Una storia triste, con un lieto finale, come sarà quella che stiamo vivendo.
Buonanotte.
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Nel buio di questo momento della Repubblica, l'attesa del lieto finale è probabilmente una delle poche cose che ci sorregge, così come la sua voce stanca e così umana nella sua diretta di questa sera che la rende così prossimo a ciascuno di noi.
RispondiEliminaSe non sapessi che a difendere i miei, i nostri interessi ho contribuito a mandare lei, sarei senz'altro meno speranzoso.
Grazie, presidente per tutto quello che sta riuscendo a fare, le arrivi il nostro sostegno in ogni misura in cui si renda necessario.
Eseguira' eseguira' prof. e spero di essere presente ...
RispondiEliminaCon decreti come quest'ultimo, fatti in ritardo di una ventina di giorni e per far vedere che si fa qualcosa, rischieremo di avere più morti per fame nei prossimi 10 anni che persone salvate dal virus in virtù del provvedimento.
RispondiEliminaGrazie per il suo lavoro, se l'Italia non finirà come la Grecia sarà anche merito suo.
"Ma non senza de’ Persi orrida pena /
RispondiEliminaed immortale angoscia". Buona Domenica, Presidente
Credo in Lei, caro Presidente, da quando sono capitata su goofy e ho cominciato ad ascoltarla. La sua espressione stanca e sfiduciata di ieri, nella diretta Facebook, mi ha commosso ed allarmato insieme. Ora però la sento parlare di"lieto finale" e il mio cuore si riapre alla speranza. Non voglio che i traditori distruggano la mia Patria, farei qualunque cosa per impedirlo. Non voglio un'Italia grecizzata, non è giusto. So che state facendo l'impossibile e vi ringrazio tanto, abbiamo bisogno di credere che ci sia una speranza, per cui grazie a Lei e a molti nella Lega, fiera della mia tessera. Le voglio bene, davvero, tanto.
RispondiEliminaGrazie,e ancora grazie professore
RispondiEliminaNel marzo del 1847 a Firenze (Teatro della Pergola) venne eseguita per la prima volta la decima opera lirica di Giuseppe Verdi:il Macbeth. Il librettista Francesco Maria Piave scrisse, tra gli altri, questo meraviglioso coro, che oggi echeggia nella mia mente:
RispondiEliminaPatria oppressa! il dolce nome
No, di madre aver non puoi,
Or che tutta a figli tuoi
Sei conversa in un avel.
D'orfanelli e di piangenti
Chi lo sposo e chi la prole
Al venir del nuovo Sole
S'alza un grido e fere il Ciel.
A quel grido il Ciel risponde
Quasi voglia impietosito
Propagar per l'infinito,
Patria oppressa, il tuo dolor.
Suona a morto ognor la squilla,
Ma nessuno audace è tanto
Che pur doni un vano pianto
A chi soffre ed a chi muor.
Prego per l'Italia. Buon lavoro, Senatore.
Hai citato recentemente Leopardi, caro Alberto; e ben facesti, soprattutto in questo periodo, tragico e triste.
RispondiEliminaIo ho avuto la fortuna di arrivare al pensiero profondo del Recanatese – DD, Denker und Dichter ! – grazie all’ acuta analisi condotta da Emanuele Severino, ultimo grande filosofo italiano, recentemente scomparso.
Per tenerci su, e risollevarci un po’, ci immergiamo allora nell’ oceano leopardiano rileggendo “ ALLA LUNA “, poesia poco nota o dimenticata.
“O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna.
E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore.
Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri!
Le auguro di eseguire il brano, che è squisito, in piena serenità e come premio del Suo impegno istituzionale, di cui in questo momento abbiamo tanto bisogno. Verranno tempi migliori.
RispondiElimina