politica nel suo senso alto sia un territorio da cui tenere distanti le coscienze collettive, inventandosi la menzogna mediatica che comunque è sporca, e corrotta, in particolare se italiana …
    Peraltro “la durezza del vivere” obbligherà molti… certo non tutti .. a rivedere il concetto, ed a riappropriarsi dello Stato, della “Polis” , a “corrompersi” positivamente con la politica, il prezzo per questo è sicuramene fuori mercato… fuori dal paradigma delll’austerità che ha allargato le asimmetrie, altro dal paradigma della ormai odiosa parola “competizione”; dovremo investire sul capitale umano, sullo stato, sulla sanità pubblica, sulla cultura, sulla istruzione.. in fondo sarà “semplicemente” un ritorno, non morbido, tutt’altro che agile, non privo di distruttività, alla realtà ed alla autenticità del vivere.

    RispondiElimina
  32. Grazie Prof. Bagnai,
    Leggere le sue LEZIONI è sempre piacevole.
    Grazie
    Emanuele D'Agati

    RispondiElimina
  33. È ormai evidente a tutti che Giuseppi è il Tsipras italiano.

    RispondiElimina
  34. Grazie! Nell'ora più buia la lettura più luminosa!!!

    RispondiElimina
  35. Il libro del Cipolla sulla storia dell'Europa preindustriale è molto interessante. Assolutamente da leggere.

    RispondiElimina
  36. Molto si è parlato di economia su questo blog, in maniera tutto sommato abbstanza esauriente (a parte il tema del signoraggio, che lei professore non ho capito bene perchè non vuole trattare. Eppure proprio questo è il principale ostacolo, che l'italiano medio non ha affatto capito come sia principalmente con i prestiti erogati dalle banche commerciali che si genera il denaro, non proprio dal nulla, ma a fronte di beni a garanzia, e perciò si fissa su domande insulse tipo "ma dove troviamo i soldi per...?"),
    molto, dicevo, si è parlato di economia, e anche molto di informazione (e disinformazione). Non si è però parlato quasi mai di potere, e in particolare di assetti istituzionali.
    In effetti, oggi in italia comandano i ricchi, molti dei quali stranieri (o italiani che operano dall'estero) i cosiddetti "mercati" comanda l'UE ma soprattutto la BCE, la corte dei conti. Il parlamento italiano somiglia sempre di più a quello europeo che conta come il 2 di picche (il nostro, dicamo, ancora al 3 o anche 4 di picche ci arriva). Comanda un po' il governo, è vero. Ma guardacaso, il governo è sempre più indipendente dal parlamento, e per l'ennesima volta ci troviamo con un premier non eletto da nessuno. E lo stesso dicasi per i ministeri chiave del tesoro e degli esteri.
    Quindi c'è un problema forte di democrazia, che semplicemente in italia non c'è più (si parla di regime post-democratico). La fetta di potere che viene riconosciuta all'elettorato è sempre più ridotta, e questo comporta ovviamente che, anche con le migliori intenzioni, i politici possono fare ben poco per migliorare il paese. Possono magari scegliere di verniciare l'esterno dell'edificio di un altro colore, ma non riescono ad incidere sulla sua struttura.
    Come mai, professore, ora che è un "insider", non sembra particolarmente interessato al tema?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 😂😂😂😂 No, tepre… i signoraggiai nel 2020 no… non posso farcela! Ah, la risposta alla tua domanda è ovvia: ho tradito! Ma per fortuna tu ieri sei riuscito a sventare il mio complotto con la Tinagli per portare l’Italia nel MES… 😂

      Elimina
    2. 😂😂😂😂😂😂😂😂Impressionante! Il signoraggio all'epoca del COVID 19. Divertente la battuta, la più divertente dell'anno!

      Elimina
  37. Qualche giorno fa, chissa' se a causa del mio subconscio suggestionato dal periodo che stiamo vivendo, mi e' venuta una certa voglia di rivedere, dopo anni, il film V for Vendetta. Ho ovviamente potuto soddisfare questo mio prurito, senza grossi problemi, dati gli eccezionali tempi che corrono.

