Un breve addendum al post precedente, fra una valigia e l'altra.
La logica dell'opaco Eichmann di Bruxelles, nel referto del nostro amico greco, secondo cui il genocidio del popolo greco è un danno collaterale previsto e sopportabile a fronte del supremo scopo di difenderci dalla Ciiiiiina, a mio modo di vedere è del tutto isomorfa alla logica di certi "marxisti" de noantri. Questi ancora oggi difendono l'euro (o fanno riferimento agli "economisti" di "sinistra" che lo difendono), un po' per perseguire un malsano, distorto e strategicamente vacuo internazionalismo, ma un po', se ci fate caso, anche con la segreta, malcelata e malriposta speranza che l'euro faccia "esplodere 'e contraddizzzzzioni der capitalismo" e si riveli così lo strumento della tanto attesa ma mai pervenuta palingenesi.
Sembrano due sentimenti contraddittori, ma la forza degli stupidi, di qualsiasi schieramento, è proprio quella di riconciliare "sentimentalmente" qualsiasi contraddizione, convivendo con essa in perfetta serenità e letizia.
Il corollario è che per questi cialtroni (quelli "de sinistra") aggiustare il sistema monetario europeo, rimuovendo l'euro, significa aggiustare il capitalismo, allontanando la palingenesi, aka "sol dell'avvenire". Quindi ben venga e ben rimanga l'euro coi suoi morti (morti fuori, morti dentro), nel fine superiore della lotta contro la Ciiiina... Oooops, no, scusate: contro il capitalismo.
Avrete perdonato il lapsus perché avrete visto che il ragionamento è lo stesso: c'è sempre un grande nemico da combattere, e ci sono sempre dei grigi, banali strateghi che decidono di sacrificare qualcuno.
Quindi, caro amico che leggi, se sei un agricoltore, un operaio, un dipendente pubblico (come me), un piccolo commerciante, un piccolo imprenditore, ecc., bene: sappi e tieni a mente che per i tecnocrati di Bruxelles, come per alcuni "marxiani" de noantri, sei solo una pedina sacrificabile. Sarà per nascondere questo trascurabile dettaglio del loro ragionamento "politico" che alcuni di questi ultimi sono così solerti nell'evidenziare le proprie umili origini. Ed è certamente per questo che fin dall'inizio della mia divulgazione gli attacchi più subdoli e sleali sono arrivati da questa pseudosinistra.
Ma non servirà. La vendetta fia testimonio al ver che la dispensa. Non è scritto nel Capitale, ma del resto non ci sono scritte nemmeno le cazzate che ripetete voi. Chi semina odio raccoglie sconfitta: il vostro destino è già segnato.
Noi passiamo oltre, perseguendo il nostro progetto di una società più equilibrata e simmetrica, che non abbia bisogno di crisi e palingenesi per progredire. È un'utopia? Senz'altro! Ma migliore della vostra.
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Eccoli qua i sinistrati
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2013/08/24/news/elezioni_in_germania_assalto_a_comizio_partito_euroscettico-65238778/
Ma per La Repubblica questi portano acqua al mulino degli anti-euro... campioni di contorsionismo mentale.
L'ennesima riprova che questi cialtroni ''de sinistra'' riescono a combinare perfettamente cinquanta sfumature di fascismo con cinquanta sfumature di ignoranza e malafede, e il risultato è uno: cinquanta sfumature di PUD€.
RispondiEliminaStesso ragionamento anche da parte del m5stelle ..quelli che facciamo un bel referendum..intanto il massacro contnua...
RispondiEliminaGuarda che ai primi di settembre i senatori M5S riceveranno alcuni di noi (alla presenza di Messora) per conorendere perfettamente (coi limiti della nostra preparazione rispetto a quella dei Proff. BAGNAI e BORGHI) la vera situazione economica attuale e prospettica dell'Italia. Passo successivi sarà andare a spiegare queste cose a Grillo e Casaleggio. Il tutto partendo da un lavoro che alcuni di noi (innamorati sia dei temi di Bagnai, sia del suo agire da vero innamorato degli italiani) hanno portato avanti umilmente combattendo a loro modo contro quel sistema che il ns amato Prof. ha sapientemente portato alla ribalta.
EliminaÈ appena il caso di far notare che altri leader politici hanno invece ritenuto di chiedere a Claudio o a me, evitando strane manfrine, e che lo spazio dato nel blog di Grillo a "esperti" di varia desinenza (ma tutti merkeliani e euristi) è stato centinaia di volte superiore a quello dato a noi. Poi, se volete, continuate pure a illudervi, ma ditelo, al vostro capo: si salverà chi prenderà posizione prima, non dopo. E l'ora si avvicina.
EliminaUna settimana dopo il famoso recente post (non firmato) sul Blog di Grillo, in cui per la prima volta si esponevano chiaramente i guai dell'Euro, Grillo in una intervista ad un giornale tedesco faceva mezzo passo indietro, dicendo che il problema sono gli interessi sul debito (a Palermo un anno prima diceva che il problema era il debito, punto), e che era necessaria una moratoria sul debito... tanto così, per ripartire, dico io, per ricominciare la stessa gara con le stesse macchine truccate.
EliminaGrillo dà un colpo al cerchio e uno alla botte, fa l'equilibrista sperando di non farsi troppo male quando si cadrà, e per stare a galla finché il carrozzone Euro dura.
Bella trama per un romanzo: un assortito gruppo di patrioti volenterosi, dopo mille difficoltà,si reca al cospetto del presidente del mondo, per fargli una lezione di macroeconomia. Il potere e il bagliore delle slides , salveranno il pianeta da morte certa in un tripudio di prati fioriti e suadente frinire...
EliminaSì, caro Hilbert, ma se permetti Grillo fa bene a fare così. Lui cos'è, in fondo? Un poraccio che vuole sopravvivere. E di cosa ha bisogno un politico per sopravvivere? Del consenso. Quindi, banalmente, se il giorno dopo quello in cui Grillo ha fatto fonta di dire la verità nel movimento ci fosse stata un'ondata di consenso, lui oggi direbbe la cosa giusta. Se non la dice è solo perché da persona calcolatrice e meschina sa che la sua sopravvivenza politica è affidata ai tanti gianninizzeri di ritorno che ha saputo catturare col discorso castacriccscoruzxionebbruttosesomgnatituttotuttilafrituttiacasaaaaa. Sa, o crede di sapere. A settembre 2012 ho detto che il 5 stelle era nato morto. A agosto 2013 non ho elementi per cambiare giudizio.
EliminaComprendo benissimo che ad oggi nessuno ha la certezza di sapere cosa potrà continuare a rappresentare il M5S, ma, mi consenta la speranza sì.
EliminaGrillo è un "poraccio che vuole sopravvivere"? Ma a cosa scusi? Deve aiutare Casaleggio a fare businnes oppure arricchirsi con gli introiti del suo blog? Personalmente non trovo secondi fini, diversamente da quanto avvenuto per il "caimano".
Le do' invece ragione quando afferma che l'ex comico (insieme al riccioluto) è una persona calcolatrice.
Ben venga il suo calcolo se può evitargli che qualcuno gli trovi un sacchetto di "roba" nel vano della sua auto, magari poco prima di future elezioni anticipate.
E meglio ancora ben venga il suo calcolo se, continuando a parlare (ma lui non è uno stupido) di castacriccaecc. riesce comunque a convogliare quella parte di elettorato che tanto non avrebbe voglia e tempo di sforzarsi a capire un problema molto complicato, magari quello stesso elettorato che voleva Prodi come candidato al ruolo di CdS.
Quindi ben venga se fosse solo calcolo politico necessario a convogliare democraticamente il maggior consenso utile all'unico obiettivo realisticamente performante, cioè governare da soli.
Tanti indizi, presenti e passati (compreso l'intervento del sig. Gustinicchi) ci fanno credere in questa fiammella che, ovviamente viene costantemente alimentata dalla presenza di questo blog, ma anche da quello che, mi è parso di capire, ci aspetteremo di ascoltare (e vedere)da settembre, in qualche megafono più potente.
econdo me nessuna forza politica si presenterà alle prossime elezioni con un programma elettorale dichiaratamente anti euro. Soprattutto se le elezioni saranno vicine. I tempi non sono maturi.
EliminaDirò di più, penso che Grillo volutamente evita la presa di posizione decisa sull'argomento proprio per calcoli elettorali. Teme che dichiarazioni anti euro diventino il bersaglio facile dei partiti in campagna.
Ammettiamolo. L'euro non tira come argomento. CastaCriccaCorruzione invece funziona ancora benissimo...questo è il pensiero di un grillino medio....il Prof. Bagnai ha perfettamente ragione...intanto il massacro continua.
Sono d'accordo al 100%.
EliminaHo già spiegato milioni di volte che nessuno chiede di sposare un programma "anti euro". Basterebbe semplicemente smettere di fare un'analisi sbagliata della crisi. Ma voi siete nuovi di queste parti? Tra l'altro, qui nessuno è "antieuro", che non significa nulla. Siamo "pro Europa" (che non è l'UE). Non so se è chiaro. Rifiutiamo, certo, il delirio monetarista che ci condurrà a pericolosi conflitti, ma in più abbiamo un'idea piuttosto definita e articolata di come organizzare la convivenza coi nostri vicini, idea esposta nel testo e nel blog, che nessuno però commenta perché nessuno ha letto (forse nemmeno io)! Eppure, visto che la fine dell'euro in tutta probabilità è vicina, sarebbe importante discutere questa proposta, magari evitando atteggiamenti tattici del tipo "io ce l'ho più a sinistra"...
Elimina@ElGrigio
EliminaCaro, qui si deve studiare, oppure si interviene fatalmente in modo sfuocato. Ripeto: la Realpolitk è il metodo di Prodi. Dire la qualunque a orologeria per catturare un po' di consenso a destra e un po' a sinistra non è una prassi da accogliere con un superficiale "ben venga", come fai tu, perché equivale a curare il cancro con la diossina. Cosa estremamente irrazionale, e quindi la spiegazione più plausibile è che la volontà di curare il cancro non ci sia.
Voi mettetela come vi pare.
Chiarisco anche un'altra cosa. Io non ho nulla di personale contro Grillo né contro le tante brave persone dl M5S che ho incontrato. Il principale nemico della democrazia in Italia per me rimane il PD, per i motivi esposti molto bene da Tarizzo in questo video. Non sarà possibile una rinascita civile e democratica di questo paese senza la definitiva scomparsa del PD, compito spiacevole ma facile: ci stanno pensando da soli.
Quando Grillo mi ha ospitato nel suo blog prima delle elezioni, voglio chiarire che non gliel'ho chiesto io (mai coperto), mi è stato chiesto da loro, capivo perfettamente che gli stavo facendo un favore (rastrellare voti anti-PUDE a sinistra), ma lo stavo facendo anche a me: era il modo migliore per assistere alla invereconda agonia di Bersani.
Così è stato: io il mio risultato l'ho portato a casa, ma nessuno mi ha fatto nessun favore. Ricordiamoci SEMPRE che il blog di Grillo è stato un potentissimo strumento di disinformazione eurista, che lo spazio dedicato alla desinenza in "azzo" e alla rima in "demenza" è stato enormemente superiore a quello dedicato ad analisi professionali ed equilibrate, ecc.
Quindi penne basse.
Se dopo le mie apparizioni non c'è stata una sterzata decisa nella politica del blog, vuol dire solo due cose: o Casaleggio non sa fare i sondaggi (e non credo) o la maggioranza della base è ancora PUDE. E ci credo: dopo essere stata nutrita per mesi con roba di questo tipo!
Quindi, con affetto: mi spieghi cosa minchia vuoi? Io qui faccio le mie analisi, tu puoi non essere d'accordo, io ti permetto di esprimerti, ma non sei riuscito a portare nemmeno la larva di un argomento che dimostri che le cose non stanno come dico io.
Dopo di che, io continuo a lavorare CON TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO PORTARE L'ITALIA FUORI DALLA CRISI. Ma di questo non sempre posso parlare con voi.
Caro Prof. la ringrazio per la risposta che mi ha voluto fornire, seppur integrata dal rafforzativo siculo, ma anche mitigata da quell'affetto che è sicuramente inferiore a quello che nutre il sottoscritto per la sua persona ed il coraggio con cui diffonde la conoscenza a chi ha fame di sapere.
EliminaNon starò qua ad insistere sulla necessità di comprendere quale referente politico ci sia rimasto disponibile per veicolare democraticamente quel cambiamento di paradigma, prima che ciò avvenga secondo natura (ma con tempi sicuramente non brevissimi considerato il notevole capitale politico impiegato nel progetto eurista, secondo le parole di Draghi).
Mi è solo parso di capire che non saranno assolutamente ne il PD (causa naturale disgregazione) ne i marxisti dell'Illinois (a causa dell'evidente limite ideologico), e questo mi basta.
Comprendo alfine, con colpevole ritardo, che forse, per motivi che avremo tutti modo di sapere più avanti, in questo preciso momento, non occorra disquisire più di tanto su questo delicato e spinoso argomento, anche perchè posso garantire che siccome mi abbevero a molte fonti (ma chiaramente non tutte hanno l'acqua cristallina come questa), ho notato che tutto quanto viene scritto su questo blog è costantemente vivisezionato e setacciato da persone che definire 'nvidiose è eufemistico.
