martedì 3 novembre 2015

Gli indifferenti (la replica di Duccio)

(...non sono d'accordo con lui: chi è intervenuto, e intervenuto qui, per non esprimere altro che una squallida reazione di difesa corporativa della propria categoria dovrebbe vergognarsi. Spero lo faccia ora...)


Duccio Tessadri ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I traditori": 

Ringrazio per l'attenzione, del professore e di chi ha commentato. 
Fossimo su facebook avrei messo 'mi piace' alla maggior parte dei commenti, veramente interessanti, a partire da quelli critici. 

Un paio di cose ci tengo però a precisarle, anche se hanno un carattere personale.

Come molti qui dentro, voglio più servizi pubblici e più beni comuni, e persone ben pagate e ben formate per amministrarli. 

Quando critico lo Stato e chi vi opera, critico lo Stato-apparato, la burocrazia che non funziona, anzi che funziona benissimo, purtroppo sempre meglio grazie alla tecnologia, per gli scopi per cui è stata creata (incrementare il proprio potere; soggiogare le persone che costituiscono l’oggetto del potere).
Volere più servizi pubblici e combattere la dittatura (che, guarda un po’, si realizza con l’esercizio di pubblici poteri) credo siano due facce della stessa medaglia, non due cose in contraddizione, come invece sembrano pensare alcuni …
Sono stato un dipendente pubblico (agenzia delle entrate) per circa 10 anni. Allo Stato (a QUESTO Stato) ci ho creduto finché non ho capito ... e, non essendo particolarmente sveglio, per capire ci ho messo una decina di anni. Dopo di che ho offerto un bicchiere di aranciata ai colleghi (spesso persone in gamba e che continuo a frequentare) e ho dato le dimissioni.  

E lo stesso ragionamento può essere fatto per praticamente ogni organizzazione complessa, che sia una banca, un supermercato o un call center, perché le logiche disumane in cui si lavora sono, con le rare eccezioni del caso, le medesime.

Alla fine, il mio messaggio si riduce a questo: 

1) OCCHIO perché queste logiche disumane su cui il potere vuole che si fondi il funzionamento della società, a molte persone vanno benissimo, ne rispecchiano perfettamente la natura… E non parlo dei capoccioni, dei grandi vecchi, parlo del vicino di casa, dei parenti, dei colleghi di lavoro etc, a volte è sufficiente guardarsi allo specchio… E adesso che la crisi li tocca ce li troveremo apparenti compagni di trincea, finché non troveranno conveniente spararci alla schiena. C’era anche una favoletta di Esopo, la rana e lo scorpione...

2) questi meccanismi tendono a selezionare le persone moralmente peggiori, perché, non distratte da pensieri sulle conseguenze finali delle loro azioni, sono più efficienti a eseguire gli ordini, altro che fannulloni e corrotti! Ma anche su questo non mi sembra di dire niente di nuovo, filosofi e studiosi di diritto penale si interrogano sul tema (burocrazia, tecnica, coscienza, possibilità di muovere un rimprovero a chi si limita a eseguire fedelmente ordini legittimi) almeno da Norimberga in poi … 

Postato da Duccio Tessadri in  Goofynomics alle 3novembre 
2015 00:30



(...così è più chiaro?...)

(...scusate: aggiungo questo altro commento, che coglie esattamente il punto, a beneficio degli insegnanti verginelli futuri pentastellati che "noi no!" È scritto in italiano: se lo leggete lo capite. Ma leggetelo...)

Maurizio ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "I traditori": 

Ogni volta che non avrai sentito il bisogno di rivoltarti e scioperare per la chiusura di una fabbrica, ogni volta che avrai allargato le braccia dicendo "e' il mercato.." , a qualunque categoria tu appartenga, insegnante, impiegato pubblico o privato, guardaboschi o bancario......hai tradito. E la difesa della categoria specifica a cui appartieni dai luoghi comuni NON e' solidarieta', non e' aver capito. E' solo un altro episodio che conferma che "L'altro", quel che e' fuori da te, a cui non appartieni, ti e' estraneo. Non un componente del corpo che viene ogni giorno battuto e torurato e licenziato e impoverito. Significa che "l'altro" non ti appartiene . Nel '74 scendevamo in piazza in difesa dei metalmeccanici...mio padre, piccolo imprenditore, era l'unico con la borsa dei ferri e il cacciavite e la tuta blu dei padri della mia classe....anche allora ci dicevano che scioperavamo per non studiare,....avevo la media del 9....ma sentivo che se perdevano i metalmeccanici avrei perso anch'io. Il "sentire" l'altro.......a me e' rimasto. 


