sabato 31 agosto 2013

I postulati di istwine

(ricordate il Manuale di logica eurista? Il suo complemento essenziale sono i due postulati di istwine...)



Emanuela Vera ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Una risata li ha sepolti":

Aridaje, mi manca un epiciclo: ma come facevano le (orrende) svalutazioni competitive dell'Italia ad essere competitive se ogni volta che svaluti si svaluta pure il GDP?

Introduciamo il postulato di Istwine:

Due affermazioni in contraddizione logica fra loro possono coesistere se e solo se sono entrambi coerenti con quanto viene detto di pensare.

...e il postulato di Istwine forte:

Due affermazioni in contraddizione logica fra di loro possono coesistere in una stessa frase se e solo se sono entrambi coerenti con quanto viene detto di pensare.

Postato da Emanuela Vera in Goofynomics alle 31 agosto 2013 18:34


(il che dimostra che fare l'omodosso non è poi così difficile: basta far bene attenzione a quello che ti viene detto di pensare...)

(mi scrive un collega: "potresti segnalare ai lettori del tuo blog questo mio post, anche se forse non ti piacerà?" Rispondo: "Sì, stavo proprio cercando di spiegargli perché non sono d'accordo!". Chi è? Lo scoprirete solo vivendo. Quindi mi raccomando: alimentazione equilibrata, un po' di movimento, e non ditemi mai quello che devo fare...).

38 commenti:

  1. Equivalente dei postulati di Istwine in versione grafica, oggi, su Dilbert.

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  2. Ringrazio Emanuela, non me lo merito proprio un postulato col mio nome.

    Però mi permetto una precisazione: nel mio commento non è che ci fosse veramente qualcosa di ironico di per sé, mi son limitato a mettere in fila frasi lette da due/tre persone serissime e molto competenti (secondo loro). Alcuni credono che ci sia astio o che. No no, vorrei solo far notare che non c'è coerenza e i primi a notarlo dovrebbero essere i loro sostenitori. Per quel che contano poi, è una guerra fra poveri per quanto mi riguarda. Il fatto è che il loro impianto teorico non gli permette di essere di sinistra, come si credono, e non se ne rendono conto perché, banalmente, non conoscono altro. E allora li vedi dire cose come "aumentare i salari crea disoccupazione" e poi sposare le tesi di Stiglitz sulla disuguaglianza. E li vedi attribuire ai fantomatici "antiEuro" banalità che farebbero sbadigliare pure Malthus. Cioè, non capisco se sia una faccenda di propaganda o se veramente credano che molte teorie esposte qui siano invenzioni di fantomatici gruppi di "antiEuro".

    Non è questione di nomi e cognomi (qualcuno citava Kaldor), è questione che in certi casi questi personaggi pretendono di sostenere che ci vuole un modello per dimostrare che il falegname il legno non lo sega col martello. Il loro approccio alla teoria monetaria e delle Banche Centrali è lo stesso medesimo, non conoscono gli strumenti, e hai voglia di chiedermi modello se pretendi che una variabile a cui nessuno bada più sia fondamentale. Il problema è lì: considerano il falegname un practitioner e pretendono di dimostrare ai gonzi che questo non conosce la letteratura. Letteratura di che? Sulla base monetaria? Io volendo ti posso dimostrare pure che pagare le tasse diminuisce la base monetaria, quindi se la BC non governa la quantità è colpa di chi non fa scontrini.

    Sul Divorzio poi fanno anche ridere, perché la cosa fu graduale, con diminuzioni negli anni, mica nel 1981 smettono di acquistare alle aste primarie, smettono definitivamente nel 1988-89. In più c'era lo scoperto di Tesoreria, fino al 93. Però questi credono che sia esclusivamente l'indipendenza (o autonomia) che ha creato la disinflazione, ma se gli chiedi di farti uno schemino di bilancio non sanno che dire. Sposano ancora una teoria che pure Friedman abbandonò negli ultimi anni, avendo peraltro avuto la possibilità di vederla messa in atto (un fallimento).

    Peraltro io trovo molto più ironico uno che vota PD e avrebbe voluto la Thatcher in Italia. Avrebbe avuto un attacco feroce ai sindacati e sarebbe stato fuori dall'Euro!


