martedì 13 gennaio 2015

Cambio nominale e cambio reale: leggende metropolitane bipartisan



(la serie sulle leggende metropolitane bipartisan sta incontrando un certo favore. Ieri vi ho mostrato che non è vero che una flessione del cambio si traduca in una pari flessione dei salari reali. Spesso, anzi, i salari reali aumentano – e se ci pensate non è strano, visto che normalmente una flessione del cambio fa ripartire economia e produttività. Qui l’economista standard “de destra” o “de sinistra” vi dirà: “No, è impossibile, è illusorio. Una flessione del cambio nominale (prezzo della valuta nazionale) non può far ripartire l’economia, perché quello che conta per gli acquirenti esteri è il cambio reale (rapporto fra prezzi nazionali ed esteri), che quando il cambio nominale si svaluta rimane inalterato, perché è vero che la valuta nazionale diventa più conveniente per l’acquirente estero, ma è anche vero che i prezzi interni aumentano in pari misura, perché noi importiamo le materiepriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiime, che diventano più care. Quindi la svalutazione è una droga ecc. ecc.”. Mai sentita scemenza più colossale, smentita dalla letteratura scientifica perché smentita dai fatti. Ma prima di andare avanti, mi tocca spiegarvi ancora una volta, l’ultima, cos’è il cambio reale. Credo che un equivoco sulla sua definizione – o un congruo assegno da Bruxelles – sia il motivo per il quale tanti colleghi “de destra” e “de sinistra” aderiscono al pensiero unico, che in questo caso è quello del dr. Giannino. E allora permettetemi di spezzare una lancia sulla pelata di quest’ultimo: perché mai lui non dovrebbe chiamarsi “dottore”, se tanti che dicono esattamente le stesse scemenze si fanno chiamare “professori”? Lancio quindi l’hashtag #jesuisoscar, dedicato agli spregevoli servi nella vigna del pensiero unico, e da umile servo nella vigna dei dati mi accingo a produrvi il risultato di una rapida vendemmia...)

Se vi dicessero: “Guarda che l’avvitatore che ti serve puoi averlo sotto casa a 59 euro, oppure puoi comprarlo online in Corea del Sud, e ti costa 63000 won”, voi quale scegliereste?























































































...ecco, appunto, prima dovete vedere quanto costa un won, giusto?





















































Bravi.

Allora, santissimo Iddio, è mai possibile che ogni volta che parliamo di cambio reale mi sembra di rivolgermi a una vasca di carpe?

Dunque, il ragionamento che (spero) facciate è più o meno questo: per comprare un euro ci vogliono 1273 won, quindi per comprare un won ci vogliono 1/1273 = 0.00078 euro, il che significa che per comprare 63000 won (cioè il cacciavite) ci vogliono 63000x0.00078= 49.69 euro, il che significa che il cacciavite coreano mi costa di meno di quello italiano, che di euro ne costa 59, il che significa che lo compro (se poi sono piddino, lo compro anche se costa di più, primo perché non so le tabelline, e secondo perché tutto quanto è italiano è per definizione peggiore di tutto quanto è estero).

D’altra parte avreste anche potuto dire: “Se per comprare un euro ci vogliono 1273 won, questo significa che se io fossi coreano e dovessi comprare il cacciavite italiano spenderei 1273x59=75107 won. Ehi, ma allora mi converrebbe quello coreano, che ne costa solo 63000! E, fra l’altro, mi conviene anche se (purtroppo) sono italiano!”.

Respirone profondo, stampare, leggere rileggere, e poi andare avanti.

Poi, capito: poi!

Perché io posso (perché devo) accettare che degli ordinari di economia siano degli imbecilli. Ma da voi non devo accettarlo, e quindi posso smettere quando voglio. Cristo santo: ognuno di voi, ogni singola persona che legge questo blog, quando maneggia i suoi spicci è più rapida e più accorta di me: come diavolo è possibile che appena si parla di valuta sbarelliate? C’è evidentemente qualcosa di antropologicamente profondo, che trascende ogni vostro controllo e ogni mio sforzo didattico.

Bene.

Io però insisto: è una battaglia fra la mia forza di volontà e la vostra, e avete già perso.

Senza rendervene conto, sopra, avete parlato di tasso di cambio reale. Dice: “Ma veramente abbiamo confrontato due prezzi!” Cazzo sì! Il tasso di cambio reale è il confronto (rapporto) fra due prezzi. Punto. L’unica “difficoltà” (che senza accorgervene avete superato) è che siccome non si possono sommare mele con pere, non si possono confrontare won con euro. Lo capite, no, che il cacciavite coreano costa di meno, anche se in coda al suo prezzo (in won) ci sono tre zeri, giusto? Questa domanda vi offenderà, me ne rendo conto, o almeno lo spero...

Occorre quindi che i due prezzi siano espressi nella stessa unità di misura, nella stessa valuta. Insomma: se volete un avvitatore, bisogna che confrontiate i prezzi di quello europeo e di quello coreano entrambi in euro, o entrambi in won. Chiaro che se siete europei, vi tornerà più comodo ridurre tutto a euro. Ma è altresì chiaro che alla fine quello che conta è il rapporto, quindi se usate euro, won o rupie il problema è solo e soltanto quello di capire se il rapporto fra il prezzo del prodotto italiano e quello del prodotto estero è maggiore o minore di uno. Se è maggiore, il prodotto italiano costa di più e non conviene. Se è minore, il prodotto italiano costa di meno, e conviene. Se siete piddini, tornate all’inizio e rileggete.

Ce la facciamo a formalizzare questo discorzetto? Dunque: da quando usiamo l’euro quotiamo il cambio certo per incerto, cioè come quantità di valuta estera che acquistiamo con una unità di valuta nazionale. Insomma: il cambio certo per incerto fra KRW e EUR è 1273, quello incerto per certo è 0.00078. Allora, il confronto che avete fatto  è di questo tipo:

Nota: sopra avete il prezzo “domestico” (come dicono quelli che dicono “decade”), ovvero interno, ovvero italiano (si può dire o è una parolaccia?) espresso in  valuta estera, e sotto avete il prezzo estero espresso in valuta estera. Il rapporto essendo maggiore di uno, questo significa che il prodotto italiano costa di più, e quindi è meno conveniente.

Ci siete?

E se invece vogliamo confrontare i prezzi in euro? Semplice:


Quindi non conta quale unità di misura scegliate: il rapporto è uguale, e se è maggiore di uno vuol dire che il prezzo che sta sopra (sarebbe il numeratore) è più grande di quello che sta sotto. Siccome sopra c’è il prezzo italiano, cosa fare lo capite. Lo capite che due iarde sono il doppio di una iarda e due parsec sono il doppio di un parsec, anche se in un parsec ci sono 3.37E+16 iarde?

(se qualcuno mi rivede i conti mi fa un favore, e se non mi rompe le palle me ne fa due, che è il doppio di uno, ad esempio...)

Naturalmente, ogni prodotto coreano ha un prezzo in won, ogni prodotto italiano ha un prezzo in euro, ogni operatore economico fa i suoi conti ecc. A livello macroeconomico, cioè in termini aggregati, la valutazione la faremo non sul prezzo del singolo prodotto, ma su un indice medio di prezzi. Quindi avremo una cosa del tipo:

Cioè: il tasso di cambio reale è uguale al rapporto fra i prezzi interni (espressi in valuta estera moltiplicandoli per il cambio certo per incerto) e i prezzi esteri (espressi in valuta estera perché sono espressi in valuta estera).

Ora, attenzione: quando diminuisce questo rapporto? Quanto scende e (svalutazione “esterna”, cioè del cambio nominale, del prezzo della valuta), quando scende p (svalutazione “interna”, cioè dei prezzi interni, e quindi verosimilmente dei salari interni), o quando aumenta pW (rivalutazione “interna” del paese concorrente).


E quindi quando aumenta? Vedetevelo voi per esercizio.