Postato da Maurizio in  Goofynomics alle 3 novembre 2015 06:51

(...grazie, Maurizio. Tu hai cercato di capire cosa succedeva dietro la collina...)


163 commenti:

  1. Queste considerazioni rendono evidenti le cause (per me un tempo incomprensibili) del passaggio dopo la liberazione da una maggioranza di fascisti ad una maggioranza di antifascisti. Ugualmente, al crollo dell'eurosistema, tutti gli euristi convinti si iscriveranno alla corrente degli eurocritici (abbiamo già registrato qua più di un movimento in questo senso).
    Tornando al paralllelo con Liberazione, viene da pensare che già allora non fu la Resistenza a liberarci dal fascimo, furono gli angloamericani. Ovvero, il cambiamento non maturò da un moto nazionale.
    Al momento è evidente che gli USA difendono l'eurozona, quindi da lì nessun barlume. Continuo a pensare che la nostra unica speranza sia che la Le Pen faccia saltare il banco nel 2017 - o che lo faccia saltare prima la Germania stessa, per gestire liberamente la sua epocale crisi bancaria prossima ventura. Dopodiché le nostre elite annuseranno il vento e si allineeranno nella direzione più conveniente - se per loro e i loro attuali mandanti o per il paese è il punto, il fuoco del dibattito, la sua ragione attuale.

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    1. Condivido questa parte:
      "Queste considerazioni rendono evidenti le cause (per me un tempo incomprensibili) del passaggio dopo la liberazione da una maggioranza di fascisti ad una maggioranza di antifascisti. Ugualmente, al crollo dell'eurosistema, tutti gli euristi convinti si iscriveranno alla corrente degli eurocritici (abbiamo già registrato qua più di un movimento in questo senso)."

      Sugli americani, invece, ho qualche dubbio. Hanno tollerato i campi di concentramento nazisti e ci hanno "salvato" quando, forse, non avevano altra scelta.

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    2. Specifico: fra un po' temo non avranno scelta. L'idea di sostituisci con le classi medie emergenti non è che stia funzionando benissimo. Per il resto, sì, anch'io, da quando ho studiato insieme con voi l'antropologia piddina, capisco più che il fascismo, direi il nazismo. Preferivo non capire, perché mi serviva a illudermi che non si sarebbe ripetuto.

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    3. Per completare, caro Prof., la mia risposta a Lettore Occasionale, non mi pare che "è evidente che gli USA difendono l'eurozona".
      Che interesse hanno gli Usa a difendere una moneta forte che, in ogni caso, si contrappone alla loro moneta ?

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    4. Lorenzo: qui sono quattro anni che la gente studia, e ci sono due libri di testo. Pensaci un attimo.

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    5. Di una semplicita' inaudita...ricordati che moneta "forte" e' un'invenzione della propaganda, una moneta non e' "forte" o "debole"...e' solo sopravvalutata o sottovalutata e comunque sempre in termini relativi ad un'altra. E che interesse mai avranno gli USA a promuovere e sostenere il cambio sopravvalutato di un'accozzaglia di imbecilli che consente a loro di rimanere moneta egemone e di riferimento con la cieca stupidita' che una moneta debba essere "forte"....una moneta si sopravvaluta o sottovaluta, in un "mercato" vero e non distorto solo per differenziali di inflazione e differenze tra prezzi interni relativi e di produttivita'. Una moneta "debole" sta solo riequilibrando uno squilibrio. E comunque smettiamo di usare le categorie e gli aggettivi dei goebbels prezzolati...se noi siamo diversi.