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    1. Da ricordare anche quest'altra perla scovata da Istwine:

      “Lo scopo dello studio dell'economia non è acquisire un insieme preconfezionato di risposte ai quesiti economici, ma imparare ad evitare di essere raggirati dagli economisti” Joan Robinson (1973)

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    2. Se chi vuole la Tatcher in Italia vota PD, vuol dire che il PD è un partito di destra ultraliberista e non è più rappresentativo dei salariati italiani.
      Salariati che -ad oggi- sono conseguentemente privi di rappresentanza politica.

      L'ironia, forse, sta nei "sorpassi a sinistra che stanno subendo. Da Tremonti a Martino, da Brunetta ai leghisti..... i piddini sono tutti un reuma per lo spostamento d'aria!!!!
      Non avrei mai creduto che la sinistra italiana potesse cadere così in basso.....

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    3. Io sì, e l'ho anche detto. Chi se lo ricorda?

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    4. Sono passati da poco due anni (meglio qui) ... :)

      "Così, dopo vent’anni di Realpolitik, ad annaspare dove non si tocca si ritrovano i politici di sinistra, stretti fra la necessità di ossequiare la finanza, e quella di giustificare al loro elettorato una scelta fascista non tanto per le sue conseguenze di classe, quanto per il paternalismo con il quale è stata imposta. Si espongono così alle incursioni delle varie Marine Le Pen che si stanno affacciando in paesi di democrazia più compiuta, e presto anche da noi. Perché le politiche di destra, nel lungo periodo, avvantaggiano solo la destra."

      Ma qualcuno sembra proprio caduto oggi dal pero: quante lievi, lievissime imprecisioni!

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    5. E se le frasi riportate da Istwine fossero semplicemente la prova della CRASSA IGNORANZA di chi le ha pronunciate ? Quest'ultima poi sarebbe il frutto di carriere universitarie fatte a botte di raccomandazioni / nepotismo / affiliazioni o appartenenze varie, cioè tutto fuorché il MERITO.

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    6. Bé a me piace per esempio anche quella dove sostengono che l'inflazione sia al livello desiderato dai policy makers (come dicono loro), e poi ti linkano un video di Thomas Sargent per spiegarti la crisi. Sargent noto perché ha passato la vita a dire che i policy makers non potevano influenzare l'andamento dell'economia.

      Che gli vuoi dire? Hanno il merito di dire quello che deve essere detto, merito enorme all'università.

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    7. Eliminate la "good luck" e la "good (monetary) policy", rimangono solo due spiegazioni sulla disinflazione che i PhD evitano di menzionare perchè argomenti "in cui non sono ferrati":
      - workers’ declining bargaining power
      - great wage and import price moderation . Il paper del Levy Institute mi pare molto interessante: da una spiegazione delle cause dell'oil shock del 1973, considerando endogeno il prezzo del petrolio. Infatti: …oil prices can be argued to be endogenous in this system in two ways. The first is that oil output decisions are made with world demand in mind. In other words, oil production decisions take into account the demand of the customers (growth), which makes oil endogenous to the system above. The second way that oil is endogenous is that exchange rate fluctuations can affect the oil production decisions of OPEC. Because the dollar is the international reserve currency, oil and other commodities are sold in dollars which creates a special relationship between commodities and oil...

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    8. …Suppose OPEC has a profit goal of a set markup on oil prices, which are highly inelastic. When OPEC countries sell oil they receive dollars, which means in order to spend these dollars they have to be recycled or converted into the domestic currency. When the US dollar is high in value, the price does not have to be as high to adjust for exchange rate effects. When the US dollar is low in value, oil must be priced higher in order to meet the same profit targets…”.
      Sembra quindi che il Nixon Shock abbia "scatenato" l’aumento dei prezzi del petrolio degli anni ’70 (oltre a Yom Kippur e Iran). A cui rispose l’era Volcker: innalzamento tassi, rientro capitali, dollaro forte, declino prezzo petrolio che, sommato alla moderazione salariale nel G7, modera l’inflazione in Occidente. Tornando quindi ad Istwine: ecco spiegato sia l’esplosione del debito pubblico, che la “disinflazione” degli anni ’80… Con l’Italia agganciata all’area del marco allargata dal 1979 e, in contemporanea, con gli USA che corrono ai ripari per attirare capitali (l’era del “dollaro forte” si chiude nel 1985 con gli accordi del Plaza), le autorità italiane sono costrette ad innalzare i tassi all’inverosimile: stagnazione, esplosione debito. Il discorso, con tutte le correzioni del caso da fare (dovute al poco spazio), a vostro avviso fila? Rivolgo la domanda anche ad Alberto naturalmente. Buona serata a tutti.

