sabato 10 marzo 2012

Il dibattito

Ho ricevuto qualche giorno fa da Sergio Cesaratto la locandina di questo convegno:


(potete scaricarla cliccando qui). Mi riproponevo di segnalarvelo, poi, distratto da cose meno liete (anche se più esilaranti), e da altri fatti miei, mi era sfuggito. Ma massimorocca e roberto, implacabili, mi richiamano ai miei doveri. Santi subito pure voi...

Il ritardo era anche dovuto al fatto che nonostante Sergio sia l'unico collega (o quasi) dal quale acquisterei un'auto usata, come dire, prima di acquistare un convegno o un paper preferivo capire cosa fosse. Perché insomma, è chiaro: luogo e personaggi ci sono tutti, e il copione quindi sembra già scritto. Naturalmente questo non toglie interesse. Anche l'Amleto è già scritto (e tra l'altro non si sa nemmeno bene da chi), ma se gli interpreti sono bravi... E qui gli interpreti sono ottimi (anche tolti i due che conosco personalmente).

Quindi, pensavo, in fondo dovrei segnalarlo. Magari fra i miei lettori ce ne sono che alla tragedia elisabettiana preferiscono la farsa angheliana, e allora andranno a divertirsi. Entrerà l'ambasciatore, intonando il noto proemio: " Noi non vogliamo annettervi, fuori dall'euro c'è la guerra". E poi entrerà il coro, che intonerà il disco rotto della sinistra: "più Europa, più Europa, più Europa" (il disco rotto della destra, lo ricorderete, è "debito sovrano, debito sovrano, debito sovrano").

Naturalmente il tema "più Europa" può essere intonato in vari modi: dorico, ionico, corinzio (no: corinzio, no, quello è un ordine... nun ce provate!), misolidio... e soprattutto ipomisotafazziano: "ma come siete bravi, ma come avete fatto!"

Nel coretto almeno una voce parzialmente discorde c'è (concordia discors), a mia scienza, ed è quella di Mario Nuti, che su "più Europa" via eurobond dice delle cose abbastanza definitive qui.

Ma io volevo vedere cosa dicesse Sergio, e me lo sono andato a vedere qui.

E ho trovato un articolo molto bello, sotto almeno due profili: l'organicità della visione (questa sì una visione, non una "viFione da Fognatore" Fellino), e il tono, molto ma molto più appropriato del mio.

La pacatezza e l'apertura del tono (lasciate che i morti seppelliscano i morti) espone Sergio a delle apparenti contraddizioni. Ad esempio, dipingere una Germania riluttante all'entrata nell'euro, ritrosa come una verginella di altri tempi, può sembrare contraddittorio da parte di chi come Sergio ci ha insegnato, nel suo mirabile lavoro con Stirati, che "il gioco (del mercantilismo) è perfetto se poi esso si svolge in un quadro di cambi fissi, come Bretton Woods, lo SME, l’UME" e che quindi la Germania era perfettamente consapevole dei vantaggi che avrebbe tratto dall'euro.

Ma qui devo fare due osservazioni (o magari tre).

La prima è che la contraddizione, in effetti, più che nel ragionamento di Sergio è nella storia e nelle esternazioni dei politici. O forse neanche in quelle. Ostentando ritrosia (ce la ricordiamo tutti, me la ricordo anch'io), le classi dirigenti del Nord sono riuscite a imporre alla costruzione europea delle regole fatte apposta per precipitare la catastrofe (a loro vantaggio), in una linea di continuità ben evidente che va dai parametri "tolemaici" di Maastricht al fiscal compact. Il problema, secondo me, non è mai stato quello di "tener fuori i cattivi" o non  mischiarsi a loro (così come veniva proposto all'epoca), ma solo quello di dominarli meglio.

La seconda osservazione è che il lavoro di Sergio, pur riprendendo in parte l'agenda di altri appelli, dei quali sappiamo bene quale uso è stato fatto grazie alla tecnologia tedesca, se ne differenzia in un modo significativo, perché la richiesta fatta agli italiani di "pensare seriamente al proprio futuro indipendentemente da questa Europa" non viene posta come alternativa rispetto all'agenda ovvia di quello che si potrebbe fare per tener i cocci insieme, ma viene esplicitamente considerata come un punto dell'agenda. Secondo Sergio, quindi, come del resto secondo me, questa riflessione deve iniziare. Voi direte: ma è già iniziata, noi la stiamo facendo! Ma io posso dirvi che invece, ad esempio, nella sede del dibattito sono ancora ad anni luce di distanza dall'inizio di una riflessione simile. E bene fa Sergio a proporgliela.

