mercoledì 28 marzo 2012

Quod erat demonstrandum (8)

Sempre perché naturalmente noi dovevamo fare l'euro per difenderci dalla Cina, ve lo ricordate? Il mondo è grande, loro sono grandi, noi siamo piccoli, uniti si vince, e via luogocomunando, di scemenza in scemenza...

Ora invece, messi come siamo, la Cina può allegramente partecipare alla svendita. Se ne sono accorti anche su Repubblica, ma non so se ne traggano le conclusioni, che poi sono le solite: l'euro evidentemente non ci ha difeso dalle crisi finanziarie (le ha anzi provocate favorendo enormi squilibri finanziari esteri) e non ci ha difeso dai cinesi "cattivi" (li ha anzi favoriti mettendo le economie periferiche dell'Europa in ginocchio, con un crollo dei prezzi dei loro asset e un disperato bisogno di ulteriori finanziamenti esteri). Favoriti, aggiungo, come ha favorito qualsiasi economia in surplus, che ha disponibilità da investire. Fra cui, ovviamente, quella che ha tanto spinto perché le cose si mettessero così, ma che ora comincia a subire le conseguenze della sua strategia fratricida (ammantata di afflato "europeista").

Mi chiedo cosa ne pensino i Giovani Federalisti Europei... Anzi, non me lo chiedo! Penseranno, come chi li ha portati alla nostra attenzione, che la colpa è nostra, anzi: vostra. Che cosa state a fare qui? Perdete tempo a leggere? Andate a lavorare, porci italiani! Se il manufacturing tedesco va a rotoli la colpa è vostra: se non lavorate di più, non guadagnerete mai abbastanza da sostenere le imprese alamanne! Pigri, sleali e porci che siete.

Ha ragione Guerzoni. E io che l'ho anche trattato male! Sono sempre i migliori che se ne vanno... a quel paese!

158 commenti:

  1. Mi e' venuto in mente questo video, prodotto dalla commissione europea:

    http://www.youtube.com/watch?v=nc62SOMYExA

    Tutto marketing ovviamente! Ed e' pure riuscito male perche' ha suscitato polemiche razziste.
    A me fa ridere :)

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    1. Questa è esattamente l'Europa alla quale mi vergogno di appartenere mio malgrado, ma è esattamente l'Europa che il popolino prodiano e non capisce. Del resto, la gnocca come messaggio funziona sempre, per non parlare della paura del diverso. Capito perché l'unico esito possibile della situazione è quello traumatico?

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    2. secondo me hanno omesso la seconda parte del video, quello dove la gnocca, dopo essersi seduta, si vende in particolare a quello con gli occhi a mandorla (massì, facciamo i razzisti, daltronde il razzismo è un'invenzione tutta europea)

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    3. Strano che la protagonista non abbia caratteristiche più ariane.

      Concordo, è solo pessimo marketing, ma come hanno potuto realizzare una porcheria simile le grandi menti europee?
      Che vergogna, che tristezza...

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    4. E avresti dovuto vedere i cartoni animati della Bce per "okayzzare" i bambini europei sull'euro...

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    5. Non avevo mai visto nè lo spot che scimmiotta Kill Bill, nè i cartoni animati. Visto che le mancano tanto:

      http://www.ecb.int/ecb/educational/pricestab/html/index.it.html

      Ci sono anche un sacco di amenità didattico-informative:
      http://www.ecb.int/ecb/educational/html/index.it.html

      Oltre a quanto già scritto dagli altri, mi chiedo con quale faccia tosta ci proponiamo come potenza capace di mettere tutti pacificamente a discutere in cerchio. Ma le guerre mondiali chi le ha innescate? E per restare allenati, qualche missione di pace insieme agli esportatori ufficiali di democrazia.

      I cartoni invece sono più melensi e fasulli del Mulino Bianco. Su scuola e televisione (anche se questi non sono stati trasmessi in tv) Pasolini ci aveva visto giusto e lungo.

      Silvia

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  2. Se continua così, Profe, il prossimo "demonstrandum" le toccherà scriverlo in cinese. Ecco una buona lingua da imparare, oggi più del made in germany
    roberto

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    1. Ma che dici! La Germania esporta in Cina, non lo sapevi? Ricordati la Fig. 2 di questo post.

      Ti dico solo che i cinesi riescono a far meglio dei tedeschi perfino la birra...

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    2. La fig. 2, sì, e ricordo anche la sua esternazione (devo dire poco gaddiana, ma molto toscana) sul fatto che la Germania competesse vittoriosamente con la Cina: "vittoriosamente una sega!"
      Cmq., la lingua cinese avrebbe anche un retroaccento "socialista", per chi ce lo vuol sentire (magari Marco Basilisco)
      roberto

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  3. ho appena letto il testo consigliato da tal Guerzoni. sei sicuro che fosse serio? cioè, non c'è scritto un cazzo in quel testo. non è neanche un'analisi, neanche una cronaca di qualcosa, un'evidenza, un fatto che non conoscevamo in Italia, un ragionamento. non è neanche un ragionamento!

    non è che è solo l'introduzione ad un'analisi più ampia? insomma una bozza. perché nessuno di autorevole (ma di che? io son molto più autorevole a sto punto) scriverebbe quel testo credendolo concluso.

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    1. Ma sì, lo so, a me dispiace, però che ci devo fare? Io cerco di dare la parola a tutti, anche perché è il modo migliore di lasciare che si autoeliminino.

      Qui in Francia (ma se per questo anche in Italia) è l'anniversario della guerra d'Algeria. Hanno fatto rivedere la battaglia d'Algeri, di Pontecorvo. Un bel film. A un certo punto un giornalista, intervistando il generale dei parà francesi, gli chiede se ha letto quello che ha scritto Sartre sull'occupazione francese dell'Algeria. E il generale risponde una cosa del tipo: "mi chiedo come mai i Sartre nascano tutti dall'altra parte". E il giornalista lo incalza: "ma perché, le piace Sartre?". E il generale: "no, ma preferirei non averlo per avversario".

      Ecco, agli interlocutori liberal-tafazziani vorrei dire: non è colpa vostra se siete rozzi e privi di argomenti, se il nulla vi sembra autorevole solo perché collima coi vostri pregiudizi. Intellettuale di destra è un ossimoro. Il generale dei parà lo sapeva, anche se non sapeva spiegare perché (del resto, come avrebbe potuto: era di destra!). Se siete di destra (piddini inclusi) non provate a ragionare: pensate ai soldi, guardatevi il bello spot europeo citato da chicco nel primo commento: ecco: fino a lì potete arrivare. Oltre no. La cultura, il ragionamento, ma anche l'ironia, ma anche l'arte, non sono per voi, non sono mai stati per voi. Sono quattro milioni di anni che fate free riding su quanto lo spirito umano ha prodotto di più alto. Continuate pure. Ma non prendetevela se ogni tanto abbiamo di meglio da fare che stare a sentire le vostre piatte insulsaggini, i vostri triti luoghi comuni (fratelli gemelli di quelli di quell'altro buontempone che dice che tutti i docenti italiani sono massoni...).

      Non è razzismo, per carità. Solo, la baracca qualcuno deve mandarla avanti, e nonostante quello che a voi sembra, non siete certo voi a farlo. Non avete gli strumenti intellettuali per farcela. Povertà non è vergogna. E questo spiega perché il vuoto pneumatico possa sembrare un'analisi a qualcuno, e perché questo qualcuno, forte di questa "analisi", venga a farci la lezioncina. Che noi pazientemente ascoltiamo.

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    2. L'intervista a William Black registrata al Summit MMT di Rimini, non andrà in Onda a Servizio pubblico perchè ha suscitato poco interesse(in Traviano e SanToro?!).
      Lei ha criticato aspramente i metodi comunicativi di Paolo Barnard,la censura a 360 gradi non gli ha fatto cambiare idea?

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    3. Tra vent'anni quante ore dovremmo lavorare per mantenere i cusumi per vivere dignitosamente e pagare i debiti? 16 ore al giorno possono bastare?

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    4. All'anonimo Qui, dico solo che l'idea dovreste cambiarla voi, visto che gli starnazzamenti, oltre che fascisti, sono anche inefficaci. Comunque non prendetevela se d'ora in avanti vi terrò fuori da questo blog. Qui stiamo facendo un lavoro serio. Il vostro leader vi sta facendo il vuoto intorno. Qualcuno se ne rende conto, qualcuno no. Fatti vostri.

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    5. Non abbiamo nessun leader, siamo solo comuni cittadini che vogliono umilmente studiare e capire.Il nostro unico interesse è sostenere l'idea, non il leader di turno.
      Il suo blog è un lavoro prezioso.Grazie.

      Andrea

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    6. Belle parole. Mi dispiace ancora di più che quello che non sa di non essere il vostro leader vi stia facendo il vuoto intorno.

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  4. Prof. Si riesce per lo meno ad intuire, solo per affilare le unghie (di armi non ce ne sono per noi "comuni"), quando potrebbe eventualmente, possibilmente, chissàchilosà avvenire l"evento traumatico"?

    P.S. Non è che ci spero (ho una fifa fot...a) ma penso risolverebbe...

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    1. Si può scegliere tra a)Guerra mondiale innescata da Israele-Usa b) arrivo degli extraterrestri e disfacimento di tutte le morali c) blackout indotto con la scusa delle tempeste solari con incluso dispiegamento dell'esercito europeo (eurogenford) e conseguente svolta autoritaria.
      Per il periodo se sei mistico, puoi propendere per Maggio, mese mariano, in modo da incastrarci Fatima, funerale di Aldo Moro e attentato al Papa (13 maggio).
      Alla fine ha ragione Jovanotti: dato che non ci si capisce un tubo, meglio chiamare un idraulico.

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    2. @quando potrebbe eventualmente, possibilmente, chissàchilosà avvenire l"evento traumatico"?

      nessun evento traumatico...è necessario che tutto avvenga in maniera lenta e progressiva: gli italiani devono continuare a pagare (fare i sacrifici necessari al futuro dei figli...) una lenta tortura uno stillicidio non un evento traumatico ...indebolimento e assorbimento delle aziende (da parte di 'finanziatori' esteri) progressivo come fosse un processo naturale di ^giusta^metaforfosi
      tutto questo nella complicita' dei principali partiti delle 'confindustrie' (veramente saggi e bene infomrmati i ceo confi italici...)

      Personalmenete disprezzo il pd e non solo il pd e non approvo chi ne fa parte credendo ci sia o ci sara' qualcosa di buono (o ci sia stato)[non lo approvo perchè questa persona se in buona fede sara' usata per le politiche piu' distrose]
      pero' mi rendo conto che come dice alberto lasciare
      che il fatto che dei problemi economici dell'eurozona parla solo da destra di storace e un poco la lega diventa pericoloso...

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  5. A proposito di vuoto:
    «Penso che il governo Monti stia facendo un passaggio fondamentale. C'è bisogno di prendere decisioni che, probabilmente, la politica che cerca un consenso non avrebbe potuto prendere. È un po’ come quando ti si rompe un tubo in casa: hai bisogno dell'idraulico, in quel caso lì. Non è che puoi discutere che tubo mettiamo, no, prima mettiamo un tubo».
    Jovanotti al Messaggero.
    Un commovente esempio di ragionamento piddino,lascio il link, casomai qualcuno volesse approfondire, si parla anche di "politica visionaria"!
    http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=187788&sez=HOME_PERSONE

    Giuseppe Sini

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    1. Be', ma è importante che lo dica Jovanotti, così il sostegno dei ggiovani è assicurato. Mica siamo in mano a dei dilettanti...

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    2. ha dimenticato di staccare il "generatore casuale di parole" che utilizza per scrivere le canzoni...

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    3. avrei una domanda da porre, dato che in questo blog si è citato più volte Keynes. Come avrebbe funzionato il Bancor nell'idea keynesiana? Chi l'avrebbe emesso? che ruolo avrebbe avuto negli scambi internazionali? avrebbe sostituito le valute nazionali?


      Grazie in anticipo per l'attenzione

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    4. No, non avrebbe sostituito le valute nazionali, sarebbe stato emesso da una "Banca mondiale" (in effetti, l'istituzione che poi è diventata il Fondo Monetario Internazionale), e sarebbe stato utilizzato dalle banche nazionali per regolare gli sbilanci esteri, secondo uno schema attualmente in vigore ad esempio fra alcuni paesi latino-americani.

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    5. Guarda, leggi questo, che è già passato sul blog, per capire come potrebbe funzionare. Secondo Sapir e altri economisti l'Europa si sarebbe dovuta dotare di una moneta comune così concepita, anziché di una moneta unica. Ma queste parole di buon senso ignorano la dimensione politica del problema, cioè il fatto che l'euro è una guerra di conquista.