Con stima.
a conferma di quanto sopra, dal FQ di oggi:
RispondiEliminaIn germania un gruppo di ultrasinistra ha attaccato il palco durante l'intervento di Bernd Lucke con pugnali e bombolette gas. Il politico è finito a terra a causa degli spintoni e un simpatizzante è stato accoltellato. I "no euro": "Intollerabile interferenza"
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/25/elezioni-in-germania-assalto-al-comizio-aggredito-leader-degli-euroscettici/691752/
Prepariamoci al peggio
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/25/elezioni-in-germania-assalto-al-comizio-aggredito-leader-degli-euroscettici/691752/
Non volevo parlarvene, ma visto che lo fate voi, da sinistra non sono solo pervenute critiche sleali, ma anche minacce. Da destra no. Niente di preoccupante, per carità. Folcloristici personaggi di provincia. Ogni tanto qualcuno mi chiede se ho paura. Ovviamente no: nell'azione non c'è tempo per averne. Penso alla domanda, e ne capisco l'ingenua matrice complottista: chi me la pone si immagina un'oscura stanzetta del Bilderberg, dove tre cattivi pianificano la soppressione di Bagnai! Suvvia! Non sono così importante. E la violenza, se verrà, verrà da chi è meno importante di me: da queste bucce di "rivoluzzzionari" che la SStoria ha sputato.
RispondiElimina"Segavano i rami sui quali erano seduti e si scambiavano a gran voce la loro esperienza di come segare più in fretta, e precipitarono con uno schianto, e quelli che li videro scossero la testa segando e continuarono a segare."
EliminaL' "estremo", semantica, è "termine", "ultimo punto", "fine".
La Storia, quella decodificata senza la doppia SS, ha insegnato e insegna "ragionevolezze" che portano a guardare "discese come salite".
But ... now this shit must go out.
Bentornato.
EliminaNon me l'immaginavo ma a posteriori è comprensibile: a destra lei è uno che sbaglia analisi o al peggio che non conosce l'economia, a sinistra è un nemico e gli attacchi sono sul piano personale (almeno quelli che ho avuto modo di leggere, che peraltro fanno risaltare penosamente più i limiti di chi scrive che i suoi... se mi posso permettere, io al posto loro lascerei perdere).
EliminaDetto questo: sì, si vedeva e ce n'eravamo accorti (con un certo fastidio per dirla con un eufemismo), anche perché spesso lo dichiarano pure, sti impuniti! Che da destra e da sinistra nessuno ci lasci vivere le nostre vite in pace ma si sentano chiamati a guidarci verso altissime mete (le loro), francamente inizia ad essere scocciante, almeno nella misura in cui tali mete sono pure sbagliate.
Se la sua colpa è quella di voler rendere il sistema vivibile, invece di cercare rovesciarlo, perché considera la vita di ogni persona e il suo diritto a viverla degnamente al di sopra di una anacronistica utopia rivoluzionaria... be', credo che ci siano colpe ben peggiori con cui macchiare la propria coscienza, anzi, è una colpa che sento di voler condividere con lei.
Mai partito e, come sempre, negli ultimi banchi coi ripetenti.
EliminaQualche semestre "bianco" sempre a frombolare, quando concesso, oltre le "linee" con gli "inglorius basterds": "segni" della mia genia scampata da Cefalonia con i resti dell' "Aqui", disciolta tra il ritornare a casa o restare sulla Maiella.
Gli "estremi" non possono coincidere semanticamente, geograficamente, culturalmente, sono parti "distanti", non "salite e discese", sono interessi sociali differenti e rimane, a te dovuto e sincero, il ringraziamento civico e civile.
Professor Bagnai, sono un perfetto ignorante in economia, ma leggendo qua e là, oltre il suo libro, ho letto su un testo di macroeconomia: "Si intende dimostrare che, in presenza di un regime di cambi fissi la politica monetaria è praticamente disarmata e l’offerta di moneta risulta essere il prodotto di processi endogeni piuttosto che la conseguenza di una decisione autonoma (esogena) dell’autorità monetaria. Il regime di cambi flessibili, di converso, restituisce potere e dignità alla politica monetaria a scapito di quella fiscale".
RispondiEliminaMa una affermazione del genere che mi sembra abbondantemente supportata da argomentazioni scientificamente molto valide (modello di Mundell - Fleming) non è un fatto economicamente consolidato? come funziona la testa e il cuore di certi sedicenti economisti? cosa hanno nel cervello? segatura? al posto del cuore aspirano solo ad avere un Rolex?
Post fondamentale.
RispondiEliminaRedatto in base al metodo scientifico : valutando le osservazioni. Che ormai escono dalle fottute pareti. Anche perché i convinti assertori sono dispersi in molti rivoli.
Riconoscerli non è così difficile : tacciono sulle proprie mentre ricacciano le altrui ipotesi documentate.
Inutile invocare il metodo scientifico.
E’ IN ATTO LA TERZA GUERRA MONDIALE
RispondiEliminaE’ IN ATTO LA TERZA GUERRA MONDIALE, OVERO IL SEGUESTRO DELLE NAZIONI E DEL FUTURO DELLE GIOVANI GENERAZIONI DA PARTE CORPORATOCRAZIA E DELLA FINANZA, OVVIAMENTE AIUTATO DALLA POLITICA.
Martha’s Vineyard, simbolo della crisi della classe media
L'isola sulla quale il presidente Barack Obama sta trascorrendo le vacanze estive si rivela un esempio di disparità sociale negli Stati Uniti
Sulla carta potrebbe sembrare un paradiso. Un'isola a pochi chilometri dalle coste del Massachusetts scelta dai presidenti degli Stati Uniti come dimora estiva. Campi da golf, sentieri per fare trekking o andare in bicicleta. Ma dietro alle foto che ritraggono Barack Obama e famiglia sorridenti e in mezzo alla natura di Martha’s Vineyard, per il Washington Post si nasconde "un crudo sguardo sull'ineguaglianza dei redditi".
A pochi chilometri da Plymouth, il luogo in cui i primi padri pellegrini che fondarono le colonie americane arrivarono a bordo della leggendaria Mayflower, il sogno di prosperità e uguaglianza americano si intravede solo, sbiadito dalla crisi e dall'aumento delle disparità.
Sull'isola ci sono due banchi alimentari fuori dai quali decine di famiglie aspettano pazientemente che i volontari distribuiscano loro tre buste marroni con cibo e bevande: prodotti in scatola, patate, spaghetti.
Martha’s Vineyard è uno dei luoghi degli Stati Uniti in cui le disparità sociali emergono maggiormente e dove, dicono i residenti, le speranze e i sogni della classe media (uno dei pilastri dell'azione politica di Obama) stanno diventando irraggiungibili.
James Streicher Evans, una ragazzo di 26 anni, guadagna 20 dollari all'ora lavorando come giardiniere nelle ville dei super-ricchi che trascorrono le vacanze sull'isola. Poi in autunno e inverno si rivolge alla mensa e sopravvive grazie agli assegni di disoccupazione in attessa di una nuova primavera.
"Gli unici lavori dipendono dalla presenza dei ricchi turisti, ma durano soltanto pochi mesi l'anno", racconta al Washington Post. Per lui, come per molti altri abitanti dell'isola, il sogno della classe media - lavora e vai avanti - è impossibile da raggiungere. La paga media dei residenti è più bassa del 29% rispetto a quella degli altri abitanti del Massachusetts.
Ma il costo degi affitti è più alto del 17% e quello delle case del 54%.
"Abbiamo perso la classe media e i nostri giovani perché non c'è lavoro e per il costo della vita e delle case", ha detto al Washington Post, Peter Temple, un imprenditore in pensione che dirige il Martha’s Vineyard Donors Collaborative, un'associazione benefica dell'isola. Dei 15.000 abitanti, più di mille si rivolgono ai due banchi alimentari. "Puoi camminare su questa strada sporca e vedere Obama, oppure puoi camminare sulla stessa strada e vedere una baracca", ha detto Betty Burton, responsabile delle due mense dell'isola.
SALVE PROF.! BUONE VACANZE!
O è la IV?
Elimina"La globalizzazione moderna, il neoliberismo come sistema mondiale, dev'essere intesa come una nuova guerra di conquista di territori. La fine della III Guerra Mondiale, o "Guerra Fredda", non significa che il mondo abbia superato il bipolarismo o che sia stabile sotto l'egemonia del vincitore. Al termine di questa guerra c'è stato, senza dubbio, un vinto(il campo socialista), ma è difficile dire chi è stato il vincitore. L'Europa Occidentale? Gli Stati Uniti? Il Giappone? Tutti questi? Il fatto è che la sconfitta dell'"impero del male"(Reagan e Thatcher dixit)ha significato l'apertura di nuovi mercati senza un nuovo padrone. Era necessario, pertanto, lottare per prenderne possesso, conquistarli" (Subcomandante Marcos, "7 piezas sueltas del rompecabezas mundial", Messico, giugno 1997).
Così te voglio, me pari il pitonesso.
RispondiEliminaSegnalo una interessante intervista su DIE WELT fatta al consigliere del ministro delle finanze della Repubblica Federale Tedesca Kai Konrad.
RispondiEliminahttp://www.welt.de/politik/deutschland/article119104708/Deutschland-kann-die-Euro-Zone-nicht-retten.html
Per i francofoni ho trovato una traduzione in francese dell'intervista sul blog di Jacques Sapir, postata come commento ad un articolo sul carattere effimero della ripresa in Francia.
http://russeurope.hypotheses.org/1478
È come dici, Alberto: per alcuni marxisti attempati le vittime, anche le vittime della tua parte, fanno parte della "rugosità" della storia; non si raggiungono grandi obiettivi senza "grandi sacrificii". Ma questo lo diceva già Pericle.
RispondiEliminaLeggendo questo post, assieme al precedente, mi è venuto in mente "Buio a mezzogiorno" di Arthur Koestler.
RispondiEliminaChi lo ha letto probabilmente può capire perché; chi ancora non lo ha fatto.....beh mi permetto di suggergli di la 'fatica'
Tanto per ricordare come sono virtuosi i protestanti del nord rispetto ai cattolici del sud (ma noi figli di pippo lo sapevamo già)
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/25/germania-due-procure-indagano-su-tangenti-pagate-a-funzionari-greci/691475/
Certo che è un po' curiosa questa storia delle contraddizioni e Le dirò che ci avevo già pensato. Ma poi mi sono detto che era molto piú plausibile quella della Ciiiiina. Insomma: Lei ce lo vede uno come D'Alema prima permettere il ratto economico di un intero paese e poi dire: "Signori miei abbiamo scherzato, ma era a fin di bene perché grazie a noi sono esplose le contraddizioni del capitalismo?" Secondo Lei gli italiani lo ringrazierebbero?
RispondiEliminaQuesta le si addice perfettamente prof :
RispondiElimina"Il Signor Hood era un galantuomo,
sempre ispirato dal sole.
Con due pistole caricate a salve
ed un canestro pieno di parole.
Con due pistole caricate a salve,
ed un canestro pieno di parole.
E che fosse un bandito,
negare non si può, però non era il solo.
E che fosse un bandito,
negare non si può.
E sulla strada di Pescara,
venne assalito dai parenti ingordi,
e scaricò le sue pistole in aria
e regalò le sue parole ai sordi.
E scaricò le sue pistole in aria
e regalò le sua parole ai sordi.
E qualcuno ha pensato, che fosse morto li,
però non era vero.
E qualcuno ha giurato che fosse morto li.
E adesso anche quando piove,
lo vedi sempre con le spalle al sole.
Con un canestro di parole nuove
calpestare nuove aiuole.
Con un canestro di parole nuove,
calpestare nuove aiuole.
E tutti lo chiamavano Signor Hood,
ma il suo vero nome era "Spina di pesce".
E tutti lo chiamavano Signor Hood."
F. De Gregori
...e a forza di regalare parole ai sordi qualcuno ha recuperato l'udito. Arrivo a breve con il bonifico a a/simmetrie. Grazie e coraggio (a tutti).
Prof, non so quali siano i tuoi (sic) "marxisti", ma ci trovo consonanze con quello con cui da tempo parlo io, secondo cui la "piccola e media impresa è stata parassitaria, un tessuto produttivo debole ed è quella che evade" (se mai, ritengo io, chi può meglio parassitare ed evadere è il grande imprenditore o gruppo, anche solo per sua maggior forza ricattatoria nei confronti delle istituzioni e della comunità, cioè dello stato nel suo insieme, e per maggiori agganci e scappatoie internazionali, bancari e altro) e "si va alla concentrazione in grandi gruppi" (e intanto chi non "concentra" - parola e derivati (sic) che cominciano a diventarmi antipatici - deve, mi coglie il sospetto, graziosamente suicidarsi per non intralciare l'evoluzione del capitale e non sbugiardare le previsioni di Marx e seguaci, veri o finti che comincio a temere coincidenti).