    Senza esprimermi sulla qualita' del film, ed evitando (sinceramente) insinuazioni di alcun genere, vorrei dire che, citando l'articolo: "Per secoli le epidemie hanno avuto sulle guerre il vantaggio di distruggere solo lavoro, non capitale.", mentre leggevo, mi e' venuta in mente questa frase detta nel film: "Nuclear power is meaningless in a world where a virus can kill an entire population and leave it's wealth intact."

    Un saluto a tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come vedi, non si inventa nulla: basta guardarsi intorno, e quindi anche indietro.

      Elimina
  38. A proposito di neoliberismo: una carezza ai dem ammeregani che hanno commentato su Twitter la notizia dell'helicopter money voluta da Donald come una vittoria "de sinistra" e "accusato" bonariamente Trump di aver copiato (?) le idee di tale Andrew Yang, candidato alle primarie il cui programma si basa principalmente sulla proposta d'introduzione del reddito della gleba (UBI, Universal Basic Income). Si vede che "freedom dividend" (questa la definizione di Yang) a loro fa tanto Keynes...

    RispondiElimina
  39. Caro Marco , non te la prendere ma la storia della siringa è stata il cavallo di battaglia o meglio di troia con cui Bocconiani e Luissiani si sono infilati come un virus nella sanità , moltiplicandosi in uffici , agenzie, dipartimenti dai nomi roboanti ed autoattribuendosi premi da favola.Il risultato è che i servizi sono stati tagliati ma la spesa non è diminuita. Se qualcuno che capisse non dico di economia,ma semplicemente di ragioneria assistesse a conferenze e corsi di questi soggetti si renderebbe conto che o sono scemi o ci prendono per il culo. Vorrei far notare come i principali divulgatori di queste fole sono giornali di proprietà del gruppo De Angelis o De Benedetti, entrambi impegnati nel settore della sanità privata convenzionata. Nella povera Calabria la sanità è comunque migliore di quella di aree europee simili per reddito ed evoluzione sociale. Dico questo senza animosità , semplicemente non è solo con la storia della "famiglia che spende troppo " che ci prendono in giro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse sarà pure una storia quella della siringa, ma attribuire ad un pensiero liberista imperante in Italia la progressiva riduzione della spesa sanitaria pubblica e non semmai ad una lobby di potere ben definita come suggerisce lei è un po' come iscriversi alla Lega e lamentarsi che al Nord c'è più assistenza privata che altrove dopo 20 anni di governo con Forza Italia. Cioè forse non è il pensiero liberista è proprio un pensiero politico (affaristico) prima ancora che economico.

      Elimina
  40. Per me nel Novecento ci sono stati due geni su tutti: Albert Einstein per la fisica e J.M. Keynes per l'economia. Ebbene Alberto Bagnai è il più grande profeta di Keynes. Post e lettura meravigliosa, grazie Alberto.

    RispondiElimina
  41. Salve. Ho girato questo post a molti piddini (in Toscana ce ne sono tanti), spero faccia presa come a me (ma io sono di parte). A parte questo, oggi ho fatto una cosa cattiva. Ho rinfacciato a mia mamma che ha votato monti, sta ancora votando pd, sul fatto che all'ospedale di Siena stanno scarseggiando alcuni farmaci e mascherine per colpa della politiche di austerità volute dai suoi eletti. Porella si è quasi messa a piangere. Colgo l'occasione per ringranziarla Senatore.