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    6. "Storia del pensiero politico italiano da Machiavelli a Jovanotti, prefazione di Eugenio Scalfari", in allegato con Repubblica e il Corriere della sera.
      Per tornare a qualcosa di meno "visionario", sull'Euro, Gold Standard, Bancor e Keynes mi permetto di segnalare:

      http://keynesblog.com/2012/03/05/john-maynard-keynes-e-leuro/

      http://keynesblog.com/2012/03/24/video-il-pensiero-economico-di-john-maynard-keynes/

      Giuseppe Sini

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    7. Grazie Giuseppe, permettiti. Io, come sai, volevo studiare queste cose, ma poi il Ministero non mi ha dato i soldi! Meno male!

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    8. jovanotti è furbo (umanamente lo trovo repellente) perchè sa quel che hha da vendere e sa hha hchi
      deve venderlo

      e quindi è un genio del mahhkehting

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    9. Va be', ma perché ti deve repellere uno che fa bene il suo lavoro (e qui mi fermo per non scadere nel triviale...)? ;)

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    10. ma perché ti deve repellere?
      ecco appunto è cosi' brahho a ... comunque facciamo perchè è piddino...mi ricordo ancora che mi avevano raccontato che ad un concerto -alcuni fan?- avevano chiesto se potevano acquistare(!) la buccia della banana e i resti della frutta mangiata da lorenzo il magnifico ...^^^^^^^^^^

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    11. Tanto ti leggiamo nel pensiero...


      antonino

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    12. da un pò di tempo linka diversi blog comunisti. Mi sta forse diventando anche lei un pò marxista?

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    13. La colpa è vostra, siete voi che mi indicate questi blog marziani, e poi mi fate fare la figura dell'etero. Ma io sono ortodosso...

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    14. Grazie per il link.

      Credo che invece di studiare il cinese mi metterò a studiare lo spagnolo....

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    15. se ho ben capito, nell'esempio citato nel link, il sucre e le valute dei singoli paesi che aderiscono all'Alba stanno in un rapporto di cambio variabile, che si aggiusta sulla base della legge della domanda e dell'offerta, è così?

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    16. Sì, mi sembra di capire che l'idea è di introdurre flessibilità, non rigidità, nel sistema, anche se l'autore dice che gli squilibri vengono gestiti non necessariamente tramite la flessibilità del cambio ma anche attraverso politiche commerciali (es.: dazi, contingenti, ecc.). Non ne so molto di più di quello che c'è scritto, ma se ti interessa sicuramente trovi tutto in rete. L'idea di moneta comune non è solo sudamericana.

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    17. grazie ancora, è pure un'occasione per fare manutenzione al mio francese.

      P.S.: Basta, ho capito: smetto di fare l'ingegnere e mi metto a fare l'economista... tanto lo fanno anche i sociologi, io almeno la matematica la mastico! (come amatore)

      PP.SS.: sa cos'é una cosa che mi fa impazzire di gioia del metodo scientifico? E' che tutti lo possono capire, basta averne voglia. Ecco perchè stanno attaccando le università pubbliche, perchè ci sono persone come lei che si mettono in testa di spiegare i fondamentali alla plebaglia europea e, peggio ancora, dimostrano che i dati sono a disposizione di tutti.

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    18. Stanno attaccando le università pubbliche e ci stanno riuscendo, sostanzialmente con la calunnia e la disinformazione strisciante ma continua, di ogni giorno e di ogni ora. E parte di questo processo è anche l'amico Donald (il quale, come ricordo, proviene da una trasmissione che una mano in questo senso l'ha data, e come...). Pare che in una seduta di laurea di un ateneo italiano un docente si sia permesso di riprendere un candidato che usava una parola inglese (inutile) sbagliando per di più l'accento tonico, e che a questo lecito intervento il padre del candidato si sia alzato per difendere la sua creatura al grido di: "ma cosa dice, si informi!" (rivolto al mio collega).

      Certo, anche noi avremo le nostre colpe. Ma nessuno mi toglie dalla testa che la prima colpa che abbiamo, per il regime, è quella di pensare.

      Io aspetto solo che lo facciano con me...

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    19. in base all'ultimo link sulla descrizione del bancor, l'aggiustamento dei rapporti di cambio tra le valute nazionali aderenti a questa ipotetica unione e il bancor verrebbe aggiustato periodicamente (per ipotesi, giornalmente) sulla base dei dati di inflazione dei singoli paesi. Le banche centrali dei singoli paesi sarebbero autonome dalla banca centrale che emette il bancor. Questo risulta coerente con quanto fin qui detto perchè sono i due elementi che mancherebbero all'euro (mancata "indicizzazione" del cambio sulla base dell'inflazione, non indipendenza delle banche centrali dei singoli paesi dalla BCE).

      P.S.: coraggio, al peggio potrebbe mettersi a pubblicare un libro (questa volta a pagamento però) di sociologia, anzi, visto che si parla di anseriformi, un libro di etologia.

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    20. L'"indicizzazione", come la chiami, sarebbe evidentemente volta a evitare comportamenti "esplosivi" del tasso di cambio reale, come quelli che abbiamo visto qui (Fig. 6).

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  6. Professore x favore mi tolga una curiosità:

    "Fare l'Euro x difenderci dalla Cina" così si legge sulla prima riga di questo suo articolo e vorrei sapere se secondo lei era giusto tassare le importazioni provenienti dalla Cina.(nel caso di un imprenditore italiano che produce in Cina)
    Spero di essere stato chiaro.
    Certo lei mi dirà che allora dovevamo tassare anche quelle provenienti dalla Germania ma se è possibile preferirei una sua risposta alla prima domanda.
    Grazie.

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    1. Intanto sfugge il dato che la flessibilità del cambio ha un effetto protettivo, analogo a quello di un dazio. In effetti, chi invoca i dazi contro la Cina lo fa sulla base della (falsa) ipotesi che essa non stia rivalutando. La conclusione è, una volta di più, che sarebbe bastato NON fare l'euro per "difenderci" (posto che fosse stato necessario) dalla Cina con la flessibilità del cambio.

      Nel dibattito politico francese il ritorno a un minimo di protezionismo non è un tabù.

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    2. Oggi ho scoperto che (per me è allucinante) che LA CINA HA UN DAZIO DEL 40% SULLE MERCI IMPORTATE DALL'ESTERO (Europa?). Cioè, dopo il Brasile, anche la Cina? Peraltro mi dicevano (un amico imprenditore) che fino l'anno scorso era già del 30%. Ora, quand'è che la smettiamo di prenderci in giro? Si la teoria del complotto è da "ovvore, non è vevo", però se le due economie dove tutti cercano di esportare (e dove ti costringono ad andare a produrre peraltro) hanno dazi così alti e noi invece importiamo di tutto, chi è che decide queste cose? C'hanno fatto una testa così che "ma siamo nel WTO bisogna fare così". Io vedo che secondo me qualcuno ha deciso che siccome qui c'erano tanti bei soldini, bisognava portarceli via. E come si vede, benché qualcuno ci ha raccontato che "l'euro ci difende", sta succedendo esattamente che ci stiamo impoverendo, e di brutto. Complice anche un mondo imprenditoriale miope e stolto, dopo averli firmati facciamo fuggire i cervelli migliori per farli lavorare all'estero: non è impoverimento anche questo? MA I POLITICI DOVE SONO?
      Marco MI

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    3. Caro Marco,

      chi trova un amico trova un tesoro. Personalmente sono convinto che un protezionismo intelligente possa far parte della strategia di rilancio delle economie europee, perché appartengo a una corrente di pensiero che mette in dubbio che la liberalizzazione del commercio sia una panacea (del resto, Keynes stesso NON ne era convinto). C'è un numero speciale dell'Economic Journal (febbraio 2004) che se ne occupa, per chi fosse interessato.

      Detto questo, siccome il protezionismo deve essere intelligente, ti presento il mio di amico. Si chiama "WTO Tariff Download Facility" e dice delle cose un po' diverse da quelle che dice l'amico tuo.

      L'aliquota massima media (non ponderata) applicata dalla Cina è al 10%. Quella europea al 7%. La Cina applica un'aliquota massima del 40% a 18 su 15239 categorie di prodotti, e aliquote superiori a altri 90 (sempre su 15239).

      Il problema dell'amico (o del cuggino) è che magari lui è sfortunato, e ti fornisce un quadro della situazione che è al tempo stesso esattamente vero e esattamente falso.

      Sicuramente c'è un cinese che traffica in tabacco e che dice al suo amico: "ma ti rendi conto che l'Unione Europea applica un dazio del 74.9%!".

      La teoria del complotto parte sempre da una estrema semplificazione della realtà. Ma tu sei un primate, non un anseriforme, sono sicuro che puoi ammettere che la realtà vada oltre il tuo stagno (o quello del tuo amico)!

      Grazie per l'osservazione e per lo stimolo.

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    4. Egr. Professore, l'appetito vien mangiando.
      Ora, sono andato nel sito del WTO e ho scaricato un po' di dati, ma chiedo un aiuto: se mi è chiaro cos'è l'AV duty nell'MFN applied tariff, non mi è chiara la voce della tabella "Bound data". Comunque nel settore da me ricercato, nella tabella MFN, l'AV medio per il Brasile è il 35%, in Cina dal 10 al 20%, in Europa dal 3,3 al 3,9%. Non male.... E' vero comunque che il dato fornito dall'amico (fabbricante) è vero che è relativo al suo stagno, ma tra i vari stagni probabilmente è finito in quello sbagliato. Poi non sarà il 40%, ma anche il 20% (per la Cina) o il 35% (per il Brasile) non è male...
      Marco mi

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    5. Hai visto che ti ho presentato un amico interessante? A quanto ne so, i bound tariff sono i dazi che raggiungono il massimo permesso dagli accordi WTO. Ecco, ora si dovrebbe parlare di quanto e come e a chi sia lecito permettere di proteggersi. Esempio: preferiresti vivere in Cina? Ma non voglio "buttarla in caciara", diciamo che la questione è complessa. Al di là dei dazi, è proprio una riflessione sul ruolo del commercio internazionale che occorrerebbe avviare. Ha senso far viaggiare così tanto le merci?

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    6. ^la flessibilità del cambio ha un effetto protettivo, analogo a quello di un dazio^ ((((((((((OOOOOOOO)))))))))))

      (lo avesse mai scritto qualcuno su un giornale o detto alla radio...anchi qui merita di essere evidenziato perchè chi legge i commenti è solo una frazione di chi legge i post)

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    7. Guardi che in Cina c'ero settimana scorsa, e non è poi così male. Ho visto Shenzhen (caos pazzesco di traffico), Pechino (per turisti, con le vie dello shopping) che sono occidentali come noi (anche gli abitanti), e poi anche una città interna dove c'erano lavori dappertutto... A parte le zone sviluppate, per il resto è come l'Italia degli anni '50, ne più ne meno. Poi ovunque (come Hong Kong) c'è una vitalità incredibile, e la gente cambia lavoro molto spesso, anche i 50enni!!! Il problema lì è tenerlo il dipendente bravo, mica cacciarlo...
      E siccome quella che pagano poco è la bassa manovalanza, direi che sì, se ne valesse la pena potrei anche andarci in Cina... Cordialissimi saluti.
      Marco mi

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    8. Sì, mi rendo conto: il mio problema è sempre di non capire quanto rivoluzionario sia quello che a me purtroppo ormai dopo venti anni che lo leggo dove sta scritto (sui libri di testo del triennio) sembra ovvio. Tutti ormai vedono il cambio nominale come uno strumento slealmente aggressivo (perché questo è stato il bombardamento mediatico). Ma è anche uno strumento difensivo.

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    9. @Marco

      Ma io la penso esattamente come te. Anche perché da occidentali noi non andremmo in "Cina": andremmo a Shanghai, Shenzen, ecc. Posti dove la middle class fra un po' vivrà (in termini di benessere materiale) meglio che da noi. E da dove infatti le imprese (americane e cinesi) stanno delocalizzando le produzioni a basso costo (verso le zone interne, e verso i paesi in via di sviluppo). E però vedi che in un quadro macroeconomico sano, le cose si presentano in un modo diverso...

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  7. Certo che i movimenti di capitale vanno controllati. E non preoccuparti se ti sfugge qualcosa. Direi che è normale che a te che sei un simpatico dilettante (non amatore) sfugga quello che evidentemente sfugge a professionisti molto stimabili, dai quali hai evidentemente tratto i tuoi argomenti. Te lo ripeto: una valuta forte che ineluttabilmente conduce a crisi finanziarie nelle quali gli asset nazionali si sbriciolano a cosa serve? Forse meglio svalutare del 10% e far "tenere" il mercato nazionale, che assistere a crolli dell'ordine del 70%, no?

    Come vedi, io dialogo, e spingo la mia fiducia fino a credere che tu capisca la differenza fra 70 e 10 (che è il mio modo per farti capire chi di noi due è più piddino).

    Ti è anche sfuggito che gli Stati Uniti a uno degli ultimi G20 hanno chiesto di imporre limiti ai saldi delle partite correnti, e la Cina si è rifiutata di accettare questa proposta (tutte cose dette nel blog). Quindi non sono io il pazzo che rimette in discussione i dogmi piddini... amico mio! Ovviamente sai che i saldi delle partite correnti sono appunto i movimenti netti di capitali esteri. Ecco: su quelli gli Usa hanno proposto limiti quantitativi tipo Maastricht. Ma anche economisti europei (tedeschi, pensa un po'!) hanno fatto questa proposta...