Altro problema: mentre sopra abbiamo considerato prezzi monetari (63000 won, 59 euro, per dire), e abbiamo visto che quello che conta è il loro rapporto espresso nella medesima valuta (che era 1.19), quando passiamo a livello macro abbiamo a che fare con indici, e in quel caso il valore del rapporto non ci dice più nulla, perché dipende dalla base dei prezzi. Quello che conta, in questo caso, è la dinamica. In altre parole, non possiamo dire se il cambio reale è “alto” osservando solo lui, ma possiamo però dire che sta salendo o scendendo se ne osserviamo il percorso storico. Insomma, a livello macro un valore di 1.19 potrebbe benissimo essere sottovalutato (e indicare una convenienza ad acquistare in Italia). Ma certo che se passa da 1.19 a 1 siamo sicuri che l’Italia ha svalutato in termini reali (per uno dei tanti motivi esposti qua sopra).

Se stiamo considerando i rapporti con l’estero di un paese, dobbiamo anche tenere conto del fatto che ogni singolo paese commercia con tanti altri paesi, ognuno dei quali ha una sua valuta e un suo livello dei prezzi, e ognuno dei quali ha una sua rilevanza (grande o piccola). Quindi il tasso di cambio reale di cui sopra non va più bene, perché è bilaterale (Italia-Corea, ad esempio), e si usa un tasso di cambio effettivo reale (dove effettivo indica una qualche forma di media ponderata).

Ora attenti, perché qui arriva il bello.

Avete presente i cretini che sostengono che se svalutiamo del 20% il cambio nominale le materie prime aumentano del 20% e quindi i prezzi interni aumentano del 20%? Lo avete sentito dire, vero? O è successo solo a me? E che quindi la svalutazione è inutile perché l’inflazione se la mangia?

Con un minimo di formule è facile capire cosa vogliono dire. Immaginiamo di avere il cambio nominale a 1 e di essere nell’anno base dei prezzi, che sono quindi uguali a 100 qui e all’estero. Il cambio reale è 1:


Ora, girano per l’Italia tante persone prive di rispetto per le tante vittime della crisi, le quali che cosa vi dicono? Vi dicono che se il cambio nominale si svaluta del 10%, cioè scende a 0.9, allora i prezzi interni salgono di altrettanto, cioè vanno a 110, e quindi il rapporto (cioè il cambio reale) resta più o meno identico:

e quindi la svalutazione nominale non ha effetti sulla convenienza ad acquistare in Italia, perché l’aumento dei prezzi interni compensa la diminuzione del prezzo della nostra valuta.

Per curiosità, volete vedere con me quante volte questa cosa è successa, cioè quante volte è accaduto che una svalutazione nominale (una diminuzione di e) abbia lasciato inalterato, almeno dopo un lasso ragionevole di tempo, il cambio reale?

Vi servo subito, prendendo ad esempio i casi analizzati nel post precedente. Lì avevamo visto la svalutazione (effettiva) nominale insieme al salario reale, e qui vediamo la svalutazione (effettiva) nominale insieme alla svalutazione (effettiva) reale. Se quello che dicono i #jesuisoscar è vero, allora la svalutazione nominale non dovrebbe avere effetti, o per lo meno non effetti persistenti sul cambio reale, il che significa che noi dovremmo vedere un cambio nominale che scende, e un cambio reale che o non scende (restando al valore base, cioè a 100), o scende e torna rapidamente alla base (cioè a 100).

E infatti:












Dunque: nell'ultimo grafico il tasso reale ritorna a 100, ma perché ci torna praticamente anche quello nominale: la svalutazione (nominale e reale) è seguita da una rivalutazione (nominale e reale). Altrimenti, con la sola eccezione notevole del Messico (tanto per cambiare), dove la svalutazione nominale persiste, ma il cambio reale comincia praticamente da subito a rivalutarsi (anche se dopo quattro anni è sempre sotto del 20%), in tutti gli altri casi la svalutazione nominale si associa a una persistente svalutazione reale, cioè la manovra del cambio altera in modo persistente il rapporto di convenienza dei beni fra paesi, e nei quattro anni che rappresento questo effetto evidentemente non è annullato né da svalutazzzzzionicompetitivebbrutteguerravalutariamammaliturchi altrui, né da inflazzzzioneaquarantasettecifre interna, né da un cazzo di niente. Altro che effetti temporanei! Dopo quattro anni sono ancora lì, gli effetti, in alcuni casi, certo, erosi parzialmente dalle mille cose che possono succedere in quattro anni, ma in altri (Corea del Sud, Finlandia), si assiste addirittura all'apparente paradosso per cui una rivalutazione nominale (la linea blu che rimbalza verso l'alto) non è seguita da una pari rivalutazione reale: il cambio reale rimane lievemente più svalutato.

Paradosso? Direi di no, ci sono modelli che lo spiegano. Evidentemente Corea e Finlandia hanno, grazie al rilancio dell'economia determinato dal riallineamento nominale (la Corea è un paese manifatturiero come noi), creato condizioni per contenere i costi di produzione (maggiore produttività). Si chiama modello di Kaldor, Dixon, Thirlwall e penso di avervene parlato.

Sintesi? La sintesi è che quello che pensa Giannino, e tutti quelli che ragionano (?) come lui, non succede mai, assolutamente mai, un cazzo di mai, cioè mai, ovvero:

MAI
come

MALEDETTI
ASSASSINI
INFAMI
che poi è una calzante definizione di chi sostiene il contrario, e di chi gli dà spazio sui media e diritto di tribuna: queste persone non sono solo delle persone che non avrebbero titolo per esprimere la loro disinformata opinione (senza contare che in materia di scienza il diritto di opinione non esiste: non si può dire "io credo che il tumore si curi con la diossina", o meglio: lo si può benissimo dire, ma non in una trasmissione del servizio pubblico, camuffata da trasmissione di informazione medica, senza contraddittorio alcuno e senza alcun fact checking: questo è quello che accade ogni giorno sotto i nostri occhi e noi lo tolleriamo!). Oltre ad essere persone che non avrebbero alcun titolo ad esprimersi (nonostante gli eventuali titoli accademici), queste persone sono anche e soprattutto degli infami assassini e dei nemici della nostra democrazia (duole dirlo), perché questa loro assurda menzogna, che è smentita dalla letteratura scientifica perché è smentita dai dati e dal buon senso, è il sostrato ideologico e l'argomento ritenuto più convincente da chi ci vuol far restare in questa assurda trappola, l'argomento secondo il quale "tanto aggiustare il cambio è inutile, la svalutazzzzzione è come una droga"...

E se questo è l'argomento più convincente, figuratevi gli altri!




(chi mi sa dire in termini tecnici perché la svalutazione reale persiste dopo una svalutazione nominale riceve ovviamente il Goebbels d'oro. C'è una parolina inglese, vediamo chi se la ricorda...)

(ogni volta che un imprenditore o un operaio si suicidano, il loro sangue ricade sui #jesuisoscar. Chi semina menzogna raccoglie violenza. Perché in questo paese si continua a conculcare la democrazia e il dibattito?)

100 commenti:

  1. OT. fortemente OT.:

    Qualcuno mi aiuta a tradurre questa frase tratta dal portale INPS italiano (?) ?
    Grazie.

    Füllen Sie das Formular in DEUTSCHER Sprache

    Domanda di cancellazione della gestione Commercianti
    Utente non titolare di impresa appartenente alla categoria consentita

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    1. Riempire il formulare in lingua TEDESCA.

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    2. Mah, qualcuno c'è, che parla un ottimo tedesco, ma non ci credo che tu non possa chiederlo a nessuna altro, tipo in strada a un amico. Altrimenti la domanda sarebbe inutile, o no? Poi c'è il mitico "google translate..."

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    3. "Compila il modulo in lingua tedesca"

      grazie a google traduttore ovviamente....

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    4. Scusate ma volevo essere ironico...si tratta del portale Inps.

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    5. Ecco

      Anch'io mi sono domandato how the fu.. in una struttura italiana (INPS) si deve compilare formulari in lingua tedesca.