    RispondiElimina
  42. Buongiorno Professore.
    La seguo e apprezzo da tempo, nel blog e leggendo i suoi libri.
    Colgo l'occasione di questo canale di comunicazione per proporre a lei, che ha la possibilità concreta di condizionare le scelte politiche di questo paese, una ipotesi di strategia per affrontare questa crisi. Mi scuserà per l'ingenutà o la presunzione.
    Ci troviamo ad affrontare due enormi problemi.
    Il primo: molte persone a brevissimo si troveranno sul lastrico: lavoratori del turismo, della ristorazione, dello svago, piccoli commercianti, partite IVA, ecc...
    Il secondo: la necessità di potenziare rapidamente e sostanzialmente le nostre strutture sanitare, per fornire a quante più persone possibile l'assistenza necessaria a superare l'infezione.
    Con lo stato attuale del nostro SSN ci potrebbero voler anni per raggiungere l'immunità di gregge senza intasare gli ospedali, basta fare due conti.
    Credo che lo stato e solo lo stato può e deve oggi fare da mediatore tra queste due problematiche, che sono alla fine eccesso di mano d'opera in un settore e scarsità di mano d'opera in un altro. Il mercato non aiuterà, o non farà in tempo o abbastanza.
    La mia proposta è di una assunzione a tempo determinato di quante più persone possibile da parte dello stato, finanziata con fondi europei o con debito, per dare uno stipendio dignitoso a chi non ce l'avrà più e aumentare le risorse disponibili a potenziare il SSN.
    Ovviamente non in attività critiche che richiedano competenze mediche specifiche, ma, ad esempio, fare più tamponi possibile per avere uno screening completo della popolazione, assemblare respiratori (mi sembra che l'esercito sia già al lavoro), mascherine, altre attrezzature, fornire assistenza domiciliare a persone in quarantena ed anziani, ecc...
    Uno sforzo da economia di guerra nazionalizzata, me ne rendo conto, ma siamo per l'appunto in guerra col virus, o lo saremo a brevissimo.
    Non so concretamente se e come una operazione di questo tipo potrebbe essere messa in campo, lascio alla sua saggezza e competenza il valutare se la mia è una pura fantasia inapplicabile o se presenta qualche possibilità concreta di esecuzione.
    Magari ci stavate già pensando da tempo, in tal caso attendo fiducioso.
    Spero di non averle fatto perdere tempo, e la ringrazio per quello che fa su queste pagine ed in parlamento a favore di noi tutti.

    RispondiElimina
  43. Vorrei gentilmente sottoporre alla gentile attenzione della comunità di Goofynomics le seguenti riflessioni.
    É interessante notare come il prof. Bagnai non nomini mai la produttività italiana nei suoi scritti. Dato che la teoria economica mainstream vede nella produttività il motore principale della crescita di lungo periodo, sarebbe interessante capire cosa ne pensa il professor Bagnai.
    Un altro discorso interessante sarebbe la scarsità delle risorse e vincolo di bilancio. Se si spendono soldi per quota 100 non si possono spendere per scuola e sanità.
    Alla fin fine, il nostro 2% di deficit minimo all anno lo abbiamo sempre fatto anche nel post 2000.
    Ultimo, non sarà che il debito nel dopoguerra é sceso grazie alla crescita del PIL e non per la regolamentazione dei mercati finanziari? Visto che il prof. Bagnai é un esperto econometrista sarebbe interessante avere la sua opinione sulla percentuale di responsabilità delle varie cause dell aumento della quota del PIL verso ip capitale negli USA. Per l Italia mi risulta che una forte disuguaglianza nei redditi si riscontri tra ggiovani e piú anziani, dato che le pensioni crescono al 7% all anno mentre in PIL va allo 0.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli rispondete voi a questo qui? Chissà se sa di cosa sta parlando... Però per un verso mi fa tenerezza e simpatia: mi riporta all'inizio, al 2012, quando venivate qui a spiegarmi la macro e la politica...

      Elimina
    2. Un commento con un tale denso concentrato di lievi imprecisioni non lo si leggeva da parecchio sul blog.

      Non è il caso di stare a perderci troppo tempo, mi limiterò al primo argomento, la produttività: faccio notare che in fondo alla pagina c'è un elenco di etichette (nella versione per desktop), una di queste è, guarda la combinazione, produttività.

      Seguite il link e troverete pagine di articoli del blog dedicati all'argomento. Se non ricordo male ce n'è almeno uno dedicato ad un lavoro pubblicato dal nostro reticentissimo su rivista scientifica e non manca quello dedicato al seminario sulla produttività organizzato il 5 Giugno 2013 (ci sono i link ai video su youtube dei vari interventi).

      P.S.: riguardo la repressione finanziaria, nell'articolo sopra c'è il link diretto al pdf di The Liquidation of Government Debt, di Carmen M. Reinhart e M. Belen Sbrancia e suggerisco anche la lettura de Il romanzo di centro e di periferia. Pare strano ma i link del reticentissimo non sono meramente decorativi…

      P.P.S.: ho come l'impressione che l'ignoto sia uno che sa di sapere, lo rimandiamo quindi anche alla lettura dell'Atto secondo: vita e opere del filosofo Etarcos in La filosofia del piddino: inflazione e maieutica.