RispondiEliminaSembra che si augurino la proletarizzazione globale, certo con gli aumenti salariali da ottenere mediante le lotte, per avere più seguaci, cioè un proletariato più grande per un gruppo e un sindacato più grandi.
Poi scatta l'ammirazione per la Germania, qui sotto forma di ammirazione per "il sindacato tedesco sganciato dai partiti" (io ho solo questa fonte che credo veritiera, ma ditemi; e certo mi piace l'idea, ma nulla aveva a che fare col tema, che era l'euro).
Ciò su cui concordo, a proposito del piccolo numero di dipendenti caratteristico di una piccola o media impresa (e qui faccio un appello a chi se ne capisce: quali sono i parametri?) è la minore o nulla forza contrattuale rispetto alla grande, ma, ripensandoci in questo momento, mi verrebbe da dire che la grande forza sindacale sia già finita - vedi situazione FIAT.
Sì, va bene, ma si stava parlando di euro come rovina dei lavoratori nel piccolo e nel grande e della distruzione del tessuto produttivo generale costituito in parte dalla PMI; ciò nonostante non penso al fuori tema (scolastico, a cui comunque guardo e sarà pure deformazione, embè?), ma proprio che a forza di numeri, tattiche, forze e strategie ("la società senza scambi", ma può esistere?), la sofferenza inenarrabile di molti, in misura crescente, risulta tra parentesi, la si dà per scontata, forse la si desidera?, come nella lettera, che ignoravo, del compagno P.T. e come nella frase sulla partecipazione alla guerra di Crimea circa la necessità di un certo - non ricordo - numero di morti per poter sedersi al tavolo della pace.
Ma Cavour era un uomo di governo, e per di più aristocratico e possidente e imprenditore e monarchico e liberale, insomma una gran brutta persona (affermazione ironica in parte vera). E non doveva affrontare la contingenza né del fascismo, che in realtà, per P. T., allora, era salvare la propria pelle da Stalin, né dell'euro che, in realtà, per molti ideologi di ora, è salvare la faccia dalle menzogne sull'euro.
I fraintendimenti ripetuti e continuati e/o le menzogne e il cinismo mi fanno arrabbiare e, soprattutto, riflettere: "Non si finisce mai di imparare", diceva mia nonna.
Un contributo di Panebianco sul CdS: http://www.modena.legacoop.it/rassegna/2013/08/pressline20130825_1285932.pdf
RispondiEliminaEh già, la “mai pervenuta palingenesi”, quanti ricordi! Sarà stato l'81, o forse l'82, nel bel mezzo di una lezione, il mio professore di allora (ordinario di letteratura italiana a Firenze) disse, più o meno, questa frase: “Sapete perché il PCI è il più grande partito di sinistra d'Europa? Perché crede fermamente nella Rivoluzione!” E io, giovane ingenuo, pensai: “Ah si? E quando? Come? E che succederà?” Insomma, dentro di me non riuscivo a ricomporre questa insanabile contraddizione tra il mondo reale (pur complesso e fatto di mille problemi) e questo ipotetico mondo del futuro, questo Sogno (ora sappiamo trattavasi di Fogno) da raggiungere. E, non frequentando mai in prima persona la politica, ma interessandomene da comune cittadino, mi sono sempre chiesto: ma questi ci credono DAVVERO? (senza contare che, nel frattempo, il PCI, ritenuto troppo “borghese”, veniva sorpassato a sinistra da una miriade di gruppi, ecc. ecc.).
RispondiEliminaEcco, il post di oggi mi è servito ad unire anche questo puntino isolato e a capire che il problema è grave proprio perché viene da molto lontano e si è insinuato profondamente in un certo tipo di pensiero.
Quanto all'oggi e, soprattutto, al nostro domani, che è prima di tutto il domani dei nostri figli, la sua chiusa dice tutto e non c'è da far altro che condividerla in pieno.
@Massimo Gabbrielli
EliminaCuriosità: era forse Giorgio Luti, fine e acuto critico di poesia con spiazzante aspetto da boxeur e aria da persona un po' emotiva ed entusiasmabile? L'aria è impressione mia da visto-una-volta, ma mi spiegherebbe quell' ingenuità che può portare a certe affermazioni credendoci.
Info: mi sono poco fa appalesata come
Adriana e ora compare anche il cognome
a causa (?) dello smart con cui sto
scrivendo anziché dormire (senza) o
capire i misteri di G (oogle).
Il senso di appartenenza politico, quantomeno dalla seconda metà del Novecento, ha subito tanti e tali rovesci che oggi è assai problematico se non impossibile ri-comporre i vari frammenti per delinearlo come prima.
RispondiElimina"Non è questione di sistema comunista contro quello capitalista. Si tratta di: o vita o morte, per noi questo è il problema" (Subcomandante Insorgente Marcos).
E, a proposito di marxismo, questo brano andrebbe meditato dai "marxisti de noantri": riguarda il "primo presupposto di ogni esistenza umana, e dunque di ogni storia, il presupposto cioè che per poter 'fare storia', gli uomini devono essere in grado di vivere" (K.Marx-F.Engels, "L'ideologia tedesca").
« Ma i principi del laissez-faire hanno avuto altri alleati oltre i manuali di economia. Va riconosciuto che tali principi hanno potuto far breccia nelle menti dei filosofi e delle masse anche grazie alla qualità scadente delle correnti alternative – da un lato il protezionismo, dall'altro il socialismo di Marx. Queste dottrine risultano in fin dei conti caratterizzate, non solo e non tanto dal fatto di contraddire la presunzione generale in favore del laissez-faire, quanto dalla loro semplice debolezza logica. Sono entrambe esempio di un pensiero povero, e dell'incapacità di analizzare un processo portandolo alle sue logiche conseguenze.[...] Il socialismo marxista deve sempre rimanere un mistero per gli storici del pensiero; come una dottrina così illogica e vuota possa aver esercitato un'influenza così potente e durevole sulle menti degli uomini e, attraverso questi, sugli eventi della storia. »
Elimina« Ho provato sinceramente a leggere i volumi di Marx, ma ti giuro che non sono proprio riuscito a capire cosa tu ci abbia trovato e cosa ti aspetti che ci trovi io! Non ho trovato neanche una sola frase che abbia un qualche interesse per un essere umano dotato di ragione. Per le prossime vacanze dovresti prestarmi una copia del libro sottolineata. »
(Keynes, 1926)
Guardi Professore, io sono "amico" su FB, di alcuni sessanttottini, i quali, ed io lo trovo molto interessante per un analisi politica della sinistra italiana, sono ancora a discutere se dopo l'invasione dei carri russi a Budapest nel 1956 e dopo l'invasione di Praga nel 1968, forse (e diciamo forse) si poteva intuire un po' prima del 1989 che il sistema sovietico non fosse esattamente un modello da seguire. Questi non hanno ancora fatto i conti con la storia di 50-60 anni fa, figuriamoci se stanno facendo i conti con la politica economica europea, con l'euro e con "nazionalismo ottocetensco" causa di tutte le guerre. Cmq, come ho gia' scritto e' possibilissimo che piuttosto che ammettere i propri errori, gudino segretamente il paese al disastro economico, per poi avere una soddisfazione macabra nell'esclamare "ve l'avevamo detto che il capitalismo era brutto e cattivo".
RispondiEliminaSi ma professore, non faccia il fascista :|
RispondiEliminaDa "Mimì metallurgico ferito nell'onore":
RispondiElimina- Giannini: "Ma come, non mi dicesti che eri tro.. tro..."
- Melato: "Trotskista, ma non vuol mica dire puttana!"
Ecco, ricordiamolo...
Federico Caffè
RispondiEliminaIl riformista è ben consapevole d'essere costantemente deriso da chi prospetta future palingenesi, soprattutto per il fatto che queste sono vaghe, dai contorni indefiniti e si riassumono, generalmente, in una formula che non si sa bene cosa voglia dire, ma che ha il pregio di un magico effetto di richiamo.
La derisione è giustificata, in quanto il riformista, in fondo, non fa che ritessere una tela che altri sistematicamente distrugge. E' agevole contrapporgli che, sin quando non cambi «il sistema», le sue innovazioni miglioratrici non fanno che tappare buchi e puntellare un edificio che non cessa per questo di essere vetusto e pieno di crepe (o «contraddizioni»). Egli è tuttavia convinto di operare nella storia, ossia nell'ambito di un «sistema», di cui non intende essere né l'apologeta, né il becchino; ma, nei limiti delle sue possibilità, un componente sollecito ad apportare tutti quei miglioramenti che siano concretabili nell'immediato e non desiderabili in vacuo. Egli preferisce il poco al tutto, il realizzabile all'utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione radicale del «sistema».
Il riformista è anche consapevole che alla derisione di chi lo considera un impenitente tappabuchi (o, per cambiare immagine, uno che pesta l'acqua nel mortaio), si aggiunge lo scherno di chi pensa che ci sia ben poco da riformare, né ora né mai, in quanto a tutto provvede l'operare spontaneo del mercato, posto che lo si lasci agire senza inutili intralci: anche di preteso intento riformistico. Essendo generalmente uomo di buone letture, il riformista conosce perfettamente quali lontane radici abbia l'ostilità a ogni intervento mirante a creare istituzioni che possano migliorare le cose.
Persino Quintino Sella, allorché propose al Parlamento italiano l'istituzione delle Casse di risparmio postali, incontrò l'opposizione di chi ritenne il provvedimento come pregiudizievole alla libera iniziativa di consapevoli cittadini che, per capacità proprie, avrebbero continuato a dar vita a un movimento associazionistico nel campo del credito. Venne obiettato al Sella che «vi sono due modi di amare la libertà; (...) Vi è il modo nostro; amarla di vero affetto, per sé, per il bene che genera e permette ai nostri concittadini, considerarla, studiarla, renderla quanto più si possa benefica; (...) Vi è poi un altro modo; e consiste nel professare a parole un amore sviscerato verso la libertà, e domandarle un abbraccio per poterla comodamente strozzare».
Più che essere colpito dagli strali del retoricume neoliberista (sempre dello stesso stampo), il riformista avverte con maggiore malinconia le reprimende di chi gli rimprovera l'incapacità di fuoriuscire dal «sistema». Egli è tuttavia, troppo abituato alla incomprensione, quali che ne siano le matrici, per poter rinunciare a quella che è la sua vocazione intellettuale. In questa non rientra, per naturale contraddizione, il fatto di dover occuparsi di palingenesi immaginarie. Sollecitato in vari modi a farlo, il riformista ha finito col rendersi conto che si pretendeva da lui qualcosa di simile a quello che si chiede a un pappagallo tenuto in gabbia, dal quale, con la guida di una bacchetta, si cerca di ottenere che scelga, con il suo becco, uno dei variopinti manifestini che si trovano in un apposito ripiano della gabbia.
(continua)
Prosegue
RispondiEliminaFederico Caffe
Spaventato da questa implicita trasformazione in intellettuale pappagallesco, il riformista si rincuora prendendo un libro che gli è caro e rileggendone alcune righe famose:
«Sono sicuro che il potere degli interessi costituiti è assai esagerato in confronto con la progressiva estensione delle idee. Non però immediatamente. (...) giacché nel campo della filosofia economica e politica non vi sono molti sui quali le nuove teorie fanno presa prima che abbiano venticinque o trent'anni di età, cosicché le idee che funzionari di Stato e uomini politici e perfino gli agitatori applicano agli avvenimenti correnti non è probabile che siano le più recenti. Ma presto o tardi sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolose sia in bene che in male»
Dubito che molti dei sedicenti marxisti contemporanei abbiano mai letto Marx. Io ho veramente provato a leggerlo anni fa. Non tutto, lo ammetto, ma una buona metà del capitale me la sono letta. Marx non era un economista, era un filosofo che voleva dare una quantificazione numerica allo sfruttamento del lavoro, quindi dell'uomo sull'uomo. E' ovvio che Keynes avesse una preparazione, in materia economica, superiore. Ma non dimentichiamo che, prima di Marx, il concetto di "pedina sacrificabile" rientrava nell'ovvia normalità ed era ben lungi dal suscitare qualsivoglia forma di sdegno. Non mi risulta che qualcuno, prima di Marx, si sia mai preoccupato delle condizioni di vita dei lavoratori. Quindi Marx, per quel che mi riguarda, va lasciato dove sta. Sulla stupidità dei suoi (presunti) eredi, sono invece pienamente d'accordo.
RispondiEliminaPiuttosto, volendo cercare degli antenati dell'€ in campo socialista, bisognerebbe rileggersi Saint Simon. Saint Simon era uno dei cosiddetti socialisti utopici, come li definì sprezzantemente lo stesso Marx per contrapporli al suo socialismo scientifico. Nelle "Lettere di un abitante di Ginevra ai suoi contemporanei, enunciò le sue tesi.
Possibile non notiate le incredibili assonanze con le credenze degli eurotomani "de sinistra" attuali? Per Saint Simon le barriere nazionali non potevano che essere di impiccio in un sistema concepito essenzialmente in funzione della produzione.
L'Euro è figlio di questa idea socialista utopica ( da qui, probabilmente, i connotati anti americani che di volta in volta emergono).
Lasciate stare Marx e P.T. che con l'Euro non c'entrano assolutamente nulla.
