domenica 11 agosto 2013

Una conferma


spada900 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Un altro preavviso":

Un euro per l'elefantino sozzo e immondo???

Per te farò anche questo sforzo, mi turerò il naso, mi tapperò la bocca,
mi metterò gli occhiali scuri, una barba finta, un cappello di panama,
entrerò in edicola e comprerò il Foglio (o fogno?).

Per te questo ed altro, ma sarà una sofferenza atroce!!!


Postato da spada900 in Goofynomics alle 11 agosto 2013 10:20



Scusate, ma devo proprio dirvelo. Forse sarò troppo reattivo in questo periodo, magari lavoro troppo, e non sapete in quali condizioni (e nemmeno perché), però mi sembra comunque utile avvertirvi del fatto che rischiate di farmele girare vorticosamente.

Perché fate tutte queste storie per il fatto che il Foglio ospiterà un mio scritto? Credo sia per ignoranza, in parte scusabile, e in parte assolutamente no.

È scusabile il fatto che voi non sappiate, come non lo sapevo io, che con il Foglio del lunedì (detto anche il Foglio rosa) l'elefantino "sozzo e immondo" c'entra poco: l'edizione del lunedì è curata da Giorgio Dell'Arti, un giornalista che ha un suo percorso, distinto da quello dell'elefantino, e che ai miei occhi ha il merito di essersi disposto alla lettura e alla comprensione del libro che con tanta fatica e tanta passione ho scritto un anno fa. Le vie del Signore sono infinite: gli toccò in sorte una delle tre copie in più che portai a Carlo Ripa di Meana. Ripa di Meana mi aveva contattato nel novembre scorso, quando il libro non si trovava, come ricorderete (la ridicola tiratura iniziale di 1500 copie si era esaurita in una notte), per chiedermi come poteva averne una copia. Io gli dissi che non avrei avuto problemi a recapitargliela (siamo quasi vicini di casa), chiedendogli se glie ne servisse più di una. Lui mi rispose ringraziandomi e facendomi alcuni nomi illustri, uno dei quali era proprio quello di Giorgio, il quale, a quanto capisco, tenne il libro sul comodino per un po', e poi lo lesse. Mi telefonò il 9 luglio scorso (tenete a mente questa data) per chiedermi di incontrarmi, ci demmo appuntamento alle 18 con l'idea di parlare un'oretta, e all'una di notte ci separammo. Avevamo trovato un bel po’ di cose da dirci, come del resto con Ripa di Meana, del quale vorrei ricordarvi questa dichiarazione di voto contro il Trattato di Lisbona:


(anche perché sicuramente qualcuno a sentire certi nomi storcerà il naso, ma poi bisogna andare a vedere chi ha avuto il coraggio di dire cosa e dove...).

Questo per la cronaca: so che adorate i pettegolezzi, come li adoro io, e i backstage. Bene: questo è il backstage della mia uscita sul Foglio rosa (rosa, capito? No elefantino, with all due respect).

Comunque, confermo: Giorgio Dell’Arti mi ha appena detto che la prima puntata uscirà lunedì (sul Foglio rosa, cioè: rosa). Ora sta a voi dimostrare che c’è interesse per la seconda puntata (e per la terza, e...).

Poi c'è un altro tipo di ignoranza, che a me sembra meno scusabile. Forse non vi è chiaro perché questo blog esiste, e mi dispiace che sia così. Provo a rispiegarvelo, chissà, magari stavolta mi riesce meglio. Gli snodi essenziali sono stati due: il dibattito sul Manifesto, e il diniego (lecito, lo ripeto: lecito) di pubblicare un mio articolo da parte de lavoce.info (ecco, vi rinvio ai post relativi che sono essi stessi due simpatici e istruttivi backstage).

Allora, vorrei chiedervi una cosa, sine ira et studio.

Perché quando io pubblico sul Foglio rosa (rosa, capito? Rosa, il colore di quel fiore che con un altro nome avrebbe lo stesso profumo), perché, dicevo, quando io pubblico sul Foglio rosa fate tutte queste storie, e quando Cesaratto pubblica sul Foglio di Ferrara (qui, qui, qui, ...) non ne fate per niente? Eppure i motivi che portano Sergio a rivolgersi a Ferrara non sono molto dissimili da quelli che hanno portato me ad aprire questo blog. Quali sono? Sono quelli che lui dice molto esplicitamente qui, e che io vi avevo denunciato nell’articolo linkato sopra, quello sui due anniversari. Occorre un disegnino? E facciamo pure il disegnino: purtroppo, per ragioni che mi addolorano profondamente, ma la cui natura a voi ormai dovrebbe essere facilmente intuibile, quelli che dovrebbero essere gli organi naturali ai quali rivolgersi per portare avanti un discorso di tutela dei diritti dei lavoratori e di salvaguardia della democrazia, ovvero gli organi “de sinistra”, sono inquinati da una censura preventiva verso qualsiasi discorso critico nei riguardi della costruzione europea.

Ulteriore aggiunta al disegnino: la “sinistra” censura perché ha la coscienza sporca, e ha la coscienza sporca perché ha sostenuto fino a ieri con forza quel disegno paternalistico di compressione delle libertà economiche e democratiche dei lavoratori la cui rivendicazione piena e totale da parte di Aristide mi colpì come uno schiaffo in faccia, spingendomi ad affrontare il percorso che mi ha portato felicemente a voi, che però ora sembrate non capire più tanto bene da dove il percorso sia partito.

Questo blog esiste perché la sinistra ha censurato il dialogo, tanto quanto la destra, ma con una ovvia aggravante: l’euro è fatto a immagine e somiglianza dei capitalisti, non dei lavoratori! Non c’è di che scandalizzarsi, non c’è di che stupirsi, bisogna però esserne consapevoli. Aggiungo che se le cose stanno cambiando è proprio perché certi capitalisti (come ampiamente descritto e motivato nel libro) stanno cominciando a intuire che la loro creatura rischia di rivoltarglisi contro... Certo, per chi Fogna rivoluffioni non è il maffimo, me ne rendo conto. Ma questo passa casa e con questo dobbiamo lavorare, no? Strano che questo turbi chi ci ha fatto lezzzioncine di ars politica per due anni di fila...

E allora, amici cari, a meno che voi non siate come quei colleghi “de sinistra” per i quali “la verità non si può dire perché farebbe comodo a Berlusconi” (una preoccupazione che dovremmo esserci tolta, no?), temo che dobbiate come me accettare un dato semplice ma essenziale: la cosa più importante, più urgente, oggi, è aprire il dibattito. Che il dibattito non lo si possa aprire dove avrei voluto e dove forse si sarebbe dovuto farlo addolora più me di voi. Ma la cosa essenziale è che una volta che il dibattito viene aperto, ci sia una risposta immediata e travolgente che faccia intendere chiarissimamente che questo dibattito a voi interessa, che tutti voi lo ritenete cruciale per l’interesse del paese, che tutti voi siete grati a chi, da qualsiasi posizione, da qualsiasi percorso, da qualsiasi esperienza personale e politica, ha ritenuto di volerlo aprire e sostenere.

Io la vedo così.