      Elimina
    3. Ma sbaglio o il bilancio statale è in attivo (avanzo primario) da, non ricordo bene, da più di vent'anni e il deficit è dato solo ed esclusivamente dal pagamento degli interessi sul debito? Che ne pensa, Prof, dell'intervento "mirato"della Bce sui bond? Basteranno? A proposito degli eurobond richiesti a gran voce dagli euristi nostrani come una magica soluzione? Grazie se avrà tempo per una risposta. Grazie per aver portato nel parlamento temi prima completamenti sconosciuti, se non addirittura negati.


      Elimina
    4. 1) per sintetizzare all'estermo, se misuriamo ad esempio la produttività della FCA in termini di auto prodotte in un anno per addetto, il fattore chiave diventano gli ordinativi. E sì, la capacità produttiva di auto nel mondo (qualche anno fa) mi pare fosse di 40 miliopni di vetture, mentre quelle vendute erano circa 20 milioni.
      Per il successo di una industria automobilistica è necessario avere un forte mercato interno, perchè solo così avrei abbastanza risorse per produtte auto migliori, che siano appetite anch all'estero, e deprimere il mercato interno non è affatto una buona idea perchè deprime le vendite, e se nessuno ti ordina le automobili la tua produttività tenderà a 0 per il semplice fatto che non ha senso produrre un bene per poi sobbarcarsi dei costi per tenerlo in magazzino.
      2) come ho già evidenziato prima, senza riscuotere particolare successo a giudicare dai commenti, l'italiano medio, cioè tanto per fare un esempio tu, non ha affatto capito come tramite le banche centrali, ma soprattutto con i prestiti erogati dalle banche commerciali che si genera il denaro (Signoraggio. Ma la parola è tabù. Non usiamola). Ti risponderai da solo se risponderai correttamente a questa semplice domanda: "perchè dopo l'abbandono della parità aurea è insensato pensare che una buona idea imprenditoriale non trovi un finanziamento per la propria realizzazione?"
      3)Anche qui, potrebbe essere necessario riconoscere che a certi economisti di scuola liberista può fare comodo che vi sia una diffusa ignoranza rispetto ai meccanismi che hanno consentito all'italia, da paese sconfitto, distrutto, pieno di macerie, di morti e di mutilati soprattutto tra i giovani, diventare la quinta economia al mondo. Ma secondo te, una impresa italiana (volendo anche una banca), che ha gli stabilimenti distrutti, in un paese in bancarotta e in cui è praticamente prosciugato il gettito fiscale, con il sistema infrastrutturale del paese distrutto e una valuta che vale meno della carta su cui è stampata e metà degli adetti con esperienza morti o mutilati in guerra, potrebbe essere competitiva in un mercato globale, e reggere la concorrenza di imprese straniere e anzi, lavorare meglio e a prezzi inferiori? Se i nostri genitori e nonni avessero ragionato come ragioni tu, oggi non ci sarebbe una sola impresa italiana, e in italia lavorerebbero esclusivamente imprese estere o imprese italiane a proprietà estera (che poi è quello che tu e i tuoi sodali state riuscendo ad ottenere in questi ultimi anni, mi pare....)

      Elimina
    5. Ringrazio il prof. Bagnai dello spazio. Vorrei rispondere alle obiezioni sollevate.