La terza osservazione (ecco, lo sapevo che erano più di due) è che Sergio insiste, come faccio anch'io, sul fatto che in questo campo le categorie moralistiche sono fuori luogo. So bene che per i tifosi di altri blog il mio ragionamento è "Germania brutto". Per forza: loro si nutrono di ragionamenti del tipo "Stato brutto", e quindi, come dire, elevano tutti gli altri argomenti al livello dei loro.

Ma il mio ragionamento è esattamente quello di Sergio.

La Germania, in un'ottica di breve-medio periodo, ha fatto e fa bene a tirare il massimo vantaggio dalla situazione che ha creato. Male fanno gli altri paesi a consentirglielo (e i motivi di questo apparente suicidio ve li ho spiegati: importare la "disciplina", cioè la moderazione salariale, tedesca), e male fa la Germania a non capire che, in un'ottica più ampia, che dovrebbe essere quella della visione "europea":

1) le strategie mercantilistiche sono di corto respiro e foriere di conflitti;

2) alla risoluzione degli squilibri devono cooperare anche i paesi in surplus, e non perché sono stati furbi (in economia, eventualmente, sarebbe un merito!) o cattivi (in economia questa categoria non esiste), ma banalmente perché hanno le risorse per farlo.

Il mio quindi non è moralismo, ma solo la considerazione spassionata della (non) sostenibilità tecnico-economica di certi atteggiamenti, non sostenibilità che è sotto gli occhi di tutti. La miopia dell'atteggiamento tedesco forse è figlia dei nostri tempi, figlia di un capitalismo finanziario che non vede al di là della prossima relazione agli azionisti. Certo che qui una leadership politica forte (non necessariamente paneuropea) potrebbe far sentire la propria voce, per allargare gli orizzonti. Ma è anche probabile che la miopia sia semplicemente, almeno in certi casi, figlia di pura e semplice malafede. Quando l'amico Hans Werner Sinn accusa del tracollo della Grecia la "lobby delle importazioni", che grazie ai sussidi dell'UE avrebbe rincorso i facili guadagni (?) derivanti dalle importazioni di beni esteri, sinceramente c'è da restare a bocca aperta. Bisognerebbe chiedere, all'amico Hans Werner, e forse anche all'amico ambasciatore (ma questo non lo farà nessuno): le centinaia di milioni di euro spese dagli industriali tedeschi per corrompere i politici greci rientrano in questi sussidi?

Dopo aver detto tutto quello che mi unisce (oltre all'amicizia) a Sergio, voglio anche dire quello che mi divide. Una cosa molto semplice. Lui è "eterodosso" e io sono "ortodosso" (non "omodosso"). E da ortodosso faccio un ragionamento molto semplice. I problemi che stiamo subendo sono la conseguenza ovvia dell'aver inibito, tramite la moneta unica, il funzionamento di un mercato: il mercato valutario. E allora, invece di chiedersi, come fanno gli "etero" e gli "omo", quale meccanismo utilizzare per rimediare al danno fatto (per gli etero più spesa, per gli omo meno spesa, per entrambi un altro ltro), io, da "orto", dico semplicemente: ristabiliamo il funzionamento del mercato valutario.

Sorprendente, no, l'accanimento col quale certi liberisti, quelli che vorrebbero prezzare anche l'aria che respiriamo, si oppongono a che la valuta di un paese possa avere il suo prezzo? Non lo trovate un po' contraddittorio? Io sì, tantissimo! Anche perché, come ho spiegato in Crisi finanziaria e governo dell'economia, la moneta unica è un concetto intrinsecamente contraddittorio: se esistessero le condizioni per la sua sostenibilità (cioè se le economie fossero sufficientemente omogenee), di moneta unica non ce ne sarebbe bisogno, perché l'allineamento dei fondamentali renderebbe minime le oscillazioni del cambio: scomparirebbero cioè i costi che vengono normalmente invocati a sostegno della necessità di una moneta unica! As simple as that...

E allora concludo dicendo al mio caro amico "etero" quello che lui sa già: caro Sergio, il tuo articolo mi piace tanto, ma mi piacerebbe ancora di più se cominciasse dalla fine. So bene che tu sei un economista e anche un politico. Possa la tua visione politica non tradursi, come finora è stato per quelle degli altri, in una mera perdita di tempo.



L'ortografia controllatela voi, che io vado a farmi una corsetta...