In meno di due anni, attaccato da tutte le parti (come sapete) e facendomici anche tante belle risate sopra (come altresì sapete), sono riuscito, praticamente da solo (unica altra voce limpida e inequivoca quella di Claudio Borghi, ma altre se ne stanno aggiungendo), a portare certi temi all’attenzione dei mezzi di comunicazione. Con buona pace di quelli che “devi fare il gesto eclatante”, di quelli che “non hai fatto abbastanza”, di quelli che “non hai visione politica”, ecc. Se la politica italiana deciderà di riappropriarsi di questi temi (sempre troppo tardi) sarà merito anche e forse soprattutto nostro, dell’incisività e dell’autorevolezza con la quale abbiamo saputo porli. Non sarà certo per merito dei partituncoli del tipo "la colpa è dei greci perché mi' nonna risparmiava". In televisione ci andiamo noi, non loro, sui quotidiani scriviamo noi, non loro, ecc. With all due respect, ovviamente, ma siccome siamo in corsa, occorre anche ricordarvi ogni tanto che non è saggia cosa puntare su un cavallo bolso.

Ripeto (e tre!): mi dispiace che questo movimento, il nostro movimento di opinione, sia stato e tuttora sia ostacolato dagli intellettuali che appartengono alla “sinistra”. È una reazione infausta, ma comprensibile e naturale. Dispiace che qualcuno dica quello che non hai avuto il coraggio di dire e raccolga quel consenso e quell’attenzione che pensi fosse dovuta a te. Piccole gelosie, piccole invidie, grandi incomprensioni. Ma questo mi interessa poco. A me interessa portare la vostra voce dove essa abbia il massimo ascolto, e ci sto riuscendo. Il resto non mi interessa, e infatti non me ne sto interessando. Ma non dimenticatevi da dove siamo partiti, perché altrimenti, fatalmente, dimenticherete dove vogliamo andare.

Tutto chiaro?

(comunque, seguiranno altri disegnini... E, per inciso, cara o caro spada900, non ce l'ho con te: tu contribuisci molto e bene, come tanti altri, e proprio per questo non vorrei mai che fra noi permanesse un equivoco. Ripeto: se certe cose si potessero dire da altre parti, ne sarei ben lieto. Ma da quelle parti sono venuti solo attacchi sleali. Il web non perdona e non dimentica, e allora perché tu te ne dimentichi?).

63 commenti:

  1. Domattina mi fiondo in edicola dopo 18 mesi che non tocco più quotidiano; spero in questo modo di contribuire a far capire che il dibattito interessa moltissimo. Questa è l'arma che ci farà continuare il cammino che ci porterà fuori dall'euro. Grazie ancora Prof.

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  2. Un colpo al Piddino mentale...Dahrendorf l'aveva detto già nel1995...

    http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/11/Moneta_unica_che_errore_co_0_95121110228.shtml

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  3. Diffusione delle idee e apertura di dialogo, io dico anche meglio se si fa in ambienti all'apparenza poco consoni, l'importante è che se ne parli.

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  4. credo che queste turbolenze, espresse da un post come quello di spada900,scontino anni di mal riposta fede politica e giornalistica. Anche se ormai tutti sappiamo che quotidiani come repubblica, manifesto et similia, sono totalmente asserviti al PUDE e proni alla gentile arte del gettare fumo negli occhi (parlando delle escort di Berlusconi), in qualche modo conserviamo l'ideale che questi media ci rappresentino in ragione della loro indebita autoproclamazione di media "de sinistra" e "dalla parte del popolo".
    Secondo me occorre liberarsi di queste idee preconcette e guardare solo ai fatti, che essi siano espressi nei quotidiano di Feltri, Belpietro, Mauro o chicchessia.

    Un assiduo lettore di questo blog

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    1. Ma io non leggo né Repubblica, né il Corriere, né il Manifesto, ecc,

      LEGGO SOLO LA RETE OPPURE SOLO ARTICOLI PERSONALMENTE CONSIGLIATI COME IN QUESTO CASO

      PERCHé ANCHE QUESTI GIORNALI MI SEMBRANO PIENAMENTE SOZZI E IMMONDI

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  5. Anche se qualcuno dimentica alcuni particolari fondamentali, non abbiamo dimenticato il perchè questo blog è nato. A me sinceramente non importa in quale quotidiano pubblichi l'articolo perchè quello che conta è ciò che scrive. Ho apprezzato fin da subito la sua onestà intellettuale e la sua tenacia nell'aprire un dibattito che è negato da coloro che invece dovrebbero aprirlo. Quindi per me non sarebbe un sacrificio, anzi un piacere leggere articoli che illuminino un pò la mente in questo autentico caos di informazione. La priorità è far capire alla gente la verità, e per farla capire bisogna andare da chi ci da voce, quindi il fine nobile giustifica anche il fatto che pubblica un articolo sul foglio.

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  6. Parole sante, Alberto, anzi santissime. Condivido anche le virgole di questo tuo post. Vorrei fare qualche piccola aggiunta. Che cosa facciamo con quel galantuomo di Claudio Borghi che scrive, vorrei ricordarlo, su Il Giornale? Gli diciamo che ascoltiamo le sue parole turandoci il naso? Diciamo che è un puzzone, perché scrive sul giornale della famiglia più controversa d'Italia, a un individuo, che per formazione, ci aspetteremmo insieme a quelli di fare contro il declino e che invece li contrasta giorno dopo giorno con una onestà intellettuale e un senso della dignità nazionale ammirevoli? E Cesaratto che cosa deve fare, se non gli pubblicano gli articoli? Stare zitto o pubblicare dove gli si offre l'occasione di sensibilizzare magari qualche lettore almeno curioso. Poi vorrei dire anche qualcosa di più sull'informzione di destra e di sinistra. Ma non siete rimasti offesi dall'inchiesta tv della gabbanelli su di pietro? Io sì, lo dico apertamente e senza timore: è dagli anni novanta che sappiamo praticamente tutto grazie però a giuliano ferrara e, soprattutto, a filippo facci, il quale, molto prima dell'eroica gabbanelli ha scritto articoli su articoli e un ponderoso libro su di pietro, da cui si può ricavare tutto quello che c'era da ricavare. Ma filippo facci scriveva e scrive su Libero, ahimé, e per informarsi davvero bisognava leggere un fogliaccio berlusconiano. Quando poi riportavi quelle notizie in qualche cena del sabato sera tra persone intelligenti, aperte e a modo, ti invitavano praticamente a togliere il disturbo. Vi siete chiesti piuttosto perché la gabbanelli ha fatto quel servizio proprio allora? A proposito di Libero: ottobre 2010, infuria il caso ruby sollevando l'indignazione di questo paese così morale; pranzo al bar di fronte alla facoltà e sfoglio casualmente libero, capitando su un articolo di carlo pelanda che, frgandosene di ruby, spiega per filo e per segno quello che ci capiiterà, se non ci ravvediamo, cioè diventeremo definitivamente una colonia (con annessa spiegazione dei rapporti di forza e delle aree di influenza di francia e germania. Per chi non lo sapesse carlo pelanda, prima dell'entrata in vigore dell'euro, partecipò a una trasmissione del democraticissimo gad lerner, il quale gli chiese che cosa pensasse dell'euro. Risposta: "così come lo fanno è un'impresa da dilettanti". Sbagliò pelanda, doveva dire da criminali, ma bastò quella risposta, perché lerner gli togliesse il microfono senza nemmeno domandargli: "ma perché fa un'affermazione di questo genere?". Non miè più capitato di vedere pelanda in trasmissioni di rilievo, così come non ricordo di averci visto paolo savona e poco giorgio la malfa, europeista convinto, ma spaventato da come si stava costruendo l'euro, tanto che ha scritto un libro che è stato letto solo dieci anni dopo, quando si sono avverate molti dei timori avanzati nel testo. Io ho smesso da tempo di leggere corriere, repubblica, sole; ho cominciato a leggere i giornali più piccoli e più politicamente marcati, tipo foglio e fatto quotidiano: non mi interessa la linea generale del giornale, mi interessa poterci trovare articoli che non trovo altrove e che mi danno l'occasione di allargare la mia informazione (che lascia molto a desiderare). Giorgio dell'arti è un giornalista gentiluomo, intelligente, affabile, aperto, ma dirò anche che viene dalla stessa storia di giuliano ferrara (se non faccio errori), il quale ferrara è giornalisticamente intelligente e non censura mai gli articoli dei collaboratori: c'è l'esplicita dichiarazione di alfonso berardinelli che scrive sul foglio, perché non gli viene mai censurato alcunché. Riandando agli anni della mia giovinezza potrei concludere apoditticamente: non importa il colore del gatto, basta che prenda il topo. Diversamente, come arrivavo al tramonto dell'euro?