    Ma quante cose ti sfuggono... Leggici più spesso...

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  8. Comunque nell'ansia di trovare risposte, in attesa del 13 maggio p.v., mi son fatto scippare euro 4,90 per comprare un libro in cui si parla della terza guerra mondiale. Mi pare un gran bel guazzabuglio. Ho scoperto che la guerra all'Iraq del 2000 è stata in realtà una guerra del dollaro contro l'Euro. Così anche la prossima guerra all'Iran dovrebbe avere come vero bersaglio l'Euro. Non capisco però, se così è, perchè gli Usa son così accorati alla sola ipotesi che l'Euro imploda.
    Lanciano il sasso e nascondono la mano? Il libro si chiude con la bontà dei Cinesi che investono in Euro, l'insensatezza del Fiscal Compact che costringerà gli italiani (come già gli psagnoli) a emigrare verso l'Inghilterra (che non fa parte dell'Euro) o addirittura verso l'Australia. Se quest'euro è stato un bene o un male mica si capisce.

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    1. Be', certo che dopo questa recensione la voglia di leggerselo passa... Hai mai pensato di fare il critico letterario?

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    2. Mai. Sono un amatore...Dunque recensendo l'ultimo numero del Foro Italiano c'è un articolo di un giurista tedesco che perora la creazione di uno spazio europeo della ricerca giuridica. Ora quello che può interessare è che l'artcolo inizia affermado: quando si è creato l'euro si è scelta la moneta più forte. Era il marco e dunque tutte le altre monete hanno dovuto adottare le movenze del marco. Così la ricerca scientifica in europa dovrebbe...Insomma se ormai la sfacciata politica coloniale arriva pure sul foro italiano vuol dire che hanno quasi vinto del tutto. Oppure che anno paura di inizare a perdere.

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    3. Hai tutta la mia solidarietà, oika. Si è trattato di un vero scippo.

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  9. Aspetta: per la precisione aggiungo il link. Tu dirai (forse): ma questi parlano di commercio, che c'entrano i movimenti di capitali? Eh... se fai questa domanda rimani in linea: sta per arrivare la bilancia dei pagamenti. Se invece non la fai, perché sai come funzionano i conti, allora vedi che l'idea di controllare i movimenti di capitali non è l'idea di un blogger stralunato e antagonista.

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  10. Prof. Dato per scontato che vendere i gioielli di famiglia non è mai cosa saggia ma quasi sempre è un atto dettato da disperazione, mi viene un dubbio. Le esportazioni di beni, prodotti da industrie vendute a paesi stranieri, concorrono ad aumentare il saldo delle partite correnti di quei paesi? Con quale meccanismo?

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    1. Rimanendo sull'esempio. Se un cinese compra un'azienda italiana e questa esporta in Laos, queste esportazioni rimangono esportazioni italiane (segno più della nostra bilancia dei pagamenti). Succedono però altre due cose, una di segno incerto e una di segno certo (e negativo). La gestione staniera potrebbe riorientare la catena di approvvigionamenti dell'impresa italiana (per esempio passando da materiali e/o semilavorati locali a materiali esteri - magari cinesi: e allora aumenterebbero anche le importazioni dell'Italia). Ma soprattutto, i profitti realizzati in Italia dall'impresa tornerebbero verso la casa madre. Ci sarebbero cioè redditi passivi (segno meno) da capitale in bilancia dei pagamenti.

      Insomma, l'Italia esporterebbe sì merci (segno più), ma anche redditi (segno meno). Questo la metterebbe su un sentiero di equilibrio fasullo come quello seguito dall'Irlanda fino al crollo. Perché questo equilibrio è fragile lo ho spiegato su lavoce.info.

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    2. anche questo : fai taglia e cuci dalla voce o liofilizza perchè è un punto importante che merita un post a se stante

      infatti kruggy ci ritorna sempre (e in particolare sul caso irlanda...)

      lo dico perchè non c'è ampia consapevelozza su questo punto (che sarebbe abbastaza intuitivo)
      è dominante ancora facciamo entrare i capitali esteri
      facciamoci acquisire da cinesi...oltre al classico è colpa del debito pubblico...

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  11. Forse allora sarà meglio leggere l'ultimo libro di Luciano Gallino, "La lotta di classe dopo la lotta di classe", appena uscito per la Laterza. Il breve estratto sul sito della casa editrice promette bene

    http://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=746:la-lotta-di-classe-dopo-la-lotta-di-classe&catid=40:primopiano&Itemid=101

    Michele Pavan Deana

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    1. Vede, io sarò un po' riduttivo e settario, ma le persone, ancorché padri nobili, che fanno del piatto, squallido, disinformato e orientato terrorismo a me non interessano. Perché se una persona dice una colossale idiozia in un campo nel quale io posso immediatamente verificare che essa è tale, ovviamente non mi addentro a seguire il suo ragionamento in campi nei quali non ho strumenti critici ugualmente agguerriti. Per capire cosa intendo la invito a leggere questo post degli amatori, e il mio commento.

      La sintesi è che di pennuti, siano essi paperi o polli, in questo periodo non se ne sente il bisogno. Poi magari, se il padre nobile in questione ammette di aver detto un'idiozia, due lire al suo libro posso anche darle... Appunto: lire. Cioè: prima ci saremo occupati delle cose serie...

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    2. Capisco, grazie per il link. Speravo potesse essere una voce in più fuori dal coro dei luoghi comuni, ma evidentemente, anche per i padri nobili, ci sono idee ricevute più tenaci di altre, e più difficili da sradicare.

      Michele Pavan Deana

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    3. Non si faccia influenzare da me. Io sono troppo giacobino. Certo però che quella uscita mi ha veramente sconcertato, anche perché era inserita in un dibattito che aveva certe caratteristiche, e nel quale in fondo credo che quella persona volesse porsi come voce critica. Però la forza dei luoghi comuni è sterminata. Sempre dando per scontata la buona fede, che nella nostra cultura giuridica si presume.

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    4. A proposito di svalutazione. Ricordo che in un commento una volta accennò ad uno studio che prevedeva che una svalutazione del 20% del cambio influirebbe sull’inflazione per circa 6 punti spalmati in 2 anni (3+3), quindi neanche tanto “argentina”. Potrebbe approfondire questo argomento magari attaccando qualche link utile? La cosa è interessante perché l’argomento “se usciamo dall’Euro e svalutiamo avremo l’inflazione da centro Africa” è molto piddino.

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  12. Crisi: Eutopia di John Maynard Keynes

    http://keynesiano.wordpress.com/2011/04/16/crisi-eutopia-di-john-maynard-keynes/

    ****

    Prof.Buonasera, scrivo in ora tarda perchè gli impegni questa settimana sono fitti. Ma volove capire una cosa (naturalmente se ne è a conoscenza),il saggio sopra riportato è la trascrizione di quello che keynes ha scritto sul Bancor?

    Lei spesso ci dice che il ministero gli ha rifiutato un finanziamento per una sua ricerca in merito (e questo per il ricercatore è sicuramente un dispiacere),ma per noi comuni appassionati interessati al pensiero di keynes stiamo leggendo qualcosa che è fedele all'idea dell'autore originario?

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    1. Ma vedrai che saranno stati rifiutati anche tanti progetti migliori del mio. Sono cose che capitano. Il libro non lo conosco, ma mi sembra interessante.

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  13. hhttp://www.bbc.co.uk/news/business-13338859

    Eccolo qua, Timothy Geithner che dice che i cinesi devono aumentare i consumi interni. Ricordo che l'anno scorso la BBC pubblico' un video di un incontro fra Cina e Stati Uniti dove c'era la Clinton che faceva la solita sgridata sui diritti umani che purtroppo non riesco a ritrovare.

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  14. Sì, ma la cosa patetica è che i cinesi lo stanno facendo! E da tempo! Se veramente vivessero, come deve dire Geithner ai suoi "elettori" (i piddini americani), sulle spalle degli USA, sarebbero crollati miseramente quando l'America fra 2008 e 2009 si è contratta del 4%. Invece no. Perché? Perché già crescono sul proprio mercato interno. Il contributo dei consumi alla crescita cinese era già più elevato di quello tedesco PRIMA della crisi. Pensa adesso! Ma noi alla Germania non chiediamo nulla. Noi. Perché Stiglitz e Krugman invece glielo chiedono.

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  15. @Guerani

    Non si esce dall'insalata di luoghi comuni. Mi dispiace. Io parlo del 70% appunto perché è successo. Lo hai letto il link che ti ho indicato? Perché se non lo hai letto allora è inutile. A ognuno dei tuoi luoghi comuni ho dato una risposta tecnica appoggiata alla più autorevole letteratura internazionale nei miei interventi precedenti.

    Ad esempio: che vuol dire "inflazione da paura". Sei anche te un pennuto come Gallino?

    Guarda, Alessandro, tu sei simpatico e civile, ma se vuoi avere ragione io te la do subito, poi risponderò a un messaggio ogni tre, quando le logiche del blog richiederanno un repetita juvant. Solo che così il nostro dialogo non andrà avanti. Detto in altre parole, io posso anche intuire una volontà costruttiva nei tuoi interventi, ma se non fai un minimo sforzo di approfondimento ti condanni da solo al ruolo un po' sterile di vittima di quella ironia che, bontà tua, apprezzi.

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  16. Mi sembra anche balzana l'idea che in presenza di un taglio pesantissimo dei salari reali (100lire=1euro) uno possa finanziare "investimenti" invece di "consumi". Sono lieto (per te) di vedere che te (come Guerzoni, come il piddino medio, che è uomo di buone letture perché ha avuto tempo di farle) non hai sofferto di certe dinamiche. Gli italiani (intesi come famiglie italiane) se possono non si indebitano. Sai, è un fatto culturale, siamo fatti così. E i dati dicono che fino all'euro ce l'abbiamo fatta. Dopo no. Ti dice niente questa cosa?

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  17. La tua idea di una nuova Bretton Woods, oltre a non essere tua (ci stanno lavorando da tempo fior di economisti, viene continuamente evocata nel dibattito, io stesso la ho implicitamente propugnata in Crisi finanziaria, indicando i danni dell'asimmetria del sistema monetario internazionale, e ho formulato progetti di ricerca in merito) salta fuori solo ora! (o io sono molto disattento). Evidentemente dovremo prima o poi passare per là, come per una rivisitazione dei nostri modelli di consumo.

    Ma quello che ci hai fatto vedere finora sono soprattutto i soliti luoghi comuni sul fatto che se le famiglie si indebitano è colpa loro! La flessibilità del cambio avrebbe contenuto (non dico impedito) il crollo del 70% di certe imprese, semplicemente perché avrebbe consentito una risposta difensiva al dumping sociale tedesco, mantenendo medie condizioni di redditività alle imprese italiane, anche secondo il meccanismo kaldoriano descritto qui.

    Abbiamo già svalutato del 20% e siamo ancora vivi, l’economia nel 1993 è ripartita e perfino Mario Monti dovette ammettere che era stata fatta la cosa giusta. Tu no, tu sei più realista del re. Il "vaste programme" implica che il debito estero verrebbe ridenominato, e i mercati, a differenza di te, sanno benissimo che è meglio farsi ripagare con uno sconto del 20%, che non farsi ripagare come è stato in Grecia (un recovery rate così basso non si era mai visto a memoria d'uomo, e le motivazioni sono politiche, non tecniche). Quindi farebbero casino, ma accetterebbero. Del resto, è per questo che il tasso di interesse incorpora un premio per il rischio, no?

    Ma di cosa stiamo parlando? Non lo capisco. Forse vuoi sentirti dire che hai ragione e sei bello? E io te lo dico, e lo penso pure. Va bene così?
    Però, per favore, per affetto (visto che sei bello), per stima, smettila di insultare le famiglie che dopo l’euro non arrivano più alla fine del mese. Non ne esci bene. Fai solo capire che nel gioco dell’euro appartieni alla classe che aveva potere di prezzo, e che quindi si è trovata col coltello dalla parte del manico. Atteggiamenti come il tuo, purtroppo, alimentano una pericolosa invidia sociale, che sarebbe meglio smorzare cercando di effettuare analisi meno schierate. Te lo dico con sincerità, umiltà e rispetto. Ora sta a te dimostrare che non mi sbaglio (su questo punto specifico).

