sabato 17 gennaio 2015

La svalutazione deprime la quota salari (leggende metropolitane "monopartisan")

In questo post vi ho fatto vedere come i dati mostrino che una svalutazione generalmente non incide in modo significativo sul salario reale, cioè sul potere d'acquisto distribuito ai lavoratori, e in questo post vi ho fatto vedere (tirando le fila del discorso) perché ciò accade (con l'indicativo e non con il soggiuntivo, perché è un fatto e non un'opinione): ciò accade perché l'impatto della svalutazione sui prezzi non è governato dalla cosiddetta "bisettrice del PUDE", cioè dell'equazione di Giannino "inflazione = svalutazione" (corrispondente alla retta y = x, bisettrice del primo e terzo quadrante). Il trasferimento (pass through) della svalutazione sull'inflazione è inferiore a uno (diciamo che è una cosa del tipo "inflazione = 0.4 x svalutazione"), e prende tempo (diciamo che nel primo mese è una cosa del tipo "inflazione = 0.02 x svalutazione"), e nel frattempo nell'economia succedono molte altre cose.

Occhio però: dire che i salari reali rimangono stabili non significa dire che rimanga stabile la distribuzione funzionale del reddito, per un motivo molto semplice: sì, d'accordo, ai lavoratori viene distribuito lo stesso valore aggiunto, ma se il valore aggiunto totale aumenta perché l'economia riparte, ecco che evidentemente ai capitalisti viene distribuito più valore aggiunto. Questo è il punto sollevato tante volte (giustamente) da Emiliano Brancaccio, che fra l'altro ha appena pubblicato in proposito uno studio con Nadia Garbellini, uscito prima sulla Rivista di Politica Economica, il cui editor è il nostro amico Gustavo Piga, e prossimamente sul European Journal of Economics and Economic Policy: Intervention, il cui editor è un economista che vi ho citato spesso, Eckhard Hein.

Anche qui, una formuletta aiuta a far capire qual è il problema. Come vi ho detto spesso, e come spiego diffusamente nell'ultimo libro, è un problema di rapporto fra saggio salariale e produttività media del lavoro. Infatti:

dove W è il monte salari a prezzi correnti, N è il numero di occupati, quindi W/N è il salario medio (salario per addetto) in termini nominali (quello che abbiamo chiamato w - minuscolo - nei post precedenti), quindi (W/N)/p è il salario reale (per addetto), y è il prodotto a prezzi costanti (in "volume", non in "valore"), che in un'economia di mercato coincide con il totale dei redditi a prezzi costanti (visto che si produce per vendere, cioè per guadagnare), quindi y/N è il prodotto per addetto, cioè la produttività media del lavoro, e la quota salari è data dal rapporto fra monte salari nominale, W, e totale dei redditi nominali, py (cioè: reddito reale aggiustato per l'inflazione, per capirci).

Questo è il motivo per il quale non capivo come mai mi venisse detto che non parlavo di quota salari quando parlavo di salario reale e di produttività: essendo la quota salari il rapporto fra le due altre grandezze, in realtà la mia analisi dava più informazioni, perché, come sapete, faceva vedere che il crollo della quota salari in Italia non era dovuto a una esplosione del denominatore (aumento della produttività) ma a una depressione del numeratore (stagnazione dei salari), come abbiamo visto qui tre anni fa. Nell'ultimo libro però mi sono adeguato (non capisco ma mi adeguo) e come avrete notato ho aggiunto anche considerazioni sulla quota salari.

Vorrei parlarvi oggi di una leggenda metropolitana "monopartisan", quella che la svalutazione deprima la quota salari. È "monopartisan" per motivi ovvi: gli economisti "de destra", gli araldi del liberismo, non hanno alcun interesse a parlare di distribuzione del reddito, perché loro sono gli ideologi di un sistema che, come abbiamo visto tante volte, ha fatto esplodere la disuguaglianza appunto distorcendo la distribuzione del reddito a favore del capitale, e trasformando le nostre economie da economie wage-led (nelle quali una distribuzione del reddito - conforme alla stessa teoria dei capitalisti! - assicura che il prodotto venga assorbito, cioè non ci sia crisi di sovraproduzione), a economie debt-led (nelle quali una distribuzione del reddito che deprime i salari costringe stato e famiglie a indebitarsi per finanziare l'acquisto dei beni prodotti).