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    9. Nino Galloni, uno che ha vissuto quel periodo in prima persona, afferma che la Banca d'Italia (al tempo c'era a capo Ciampi) ha smesso di acquistare buoni del tesoro sin dal 1981 pur avendo ancora la facolta' di farlo. Tutto cio' e' coerente con l'aumento indiscriminato dei tassi d'interesse e l'esplosione del debito pubblico. Come possono affermare il contrario?

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    10. @Ciccio

      Per quanto riguarda la tua osservazione, ci sono i dati sulle aste.

      @Flavio

      Il discorso fila, anche perché non è particolarmente originale. La stessa osservazione è stata fatta su questo blog da Alessandro Guerani mesi or sono (con una breve ricerca la troverai): è ovvio che esiste un problema distributivo fra paesi detentori di risorse e l'amico fornitore di liquidità mondiale!

      Detto questo però non capisco il senso dell'osservazione. La ricostruzione storica fila ma qui nessuno la contesta. La povertà dialettica, intellettuale, antropologica dei "mainstreamer" in cosa verrebbe sminuita dal tuo argomento? Direi in nulla, visto che essa è innanzitutto rifiuto di riconoscere la dimensione storica della dinamica economica.

      O sbaglio?

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    11. No no, non sbagli.
      Non avevo visto l'osservazione del Guerani purtroppo.
      Mi riallacciavo al "...questi credono che sia esclusivamente l'indipendenza (o autonomia) che ha creato la disinflazione..." . Tutto qui. Non pretendo di essere originale, non è nelle mie corde. Anche perchè se lo fossi non sarei dove sono. Tento solo di capire meglio. Se è una colpa questa, me ne farò una ragione. Ciao.

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    12. Professore di seguito riporto i dati storici delle aste anche se non permettono di avere una visione dettagliata e con una partenza temporale necessaria per analizzare quanto detto da Galloni al minuto 4 del video che riporto:
      www.youtube.com/watch?v=gQ84n4pJzjA

      link storico aste: http://www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/_link_rapidi/archivio_dati_storici.html


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    13. Ciccio,

      Galloni dice spesso delle sciocchezze secondo me, in quel caso ad esempio sbaglia, perché i dati sulle aste dicono il contrario, ma lo ricorda anche Draghi in un discorso fatto durante il trentesimo anniversario del Divorzio, nel 2011. In generale comunque il Divorzio è prassi generalizzata, e i tassi non ne risentono granché, questo va sempre detto.

      Flavio,

      Io aggiungerei anche a un certo punto l'inflazione non è neanche più di origine salariale, ma nei primi anni 80 c'era anche: 1) inflazione da prezzi amministrati dato che le tariffe pubbliche subirono aumenti superiori agli anni precedenti, e 2) inflazione da tassi d'interesse. Questo punto è più controverso, ma i tassi d'interesse aumentarono anche nei mercati monetari non solo in quelli finanziari, quindi ha senso considerare il fatto che se aumenta il costo dei finanziamenti effettuati dalle banche alle imprese questo produce un effetto inflazionistico, se si considera appunto l'inflazione come un fenomeno legato ai costi delle imprese e non come dato semplicemente dalla moneta.

      Comunque, succedono tante cose negli anni in questione, e negli anni 90 pure, per dire che un solo fattore è la causa principale.

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    14. Beh Galloni non mi sembrava in contraddizione con quanto sostenuto da Bagnai nel suo libro (pag 190). La prassi puo' essere generalizzata (ma applicata in maniera differente). Galloni affermava che i tassi aumentarono dal 5 al 12% dato che la banca d'italia non comprava tutti i bot rimanenti invenduti. Quest'ultimi poi venivano comprati con un tasso molto piu' alto che veniva poi applicato all'intero pacchetto di bot della giornata. Altrimenti andrebbe spiegato l'incremento ben mostrato da Bagnai dopo il 1980.
      Sto provando a cercare i dati on line, ma non mi e' semplice dato che non sono un economista.