      Per correttore di bozzi. Mi chiamo Marco Isella. Correttore è il nome o il cognome?
      1. Non so di sapere. Ho fanno delle critiche, a cui non hai risposto. Se hai qualcosa da controbattere sei il benvenuto, ma dubito che ne sei capace.
      Per Roberto Valbrona.
      1. Si siamo in avanzo primario da parecchio. Purtroppo peró, i conti si fanno dopo gli interessi. L elevata spesa per interessi è dovuta al debito elevato e guardando le serie storiche è necessario ammettere che l entrata nell euro ha fatto abbassare gli interessi. Se non ci fossimo dentro dovremmo fare avanzi ancora maggiori per pagare gli interessi.
      Per Stefano P
      1. Il problema è quanto sono competitivi i tuoi prodotti. Quello che dici vale solo in presenza di dazi, perché se voglio comprarmi una Toyota compro la Toyota e non la Fiat. Il potere d acquisto domestico fa crescere le importazioni se i tuoi prodotti non sono competitivi. Il concetto è che i costi si riducono con l innovazione tecnica e in Italia, purtroppo, manca. Sarebbe bello partire sal riconoscere il problema della produttività stagnante per poi cercare di risolverlo. La tua soluzione alla crescita della produttività sono dazi e spesa pubblica?
      2. No sense. Che le banche in Italia facciano schifo perché ammanicate col potere politico è un altro discorso. Gomblotto dei massoni satanisti del Bildelberg che fanno il zignoraggio bruddo bruddo.
      3. La differenza che non cogli è la differenza della crescita da catch up e quella di quando sei sulla frontiera tecnologica. Nel dopoguerra l Italia cresce importando tecnologie, sfruttando il vantaggio della relativa arretratezza. Si verifica una crescita trainata dalla crescita della produttività, che, insieme alla crescita del capitale, è l unico modo per far crescere in modo sostenibile il reddito pro capite. In questa fase mettere dazi è giusto per favorire la crescita. Quando non puoi piú crescere col catch up perché sei arrivato alla frontiera, devi innovare. Per farlo serve la concorrenza. Le aziende pubbliche sono utili se rivolte alla frontiera tecnologica e in competizione con quelle private. Arrivati alla frontiera, il modello di crescita non era più adatto e non siamo stati più in grado di competere nei settori ad alto valore aggiunto. La specializzazione italiana nel medio e basso valore aggiunto è diventata dannosa con l entrata della Cina nel WTO, che ci ha sostituito in quei settori. Per ridotta dimensione delle aziende e baso capitale umano, non siamo stati più in grado di competere a livello mondiale, anche perché soffocati da tasse e burocrazia inefficiente.
      Butto giù la lista della spesa dei problemi dell economia patria:
      Bassa concorrenza nei mercati del prodotto, dei mercati dei capitali, dell intermediazione finanziaria, mercato del controllo delle imprese asfittico, inefficienza del mercato del lavoro, poca ricerca e sviluppo, inadeguatezza del capitale umano e del sistema scolastico, amministrazione pubblica inefficiente, servizi pubblici di bassa qualità a fronte di prezzi elevati, basso senso civico, evasione fiscale, divario nord-sud.
      Se ci concentrassimo nel risolvere questi problemi, anziché incolpare Leuropa che non ci spendere, sarebbe un buon punto d inizio per risollevare la testa, come nazione.

      Elimina
    6. Caro Marco, massima solidarietà, ma se i rapporti che hai con l'ortografia sono simili a quelli che hai con l'economia mi corre l'obbligo di avvertirti di una cosa: qui non siamo al bar. Stai parlando con uno che di produttività (che tu non sai che cosa sia) scrive non solo su questo blog, ma anche su una manciata di riviste scientifiche internazionali, e ti rivolgi a una community che ha fatto un percorso. Quindi, se abbassi le penne e ti metti a studiare, cominciando da alcuni post fondamentali, probabilmente otterrai risposte e crescerai. Altrimenti prenderai solo degli affettuosi sberloni dialettici. Credo che tu sia molto giovane: il tuo cianciare di innovazione e di frontiera mi ti fa collocare in un triennio di qualche università dei colleghi ideologizzati. Vedi tu come regolarti. A giudicare da come scrivi, sono sicuro che farai la cosa...

      Elimina
    7. Sicuramente non sono in grado di dibattere con lei sulla produttività, ma direi che con gli altri utenti ce la posso fare. Scrivo, un po' di fretta, dal cellulare e la forma ne risente.
      Se qualcuno vuole fare obiezioni sarei felice di sentirle, sperando di imparare qualcosa di nuovo ;)

      Elimina
    8. A volte le supposizioni si trasformano in supposte: ho usato ignoto traducendo Unknown, il nome e cognome non mi interessano (né posso essere sicuro che non si tratti di un prestito d'identità, diciamo così… ma questa battaglia sulle buone motivazioni riguardo l'uso di alias in rete, ai tempi di Facebook e simili, è ormai persa).

      Al resto oppongo un cortese ma deciso e 'sti cazzi?! Ma possiamo noi nel 2020 stare ancora qui a sucarci la lezioncina da chi ragiona in termini di Stato che deve avere i bilanci in ordine come un'azienda o che deve comportarsi come un buon padre di famiglia?