Quindi certa gente di distribuzione del reddito non parla, perché ha ovvi scheletri negli armadi. Meglio non far capire che negli ultimi trent'anni le cose sono andate più o meno ovunque così:


(ne abbiamo parlato qui, vi ricordate?): esplosione della produttività (blu) e stagnazione del salari (rosso), cioè esplosione dei profitti. Ovviamente se fossi la Confindustria, o il suo giornale "people" (il Sole 24 Ore), o la sua rivista scientifica (Rivista di Politica Economica), o il suo economista (Zingales), tenderei a glissare sul fatto che da trent'anni i dipendenti se la stanno prendendo in saccoccia!

Ma secondo me a sinistra non è che si debba essere molto più fieri di questo bel risultato, intendiamoci!

Perché il problema è che se in Italia le cose sono andate così, ciò è dovuto a diversi fattori geopolitici: la globalizzazione, il crollo del blocco sovietico, e, soprattutto, la cattura dei politici di sinistra da parte delle oligrachie europee. Come argomentano Del Savio e Mameli, non è un caso se trent'anni di integrazione europea si sono svolti all'insegna della crescita della disuguaglianza: ciò indica che le oligarchie sono riuscite a catturare i politici di sinistra (ricordate Napolitano, Barca, Spaventa, come erano contrari all'integrazione monetaria negli anni '70?), e a piegarle ai propri fini.

La sinistra è stata pagata? Ma no, dai, che cosa volgare! È stata fatta entrare nella stanza dei bottoni e le sono state garantite delle comode revolving doors, a lei e ai suoi ram-
polli.

Quindi anche la sinistra ha i suoi scheletri nell'armadio, e lo sappiamo. Alla crescita della disuguaglianza hanno assistito inerti, se non contribuito, partiti "de sinistra" e sindacati. Ma ora che il sistema sta esplodendo (perché più disuguaglianza implica, come spiego ne L'Italia può farcela, maggiore fragilità finanziaria e maggiore iniquità fiscale), c'è ovviamente chi pensa di cavarsela dicendo: "Be', ma io ero dalla parte giusta!".

In realtà, purtroppo, ci sono state solo parti sbagliate: ma non insisterò su questo punto, perché mi dà uno svantaggio sleale. Io infatti sono un totale outsider nel dibattito, non essendomi mai interessato di politica, e mi è facile parlare col senno di poi, come mi è facile rivendicare la mia assoluta estraneità ai fatti. Però (goofypolitics) anche questo "vantaggio" implica uno svantaggio. Mi si potrebbe chiedere: "E tu dov'eri? E tu che hai fatto?" Non molto, a parte dire nel 1997 che l'euro non ci avrebbe portato vantaggi. Voglio però dire che in una democrazia rappresentativa i cittadini non devono sapere tutto. Sarebbero i loro rappresentanti a dover capire e gestire i problemi, secondo l'indirizzo politico che pretendono di esprimere. Il problema è tutto lì: in un mondo normale si dovrebbe poter fare una vita normale, e non studiare fisica nucleare per sapere se le centrali di terza generazione sono sicure, o leggere l'American Economic Review per capire se unire Finlandia e Cipro sotto la stessa moneta è una cosa intelligente (be', nel secondo caso basta meno a capire, però...). Anche su questo Del Savio e Mameli fanno interessanti considerazioni.

Ora, però, vorrei venire al punto.

Se la svalutazione deprime la quota salari, la rivalutazione dovrebbe esaltarla, no? Deposuit potentes et exaltavit humiles. Perfino Dio, nella sua assoluta e totale libertà, non riesce a tirare la coperta da una parte senza lasciare scoperto chi sta dall'altra!

Suona logico, ma c'è un problema.

Ve lo faccio vedere con riferimento all'episodio che tanto preoccupa alcuni polemisti: la caduta della quota salari in Italia dopo la svalutazione del 1992. Ora, voi capirete che la svalutazione di qualcuno coincide con la rivalutazione di qualcun altro. Questo non è chiaro a tutti, va detto. Zingales e Giannino, ad esempio, sono convinti che se ci vogliono più lire per acquistare un marco (dato che la lira si è svalutata), d'altra parte con un marco compri le stesse lire di prima (perché il marco non si è rivalutato, o almeno loro non ne parlano).

Che ci vuoi fare, son ragazzi, e comunque ci sono terapie per questi problemi.