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    15. Concordo, non lo è perchè dagli anni '80 il potere contrattuale dei lavoratori è già sotto attacco. Il rialzo dei tassi invece ha colpito sia dal lato pubblico (rialzo tariffe per "rincorrere" la spesa, per non parlare di IVA, accise ecc.) che dal lato dei costi di finanziamento delle imprese. Tassi monetari alti, di conseguenza trainano quelli di finanziamento. Vero. Fino a poco tempo fa non riuscivo ancora bene a capire il perchè del loro rialzo in Usa iniziato con l'era Volcker (e di conseguenza nel mondo). Ora ho la situazione un pochino più chiara.

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    16. Ma ricordo un paio di cose che qui sapete, a beneficio dei nuovi e dei ritardatari (i vari Trezzi che ammorbano i più) in Italia si cambiò anche linea, si passò a considerare possibile e auspicabile l'entrata di capitali esteri. Mentre personaggi come Baffi o Carli (il primo anche contrario allo SME) sottolineavano l'importanza di mantenere un pareggio separato delle partite correnti e del conto capitale, la linea cambiò a favore dell'importazione di capitali che andavano a compensare il disavanzo dei movimenti di merci. Per questo motivo i tassi reali divennero positivi, perché la linea politica fu quella. Non certo per via dei disavanzi primari furono alti i tassi (anche qui la causalità è al contrario), ma perché lo SME era basato su quello, integrazione in termini finanziari e apertura ai capitali esteri, e questi li attrai non certo evitando di mangiare il pollo fritto con le mani. Un'analisi ben fatta, secondo me, di questo periodo la trovi in Graziani - Lo Sviluppo dell'Economia Italiana (1998).

      In più c'è una cosa che molti si ostinano a non voler capire: non si può analizzare un periodo storico utilizzando la medesima regola sempre e comunque. I disavanzi pubblici (che non esplosero, ma furono comunque presenti) degli anni 80, ebbero un macroscopico effetto positivo. Cito sempre da Graziani (1998):

      "La spesa pubblica in disavanzo rappresenta invece, per il settore privato, una fonte gratuita di risorse liquide. L'onere finanziario viene in questo caso sopportato dal settore pubblico, che si indebita presso l'Istituto di emissione o presso i risparmiatori privati, mentre il settore privato riceve liquidità a titolo gratuito. Nel caso specifico dell'economia italiana degli anni ottanta, il disavanzo crescente del settore pubblico e le continue immissioni di liquidità, sia per spese correnti sia per pagamento di interessi, rappresentarono per il imprese un corrispondente sgravio finanziario, in quanto consentirono loro di ridurre l'indebitamento bancario, sostituendo liquidità gratuita al posto di liquidità acquisita a titolo oneroso. Come la ristrutturazione e la disoccupazione avevano risolto, nel corso degli anni settanta, il problema del costo del lavoro, così la spesa pubblica in disavanzo risolse, nel corso degli anni ottanta, il problema dell'indebitamento nei confronti delle banche."

      Cosa significa? Significa che non puoi tirare da una parte e aspettarti che magicamente tutto si risolva. Vi è asimmetria, e per quanto potesse essere la peggio spesa possibile (anche questo da valutare) ha permesso a molti di sanare una situazione aggravata dalle menti lungimiranti degli anni ottanta. Per questo tutte le volte che si sente la solita retorica su quegli anni, bisogna quantomeno ricordare all'interlocutore che un debito è anche un credito, e quel credito ha indirettamente permesso a molti di saldare debiti e mantenere intatta una posizione altrimenti aggravata dai tassi d'interesse. Che poi non è altro che la banalità di un'economia monetaria che ci tocca pure ripetere.