      A già adesso nel INPS c'è il tedescofilo boeri, quello che ci vuole una treuhandanstalt italiana. Quella tedesca ha chiuso con un deficit di 270 mrd. è con centinaia sè non migliaia di procedure a giudizio per corruzzzzione, una mani pulite al quadrato.

      Sempre quando si crede di aver toccato il fondo del imbecillità, tò arriva il boeri grande sostenitore della Treuhandanstalt al INPS.

      A questo punto c'è solo da sperare che l'EZ salti in aria il piu presto possibile.

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    6. L'INPS ha nel portale una sezione in lingua tedesca per la provincia di Bolzano. È probabile che si tratti di una commistione dei due portali

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    7. Se cerchi con attenzione trovi la stessa cosa in francese e in sloveno. E lo stesso nel sito dell'Agenzia delle Entrate ecc... Sono le Regioni a Statuto Speciale,Bellezza!

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    8. Ragazzi stiamo attenti, sapete bene che in Italia c'è la tutela delle minoranze linguistiche e così l'Inps si è semplicemente adeguata.
      Comunque la procedura di nomina di Boeri non è stata ancora completata ...

      PS: non è che la paranoia di questi giorni ci sta un po' contagiando?

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    9. Scusate, non volevo alimentare la polemica, ma, non essendo complottista né paranoico desidero precisare che:

      1) la scritta in tedesco NON nasce da un menù ma dal mio tentativo di cancellare la mia vecchia società, è un messaggio di errore che mi da il sistema

      2) non ho trovato, perchè non cercato, un menu delle lingue alternative all'italiano. Comunque credo che le minoranze linguistiche, legittime, debbano conoscere la lingua italiana, quindi non vedo la necessità, su di un portale nazionale, di adottare lingue alternative. (Troppo nazionalista ? Pazienza.)

      3) Credo piuttosto che l'errore nasca dal fatto che si sia acquistato un sistema di gestione dalla germania e che nessuno ne abbia verificato la correttezza.

      E qui la chiudo
      Ciao

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  2. visto dopo 4 anni un TG (rai 3).. devo dire che è veramente campagna a 360 gradi sui "valori dell'occidente" e sugli effetti positivi del Jobs Act che si stanno già vedendo.
    Detto questo, dato che i beni importati rappresentano una quota del paniere, ad esempio per noi sul 30%, se svalutassimo del 15% (toh, 30% su Allemania e 10% su dollaro) allora avremmo un'inflazione aggiuntiva solo del 4% e rotti.
    e poi, per mantenere le quote di mercato gli importatori si segano i margini di profitto.

    Un'altra nota.
    Teoricamente se uno lascia fluttuare la moneta per un ampio periodo, a successive maggiori inflazioni seguiranno altre svalutazioni (se non ricordo male Nordvig ne aveva parlato in riferimento al dollaro nel caso in cui fossimo usciti dall'euro ovvero una prima botta del 7-10%, vado a memoria, e poi sul 20% dopo un 4 annetti, vado sempre a memoria).

    In ultima analisi, aumentando la produttività i prezzi non decollerebbero di certo (beh)

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    1. Il jobs act è una conseguenza di voler tenere a tutti i costi l'euro: per cui svalutiamo il lavoro, l'ha già spiegato anche il Prof. Che poi sia positivo, beh, non lo è proprio per niente.

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  3. Quanto condivido la sua rabbia! Davvero chi ha avuto l'opportunità' di formarsi e per stupida arroganza, per sciatto conformismo o per chissà' per quale altre ragioni nega l'evidenza, disinforma e distribuisce copiosamente paura nella gente ha una colpa molto più' grande!

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    1. Il pass-through (coefficiente di trasferimento) l'ho sempre interpretato come attenuazione; qui sembra si stia invocando un concetto temporale (la svalutazione reale persiste).

      Comunque mi pare di capire che si è aperta una nuova rubrica: la parentesi del quiz economico, che è un po' un esame in duecentocinquantaseiesimo. Sempre riallacciandoci al discorzo vi insegno a pescare (non a Pescara: 'ndo vi trovate, da cui il duecentocinquantaseiesimo e la mancanza di tasse di iscrizione).

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    2. Mi sa che hai ragione. Ma io non sono Giannino (per fortuna) e quindi attendiamo la risposta del prof.

      Chinacat

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    3. A proposito di pass-through, l'altro giorno mi sono imbattuto in questo lavoro, che forse può interessare:

      Another Pass-Through Bites the Dust? Oil Prices and Inflation. Abstract: This paper presents evidence of an important decline during recent decades in the pass-through from the price of oil to the general price level. …

      Sono andato a controllare se per caso è citato nel vostro Long- and short-run price asymmetries and hysteresis in the Italian gasoline market, ma pare non lo sia, almeno non nella versione working paper, a me accessibile.

      P.S.: il primo termine che mi era venuto in mente come appropriato era proprio isteresi (hysteresis), ma trattandosi di parolina inglese mi pare che non ci siamo, visto che in italiano si usa correntemente la parola italiana.

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  5. La smettiamo con 'sta palla dei suicidi, grazie?

    http://www.linkiesta.it/suicidi-crisi-dati

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    1. Caro, Linkiesta è una fonte assolutamente inattendibile: un manipolo di influencer sull'orlo della bancarotta. Ti pregherei di consultare le fonti scientifiche riportate in questo post, e ti ricordo anche che forse i morti vanno rispettati. Forse, non prenderlo come un obbligo.

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    2. In un commento sul FQ accusano il Prof di pari sciacallaggio rispetto a quello operato da Repubblica: ci sono i morti, meglio uscire vs. ci sono i morti, serve piu' europa. Peccato che i rapporti causa-effetto siano chiari in maniera lampante... Chi si ricorda di Montanelli (non casualmente santificato dalla piddinia) post Vajont?

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    3. Ho pescato una dozzina di link che dicono tutti la stessa cosa, ve li riporto tutti quanti (compreso quello dell'istat) o insistiamo a fare io-so-io-e-voi-non-siete-un-cazzo?

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    4. Forse non sono stato chiaro: sí, effettivamente tu non sei un cazzo. Sei solo uno dei tanti poracci che non hanno il coraggio di metterci la faccia, ma questo è un tuo problema e non c'entra con la questione, che è completamente diversa. Io ti ho fornito evidenze epidemiologiche presentate su riviste peer reviewed. Della tua "pesca" sinceramente me ne stracciafrego, perché è evidente che non hai strumenti culturali per vagliare le tue fonti. Mi spiace tanto... Facci un bel fritto e rasserenati.

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    5. A corollario degli studi scientifici indicati dal prof. Bagnai vediamo cosa dice la World Psychiatric Association (Società mondiale di psichiatria) ? Afferma che la relazione tra aumento della disoccupazione e incidenza dei suicidi esiste: per ogni punto percentuale di incremento della prima i secondi aumentano dello 0,79%
      PS: non posto da parecchio tempo per vicissitudini personali, ma non è venuta meno la stima per chi mi ha aiutato a “unire i puntini”
      Valter(gao) da Pisa
      Non trovo più il link al parer vero e proprio. Posto questo che di un articolo divulgativo
      http://www.corriere.it/economia/11_febbraio_14/crisi-economica-suicidi-aumento-pappagallo_b64d3e6e-387b-11e0-ba7c-0ed13fe12a59.shtml

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    6. L'articolo a cui si riferisce Valter credo sia questo: Income-related inequalities in the prevalence of depression and suicidal behaviour: a 10-year trend following economic crisis, pubblicato su World Psychiatry (fattore d'impatto 12,846).

      Riporto anche il riferimento al citato articolo divulgativo che ne parla, pubblicato sul Corriere della Sera, come link fruibile immediatamente con un click, per gli ipertestualmente svantaggiati: Crisi finanziaria, suicidi in aumento - Il primo studio approfondito sul legame tra le difficoltà economiche, la depressione e i tentativi di togliersi la vita.