Ora, nel 1992 sappiamo benissimo che Italia, Regno Unito, Svezia e spicci svalutarono, mentre Germania, Olanda e altri rivalutarono. Vogliamo vedere i cambi contro ECU fra 1992 e 1994? Eccoli qua:


Nel 1994 un Ecu costava il 5% in meno in scellini, quindi lo scellino si era rivalutato, ma costava il 21% in più in lire, quindi la lira si era svalutata. Andando in fondo, un Ecu custava il 4% in meno in sterline irlandesi, quindi l'Irlanda aveva rivalutato... No! Dio santo, no! Come vi ho detto mille e una volta, le valute di Inghilterra e Irlanda hanno sempre quotato certo per incerto: vedete cosa c'è scritto? "ECU per sterlina", il che significa che in quel caso il -5% significa che con una sterlina compravi il 5% di Ecu in meno, cioè la due sterline si erano svalutate.

Ci siamo?

Ottimo, allora andiamo a vedere quanto è cresciuta la quota salari nei paesi che hanno rivalutato, così ci togliamo questo pensiero e dopo parliamo di cose serie.


(notate che ho adattato il cambio di Inghilterra e Irlanda esprimendolo incerto per certo, quindi una svalutazione la vedete con segno positivo nell'ultima colonna, ovvero come aumento del prezzo dell'Ecu in valuta nazionale)

 
Ma...

Noooooooooooooooooooo....

Cosa vedono le mie fosche pupille!

La quota salari è diminuita ovunque, sia nei paesi che hanno svalutato che in quelli che hanno rivalutato! Non c'è un singolo paese nel quale sia aumentata! E allora la rivalutazione che arricchisce il povero proletario? (secondo Boldrin, al quale il proletario sta tanto a cuore, sapete...)

Se volete, vi faccio anche il disegnino, vi va? Eccolo:


Dice: "Ma non ci si capisce niente!" Dico: "Perché non c'è niente da capire!" Gli statistici vedono subito che questa relazione non è statisticamente significativa. Il 92% della variazione della quota salari è spiegato da fattori diversi dalla svalutazione, il che, per i non tecnici, significa che quello che conta non è se svaluti o rivaluti, ma come gestisci il riallineamento. Anche nella forte Germania, che aveva rivalutato del 5% rispetto all'Ecu (cioè alla media delle valute europee) la quota salari era caduta di 1.5 punti, per dire, e sapete perché?

Perché come ci ricorda Claudio Borghi la forte e brava Germania, una volta scomparso il vantaggio che le veniva conferito dal drogare il cambio, si era trovata nella triste situazione di dover licenziare 22000 operai alla Mercedes, tanto per dire! Voi mica sarete così imbecilli da pensare che la Germania competa sulla qualità?

Nessuno compete sulla qualità: si compete sempre e solo sul rapporto qualità/prezzo.

Se distorci il prezzo manipolando il cambio a tuo favore, creando un sistema nel quale se sei in surplus con l'estero, se tutti vogliono i tuoi prodotti e la tua valuta, quest'ultima non si apprezza, è ovvio che le cose per un po' ti vanno bene, fino a quando non ti vanno male.

Allora, qui si torna al punto nodale della mia divulgazione, che come sapete si nutre di vent'anni di esperienza di ricerca sulle economie in via di sviluppo.

L'imposizione di un cambio rigido, nelle esperienze dei paesi in via di sviluppo, ma anche dei paesi in transizione (il caso di scuola è l'Anschluss della Germania Est raccontato da Giacché), è sempre il primo passo dell'aggressione imperialistica di un capitalismo forte (Stati Uniti, Germania...) ai capitalismi satellite e ai loro simpatici proletari. Questo ormai lo dice anche il Fondo Monetario Internazionale, laddove ammette che qualsiasi crisi finanziaria dei paesi emergenti è stata preceduta da una qualche forma di "agganciamento" a una valuta forte (pag. 3 secondo capoverso)! Chiaro? Le crisi dei paesi emergenti sono state, storicamente, il pretesto per imporre politiche di "aggiustamento strutturale", cioè per imporre l'agenda del Washington Consensus (per gli amici WC). E sono proprio loro che ce lo dicono: "Guardate che la precondizione per andare in giro per il mondo a massacrare le classi medie e i lavoratori è sempre stato il cambio fisso", loro, che ora stanno facendo questo lavoro qui da noi con la troika!