28 commenti:

  1. Profe, tra i modi che lei ha elencato ne manca uno per intonare il refrain "più Europa": quello onirico.
    Cmq., e al netto dell'iniziale ritrosia della dama germanica a partecipare al gran ballo dell'euro, anche a me l'articolo di Cesaratto - per quanto ne possa capire - è piaciuto, impeccabile direi, ma meno convincente mi pare nel finale, gli ultimi due capoversi, laddove accenna alle possibili "soluzioni" del dover-essere: "un'Europa responsabile". Anche se l'ultimo rigo è perentorio e fa piazza pulita delle osterie del pensiero, come le chiamava il Moro.
    roberto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma io credo che in effetti Sergio stia facendo molto bene un'operazione molto difficile, che io non sarei in grado di fare. Di conseguenza deve, con la bilancia del farmacista, fornire al paziente (in questo caso direi il sindacato) dosi allopatiche di luoghi comuni, e dosi omeopatiche di verità, cercando di dare sempre meno peso alle prime, e sempre più alle seconde. Direi che appunto in questo articolo la conclusione è piuttosto esplicita: a scenari alternativi dobbiamo pensarci, e dobbiamo farlo ora.

      Elimina
  2. ps.: mi scusi, ma la sua corsetta si è spinta fino in quel di Chianciano?
    roberto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, l'allergia mi ha sterminato a Settebagni... Sic transit gloria mundi! Mannaggia alle mimose e a chi le ha inventate...

      Elimina
    2. OT Professore forse le può servire questo.

      http://valdovaccaro.blogspot.com/2012/03/pollini-istamine-e-pazzie-auto-immuni.html

      Saluti
      Gianni

      Elimina
    3. Off topic per voi, spero, ma io ci sono dentro in pieno. E ho anche un meeting col prof. Sanrarelli, emerito di Goofynomics all'università di Topolinia... Non vedo l'ora di tornare al freddo!

      Elimina
  3. Profe quest' articolo è bellissimo e mi viene voglia di girarlo a un tedesco che sventolando un grafico del Washington Post ripeteva a pappagallo 'Ecco il debito dell' Italia, chi paga il debito dell' Italia con gli interessi?' Se non sventola l' WP, costui sventola il Fatto Quotidiano. Mica dati Ocse o BCE, attenzione. No, stampa di regime prezzolata per diffondere distorsioni e manipolazioni. A parte che costui pur dicendo di non essere di sinistra ragiona da piddino ( quindi non ragiona ), perché perfino la mia verduraia sa che l' interesse è una mera virtualità irripagabile, quindi il debito diventa una schiavitù eterna che erasa il capitale di partenza, evidentemente quest' 'economista fai da te no Goofy Tour' ha tutto l' interesse a non parlare del fatto che c' è una strategia di dominio e di espropriazione in atto ai danni non più solo del Sud Europa, ma adesso udite udite, anche dell' Olanda, che sta pensando di uscire dall' Euro ( dichiarazione di Geert Wilder ), come lei ha ben sottolineato sempre. Guarda caso Mariano Rajoy che si è opposto giorni fa al Fiscal Compact motivando la sua scelta con le parole ' decisione sovrana', si vede ora la speculazione ( di certo mandata da Deutsche Bank ) attaccare le azioni di società iberiche con l' appoggio più o meno mafioso delle agenzie di rating. Dunque le chiedo: posso inviarLe il grafico che questo assoluto idiota in malafede mi ha girato, così se le va ci fa sopra un articolo e gli spiega in quanto, come, e dove costui manca ( non solo nel cuore... ma anche e soprattutto nella testa )? Grazie

    Giulietta Sua.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giulietta... il nome di mia figlia! Tu manda, tanto io di debito volevo parlarvi. Riciclerò per voi la mia tesi di dottorato...

      Elimina
    2. Grazie Profe, glielo mando subito!