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  18. Ciao, sono Giorgio dalla Grecia. Ti volevo chiedere, ma se gli ellenici facessero di propria iniziativa default e vero che le banche greche (e non ?) salterebbero per aria ed i correntisti perderebbero il loro gruzzolo, come in Argentina? E l'opinione del governo filotedesco bancario greco e della sua camarilla (scusa se mi esprimo in questo modo, ma credo che in qualche modo i vari duci degli anni trenta sarebbero molto gelosi di come viene gestita la crisi nel mio paese).A, c'e anche un'altra opinione che dice che i correntisti ellenici (i pochi rimasti) perderanno comunque il loro gruzzolo perche i 150 miliardi prestati dalla BCE alle banche greche non potranno mai essere restituiti, quindi una bella mattina le cassaforti greche si svuoteranno per ordine grande finanza, e il tutto finira con lanci di uova pietre ed un bel po di sangue per le strade.E vero? Saluti, Giorgio

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    1. Caro Giorgio, non so esattamente come abbiano deciso di chiamarlo i tecnici, ma a me pare che in effetti il vostro governo un default lo abbia fatto, nel senso che i suoi creditori non rivedranno indietro tutti i loro soldi (e secondo me gli sta bene).

      Detto questo, Blanchard la vede così, e Roubini la vede così.

      Tu come la vedi?

      Io posso dirti che storicamente l'esito di una crisi di bilancia dei pagamenti è sempre stato (e sempre sarà) una svalutazione. Quindi...

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  19. Sono un po OT ma sarebbe cosi gentile da togliermi una grossa curiosità che ho sull'euro? Quando Berlusconi disse che prodi si era fatto "fregare" con un cambio a 1936,27 lire e che doveva essere posto a 1500 lire o giù di li, fu un affermazione che aveva un senso o una totale assurdità propagandistica? Intanto le faccio i miei piu vivi complimenti per il suo lavoro.

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    1. Prima dell'euro i cambi erano quotati "incerto per certo", cioè come quantità di valuta nazionale per una unità di valuta straniera. Questo lo dico solo per fissare le idee, altrimenti non ci capiamo. Dire che il cambio avrebbe dovuto essere a 1500 lire invece che a 2000 (arrotondo!) significa quindi dire che la lira avrebbe dovuto essere più forte, perché ce ne sarebbero volute di meno per "comprare" un euro (e viceversa un euro avrebbe comprato meno lire, in quanto più care).

      Certo, con un cambio più forte i cittadini italiani sarebbero stati più “ricchi”: uno stipendio di due milioni sarebbe diventato pari a circa 2000000/1500=1333 euro, anziché a 2000000/2000=1000 euro. Ma un’auto che costava 10 milioni sarebbe costata 6666 euro, invece di 5000. In teoria questo per il cittadino italiano non avrebbe significato molto, poiché lo stesso cambio sarebbe stato (in teoria) applicato a salari e prezzi. Il cittadino estero però si sarebbe visto fare un aumento cospicuo sul prezzo del prodotto italiano. Considerato che il nostro commercio era già in sofferenza, un governo oculato avrebbe negoziato un riallineamento al rialzo (svalutazione), cioè più verso 2000, il che, fra l'altro, avrebbe reso anche più facile fare tutta una serie di conti, e ci avrebbe risparmiato la marea di cazzate che ci è toccato ascoltare sull'inflazione percepita (mind my French).

      In realtà noi in Italia abbiamo realizzato la quadratura del cerchio, perché agli stipendi è stato applicato un cambio intorno a 2000 (quello ufficiale), e a molti beni, come sapete, un cambio intorno a 1000 (il famoso 1000 lire=un euro). E questo è stato il vero capolavoro (si fa per dire) di Berlusconi! Non so se sono stato chiaro. D'altra parte, l'euro è stato fatto contro i salari, come è ormai chiaro, e Berlusconi certo non poteva essere sospettato di voler andare controcorrente in questo caso!

      Volere una valuta “forte” è il sogno di ogni caudillo (Churchill compreso), ma non è mai un’ottima idea di per sé.

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    2. certo se lo stesso cambio fosse effettivamente stato applicato a salari e prezzi avrebbe fatto poca differenza l'efficacia della propaganda di berlusconi è che siccome i prezzi sono stati fissati come se il cambio fosse a 1000 (nel senso che una cosa che costava 100000 lire dopo è stata prezzata 100 euro) se il cambio fosse stato 1500 questo effetto di cui tutti si sono accorti sarebbe stato meno drammatico. Ovviamente voleva scaricare le proprie responsabilità sull'avversario politico. Molto interessante è invece il ragionamento sull'influenza che questo avrebbe avuto sul commercio di cui nessuno ha parlato. Mi rimane però un dubbio sulla fattibilità "tecnica" effettiva di rimodulare un cambio da parte del governo italiano, nel senso: Prodi poteva effettivamente decidere se 1936,27 andavano bene o meno? (intanto grazie per la risposta dettagliata, mi stupisco ogni volta della passione che mette nel rispondere a noi avventori del blog)

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    3. Come sono stati convertiti i prezzi credo sia un problema di Berlusconi, perché quando è avvenuto il changeover lui era al governo da più di sei mesi (se sbaglio mi corrigerete).

      Quanto a Prodi, all'atto dell'ingresso nell'euro non poteva far nulla, perché il cammino verso l'euro prevedeva che i cambi non venissero ritoccati nei due anni precedenti (nel senso di non uscire dalla banda ristretta). Forse, col senno di poi, avrebbe potuto negoziare un cambio più accomodante al momento di rientrare nella banda ristretta (la storia l'ho raccontata qui), ma sinceramente non mi sentirei di dire che ha fatto male a non farlo, perché all'epoca si era ancora fortemente condizionati dall'idea che un cambio "accomodante" avrebbe generato inflazione. Questa idea non è del tutto fondata, ma non può essere ascritto a colpa aver obbedito ad essa.

      Direi che Berlusconi, visto che, com'è noto, ha di meglio da fare, potrebbe anche stare zitto...

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    4. La spirale depressiva con il nuovo Patto Ue

      http://keynesblog.com/2012/03/29/la-spirale-depressiva-con-il-nuovo-patto-ue/#more-984

      ****

      Prof. che ne pensa?

      Elimina
  20. C'e' un dubbio che mi assale!
    Forse sono offtopic, ma magari trovero' risposte in futuro o su qualche post che mi e' sfuggito.

    Volendo essere ottimisti, nel caso di un changeover alla lira, cosa accadrebbe ai mutui?

    Se il mio intuito funziona bene, suppongo che quelli contratti con banche italiane, potrebbe essere riconvertito in lire, a patto che poi la BCE converta anche i crediti interbancari in lire. Giusto?

    E quello invece contratto con istituzioni europee?

    E' probabile che se c'e' la volonta' politica, e qui si servirebbero politici con gli zebedei molto grandi, si potrebbero fare trattative per una conversione?

    Questi sono dubbi che hanno in molti, soprattutto perche' si vuole capire quanto "personalmente" convenga un ritorno alla valuta nazionale. Se rompiamo questo muro, forse riusciamo a convincere piu' gente che e' la cosa giusta.

    Francesco

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  21. A proposito delle considerazioni di Alessandro: dove sta scritto che i debiti dello stato ed i mutui dovrebbero essere ripagati in euro?
    L'Italia non ha debiti nè con il fondo salvastati nè con l'FMI, e la sede legale per le controversie intorno ai debiti dei privati mi risulta essere in Italia.
    A tal proposito: in merito alla battaglia legale intrapresa dalla provincia di Pisa intorno a prodotti derivati sottoscritti negli anni scorsi, l'Alta Corte di Londra ha rigettato il ricorso presentato dalle banche rispondendo che la sede naturale sono i tribunali italiani
    http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2012/03/24/news/battaglia-legale-sui-derivati-due-round-alla-provincia-1.3720701

    Valter

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  22. Se permette professore avrei ancora una domanda:
    verso la fine dell'anno scorso lo spread sul decennale tra Btp/Bund ha raggiunto quota 550 quindi un rendimento oltre il 7%.

    Vede professore ci sono cose che non capisco: si arriva al rendimento del 7% perchè grosse banche d'investimento (e non la casalinga di Voghera)stanno vendendo i nostri tds (o quelli di un'altro stato)ma mi chiedo, il fallimento di uno stato (e non dell'euro) è in mano ad un gruppo di banche?

    In teoria allora si potrebbe dire che se Cina e Giappone vendessero le quantità che hanno in portafoglio di tds americani gli Stati Uniti fallirebbero? e con esso il dollaro?

    Qual'è la relazione tra il fallimento di uno stato e il fallimento di una moneta?
    Grazie mille.

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    Risposte
    1. Ora faccio il professorino stronzo (mi riesce bene, lo so). Dunque, caro gianni, uno fallisce quando non riesce a onorare i propri impegni... Ma una moneta... che impegni ha?

      Stiamo parlando quindi di due cose: insolvenza dello Stato da una parte, e crisi valutaria dall'altra. Sono due cose molto diverse. Lo Stato va in crisi se non incassa abbastanza da far fronte ai pagamenti. Una moneta perde valore se c'è un eccesso di offerta sul mercato (cioè se tutti scappano da essa per acquistarne un'altra).

      Le tue domande sono molto interessanti, ma ora non ho tempo per una risposta approfondita. In ogni caso rifletti su questo: che vantaggio trarrebbe la Cina da uno sprofondamento del dollaro?

      Dai, che una risposta te la puoi anche dare da solo, oggi sono pigro... e domani ho un aereo all'alba!

      A presto! ;)

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    2. Sa meglio di me che i tempi cambiano professore, forse 20 anni fà in Cina coltivavano solo riso e gli americani spostavano le loro aziende da loro.
      Oggi il ciclo si è invertito,le aziende Usa rientrano x far lavorare e ridurre la disoccupazione dei propri concittadini quindi se io rifletto posso anche pensare che la Cina gradualmente possa abbandonare il $ e guardare di più all'Europa del sud.
      Chi ha detto che solo la Germania può fare shopping?
      Grazie x la risposta precedente.

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    3. Caro Gianni, molto bella la tua immagine delle aziende che si spostano per dare lavoro e ridurre la disoccupazione! Neanche Bersani arriverebbe a tanto! Credo che se glielo chiedessimo, magari dopo un poi di litri di albana, confesserebbe che in effetti le aziende si spostano per fare profitti. Il motivo per il quale le aziende statunitensi tornano in Usa è che il differenziale di costo del lavoro si è ridotto, e tenuto conto dei costi di trasporto ed altro ormai a molte produzioni conviene rimpatriare. Dei disoccupati Usa ovviamente se ne fottono sia le aziende Usa che quelle cinesi che i governi Usa, cinesi, samoiedi e ottentotti.

      Detto questo, ovviamente ogni paese eccedentario (Cina, ma anche paesi petroliferi, ma anche Giappone) deve investire le proprie risorse. Ora, un principio essenziale della gestione del portafoglio è la diversificazione. Il fatto però è che diversificare sull'Europa non può voler dire acquistare euro, perché l'euro domani non ci sarà. Quindi chi vuole investire in Europa lo fa, ovviamente, acquistando aziende. Quelle, anche se l'euro non ci sarà più, esisteranno sempre, e magari faranno anche più profitti!

      Ma devi sempre spiegarmi come può convenire un crollo del dollaro a un paese che ha 1000 miliardi di dollari (e più) in tasca!

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    4. Ci provo anche se non è farina del mio sacco.
      http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/sindrome-cinese-2-una-corsa-agli-sportelli-del-tesoro-degli-stati-uniti.html

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  23. Allora: siamo d'accordo che sei bello, e è un buon punto di partenza. Capisco il tuo punto di vista sul discorso credito. Visto che sei di ampie vedute, vorrei farti osservare che dai tanti amici che necessariamente ho che operano nel tuo campo posso desumere che talune scelte del consumatore discendano da comportamenti non sempre "etici" delle aziende coinvolte, ma posso anche accettare la tua logica: "coactus tamen volui", e poi so' cazzi tua. Va bene così.

    Da quando abbiamo l'euro non tutto il credito è credito immobiliare, e questo probabilmente lo sai, e sai anche che è un percorso che prima di noi hanno seguito America e Islanda (per fare due esempi).

    Circa la proposta del Bancor, se ci fai caso, è business as usual. La prima proposta di un certo peso di creare un'unità di conto internazionale la fecerò i francesi prima del 1870. Gli inglesi rifiutarono, perché erano più forti. Poi ci pensò von Moltke, e per un po' non se ne parlò più. A Bretton Woods stesso copione: gli inglesi erano deboli, gli americani forti, gli inglesi proposer, gli americani rifiutarono, e non se ne parlò più.

    L'unica novità (se è tale) è che oggi sono i cinesi a fare questa proposta, il che significa o che sono ancora deboli, o che, oltre a essere forti, sono anche di buon senso (il che potrebbe anche essere, considerando il notevole vantaggio culturale sugli atatunitensi).

    Per il resto (terrorismo sull'inflazione ecc.) è solo questione di aritmetica. Ti hanno insegnato quella sbagliata, secondo me. Quando avrò tempo di insegnarvi quella giusta (ma non c'è fretta, desidero prima mettere altri pezzi a posto) vedrai che avremo almeno due cose sulle quali essere d'accordo. ;)

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  24. "E i dati dicono che fino all'euro ce l'abbiamo fatta. Dopo no. Ti dice niente questa cosa?"