Non so se vi rendete conto: er Nutella sorpassato a sinistra da Olivier Blanchard...

E perché lo stanno facendo da noi e non nel resto del mondo? Ma perché il resto del mondo segue una tendenza storica e evolve verso una gestione più flessibile del cambio (e anche questo ce lo dicono loro).

E allora, cazzo, diciamolo in modo chiaro, anziché parlare di animali mitologici!

Non è la "svalutazione" il problema, ma il come viene gestita, e purtroppo una svalutazione o una rivalutazione vengono necessariamente gestite male se

(a) il sistema è congegnato in modo da lasciar accumulare tensioni che possono essere sfruttate per distorcere la dialettica politica (FATE PRESTO!) e

(b) la gestione del sistema è affidata a banche centrali indipendenti da un controllo democratico e soggette a cattura da parte delle oligarchie.

Per questo il cambio fisso è uno strumento di lotta di classe, ovviamente a favore del capitale.

Lo dicevo quattro anni or sono, un po' a intuito, e quattro anni di ricerca me lo hanno confermato (ringrazio a questo proposito il collettivo trotzkista del FMI). Il cambio fisso, non la svalutazione, deprime la quota salari, e la gestione delle crisi che il cambio fisso provoca influenza in modo avverso la distribuzione del reddito sia nei paesi "virtuosi" che in quelli "viziosi".

Deve necessariamente essere così? Certo che no. Però bisogna avere consapevolezza del problema. Sono altresì quattro anni che parlo di indicizzazione del salari, tanto per dire, e che vi spiego come essa non necessaramente abbia un impatto inflazionistico.

Certo, in questi quattro anni avrei potuto parlarvi del Leptailurus serval.

Sarebbe stato più facile.




(...visto che siete tanto curiosi dei beksteigge, vi segnalo che abbiamo avuto interessanti occasioni di avviare una dialettica costruttiva con Emiliano su questi problemi, cosa della quale sono particolarmente lieto. Ovviamente, il presupposto di questa dialettica è che certi animali, se evocati, vengano chiamati con nome e cognome. Ma credo che siamo ormai d'accordo sul fatto che il nostro campo di indagine è l'economia e non la zoologia, che il problema non sono i riallineamenti del cambio ma come vengono gestiti, che l'euro è comunque morto, che prima ci sbrighiamo meglio è, e che Bagnai non è un leghista libbbberista bbrutto amico di Nomura e di Salvini. Quest'ultimo argomento va bene bene per i marxisti dell'Illinois, strappa senz'altro l'applauso in certi oscuri angiporti, ma quando c'è da fare un discorso serio - cioè con certi interlocutori - ovviamente ci si attiene ai fatti: per me parlano i miei libri. Chi li ha letti ha capito, chi non li ha letti fa miglior figura a stare zitto, e se non lo capisce da solo glielo spiego io, ma solo se ho tempo da perdere...)

34 commenti:

  1. eh, caro professore, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Aveva quasi scritto un post perfetto, avevo già pensato: ma guarda son d' accordo con tutto. Non mi va a cadere proprio all' ultimo ? Quel "prima ci sbrighiamo meglio è" è come una cacca di zanzara su un quadro di valore, assolutamente in contraddizione con il resto dell' articolo. Ma come ? Impiega 100 righe per mostrare che il problema non sta nella svalutazione ma in come la si gestisce e poi se ne esce con quell' inciso che significa chiaramente: "intanto svalutiamo e poi decidiamo come gestire la svalutazione".

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    1. Carissimo, il tuo retropensiero da poveraccio non inficia il fatto che dove si parla seriamente anche Emiliano concorda sull'ovvio, ovvero che prolungare questa agonia ci mette a serio rischio. Un giorno capirai, ora torna a ragliare con la "sinistra antieuro". Se siete lo 0.0001% un motivo ci sarà, no? Ecco.

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    2. Adesso Emiliano concorda?
      Amato, Confindustria (così la Germania ha abbassato il benessere nell'Eurozona)... quanti outing... quanti scricchiolii... il carro comincia ad affollarsi...
      Ma allora ci siamo davvero?!

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    3. A domanda retorica, riposta retorica (che però a qualcuno serve): sono lo 0.0001% perché sono una manica di omississ, più qualche venduto che li pascola e se li porta dove vuole.