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    17. Si, ricordo che anche Alberto (o tu, non ricordo) avevate già parlato tempo fa del cambio di politica monetaria dell'Italia di fine anni '70, per cui i capitali esteri andavano a pareggiare il conto passivo merci/servizi, ed il cambio diverso praticato verso il marco e il dollaro (dopo il '79 rivalutato oltre l'inflazione per il primo mentre svalutato per il secondo). Ricordo anche che mi fu utile al tempo questo passo di Graziani che avevi linkato:"...Si parla molto del disavanzo nel settore pubblico e si osserva che questa offerta continua di titoli sui mercati finanziari, questo rastrellare di continuo liquidità dai risparmiatori per convogliarla verso i titoli pubblici e le casse dello Stato avrebbe spiazzato le imprese italiane dal mercato finanziario. Si osserva inoltre che con un’offerta di titoli pubblici a tassi d’interesse così vantaggiosi, le imprese industriali si sarebbero trovate nell’impossibilità di competere con la conseguenza che se non riuscissero più a finanziarsi sul mercato, sarebbero state spiazzate. Sarà anche vero, ma è irrilevante, perché con l’immissione di liquidità derivante dal disavanzo dello Stato le imprese realizzano profitti tali per cui non hanno più alcun bisogno di ricorrere al mercato finanziario. Saranno state spiazzate dal mercato finanziario, ma sono rimpiazzate sul mercato delle merci, dove realizzano dei profitti tali che consentono un comodo autofinanziamento. Si è parlato giustamente di una crisi fiscale dello Stato. Questo è vero, però come il disavanzo della bilancia commerciale è un disavanzo voluto, così anche il disavanzo nel settore pubblico — non so dire se voluto o non voluto — certamente si armonizza in una manovra politica complessa e nel suo insieme coerente...Quindi, il disavanzo del settore pubblico italiano ha svolto la sua funzione, anche e soprattutto, nei confronti del settore industriale.". Questo di Graziani, se non erro, è il cosiddetto Reflux Mechanism kaldoriano che ottimamente si contrappone alla teoria monetarista del "disavanzo=inflazione"... Infine, sempre sulla spesa pubblica, ricordo che fosse Kalecki a dire che essa potesse essere assimilata ad una sorta di "esportazioni interne". Lo dico perchè ieri sera ho sentito due minuti di Capezzone e, quando l'ho sentito affermare che bisogna "aggredire i 140 miliardi di euro di spesa pubblica per acquisto di beni e servizi", mi è scappato da ridere...

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    18. @ Istwine

      "i dati sulle aste dicono il contrario, ma lo ricorda anche Draghi in un discorso fatto durante il trentesimo anniversario del Divorzio, nel 2011. In generale comunque il Divorzio è prassi generalizzata, e i tassi non ne risentono granché, questo va sempre detto. "

      In realtà mi pare che Draghi abbia detto l'esatto contrario (volendo con una di quelle contraddizioni interne tipiche: nel capitoletto "È divorzio, consensuale" il secondo e il terzo paragrafo smentiscono il primo, per non parlare del successivo capitoletto "Una decisione politica").

      Forse il punto è che se è vero che "alle aste dei Bot il Tesoro continuerà a fissare un tetto massimo ai rendimenti (il “tasso base”) fino al 1988-89" è anche vero che i Bot non sono (e non erano) gli unici titoli di Stato.

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    19. Dunque, Draghi sì, in quel discorso è molto altalenante, infatti l'ho citato solo per quella frase, ma se non avessi poi controllato meglio i dati quella frase avrebbe avuto poco senso, come in realtà ne ha poco il famoso articolo di Andreatta, che è più un vantarsi che altro. E lo stesso fa Draghi, salva il salvabile.

      Il Divorzio fu una cosa graduale e progressiva, peraltro giustamente Stefano D'Andrea mi faceva notare che la cosa divenne nuovamente facoltativa più che vietata. Cioè, l'intervento come acquirente residuale divenne facoltativo, e difatti continuarono seppur in parte minore a intervenire alle aste primarie. Alcuni dati li trovi qui, dove si fa una ricostruzione storica anche del dibattito e le opinioni a riguardo. Ma se uno si va a leggere anche le Relazioni sull’andamento dell’Istituto di Emissione e sulla Circolazione Bancaria e di Stato per l’anno X (dove X sta per 1981 a seguire) che trova negli archivi della Camera dei Deputati, vede che la cosa è confermata. Fu una cosa graduale, molto più interessante è vedere come variarono i tassi decisi dalla BC e confrontarli coi rendimenti sui titoli. Peraltro si vede anche che la base monetaria segue logiche differenti dalle idee degli indipendentisti, a conferma dell'ulteriore fragilità della tesi dominante.

      Sull'inflazione non influì manco un po', sia perché è in partenza teoricamente fallace come idea sia perché se uno poi si guarda i casi in cui ad esempio i prestiti diretti su Conto di Tesoreria aumentarono, per forza di cose è difficile attribuire la disinflazione a un fantomatico "calo della base monetaria" [tralasciando poi che non c'entra nulla di per sé, visto che ha ulteriori canali e non è controllabile].

      In più per me rimane il macroscopico fatto che il Divorzio sia prassi consolidata, eppure di tassi reali così elevati non ne vedi in giro.