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    1. Voglio ricordare che, in bella simmetria, gli attacchi a Claudio Borghi Aquilini stanno arrivando soprattutto da destra, come sa chi sta su Twitter: basta pensare all'accusa di "disonestà intellettuale" che gli è stata rivolta da Alberto Bisin (motivo per il quale, tra l'altro, quest'ultimo si è rifiutato di partecipare a un incontro al quale lo avevo invitato). Alberto, a sua volta, sarebbe stupito di questa mia classificazione, perché lui ritiene di essere di sinistra, e del resto credo di aver letto da qualche parte di un passato berlingueriano di Michele Boldrin. Colgo allora l'occasione per precisare un concetto. Per me è di destra il fondamentalismo di mercato, quello che alcuni chiamano (impropriamente) "liberismo", cioè l'idea che bisogna ridurre il peso dello Stato perché tanto il mercato "ci pensa lui".

      Sottostante a questa ideologia c'è l'assunto che il mercato offra una sede tecnica dove i vari interessi contrapposti si compongano in modo automatico e (last but not least) "formalmente elegante" (cioè matematizzabile).

      Insomma: c'è la negazione dell'esistenza, dell'inevitabilità, della necessità della lotta di classe.

      La sinistra "di mercato", quella che l'amico (spero) Riccardo Bellofiore chiama la sinistra "social-liberista", parte proprio da qui: dalla negazione della lotta di classe, che per me non è una scoperta particolarmente marxista. Credo che se ne parli anche nella Genesi, e mi ricordo di uno che si è preso una bella mazzata in testa in un primo sfortunato tentativo di militanza. Negare che esistano interessi contrapposti, e che la sede nel quale comporli sia la lotta politica, è il gioco al quale giocano l'Unità, il Manifesto, ecc. (non nomino giornali innominabili).

      Mi direte: lo fa anche il Giornale! Forse, ma forse meno dei due che ho nominato, e comunque con minor colpa: che i giornali dei ricchi neghino dignità di esistenza alla lotta di classe mi sembra abbastanza ovvio. Che lo facciano quelli che teoricamente dovrebbero sostenere la lotta per una società meno disuguale non è altrettanto ovvio.

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    2. Aggiungo: forse già stanotte vedrai alcune persone che hai nominato associate a un certo progetto... Poi, naturalmente, quelli del gesto eclatante, del "famo un partito", del "la rivoluzzzzzione 'a deve da fa er popolo", non saranno contenti.

      E 'sti cazzi (che significa: e chi se ne frega).

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    3. Mi stuzzica molto questa operazione. Conosco bene Dell'Arti, anche perché è stato una colonna di repubblica (purtroppo mio pane quotidiano per decenni), ideatore di splendide iniziative culturali, ricordo ad esempio una serie di fascicoli sul risorgimento, strutturati come intervista a Rosario Villari, assolutamente godibili. Negli anni credo sia diventato una sorta di imprenditore di sé stesso, responsabile di inserti divulgativi a 360° un po' dovunque, persino sulla Gazzetta dello Sport. Aggiungo che ho una copia del suo Catalogo dei viventi, un vero spasso e una miniera d'informazioni su tanti personaggi del nostro paese. Negli ultimissimi anni l'ho perso di vista ma mi è sembrato sempre più disincantato e pencolante un po' a destra, ma posso sbagliare e in ogni caso sarebbero affari suoi.
      Mi incuriosisce il tuo lungo incontro con lui, perché io l'avrei catalogato tra i sostenitori della necessità dell'€ e di spesapubblicabruttacastacriccacorruzzzzione, ma posso sbagliare anche qui perché vado a ruota libera.

      PS- Il mio Maestro, comunista vero, al Liceo un giorno ci disse che dovevamo leggere Céline. " Ma era un nazista antisemita!" dissi io. Il Prof. sbattè un pugno sulla cattedra e urlò "Osvaldo non dire cazzate! Tu te ne devi fregare, scrive da dio e questo qui ci interessa!".
      Cerco sempre di tener fede a questo insegnamento (che non significa ingoiare tutto senza discutere, Céline continuo a digerirlo poco...).

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    4. Prof, i due post qui sopra sono da incorniciare, la tua definizione di destra e di sinistra è precisa e più che mai attuale; dovrebbe essere una lettura obbligatoria per tutti coloro che insistono a dire che "destra e sinistra sono tutti uguali" riferendosi alla situazione attuale, dominata dal PUDE. Se il panorama politico attuale potrebbe giustificare tale affermazione, esiste un piano, quello della lotta della distribuzione delle risorse economiche, dove essere di sinistra o di destra trovano una definizione ed una delimitazione ben precisa, la tua. La destra dice che risolve automaticamente tutto il mercato: la sinistra (e qui direi che si parte da Keynes) dice che il mercato non si autoregola e porta inevitabilmente a delle crisi cicliche terribili dove ci rimettono sempre le classi più disagiate. Sto cercando di falro capire a tutti quelli che incontro, forse mi spiego male, ma la risposta è il menefreghismo semplicistico di ribadire "Destra e sinistra per me sono tutti uguali". Sono carne da macello per il PUDE, che campa su queste persone che non hanno voglia di impegnarsi per abbandonare i luoghicomunismi imperanti. Ma non demordo, molti cominciano a fare questo sforzo.

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    5. @osvaldo_b Quello che penso di poterti dire è quanto ha detto lui a me quando ancora eravamo al lei, e che a grandi linee suonava così: "Anch'io ero come quei giornalisti che descrive, non lo ero per obbedienza a un qualche disegno o perché comprato da qualcuno, semplicemente quelle erano le teoria dominanti, ma la spiegazione che lei dà nel suo testo mi ha costretto a rivedere le mie posizioni." Di questi tempi mi sembra un esempio di limpidezza intellettuale non da poco.