La tua analisi è impeccabile, anche se purtroppo temo tu non abbia afferrato il contesto (tradotto: non hai capito un cazzo). Chi parla di Marx? Marx dovrebbe esser lasciato perdere da quelle quattro merde per lo più anonime che in Italia ci si sciacquano la bocca per le finalità che il post descrive. Sono loro che lo distorcono e vilipendono a fini strumentali. Per il resto, buona lettura...
EliminaA proposito di Cina, il nemico e di USA, l'amico.
EliminaLa nostra situazione politico/militare/economico/finanziaria/monetaria quanto è figlia del resto del mondo piuttosto che dei nostri ingombranti alleati oltre che di noi stessi ?
Vorrei portare alla attenzione una questione riguardante le problematiche legate al liberismo e su quante e quali cose sono o potrebbero essere disposti a fare i più forti contro i più deboli, che poi siano alleati o no è un dettaglio.
In particolare quanto liberismo sono gli USA determinati ad imporre per rafforzare il propri nazionalismo.
Ma veniamo al dunque.
I sistemi CAD/CAM/CAE (Computer Aided Deisign, Computer Aided Machining, Computer Aided Engineering) e PLM (Product Lifecycle Management ) sono piattaforme software con le quali si progettano, si modellano, si realizzano praticamente tutti gli oggetti oggi in circolazione, in particolare i PLM si sono diffusi molto negli ultimi anni divenendo il cuore delle grandi multinazionali e non solo, come centro nella gestione dei progetti, dei processi e nella collaborazione tra gruppi di lavoro.
La piattaforma più diffusa sia in campo militare che civile è da molti anni quella di Unigraphics, utilizzata nei campi navale, aeronautico, automobilistico etc. etc.
Moltissime delle più importanti aziende al mondo la utilizzano, tra le quali General Electric pesantemente presente anche in Italia con Nuova Pignone e non solo.
Unigraphics è naturalmente statunitense, qualche anno fa è stata acquisita da Siemens, uno dei maggiori competitor di GE la quale si trovò a dover prendere la vitale decisione sulla eventuale sostituzione del sistema.
Preciso ulteriormente che è assolutamente impensabile per una azienda come GE dipendere da una piattaforma software della concorrenza e della quale potrebbe perderne il controllo, un po’ come se la Ferrari ad un tratto si facesse fare i motori dalla Mercedes rimanendo concorrenti e senza stipulare accordi di collaborazione.
GE decise di continuare ad utilizzare Unigraphics.
GE è ovviamente sponsorizzatissima direttamente dal governo USA.
La Germania ha messo e metterà le mani sulle maggiori aziende europee.
La Commissione Europea, insieme con il governo americano, stanno mettendo a punto un trattato di libero scambio, TTIP.
L’area euro nel suo complesso è, come ben sappiamo, in forte crisi.
Le aree di libero scambio, così come gli agganci monetari, sappiamo che vengono proposti/imposti con l’obiettivo celato di conquista economico/finanziaria da parte dei paesi più forti sui più deboli.
Se uniamo i puntini la figura che vien fuori secondo me è ben più minacciosa della Ciiiiiiiiina!
Saluti.
Dopo mezzo secolo e qualche vecchio documento desecretato , appaiono verità storiche che non raccontano certamente di utopie sociali ma di pianificazione scientifica dei un progetto venduto come il "sogno" di potersi inebriare con champagne, barolo, touriga nacional, rioja, retzina, berliner wiesser pagati tutti la stessa moneta.
EliminaA partire da R Marjolin, vice-presidente francese della commissione europea nel 1965 con R Triffin a capo progetto della moneta unica europea sul quale chiedeva riservatezza, preso a calci da C De Gaulle aprendo la “crisi della sedia vuota” in commissione europea mandando emissari in US Federal Reserve a chiedere la convertibilità delle disponibilità francesi di “verdoni” in metallo “giallo” come scritto a Bretton Wood.
Chissa cosa avrebbe detto e fatto nel 1971 l’ “ultimo gigante” (cosi lo definiva W Brandt), il titano che rubava il fuoco per ridare dignità e identità alla sua terra e capace poi di mettersi in disparte, quando R Nixon abbatteva le frontiere della “libera” moneta.
La stessa secretazione (20 anni) di Stato sulle politiche monetarie imposta con D.M. 561 del 13/10/1995 del primo governo “tecnico” di L Dini (PDS, Lega e PP)
Dopo tanti cambi di fronte e tanti generali - divorzio BdI / Tesoro (1981), le a/simmetrie di ECU e SME (1979-1982), crollo del “muro” (1989), la stagione delle privatizzazioni e “saldi (1992, Amato, Ciampi e Draghi), la firma del trattato di Maastricht (7/2/1992, nello stesso giorno Carli firma la L. 82/92 che, piccola dimenticanza, rende indipendente il governatore della BdI, privatizzata, nella fissazione del tassi di sconto e di interesse), la “legge” Draghi” (1994/98, il TUF che, con legge delega, liberalizza i mercati e gli intermediari finanziari soggetti ad autoregolamentazione "tecnica" per renderli coerenti e competitivi con il resto dell’UE), la Cina .. -, siamo a contare i “cocci” con la consapevolezza del significato vero e ultimo di quel “sogno” euristico diventato incubo e ora delirio: lo “Stato minimo” assoggettato alla concorrenza darwiniana del mercato "autoregolamentato" attraverso lo smantellamento delle Costituzioni democratiche con le responsabilità che la Storia definirà se per incompetenza, illusione o “semplice” interesse.
Tutto il resto è noia di alcuni e non gioia di troppi.
@Luciano
EliminaForse ti sei perso il link alla lettera autografa di Palmiro Togliatti secondo cui era bene che gli italiani soldati in Russia, divisioni alpine, morissero perché in fondo erano fascisti.
Il contesto, che riprendo perché talvolta mi piace fare la maestrina col portatile nero di colore, come molte nostre macchinette del genere (e, per inciso, la mia è proprio cinese ma di una Cina che non ho capito se piaccia o no), era quello in cui si diceva che nel corso della storia anche recente alcuni non hanno mostrato pietà per quelle che sono state comunque sofferenze di persone (SOFFERENZE di PERSONE) e che altri non sembrano mostrarla neppure ora.
Da tale lettera di Ercoli che, ripeto, non conoscevo come non conosco moltissime altre cose di moltissimi, lettere e non, sono rimasta impressionata, correggendo poi un po' il tiro in base all'osservazione di un amico (per inciso, eurista) che appunto Ercoli doveva salvarsi da Stalin.
Dopo di che ho ricordato ciò che ricordavo dalla scuola, elementare o media, che Cavour aveva parlato dell'opportunità di morti in Crimea, nel senso che si doveva partecipare a quella guerra per averne, per poi sedersi al tavolo della pace, e ho portato l'esempio come altro esempio, forse più noto del primo, di indifferenza alle SOFFERENZE di PERSONE etc etc, che evidentemente è uno dei miei chiodi (ciascuno ha i propri) - secondo un discorso che stava nel contesto del contesto e allontanava il pensiero da allusioni a falce e martello su bandiera rossa. Almeno non mi pare che Camillo Benso conte di Cavour fosse nella scia e risulta meno scusabile di Ercoli perché non doveva salvarsi da alcunché, come NON ho scritto ritenendo fosse chiaro e forse sbagliando. (Se poi parliamo di Realpolitik, allora tutto giustifica tutto e chiuso il discorso e allora l'€ va benissimo - certo, ma a chi?).
Neanche lui, Benso, ha attinenza con l'euro, che magari gli sarebbe piaciuto - o forse no, a causa delle quote latte e delle norme europee sulla lunghezza delle zucchine e tralascio i cetrioli e non scadiamo nella fantapolitica anche becera - come non ne ha il subcomandante Marcos, che dovrò leggere, ricordato molto incisivamente da roberto b. Neanche Garibaldi ha attinenza con l'euro e certo ha visto e fatto dei morti e dei sofferenti, ma al momento non risulta ne abbia gioito.
A parte un leggero fastidio iniziale, sono contenta, Luciano, di aver avuto modo di ritornare su un mio lungo temino con un altro lungo temino. Povero Bagnai.
Ora, OT, vado a qualcosa per me ben più arduo: capire se non riesco a far parte degli asimmetrici, nonostante un poco eccentrica lo sia, per denaro mancante nella prepagata, per errore, perché rilutto a PayPal.., sì, grazie a chi mi ha risposto per mail, ma sono proprio di coccio peggio del Testaccio e, nel caso, chiederò lumi for dummies.
D'accordo con Luciano. Non bisogna dimenticare anche le critiche a Fourier e agli anarchici proudhoniani. Sui "marxisti dell'Illinois" credo che le loro analisi non siano completamente da buttare (a parte gli sterili attacchi personali). La loro argomentazione pero' e' molto superficiale e relegata a pochi concetti marxisti, tra l'altro rinvenuti solo in Marx. Dimenticano, o forse non conoscono, tutto quello che viene dopo Marx: lo statalismo di Lenin, gli scambi con la Luxemburg, l'analisi marxista arricchita da economisti come Hilferding, o Sweezy, Mattick, ecc. Insomma la critica al capitalismo non puo' essere fatta solo con strumenti ottocenteschi. Di contro il prof Bagnai crede, e lo ha sempre detto, nelle doti benefiche del mercato, escludendo, ma credo per deformazione personale, quelle contraddizioni e comportamenti insite nel sistema capitalistico e ben individuate dal filosofo di Treviri.
EliminaProf, rileggendo il tutto credo che lei abbia ragione. Il fatto è che, al momento della scrittura, ero da poco rientrato a casa in condizioni di lieve alterazione alcolica. Poi stamattina mi sono ricordato di aver scritto qualcosa. Probabilmente al momento, rileggendo i commenti e forse sbagliando, ho avuto la sgradevole sensazione che si volesse creare una frettolosa e riduttiva associazione tra Marx e gli eurotomani "de sinistra".
EliminaChiedo scusa per aver inquinato il dibattito con considerazioni probabilmente inutili.
Piuttosto mi stavo chiedendo se, in qualità di operaio cassintengrato e futuro disoccupando, il mio futuro stia scritto nel post precedente "Dall'Italia alla Grecia".
Gli indicatori economici propendono per una risposta positiva e, dovendo trovare una sintesi tra il famoso "tutto e subito" di sessantottiana memoria degli eredi pseudomarxisti e l'invito all'austerità di ispirazione Merkelliana, ho provveduto a velocizzare l'esaurimento dei miei risparmi invitando a casa mia la bailadora cubana conosciuta due anni in una vacanza a l'Avana. Cuba è un ottimo posto per verificare con mano come moneta buona scaccia quella cattiva (tutti vogliono CUC e tutti vogliono liberarsi di moneda nacional), tuttavia quando provo a parlare di questi argomenti con la bailadora " ella me dice que estoy todo loco". Meglio lasciar perdere e dedicarsi al ron cubano.
Le rinnovo la mia stima per le cose che mi ha insegnato.
@Luciano
EliminaScusa la ruvidezza, ma vorrei ribadire un concetto: i marxiani italiani hanno un problema e lo sanno (il problema che li portava a darmi affettuosamente del "keynesiano di merda", cosa per la quale, ripeto, non mi sono assolutamente offeso e che ho sempre considerato come una manifestazione di affetto). Il problema è che per vari motivi, che non saprei elencarti, non sono riusciti a portare all'attenzione del grande pubblico la natura dell'euro come strumento di lotta di classe, come clava di un certo capitalismo oltranzista. Uno dei problemi è che non ne erano consapevoli, forse per limiti connessi all'approccio analitico, forse perché un internazionalismo malsano li portava a illudersi che l'euro fosse amico del proletario di tutto il mondo, ecc.
Ne abbiamo parlato ad abundantiam.
Ora, io capisco che a molti dispiaccia oensare di aver avuto un afflato internazionalista, e svegliarsi accorgendosi di aver fatto il gioco di Goldman Sachs, come a molti dispiacerà aver capito certe cose molto prima (spesso anche molti prima di me), ma non essere mai riusciti a farsi ascoltare.
Problema loro, però.
Le tue considerazioni non erano affatto inutili, a mio modo di vedere. Io vorrei che il discorso si arricchisse con l'apporto di altre correnti di pensiero. Semplicemente, non sono in grado di farlo io questo lavoro. Lo sta facendo, in un modo che a me convince, Riccardo Bellofiore. Lo fanno altri, e io ve lo segnalo. Perché devo andare sul palco con un clarinetto se sono flautista? Perché devo improvvisarmi "marxiano" se non lo sono? Non basta il fallimento di quelli che lo sono? Su questo fallimento dovremmo (o forse dovrebbero) riflettere, aprendosi al confronto. Invece, salvo pochi casi (praticamente solo quello che ho citato, cui si aggiunge Giacché), sono solo contumelie e critiche tendenziosamente disinformate.
Allora diciamoci tutto: alla fine la dimensione umana conta, e chi è costretto all'attacco personale e alla distorsione del pensiero altrui ha perso in partenza. I motivi che questo post evidenzia sono i motivi "alti". Poi ci sono i limiti (o le potenzialità) degli individui.