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    20. Aggiungo una cosa, sperando di non essere invadente: se ci si sofferma su una tesi del genere, poi a quel punto non si può criticare molto chi propone un target d'inflazione superiore da parte della BCE. Non perché sia astrattamente giusto o auspicabile, ma perché automaticamente si legittima l'idea che la BCE possa avere un qualche controllo sulla cosa. Se si legittima questo, allora a quel punto risulta arduo lamentarsi dei differenziali d'inflazione tra paesi del sud e paesi nord. A questo mi riferisco per coerenza dell'impianto teorico o almeno così a me pare. Cioè, sarebbero scusati i vari Trezzi che discutono di target inflattivo e di disinflazione da Divorzio, la cosa si regge. Ma se gli si dimostra che i differenziali di inflazione esistono a prescindere dal regime monetario (come è) e che il Divorzio e "l'andamento degli aggregati monetari" con l'inflazione di per sé hanno poco a che fare (soprattutto non c'è il rapporto di causalità da quest'ultimo all'inflazione), allora gli si può anche far capire (forse) che le loro proposte sono illusioni nel migliore dei casi.

      Che dite?

      PS: Flavio, avevo letto quel tuo articolo di cui mi avevi chiesto parere. è un buon articolo, bello ricco di cose. scusa il ritardo, l'avevo letto i giorni dopo e mi son dimenticato poi di scrivere il commento!

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    21. Io concordo. L'errore che questi fanno è lo scambiare l'espansione del credito per "crescita della massa monetaria", ed abbiamo detto tutto...
      Su Divorzio ecc., non possiamo non soffermarci a pensare sul quartetto inconciliabile del Padoa Schioppa (1982)... L'Italia, ad esempio, al tempo ricadeva nella prima ipotesi, come descritto brevemente su Wiki.
      Scusate, sono di fretta e mi tocca scrivere a singhiozzo.
      Oh Ist, grazie, ne ho scritti altri, se ti va è facile cercarli, basta che metti il mio nome in cerca e salta fuori. Cmq se hai qualche cosa che non torna, dimmi pure (o anche Alberto o tutti voi), io l'ho scritto per tirare fuori quella che è la teoria "vera" che il main stream nasconde, ma di sicuro ci sono mille errori e mille altre cose da dire che, per mancanza di spazio e di accuratezza mia, non sono riuscito a metterci. Tu commenta pure, anche se sono critiche, perchè credo che il dibattito aiuti tantissimo a capire "come" veramente funziona il mondo!! Dimenticavo: e Ha Joon Chang come lo vedi? La scuola Cambridge se vede... potremmo dire ad Alberto di scrivergli per farlo aderire al Manifesto, che dici? ;)

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    22. Ha Joon Chang lo conosco sì, mi pare di aver letto uno suo studio interessante sui movimenti di capitali, ora non ricordo. Però è il tipo di personaggio che reputo interessante, soprattutto leggendo nel suo sito gli economisti che lo hanno influenzato: va da Hayek a Kaldor, passando per Minsky, Marx e List (questo si nota molto). Il che significa che è aperto a ogni tipo di intuizione che ritenga valida, a prescindere dalla parte politica da cui arriva, e questo è fondamentale. Io mi sto convincendo sempre di più che sinché i corsi di economia non avranno obbligatoriamente al loro interno esami di storia del pensiero economico e di contabilità nazionale, si andrà a sbattere sempre il muso su una generazione di spocchiosi che conoscono una/due teorie e pretendono che esistano solo quelle, e non gli passa neanche per la mente che possa esistere altro. L'ho scritto mille volte, e ho rotto le palle, concordo, ma il problema sta tutto lì. Se conosci solo Elvis, ovvio che pensi sia il più grande del genere, non hai termini di paragone.

      Sai quanto del lavoro svolto ci sarebbe in meno? Ma se non hai nessuna alternativa, è normale che finisci per credere e interpretare il mondo secondo un unico schema e diffidi di chiunque la ponga in maniera diversa. Quella del credito è una banalità che, come ricorda sempre Alessandro Guerani, fa annoiare qualunque storico della moneta. Lo stesso vale per la storia dei debiti esteri, mica è roba recente, o per le bolle finanziarie, roba vecchia anch'essa. Ma ogni volta bisogna ripetere e la cosa "va testata". L'ultima appoggiata dai serissimi PhD è un articolo di tale Fatas. Non c'è un argomentazione che abbia coerenza lì, nulla di un cazzo, però è funzionale, anzi sono "parole sagge", perché sono parole contro, quindi a prescindere dal contenuto sono sagge.