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    6. Per bilanciare il suo "articolo" ce n'è un altro poco sopra che innalza draghi, da ragione a Marchionne e blair sul lavoro. Accosta negativamente letta a moro che temporeggia come lui invece" di comportarsi come un moderno Andreatta". Infine cita bisin(!). Mi chiedo se sia una provocazione per "noi" blogger. Dice anche che i fattori di spinta di amplificazione sono la bassa produttività e l'alto debito pubblico. Vabbèè firmato con un elefantino rosa, perdoni ma non so chi sia. Il suo" articolo " è un pó una delusione perché ripropone il librovche ho già letto. Pensavo fosse inedito, ma prob non avevo capito...Cmq non importa l'importsmte e che arrivi il messaggio.

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    7. Complimenti a Giorgio Dell'Arti che ti pubblica nonostante abbia un direttore che scrive cose in pure stile traditore del PUDE, come si può leggere nel pezzo pubblicato oggi proprio sopra al tuo (rilanciato anche su Twitter).

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  7. Diceva Enrico IV che Parigi val bene una messa. Forse sfondare il muro del silenzio vale un euro e 30 centesimi de "Il Foglio", che ne dite? Non c'è neanche bisogno di cambiare religione, solo di passare all'edicola.

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  8. Ho capito, parti dal Foglio Rosa per prendere la patente der giornalista eGonomico. Domani faccio l'investimento per la prima puntata del GoofyGiornalismoRosa!
    Grande prof, il muro del PUDE va in frantumi!

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  9. Chiedo scusa per aver fatto facile ironia sul Foglio. Purtroppo è ancora molto forte in me la dicotomia cattivi_contro_giusti della quale mi sono cibato per venti anni, tra discorsi tenuti prima tra le pareti domestiche, poi nelle aule universitarie e poi in ufficio al lavoro.
    Cercherò di essere più obiettivo, e soprattutto, meno prevenuto in futuro. Non sapevo della storia del Foglio "rosa".
    Certo è che sappiamo tutti, e dico tutti, che Ferrara ha sposato in modo totalmente cieco e acritico il pensiero di una certa classe dirigenziale. Però, se come dice lei, prof, la costola del Foglio del lunedi è qualcosa di più che un pamplet politichino, e soprattutto se le orecchie che ascoltano non sono quelle che speravo, pazienza. Onore a chi sa interpretare e diffondere la verità. Nella fase in cui stiamo, discriminare il colore, tra rossi, neri e bianchi -forse il rosa ci voleva proprio- è da fessi.

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  10. Qui: http://www.leparoleelecose.it/?p=11616#comment-105688
    è in corso un dibattito su "il tramonto dell'euro". Dopo l'intervento di Rino Genovese (filosofo di sinistra) il clima si è scaldato.
    Approfitto per segnalare a tutti l'interessante e attualissima citazione di un europeista della prima ora che ho inserito nella mia ultima replica:

    «Io sono stato l’ultima speranza dell’Europa. L’Europa non poteva essere unificata per effetto di una riforma volontariamente concertata. Non poteva venire conquistata con il fascino e con la persuasione. Per poterla prendere bisognava violentarla. L’Europa può essere costruita soltanto su rovine. Non su rovine materiali, ma sulla rovina congiunta degli interessi privati, delle coalizioni economiche, sulla rovina delle idee ristrette, dei particolarismi superati e dello stupido spirito di campanile. Bisogna fare l’Europa nell’interesse di tutti e senza risparmiare nessuno. Napoleone lo aveva compreso perfettamente»
    Adolf Hitler, Discorso del 26 febbraio 1945, in “Ultimi discorsi”, Edizioni di Ar, Padova, 1988

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    1. Ma se Rino Genovese è un filosofo che sa fare il suo lavoro, perché non lo fa, invece di occuparsi di cose delle quali visibilmente sa poco? Ma questa domanda, forse, è troppo filosofica. Mi scuso per averla posta. Rimane quello che è chiaro a tutti, ad esempio anche a Brigitte Granville: i nemici della democrazia oggi sono le persone colte (o pseudocolte). Triste constatarlo, ma lieto constatare che mi son salvato per un pelo dal destino di questo figuro qui (che torneremo a salutare fra un paio d'anni). Ma questa ve la racconto un'altra volta.

      P.s.: sì, in qualche modo ho rispettosamente dato del cialtrone a questa persona, ma solo perché sono stanco di attacchi cialtroneschi che mettono in questione la mia integrità personale e scientifica. Già sono di troppo quando intervengono da parte di colleghi. Che poi intervengano da parte di un illustre "primo che passa" mi sembra veramente troppo. E tu, caro Roberto, hai violato la regola della merda e del ventilatore, e questo non è bello. Non ti chiedo, non sia mai, un atto di contrizione, ma segnalo a te e a tutti che in Goofynomics 2.0 bannerò direttamente gli IP, così famo prima, che ne dite? I dibattiti fra volenterosi dilettanti piddini sono stati banditi fin dall'inizio da questo blog, e questo è il motivo per il quale esso è stato letto. La Normale di Pisa si metterà al vento quando tutto sarà andato come la nostra tanto bistrattata scienza ci dice che andrà. Siamo sicuri che metta conto occuparsi di questi uomini (!) per tutte le stagioni? Io non ne sono sicuro, e sono piuttosto stanco di doverlo ripetere. Non vi chiedo di capirmi.

      Sintomatica questa frase del filosofo: "Ricordo a tutti i nostalgici della “sovranità nazionale” che, quando questa c’è stata (fino agli anni settanta del Novecento), c’era anche un’altissima conflittualità operaia e sindacale che permetteva, almeno in parte, di recuperare l’inflazione (in Italia c’era la scala mobile…)."

      Appunto. La perdita di sovranità ha fatto parte della controffensiva capitalista che ha sedato o schiacciato le rivendicazioni operaie. Il filosofo lo vede, lo afferma, ma a lui sta bene così. Fantastico! Abbiamo una nuova definizione di filosofo: persona che non riesce a unire due puntini (nemmeno col righello). E poi, ovviamente, il più Europa... che come giustamente noti ha precedenti illustri!

      Senti, occuparsi di questa gente non è solo fastidioso, ma anche inutile. Quando capirai (forse entro stasera) a cosa hai sottratto tempo con questa segnalazione sarai tu il primo a vergognarti e io mi dispiacerò per te.

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    2. Le mie scuse per la distrazione. Prima e ultima volta, promesso. Buon lavoro e a risentirci su cose più serie.

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    3. La "sovranità nazionale" viene osteggiata solo in Italia e solo a sinistra, con tanto di fiera ostentazione...in Italia.
      Coloro che, in altri paesi, osteggiano la sovranità nazionale, si riferiscono, poi a quella..."italiana", alla fine dei giochini. Mica alla propria!
      Non è insomma un "gioco a somma zero" tra sinistre illuminate, ma un gioco di colonizzazione tra sinistramente "illuminati".
      Ma, poi, suvvia, è esattamente la teorizzazione di von Hayek del 1939...Seguita dai vari Issing e Kohl e trapiantata nella neo-religio dell'ENA francese, fin dagli anni 70.
      L'Intendenza italiana si è entusiasticamente adeguata, e non nutre dubbio alcuno.
      Non vogliono adeguarsi alla realtà raggelante che si manifesta e non possono, anche per le ragioni che dici tu (ma in parte perchè neppure conoscono bene le "radici" della strategia, risalendo al massimo ad...Amato)

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    4. @Roberto

      Ma no, non devi scusarti. I tuoi interventi sono sempre fonte di riflessione, anche questo. Ogni tanto fa bene tornare sulle solite cose. Io mi dimentico che qui sono due anni che camminiamo insieme, ma molti arrivano adesso (non mi riferisco a te) e repetita juvant (un altro problema da risolvere col 2.0).