    A me dice che si è creata una situazione forse senza precedenti (e a cui non eravamo preparati): a parte l'ottimismo dell'euro e i bassi tassi, ci siamo trovati in un momento in cui sono stati lanciati sul mercato tutta una serie di prodotti che non c'erano e ti facevano sentire "obsoleto" se non li avevi: TV flat, smartphone, tablet, digital camera, sky; poi condizionatori, elettrodomestici in classe A, AA, AA+ e via salendo che "tanto si ripagano da soli" (può essere, ma finché il mio frigo non si rompe lo tengo); ora capisco che "bisogna far girare l'economia" e che "l'economia gira con me", ma se uno i soldi non li ha, non li ha. Indebitarsi non è certo la soluzione, e quando uno si è inguaiato, a girare non è solo l'economia....
    Marco mi.

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  25. Scusami, ma non ti posso seguire sul tuo "benign neglect" della democrazia. Questo è un atteggiamento veramente troppo piddino, e tu sei meglio di così, che tu lo sappia o meno. Penitenziagite...

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  26. che vantaggio trarrebbe la Cina da uno sprofondamento del dollaro?

    In termini puramente economici e un assurdo come creditori sarebbero solo più poveri.

    Forse potrebbe interessare di più agli Americani svalutare un pò il $ al fine di rendere meno oneroso il pagamento sul debito.

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    1. Appunto. Quindi l'ipotesi di un attacco al dollaro da parte dei suoi creditori è mal posta. E perché?

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    2. Non so se è giusta.

      ;a se la Cina mette sul mercato le sue riserve in $ aumenta la quantità di $ disponibili e di conseguenza in virtù della domanda e dell'offerta se crea un eccesso di offerta il $ si deve svalutare, alla svalutazione del $ in condizioni di mercato normali dovrebbe esserci un aumento dell'inflazione.

      La conseguenza di tutto questo è che chi a comprato $ in anni precedenti alla svalutazione e alle dirette conseguenze inflazionistiche perde potere di acquisto a causa dell'inflazione. Non è un fallimento, ma assomiglia tanto a un concordato preventivo in quanto: io avanzo 100 euro da Pippo se Pippo fallisce e rischio di perdere il 90% del mio credito, se accetto un concordato al 50% del credito Pippo non fallisce e io recupero il 50% che è meglio del 10% (ci sarebbe da capire poi l'effetto che ha il concordato sulle finanze della mia impresa ma è un altro discorso).

      In conclusione: in termini razionali il creditore dovrebbe agire sempre a tutela del suo interesse che in questo caso è la salvaguardia del suo credito,che possibilmente gli deve consentire di essere più ricco e non più povero.

      Ho capito bene?

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    3. Caro Domenico, io penso che tu abbia capito meglio di me, e secondo me è esattamente applicando questa logica che, giunti in fondo al tunnel, i mercati ci consentiranno il ritorno al buon senso, cioè l'uscita dall'euro, perché capiranno che in questo modo recupereranno più soldi che lasciando sbriciolare le nostre economie sotto il peso del marco, pardon, dell'euro. Del resto, è esattamente per questa logica che negli ultimi due anni i mercati hanno sistematicamente punito sia i governi che NON applicavano le prescrizioni di austerità, che quelli che le applicavano. E una logica, appunto, c'è...

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  27. Professore, da un po' di tempo leggo i suoi articoli sforzandomi di capire almeno a grandi linee le questioni fondamentali dal momento che non ho alcuna preparazione in economia. Nonostante la mia limitatezza, il suo blog è tra i miei preferiti perché istintivamente percepisco sincerità e obiettività, qualità assai rare oggigiorno.

    Riguardo al cambio dell'euro, intende dire che, ad esempio, uno stipendio di 2 milioni di lire è diventato uno stipendio di 1.000 euro, mentre il valore di un bene di 2 milioni è diventato 2.000 euro? In pratica ci hanno dimezzato gli stipendi in rapporto ai costi dei beni?
    Ma all'inizio non c'era sempre il prezzo espresso nelle due valute, sia negli stipendi che nei beni, per verificare la correttezza del cambio? Come hanno potuto raggirarci in questo modo?

    E non ho neanche capito perché Berlusconi sia responsabile di questa truffa. Non mi fraitenda, non intendo affatto difenderlo; solo non capisco come un capo di governo possa influire sui prezzi dei beni.

    Poi aggiunge che l'euro è stato fatto contro i salari; vale per tutta l'Europa o solo per l'Italia? E chi ha fregato in questo modo i cittadini italiani e/o europei?

    Scusi per le domande che a un esperto come lei sembreranno stupide, la ringrazio per il suo impegno divugativo e spero che abbia la pazienza di rispondere anche a un incompetente come me.

    mario

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    1. Berlusconi non è "responsabile di una truffa". Ti faccio un esempio. Qui in Francia lo scontrino è ancora con doppio prezzo. Non è stato fatto abbastanza per informare la popolazione, sulla base del presupposto ideologico dichiarato che se qualcuno avesse fatto il furbo sarebbe stato penalizzato dalla concorrenza (che però non esiste praticamente in nessun settore perché NON può esistere in un'economia moderna), e del presupposto ideologico non dichiarato che andavano piallati i salari reali.

      Tu sei una persona accorta, e se lo sei non sarai stato raggirato, cioè per te il passaggio all'euro è stato un cambiamento di unità di misura assolutamente neutrale. Vuoi dirmo che la tua esperienza è questa? Beato te! La mia è molto diversa.

      Per farti capire cosa intendo con "fatto contro i salari", ti rendi conto che i sindacati sono un po' ovunque sotto attacco, direi dallo Sme in poi, ma poi decisamente con l'euro e forsennatamente con la crisi? O è solo una mia impressione?

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  28. Eh prof, ogni tanto mi lascio andare, farò penitenza. Però la sbornia da "l'euro ci rende ricchi" e "l'europa ci protegge" ce l'eravamo bevuta in parecchi. Io però mi ero bevuto solo la propaganda, ma nel frattempo mi sono tenuto il vecchio tv (certe cose le ho nel DNA: perchè devo buttare una cosa che funziona? Lo so, sono un pessimo consumatore... :)
    Marco mi.
    PS: grazie del complimento!

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  29. Ci staremo molto di più se non capiremo che il furto di democrazie che percepiamo è in conseguenza diretta di come l'euro ci è stato proposto. Guarda Vannuccini cosa dice, in modo terribilmente esplicito. La Realpolitik del mio amico Aristide fa proseliti, e ci ha messo in un bel tunnel in fondo al qualec'è la dittatura (quella vera, col passo dell'oca o con il manganello). Tu non ci credi. E io voglio credere a te. Poi tu credi anche che la Storia creda a te. E qui cominciano i miei dubbi.

    Ma magari anche tu pensi che lo stato nazionale è una cosa vecchia, che bisogna ridurre la sovranità, perché la Cina è grande, ecc. ecc. Dicci, dicci, lo sentiamo sempre volentieri!

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  30. Visto che in questo momento siamo tra principianti ti chiedo a proposito del debito americano, ma perche' un paese con moneta sovrana , con vera Banca Centrale nel pieno delle sue funzioni, sceglie(?) di indebitarsi enormemente con l'estero? Mi viene da pensare che forse questa Banca non e' onnipotente oppure che comunque questo debito in qualche modo gli conviene. Quale delle due, o un'altra....

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    1. E fallo uno sforzino, dai, leggi "Crisi finanziaria e governo dell'economia". Lì c'è scritto tutto. Se qualcosa non è chiaro, me lo chiedi e te lo spiego, ma partiamo da lì, non ripartiamo sempre da Adamo ed Eva! Vuoi?

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  31. le politiche del lavoro tedesche arrivano anche in Spagna.
    http://www.repubblica.it/esteri/2012/03/29/news/spagna_sciopero_generale-32381883/
    Qualche analista politico, che non scrive sui quotidiani famosi, evidenzia che i l'Italia, insieme ai paesi del sud Europa, è destinata ad un capitalismo di secondo piano, a traino dei paesi del nord. Mentre qualche anno fa il nostro paese era diretto concorrente manufatturiero della Germania, domani si dovrà concorrere con paesi come la Serbia, la Polonia o la Romania. "Ttu come la vedi..."

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    1. In un modo molto semplice: siamo ancora in tempo...

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    2. stamattina sentivo la Fornero dichiarare ad una radio, e poi a qualche convegno dell'UGL, che se non cediamo un "tantino" sulle rigidità dell'art. 18 il nostro sistema non sarà appetibile per i capitali esteri. Ecco, questo è il messaggio che vogliono fare passare. Che i capitali esteri rappresentano una manna dal cielo. Aggiungo, soprattutto quando abbiamo già un deficit nel conto delle partite correnti. Il caso dell’Irlanda non ha insegnato niente.

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    3. Scusate... mi sembrava di aver letto qualche mese fa su un blog... qualcuno che spiegava che la battaglia contro l'art. 18 era finalizzata alla svendita... Chissà come aveva fatto a capirlo!

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    4. si l'avevo letto ;) infatti era un modo per farle indirettamente un complimento.
      p.s.: avevo fatto una domanda sopra, forse era stupida. Ma mi piacerebbe capire meglio gli effetti della svalutazione del cambio sull'inflazione. Lei parlò una volta di un 20 0 30%.

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  32. Grazie per la risposta. Purtroppo non sono una persona accorta e raggirare me è facile come rubare le caramelle a un bambino.
    Però di persone accorte ce ne sono, quindi mi chiedevo com'è stato possibile raggirare anche loro.

    Non ho alcuna fiducia nei sindacati, nè in alcun partito politico italiano. Speravo nell'Europa, ma sono profondamente deluso.
    Da tempo che penso che nessuno stia tutelando la gente comune; per questo la ammiro, è uno dei pochi che cerca di raccontare la verità (anche se certi aspetti "tecnici" sono al di fuori della mia portata e mi tocca fare un grosso sforzo per cercare di capire almeno il "nocciolo").

    Grazie ancora per la risposta e il suo impegno
    mario

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    1. Uno sforzo dobbiamo farlo tutti, io per essere chiaro, e chi vuole per capire. Mi rendo conto del fatto che alcuni interventi sono difficili. Questa è in parte una scelta deliberata. Uno dei tanti modi di disinformare è dare l'impressione illusoria che le cose siano semplici. Questo è il principio sul quale si basa oggi l'intera didattica dell'economia a livello triennale, ed è un principio mutuato dai testi statunitensi. Il "facilismo" (tutto è facile, ogni domanda ha la sua risposta tecnica) è quasi anagramma di "fascismo" (dove tutto è ancora più facile, perché ci pensa Lui).

      I danni della comunicazione fatta a slogan sono credo evidenti a molti lettori di questo blog (tranne quelli che ne sono vittime, evidentemente).

      Detto questo, non mi sono messo a fare questa fatica esattamente per NON farmi capire, quindi, come dire, parte dei problemi che potete avere nel leggermi sono involontari, sono causati dal fatto che dopo 20 anni di professione economica evidentemente non riesco più a rendermi conto di quali sono le domande che vi ponente, e di quali strumenti avete per rispondere. In questo senso, se mi dite cosa non è chiaro mi fate un favore.

      Comunque, salvo grossolani errori, secondo quanto ne so io la gente comune, a quel che si racconta, ha provato a tutelarla uno solo, e ha fatto la fine che ha fatto. Forti di questo esempio, i governi degli ultimi 2000 anni credo abbiano pensato a tutelare soprattutto se stessi. Quindi, fino a qui nulla di nuovo!

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  33. Marco, ti sei preso due risposte dedicate a Alessandro... vedi cosa succede a intromettersi nei battibecchi altrui! Alessandro ha un atteggiamento un po' sbrigativo rispetto alla democraticità dell'euro, e lo giustifica con limiti di tempo. Prends ton temps, mon cher...

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  34. Ho fatto lo sforzino molto volentieri (mi era sfuggito questo fondamentale testo) e ho trovato la risposta nel "dilemma di Triffin". In effetti però quello su cui desideravo chiarimenti non era esattamente il caso degli US, che è unico essendo il dollaro la moneta che tutti devono usare negli scambi internazionali,ma quello dei grandi paesi con moneta sovrana come l'Inghilterra e il Giappone per esempio,che potrebbero stampare tutta la moneta di cui hanno bisogno e invece si indebitano enormemente. Se vuoi rimandami pure a qualche altro post. Grazie

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    1. Evidentemente Wray non è andato a salvarli. Oppure, oltre alle dinamiche monetarie interne, sulle quali la MMT è prodiga di dettagli, esistono anche quelle internazionali, delle quali la MMT non parla (perché, guarda caso, è propugnata da statunitensi, cioè da persone che nell'attuale asimmetria, volenti o nolenti, ci sguazzano).