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    7. @a perfect world Certo, ci ricordiamo che Montanelli continuò a sostenere sul Corriere della sera (nelle risposte ai lettori) che se dal Vajont era caduta una frana non era stata colpa di nessuno addirittura DOPO che Paolini in una sera aveva spiegato la verità a tutti gli italiani. Però non chiedermi di ritrovarti il numero preciso del giornale, perché ho già tentato e non sono riuscita, sono passati tanti anni.
      Quanto al merito della questione, vorrei citare quanto a proposito della crisi in Eurozona dice Joseph Stiglitz:
      "Behind the cold statistics, lives are being ruined, dreams are being dashed, and families are falling apart (or not being formed) as stagnation – depression in some places – runs on year after year." Ecco, è questo tipo di sensibilità umana che manca ai gelidi fognatori del matrimonio tra i popoli, i lirici del "più Europa". E per questo li disprezzo.
      Voglio ricordare anche che negli Usa, quando c'è una nuova strage di bambini e c'è qualche testa sensata che propone di regolamentare l'acquisto di armi, c'è sempre qualcuno che dall'altro fronte lancia la sdegnata accusa di "strumentalizzare la morte dei bambini per sostenere le proprie tesi". Capisci? Uno chiede misure di prevenzione, ma l'accusa è che "strumentalizzi".

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    8. In merito alla relazione su suicidi e disoccupazione segnalo questo http://www.menshealthsa.com.au/CMS/uploads/45_plus_mental_health_critique_Dec_2013_1.pdf

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    9. L'associazione tra suicidi e crisi economica oltre a essere ovvia è comprovata da ampia letteratura medica.
      Una semplice ricerca su pubmed (il database della US National Library of Medicine National Institutes of Health) dà questi risultati:
      http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=suicide+AND+%22job+loss%22
      http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=suicide+AND+%22economic+recession%22
      http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=suicide+AND+%22economic+crisis%22
      I dati epidemiologici italiani sono fermi al biennio 2008/2009
      http://www.epicentro.iss.it/temi/mentale/WSPD2012Vichi.asp
      e pertanto non disponiamo dei dati ufficiali degli anni in cui la crisi si è fatta più pesante

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    10. Bruno Dell'Aquila 14 gennaio 2015 18:47

      I dati epidemiologici italiani sono fermi al biennio 2008/2009
      http://www.epicentro.iss.it/temi/mentale/WSPD2012Vichi.asp
      e pertanto non disponiamo dei dati ufficiali degli anni in cui la crisi si è fatta più pesante

      Grazie per le informazioni.

      Mi permetto di approfittare della sua cortesia per chiederle ogni quanto i dati epidemiologici italiani sui suicidi vengono (venivano) aggiornati.

      Saluti

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    11. Suicidi? Balla dei suicidi?
      Non è nel nostro stile, ma poi non lamentatevi quando vi troverete appesi per i piedi.
      Ciò che possiamo già assicurarvi è che non saremo stati noi.

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    12. E adesso è ancora niente.
      Se andiamo avanti con queste politiche europee, tra 15 anni ci saranno migliaia di persone, che adesso sono ancora troppo giovani (o troppo piddini) per pensare seriamente a costruirsi un futuro, che si ritroveranno precari in un paese devastato e senza neppure poter contare sulla pensione del babbo o sulla vendita della casa della nonna, con un odio viscerale verso lo stato, totalmente sfiduciati, senza un mestiere e senza istruzione.... senza presente e senza futuro.... poi altro che singoli casi di suicidio!

      Il cielo voglia che ciò non succeda e che quest'incubo finisca presto.
      Non tanto per il presente (questo per la maggioranza è ancora sopportabile), quanto per gli anni che devono ancora venire.
      Sono uno zio, guardo gli occhi dei miei nipoti e provo paura per loro....

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    13. Ci insegnano che tale incubo e' un disegno. Se non hai le spalle coperte da pensioni e casette, sei ricattabile 24/7. D'altra parte, se proprio non hai niente da perdere, si potrebbe ribrutalizzare il conflitto di classe. Chissa'. Sembra proprio un esperimento sociale, la decrescita economica, il percorso inverso a quello che ha portato milioni di contadini ad affollare le metropoli, grati di mangiare con continuita'.

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    14. Per Marco. S. purtroppo non so rispondere in maniera esatta, sono un medico pratico e non un epidemiologo, ma devo dire che purtroppo l'epidemiologia in Italia è una scienza trascurata. Posso dire ad esempio che l'Osservatorio epidemiologico della Regione Lazio, un tempo istituto di buon funzionamento è stato ridotto ai minimi termini dalle ultime giunte regionali e l'attuale lo ha riassorbito nell'Agenzia per la Sanità Regionale.
      Aggiungo che l'epidemiologia italiana è a livelli tali che persino i dati antropometrici delle curve di accrescimento utilizzate dai pediatri italiani sono ancora quelle di Tanner sviluppate negli anni 60 in ambito anglosassone.
      La maggior parte dei dati epidemiologici citati dai medici italiani sono estrapolati da studi di altri paesi, per cui andrebbero presi con il beneficio d'inventario.
      I dati più recenti potrebbero essere estrapolati dall'ISTAT che raccoglie i dati di tutte le cause di morte (tramite i certificati di morte) ma che ha pubblicato i dati del 2010 a dicembre 2012 http://www.istat.it/it/archivio/4216

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    15. @Alessandro Ale: come si potrebbe odiare visceralmente qualcosa che non esisterebbe più?

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  6. La valutazione reale persiste... non ricordo il termine tecnico usato in economia. Mi viene in mente lag, per analogia. Ma non mi pare sia pertinente.

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  7. Cazzo giuro che li stampo e li studio. Grazie ancora.

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  8. Penso che abbia risposto Gianluca Dipierri nella risposta all'intervento precedente: pass through.

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  9. La cosa sconcertante è che mentre lei, prof, sostiene la letteratura scientifica come precedente probatorio, o quantomeno attendibile - esattamente ciò che è nella natura della indagine conoscitiva - molti la intendono come letteratura nel senso "letterale" del termine (ovvero nata dalla fervida fantasia di qualche romanziere, senza nemmeno considerare che spesso il romanziere stesso mescola, con l'immaginazione, dati biografici e spunti presi da eventi reali); perciò i simpatici buontemponi di cui sopra concludono coll'affermare che la realtà empirica sia differente da quella citata negli studi, i quali debbono per forza di cose, benché non se ne comprenda del tutto il motivo, avere sempre una natura teorica (come se uno studio etologico sullo squalo bianco, pur con qualche inesattezza, rendesse pura teoria le possibili conseguenze di un eventuale incontro marino con lo stesso animale...).

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  10. Il soliito Bagnai che riduce tutto a uno (1) .
    Come se i rapporti tra le naZZioni si potessero ridurre a un indice basato sull'unità. Noi, per esempio, utilizziamo misure sessagesiMali. Le pare che siano la stessa cosa? Vede nuMMeri simili?

    Il Peloso Servizio puBBico fa bene a estrometterla in quanto Lei non riconosce che il prezzo inKorpora(t) le aspettative, nella misura in cui tutti (i 2 naZZioni) sono raZZionali.


    Come je la fa ancora? Lei, tracima nella santità.

    Lei é un [Eroe] (di livello n>36, si faccia aiutare dar Palla per decodificare) (evito di usare la cesura dell'indeterminativo, per non marcare fregnaccia, come, e peggio del solito).
    P.S.
    Ah, se ve dovete comprà 'na casa a San pietroburgo, ora è il momento. Sbrigateve.


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  11. [Flood: chiedo scusa, ora mi taccio]
    Effetto trascinamento? Non so, è l'effetto comunque, della relazione di Phillips, e dell'inerzia nell'adeguamento dei salari ai preZZi. Aspetto un erpice meccanico sul collo.

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  12. Il ripasso, sempre consigliato prima di aprire bocca, boccia la domanda impulsiva e dice pass-through. Chiedo scusa.

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  13. Questo post mi ricorda molto quello sull'Argentina (sempre lei poverina) di Pasquino e la Presidenta, che forse spiega anche "l'anomalia" messicana.