      @Quarantotto

      Mi colpisce molto il richiamo all'ENA, un po' perché me ne sono occupato di persona, e un po' perché ho visto con quanta ferocia Brigitte Granville (che pure di riconoscimenti accademici in Francia ne ha avuti) attaccava questa simpatica casta sacerdotale.

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    5. Caro Alberto,mi scuso volentieri perché hai ragione. Alla Scuola di Guerra mi hanno insegnato che un ottimo metodo per disarticolare il sistema di comando e controllo avversario è sovraccaricarlo di informazioni; e infatti, quando informarono il Feldmaresciallo von Runstedt, grande soldato, dello sbarco in Normandia, lui se ne andò in giardino a potere le rose, in attesa che si posasse il polverone e si potessero prendere le contromisure appropriate. Insomma, mi sono scordato che qui si è in zona di operazioni, e che il tuo Stato Maggiore è ridotto all'osso, forse all'osso di seppia o di gomma del cane se ce l'hai. Buon lavoro e bonne guerre.

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    6. A proposito di ENA, nel 1994 John Ralston Saul scriveva in I bastardi di Voltaire: La dittatura della ragione in Occidente (Bompiani):

      «Non c’è da sorprendersi che mai come oggi la nostra leadership abbia una tale granitica e generalizzata fiducia nei propri punti di vista. Qualunque direzione prenda, trova altre élites in cui specchiarsi. Nelle Business Schools e nelle scuole di amministrazione pubblica programmi praticamente identici sfornano tecnici addestrati alla gestione scientifica dei sistemi. Il metodo dell’Harvard Business School basato sullo studio di casi concreti è l'esempio più noto di questa ossessione generale per l’amministrazione attuata per mezzo di soluzioni, un sistema la cui logica fornirà sempre il supporto per le conclusioni. Nei momenti di confusione, i cittadini cercano il responsabile. Ma quando le loro élites sono così somiglianti, questa ricerca tende a trasformarsi nella ricerca di un capro espiatorio: negli Stati Uniti c’è attualmente la tendenza a scegliere Harvard. Eppure lo stesso identico approccio è presente in tutti i sistemi educativi occidentali, sia nella formazione dei giuristi o dei sociologi, sia in quella degli Enarques francesi, i laureati della scuola che prepara i grands commis destinati ai posti chiave dello stato. L'École Nationale d’Administration (ENA) li addestra ai processi logico-astratti. Nel senso che l’insegnamento impartito in tutte queste scuole è mirato non a sviluppare il talento nel risolvere problemi, ma a fornire un metodo per individuare le soluzioni che potranno soddisfare il sistema. Dopo di che la logica interna provvederà alle necessarie giustificazioni.»

      Il passaggio in grassetto l'ho evidenziato io, il resto come nell'originale.

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    7. Il ruolo degli "enarchi" è singolare: partono Attali e altri (tipo Sèguin), come "educatori" economici del Mitterand prima maniera, quello sinistra-sinistra.
      Accanto a loro i Delors e i Laurent Fabius, economisti di governo, passati (almeno Delors) per la Banque de France, si saldano per riconvertirsi dalla "sinistra" (che nazionalizzava alleata con PCF), al nuovo monetarismo deflazionista. Sempre intorno alla bandiera Mitterandiana, ma ormai intedendosi benissimo (eccome!) in sede di trattative pre-Maastricht con i bundesbank-Chicago-boys.
      L'ENA sforna i "loro" consiglieri di Stato, i primi della graduatoria (come Attali): cioè il massimo della "statualità" french-way.
      Ma, appunto, come tali, capaci di cogliere benissimo che l'onda dell'antisovranismo, in salsa europea-€uro, significa smantellamento delle sovranità dei paesi incautamente associati; a cui, per grandeur, negano culturalmente la pari dignità (una cosa simile si verifica dopo il Termidoro con la fase espansiva che innalzò Napoleone stesso, con le sue depredazioni "bottino di guerra", in tutta Europa, in Italia sourtout).

      Per fare ingoaiare ai popoli "minori" (Italia in testa) questa asimmetria genetica, accettano di trattare solo con i ben noti ideologi prodotti dalla fucina Bankitalia, unici italiani che non "puzzano"...E ovviamente i loro successori in "corpore vi-ri" (il nostro..).

      Dunque la quadratura del cerchio: la sovranità va destrutturata e "dispersa" (Amato, post Hayek), ma per gli "altri". Non quella franco-tedesca.
      In tutto questo, i tedeschi vanno a nozze e sempre più, dal tempo dell'introduzione della moneta unica e di Amsterdam e Lisbona, si trincerano dietro la propria Costituzione e Corte costituzionale: l'interesse nazionale, tedesco, va sempre e comunque preservato, non c'è Trattato che tenga.
      Anzi, questa linea tedesca-costituzionalista, (simmetrica a quella che i francesi più culturalmente che economicamente tendono a mantenere, proseguendo comunque la campagna d'Italie delle acquisizioni), serve da fulcro proprio per togliergli ogni obbligo e responsabilità in UEM, e imporre agli altri la CONDIZIONALITA': cioè l'attacco diretto alla dissoluzione della sovranità...ALTRUI

      Lo dico senza polemica: ringrazio Istwine che mi ha spinto ad approfondire ancor più la faccenda.
      Il racconto integrale sul...libro :-)

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    8. @ Correttore diBozzi
      Mi hai fatto venire in mente Jean-Claude Michéa, filosofo francese vicino al socialismo di G. Orwell, e la sua critica radicale da sinistra di questa dottrina dello Stato, malintesamente liberale, che, dice, non fa che " scoprire o inventare meccanismi capaci di generare da sé tutto l’ordine e l’armonia politica necessaria, senza che si debba mai più fare appello alla virtù dei soggetti».

      Jean-Claude Michéa, L’empire du moindre mal. Essai sur la civilisation libérale, Flammarion, 2010, p.32.

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  11. Grande cavajere !!

    Se l'unica strada quella è,
    percorrerla fino in fondo dobbiamo !!

    Eppoi il nemico del mio nemico stà a vedere che diventa mio amico !!

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  12. Io è da un po' che credo che sarebbe meglio uscire da sinistra, ma l'imperativo è uscire. Poi si sbloccano strumenti e possibilità che saranno sfruttabili.

    Quindi se pure lo spazio vien dato da Libero, ben venga. A me ad esempio fa piacere che persino Vittorio Feltri abbia gradito il libro.

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  13. Anche io faccio ammenda x la facile ironia.
    Personalmente ho un background piddino e certi nomi (e testate) fanno a cazzotti con il mio "io" interiore. Ad ogni modo anche il commento di Quarantotto mi aveva riportato alla unica giusta prospettiva.