Tanto per fare un esempio:
Elimina@Marco
Caro Marco,
devo dirti la verità: il tuo intervento è illuminante analiticamente, ma mi delude molto sul piano umano.
Cominciamo dal bicchiere mezzo pieno. Il primo dato illuminante è nella denuncia che fai, magari in modo indiretto e inconsapevole, di un dato di fatto: l’estrema frammentazione del pensiero marxiano nell’elaborazione dei vari posteri. Succede un po’ anche nelle correnti che si richiamano a Keynes, mentre non succede nel blocco liberista, che è ideologicamente molto più coeso. Non voglio farti il discorso (al quale non credo) dell’”uniti si vince”: dipende a chi ci si unisce. Voglio solo registrare il fatto, come lo registra ad esempio Rick Wolff (2010) “In capitalist crisis, rediscovering Marx”, Socialism and democracy, 24:3, 130-146.
Vediamo ora il bicchiere mezzo vuoto, la profonda delusione umana. Vedi, io capisco bene che a te, come a tanti altri, scottino le parole di questo post, e mi dispiace. Vorrei essere con voi. Vengo da una famiglia che finché ha potuto ha votato comunista e che si è fatta meno illusioni di tante altre su cosa stava accadendo, chiaro? Ma che bisogno hai, anche tu, come un qualsiasi ascaro dell’armata Brancaccioleone, di distorcere il mio pensiero? (preciso che non c’è intenzione di dileggio verso Emiliano: non è colpa sua se degli squinternati lo hanno preso per stendardo, e non escludo che possa capitare o sia capitato a me).
“Bagnai crede nel mercato”, detto a uno che
(1) insegna politica economica (materia che non esisterebbe se il mercato funzionasse);
(2) ha denunciato con vigore su tutti i media questa crisi come gigantesco fallimento della finanza privata, cioè del mercato;
(3) ha denunciato nel suo testo i vari strati dell’illusione mercatista certificandone la sconfitta
è qualcosa di più di una deliberata slealtà. Nessuno può essere così cattivo o così stupido, nemmeno tu (perdonami la sfiducia).
E allora da dove salta fuori questa affermazione superficiale e falsa? Forse ce lo dice proprio il marxista Wolff. A p. 142 leggiamo: “Marxian theory offers the following basic theses about the roots of today’s crisis: (1) that the end of rising real wages was the hard reality underlying a debt-dependent prosperity since the 1970s, and (2) that the capitalists’ gains were the workers’ losses”.
Ecco.
Quello che il mio lavoro dimostra è proprio che NON c’è bisogno della “marxian theory” per chiarire che siamo in mezzo a un conflitto distributivo, e per vedere che l’esplosione dei debiti privati è l’ovvio contraltare di una compressione dei salari, nel momento in cui il sistema capitalistico deve comunque continuare ad alimentarsi sulla domanda aggregata. L’ho detto anch’io, usando dei banali manuali del primo anno, del tutto standard e “Marx free”. Non solo: ho anche certificato quello che i marxiani, per i motivi esposti nel testo, non vogliono vedere: che l’euro oggi in Europa è LO strumento di lotta di classe.
Ora, vedi, ci sono due rasoi famosi: uno è quello di Occam, e l’altro è quello di Abelardo. Credo che non scegliendo il primo abbiate scelto il secondo. Tirare fuori concettoni astrusi (“composizione organica del capitale”, minchia!) per spiegare cose che si possono spiegare col romanzo di centro e di periferia è un po’ tagliarsi le palle. Ne segue un ovvio rodimento, e il desiderio di banalizzare e distorcere l’altrui pensiero.
Va bene così.
Non mi aspetto lealtà da nessuno, sia ben chiaro. La lealtà non mi è dovuta. A me no. Ma agli altri sì, e sono tanti. Vallo a dire in Illinois, se passi da quelle parti.
Un intervento di grande sensibilità umana che condensa in questa "battaglia" fratricida la differenza tra "uomini e caporali".conetto.
EliminaDa un umile, scalzo e sincero il riconoscimento ad a knight, A Bagnai.
ps: avevo in mente metafore più colorite per evidenziare "diversità" che il grande Totò, in arte Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, condensa in un semplice, comprensibile concetto.
Ad un certo punto della mia vita mi sono trovato senza punti di riferimento, ero piccolo il giorno del golpe in Unione Sovietica, tutti gli adulti che avevo come riferimento erano increduli smarriti, tutto quello in cui avevano creduto o per il quale avevano lottato era morto! Triste aver visto quello che sono diventati, in nome di un internazionalismo mai forse del tutto compreso.
EliminaDa un libro senza figure, la banda dei brocchi di Jonathan Coe.
...Prendi un po' di sindacalisti, invitali al piano di sopra, mettili a sedere al tavolo della sala riunioni. Mettili a parte di qualche segreto, niente di troppo delicato, attenzione, giusto qualche bocconcino per fargli credere di essere addentro alle segrete cose. E all'improvviso cominciano a vedere le cose dal punto di vista della dirigenza...
Poi scopri che magari a capire ci vuol meno, un libro del primo anno, il tasso di cambio fisso serve per disciplinare i sindacati. Acocella. I ricordi d'infanzia mi sono serviti per capire che quello che non funziona non funziona sia esso il socialismo reale o quello dei padroni,l'euro, ho riposto con cura il mio poster di Marx, non lo ho buttato, non ho bisogno di odiarlo anche se un clavicembalista mi ha insegnato che ci voleva meno per capire, ho semplicemente capito che ci si poteva aiutare anche fra persone che avevano visto il mondo in maniera diametralmente opposta. Ho dovuto sbattere contro il muro dello smarrimento di quelli che ancora fognano la rivoluzione d'Ottobre 2.0, sono dovuto venire a patti con una realta' molto dura, quella di ricevere i peggiori insulti dalle persone alle quali volevo più bene. In poche parole il fascismo rosso!
caro prof. mi pare che abbia inteso una mia interpretazione come un attacco personale.Preciso subito che non sono il tipo da tifo da stadio: "dalla parte di Bagnai o contro Bagnai". Il rispetto e la stima nei suoi confronti mi pare siano stati evidenti anche in occasione della pubblicazione di miei diversi articoli in blog che avevano l'obbiettivo di pubblicizzare la presentazione del suo libro.
EliminaRiguardo alle mie parole, non ho mai affermato che lei non sia critico nei confronti dei mercati, mi riferivo alla nostra diversa impostazione ideologica. Per chiarire le pongo una domanda. Lei crede che sia meglio vivere in un sistema di mercato o in un sistema di economia pianificata? Io la risposta la conosco gia' anche perche' da lei articolata in diverse occasioni in privato. Equi il problema non e' quanto lo Stato debba intervenire nel conflitto distributivo da lei tirato in ballo, ma quanto la classe produttiva percettrice di salario debba intervenire, attraverso le istituzioni, nel conflitto produttivo. Perche' usando le teorie di alcuni pensatori del 900 la quota profitti e' sempre esogena, ad un certo livello di remunerazione del capitale non si produce (confermato da Keynes nella Teoria), il problema e' politico e il conflitto distributivo si supera attraverso la risoluzione del conflitto produttivo. poi possiamo parlare di Euro (o meglio di Unione Europea) come strumento per disciplinare i salariati, e su questo mi pare che siamo stati sempre d'accordo. E' la soluzione politica riguardo al sistema in generale che mi fa divergere dalle sue posizioni. Comunque, scuse accettate.
Caro Marco, ci hai provato, in un momento di smarrimento. Hai scritto che io credo "nelle doti benefiche del mercato", ora fai giustamente marcia indietro, e la fai perché ti conviene: una figura di merda non fa comodo a nessuno e non porta avanti il dibattito, e soprattutto non conviene a nessuno adottare le metodologie infami di certi commentatori "de sinistra", perché nessuno sa come andrà a finire e quindi è meglio essere prudenti (e infatti gli altri commentatori "de sinistra", come del resto te, sono tutti rigorosamente anonimi). Ti assicuro che queste parole sono dette sine ira et studio: a me farebbe piacere poterti salutare se ti dovessi incontrare di nuovo (ma ho elaborato lutti peggiori).
EliminaQui dici una cosa diversa: parli della mia fiducia nell'economia pianificata. L'affermazione che fai è (finalmente) corretta: non ho particolare fiducia nell'economia pianificata. La mia sfiducia nasce dalle circostanze storiche, che hanno visto da un lato il fallimento di una grande esperimento di pianificazione (quello sovietico) e dall'altro l'affermazione di chi è riuscito a "sfilarsi" in tempo dal modello pianificato (la Cina). Il discorso ovviamente è molto ampio e non meramente economico/filosofico. Rimane il punto che io non so bene (ma vorrei saperlo) cosa ci sia nella letteratura scientifica che consente di ritenere che ulteriori esperimenti avrebbero più successo. Tu sicuramente lo sai, facci una reading list e ne parleremo.
Per il momento però la mia priorità è lottare contro quel simpatico esperimento di pianificazione che è l'Eurozona. Lo Stato può e deve intervenire nell'economia in molti modi. L'unico che dovrebbe evitare è fissare certi prezzi...
Nessuna marcia indietro, credo di aver scritto la stessa cosa in due modi diversi. La prima solo piu' volgarmente. Sulle cause della caduta dell'URSS penso che ci siano spiegazioni piu' politicamente profonde. E Russia e Cina sono stati due modelli diametralmente opposti. Non difendo nessuno dei due, contemporaneamente non butto il bambino con l'acqua sporca. Il discorso e' lungo e spero di approfondirlo di persona la prossima volta che ci incontriamo. La letteratura e' la stessa da decenni, a parte minimi contributi recenti, visto che dopo la caduta del muro nessuna universita' rischia di finanziare progetti di ricerca al riguardo. Un economista ci ha vinto un premio nobel negli anni 70. Sull'anonimato e' un problema di impostazioni di profilo che mi annoia modificare.
EliminaFirmato Marco Palazzotto.
A me sembra piuttosto che tu abbia detto due cose diverse nello stesso modo. Ecco, il discorso è lungo, facciamolo con calma. Nel frattempo la storia andrà avanti. Tanto per fare un esempio, io mi sono sempre chiesto perché mai i simpatici commensali di Palermo, col loro simpatico sorrisetto di sufficienza e con il loro simpatico "non si può dire così", "in politica questa frase non ha senso", ecc. non siano riusciti ad attirare l'attenzione sui problemi che qui discutiamo. I casi sono due: o non volevano, o non erano in grado. Scegli il peggiore.
EliminaPosso dirti però perché ci sto riuscendo io: perché ascolto tutti e parlo a tutti.
Il che mi porta anche a subire lezzzioncine come quelle sulla differenza fra URSS e Cina. Ma va bene così. Io non voglio la guerra, sia chiaro. Ma pietà l'è morta, e non l'ho uccisa io. Anche questo deve essere chiaro.
È un'utopia? No secondo me no!
RispondiEliminaSono sgomento che a Bruxelles, cioè nel cuore dell'UE, ci siano persone come Eichman con delle idee cosi' devastatrici per la cultura europea, appunto ! Se le opinioni di questo tizio sono quelle di un bastardo ignorante a proposito di qualsiasi altro membro di questa fottuta unione economica, ancor più infami se riguardano la vera, la sola, l'incomparabile genitrice dell'unica Europa alla quale diede anche il nome: LA GRECIA ! Βάρβαροι λαοί !
RispondiElimina@brunointerista
EliminaAnche se i greci attuali non hanno nulla a che fare con quelli del passato - e sono quelli a cui penso istintivamente prima di rendermi conto della sovrapposizione-confusione - basta credo a tutti sapere che si tratta di un popolo costantemente umiliato e schiacciato in breve torno di tempo. Basta per provare empatia e simpatia, che non sono in grado di translitterare (ma come si fa, mentre si scrive qui, a trovare i "caratteri speciali"?); se poi si considera che a breve potremmo essere noi nella medesima situazione, ecco che empatia e simpatia mi si colorano immediatamente di nero o di blu - colori, non so per qual metafora fisiopsichica, legati alla paura, almeno in questa parte di mondo.
> non sono in grado di translitterare (ma come si fa, mentre si scrive qui, a trovare i "caratteri speciali"?)
EliminaFacile: leggi bene quest'altro temino prolisso e vedrai che è certo alla tua portata.
Prof. buongiorno, molto probabilmente lo conosci già, scriveva così il geografo Laurent Carrué, esperto di geografia economica, in un interessante articolo scritto presumibilmente tra il '97 e il '98:
RispondiElimina"Con la decisione, ormai ufficiale, di introdurre l'euro in undici paesi nel gennaio del 1999, l'Unione europea accentua il partito preso ultraliberale che già impregnava la maggior parte della sue politiche, inquadrate in un diritto comunitario fondato sul solo principio della concorrenza. La democrazia è la grande perdente di questo trasferimento di sovranità monetaria a un'istanza non responsabile di fronte a nessuno: la Banca centrale europea che, aggiungendo il proprio potere a quello di due altre istituzioni non elette la Commissione e la Corte di Lussemburgo riduce notevolmente le prerogative dei governi, espressione invece del suffragio universale. Per quanto tempo ancora la costruzione comunitaria potrà fare dell'economicismo il suo movente fondamentale, senza perdere legittimità agli occhi dei cittadini?