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  14. Perché normalmente sono i movimenti del tasso di cambio nominale che variano il tasso di cambio reale, a parte particolari casi di iper-inflazione dove avviene una traslazione della svalutazione nominale sui prezzi di vendita (pass-through).
    PS: il suo articolo sul blog del fatto quotidiano è puntuale, preciso, rispondente e profondamente e giustamente critico. Complimenti! Anche per avere postato il video del dottor sottile che tenta di rifarsi una verginità .... Per me allo stesso tempo scioccante ma anche indicativo. Che sia perché , essendo sottile, ha fiutato il giro del vento e si sta preparando a cambiare bordo? O è solo il patetico sfogo di un rappresentante delle elites che non conta più niente? Che ne pensa?

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  15. Chissà, magari con Giannino si può essere più indulgenti; come giornalista generico non è peggiore di altri, e come giornalista economico ricorda molto il personaggio Roger Willoughby del film “Lo sport preferito dall'uomo”, proprietario di un negozio di pesca che si spaccia per un campione di pesca competentissimo solo perché rivende a ciascun cliente le dritte scucite al cliente precedente, ma lui non sa neanche di cosa sta parlando. Forse Giannino non è in mala fede, forse è solo un poco quel millantatore che egli stesso ha riconosciuto di essere.
    Boldrin fa decisamente più stupore. Possibile che anche per lui possa valere l'alibi di essere un millantatore smargiasso? Probabilmente nel suo caso molto ha potuto fare lo sradicamento patito come cervello in fuga, ma se per lui e Zingales si deve essere tolleranti, qualcun altro direttamente bocconiano o fiancheggiatore deve scontare per tutti; qualche mente generatrice del gruppo di pressione neoclassico a cui si sono poi accodati gli insospettabili di sinistra, secondo quella sciagurata sudditanza psicologica già rilevata da Caffè.
    Non possono essere tutti sprovveduti di passaggio.

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  16. In coppia con il post precedente torna alla mente il dottore che si offendeva quando gli veniva chiesto se conoscesse i cerotti.... L'aspetto criminale della vicenda è che i dottori li conoscono benissimo i cerotti (pure la penicillina e, oh!, non lo direste, addirittura gli antibiotici), peccato accettino l'alternativa professionale di curare il malato con la peste. Male che vada lasciamo che la natura riporti il sistema in equilibrio... una visione molto, MOLTO progressista ("a quei tempi non avevamo la sinistra, gli entomologi "de sinistra", avevamo").

    Altro giro, altro regalo, si ricorda facile quanto di recente sostenuto dal nuovo presidente dell'INPS a proposito della "maxisvalutazione del 1992":

    "In Italia, grazie all’abolizione della scala mobile (il meccanismo di adeguamento dei salari all’inflazione) e a un’attenta politica dei redditi, la maxisvalutazione del 1992 non ha comportato una fiammata inflazionistica. Le istituzioni che presiedono alla contrattazione salariale hanno un ruolo fondamentale in questo ambito."

    Dopo il rituale spauracchio di Turchentina e delle guerre valutarie (meglio l'euro e le guerre combattute fino all'ultimo salario, verrebbe da chiedere...), ecco il richiamo all'ovile con due pizzini diretti al Pddino. Che belle parole però! "Attenta politica dei redditi", ovvero il proverbiale senso di responsabilità dei governi "de sinistra" nel comprimere la domanda interna per essere credibili agli occhi dei creditori (e dell'Europa, chiaro). "Il ruolo fondamentale delle istituzioni che presiedono alla contrattazione salariale", con il loro proverbiale culo al caldo e quella tendenza un po' così a concertare lo smantellamento dei diritti e la svalutazione del lavoro (in nome dell'Europa, va da sé).

    Va bene ignorare che da un decennio e passa non si veniva più remunerati in proporzione al valore prodotto grazie al proprio lavoro, come la favoletta del capitalismo scritto dai capitalisti reciterebbe, ma il taglio dei salari reali spacciato dall'intellighenzia "de sinistra" come tutela del potere d'acquisto di lavoratori e pensionati è troppo orwelliano per passare inosservato, senza reazione! Perché non c'è stata reazione?

    Si può ancora credere che Boeri&C. persistano nella difesa a oltranza delle suddette politiche "di responsabilità" in quanto seriamente convinti della loro funzione sociale progressista, e non perché interessati ieri a "pagare il biglietto di ingresso nel giardino dell'€den" (cit.) e interessati oggi a dirigere l'Italia, dalla tolda del Titanic se necessario? Si richiede un atto di fede che sempre meno italiani sono propensi a compiere, visti i prezzi.

    Vedano un po' loro se possono ancora permettersi di ignorare la tragedia che li circonda.

    PS_Costa meno leggersi "L'Italia può farcela", quantomeno da pagina 394 a pagina 396.

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  17. “ESEMPIO DI AUTO-RAZZISMO ITALICO”

    http://www.repubblica.it/economia/2015/01/13/news/renzi_come_juncker_via_agli_accordi_delle_imprese_col_fisco-104882256/?ref=HREC1-9

    Perchè le Multinazionali estere debbo avere una tassazione certa e più favorevole e “LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ITALIANE NO” ?

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  18. OT - http://www.zerohedge.com/news/2015-01-13/what-happens-next-russia-6-step-recipe-western-disaster

    La cultura Russa deriva direttamente da quella Bizantina (per loro Mosca e' la terza Roma e Bisanzio la seconda) ed il processo di adattamento dovuto alle invasioni periodiche ha fatto maturare una psicologia particolare per cui la sua popolazione non si identifica in un territorio ma nella sua cultura.

    "If you think that foreign powers repeatedly attempted to invade and conquer Russia in order to gain access to its vast natural resources, then you are wrong: the access was always there for the asking. The Russians are not exactly known for refusing to sell their natural resources—even to their potential enemies.
    No, what Russia's enemies wanted was to be able to tap into Russia's resources free of charge. To them, Russia's existence was an inconvenience, which they attempted to eliminate through violence.
    What they achieved instead was a higher price for themselves, once their invasion attempt failed. The calculus is simple: the foreigners want Russia's resources; to defend them, Russia needs a strong, centralized state with a big, powerful military; ergo, the foreigners should be made to pay, to support Russia's state and military. Consequently, most of the Russian state's financial needs are addressed through export tariffs, on oil and natural gas especially, rather than by taxing the Russian population. After all, the Russian population is taxed heavily enough by having to fight off periodic invasions; why tax them more? Thus, the Russian state is a customs state: it uses customs duties and tariffs to extract funds from the enemies who would destroy it and use these funds to defend itself."

    "Another Russian adaptation for dealing with invaders is to rely on the Russian climate to do the job. A standard way of ridding a Russian village house of vermin is simply to not heat it; a few days at 40 below or better and the cockroaches, bedbugs, lice, nits, weevils, mice, rats are all dead. It works with invaders too."

    "To a westerner, an insult can be resolved by saying something like “I am sorry!” To a Russian that's pretty much just noise, especially if it is being emitted by somebody who has already been told to go to hell. A verbal apology that is not backed up by something tangible is one of these rules of politeness, which to the Russians are something of a luxury. Until a couple of decades ago, the standard Russian apology was “?????????” (“izviniáius'”), which can be translated literally as “I excuse myself.” Russia is now a much more polite country, but the basic cultural pattern remains in place.
    Although purely verbal apologies are worthless, restitution is not.
    Setting things right may involve parting with a prized possession, or making a significant new pledge, or announcing an important change of direction. The point is, these all involve taking pivotal actions, not just words, because beyond a certain point words can only make the situation worse, taking it from the “Go to hell” stage to the even less copacetic “Let me show you the way” stage."

    "If the EU refuses to join the Transatlantic Trade and Investment Partnership with the US (which, by the way, would hurt it economically) then it can join the Customs Union with Russia.......This is the restitution Russia would accept for the EU's offensive behavior with regard to the Ukraine and the sanctions. Coming from a customs state, it is a most generous offer. A lot went into making it: the recognition that the EU poses no military threat to Russia and not much of an economic one either; the fact that the European countries are all very cute and tiny and lovable, and make tasty cheeses and sausages; the understanding that their current crop of national politicians is feckless and beholden to Washington, and that they need a big push in order to understand where their nations' true interests lie...?"