      Giulia

      Elimina
  4. In estrema sintesi si potrebbe consigliare la lettura "Fini alternativi della politica monetaria" scritto da keynes nel 1923.Sopratutto il punto 2 "stabilità dei pressi-stabilità dei cambi" dove keynes scrive "un cambio fluttuante (.....) è il correttivo più rapido e energico degli squilibri reali che insorgono,per qualsiasi causa,nei pagamenti internazionali,nonché di una meravigliosa misura preventiva nei confronti di quei paesi che tendono a spendere all'estero più di quanto consentono le loro risorse". Purtroppo Il concetto tedesco di economia sociale ha radice lontane dettate da errate interpretazioni fin dal 1959 da quando il Partito Socialdemocratico(SPD), nel famoso programma di Bad Godesberg rinuncia espressamente e definitivamente all’ideologia marxista e si avvicina all'Ordoliberalismo (l'economica sociale di mercato), è qui che una errata interpretazione del pensiero keynesiano fa si che la scuola di Friburgo guidata da Cancelliere Adenauer e dal Ministro dell’Economia Erhard abbia la meglio e l'economia sociale di mercato,diventa un sistema basato sulla libera iniziativa economica bilanciata dal limitato ma costante intervento dello Stato per mantenere l’equità sociale. Ma in Germania le politiche effettive le fanno le coalizioni politiche ed è in base ai punti di forza di quelle coalizioni che la Germania sposta le sue politiche fra essere di CD o CS. E in politica vige ancora il concetti di “ amico nemico” elaborato dal giurista tedesco Carl Schmitt processato a Norinberga il tutto in barba al padre dell'Ordoliberismo  W. Röbke che affermava “ il quadro e tutto ciò che sta dentro alla cornice”. In questo periodo Monti e il duo Merkozy pensano che il quadro si il puntino in mezzo al loro ombelico. Sarà dura Prof. Per anni e anni ci hanno detto che L'Euro era la nostra salvezza e i nipotini ( quelli che lei chiama Piddini) in parte per pigrizia e in parte per interesse saranno pronti a fare quadrato rispetto alle indicazioni di partito. MONTI E DI DESTRA, MA IERI IL SEGRETARIO BERSANI SU REPUBBLICA AFFERMAVA CHE NON ESCLUDEVA DOPO IL 2013 UN GOVERNO MONTI LEGITTIMATO POLITICAMENTE.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono tutti riferimente molto pertinenti, alcuni li ho imparati a conoscere proprio dal lavoro di Sergio. Ma quanto all'amica 'zdora, con le sue belle maniche rimboccate, forse su chi dà la legittimazione politica a un governo gli elettori hanno voce in capitolo, no? E il 2013 è fra un anno. Continuiamo a parlarne, e poi si vede...

      Elimina
  5. sono l'alunno dell'utimo banco, a volte a dx a sx (... da tempo non riesco più anche alzando le mani) ma preferisco "Yellow submarine" (http://www.youtube.com/watch?v=6V13M4O09xk&feature=related) anche se sono un rincorolling stone.
    Ciao tribuno.
    That's all, folks!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amico caro, nell'ultimo anno ho insegnato in quattro classi quattro materie diverse... Spero solo tu ti sia divertito!

      Elimina
    2. Moltissimo.

      Sei un grande !!!

      E molto bravo.....

      Elimina
  6. conosco poco di economia, purtroppo e ahimè, ma la sua analisi corrisponde in alcuni punti con quella di Loretta Napoleoni: tornare alla proprio moneta o, al più, creare 2 euro.
    Lei cosa ne dice?

    Inoltre. Suppongo conosca Loretta Napoleoni, posso chiederle un'opinione sulla sua opera divulgativa?

    Infine. Potrebbe indicare qualche lettura per imparare qualcosa sulle basi di economia?

    Grazie infinite! :)
    E buona domenica.

    RispondiElimina
  7. Professore, che ne pensa delle critiche di Nuti alla sua idea di reintrodurre la libertà valutaria per i paesi dell'area Euro?

    Se capisco bene, Nuti dice che l'idea non sarebbe sbagliata in sè, ma avrebbe costi transattivi altissimi a causa di una babele monetaria europea che gelerebbe il commercio internazionale tra gli stati coinvolti (e cita come esempio quello che è successo col crollo dell'urss e del comecon, come crisi più grave di quella del '29, seconda solo forse alla peste nera di metà '300)?

    Michele

    RispondiElimina
  8. FRIEDRICH EBERT STIFTUNG

    Maledetti menscevichi...

    RispondiElimina
  9. http://www.youtube.com/watch?v=jXBLvGuNVuU

    bé, quando te lo dice lui ci devi credere, no?

    (ma soprattutto che cazzo ridono in sala?)

    RispondiElimina
  10. Caro professore,ho appena terminato di leggere l'articolo in
    questione(con i suoi allegati)e sento la necessita di farle i complimenti.Non perchè la pensi come lei(anche se fosse non lo ammetterei mai)ma perchè riesce a rendere gli argomenti trattati
    (maledettamente seriosi)facili da digerire.magna est vis humanitatis!