      Chiunque abbia un po' di sale in zucca comprende benissimo che la situazione in cui ci troviamo è grave, basta dare un'occhiata ai dati, per esempio quelli riportati sul blog Kappa Di Picche nell'articolo ITALIA GAME OVER (UN ANNO DOPO):

      «… nel 2014 hanno chiuso 15.605 imprese (circa 2 all’ora, 62 al giorno [N.d.CdB: considerando un anno di 251 giorni lavorativi]) negli ultimi 6 anni hanno chiuso i battenti oltre 85.000 tra piccole e medie imprese.»

      Non ci vuole un genio a intuire che la distruzione della nostra base produttiva, rimanendo nell'eurozona, comporta una diminuzione della quota salari maggiore che una cattiva gestione della svalutazione di una ipotetica nuova lira (il modello di a/simmetrie fornisce delle stime a questo proposito).

      Cattiva gestione che non è detto debba durare in eterno: una volta eliminato il vincolo esterno —il cui pezzo forte è l'euro— si dovrebbe riaprire una dialettica democratica, che non si riaprirà mai continuando con le menzogne, le omissioni, le mistificazioni. È per questo motivo che i discorsi sull'uscita da destra, da sinistra, da sopra e da sotto sono stucchevoli e fanno mal pensare («ma siete veramente così imbecilli o qualcuno vi paga per esserlo?»).

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  2. Sono solo dati. Io so perché ve li mostro, come chi ve li nasconde sa perché ve li nasconde.

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  3. vediamo se ho capito e se il PROF non mi cazzia come sempre
    fanno parità € $ allora l'€uro si svaluta molto ( e in questo periodo si è svalutato molto anche se i piddini pensano alle cariole ) svalutandosi molto la grande germania può vendere molto in $ e guadagnare una montagna di dollari , che essendo per ora la moneta mondiale , non vengono all'atto del pagamento convertiti in € e così l'€uro non si rivaluta , loro si sa che sono furbi, ma ( e ce sempre un ma ) se nell'arco di un anno o 2 l€uro finisce a loro ritorna il Marco o il Renzio ( ad onorem ...) ma bello svalutato e continuano a mettersi in pancia $ che così sono sempre concorrenziali e qui cade tutta la teoria macroeconomica ( anni passati a rosicchiare agli stati europei hanno insegnato a loro come fare ) , ma il 'ma' deve ancora arrivare e arriva nel momento che il $ perde la qualifica di valuta mondiale , è uno scenario possibile o solo fantasie notturne dopo una polenta mal digerita ?

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    1. Nota di colore (de utilitate melanzanae ad hypocritas agnoscendum):
      un mesetto fa vedo un ingenuo su tw scrivere a un collettivo di scrittori (in basso a sinistra) "leggete bagnai o brancaccio cazzo!" risp: "essere anche solo parzialmente in disaccordo con bagnai non è contemplato, immaginiamo" e proseguire "tu vai con salvini: tu sei salvini"
      prot

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    2. Sai, se Emiliano mi fa la cortesia di riconoscere che non dico minchiate, sinceramente dei folcloristici Vu Minkia (erano quelli?) posso sbattermene. Lasciamoli al loro eloquente anonimato.

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  4. Grazie, per me un post molto importante,mi genufletto quasi definitivamente.

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    1. Preferirei che tu stessi in piedi e capissi che ti prendono in giro. Sarebbe anche interessante capire perché certe ovvie verifiche non vi vengano in mente.

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    2. Se la leggo ormai da tempo vuol dire che qualche dubbio ce lo avevo, poi per me è difficile formalizzare i miei sospetti, non ho gli strumenti cognitivi adeguati.Scoprire qualcuno che sia capace di far capire anche a chi ha bagagli culturali diversi non è evento così frequente.

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  5. Solo parzialmente OT:
    Goofy-confindustria

    C’e’ grande movimento sotto il sole e piano piano tutti vengono nel suo caruggio prof...

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    1. I caruggi non sono posti tranquilli. Si rischia la coltellata. Se posso evito.

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  6. Dal link di cui sopra:
    "per aggiustare i conti i Paesi in deficit hanno dovuto recuperare competitività di prezzo e ridimensionare gli standard di vita, generando deflazione e riduzione della domanda che non sono state compensate, come sarebbe stato logico e opportuno, da politiche espansive nei paesi in surplus, Germania anzitutto. Risultato: domanda interna dell'Area euro più debole, occupazione e redditi più bassi. Insomma, minore benessere per tutti, compresi i tedeschi. E deflazione nell'intera Area…"

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    1. Chi ha spremuto tutto quello che c'era da spremere ringrazia l'euro e prepara il congedo.
      Quando inizieranno a ricevere le loro sovvenzioni in valuta nazionale, ci arriveranno anche quelli de sinistra.