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    1. Sintesi: non rompete i cojo ai Russi, perche' si traduce sempre in un costo!
      Oltre alla lingua comune (punto primo della mia personalissima agenda per un'Europa Unita), il secondo punto non sarebbe dovuto essere la progressiva trasformazione delle basi NATO in basi EU? La Francia insegna che si puo' fare, e chissa' perche' sono certo che Francia e Italia hanno piu' interessi in comune che Italia e USA.

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    2. Ma quel noto filantropo di George Soros pensa che comunque s'addafà.

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    3. a perfect world14 gennaio 2015 12:10

      "La Francia insegna che si puo' fare"

      Veramente alla Francia stanno insegnando che NON si può fare...

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    4. Hai ragione Marco S. Ci si aspetterebbe una reazione energica, dai francesi, ma forse ho un'idea sentimentale dei cuggini d'oltralpe che non ha piu' riscontri nella realta'.

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    5. Speriamo che fino a primavera le temperature continuino ad essere miti......

      http://www.zerohedge.com/news/2015-01-14/russia-cuts-ukraine-gas-supply-6-european-countries

      Mi sa che ormai la Russia ha deciso di liberarsi di tutti i $ delle sue riserve valutarie e di andarsene per la sua strada.

      Come scritto sopra, le chiacchiere EU/US per i Russi valgono zero.
      "words can only make the situation worse, taking it from the “Go to hell” stage to the even less copacetic “Let me show you the way” stage."

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    6. non so quanto sia appropriato fare un parallelismo con la "strategia della tensione" già sperimentata in Italia, fatto stà che anche il mese scorso si erano verificati in Francia gravi attacchi con morti e feriti a Nantes, Digione e Joue-les-Tours, ma le autorità avevano escluso collegamenti tra i diversi eventi o legami col terrorismo e parlavano di "squilibrati" ...

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  19. Cmq finchè l'informazione pubblica fa programmi come 2next su raidue ieri sera, dove tra le conseguenze dell'uscita dall'euro fra un pò mettevano anche l'invasione delle cavallette e il secondo diluvio universale (e ovviamente senza contraddittorio) ai voglia a cercare di portare avanti un dibattito serio e costruttivo sulla moneta e sulla fine dell'euro. Io sinceramente non capisco dove Bagnai riesce a trovare la forza e la voglia per portare avanti il dibattito nonostante tutto questo, la usa caparbietà è veramente ammirevole!

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    1. Le banderuole della propaganda gireranno non appena cambia la direzione del vento, e i piccoli Goebbels nostrani si adegueranno al loro maestro, gli basterà copiare:

      Joseph Goebbels, Discorso della guerra totale,
      Berlino, 18 febbraio 1943 [DOPO LA RESA DELLA 6^ ARMATA A STALINGRADO]
      "..
      Il popolo tedesco, risvegliato, istruito e disciplinato dal nazionalsocialismo, può sopportare tutta la verità. Esso è conscio della serietà della situazione e la sua leadership perciò può chiedergli le dure misure necessarie; sì! perfino i provvedimenti più energici.
      ..
      Questo non è il momento di chiedersi come tutto ciò sia accaduto. Ciò può attendere un altro momento, quando il popolo tedesco e il mondo intero apprenderanno la verità intera sulla sfortuna delle ultime settimane, sul suo profondo e fatale significato.
      .."

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    2. Mi è capitato anche a me di vedere 2next. Il servizio iniziale su €urexit era talmente vomitevole che ho dovuto cambiare subito e fare un bel respiro. Poi mi sono calmato pensando che 2next probabilmente non lo vede nessuno

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  20. Jesuisoscar 2.0 inizierà a dire che senza euro gli scaffali si svuotano come in Venezuela. Ma Prof. secondo lei lo Zingy lo legge questo blog di nascosto?

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  21. Il Goebbels d'oro è un premio troppo ambito, quindi ci provo: la svalutazione reale persiste dopo una svalutazione nominale perchè il coefficiente di trasmissione del cambio all’inflazione (pass through) è < 1?

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  22. Intanto, sul fronte greco, pare che i cittadini qualche scelta l'abbiano già fatta...

    Greeks stop paying taxes

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  23. Vabbé ma de che stamo a parlà. Questo post è un banale corollario del precedente. Se la svalutazione non si traduce in toto in un aumento dell'inflazione ne consegue aristotelicamente che l'indice dei prezzi non aumenta DI MENO della svalutazione (cioè della diminuzione del cambio nominale). Qui è ancora più evidente la malafede dei nostri. La strategia è lampante: diversificare l'offerta di cazzate anche ripetendo più volte la stessa cazzata in modi diversi in modo da rendere più confuso il dibattito e impedire alla gente di capire. L'approcio Wanna Marchi applicato all'economia.

    Lasciamoli perdere sti poveracci e parliamo di cose serie. Non mi convincono le spiegazioni date per il Giannino e il Goebbels d'oro. Che è successo in Messico negli anni 90?.
    La risposta "il coefficiente di pass through tra svalutazione e inflazione" è stato maggiore di 1, non può soddisfarmi. Questa è una tautologia. Il punto è perché è successo?
    Forse perché all'epoca l'economia del Messico viveva soprattutto dell'esportazione delle materie prime che si pagavano comunque in dollari, quindi il deprezzamento del cambio nominale non ha avuto particolari effetti sulla crescita economica.
    Immagino altresì che il Messico degli anni 90' non avesse un tessuto industriale molto sviluppato quindi fosse fortemente dipendente dalle importazioni, che a lume di naso faceva soprattutto dagli USA. La svalutazione ha (come normale che sia) causato l' aumento dei prezzi dei beni esteri ma la produzione interna non era sufficiente per indirizzare i consumatori verso beni Messicani.

    C'ho provato, vediamo che dice er cavajerenero

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    1. La situazione del Messico credo abbia molto a che fare col NAFTA (North American Free Trade Agreement) e con la dollarizzazione parziale e informale¹ dell'economia messicana (per distinguerla da una dollarizzazione piena e formale², sul tipo di quella Argentina, con cambio 1:1 col USD).

      _____________________
      1. Dollarization in Mexico: Causes and Consequences:
      «4.1 Introduction
      The term "dollarization" will be interpreted in this paper as the degree to which real and financial transactions are actually performed in dollars relative to those performed in domestic currency.
      »

      2. Full Dollarization - The Pros and Cons
      «Box 1. What Is Dollarization?
      This pamphlet focuses on full dollarization, or one country officially adopting the currency of another for all financial transactions, except perhaps the need for coins.
      »

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  24. Lo disse Draghi lo confermò Napolitano, se entri nell' AVO con l' euro, ne esci solo con l' EVO (medio).
    L' EURO E' IRREVERSIBILE

    E' POSSIBILE FISICAMENTE

    Lancio la gara a chi propone la migliore presa per i fondelli sull' irreversibilità dell' EURO!

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  25. "..se poi sono piddino, lo compro anche se costa di più, primo perché non so le tabelline, e secondo perché tutto quanto è italiano è per definizione peggiore di tutto quanto è estero".. Hai ragione da vendere Professore, manca solo ora che il più piddino dei piddini - che potrei affermare essere Prodi - venga eletto a capo dello Stato. Purtroppo la verità è che in televisione e sui giornali non si vuole dire la verità.

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    1. Penso piuttosto a Veltroni, un volto nuovo e giovane...

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    2. Secondo me alla fine di tutto 'sto casotto punteranno su Grasso...

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  26. Non ho letto i commenti precedenti ma tento per il Mongolino d'oro...:"Passthrough".