Questo passaggio forzato si spiega con quattro obiettivi di primaria importanza: la creazione di uno strumento monetario che permette e accelera la libera circolazione dei capitali, garantendone al tempo stesso il valore e la rendita finanziaria; l'iscrizione offensiva del vecchio continente nella guerra economica e finanziaria senza tregua che le multinazionali con base regionale stanno combattendo. E questo in un quadro ultraliberista, dove il progetto di Accordo multilaterale sugli investimenti (Ami) alla cui firma l'Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico (Ocse) non ha per nulla rinunciato segnala bene la filosofia (2); la riforma completa delle strutture sociali e produttive europee sul "modello" anglosassone: redditività ottimale del capitale, calo dei redditi da lavoro, deregulation, flessibilità, precarizzazione generalizzata, privatizzazioni, fondi pensione ecc. Come sottolinea, rallegrandosene, Christian de Boissieu, professore all'università Parigi I,"con l'euro, la mutazione francese sarà accelerata", poiché"l'euro ci fa entrare nell'anno I di un capitalismo degno di questo nome"...
Inutile. Ancora una volta. Per ogni Luca (v. post precedente) sono mille volte inutile. Non posso trovargli riparo, offrirgli il mio braccio, dirgli "facciamo questo e quello, assieme". Sono inutile. Tiro avanti, testardo e anarchico, come il mio predecessore messicano. AM
RispondiEliminaOT. Il suo blog è finalista nella sezione "Miglior sito di economia" ai Macchianera Awards 2013.
RispondiEliminaLa vetrina è importante nella platea degli internauti, segnalo qui il link per votare questo sito e fargli vincere la fase finale.
http://www.macchianera.net/2013/08/23/mia13-macchianera-italian-awards-2013-2-scheda-di-votazione-le-nomination/
la Ciiiina è il classico "guarda l'uccelino!".
RispondiEliminaParliamoci chiaramente, l'offshoring verso paesi asiatici e lo spostamento verso gli stessi paesi di consistenti pezzi di molte filiere produttive negli ultimi 10 anni è stato traumatico e rovinoso per le PMI (e non solo) italiane (e non solo)- e non si parla di abbigliamento e calzature. Ma nel frattempo gli euristi e gli euroburocrati quli posizioni hanno tenuto?
Fase I - Prodi, la reciprocità (sognata) e i corridoi verso oriente
La Cina come grande mercato di sbocco che si sta aprendo (si, ma quanto e come e a chi? Wishful thinking del più classico) per cui è mandatorio predisporre adeguate infrastrutture, e questa è stato uno dei leit motiv del corridoio 5 e del partito pro TAV. Prodi che parla del futuro dell'Italia come piattaforma logistica per lo sbarco delle merci asiatiche in europa. La globalizzazione è un'opportunità da cogliere senza se e senza ma.
Nel frattempo per il settore farmaceutico (che conosco bene) porte aperte ai produttori asiatici, cui basta autocertificare la conformità del prodotto per accedere al mercato europeo. I broker si riempiono le tasche, i produttori di farmaci generici anche e la dottrina europea spinge pesantemente alla riduzione della spesa farmaceutica tramite l'impiego di generici.
Fase II - Vincere la guerra della competitività con la Ciiina
Mentre le regole di cui al punto I vengono marginalmente ritoccate, viene fuori la guerra dei dazi (pannelli fotovoltaici, toluidina, vino). Ma il dato piu' aggiornato, dichiarato alla fonte (http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/november/tradoc_150045.pdf) riguarda il 2011: l'antidumping funziona alla grande e ha riguardato ben lo 0.25% delle importazioni complessive europee. Impressionante.
Ora, so che può sembrare un trito luogo comune, ma è l'investitore tipo il primo beneficiario del'offshoring e dell'outsourcing asiatico, che viene immediatamente tradoto in "valore per gli azionisti". La sola idea di vincere la guerra della competitività con la Ciiiina ancorati alla moneta più sopravvalutata del globo, nella sua profonda demenzialità, vuol dire solo e soltanto continuare ad usare il randello per disciplinare e moderare ancora di più le forze produttive, a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo ed oltre il limite del fattibile.
Se questa è la situazione che i residuali sedicenti marxisti auspicano sperando nell'avverarsi della situazione de "Il tallone di ferro", beh, potrebbero ritrovarsi nella situazione di Fassina con i manifestanti dell'Alcoa, e potrebbe pure andare a finire peggio. L'impatto delle teorie libresche con la cruda realtà può essere molto molto duro...
Concordo con questa ottima analisi. I fautori del ‘crollismo’, dopo secoli di capitalismo, non hanno ancora capito niente, ma niente di niente. Non conoscono Marx, e sì che basterebbe leggere il Manifesto per capire che il passaggio da un modo di produzione all’altro è visto da Marx – sulla scorta di Hegel – come necessario. La necessità, va da sé, non racchiude a priori nessun crollo. Peraltro, dopo una serie di crolli, il capitalismo è più vispo e pimpante che pria: e allora?
EliminaE nessun crollo era previsto dalla Vulgata della II° Internazionale (kautsky). Ma basta con la teoria, e passiamo alla pratica: i ‘crollisti', implicitamente, vivono ancora sotto l’influsso del grande mito del ‘Diciassette’: credono che la Rivoluzione d’Ottobre sia spuntata nuda e vincente dalla testa del proletariato. Niente di più errato. La Rivoluzione d’Ottobre fu l’apogeo di una serie di rivolte, sommosse e ammutinamenti che sconvolsero eserciti e società europee dal ’17, reazione, oserei dire, quasi fisiologica di fronte alla mattanza senza pari della Grande Guerra: qui, le parole sono inferiori alla bisogna, ma una visita al sacrario di Redipuglia, di Verdun, o un’occhiata anche solo distratta alle tante stele che, anche nei più sperduti paesini, elencano i caduti del conflitto, può dare un’idea dell’orrore di quell’apocalisse.
Lenin si fece paladino dell’ormai manifesta insofferenza di una parte cospicua della popolazione per la mattanza, una repentina e forse insperata finestra d’opportunità: peccato che quella finestra s’aprisse su una distesa di corpi mandati al massacro con una insipienza e una noncuranza sconfinanti nel sadismo. Come è noto, vinta la Rivoluzione, Lenin si affrettò a concludere una pace svantaggiosa con il II° Reich, testimonianza irrefutabile di quale fosse il movente che unì le classi che appoggiarono la Rivoluzione d’Ottobre.
Se, per liberarsi dell’euro o per superare il capitalismo, si crede siano necessarie una nuova Verdun, o Somme, o Caporetto, o Tannenberg, vuol dire che la fiducia nelle capacità razionali degli esseri umani è veramente minima, e che si pensa che soltanto la più feroce costrizione può avviarli verso la giusta direzione. Dove sarebbe, quindi, la differenza con ‘i vincolisti’ elitisti dell’euro, soprattutto se si pensa che il vero salto è nel migliorare la capacità razionale degli esseri umani, in modo che possano prendere in mano il proprio destino? Si vogliono comunque accozzare greggi…
Ergo, oltre a Marx, i ‘crollisti’ non conoscono manco il pedagogo Socrate, il cui insegnamento aveva per meta che ciascuno imparasse come logicamente e rettamente ragionare.
Stiamo messi male.
Questa della palingenesi mi pare veramente appropriata ai nostri cari sedicenti "sinistri".
RispondiEliminaPare che alla festa del pd a Taizzano massimo d'alema abbia detto che è molto impegnato all'estero: new york, cracovia e poi bruxelles, "per parlare di ripresa economica". Pare poi che davanti a un gruppo di militanti abbia affermato "mi occupo di grandi questioni economiche". C'è di che stare freschi.
RispondiElimina@Tiziano Diamanti
RispondiEliminaio ho 'quasi' la stessa esperienza, traslata un po' più avanti nel tempo: avendo fatto un percorso, dal '91 al '94, all'interno della galassia movimentista, mi sono rimasti alcuni 'contatti': certi discutono ancora in questi termini, rendiamoci conto; e non hanno ancora elaborato il disastro che hanno fatto prima durante e dopo i fatti di Genova del 2001; sono poi collassati e cancellati dalla storia politica recente? non importa, loro continuano a cercare il grande nemico, o il nemico del mio nemico che è mio amico... robette così; inutile parlarne, ha ragione Bagnai quando dice semplicemente di lasciarli a sé stessi (tra l'altro sono in pieno delirio da psicodramma)... non perdoneranno mai a Bagnai di avergli rotto il loro bel 'giochino'... squallidamente tutto qui, e nient'altro... per il resto si qualificano (anonimi) da soli, con quello che hanno il coraggio di scrivere, nervosissimi, e senza la minima consapevolezza... sarebbero comici se non fossero tragici...
Agli estimatori delle virtù alamanne, segnalo questa notizia: pare che molti tedeschi facciano uso di doping per sostenere i ritmi lavoro.
RispondiEliminaGli estremi si toccano ... ovvero: la sinistra fa sempre l'interesse del grande capitale, a volte anche senza saperlo (Oswald Spengler)
RispondiEliminaSecondo Manfred Guellner, direttore di Forsa, una delle principali agenzie demoscopiche tedesche, Alternative für Deutschland, potrebbe ottenere un risultato migliore di quanto si pensi, tenuto anche conto della «grande percentuale di tedeschi (si parla di un 40% che è indeciso) che potenzialmente potrebbe portare dei voti all’Afd.
RispondiElimina[Bisogna aver presente che chi] accede al Bundestag con una percentuale pari o superiore al 5%, secondo la Legge fondamentale tedesca e varie sentenze della Corte costituzionale ha il potere di opporre obiezione di incostituzionalità alle leggi federali e alle iniziative del governo che hanno conseguenze su di esse, avendo diritto di ottenere dalla Corte di Karlsruhe un giudizio di merito. Una volta entrato al Bundestag, detto in altri termini, “Afd” potrebbe sfruttare questa prerogativa per paralizzare l’attività europeista del governo di Berlino.
[…] Tutto verrebbe bloccato e rimandato di mesi. […] Quindi si genererebbe la catastrofe per l’Eurozona, tanto che si andrebbe ad ipotizzare […] la possibilità di uno scenario veramente rivoluzionario.
[Inoltre] sulle elezioni tedesche c’è una mina da 637 miliardi pronta a esplodere. Si tratta del complesso degli attivi da ristrutturare in pancia alle banche del Paese. La cifra, pari al Pil annuale dell’Olanda, è stata calcolata dalla Reuters sulla base dei conti 2012 dei primi 11 istituti di credito per asset. Bond greci, mutui subprime, bond municipali americani e prestiti al settore navale, “portafogli il cui smantellamento non mi sorprende se impiegherà vent’anni”, ha detto all’agenzia stampa Andreas Steck, partner dello studio legale Linklaters. Tuttavia, è nella gestione delle Landesbanken, le banche territoriali controllate dagli enti locali, che si nascondono potenziali casi simili al Monte dei Paschi. Inciuci tra finanza e politica che hanno comportato trucchetti contabili e malagestione. Una situazione esplosiva. Per capirne la portata basta un dato: il 45% del settore bancario tedesco è in mano al pubblico, escludendo il 25% dello Stato in Commerzbank, seconda banca tedesca dopo il gigante Deutsche Bank.
[…]
Ovviamente gli Europeisti si trovano a dover fare il tifo per la Merkel, ma soprattutto chi spera in un processo di Euroconvergenza, deve fare il tifo per una percentuale di Afd inferiore al 5%, altrimenti la geografia politico ed economica dell’Europa rischia di cambiare radicalmente».
Dev'essere per questo che l'altro giorno Rainews24 è andato in onda un breve spot a favore di Merkel, a base di sondaggi non meglio precisati, previsioni campate per aria e untuosi ammiccamenti al “modello tedesco” che dovremmo adottare anche noi “per diventare più competitivi”.
Tenendo conto che Rainews24 dava favoriti anche Sarkozy e Capriles, e accreditava di un possibile successo persino il bolso miliardario da telenovela Romney, non è da escludere che anche Merkel faccia un bel capitombolo.
Illusioni è inutile farsene, però sarebbe interessante osservare le reazioni degli euroti se in Germania cambiasse lo scenario politico, a partire dai sostenitori del governo Letta, un governo parcheggiato in attesa di partire sulle radiose strade dell'€ che finirebbe invece rottamato in quattro e quattr'otto senza nessuno a rimpiangerlo.
Prof, ha visto come stanno sistemando il cavalier mandrillo tra bastonate di sensi di colpa a mò di spred e randellate di -7% in mezza giornata con titolo mediaset sospeso?
RispondiEliminaSecondo me farà un sacco di caciara (la rifattanchè) ma il governo reggerà, oh se reggerà....glielo chiede l'europa :-)
In rete gira una strana storiella sulla crisi globale, sà quella dei tre banchieri che fumando e bevendo decidono le sorti del mondo, ecco tipo quella solo più dettagliata.
RispondiEliminaNel mezzo della storia poi ci sarebbero verità conclamate ma spesso le mezze verità portano a una grande bugia.