    RispondiElimina
  11. A latere (mooolto), ma si è accorto, Profe, che gli orari di postazione (si dice così in basic italian?) dei post sono sballati fin dall'inizio, e adesso sballano pure i giorni?
    L'orologio di Goofynomics l'ha comprato dai cinesi?
    roberto

    RispondiElimina
  12. Caro professore,

    le segnalo (non mi pare che qualcun altro l'abbia ancora fatto) questa relazione di Stephanie Bell-Kelton a Rimini http://www.youtube.com/watch?v=UQtTkqc6gg0

    Utilizza un modello grafico (non ho capito il nome dell'economista che l'ha elaborato) che mi pare molto efficace per supportare un'analisi degli squilibri dell'area Euro che mi sembra molto simile alla sua.

    Cordiali saluti.
    Giorgio

    RispondiElimina
  13. Buongiorno Prof, mi scuso per l'O.T, ma leggendo un articolo di Cesaratto, mi è venuto in mente un suo post in cui si parlava del decisivo ruolo dei prestiti privati nel determinare la crisi greca. Nell'articolo di Cesaratto si parlava del flusso di capitali che dai paesi mercantilisti centrali si sono riversati in quelli periferici, generando, cito testalmente dall'articolo : " [...] una crescita effimera di paesi periferici, basata sull’edilizia in Spagna e Irlanda o sulla spesa pubblica in Grecia." Ora, ricordandomi del suo post e tenendo in considerazione sia il fatto che la Grecia ha avuto un disavanzo positivo non eccessivo almeno fino al 2007 (cioè fino a quando è scoppiata la crisi dei subprime che ha avuto ripercussioni mondiali sull'inclinazione delle banche a concedere prestiti facili), che quello dell'acquisto di ingenti quantitativi di materiale bellico dalla Germania, non sarà stata l'interruzione dei crediti privati e/o il vertiginoso aumento degli interessi sugli stessi, a determinare il deterioramento del gettito fiscale e del rapporto tra debito pubblico e pil? Forse Cesaratto quando scriveva quell'articolo dava già per scontato che i lettori fossero a conoscenza del contagio dal settore dei crediti privati a quello pubblico, oppure sono io che non ho capito bene? Ah, questo è il link che rimanda all'articolo http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/03/10/sergio-cesaratto-la-germania-e-l%E2%80%99italia-che-vorremmo-e-quelle-che-abbiamo/comment-page-1/#comment-11750
    Alessio

    RispondiElimina
  14. Buon pomeriggio Professor Bagnai

    Sono un suo recente acquisto (in qualità di nuovo frequentatore di questo blog)
    Mi asterrò da qualsiasi complimento/critica , e la ragione non è per una mia correttezza od educazione allo spirito critico , ma bensì dovuta alla mia totale amatorialità ed ignoranza in materia . quindi sia l'uno(propenderei nettamente) che l'altro caso sarebbero totalmente infondati ed inopportuni
    Con questo mio commento vorrei chiederle inoltre l'autorizzazione , qualora ne sentissi la necessità in futuro , a dare spazio ai suoi post tramite link su social network , forum e mailing list di cui faccio personale uso , per coinvolgere persone mie conoscenti e non ad una sana documentazione e autoformazione (so che suona orrenda ma questo passa il convento)
    Questa richiesta è motivata dalla sua volontà più volte palesata per iscritto a voler tenere lontano da questo luogo non luogo "amatori" e relativi commenti (come il sottoscritto peraltro)
    Cordiali saluti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiarisco il concetto: gli "amatori" che infastidiscono me sono quelli che non sanno di non sapere. Quindi per esempio tu non ci rientri! Quando mi sono messo a fare divulgazione ho dato per scontato che avrei ricevuto tante "lezioncine". Non le ho accettate tutte con uguale buona grazia. Ma lo scopo del mio lavoro è divulgare, quindi se mi aiuti mi fai un favore!

      Elimina
  15. http://www.repubblica.it/economia/2012/03/11/news/schaeuble_ho_fiducia_in_atene_l_austerit_non_crea_recessione-31347388/

    Ecco cosa le idee che spinge Repubblica, per quanto incredibilmente l`intervistatore riesce a fare domande pertinenti.
    Fra la propaganda, una cosa mi ha lasciato allibito: la proposta di fare "un anno sabbatico dall`euro". Praticamente ci fanno uscire, fanno lo shopping che gli pare, e ci fanno rientrare per spolparci ancora AD LIBITUM.
    Le sue previsioni sull`arroganza dei vincitori sono mortalmente precise...

    RispondiElimina
  16. Gent.le prof.Bagnai potrebbe fornirmi un link ai grafici che ha trasmesso in questo video http://www.youtube.com/watch?v=XKFs6P_RyGo , con stima e grazie
    Enzo Garofalo
    attivista Democrazia MMT

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maggior parte sono stati commentati in questo post. Fammi sapere se ti manca qualcosa. Buon lavoro.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.