      Si sono beccati un virus del pensiero che è tornato prepotentemente a circolare e a fare danni da 40 anni a questa parte, ma pensano di essere quelli sani e di voler curare gli altri. Bene cari livorosi, chi non è parte della soluzione è parte del problema. Auspicabilmente non dovremmo essere lontani da una bella resa dei conti. Non lo dico io, lo dice uno che secondo i parametri degli stessi livorosi è degno di nota:

      Hedge-Fund Billionaire Ray Dalio Says the World Has Gone Mad and the System Is Broken
      «Ray Dalio—founder of the world’s largest hedge fund—is sounding the alarm about the state of the global economy. In a blog post titled “The World Has Gone Mad and the System Is Broken,” he argues that zero interest rates, low returns, and growing economic inequality are setting the world up for something bad.

      Just what bad is still anyone’s guess. [...]
      »

      In realtà Dalio si esprime in modo diverso:

      The World Has Gone Mad and the System Is Broken
      «[...] This set of circumstances is unsustainable and certainly can no longer be pushed as it has been pushed since 2008. That is why I believe that the world is approaching a big paradigm shift.»

      Lascio a voi interpretare questa discrepanza.

      Elimina
  44. Il virus del pensiero ce l hai te, signor Di Bozzi Correttore, perchè nemmeno Keynes diceva che si può fare debito all infinito. Infatti diceva che in recessione bisogna spendere in deficit, ma in espansione bisogna fare surplus.
    Per guarire dal virus si consiglia di ridurre le dosi di saccenteria, studiare e bere molti liquidi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai conservato la carta del Bacio Perugina dove hai letto queste parole? Perché nella Teoria Generale non ricordo di aver letto una frase simile, però spesso ho imparato dai miei lettori, e magari questa è una di quelle volte...

      Elimina
    2. Non ha capito. Pensa di poter venire qui, sparare 4 supercazzole in economichese basso e di apparecchiare una disputa scientifica che scanZateve! Roba che se la Royal Society dei tempi d'oro potesse assistere si declasserebbe da sola a sala bingo.

      Che vuole dire "non si può fare debito all infinito"? Come può aver estrapolato una simile sciocchezza da ciò che ho scritto? Confonde il concetto di infinito con quello di illimitato (ma finito)? [C'è vita su Marte?]

      Legge debito e pensa a colpa, come se ci stessimo esprimendo in un'altra lingua europea a caso. Ma quel debito sono ospedali, scuole, strade e molto altro… e quando eravamo "indebitati" sostanzialmente fra noi, era anche intermediazione del risparmio incomparabilmente più sicura della finanza-casinò.

      Quel mondo, che usciva dalla seconda guerra mondiale con Stati molto indebitati a causa delle spese di guerra e della successiva ricostruzione, riusciva anche a ridurre il debito pubblico (questo potete leggere nel lavoro citato sopra, The Liquidation of Government Debt, che tradotto significa appunto La liquidazione del debito pubblico; leggete "fra le righe", perché, se non ricordo male, il lavoro è ideologicamente orientato: i dati sono quelli ma ve li presentano in una luce non proprio positiva) e nello stesso tempo elevava gli standard di vita di una larga fascia della popolazione.

      Preferite il mondo degli €Uroborg, dove finiamo per essere sottoproletarizzati in massa?

      Elimina
    3. Su Keynes:
      https://www.researchgate.net/publication/40426495_Chicago_Keynes_and_Fiscal_Policy
      https://www.pragcap.com/wp-content/uploads/2015/06/keynes-and-deficits-collier.pdf
      Sull'infinito (penoso):
      http://www.treccani.it/vocabolario/infinito_%28Sinonimi-e-Contrari%29/
      Lo stato italiano non fa spesa keynesiana (conto capitale), fa spesa assistenziale e clientelare (spesa corrente). Visto che ti piace mettere link, mettimene uno dove si trova evidenza dei moltiplicatori della spesa pubblica in Italia.
      Magari si spendesse per scuole e ospedali. Vai a scaricarti i dati dall'Istat e poi dimmi.
      Spendere tanto non è fondamentale, anzi: bisogna guardare i volumi e la qualità dei servizi. Spesa alta e qualità bassa sono sinonimo di rendite per chi vende i beni e servizi.
      Nel periodo 1951-1963 il PIL pro capite reale italiano è cresciuto del 5,1% in media all'anno. Dimmi te di che cosa stai parlando se fai certi paragoni. Te l’ha detto Di Maio che ci sarà un nuovo miracolo economico? Tra l'altro il debito/PIL non cresceva nel dopoguerra: fare spesa pubblica e fare debito sono due cose diverse.
      Vado a sottoproletarizzarmi insieme a compagno Dimitri. Volevamo andare alla duma di Pietrogrado, ma c'è il Covid-19 e dobbiamo rimanere alla fattoria.
      PS: quando intendi rispondere ad UNA delle questioni che ho posto, manda una mail alla Pravda che poi me la girano.