    I complimenti invece sono sinceri:
    non avrei mai pensato di comprare il foglio x la presenza di qualcosa anche di eccellente, invece "..ricordate che siamo ancora in un'economia capitalista, dove il modo migliore per concorrere ad affermare certe verità è far capire che interessa.." Registro e applico x il futuro.

    Per precisione dal post non avevo capito che si trattera' di un "suo" articolo, ma piuttosto di qualche cosa sul tema che intendeva segnalarci.

    Sintesi:
    - una copia la compro xke ho capito
    - un'altra la compro xke così imparo a fare facile ironia
    - un'altra copia la compro xke l'articolo e' scritto da lei
    I 3 euro meglio spesi di domani

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    1. 3,90?..acc, ma a Cameri(NO) sta a 1,50 la copia..c'è lo Spread anche per i quotidiani?

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    2. Temporaneamente a Roma, anche io l'ho pagato 1, 50: sarà che il lunedì il prezzo è questo, oppure che il centro, già vicino ad essere sud e pertanto ancora più improduttivo e sprecone del nord che per qualcuno è comunque sud di un più profondo nord (e quando la smetteremo con questi giochini dag giramento di testa di
      testa?) deve, per tali colpe, pagare di più?

      N.B. L'errore di digitazione da smartphone è, appunto, errore, mentre il "di testa di testa" non errore ma allusione è.
      NN.BB. Naturalmente ostento lo smart, perché vivo al di sopra etc etc.

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  14. Prendo una definizione abbastanza buona di emergenza:
    "Emergenza è quando si è mani e piedi nelle braccia del destino,
    quando i gesti possono essere fatti una volta soltanto,
    tutti uno in fila all’altro e senza sbagliarsi troppo.
    E tutti volti al medesimo scopo, detto volgarmente: togliersi dalla merda."
    Andrea Gobetti - “Le radici del cielo”

    All'incontro di Bergamo, la differenza più grossa nella posizione del prof. Bellofiore era (mi è parso) nell'approccio: "C'è ancora molto altro da considerare, studiare, capire". Approccio accademico, molto appropriato alla sede universitaria. Ma l'approccio di Bagnai e Borghi mi ricordava molto quello di una squadra di emergenza ed è proprio quello che ritengo indispensabile. Informazione corretta e approfondita, senza mai perdere d'occhio l'ordine delle priorità.
    La mia sensibile animuccia di sinistra viene per ULTIMA, anche se rimango disponibile per una franca e approfondita discussione con chiunque, da sinistra, venga a spiegarmi come e quanto il problema "non sia qui" o ci siano compagnie infrequentabili.

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  15. Ammetto di aver un po' storto il naso quando ho letto del Foglio (non sapevo fosse "rosa") però non ho espresso perplessità contando sul fatto che ogni sua mossa sia stata ben calcolata prima (come dimostrato fino ad oggi) e che il "dietro le quinte" non mi fosse noto (come non lo era, appunto). La calma è la virtù dei forti.

    Spero quel quotidiano arrivi da queste parti (sono in Sicilia e non credo che qui abbia molto seguito, ma magari mi sbaglio). Lo cercherò.

    A presto.

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  16. Ma de che?? leggeremo col massimo interesse i suoi contributi a prescindere dal contesto nel quale saranno pubblicati. Possibile che esiste ancora gente che giudica il monaco dall'abito che indossa?

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  17. Ottimo, non importa attraverso quali canali ma l'importante è iniziare questo dibattito (credo che da noi la censura sia così potente che il nostro sia l'unico paese in cui il dibattito sull'euro è praticamente assente). Anch'io ho genitori piddini e anch'io come molti, non lo nego, ho avuto un sussulto al pensiero di comprare il Foglio...ma poi ho subito pensato che il fatto che questi giornali ospitino Bagnai, Borghi e Cesaratto sia paragonabile a un altro fatto che sto constatando sempre di più, ovvero che si parla meglio dell'euro-disastro con gente di destra che di sinistra. Sono perfettamente d'accordo col Prof quando dice che la "sinistra", avendo da sempre sostenuto entusiasticamente il Fogno europeo, sia ora la parte politica più in difficoltà ad ammettere di essersi sbagliata. Perciò, domani senza remore tutti in edicola!

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  18. Il Foglio rosa non lo conoscevo. Ho messo una sveglia alle 7:45 di domani per ricordarmi dell'acquisto.

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  19. Tutto pienamente condivisibile, ed anche molto efficace nello smantellare certe renitenze ideologiche molto radicate, e umanamente comprensibili, in chi da sempre è cresciuto col cuore a sinistra ed oggi fatica a prendere atto che i conducenti del treno su cui è salito vanno ad altre stazioni.

    Mi viene da pensare che si potrebbe condensare nel detto: "Amicus Plato, sed magica amica veritas".

    Domattina presto andrò in edicola a comprare dieci copie del Foglio (rosa), una per me e le altre da regalare agli amici.

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  20. questo blog è una rivoluzione. In un'Italia che ha negato il dibattito aprirlo è una rivoluzione copernicana

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  21. Anch`io sono sempre stato favorevole alla divulgazione della verita`, ovunque si dia spazio mediatico per diffonderla.
    Cosi` e` stato per l`Ultima Parola di paragone, che ho rivalutato per l`ospitalita` data al prof. e alla discussione sul problema numero uno per la sopravvivenza dei nostri figli.

    Cosi` e` stato per tutti format radiotelevisivi per casalinghe e universitari della mattina, da la7 a rai3, o di approfondimento del pomeriggio e sera.

    Quindi non vedo perche` gli sparuti lettori del foglio, che hanno il coraggio di leggere le castronerie ultrasiderali dell`icona italiana dello zerbinaggio professionista, non meritino di avere una possibilita` di rianimare i pochi neuroni rimasti con qualche perla di semplice verita` macroeconomica.

    E gia` che ci siete, consiglio la lettura delle vignette di Vincino: l`ultimo grande vignettista satirico italiano, che con il mitico Andrenza, cioe` Andrea Pazienza, costituiva le fondamenta dell`indimenticabile IL MALE

    Vincino che disegna per un giornale di destra e` l`ennesima conferma del fatto che la sinistra in Italia e` scomparsa da anni, e a proposito,
    lo vedrei bene come compendio satirico alla riedizione del Tramonto, o al suo sequel...

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  22. Boia mondo! Non sapevo della distinzione tra "fogli"! Mi ero già prefigurato la scenetta con un paio di amici (quasi ex oramai, ma che vadano pure a dar via il culo, potevano scegliere mille volte tra il disonore e la guerra;hanno sempre scelto il disonore sti stronzi ;avranno la guerra!). Della serie avete visto manica di imbecilli che tutto leggete ed un Cazzo capite... Vroooooommmm sorpassati a destra dal ciccione. .. In corsia di emergenza...

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  23. Sono più di 20 anni che non compro un giornale, perché avevo deciso di disinformarmi da sola, piuttosto che essere "formata", visto il livello dei giornali, specie quelli di "sinistra", compreso l'innominabile, ma domani di sicuro e ben volentieri romperò la tradizione. E francamente non mi faccio problemi di sorta, poiché chi capisce subito la situazione, e sinceramente se ne preoccupa, lo trovo negli ambiti più (per me) impensati.