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    23. Basterebbe che ci fosse un po' di insegnamento di economia Post Keynesiana all'Università...basterebbe veramente pochissimo...ma, come spesso vedo, si deve insegnare e propinare alle persone solo ciò che è funzionale al sistema. Keynes (non le versione Neo, bensì quella Post), Kalecki, Robinson...chi li conosce all'università? Li puoi contare sulle dita di una mano... questo è il vero dramma dell'Università, tutta libero mercato, libero scambio, e moneta che crea inflazione... anche se ti venisse la voglia di studiare, te la farebbero passare a suon di cazzate...

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    24. Che poi 'sto Fatas...ma se l'Euro non è il problema, chi cazzo ha abolito il rischio di cambio che "raffredda" il ciclo minskyano? Il padre eterno? Chi cavolo ha terzomondizzato i paesi dell'Unione togliendo loro la possibilità di emettere moneta invece di prenderla a prestito? Chi li ha infilati nell'imbuto del quartetto incociliabile? Mah, sti qui sembrano essere contro si, contro la realtà...

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  3. Rimanendo nell'ambito delle espressioni scientifiche, ricordo che un genio matematico del secolo scorso (Alan Turing) ideò un test omonimo il cui criterio doveva servire a stabilire se un calcolatore è in grado di pensare al pari di un essere umano.
    Con l'evoluzione delle teorie scientifiche e filosofiche, in particolare dell'intelligenza artificiale, si sono evoluti anche i criteri con cui stabilire se una macchina è in grado di pensare (vedi qui).

    Ora, anche se questo è un blog di economia e probabilmente l'informatica teorica non interessa a nessuno, sarebbe però interessante applicare tali criteri agli americani con la K, non tanto per stabilire se le loro teorie sono corrette o meno (compito che, tra una risata e l'altra, ormai più di qualcuno ha già portato a termine) ma per capire se tali individui siano dotati di "intelligenza forte" ovvero se quello che riescono ad esprimere sia il frutto di una elaborazione semantica (imho poco probabile) e non solo sintattica (formulette, numeri, luoghi comuni etc).

    Con questa ideuzza in mente, vorrei provare a creare un "amerikano virtuale" da mettere a confronto con quelli veri.
    Tecnicamente non dovrebbe essere molto difficile, mi servirebbe solo l'aiuto di qualche lettore dotato di attenzione, pazienza e un po' di tempo per catalogare l'amerikan-pensiero in frasi sintatticamente scomposte e logicamente raggruppate.
    Il risultato potrebbe essere un divertente programmino in grado di proferire frasi inedite ma inequivocabilmente attribuibili alla suddetta scuola di "pensiero", ovvero la prova provata scientificamente che di quelli in carne e ossa se ne può farne a meno ;)

    Caro Prof, sono bene che di "quelli" in questo blog non si sente assolutamente la mancanza, ma scommetto quello che vuole che con questo pseudo-esperimento pseudo-scientifico ci potremo assicurare gustose e profonde spanciate per un sacco di tempo, per cui alla fine saremo costretti a ringraziarli, se non per averci aiutato a cavarcene fuori, almeno per averci suggerito un altro modo per sorridere nonostante facciano parte di questo maledetto incubo che è l'eurofollia.

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    1. Sei fuori come un Turing cinese... Ma non vedo l'ora di leggerli

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    2. Chiederò ad a/simmetrie di finanziare questo innovativo progetto nel campo dell'idiozia artificiale. Quando saranno scomparsi tutti (dopo il break-up) potremo sostituire il loro sitarello con un pc, e continuare a ridere a crepapelle.

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    3. Conosco persolmente molti PC (anche obsoleti) più intelligenti di molti piddini ...

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    4. Grazie del pensiero Prof, ma questo progetto vuole essere un mio regalo per ricambiare, almeno in parte, lo stupendo regalo che ci ha fatto Lei raccontandoci la Verità (che alcuni, da una famosa citazione, chiamano anche "pillola rossa").

      Nel frattempo, per addestrarmi all'uso dello strumento, ispirandomi al post precedente, sto sviluppando il prototipo virtualizzato del piddino doc. La scelta è ricaduta sul soggetto per la semplicità della sua sintassi.