La metto per chi ha voglia di leggerla se non l" ha ancora letta e che ognuno si faccia la propria opinione
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12234
Krugman, sul salmone cartaceo di oggi, sta parlando di lei:
RispondiElimina"Sì, c'è un mucchio di robaccia in giro, in alcuni casi di gente con una grossa reputazione (ma il fatto che esista uno scarso collegamento tra reputazione e qualità di analisi è una cosa che stiamo imparando adesso). E la quantità di roba di qualità, roba prodotta in tempo reale, su blog aperti a chiunque voglia leggere invece che sulle pagine di riviste accademiche con qualche migliaio di lettori al massimo, è straordinaria."
di Paul Krugman - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/7dzDX
C'è chi ce l'ha lungo... e continua a scrivere in luoghi diversi da questo.
Buona vita
"Nessuna difficoltà, quindi, fino a quando ci si ristringa a riconoscere l'operare di un medesimo principio nelle varie sfere della vita. Ma la difficoltà si fa innanzi non appena al liberismo economico si dia il valore di regola o legge suprema della vita sociale; perché allora esso viene posto accanto al liberalismo etico e politico, che è dichiarato altresì regola e legge suprema della vita sociale, e ne nasce di necessità un conflitto. Due leggi di pari grado in pari materia sono, evidentemente, troppe: ce n'è una di più. Tranne il caso che le si dimostri tutte e due fallaci, una delle due deve assoggettare o, per di meglio, risolvere in sé l'altra; e, se tale risoluzione è operata da quella delle due cui spetta di diritto il primato o l'esclusività, bene; se dall'altra inferiore, si ha un caso di tentata usurpazione"
RispondiEliminaBenedetto Croce, Liberismo e liberalismo, in Etica e Politica
Molto acuto il brano di Croce. Ma se nel passaggio: "perché allora esso viene posto accanto al liberalismo etico e politico, che è dichiarato altresì regola e legge suprema della vita sociale", al sintagma "liberalismo etico e politico", si sostituisse il lessema "socialismo", allora personalmente l'abbraccerei in toto. Ma si sa, de gustibus...
Eliminacaro roberto, immaginavo che potesse esserci una reazione tipo la tua. ma, riproponendo un passaggio di questo intervento di Croce, mi interessava riproporre a così grande distanza di anni il dibattito Croce/Einaudi sul liberalismo, che per Einaudi era un corollario necessario del liberalismo, e per Croce invece no. Mi interessava riproporlo anche, per dimostrare che il campo "liberale" non deve affatto essere popolato necessariamente da iene spinte solo dall'istinto predatorio. E Croce insiste anche su questo. L'ho riproposto anche per ragioni personali, di cui non vorrei parlare, perché si è sempre patetici, quando si parla di sé stessi. Ma se leggi tutto l'intervento, ci troverai spunti sorprendenti per un "liberale" elitario e possidente come Don Benedetto. "...e ben si potrà, con la più sincera e vivida coscienza liberale, sostenere provvedimenti e ordinamenti che i teorici dell'astratta economia classificano come socialistici, e, con paradosso di espressione, parlare finanche.....di un "socialismo liberale". Grazie per la tua attenzione e le tue osservazioni.
Eliminacaro celso, col mio intervento ho ritenuto giusto "espormi", un po' scherzosamente, anche, e mi fa piacere che tu l'abbia accolto bene (non c'era provocazione, solo puntualizzaziome soggettiva), perché ho voluto testimoniare del fatto che non ci sono solo i "marxisti de noantri", ma anche altri marxisti (io mi ritengo tale, anche se non so più bene cosa voglia dire essere marxisti, perciò spero che il Profe non intenda interrogarmi in merito, ma mi rimandi direttamente al prossimo appello) che si ritrovano nelle posizioni espresse da questo blog.
EliminaCaro roberto, ma lo avevo capito naturalmente e capisco bene il tuo smarrimento di marxista, simmetrico al mio smarimmento di (fu) liberale.....ma dobbiamo collaborare nel comitato di liberazione dall'euro, no? Per ora penso che ci possa bastare.
EliminaCari Celso e roberto, ma allora questa volta un Ferruccio Parri potrebbe avere vita migliore?
EliminaScusate l'intervento scherzoso in un dialogo serio, ma era proprio per caxxxxx-iare, ops, traduco:
e u r e g g -i a r e un po'.
Gentile professore, proseguendo con gli aforismi gliene propongo uno che mi è arrivato questa mattina via mail (a proposito del disprezzo per il prossimo che l'euro e le politiche che lo promuovono testimoniano):
RispondiEliminaIl Crocifisso e' il più bel libro che sia stato mai scritto e chi non sa leggerlo e' il più sventurato degli analfabeti.
San Giuseppe Benedetto Cottolengo
Il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, e in secondo luogo trasformazione materiale.Come tale, si attua sin da oggi nelle coscienze dei migliori, senza bisogno di aspettare il sole dell’avvenire.Socialismo senza democrazia è come volere la botte piena (uomini, non servi; coscienze, non numeri; produttori, non prodotti) e la moglie ubriaca (dittatura).La libertà, presupposto della vita morale così del singolo come delle collettività, è il più efficace mezzo e l’ultimo fine del socialismo.La socializzazione è un mezzo, sia pure importantissimo.Il socialismo non si decreta dall’alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura.Ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti.E'assurdo imporre a così gigantesco moto di masse una unica filosofia, un unico schema, una sola divisa intellettuale.
RispondiEliminaCARLO ROSSELLI.SOCIALISMO LIBERALE.Estratti.1929
Che ci stiano dando in faccia solo fuffa è oramai palese, ma, sarà la mia pochezza economica non capisco dove vogliano andare a parare.
RispondiEliminaDicono che per combattere l" impero del male BRIC occorra un europa più unita, una politica comune e un bel taglio ai salari( gia fatto grazie) ma creare un mare di disoccupati disposti a lavorare a poco, lavoratori a chiamata o di giornata, insomma tutto quello che vi pare ma se alla fine non esce la domanda sta gente a poco per chi lavora?
Non credo che possano pensare di far concorrenza alla cina o india puntando solo sul taglio salariale mentre ci si è muniti di una moneta che galoppa contro i " nemici" che è una meraviglia.
Giocare al gioco degli esportatori con una moneta prezzata in quel modo è da deficienti o da furbi?
Sono queste contraddizioni che mi fanno cadere le braccia, il prodotto che noi vendiamo nei paesi asiatici ( noi sarebbe la mia azienda) quando andrà nei negozi prezzerà dal 20 al 25% in più, ora ci vuol un genio per capire che molta di quella merce andrà invenduta?
Infatti già è partita la lotta contro il tempo per le consegne, le lettere di credito vanno rispettate altrimenti è un ottima opportunità per l" acquirente di recedere l" acquisto.
In pratica quel poco lavoro che ci consente di andere avanti forse, tra poco svanirà.
Un grazie sentito al sogno europeo e a tutti i politici italiani che lo perseguono.
Dobbiamo combattere.
EliminaMa chi e per cosa ve lo siete mai domandato ?
Dobbiamo combattere il nemico ( ci dicono ).
Il nemico, in campo economico, dovrebbe essere chi produce e che vende più di noi e a minor prezzo.
Perché ? Perché ci ruba fette di mercato, globale, alle quali noi non riusciamo a vendere e se non vendiamo non lavoriamo, se non lavoriamo siamo fottuti.
Come si fa a competere con la concorrenza ? Facile, dobbiamo essere più competitivi !
Così possiamo riuscire a riconquistare fette di mercato, globale, così possiamo lavorare e in definitiva vivere, vivere quel poco di tempo che ci rimane libero, se abbiamo ancora un po’ di energie.
Ma la concorrenza che fa, cercherà di essere più competitiva per riconquistare i mercati perduti, in un balletto che in definitiva è una corsa al massacro, una assurda battaglia per vendere il più possibile agli altri.
Quindi le esportazioni in definitiva dovrebbero servire solo a permetterci di importare quello che decidiamo ci serva.
Ma cosa ci serve importare ? Facile, quello che non riusciamo a produrre internamente, qualcuno preciserà che dobbiamo importare anche le materie prime, si certo.
Guardiamo un attimo però la produzione: che senso ha tenere disoccupate milioni di persone per dover importare quello che queste non producono ?
La disoccupazione non ha cause economiche, è sostanzialmente una scelta politica.
Quando una nazione sceglie di non produrre internamente quello che gli serve lo fa deliberatamente e contro il proprio popolo, costringendolo a disagi economici del tutto inutili e inspiegabili, disagi economici che in un paese con scarsa equità sociale si traducono in un mare di tragedie.
Ma allora le crisi economiche potrebbero essere delle precise strategie di governo ? Quando non sono causate da disastri naturali, direi proprio di si.
Ma ora siamo arrivati dove il prof. ci sta portando già da un po’ di tempo.
un altro passo verso il disastro è stato compiuto.
RispondiEliminal'olanda, la cui situazione era già stata segnalata mesi addietro su questo blog, è in procinto di lasciare il banchetto di gala dei virtuosi per accomodarsi in mezzo al fango insieme ai maiali d'europa.
però i tecnici di bruxelles non disperano: nutrono una fiducia così incrollabile verso la ripresa ché, dopo i proclami di settimana scorsa, stanno brindando ancora adesso.
ecco l'articolo
Fonte: qui
Crack immobiliare: Olanda è il nuovo incubo
Il paese "virtuoso" e severo, che tanto appoggiava Angela Merkel, bacchettando il sud Europa, è nei guai.
Disoccupazione galoppante, crack immobiliare: l'Olanda perde le caratteristiche dei paesi core dell'Eurozona e rischia di perdere la tripla AAA.
ROMA (WSI) - Crack immobiliare, aumento della disoccupazione, crescita debole. Non stiamo parlando di un paese del Sud Europa, ma di un'economia che fino a pochi anni fa vedeva il suo premier inginocchiarsi sempre alle politiche di austerity di Angela Merkel. Rigore a tutti i costi, dicevano gli olandesi, sicuri della solidità dei propri conti e dei fondamentali.
E invece ora è proprio l'Olanda, stando a quanto fanno notare diversi economisti, il paese che minaccia la ripresa dell'Eurozona. Il rating a tripla AAA è a rischio downgrade e i dati sui consumi domestici sono a dir poco deludenti.
Basti pensare che, nell'arco del secondo trimestre, il Pil olandese si è contratto -0,2%: si è trattato della peggiore performance segnata dai cosiddetti paesi "core" (di cui fanno parte, stando alla definizione di Goldman Sachs, l'Olanda, la Finlancia e la Germania".
In più, il tasso di disoccupazione è balzato a luglio all'8,7%, dal 7,5% di gennaio, i prezzi delle case sono scesi in media -5% su base annua, dopo la flessione -9,6% sempre su base annua, a giugno. Il risultato è stato che Deutsche Bank ha tagliato l'outlool sul pil a -1,1% nel 2013 e +0,4% nel 2014.
"L'Olanda al momento è più simile a un paese periferico, a causa del drammatico aumento del tasso di disoccupazione e dei fallimenti di aziende", hanno commentato Paul Reynolds e Mairead Smith, analisti di Deutsche Bank.
Il tono non è stato più ottimista da parte di Roger Bootle e Jonathan Loynes di Capital Economics. "L'economia olandese, nel corso degli ultimi anni, si è confermata terribile", hanno detto in una nota, aggiungendo che il paese si trova in una fase "prolungata di crisi, nonostante il boom precedente la crisi", che quindi non è stato sufficiente.
Questa notizia è farlocca o qualcosa non torna??
RispondiEliminaSicuramente il perdurare della crisi e tutti i buchi da tappare hanno contribuito ma non mi sarei aspettato un aumento cosi sostenuto.
http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=16578
@tafazzi
RispondiEliminaprendere le spese e le entrate a valori assoluti ha spesso del ridicolo.
i valori vanno parametrati a PIL e inflazione.
per esempio.. posso spendere 10k € al mese ma se ne guadagno 15K sono meno "spendaccione" di chi ne spende 1000 e ne guadagna 900 (si indebita).
oppure, in crisi, con il PIL decrescente, una spesa costante del 9% implica che si spenda di meno (e infatti ce ne accorgiamo) in termini reali.
detto questo penso che sia chiaro che il paese stia facendo enormi sacrifici dal 1981 per stare in questo inferno.
e la tassazione aumenta aumenta aumenta costantemente e inesorabilmente.
che dire?
mettiamola in questi termini.
con il divorzio avremmo un debito pubblico di 1000 milardi di lire (ok, PIL maggiore ma prendiamo questo) invece che 2000 mld.
avremmo un costo del 2% invece del 4,5% (o quello che è).
insomma, spenderemmo in interessi 20 mld l'anno invece che 90 (risparmio 70).
se si fosse lavorato esclusivamente sul piano della tasse avremmo una tassazione del 40,6%.
come?
ora siamo 45% (e più..) su 1600 mld di PIL ovvero 720.
con 650 di tasse avremmo appunto una tassazione del 40,6%.
ma tenga presente il mancato sviluppo (quanto? saremmo a 2000?) et voilà..
supponendo una via intermedia, 1800 capirebbe bene che per coprire il 42% di spese odierne (670 nel mio esempio) servirebbe una tassazione del 37% (672/1800).
quindi, riepilogando:
1) mettere i valori assoluti è una puttanata e alimenta odio
2) lo stare nello SME prima ed €landia dopo è costato sacrifici (o tassa lo stato o tassa il comune.. sempre soldi che vanno via.. al netto dei discorsi più puntuali)
3) il mancato sviluppo e i maggiori interessi via divorzio costano un'enormità a questo popolo.