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  24. certo che tutti sti repetita....
    so du anni che stamo a dì che va bene qualsiasi colore pur di uscire!
    E poi na vorta fori ricomponemo le fila...quelli che vonno fà gli affari e quelli che nun vonno morì de fame.
    Ma che ce vò a capì sto concetto!?

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  25. Per fortuna che in tempi non sospetti le scrissi che l'importante è fare la cosa giusta pur con le persone sbagliate, se poi lei dice che le persone sono pure "giuste"......compramose sto foijo.

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  26. "Della serie Krugman mm'hadddetto che anche i marziani comprano petrolio in euro" un interessante post
    http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/08/11/the-euro-a-pre-mortem/?_r=0

    Non tanto per il riassunto di Krugman, quanto per il link in esso contenuto, un'analisi della situazione dell'euro, nel quale ritroviamo le stesse analisi del Prof Bagnai. Purtroppo gli italiani considerano autorevole quello che viene detto da americani, ma quando la stessa cosa e' asserita da un italiano e peggio ancora insegnante "di periferia" allora... vabbe'.
    Cmq, le conslusioni sono le stesse di cui discutiamo da mesi/anni.
    Non credo ci sia dell'"invidia euris" nella loro analisi, come qualcuno suggeriva qualche anno fa quando gli euro-scettici americani facevano sentire la propria voce sulle prospettive negative sull'euro.

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  27. Sono figlia di un piccolo imprenditore e di una maestra statale (ora entrambi in pensione); ho lavorato prima con partita IVA e poi come dipendente (molto fortunata: i miei titolari sono rispettosi, comprensivi e generosi, tanto che a volte mi sento in dovere di non timbrare gli straordinari. Lavoriamo fianco a fianco anche fino a tarda sera se necessario e si è instaurato un senso comune di bene dell'azienda che è fonte di reddito per loro come per noi che abbiamo tra l'altro premi produzione. Loro guadagnano di più, ma non provo invidia; non dovermi più preoccupare di amministrazione e burocrazia mi ha regalato una serenità impagabile.

    Insomma, sarà perché sono stata da entrambe le parti che mi piacerebbe sperare che si arrivi in futuro a guardare oltre il proprio orticello senza essere scambiata per fognatrice.
    Non è proprio possibile superare la "lotta di classe"? Non si può immaginare una società consapevole che insieme siamo un sistema e se il sistema funziona bene stiamo meglio tutti? Che ogni privilegio di una classe causa uno squilibrio che inevitabilmente porta allo sfascio del sistema stesso?

    Cioè, non si può pensare al buon funzionamento del sistema a monte invece che ai propri interessi particolari o di classe da contrapporre a quelli di un'altra classe per trovare un equilibrio a valle? So che dopo il "fogno" europeo questa idea puzza di "sola", ma a me piacerebbe sperare nel buonsenso e nella reale buona fede di tutti gli attori politici e sociali.

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  28. Bello questo articolo, prof! E' dura abbattere i muri della mente...
    Leggo questo blog da circa 20 mesi ma intervengo molto raramente.

    Aggiungo che in altri Paesi il dibattito e' aperto gia' da un bel pezzo. Sono di ritorno da una lunga permanenza in Canada & USA (a proposito, ma quanti investimenti pubblici nella patria del liberismo!) e posso dire che l'Americano mediamente informato sugli affari esteri non riesce proprio a capire come sia possibile cio' che sta succedendo in Europa. E quando gli dico che l'unica obiezione dell'italiano medio sull'Euro e' "secondo me hanno sbagliato a non fare la banconota da 1 Euro" sgranano gli occhi. Semplicemente, caro mia amico yankee, qui non se ne parla. E' negato ogni dibattito.
    Devo dire che lungo il mio viaggio ho incontrato anche molti europei, e se il discorso cadeva sull'economia o sul lavoro questi mi ripetevano "le tesi del prof Bagnai".

    Bene, a quanto pare ci sono interessanti iniziative in vista.
    Una mano la daranno anche le elezioni europee che a questo giro sanno tanto di referendum sull'Euro. Dovrebbe aiutare anche l'ortottero che ha raccolto insieme pezzi di sinistra e di destra a casaccio e ha bisogno di qualcosa per tenerle insieme... anche se all'estero continua ad avere comportamenti diversi (ricorda qualcuno?)

    Volevo anche permettermi una domanda fuori tema. Lo sporco razzista di destra che c'e' in me contina a chiedersi: ma ho ragione a preoccuparmi perche' la sinistra che spinge sul pedale dell'immigrazione e' la stessa sinistra dell'Euro?

    Saluti.

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    1. Io credo che questi termini ,"destra" "sinistra" ,che usiamo siano fonte di miriadi di noiosissime incomprensioni ma visto che non si possono abolire per decreto ti propongo di definire "di sinistra" ( e sottolineo NON "de sinistra" ) qualsiasi movimento o partito politico che cerchi di porre drastiche limitazioni alle asimmetrie ( per usare un termine caro al prof.Bagnai ) di potere presenti nella società, intendendo con "potere" le possibilità di agire di ogni individuo.
      Oggi da una parte c'è chi si può permettere di vivere di rendita e dall'altra ci sono quei ragazzi che possono solo mendicare un posto per qualche mese, da una parte estrema libertà e dall'altra solo scelte obbligate per sopravvivere, questo è il mondo a cui ci ha portato una certa pseudo-sinistra con la sua malcelata collaborazione con le destre storiche.
      Quindi solo chi lotta per una sempre maggiore uguaglianza , contro tutte le oligarchie, può definirsi di sinistra, tutto il resto è destra.
      In questo senso il PUDE non è composto da un partito di destra e uno di sinistra ma da due correnti della destra, una di tipo un po' più "populista" e una a sfondo più "riformista" (metto le virgolette per segnalare che sono tutti termini che andrebbero indagati meglio ), possono litigare ma litigano senza mai mettere in discussione il loro assunto : che lo strapotere del mercato, cioè dei capitalisti, non deve subire nessun tipo di limitazione.
      Ma la tua domanda non l'ho capita : dove la vedi questa spinta a favore dell'immigrazione ?

      ciao ciao

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    2. Preciso meglio la domanda: intendevo destra e sinistra politiche, cioe' dove siedono in parlamento (se presenti). Pensavo che si capisse dal contesto.
      C'e' una forte spinta: le continue esternazioni di SEL e la Boldrini, lo "ius soli", il PD che porta la Kyenge ad ogni manifestazione, le campagne dei "loro" organi di "informazione".
      Le obiezioni che arrivano da destra denunciano il fatto che gli immigrati, le risorse a basso costo, comprimono i salari in una corsa verso il basso. Trovo queste critiche molto sensate.
      Il Fogno Migratorio come il Fogno Europeo?