      In anteprima vi lascio un paio di perle generate dal mio pc:

      Piddinata 1
      Bisogna ricordarsi anche che se aumenti la competitivita', ti assicuri lo sviluppo, soprattutto perche' uno dei problemi chiave e' la disuguaglianza crescente con le sinistre al governo.
      Senza contare che la stagflazione e' una singolarita' di derivazione hayekiana e l'iperinflazione e' prevalentemente causa della disinflazione in una situazione in cui vi fu una spirale dei tassi di interesse insostenibile.
      Va pure detto che i tassi di interesse in genere diminuiscono a causa dei disavanzi primari al tempo crescevano a causa del divorzio e dei disavanzi pubblici insostenibili nel periodo pre euro, ed e' grazie all'autonomia della BC che ci fu spesa pubblica, anche se non va inoltre dimenticato che nei Paesi bassi c'e' una inflazione strutturale dovuta a disfunzioni burocratiche e deflazione eccessiva da sempre, l'intuizione comunque e' il KGB.


      Piddinata 2
      Non va dimenticato che se aumenti la competitivita', produci cassintegrati, soprattutto perche' uno dei problemi chiave e' l'uguaglianza crescente con le destre alla canna del gas.
      Bisogna ricordarsi anche che la stagnazione e' un fenomeno tipicamente keynesiano e l'inflazione e' prevalentemente causa della disinflazione in una situazione in cui vi e' un aumento dei salari-prezzi insostenibile.
      Va pure detto che i salari-prezzi in genere crescono per i disavanzi primari al tempo diminuivano per via del divorzio e dei disavanzi pubblici insostenibili dopo il muro di berlino, ed e' grazie all'autonomia della BC che ci fu stagnazione, anche se senza contare che nello Zimbawe c'e' una spesa pubblica strutturale dovuta a disfunzioni burocratiche e deflazione sottostimata da sempre, la soluzione comunque e' il Bilderberg.


      Come si può notare l'unico limite è la fantasia e le regole grammaticali dell'italiano... e come da previsioni alla semantica non serve assolutamente farci caso perchè il risultato rimane comunque perfetto!

      Non so a voi ma anche se il modello è ancora molto semplice, ogni volta che lo avvio mi fa già questo effetto.

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    5. il problema è che la RAM (Random Access Memory) dei piddini é piccola e per la sua natura volatile, dimenticano tutto quando la sera vanno a letto.
      Al mattino ricominciano daccapo senza ricordare l'esperienza fatta.
      Ciò effettivamente offre il vantaggio di poter mostrare la faccia tosta di bronzo, senza fare una piega e senza provare il senso della contraddizione di fronte alla gente e alla Storia. Stalin? chi era costui; Muro di Berlino? ci sono stato in vacanza a Capalbio; Aldo Moro?...........;Boccia?: "ai miei figli voglio regalare un sogno"

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  4. Nel frattempo, in previsione del nefasto (per loro) arrivo del prof in prime time La7 mette le mani avanti.
    Ieri In Onda invita due rappresentanti dei "blogger anti-sistema" in odore di 5stelle (!!!!!!) che purtroppo oltre ad attaccare lilli gruber in quanto bilderberg parlano pure di sovranità monetaria... felino, il telese cerca di coglierli in fallo in ogni modo, ma l'accento casertano dei due è più che sufficiente a squalificarli.
    San Bagnai, se penso a quanti danni fa questa gente...

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    1. @ Elu

      Più che felino Telese non faceva altro che ripetere una serie di banalità senza entrare nel merito dei "dubbi" sollevati dai due ospiti i quali hanno commesso un solo errore: accettare l'invito di Telese!
      Per quanto riguarda il loro accento, è probabile che questo sia stato sufficiente a squalificarli per quello che la tua mente è in grado di elaborare...ma suppongo che esistano anche altre menti in circolazione.

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  5. A proposito di "eurismo", come non rammentare l'indimenticabile Pier Carlo dell'OCSE, cui solo la scivolata post-elezioni di Bersy ha impedito di divenire ciò che oggi è l'imperturbabile "Saccoman" (il quale pare divertirsi molto: e perchè non dovrebbe?)

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  6. Telese deve aver comunque dei santi in Paradiso: chi finanziava il suo fallito "Pubblico"? Com'è arrivato lì?

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    1. Era finanziato a debito, per questo è fallito:

      DEBITO PUBBLICO !
      DEBITO PUBBLICO !
      DEBITO PUBBLICO !

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