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  7. con la svalutazione del 1992 è stata fatta una manovra da 45ml.. una cosa mostruosa tanto che il PIL dell'anno successivo cadde del 3% (non esisteva all'epoca il moltiplicatore fiscale).
    e vogliamo parlare poi di svendite, manovre dal 6% di avanzo e riallineamenti?
    come cacchio aumentano le quote salari se sei sempre più precario?

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  8. Il titolo dell'articolo è fuorviante, per quanto poi ci sia la seconda frase fra parentesi.
    Inoltre, nel rapporto che definisce la quota salari (nell'Italia può farcela non è spiegato bene cosa sia questa benedetta quota salari), W/py, l'articolo dice che il denominatore è il "totale dei redditi nominali, py (cioè: reddito reale aggiustato per l'inflazione, per capirci)."
    Si può anche dire che py è il PRODOTTO TOTALE ?

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    1. No. Si potrebbe dire che è il prodotto nominale, se dopo quattro anni che lo spiego qualcuno lo capisse.

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  9. "(ringrazio a questo proposito il collettivo trotzkista del FMI)"... Ahahahahah......
    ehm, Zingales e Giannino non sono quelli che paventavano di andare a fare la spesa con la carretta ? Avevano ragione ! Solo che ci andremo (euro che perde il 30% in un giorno..) con la carretta piena di euro..

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  10. http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Impresa%20e%20Territori/2015/01/csc-nota-3-170115.pdf
    Lei lo aveva previsto sin dall'inizio, e così è stato.
    Ora inizia la fase, la più difficile: mica ci dimenticheremo dei tanti suicidi che hanno provocato, dei bambini lasciati morire per non pagare i farmaci, delle case e fabbriche perdute?

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  11. Questo è il migliore armamentario insieme agli altri post per zittire qualsiasi beota.

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  12. (1994) Avanzi Sound Machine (Guzzanti, Fassari)

    Questa la dedichiamo (forse, fuori tempo massimo) a tutti quelli del più Europa. Lo sapevamo già.
    https://www.youtube.com/watch?v=KnUGtcMYTyo&list=PLIwbUqxqJSSKlJy2eN2aevJHrrtpTBGq0&index=1

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    1. Bellissima. L' Avanzi sound machine è una chicca imperdibile. Ma non fatelo vedere ai piddini, perchè il sol dell' avvenire a Maastricht è il loro credo. Il mondo è pieno di fondamentalisti, e non sono tutti islamici......

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  13. Maestraaaaa! Bagnai vuole dare il Ritalin a Zingales e Giannino e ai diversamente europei!

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  14. Il senso del post pare essere doppio:

    1) Non ascoltate ciò che le persone dicono per essere ascoltate, ma quello che scrivono quando devono essere pubblicati.

    2) I dati su svalutazione, rivalutazione, quota salari potevate cercarveli da soli.

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  15. Immenso!
    E stasera pizza con melanzane per festeggiare l'evento!

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  16. L'euro esiste per impedire al Marco tedesco di avere lo stesso destino del Franco svizzero! Non esiste uno 'stop loss' possibile in un sistema a moneta unica, come, invece, sempre c'è in un sistema a cambi fissi.
    Ma questo ce lo aveva spiegato Lei già 'Nel tramonto'; ora, poichè non è pensabile andare ulteriormente avanti, dovremo attenderci che allo 'stop loss' si sostituisca una sorta di guerra sociale in cui ogni popolo cercherà, legittimamente, di difendere i propri patrimoni. Ė evidente che chi protegge case e industrie, ha maggiori motivazioni di chi si trova a difendere banconote (a firma Draghi) o altri pezzi di carta (o bit) costituenti riserve valutarie.
    Non sarà agevole nè serena, ma l'uscita da questa trappola è ineluttabile; prepariamoci, giacchè prima sarà prima finirà il tormento, e se ne riparla poi tra una settantina d'anni...Ma questa è una Storia che non mi appartiene!