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    3. Non so , non credo che i numeri degli immigrati siano tali da determinare un ribasso dei salari, comunque essendo io di sinistra non voglio rinunciare ad un' ottica che prima di essere meramente economica sia anche umana.
      L'altro ieri ne sono morti sei a 40 metri dalla costa, il mediterraneo è diventato un cimitero galleggiante, queste sono cose che non possiamo ignorare senza perdere la nostra umanità , sono fatti che impongono una risposta a delle domande : 1) quali sono le responsabilità dei paesi dell'occidente nel determinare questi flussi migratori ? 2) Come mai tante persone sono disposte a rischiare la morte pur di abbandonare i loro paesi ? 3) Posso io dichiararmi Uomo se sono indifferente a queste sofferenze ?
      E poi i flussi migratori ci sono sempre stati ed hanno sempre determinato la ricchezza e non la crisi dei paesi in cui avvenivano, siamo noi l'Europa pazza e isterica del rigorismo che non riesce a gestire il fenomeno.
      Allora la nostra posizione dev'essere un'altra , anzi due : da un lato lavorare affinché queste persone siano messe in condizione di vivere dignitosamente nei loro paesi e dall'altra fare in modo che chi arriva da noi sia trattato almeno come quegli italiani che adesso ricominciano a migrare in Germania...

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  29. Grande Prof. Domani al primo giornalaio che becco faccio l'acquisto della giornata e poi porto i piccoli al mare e se si addormentano me lo sparo tutto d'un fiato!!! In fondo io l'ho conosciuta su un video nel blog di grillo quindi anche se uscisse su Cioè o Novella3000 lo comprerei per sentirmi un pó libero di leggere la verità!! Un abbraccio virtuale a Lei e a tutti i colleghi di questo Blog, e sono certo che ogni goccia di verità che facciamo cadere, a volte anche sotto la veste di una lacrima, secondo dopo secondo alimenti il mare della vera INFORMAZIONE!!!!

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  30. Come ho detto rispondendo ad un post precedente,

    TROVO "SOZZI E IMMONDI" ANCHE GIORNALI COME REPUBBLICA, IL CORRIERE, LA STAMPA, L'UNITA', IL MANIFESTO ECC.,

    LEGGO SOLO LA RETE O ALCUNI ARTICOLI CONSIGLIATI, COME IN QUESTO CASO,

    dunque non ne faccio una distinzione di appartenenza politica, ma di

    ONESTA' INTELLETTUALE

    che credo manchi in tutti questi giornali appena nominati, per cui non mi disturba il fatto che tu Alberto possa pubblicare sul "Foglio", anzi sappiamo bene come il nostro progetto, quello di cui tu sei il capo e la guida indiscussa, autorevole e autoritaria,
    abbia bisogno della massima divulgazione possibile,

    MI DISTURBA INVECE IL FATTO CHE GIORNALISTI CAPACI E CORRETTI

    come tu dici essere Giorgio Dell'Arti, si confondano e si oscurino nel marasma paludoso dell'informazione italiana,

    PER CUI SE IL LETTORE MEDIO COMPERA IL FOGLIO, (e io sono una lettrice media),
    CREDE DI PAGARE UN EURO AL NOSTRO CONOSCIUTO E AMATISSIMO ELEFANTINO...


    QUESTA E' LA MORTE ASSOLUTA PER L'INFORMAZIONE LIBERA, ONESTA, CORRETTA E INDIPENDENTE DA OGNI STORTURA POLITICA.

    (grazie per avermi dedicato un post, anche in chiave negativa, è proprio delle donne amare i propri detrattori)

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  31. Ehm... ha visto prof? Proprio sopra il suo articolo, c'hanno messo l'antidoto ('sti fiji...), citando pure i 2 innominabili!! E' dura, lo so, ma noi non molliamo. Complimenti per tutto e, di nuovo, se ce ne fosse ancora bisogno, grazie!

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  32. Finito adesso di leggere l'articolo scritto con la consueta logica, chiarezza, esattezza di sempre.
    Spero che ci siano ancora lettori (a parte noi del blog) non totalmente assuefatti alle menzogne.
    Al prossimo lunedì. Grazie e buon lavoro (non che abbia bisogno di questo augurio, il suo lavoro è sempre superlativo)

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  33. Qui nel mio paese non l'ho trovato!!! é mai possibile che in un paesino di provincia si trovi solo repubblica (il minuscolo é intenzionale), il mattino e la gazzetta dello sport????

    E che cavolo!!!

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  34. Carissimo professore
    Io ho provato ad acquistare il foglio rosa, ero anche disposto a comprare i porno per poterci nascondere il giornale, ma non sono riuscito a trovarlo.
    Ho provato in quattro edicole diverse ma non c'è, non perché sia finito ma perché non lo distribuiscono più da almeno due anni (così ha detto l'edicolante).
    In qualche modo sarò in grado di recuperarlo in formato elettronico, ma senza il mio Importante €1,30 che non potrò dare alla causa.
    Saluti Daniele

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  35. Prof, "... dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior!"

    Orgogliosamente letame, un saluto con stima.

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  36. stamane ho comprato 3 copie senza "vergogna"..
    le ho regalate a coloro che pur non avendole mai comprate perché sò de' berluscò, avrebbero certamente potuto capire..
    questa è la mia buona azione quotidiana!
    un abbraccio e un grazie per avermi ridato la voglia di "partecipare" ad un o scopo, consentitemi il termine, che a tutti gli effetti assomiglia a ciò che da giovani chiamavamo "impegno civile"
    gianluca

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  37. Stamattina ho comprato il Foglio, e ci ho nascosto in mezzo il Corriere della Sera

    P.S. Mettendo da parte i discorsi sull'Elefantino, posso dire che a mio parere la pagina culturale sul Foglio del sabato è tra le migliori in circolazione

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  38. Giusto per ripetere quello che sappiamo; Stiglitz "i ruggenti anni novanta" pag 40: " per decenni i conservatori cercarono di smentire keynes e La necessità da lui espressa di un intervento pubblico in tempi di crisi economica. Qui nel breve volgere di pochi mesi, la banda degli economisti di Clinton cosiddetti New democrats di cui io ho fatto parte, riuscirono laddove i conservatori avevano fallito per tanto tempo."
    Ecco perché diffidare sistsematicamente degli organi ufficiali della sinistra.

    PS adesso capisco perché Ripa Di Meana sparì con! la velocità dei neutrini del gran sasso dalla scena politica......


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  39. Come scriveva qualcuno con più sale in zucca di me, è ormai da tempo che destra e sinistra hanno subito quasi ovunque una sorta di normalizzazione ideologica e che questa distinzione sia ancora presente solo nella testa di chi vota con grosse fette di prosciutto sugli occhi.

    Dov'è attualmente che il CDX abbia perseguito una politica ultraliberista e il CSX abbia tutelato ad oltranza i lavoratori quando dalla FIOM i metalmeccanici son passati alla Lega? Ah, già, son stati pagati da B...

    Meanwhile, in Francia, il FN diventa a Parigi primo partito, evidenziando che lì dove non c'è un'arma di distrazione di massa, cioé l'elevato debito pubico di Bbì, si discute in maniera ben più concreta e questo dibattito sta volgendo sempre più a sfavore dei lobopiddinizzati...

    Con un po' di fortuna, per quando il "travaglio" culminerà nel parto di un'ennesimo capro, l'euroimplosione ci catapulterà fuori mentre esperti di ogni orango ci indicheranno negli amorali shorts di Marina Bbbì la causa della nostra scarsa credibbbilità internazionale... 'na botte de fero...

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