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  27. Spulciare i giornali e le testate online significa appartenere all'ordine dei primati sobbalzisti?
    Dovrebbero condannarli per abuso della creduloneria popolare.
    (niente Norimberga o piazzaleloretisti ma una condanna morale come questa MAI
    come

    MALEDETTI
    ASSASSINI
    INFAMI

    ci sta tutta.
    L'informazione TV obbedisce alla legge della Jungla,giornalisti(giornalisti?) e pidocchi vari.

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  28. Azz andiamo bene, era qualche settimana che non venivo a visitare il blog e vedo che il prof ricomincia a rispiegare il perche una svalutazione non diventa automaticamente inflazione.
    Il professore è una roccia contro la storia.
    Lei è il jean charles leonard de sismondi italiano, solo smettendo temporaneamente di leggere il suo libro e iniziando a leggere GALBRAITH ( storia dell" economia) ho capito perche lei si sente come un luminare che parla ai porci, perche basta rileggere la storia per capire che sono cose vecchie anzi vecchissime, ecco perche continuava a ripetere che la risposta è dentro noi.
    Inizio meglio a apprezzare perche è cosi feroce contro la sinistra italiana e perche è inappropriato chiamarla sinistra.
    Turba in maniera notevole capire che dopo qualche anno finalmente ho capito che cosa volesse dire il senatore centrista della mia zona quando affermò che ci vogliono far tornare come un tempo........disse CI ma intendeva VOI........noi lavoratori.

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  29. Risposte
    1. Ci dice San Paolo:
      "...le profezie termineranno, il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà..." e: "queste tre (sole) cose sussistono: la Fede, la Speranza e la Carità". (Cor 13).

      Evidentemente l'Euro gli era sfuggito, oppure Draghi ha informazioni riservate che Paolo non aveva...

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    2. Perchè in economia e finanza le cose funzionano così. Tanto più Draghi insisterà sull'irreversibilità dell'€uro, tanto più la sua fine sarà vicina.
      La gente non deve sapere ( e soprattutto non deve capire).

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    3. (Il declino) dell'euro è irreversibile

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  30. Questa faccenda del tasso di inflazione reale che rimane costante non la capisco proprio...
    Faccio un semplice ragionamento da ignorante. Supponiamo che io sia un imprenditore e devo decidere a quale prezzo vendere un mio prodotto. Il prezzo finale sarà la somma dei costi necessari per produrlo più un guadagno che in quanto imprenditore penso mi spetti (se no col kaiser che avrei fatto l'imprenditore). Supponiamo che io produca, cioè effettui delle trasformazioni, quindi avrò dei costi di materia prima, costi di impianto (ammortamenti, manutenzione, ecc), costi di mano d'opera (operai o io stesso), costi generali (elettività, gas, rifiuti, commercialista, il commerciale, lo psicologo, ecc). Quindi inventiamo: 20 per le materie prime, 20 per i costi diretti di produzione, 20 per il personale diretto, 20 costi generali (di cui 10 per l'energia), 20 utile. Tot: 20+20+20+20+20=100. Il mio prezzo finale è 100, supponiamo un cambio 1:1 con lo USD, quindi 100 $. Ora supponiamo che la mia moneta si svaluti del 20% nei confronti dello USD. Cosa succede? Tutti i miei costi relativi a risorse importate (e pagate in USD) aumenteranno del 20% (ipotizziamo che sia vero anche nella pratica). Supponiamo quindi: le materie prime, l'energia a causa dell'aumento del costo del petrolio (lo so che non è vero ma estremizzo) e qualche pezzo di ricambio. Quindi avrò: materie prime 24 (20*120%), costi di produzione 21 (il + 1 dovuto al fatto che compro dei pezzi di ricambio in USD), costi per personale diretto: 20 (non cambia perché pago gli stipendi in moneta locale), costi generali 22 (10+10*120%), utile 20. Totale 24+21+20+22+20=107. Pari a 89 $ (107/120%). Ma guarda un po', strano costa meno? Addirittura potrei vendere in $ ad un prezzo inferiore a prima (100$) e guadagnarci di più. Se lo vendessi ad esempio a 100$, otterrei 114 con un utile di 27 (questo potrebbe essere vero nel breve periodo e solo a livello micro). Se ovviamente si cambiano i numeri, valute, cambi ecc il risultato non cambia, il motivo è semplice: l'unico modo affinché il mio prezzo aumenti dello stesso tasso di quello di svalutazione è quello di ipotizzare che tutte (e dico tutte) le voci di costo che concorrono alla determinazione del mio prezzo (quindi se non sono uno stupido imprenditore, tutte le voci di costo della mia impresa compreso il mio utile, quindi il mio reddito personale) vengano importate o pagate in moneta estera, la qual cosa è ovviamente piuttosto improbabile. Anche se importassi direttamente il prodotto finito, perché comunque avrei dei costi locali (ad esempio magazzinieri) i cui costi non aumenterebbero a causa della svalutazione.
    Sorvoliamo sul fatto che nella pratica i prezzi delle materie prime aumenterebbero (ovviamente a livello macro) nel medio termine meno del tasso di svalutazione, per il semplice motivo che io potrei rivolgermi a fornitori locali (che potrebbero essere diventati più economici) o di altre nazioni le cui valute hanno subito un apprezzamento minore, questo mi permetterebbe di avere un potere contrattuale maggiore verso i miei attuali fornitori e quindi strappare una prezzo migliore determinando un aumento effettivo del costo delle materie prime inferiore a quanto previsto inizialmente.
    Se poi ipotizziamo che l'inflazione generata fosse dovuta ad un aumento della domanda dovuto ad un aumento dei redditi, allora si che sarebbe un problema…
    (Chiedo scusa per eventuali errori terminologici o di applicazione dei cambi, ma come ho detto all'inizio sono ignorante, il che non mi impedisce però di ragionare...)

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  31. Mi scusi professore x la domanda che non centra niente con il suo articolo, non sono un trader ma vorrei capire perchè la Bns toglie il tetto Eur/Chf a 1.20, forse x il qe prossimo della Bce? Ma se fosse così perchè?
    Se può mi aiuti a capire.

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  32. la svizzera da ogi è ternata ad un regime di cambi flessibile:

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2015/01/15/svizzera-cancella-tetto-tasso-cambio-12_e3d8e728-4ddb-4189-9fd2-4cc7f74430fd.html

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    1. wow... ;)
      e ai TG?? non sarebbe una notizia più interessante della liberazione delle cooperanti??

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    2. Il discorso dello sganciamento del franco e' piu' interessante per noi ma non per il grande pubblico. Direi che dovremmo dimenticarle prima possibile. Ma il governo cerchera' di trasformarlo in un trionfo e una arma di distrazione di massa.

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    3. Il Fatto Quotidiano mi aveva chiesto di scriverne, e l'ho fatto in condizioni di fortuna (potessi raccontarvi tutto! Metà in un monastero, metà nell'antro di Belzebù...) ma poi hanno liberato le pulzelle e gli si è scombinato il palinsesto. L 'ISIS (o chi per lei) sentitamente ringrazia. Anche loro (come a/simmetrie) hanno bisogno di finanziamenti...

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    4. :D esattamente… Poverette, non le invidio: che due ragazze di 19 anni siano bellamente andate allo sbaraglio non mi sorprende (oggi sono ancora anni di beata incoscienza i 25, dunque… XD) ma qualcuno dei "referenti" dovrebbe rendersi responsabile di questa nefandezza. Avranno i "referenti", ovviamente, un giorno la consapevolezza che la loro stupida ansia di protagonismo abbia favorito qualche centinaio, minimo, di massacri nel nome del profeta? Dubito.

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    5. Qualcuno straparlava di una futura lezione sull’uscita dall’euro della Grecia a causa della svalutazione, ne ha ricevuta invece una a sorpresa sulla rivalutazione della Svizzera. Forse i due eventi sono collegati, potrebbero essere stufi di comprare euro vista la svalutazione e gli scricchiolî che si sentono.

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  33. Sto facendo un corso di inglese per seguire il blog:
    Italiano: "Gli italiani sono più ricchi perché hanno paura"
    Europeo: "Please kick ass to italians, I lower their underpants!"
    Vediamo chi indovina il mio insegnante!