      Elimina
    4. Personalmente questa frase continuo a non capirla:
      "Quindi, il fatto che si vada al 140% (stima conservativa) o oltre (come plausibile), non mi preoccupa tanto di per sé, nell'immediato, *quanto per l'ovvia considerazione che comunque a un certo punto il debito dovrà cominciare a diminuire*."
      A me sembra che finora il ns stock non è diminuito.... e da un bel po' che va avanti.
      Qualcuno ha un link dove magari è più chiaro il concetto?
      Forse intendeva debito/pil?

      Elimina
    5. Premessa: sopra ho scritto illimitato (ma finito); alludevo al fatto che il debito in ogni momento storico è espresso da un valore finito, ma l'insieme di valori che può potenzialmente assumere non è limitato superiormente (cfr. illimitato superiormente; si veda il caso USA per il delirio che ne risulta tentando di imporre un limite superiore).

      Penoso è fare riferimento alla definizione del vocabolario generico. L'esperto (così si atteggia), dovrebbe conoscere e utilizzare una definizione più specifica in questo contesto. Dallo stesso sito della Treccani, alla voce illimitato della Enciclopedia della Matematica, in fondo trovate questa nota: “Il concetto di «illimitato» non va confuso con quello di «infinito». [...]” Se andiamo adesso alla voce infinito e leggiamo la distinzione fra infinito potenziale e infinito attuale ci può venire il dubbio che l'esperto si esprima come si esprimevano gli antichi.

      Penoso è che se all'esperto scrivi «[l'Italia nel dopoguerra] riusciva anche a ridurre il debito pubblico», intendendo ovviamente anche il rapporto debito/PIL, citando Reinhart-Sbrancia, ti rimbalza un «Tra l'altro il debito/PIL non cresceva nel dopoguerra».

      Penoso è che l'esperto confronti il tasso di crescita dell'economia italiana durante la ricostruzione e la piena industrializzazione e quello in fase di economia ormai matura e si stupisca che l'Italia non abbia più tassi di crescita così elevati (non lo sarebbero anche se l'economia italiana fosse in buone condizioni).

      Penoso è chiedere dell'esistenza dei moltiplicatori sul blog dell'autore di Il moltiplicatore del modello di a/simmetrie (KPD5), dove si fa riferimento a The a/simmetrie annual macroeconometric model of the Italian economy: structure and properties. L'economista Gustavo Piga commentava precedentemente un lavoro dove persino per la BCE i moltiplicatori esistono e sono positivi per l'eurozona: Arriverà il giorno del moltiplicatore.

      Penoso è venire qui a fare la lezione sulla "qualità" della spesa, quando si è affrontato il discorso sotto molteplici aspetti, per es. riguardo l'avanzo primario vs la spesa per interessi.

      Penoso è fare "domande" di cui si pensa di sapere già la risposta ("Bagnai non parla mai della produttività"). Penoso e infantile è per l'esperto venire qui a misurarselo "sfidando" semplici cittadini, coi più vari retroterra culturali, che sono stati costretti ad occuparsi di economia perché l'economia si è spiacevolmente occupata di loro.

      Penosa è la "parentesi russa" (Marx ed Engels però erano tedeschi) che ha sfondato la barriera del poveraccismo, facendo dell'ironia sul graduale impoverimento degli italiani.

      Penoso è tirare fuori dal cilindro Di Maio: siamo sul sito dell'autore de L'Italia può farcela (nonché sentore della Lega), che non descrive "miracoli" ma un percorso per invertire la tendenza disastrosa dell'economia italiana, ma l'esperto non se ne cura.

      Alberto non ho intenzione di perdere altro tempo col soggetto in questione.

      Elimina
    6. Tranquillo: lo sospendo per eccesso di ribasso.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.