PS: ovvio che con un PIL di 1800-2000 mld i servizi sarebbero maggiori e la spesa non sarebbe sui 670-700 mld ma leggermente più alta ed efficiente
PPS: ovvio che ci sarebbe meno corruzione e delinquenza
Prof. uno studioso del pensiero di Marx che afferma che l'euro è un nemico delle classi subalterne e serve a distruggere il modello di capitalismo europeo dei diritti sociali e dello stato sociale per imporre quello di tipo americano, ossia il modello capitalistico della privatizzazione selvaggia di tutti i servizi possibili e della perdita dei diritti sociali è Diego Fusaro.
RispondiEliminaIn ques'articolo "Se il capitalismo va a sinistra" dice:
"per capire a fondo questa dinamica di imposizione antiborghese del capitalismo, e dunque per risolvere l’enigma dell’odierna sinistra, basta prestare attenzione alla sostituzione, avviatasi con il Sessantotto, del rivoluzionario con il dissidente: il primo lotta per superare il capitalismo, il secondo per essere più libero individualmente all’interno del capitalismo. Tale sostituzione dà luogo al piano inclinato che porta all’odierna condizione paradossale in cui il diritto allo spinello, al sesso libero e al matrimonio omosessuale viene concepito come maggiormente emancipativo rispetto a ogni presa di posizione contro i crimini che il mercato non smette di perpetrare impunemente, contro gli stermini coloniali e contro le guerre che continuano a essere presentate ipocritamente come missioni di pace (Kosovo 1999, Iraq 2003 e Libia 2011, giusto per ricordare quelle più vicine a noi, avvenute sempre con il pieno sostegno della sinistra).
Dal Sessantotto, la sinistra promuove la stessa logica culturale antiborghese del capitalismo, tramite sempre nuove crociate contro la famiglia, lo Stato, la religione e l’eticità borghese. Ad esempio, la difesa delle coppie omosessuali da parte della sinistra non ha il proprio baricentro nel giusto e legittimo riconoscimento dei diritti civili degli individui, bensì nella palese avversione nei confronti della famiglia tradizionale e, più in generale, della normalità borghese. Si pensi, ancora, alla distruzione pianificata del liceo e dell’università, tramite quelle riforme interscambiabili di governi di destra e di sinistra che, distruggendo le acquisizioni della benemerita riforma della scuola di Giovanni Gentile del 1923, hanno conformato – sempre in nome del progresso e del superamento delle antiquate forme borghesi – l’istruzione al paradigma dell’azienda e dell’impresa..."
Ti sono particolarmente grato per questa interessante segnalazione che evidenzia come il problema non sia essere "marxisti", "keynesiani", "liberisti", "boy scout", "legionari di Cristo", "zapatisti", "grillini", "avventisti", "harleysti", ecc.
EliminaIl problema è aprire gli occhi ed essere liberi da condizionamenti politici, cioè non dover render conto se non a se stessi. Tutti i colleghi che mentono sapendo di mentire (perché lo sanno) lo fanno perché devono formalmente o informalmente render conto a qualcuno.
A rigor di logica, chi parte da un approccio marxista, e quindi non nega la realtà della lotta di classe, dovrebbe (sarebbe dovuto) arrivare alle mie conclusioni (l'euro come strumento principe della lotta di classe, del conflitto distributivo, come testimonia l'incremento della disuguaglianza nella zona euro) molto ma molto prima di me! Invece anche in campo marxiano quelli che raggiungono questa ovvia conclusione sono ancora un'eccezione.
"Perché?" (mi chiedeva ieri un collega greco). Io un'idea ce l'avrei...
Mi fa anche piacere che Fusaro tenti un'analisi delle motivazioni di quella che io chiamo la "cosmetica dei diritti civili" e che ho sintetizzato con la nota frase "anche le nozze gay non si fanno coi fichi secchi", ovvero all'infame baratto di diritti civili (che dovrebbero comunque essere tutelati) in cambio di diritti economici. Il discorso è molto aperto: "caro operaio metalmeccanico, puoi sposare il tuo ragazzo se vi fate tagliare lo stipendio del 30%!". E la sinistra plaude, sorniona e autocompiaciuta: "ma come siamo aperti (di vedute), ma come siamo bravi... C'è purtroppo quel problemino col reddito, ma che vuoi: oggi c'è la Ciiiiiiiiiiina. Sterminiamo la Grecia, e tutto andrà a posto." Questo è Bersani, questo è Fassina, questo è Civati ecc. E c'è ancora qualcuno che ne parla!
(e ora aspetto fiducioso l'imbecille che mi darà dell'omofobo: lo consegnerò fiducioso nelle mani dei miei tanti amici omosessuali che si sentono presi in giro da questa sinistra)
Eliminaprego prof., purtroppo ricordo lo squallore di questa trasmissione, questi, intendo "i signori de' sinistra", e lo dice una che ha sempre votato sx (ma ora...?), con nonno materno comunista e lontano cugino materno, purtroppo mai conosciuto, partigiano e perseguitato politico, è stato anche in prigione perché nel PCI ai tempi del fascismo; questi si sono spinti troppo oltre, probabilmente molti senza nemmeno rendersene conto, tanta la brama di potere, e adesso riconoscono come unica strategia per la loro "sopravvivenza" la negazione di tutto, condita però, per tentare di non perdere almeno i loro più fedeli, ma disattenti proseliti, dalla "cosmetica dei diritti civili" che intanto non costano nulla sia in fatto di lotte per ottenerli visto che ormai ci dobbiamo adeguare a quello che fanno gli altri (v. USA, Francia ecc.) sia in termini economici...
EliminaProfessor Bagnai,
Elimina1) E' corretto dire che la flessibilità del cambio è necessaria per impedire che un paese "senza rendersene conto" si trovi a trovar più conveniente vivere a debito, perdendo le proprie competenze e capacità produttive fino ad impoverirsi
2) Lei cita Bersani, Fassina, Civati. Per un elettore confuso, che a volte pensa "allora voto Grillo anch'io!" c'è una speranza? Mando una copia del libro a Renzi?
3) Dice "Sterminiamo la Grecia, e tutto andrà a posto" ma l'alternativa (per la Grecia) qual è? Esiste per quel paese una exit strategy indipendente da aiuti esteri (relativamente) indolore come quella che descrive nel libro per noi?
P.S. Ho trovato nella mia cameretta a casa dei miei l'Interrail dell'estate 1985, costava Lire 270500.
Telegraficamente:
Elimina(1) Sì, e il fondamento scientifico di questa intuizione è fornito da Tornell e Velasco (1995) (un paper che in Italia nessuno ha letto, fra i grandi soloni del mainstream).
(2) Renzi non lo nomino perché preferisco nemmeno nominarlo. A me i giovanottoni tutti Chiesa e BCE danno molto voltastomaco e poche speranza.
(3) Direi che è relativamente semplice pensare a qualcosa di meno tragico della morte (di un paese), considerando che la morte è quella che un economista chiamarebbe una "corner solution". Qualsiasi "interior solution" va bene, salvo nel caso in cui tu voglia dimostrare di essere più a sinistra di un altro.
Grazie per le domande veramente stimolanti. La copia del libro tienila per te!
"anche le nozze gay non si fanno con i fichi secchi".
EliminaSono molto d’accordo.
Senza benessere economico è illusorio parlare di qualsiasi altro tipo di benessere, lasciamo naturalmente perdere la salute che viene prima di tutto e che tuttavia dipende molto anch’essa dallo stesso.
Parlare di diritti, di rispetto dell’ambiente, di legalità senza risorse economiche è estremamente difficoltoso.
Come si fa a dire ad una persona che non ha i soldi per comprarsi da mangiare che comunque non deve rubare, perché non è etico oltre che illegale ?
Privare una persona del diritto a vivere una vita dignitosa non è esso stesso un ladrocinio ?
Sì, grazie per l'articolo segnalato, molto condivisibile (anche se ho dovuto cercare sul dizionario il significato di "apoftegma")! :)
EliminaAhimé, non ho fatto il liceo classico.
Dall' articolo linkato dalla ottima Cristina, quello di Fusaro:
Elimina" Il principio dell’odierno capitalismo postborghese è pienamente sessantottesco e, dunque, di sinistra: vietato vietare, godimento illimitato, non esiste l’autorità, ecc. Il capitalismo, infatti, si regge oggi sulla nuda estensione illimitata della merce a ogni sfera simbolica e reale (è questo ciò che pudicamente chiamiamo “globalizzazione”!). “Capitale umano”, debiti e crediti nelle scuole, “azienda Italia”, “investimenti affettivi”, e mille altre espressioni simili rivelano la colonizzazione totale dell’immaginario da parte delle logiche del capitalismo odierno. Lo definirei capitalismo edipico: ucciso nel Sessantotto il padre (l’autorità, la legge, la misura, ossia la CULTURA BORGHESE), domina su tutto il giro d’orizzonte il godimento illimitato. Se Mozart e Goethe erano soggetti borghesi, e Fichte, Hegel e Marx erano addirittura borghesi anticapitalisti, oggi abbiamo personaggi capitalisti e non borghesi (Berlusconi) o antiborghesi ultracapitalisti (Vendola, Luxuria, Bersani, ecc.): questi ultimi sono i vettori principali della dinamica di espansione capitalistica. La loro lotta contro la cultura borghese è la lotta stessa del capitalismo che deve liberarsi dagli ultimi retaggi etici, religiosi e CULTURALI in grado di frenarlo.
Dalla sinistra che lotta contro il capitalismo per l’emancipazione di tutti si passa così, fin troppo disinvoltamente, alla sinistra che lotta per la legalità, per la questione morale, per il rispetto delle regole (capitalistiche!), per il diritto di ciascuno di scolpire un sé unico e inimitabile: da Carlo Marx a Roberto Saviano."
(Mi perdoni se userò questa espressione) Che ne penZa a riguardo del ruolo di guida culturale della società capitalistica perduto dalla borghesia, come descritto dal sempre molto interessante Fusaro?
Chiedo uno strappo alla sua regola di non chiederle "che ne penZa", perché ritengo che lei incarni alla perfezione il "borghese illuminato" di cui Fusaro fa cenno in altre sue analisi, in cui spiega il capitalismo come una sorta di flusso perpetuo di rivoluzioni che alimentano esse stesse la società capitalistica, rinnovandola, rivoluzioni guidate dalla borghesia, classe, appunto, egemone, storicamente nelle società capitalistiche. Mi incuriosisce molto una sua opinione.
Una piccola precisazione. Fusaro è un allievo di Costanzo Preve, del quale riprende le tesi principali. In questo articolo, espone la tesi che il capitalismo odierno è "postborghese"; cioè a dire, che la borghesia non è più "la classe egemone" delle società capitalistiche, e anzi non è più una classe nel senso proprio dell'espressione, perché non è più definita da un'etica, da un sistema di valori, da una cultura condivisa ed egemone. Esistono, naturalmente, "i borghesi", e possono essere, sotto il profilo economico, i detentori dei mezzi di produzione (lo sono anche degli aristocratici, o anche dei discendenti di proletari, di piccolo borghesi, etc.). Secondo Preve, però, non esiste più "la borghesia" in quanto classe anche eticamente definita. Ne consegue che, sempre a giudizio di Preve e Fusaro, il movimento sessantottesco, che si è pensato come movimento antiborghese in quanto anticapitalistico, sia stato invece, per una eterogenesi dei fini, un movimento antiborghese favorevole alla trasformazione attuale del capitalismo; e che esso abbia contribuito a distruggere l'etica della borghesia senza disturbare affatto il capitalismo, che non ha affatto bisogno della borghesia per esistere e prosperare. Anzi: l'estensione del dominio del mercato capitalistico - o della "Forma Capitale", come la definisce Alain de Benoist - al mondo della vita familiare e intima è stato favorito e inaugurato proprio dalla rivolta sessantottesca contro la cultura e l'etica borghesi.
EliminaC'è qualche assonanza secondo me con qualche ragionamento di Pasolini, ma non sono un esperto del settore.
EliminaLessi tempo fa che
RispondiElimina"l'esperienza migliore è quella di economia mista, oggi ad esempio Svedese ma anche la nostra anni 50/60 o Giapponese. Poi il punto resta sempre quanto buono è lo STATO come etica e rappresentanza. Il fatto di fare ed esasperare due fazioni: la falso liberista e la falso socialista serve per darti scelta tra due banditi diversi e farti dimenticare il problema principale che è a monte."
Lo STATO è intrinsecamente etico e rappresentativo.
EliminaI politici possono non esserlo.
I privati sono intrinsecamente non rappresentativi e, se specialmente gli si mette in mano la cosa pubblica, quasi sempre non sono etici.