      Facciamo un'ipotesi (istwine mi correggerà se sbaglio): ma la sana, vecchia legge della domanda e dell'offerta? Mi stai dicendo che se domani il Giappone stampasse un milione (a spanna) di miliardi di yen risolverebbe i suoi problemi perché non avrebbe più debito pubblico? E cosa penserebbe il resto del mondo di questa simpatica iniezione di yen? Cosa succederebbe al cambio dello yen? E poi, il Giappone convive benissimo con il suo debito pubblico al 233% del Pil, quindi perché dovrebbe prendere un provvedimento simile? Senti parlare di crisi del debito sovrano giapponese?

      Ma... che il problema è il debito estero... non riesco proprio... no... devo lasciar perdere... tanto quello che deve succedere succederà... io potrò comunque dire di averlo detto, se mi farà piacere... e ci arriveremo comunque impreparati... come si arriva impreparati a tutte le scadenza importanti... inclusa l'ultima!

      Allegria! Dai, su, hai ragione, devo tornare su questi temi, ma intanto qualche elemento di riflessione (sulla caducità dell'esistenza umana) penso di avertelo dato.

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  35. Arrivo in questo blog dopo anni di quasi totale disinteresse (o meglio allergia?) alle faccende economiche (e finanziarie). Naturalmente il disinteresse era anche motivato dalla difficoltà di capire. Ma…. toh! Quale sorpresa! Non tutto è così criptico per l’uomo della strada quando il divulgatore è quello giusto (parlo di Lei Prof, a cui indirizzo meritati complimenti). Inutile dire che la strizza di questi ultimi mesi ha avuto un ruolo determinante nello spingermi ad approfondire tali questioni. Finora a catturare il mio interesse sono state principalmente teorie peakiste (petrolio, ma anche le altre materie prime non rinnovabili) che, a mio parere, possono spiegare l’innesco della crisi economica, ferme restando le intrinseche debolezze dovute all’unione monetaria europea. In questo post dell’ottimo Ugo Bardi http://ugobardi.blogspot.it/2011/11/perche-la-crescita-economica-e-cosi.html si collegano i due aspetti del problema. Si... è vero si critica la crescita, ma si può fare altrimenti partendo da presupposti peakisti?
    Saluti.
    Salvatore

    Ps- la scintilla della macroeconomia mi si è accesa in seguito all’impatto donaldiano con la MMT. In cerca di smentite o conferme, di tappa in tappa, eccomi qui. Come vede Prof, non tutti i mali vengono per nuocere ;)

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    1. E così ora sappiamo che c'è anche il peakismo... Benvenuto a lui e a Salvatore!

      Che prima o poi si debba cambiare strategia di consumo è un fatto certo. Non direi che occorrano presupposti "peakisti" per giungere a questa conclusione. Bastano due parole del vocabolario italiano: "buon senso". Con l'occasione ribadisco che io non ho nulla contro la "decrescita", molto contro l'uso squadristico e cialtrone che talora se ne fa, anche perché, come al solito, non sono convinto che fare la cosa giusta in modo sbagliato sia un'ottima strategia (peakista o meno!).

      Una curiosità: lei sarebbe arrivato qui anche se io non avessi difeso questo principio (con tutto il simpatico tsunami di starnazzamenti che ne è seguito)? Perché se la risposta è no, allora possiamo concludere che non tutto il bene viene per nuocere! In ogni caso, grazie per l'attenzione e buona lettura...

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    2. Per non parlare di Marco Basilisco che mi scassa con la termodinamica. O Gesù! Chissà se posso chiedergli di cambiarmi la caldaia. Doveva morire questo inverno (la caldaia, naturalmente), ma è tornata l'estate ed è ancora lì. E di questi tempi...

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    3. “Una curiosità: lei sarebbe arrivato qui anche se io non avessi difeso questo principio (con tutto il simpatico tsunami di starnazzamenti che ne è seguito)? Perché se la risposta è no, allora possiamo concludere che non tutto il bene viene per nuocere! In ogni caso, grazie per l'attenzione e buona lettura...”

      Ehm.. sarò tardo ma non ho capito la domanda :D Comunque penso che sarei arrivato in questo blog in ogni caso. Credo che in un processo di "depiddinizzazione", quale è il mio, sia inevitabile approdare dove si fa della sana informazione basata sui fatti e non viziata da certa ideologia pelosa.

      Grazie per il benvenuto Prof.

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    4. La domanda era molto involuta, ora la "svolgo", perché la risposta mi interessa.

      Io considero gli starnazzamenti disinformazione, e questo si è capito. Tutti quelli che invece li considerano informazione tornano alla carica con l'argomento che sì, le canard déchaîné (come lo chiama il simpatico Claudio) ha dei metodi discutibili, ma "almeno così abbiamo trovato (anche) questo blog".

      Ora: siccome il mio target NON è quello della persona in questione, la mia ipotesi è che quelli che hanno trovato ME seguendo LUI lo hanno fatto DOPO e A CAUSA di questo post nel quale mi distanziavo accuratamente da LUI, e di tutto il diluvio di sterili improperi SUOI che ne è seguito.

      Non so se la domanda ora è più chiara, ma comunque se non lo è, o se non vuole rispondere, per me va benissimo. Così, a naso, guardando le statistiche del sito, penso che ci sia un buon 75% di probabilità che lei mi abbia conosciuto in seguito al mio tentativo di far chiarezza su alcuni principi. Ma, ripeto, questa cosa in fondo interessa solo me. Spero di essere stato più chiaro e che la mia innocente inquisizione non la disturbi.

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    5. Aimè... non al 75% , ma al 100% nel mio caso :D
      Comunque.. se può farle piacere... consideri che per molti che come me vengono da un approccio donaldiano alla questione, leggere di questi argomenti nello stile rigoroso e (quasi sempre) accessibile di Goofy è un salto di qualità. Tant'è che io ho smesso di seguire le avventure di paperino per quelle di Pippo. Non credo di essere un caso isolato. Ora però... non vorrei dare l'impressione di chi è saltato da un carro all'altro, e solo che si è un pochino(ino) meno neofiti e quindi la differenza tra il giornalista e l'economista si sente! E, a mio parere, ciascuno deve fare il proprio mestiere! Spero di aver risposto, anche se credo in modo non del tutto gradito ;)
      Saluti.

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  36. Buongiorno Prof, mi scusi, ma volevo farle una domanda a proposito del "siamo ancora in tempo". Stavo leggendo questo articolo in cui si parla del famoso e presunto haircuit sulle obbligazioni private greche.[http://www.economonitor.com/nouriel/2012/03/07/greeces-private-creditors-are-the-lucky-ones/]. Ad un certo punto si dice che i nuovi bonds saranno soggetti al diritto inglese, per cui anche se eventualmente la Grecia abbandonasse l'area euro non potrà convertire il debito in euro in uno nuovo in dracme. In pratica significa che, anche se la Grecia lasciasse l'euro, non potrebbe usare la carta della svalutazione per alleggerire il proprio debito, rimanendo sostanzialmente ancora aggianciata all'euro? E' un po' inquietante, o sono ad aver capito male?
    Alessio

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  37. http://affaritaliani.libero.it/economia/brics-banca300312.html

    http://www.nasdaq.com/article/brics-development-banks-to-offer-credit-in-local-currencies-20120330-00085


    Vorrei fare un' altra osservazine, slegata dai due link sopra. Lei ha parlato di lobby escludendo i complotti (ovvero persone che si siedono a tavolino e dicono ora spremiamo i cittadini cosi diamo i soldi alle banche).
    In un talk show il comico Americano George Carlin disse ad una persona che invocava complotti (o forse accusava Carlin di complottismo non ricordo):"Non c'e' bisogno di invocare complotti. Questi gruppi hanno gli stessi interessi."
    Ed e' proprio intorno agli interessi che gira tutto, ma del resto torniamo al discorso della governance e corruzione, dove gli autori parlavano di interazione fra gruppi privati e politici. Il fatto che i politici si facciano convincere (o corrompere o quale che sia il termine adatto) non mi stupisce. E siccome alcuni politici sono ignoranti e' facile.
    Pero' Monti non puo' non sapere. Monti ha lavorato in passato per la Goldman Sachs (la quale ha dato il maggior contributo per la campagna di Obama nel 2008, e torniamo alle lobby...anzi, un certo Stiglitz ha chiamato questi contributi:"una sottile forma di tangente".)
    Quindi persone come Monti sanno cosa succede, ed allora la domanda e':"Ma la spiegazione non potrebbe essere che davvero sono convinti di fare la cosa giusta, o cmq non hanno altro schema mentale che gli permetta di vedere oltre?"
    Anche io per un certo periodo ho pensato ai complotti, ed ho creduto alla storia delle persone sedute a tavolino a decidere che fare delle nostre vite. Ora invece credo sia successa una cosa peggiore, cioe' la situazione era stata organizzata in un certo modo, (sapendo cmq che cosi' si favorivano certi gruppi invece di altri), e poi pero' e' totalmente scappata di mano, ed ora, come ha gia' messo in luce lei, i politici non sanno come dire abbiamo sbagliato perche questo costerebbe loro la poltrona. Io piu che complotti, invocherei irresponsabilita' e poca lungimiranza.
    E poi hanno creato un sistema che non prevede la partecipazione dei cittadini, e che e' piu' difficile da attaccare di un governo nazionale, perche non legato al rinnovo della fiducia verso un certo politico attraverso il voto.
    Non dico che ridare pieno potere ai governi nazionali ed autonomia monetaria e valutaria garantira' automaticamente prosperita' e benesse, pero' per lo meno la discussione sara' semplicemente basata sugli interessi dell'italia, e non inquinata dagli interessi dei mercati e degli altri paesi. Cioe' avremo gli strumenti economici adatti a ricrescere per davvero. Poi se li useremo male pazienza, pero' mi e' parso di capire dai dati del professor Bagnai che in passato non li abbiamo usati cosi' male.

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  38. Scusate, mi intrometto anch'io nel dibattito sull'idebitamento delle famiglie, etc., rivolgendomi in particolare a Guerani per raccontargli la mia esperienza personale in diversi istituti di credito quando decisi di accendere un mutuo per l'acquisto della mia prima casa.
    Io concordo sul fatto che chi ha un reddito fisso da lavoro dipendente non possa accendere un mutuo a tasso variabile, non gli conviene, è come finire in un fiume chiusi dentro la macchina: il tuo limite è il tettuccio, dopo di che vai a fondo.
    Quando mi presentavo alle banche la mia idea era quindi di chiedere il preventivo per un tasso fisso tale da non incidere per più del 30% del mio stipendio netto. Avevo quindi scelto di non finanziare per intero la casa, scegliendo quindi qualcosa alla mia portata.
    Ebbene: tutti gli istituti di credito mi proponevano nell'ordine:
    1 - tasso variabile: è così basso! mai stato così basso! (al che io replicavo che per l'appunto essendo così basso era più probabile che si alzasse)
    2 - poi mi proponevano una cosa che mi faceva regolarmente INCAZZARE perchè era il gioco delle tre carte: il rateo fisso!! ovvero, le rate mensili sempre uguali ma il tasso variabile, e naturalmente non ti dicevano che questo comportava una durata indefinita del mutuo!

    Solo quando diventavo molto maleducato (ed essendo ingegnere so essere molto molto maleducato) allora mi tiravano fuori la tabulata del prospetto di ammortamento del mio bel TASSO fisso (e specificavo "lo voglio a tasse fisso e a rateo fisso, cioè lo voglio fisso-fisso!")

    Quindi io mordevo, ma chissà quanti miei concittadini più timidi o sprovveduti si sono fidati dell'impiegato della banca per poi piangere amaramente dopo! (qualcuno l'ho pure conosciuto)

    Tutto qui.

    P.S.: allora pensavo di essere una persona cauta perchè da single mi esponevo per meno del 30% del mio reddito. Adesso scopro che la legge sui fallimenti personali si applica già a chi ha un'esposizione di almeno il 30% del proprio reddito.....

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  39. Scusi, non voleva essere una critica nei suoi confronti che si impegna già così tanto, ma piuttosto un'ammissione della mia limitatezza in economia, che come tutte le discpline, non può essere semplificata più di tanto.

    La ringrazio per la comprensione e se in futuro qualcosa non mi sarà chiaro, chiederò. La sua disponibilità le fa ancor più onore.

    Ci si illude che in politica ci siano degli ideali e delle persone che la fanno per "missione", purtroppo non è così.
    Poi la colpa è anche delle persone comuni che non vogliono fare alcuno sforzo, si disinteressano (come me fino a poco tempo fa) o si accontentano degli slogan facili purchè non sia richiesto nessun impegno che distragga dallo shopping o dal Grande Fratello... forse abbiamo quello che meritiamo (noi, non lei)

    mario

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    1. Mario guarda che le critiche non sono un problema. La collaborazione che chiedo si limita a chiedervi di indicarmi con precisione la parola o la frase che non è chiara. Partendo dal presupposto che uno sforzo però bisogna farlo, e che chi dà la sensazione che non sia necessario vuole solo fregarvi.