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  17. Post definitivo. Direi.
    Sono molto contento che stia riallacciando i rapporti con Brancaccio, che al netto di tutto il paraculismo politico, e' un signor studioso.

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  18. Lo so che questo è un blog di economia, che è il suo blog, che mi sto cercando l'asfaltata... Ma come in un precedente commento mi faceva giustamente notare che Wikipedia italiana non è attendibile in campo economico, mi corre l'obbligo (della serie mi scappa) avvertire tutti che anche la voce di wikipedia da lei citata nel post contiene una sesquipedale "lieve imprecisione", in particolare c'è scritto sui DSA che " si ritiene che abbiano la stessa origine di tipo neuropsicologico e solitamente hanno carattere ereditario." In breve: è una caxxata!" Leggere The dyslexia debate, un buon commento è qui Mi perdoni l'OT. Anzi, visto che personalmento amo wikipedia e il suo spirito, vorrei lanciare "il gesto eclatante" per i suoi lettori: perché non correggiamo wikipedia nelle voci economiche "lievemente imprecise'?

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  19. Post scriptum: il suo post è un'arma di distruzione di massa del piddume che infesta la mente di tanta gente... Grazie!

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  20. "Voglio però dire che in una democrazia rappresentativa i cittadini non devono sapere tutto. Sarebbero i loro rappresentanti a dover capire e gestire i problemi, secondo l'indirizzo politico che pretendono di esprimere. Il problema è tutto lì: in un mondo normale si dovrebbe poter fare una vita normale, e non studiare fisica nucleare per sapere se le centrali di terza generazione sono sicure, o leggere l'American Economic Review per capire se unire Finlandia e Cipro sotto la stessa moneta è una cosa intelligente (be', nel secondo caso basta meno a capire, però...)."

    Andrebbe inciso a caratteri cubitali, non saprei dove ma andrebbe inciso.

    L'unica valido argomento che renderebbe una democrazia rappresentativa di per sé legittima agli occhi di un insieme più o meno omogeneo di cittadini è proprio questo (dando per implicito il riferimento al "sapere esperto" a cui i "decisori" si affidano nella loro pretesa di esprimere un indirizzo politico, diversamente declinato). IMHO, altri non ne vedo.

    Per dire, il concetto di "elasticità delle importazioni al reddito in Italia", oltre che essere un mero dato fattuale, è cruciale per smontare l'ultimo, disperato bastione in difesa dell'euro (o almeno questo è quanto credo di aver capito): la fine dell'austerità imposta dalla Germania e la svalutazione dell'euro sul dollaro, permetteranno la ripresa economica indispensabile per riportare il sistema in carreggiata.

    A differenza dei precedenti casi, è tragico constatare come un argomento tanto decisivo sia di fatto incomunicabile. Non tanto all'atto pratico, quanto per l'effetto che genera nei nostri interlocutori (così come in molti di noi). Detto terra terra, una volta che lo so - che esiste il cervellone Target2, che poi arriva la Troika - io quali sbocchi trovo? Anche se intuisco quali squilibri provoco, e in condizioni "normali" non dovrei preoccuparmene, se comunque non mi posso permettere di acquistare i costosi beni italiani (sempre a trovarli), rimangono ben poche alternative, e tutte negative per i conti esteri.

    Con che faccia si può sostenere: "No, tu non devi spenderti gli aumenti perché complichi la situazione, alimenti gli squilibri. Prima dobbiamo uscire dall'euro!". Non si può, hai voglia a razionalizzare! Nella migliore delle ipotesi si passa per accoliti del "partito tedesco", con le sue propaggini radicate in ogni partito italiano, e soprattutto sarebbe irriguardoso nei confronti dei tanti italiani che per sopravvivere sono arrivati a tagliare l'inimmaginabile. Rimane il sospirone? L'eversione?

    Questa è materia di politica economica (o di economia politica?) che chiama espressamente in causa i "decisori", i quali devono (dovrebbero) farla propria e a seconda degli interessi rappresentati (o pretesi tali) trarne le dovute conseguenze. Sono loro che hanno (avrebbero) l'autorità per impedire il definitivo commissariamento dell'Italia, un mandato popolare che li legittima. Sempre che non abbiano deciso di scaricare definitivamente le proprie responsabilità su entità terze, nel qual caso rimarrebbero un costo inutile che nessuno è più disposto a sostenere.

    O sono ricattabili o sono totalmente rincoglioniti...

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