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  34. Allora, bisogna che qualcuno si offra volontario e chieda al prof KENNEPENZA della decisione della Banca Nazionale Svizzera di oggi… conoscete qualche conta?












    P.s.: disclaimer per il padrone di casa: quanto sopra NON deve essere inteso come una domanda rivolta a lei su KENNEPENZI!

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  35. giusto per la cronaca
    ho parlato 10 minuti fa con una lettone ( pure carina ) che fa uno stage , e mi diceva dell'€ in Lettonia che senza entrare nell'€uro non potevano entrare e poi stare in Europa , magari li spingevano in Asia , insomma intortano tutti sistematicamente .
    Gli svizzeri ... sono svizzeri , i lanzichenecchi erano venuti a fare i soldati di ventura e tornando a casa si sono annessi il canton Ticino .

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  36. Per il Prof.

    Leggo su Twitter la tua richiesta di "incertezza" in latino e biecamente consulto di dizionario Castiglioni-Mariotti:

    1) Se l'incertezza è di una persona: DUBITATIO, terza declinazione; oppure

    a) INCERTUS o DUBIUS (A, UM) SUM;

    b) IN DUBIO SUM;

    c) INCERTUM MIHI EST, INCERTUM HABEO

    queste tre per "Sono nell'incertezza".


    Per "cosa incerta", "incertezza", "dubbio" :

    1) INCERTUM, sostantivo seconda declinazione

    2) DUBIUM, sost seconda decl, anche per "pericolo";

    oppure INCERTA, neutro plurale seconda decl.


    Se invece si intende "instabilità":

    1) MOBILITAS, atis, terza decl

    2) INCONSTANTIA, prima decl.


    Può darsi che scrittori umanisti dal Quattrocento in su abbiano reperita o inventata qualche parola più "bella", non su questo dizionario, e che non conosco.
    Oppure potrebbe esserci qualcosa di ancora migliore nei "Carmina" del Pascoli, ma mettersi a cercare lo sconsiglierei; migliore nel senso che, tra il lessico degli autori latini, potrebbe aver trovato un termine più nervoso e, appunto, incerto, del resto in carattere col lessico delle poesie in italiano.


    Per pura curiosità segnalo che, nella chiusa della Locandiera di Goldoni, "dubitare" viene verosimilmente impiegato per "vacillare, perdere l'equilibrio", come perfetto latinismo anche se non pare e se il tono generale di tutti i personaggi non è né aulico né accademico; i verbi che seguono sono "cedere" e "cadere" e pertanto tale "dubitare" mi sembra trovarsi nel significato di "essere instabile".

    Trascrivo anche per diletto (mio):

    Mirandolina: - Queste espressioni mi saran care, nei limiti della convenienza e dell'onestà. Cambiando stato, voglio cambiar costume; e lor signori ancora profittino di quanto hanno veduto, in vantaggio e sicurezza del loro cuore; e quando mai si trovassero in occasioni di dubitare, di dover cedere, di dover cadere, pensino alle malizie imparate e si ricordino della Locandiera.






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  37. Piccolo commento sul caso Svizzera.

    Per cercare di capire quello che sta succedendo ho dato un ripasso a:

    http://www2.dse.unibo.it/marzo/teaching/EcAperta.pdf

    La Svizzera rappresenta probabilmente la migliore approssimazione possibile di un Paese con 'perfetta mobilita' dei capitali', per cui la fig. 7 a pag. 173 rappresenta molto bene il tipo di politica (fiscale) che la Svizzera poteva fare - fino a ieri - per mantenere in equilibrio bilancia dei pagamenti e crescita del PIL.

    Ma da ieri la Svizzera ha optato per il cambio flessibile e quindi - da oggi in poi - fara' invece una politica (monetaria) tipo quella descritta nella figura 8 a pag. 174.

    Tenendo anche conto dello schema attivo/passivo della Banca Centrale a pag. 163 si intuisce pure che nel passaggio da cambio fisso ("peg" all'euro) a cambio flessibile devono aver pure elaborato un qualche piano di 'sterilizzazione' (per non alterare troppo e troppo in fretta la base monetaria).

    IMHO hanno scelto questo momento per passare da cambio fisso a flessibile (sanno evidentemente cose sulla BCE e sulla FED che ancora non si sanno) perche' avranno valutato che cio' corrisponde ad un costo complessivo per il Paese minore (non che la corrispondente ridistribuzione di ricchezza non fara' in modo che qualcuno ci guadagni mentre altri ci perdano).

    Avercelo anche noi il cambio flessibile!

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  38. I agree. Questi signori oltre ad essere incompetenti sono anche di una ignoranza abissale e non riescono nemmeno a connettere le cose. Prima dicono che la svalutazione porta ad un incredibile aumento dell'inflazione (ossia aumento dei prezzi dovuto a prodotti importati piu'cari)poi dicono che non ha effetto perche' l'aumento delle esportazioni pareggia con aumento dei prezzi dei prodotti importati. And I agree, ma xhi invitati questi cialtroni in TV? E' come se il primario di un noto ospedale andasse in TV a dire che la lebbra si cura con un cerotto....

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  39. salve prof. Bagnai, sarebbe utile un bel commento sulla rivalutazione del franco svizzero rispetto all'euro che ho sentito oggi, Noi siamo diversamente piddini e potrebbe essere utile a tutti....

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  40. Una figura di merda fatta ieri:
    Miro, il valore dell' euro rispetto al franco oscillerà fra 1,1 e 1,2.
    Poi succede quello che non mi sarei aspettato (ragionando superficialmente), il crollo del 15% in poche ore. Sarà uno di quegli overshoting dovuti al panico, che nei prossimi giorni verrà assorbito?
    Invano ho provato a spiegare che la banca centrale svizzera ha deciso che non comprerà più euro sul mercato dei cambi, e che adesso portare i dindi in Svizzera sarà meno complicato degli ultimi anni.
    Infine una domanda: dobbiamo aspettarci cattive nuove sui titoli di stato francesi? Ma so già la risposta. È colpa del terrorismo, non del fatto che la banca centrale svizzera comprasse titoli francesi a go-go?

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  41. Le ipotesi dietro l' improvvisa e soprattutto l'inattesa mossa della Banca Nazionale Svizzera di lasciare il cambio euro/franco libero di fluttuare si sprecano.
    I ns giornali si sono concentrati sulla liberazione di quelle due sceme..lasciamo stare.
    Quello che è sicuro è che la Banca Centrale non ha questa gran fiducia nell'euro, e ora ne dovrà sbolognare parecchi di quelli che ha accumulato come riserva. E siccome ne ha accumulati qualcosa come 100 miliardi, sarei proprio curioso di vedere tra QE tanto atteso e la Svizzera che cercherà di disfarsi di tutta questa carta, quali traiettorie seguirà l'economia europea nei prossimi mesi.

    In ogni caso queste dannate banche centrali stanno facendo danni enormi..cambi fissi che poi saltano overnight e liquidità iniettata in quantità mostrose senza alcun diretto vantaggio per la popolazione. Solo un ritardo della rovinosa e inevitabile caduta.

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  42. Ma che bella sorpresa questa recensione del Tramonto!

    http://it.adviseonly.com/blog/economia/recensione-tramonto-euro-alberto-bagnai/#.VLlTfSuG9kg

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  43. DAR DAR DAR
    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-16/con-monete-e-escluso-fai-da-te-081310.shtml?uuid=AB6FF0eC
    L'ultimo capoverso è un capolavoro

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    1. Peccato che la Svizzera non sia nell' euro; altrimenti non avrebbe rivalutato e avrebbe avuto tanti vantaggi dalla svalutazone dell' euro e dalla conseguente positività della bilancia dei pagamenti. Ma essere piccoli, è sempre un problema, come spiegato da Bagnai nel suo libro e vedrai che la Svizzera entrerà presto nella UEM per avere l' ombrello di Francoforte.
      Che grandissimo analista che è questo Merli.

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