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  40. Buonasera,
    ho un dubbio che mi frulla in testa e vorrei avere qualche lume al riguardo.
    Da prima dell'adozione dell'euro sento dire che il marco è forte ed è meglio della lira. Ora vedo e leggo che per noi l'euro è troppo forte, per loro è svalutato. Ho letto nel suo articolo (http://goofynomics.blogspot.it/2012/01/la-crisi-la-svendita-e-mi-cuggino.html) che i salari reali in Germania sono inferiori a quelli italiani. Quindi la maggiore competitività dei tedeschi è dovuta ai redditi da lavoro dipendente minori ebbbbasta?
    Ma la corruzione italiana(>>corruzione tedesca)????
    E la burocrazia?????
    E i migliori prodotti tedeschi????
    E che sono alti e bbelli ebbiondi?????
    Non lo so qualcosa mi sfugge, soprattutto sui prodotti: in fondo Bosch è ottima marka e volkswagen mi sembra meglio di Fiat. (Queste sono le obiezioni che mi pongono le persone con le quali parlo)

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    1. Carissimo, posso capire il tuo imbarazzo. Non so da quanto tempo segui questo blog, ma posso darti due consigli: dai ancora un'occhiata in giro, perché a queste domande è stata data via via risposta, e soprattutto... cambia interlocutori! Chi te lo fa fare di perder tempo con chi è nato convinto di appartenere a una razza inferiore? La cosa migliore che puoi fare per renderlo felice è dargli retta, e non perder più tempo con lui di quanto ne perderesti con una pianta grassa. Non dobbiamo essere tutti d'accordo e non dobbiamo convincere tutti: quello che deve succedere succederà, indipendentemente da quello che dicono nei vari Bar Sport italiani. E quindi inutile avvelenarsi con discussioni... inutili. Un approccio alla Diderot (Jacques le fataliste) può risparmiare molto tempo!

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  41. Da qualche mese non sto nella pelle, ritenendo che tutti presi dalla "crisi" e dai problemi dell'euro e del deficit, stiamo sottovalutando lo sviluppo dell'eolico d'alta quota. Come scrive Massimo Ippolito sul blog del sito kitegen.com: "[…] dalla sola Italia, grazie alla sua posizione trasversale ai grandi flussi pseudo geostrofici, [l'eolico d'alta quota] potrebbe facilmente estrarre 1 TW continuo di potenza, ovvero oltre 8000 TWh di energia annui. I quali, trasformati prosaicamente in denaro, equivarrebbero ad una produzione netta di ricchezza puramente endogena stimabile in 800 miliardi di euro l’anno [...] Qualche decina di grandi macchine eoliche o kitegen farms, distribuite da Nord a Sud, farebbe tutto il lavoro senza preoccupazioni di intermittenza, e a forse nemmeno un decimo del costo che avrebbe avuto il nostro nucleare."

    Considerato che l'eolico d'alta quota non presenta problemi di discontinuità e non ha altri costi che quelli di impianto, gestione e manutenzione, già oggi grazie al progetto italiano KiteGen Stem di Ippoliti, che è ormai pronto a vendere impianti "Stem" al costo di circa 1 milione di euro per MW di potenza (http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2012-03-09/energia-vento-sfruttando-aquiloni-091409.shtml?uuid=AbHt8w4E), secondo i miei calcoli (basati sui dati ufficiali disponibili sul web), con un investimento pari al solo contributo pubblico italiano per la Torino-Lione, si potrebbe disporre per sempre di 3GW, pari al 7,5% del fabbisogno totale di potenza elettrica del nostro paese. Per coprire l'intero fabbisogno di elettricità, basterebbe un investimento grossomodo pari alla metà della manovra finanziaria 2011-2013 (come quantificata negli scorsi mesi sui giornali). Ma ovviamente durante la realizzazione di tali progetti lo sviluppo di nuovi modelli e di economie di scala sicuramente procurerebbero nel frattempo ulteriori forti risparmi su tale ipotetico investimento.

    Mi sembra evidente la necessità di replicare, nei tempi accelerati dell’era del computer, quello che nel Novecento è stato lo sviluppo dell’automobile, ma questa volta con un prodotto privo di ricadute negative sull’ambiente. E, per quanto concerne gli effetti positivi sull'occupazione e sull'economia, quali sarebbero secondo voi gli effetti? E quanto potrebbe costarci un ritardo, considerato che nel frattempo la tecnologia italiana del KitGen verrebbe probabilmente replicata o superata con nuovi brevetti da progetti concorrenti all’estero? Esistono motivazioni logiche per spendere le risorse pubbliche su in direzioni diverse da quella di un forte investimento nell'immediato dispiegamento su larga scala di questo progetto?

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  42. Capisco capisco ma io non parlavo di debito pubblico, come puoi vedere nella mia domanda precedente, ti chiedevo perche' si indebitano con l'estero ccsi' enormemente. Aspetto i futuri chiarimenti, mi rendo conto che ho accumulato troppe informazioni tutte insieme e che si devono assestare e completare ciao

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    1. Hai ragione, ho capito male io, ma mi hai anche dato una mano tu perché hai messo insieme due paesi disparati: il Giappone è il più forte creditore estero netto, UK un discreto debitore estero. Siccome i due hanno in comune un forte debito pubblico, sono giunto alla conclusione che tu ti riferissi a quello. Hai anche ragione su un fatto: sono tanti pezzi. Ognuno è piuttosto semplice, il difficile è tenerli insieme. Del resto, anche le note sono sette, e come dicevo al mio amico greco, forse dovrei accettare le offerte di lavoro che mi vengono dalla Cina: la loro fottuta scala pentatonica rappresenterebbe un risparmio di circa il 30% sul tempo che dedico alla musica. Capito perché sono così produttivi?

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  43. Una cosa che forse non ho chiara ...quando si dice che il Giappone per esempio ha un debito del 230 per cento si intende solo debito pubblico? Forse e' qui che comincia la confusione.....

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    1. Giusto, anche qui probabilmente dovrei essere più preciso, sempre per il solito discorso che anni di disinformazione rendono certi fatti molto meno evidenti per voi che per me (o per i cittadini di un paese non colonizzato). Il Giappone ha un rapporto debito pubblico\Pil al 230% (quasi quattro volte il parametro di Maastricht). Mai sentito qualcuno parlare di crisi del debito "sovrano" giapponese? Non mi sembra. E allora?

      I dati vengono dal database del WEO (i piddini ovviamente non ci crederanno). Cercate con Google Weo database, scaricate il foglio Excel, cercate "general government gross debt", e poi andate da Bersani a farvi spiegare il mistero (non ce l'ho con te, Elvira, sia ben chiaro), perché io l'ho già spiegato ad abundantiam (ma posso ripetermi).

      Come mai la seconda potenza industriale prospera, fra terremoti e tsunami, con un debito simile?

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  44. sconsigliato prima e dopo i pasti:

    http://www.repubblica.it/economia/2012/03/27/news/la_germania_garantisce_le_ipoteche_europee_da_berlino_un_nuovo_modello_di_soft_power-32304276/

    (fituossi , roubini al workshop ambrosetti)
    http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=82258652

    http://www.ilgiornale.it/economia/ma_economisti_e_imprenditori_non_basta_ancora/31-03-2012/articolo-id=580472-page=0-comments=1

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  45. Per noi inesperti gioca anche il fatto che non vengono mai sbandierati i dati del debito privato, ( chi li conosce)mentre quelli del debito pubblico vengono messi in evidenza continuamente come la causa di tutti i mali del mondo !

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  46. A proposito di tsunami (ma nel paese del Sol calante) mi pare interessante questa riflessione (notizia compresa):
    http://www.main-stream.it/
    roberto

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  47. Saluti Prof !
    I suoi posto sono sempre interessanti e ben fatti....
    E quindi mi chiedo perchè un piccolo stato deve avere paura di un grande stato ? Se non sbaglio in natura l' Elefante è terrorizzato dal Topolino ! eE in Europa la Piccola Grecia con il suo piccolo PIL ha fatto Paura a tutta la "GRANDE" europa...
    Per fare il lavaggio del cervello al popolo fanno di tutto !
    Draghi dice che serve "Moderazione Salariale" per uscire dalla crisi e la Fornero che passa alle "Minacce" dicendo di voler evitare la Declocalizzazione con la sua riforma del lavoro : http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-03-30/fornero-nessuno-vuole-dare-093405.shtml?uuid=Ab01mEGF
    Come mi manca "L' ITALIETTA" con la sua "LIRETTA" !
    P.S. A fine mese sono a Caramanico... Puntiamo Monte Amaro ? :)

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    1. Mica è una novità! La minaccia della delocalizzazione è stata usata estesamente contro i lavoratori tedeschi, a quanto ne so. Penso che vocidallagermania o Robert potrebbero confermarcelo. E se delocalizzassimo il governo?

      Monte Amaro... A fine aprile... Mi sembra un po' ambizioso... Mi tenta molto però. Scrivimi in privato. Secondo me però sarà difficile che io possa farcela prima del famoso convegno sull'euro (cioè prima di luglio). Ho bisogno di allenarmi!

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    2. Buongiorno prof !
      Le ho scritto una mail in privato...
      P. S. Sto leggendo il suo breve saggio "Crisi Finanziaria e Governo dell' Economia" dopo aver letto quello di Brancaccio. Ora mi sono molto più chiari i veri motivi economici che hanno innescato l' attuale depressione, gli squilibri dell'area euro e la pseudo "logica" della riforma del lavoro alla Tedesca della Fornero.
      Questi Omodossi predicano bene e razzolano malissimo !

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  48. Occupyamo Piazza Affari? o no?
    Secondo lei manifestazioni come quella di oggi sono utili oppure è solo folklore?

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    1. Non mi sto tenendo al corrente. Certo, un minimo di insofferenza bisognerà segnalarla, ma il problema più che a piazza Affari mi sembra sia a Montecitorio.

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  49. oggi volevo dare un occhiata alla pagina economica dei giornali mainstream...(l'articolo dellarepubblica -anche se sembra strano-era nella pagina economica...)beccatevi anche quello
    delsole24ore...(sugli investimenti esteri della germania che dovrebbero salvare l'italia...sigh:( )

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-03-29/lezione-crisi-stata-capita-223731.shtml?uuid=AbIIG8FF

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    1. Articolo titola:"Eurozona, la lezione della crisi non è stata capita"!
      L'ipotesi è confermata dalle tesi dell'autore,infatti neanche lui l'ha capita:)))

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    2. Sì, ho dato un'occhiata, l'articolo è questo e l'autore è questo. Mi sembra che la sua analisi sia una discreta collezione di non sequitur e di luoghi comuni.

      Intanto, sono d'accordo con lui che sarebbe necessario un maggior coordinamento delle politiche. Ma (primo non sequitur) questo non implica necessariamente una maggiore delega di sovranità da parte degli Stati, e per due motivi. Primo: delega a chi? Questo l'autore non lo dice. Non esistono istituzioni europee credibili e democraticamente legittimate cui delegare sovranità, e non si parla di progettarle in qualche modo. Secondo: il coordinamento non implica rinuncia alle proprie prerogative o ai propri poteri: implica volontà di agire in modo coordinato. Questa volontà può esserci anche fra soggetti pienamente sovrani a casa propria, come potrebbe non esserci (e infatti non c'è mai stata) in seno a istituzioni solo nominalmente "comunitarie", ma in realtà asservite da sempre alla "German dominance".

      L'autore poi non tocca minimamente il problema degli squilibri esterni, parla solo di aggiustamento fiscale, dicendo una cosa giusta: la recessione lo rende più doloroso, e al tempo stesso, aggiungiamo, l'aggiustamento aggrava la recessione. Si chiama spirale deflazionistica, ma non sembra preoccupare l'autore, il quale autorevolmente (è un autore) si preoccupa del fatto che occorre che i tedeschi investano in Italia, perché solo se noi riduciamo i costi e loro vengono qui a produrre le cose "giuste" gli squilibri si saneranno.

      Ma questo è un altro non sequitur. Noi già produciamo le cose giuste, tant'è che il nostro export va molto bene nonostante sia schiacciato dalla svalutazione competitiva alemanna. Se riusciamo ad avere un surplus commerciale in queste condizioni, non credo che la Germania abbia molto da insegnarci.

      Ma, come dire, è abbastanza facile capire perché certi articoli vengano scritti. Non certo per fare esercizio di logica o ossequio alle realtà fattuali, ma per trasmettere un messaggio, che è quello che la proprietà del giornale legittimamente vuole trasmettere: "operai, fatevi pagare di meno!".

      Ripeto: è un'operazione assolutamente legittima da parte dell'organo della Confindustria. Poi sta a ognuno verificare dati e trarre conclusioni.

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    3. Se le esportazioni tengono ancora bene, perchè allora abbiamo un deficit nel conto corrente in aumento? Importazioni o redditi all'estero? O entreambi?

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    4. Marco, Marco... Leggiti l'articolo! Noi abbiamo un surplus commerciale (esportazioni meno importazioni). Poi un deficit di partite correnti. E quindi la colpa è del saldo redditi. All'interno del commerciale, se togliessimo il saldo energetico avremmo un surplus quasi tedesco. Ma attenzione: leggi cosa scrive roberto...

      Però la colpa è mia: ancora non ho pubblicato il post sulla bdp. Perfino rockapasso mi ha rimproverato la mia pigrizia. Ma mi ha anche rimproverato di non passare abbastanza tempo con lei. Quindi, come dire... non ingelosirti! Arriverà anche la bdp...

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    5. Per fortuna qualcosa della bdp l'ho capita, anche grazie alla sua dispensa ;) Onestamente prima di leggere l’articolo avevo letto alcuni dati: http://www.oecd-ilibrary.org/economics/country-statistical-profile-italy_20752288-table-ita
      Mi pare che siamo in deficit sia in bilancia commerciale che in conto corrente. Però fino al 2010.
      p.s.: non sono geloso. Passi più tempo con la sua lei. Anche a me piace passare di più il tempo con i miei che con internet.

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    6. A me sembra che l'autore dica anche altre cose.

      "Per l'Italia sarebbe un doppio errore non offrire l'ambiente adeguato ad attrarre gli investimenti esteri. Il surplus di risparmio tedesco infatti dovrà prendere la strada dell'estero presto. L'alternativa è che il risparmio resti ingabbiato in ogni paese dell'euro, come negli ultimi mesi. In tal caso avremmo più crescita in Germania e meno nella periferia, ma anche più inflazione nei paesi che hanno eccesso di risparmio (già si vede nel mercato immobiliare tedesco) e più deflazione in quelli in deficit. Una condizione pericolosa: in tutti i paesi la politica monetaria unica apparirà sbagliata. Alla lunga la sostenibilità dell'euroarea sarebbe messa in discussione dai mercati e dai cittadini."

      Provo a tradurre :)

      Finché l'inflazione è più alta nei paesi periferici e più bassa in Germania, quindi finché le dinamiche inflazionistiche causate da una politica monetaria unica tarata sugli interessi tedeschi funziona (i prodotti tedeschi diventano più competitivi) va tutto bene... se invece dovessimo riscontrare un capovolgimento della situazione con un'inflazione maggiore in Germania e una inferiore o addirittura una deflazione nella periferia allora incomincerebbero i problemi.

      "Una condizione pericolosa: in tutti i paesi la politica monetaria unica apparirà sbagliata. "

      In tutti i paesi è chiaramente da leggersi come "in Germania". Per noi la politica monetaria unica è stata sbagliata sin dall'inizio dell'euro.

      Posto quindi che la politica monetaria unica ha la funzione di servire gli interessi tedeschi e non i nostri e che il mantenimento di questa funzione è la condizione per la sopravvivenza dell'euro (dal punto di vista tedesco) non ci rimane che lavorare per il capitale tedesco alle condizioni che domanda... che sono poi le stesse che domanda il capitale italiano.

      Infatti noi vogliamo l'euro perché è il vincolo esterno che ci consente di disciplinare i lavoratori italiani.

      La vera catastrofe, quello che deve essere evitato a tutti i costi, sarebbe che la Germania decidesse di uscire dall'euro perché non è più conveniente per lei.

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    7. Ovviamente io non posso dedicare un giorno a ogni persona che si sveglia e comincia a dire la sua. Per esempio: l'autore lo sa che il contributo degli investimenti (formazione di capitale fisso industriale) alla crescita tedesca è inferiore a quello di un paese mediamente industrializzato (7.5% della crescita totale, lo abbiamo visto qui)? Come si fa a dire che con un po' più di investimenti esploderebbe l'inflazione in Germania? E soprattutto, perché mai i prezzi non dovrebbero aumentare in un paese i cui beni sono così tanto domandati? Perché mai questi pseudoliberisti hanno così paura della legge della domanda e dell'offerta?
      Tutti vogliono i beni tedeschi? Bene! Allora i beni tedeschi costeranno di più. Questa è la fisiologia del mercato.

      Caro Giorgio, scusa tanto, ma sei veramente sicuro che dobbiamo dedicare tanto tempo all'esegesi di un articolo simile, basato su analisi di questo tipo? Io sinceramente lo stamperei sulla stampante di Angela, e passerei oltre.

      Fai bene a evidenziare l'impostazione puramente ideologica, per carità. Ma appunto: ormai vedo che lo sapete fare meglio di me! Quindi chiedo scusa a te e a tanti altri se quando mi arrivano messaggi del tipo "che ne pensi" io non rispondo. Vuol dire che non ne penso niente!

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    8. Scusi professore,
      in effetti è meglio passare oltre. :)
      Cordiali saluti.
      Giorgio

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  50. guarda cosa ho trovato

    The Economist, due anni fa "il Giappone è in prima linea per una crisi del debito in stile greco"... il <giappone ad alto rischio insolvenza ! come un qualsiasi pig eurodotato! La citazione si trova in un post "crisi debito dopo la Grecia il Giappone" del 29/4/2010. Tu riesci a recuperare l'originale ? Mi è tornato in mente tutto l'allarmismo della scorsa estate quando aspettavamo da un momento all'altro il default degli Stati Uniti.Ovviamente a tutt'oggi, non c'è stato nessun fallimento di questi paesi, ma come si spiega un articolo simile, se confermato, su un giornale come l'Economist ?

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    1. Elvira cara, cosa hai trovato non lo so, perché non mi citi la fonte, e quindi non so cosa AVREBBE detto l'Economist. Concediamo ad ognuno il diritto di dire una scemenza, così quando toccherà a noi potremo approfittarne. Detto questo, in un periodo nel quale spesso non si riesce a credere ai propri occhi, io so che l'Economist HA detto questo, che poi, guarda caso, è quello che dico io: il governo del Giappone è al sicuro perché il suo debito (cioè il debito pubblico giapponese) è quasi interamente collocato all'interno del paese (cioè non è debito estero), e anche perché al netto delle attività possedute il totale è molto inferiore (intorno al 130% del Pil). Non ti ho parlato di questo dettaglio, che è comunque nelle fonti che ti cito sempre (WEO database), perché il punto veramente importante è il primo.

      Si torna sempre allo stesso punto: il problema non è chi chiede i soldi, ma chi li dà. In una famiglia l'importante non è se i soldi li chiede il padre o il figlio, ma se il figlio (o il padre) li chiede al padre (o al figlio) o a uno strozzino. Se i soldi te li dà uno strozzino è un po' peggio che se te li dà un parente, no? Poi magari in famiglia si litiga, ma lo strozzino, invece di litigare, manda un Papademos a spezzarti le rotule, e forse non è meglio, o sbaglio? Anche perché poi, dopo averti spezzato le rotule, ti dice di correre i 100 metri piani e biasima la tua pigrizia se arrivi dopo il centometrista tedesco...

      Non mi sembra un concetto così complesso. Ognuno di noi in vita sua ha dovuto capire cose molto più difficili e ci è riuscito. Come mai pare che non riusciate a capire proprio questo, considerando che in questo preciso momento il vostro futuro dipende esattamente dalla comprensione di questo concetto e dalle scelte politiche che farete di conseguenza?

      Comunque: io a spiegarlo ci sto provando da un paio di anni. Hai mai letto questo?

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  51. e questo? da Bloomberg
    "Germany's Bundesbank is the first of the 17 euro-area central banks to refuse to accept as collateral bank bonds guaranteed by member states receiving aid from the European Union and the International Monetary Fund, Frankfurter Allgemeine Zeitung reported". Se capisco bene la Buba non concede più prestiti ai Paesi che hanno ricevuto gli ettolitri di Draghi! Mi sembra un attacco allo stesso Draghi e alla BCE senza precedenti e uno scricchiolio dell'Unione forse?

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  52. Noi lo capiamo, credo. Qui sembrava che non lo capisse il giornalista dell'economist. Comunque l'ho trovato qui Fare forex,il nome del post te l'ho gia' dato

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    1. Ma certo che voi lo capite! Era un "voi" retorico. E poi, qualcuno che non lo capisce sul serio ogni tanto passa, ma, inorridito per il rito di leso mito ariano, pudicamente si ritrae...

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  53. Un piccolo episodio di un grande bluff.
    Poche ore fa mi dilettavo (sì, sono un po' masochista) ad ascoltare su RaiNews l'intervista al Ministro dell'Ambiente a proposito del contrasto (poi definito "apparente") tra lui e Passera a proposito del taglio proposto ai contributi statali (che poi non li elargisce lo Stato a fondo perduto, ma li pagano i cittadini nella loro bolletta energetica) per le energie rinnovabili, specie il fotovoltaico. Ebbene, il Nostro riconosceva che un taglio ai contributi per le rinnovabili era inevitabile, soprattutto dopo la sciagurata legge del 2010 che ha permesso ai produttori di energia rinnovabile un reddito finanziario di oltre il 20%, e che con quei profitti anche la mafia si può inserire nel business (ma guarda un po'...), ma, continuava il Nostro, abolire i contributi alle rinnovabili sarebbe molto negativo, ossia "faremmo un autogol", perché un aumento di produzione di rinnovabili ci consentirebbe di importare meno energia a prezzi salati, ci darebbe maggiore sovranità energetica, e considerando anche che la tecnologia sta progredendo e che ci sarà meno impatto ambientale col fotovoltaico.
    Bene, mi sono detto, ecco una posizione abbastanza condivisibile, e finalmente mi trovo d'accordo con 'sto governo su qualcosa... Ma, perché c'è sempre un ma, ovvero, come diceva la mi' nonna, il diavolo fa le pentole ma non i coperti, poi ti vado a leggere il link postato poco sopra da lei, Profe, dove "Il Sole24 ore" parla del saldo positivo dell'export 2011, e dice che questo saldo sarebbe ancora migliore se "escludiamo dal saldo della manifattura l'enorme volume di importazioni di celle fotovoltaiche indotto negli ultimi 2-3 anni dalla campagna pubblica di incentivi: un fenomeno abnorme", ABNORME, che, senza le importazioni di dispositivi fotosensibili, potrebbe dare un risultato "persino migliore di quello della Germania" (!!!).
    Peccato che il Ministro abbia omesso questo dettaglio di cui dovrebbe essere a conoscenza, ma che avrebbe fatto crollare tutto il suo impianto argomentativo.
    Allora la domanda è: ma questi "signori" non ci marciano un po' troppo con le loro mezze verità?
    roberto

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  54. La domanda non è per me ma ti segnalo questo articolo molto illuminante :)

    http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/30/news/enel_contro_rischi_rinnovabili-32459174/index.html?ref=search

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    1. Siccome non siamo in Lapponia, e quindi la centrale nucleare (il Sole) ci favorisce, è chiaro che se le rinnovabili non venissero boicottate per motivi economici come quelli descritti dall'articolo (vedi il famoso giallo della bozza) noi avremmo già risolto una buona parte dei famosi -67 miliardi di euro di bilancia energetica. Ma questo non interessa a nessuno. Dovrebbe interessare al governo italiano, ma gli interesserà sempre di meno, perché i governi di questo paese saranno sempre meno italiani.

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    2. Ma le celle fotovoltaiche non potremmo produrle noi, invece di importarle?

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  55. Buona sera prof ! ( riposto la risposta che le ho già scritto, non so se l' ha visualizzata )
    Le ho scritto una mail in privato...
    P. S. Sto leggendo il suo breve saggio "Crisi Finanziaria e Governo dell' Economia" dopo aver letto quello di Brancaccio. Ora mi sono molto più chiari i veri motivi economici che hanno innescato l' attuale depressione, gli squilibri dell'area euro e la pseudo "logica" della riforma del lavoro alla Tedesca della Fornero.
    Questi Omodossi predicano bene e razzolano malissimo !

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  56. Figuriamoci se sono interessati alla passività della bilancia energetica. In gioco ci sono altri interessi [http://qualenergia.it/articoli/20120329-ecco-chi-danno-fastidio-le-rinnovabili]
    Alessio

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  57. Azz, non avevo notato l'articolo di Giorgio, non sapevo che all'interno di esso ci fosse il link a "qualenergia"
    Alessio

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  58. Ma quante belle domande in una sola lettera...
    http://www.megachip.info/finestre/lettere/8013-la-porta-giusta.html
    Uscire dall'euro? Macché, affrontiamo invece per prima cosa le contraddizioni planetarie. E regolamentiamo la deregolata finanza internazionale. E imponiamo un ottimo welfare.
    Non c'è che dire, programma di ampio respiro.
    Anche se poi i non sequitur (si dice così, Profe?) sono sparsi ad abundantiam, e i velletarismi si sprecano.
    Cmq, peccato (non intenderci).
    roberto

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  59. E sarà vera questa notiziola?

    http://www.rischiocalcolato.it/2012/04/la-germania-prepara-le-banche-alla-bancarotta-dei-paesi-perifrici.html

    Io non credo che il sistema euro a queste condizioni possa reggere a lungo... forse dovremmo ringraziare l'egoismo crucco...

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  60. Ma si, prescindiamo dai dati e imbocchiamo la porta giusta ...a caso.

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