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    6. Non credo che le masse possano capire, anche se con questo non nego che in passato per brevi periodi della storia sia accaduto qualcosa di simile.
      Non dipende da noi, ma da fattori per fortuna ancora sconosciuti e probabilmente inconoscibili. Può accadere e a qualcosa di simile ho assistito nel 1979. Poi l'oblio! C'è un perché? Me lo sono chiesto molte volte, ma l'unica spiegazione che mi sono dato è che succede.

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  2. “Taluno dei rappresentanti si mostrava umano perché odiava la parte ch'era costretto a recitare, e taluno era irritato di dover mostrarsi disumano, e taluno si mostrava freddo e insensibile perché da tempo aveva imparato che il padrone, per essere tale, deve necessariamente mostrarsi insensibile. E nel loro intimo tutti quanti si riconoscevano, a malincuore, strumenti d'una forza inesorabile. Alcuni di essi detestavano le cifre che li costringevano ad agire così, altri le temevano, altri ancora le veneravano perché offrivano loro un rifugio contro la ragione e il sentimento. Se il proprietario della terra era una banca, o una società finanziaria, i rappresentanti dicevano: La Banca (o la Società) intende... vuole... ha bisogno... esige... quasi che la Banca o la Società fosse un essere mostruoso, dotato di intelletto e sentimento, che li tenesse prigionieri tra i suoi tentacoli. Né s'assumevano alcuna responsabilità in nome della banca o della società, in quanto essi si ritenevano esseri umani e schiavi, laddove le banche erano al tempo stesso macchine e padroni. Alcuni rappresentanti erano orgogliosi d'essere schiavi di così possenti e inesorabili padroni.”

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    1. Steinbeck, "Furore" (The grapes of wrath"). Uno dei miei libri preferiti. Purtroppo sempre molto attuale.

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    2. 5000 anni di fuga dalle responsabilita'.

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    3. Bellissimo questo passo, Dragan, fa proprio al caso.
      Come non ritrovarsi nell'analisi di Duccio e la testimonianza di Maurizio?
      Io ho attraversato il Rubicone non da ora; indietro non si torna più.
      Le sensazioni che provo nel rileggere post come questi e alcuni commenti, non sono affatto piacevoli. E' come assistere alla valanga che ci frana addosso e non poter far nulla.
      Di una cosa sono mio malgrado sicuro, che tutto quel che stiamo vivendo e provando, ha in me instillato il seme dell'odio verso coloro che continuano a ignorare la realtà delle cose. Ripeto mio malgrado.
      A questo punto, salvo eventi improbabili se non addirittura imponderabili, il finale sarà tragico.

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    4. Purtroppo è un esempio degli aspetti hubbardiani (leggi "settari") che sembrano cogliere i commentatori di questo blog: l'odio verso il "nemico" descritto come idiota e/o criminale (per hubbard le "persone soppressive" qui l'inesistente "piddinia" che un giorno il professor Bagnai ci spiegherà che era una metafora come la mela e il serpente). Il millenarismo, la rassegnazione alla grande catastrofe, l'idea di "essere nel '39" anche se poi l'armageddon non arriverà mai (per hubbard la grande catastrofe è adesso, ma successa 75 milioni di anni fa). Hai varcato il Rubicone e sei andato in depressione (fa anche rima). Ma non sei quello che ha capito tutto, il soldato di luce, l'ufficiale leale contrapposto alle soverchianti forze del male, hai solo preso un brutto trip di mentalità settaria.
      Attendo comunque un paper scientifico su cosa sia la piddinia (che, rpeto NON ESISTE)

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    5. Caro, Piddinia è la zona geografica che corrisponde a spanna alle storiche "regioni rosse", ed esiste. La piddinitas è l'atteggiamento di chi sa di sapere, cioè, per esempio, anche il tuo. Di Hubbard (con la maiuscola o la minuscola, rispetto la tua eterografia) non so molto. Cosa sia un piddino nel senso tecnico qui descritto (individuo mononeuronale barricato dietro alle proprie certezze e sostanzialmente sociopatico per assenza di empatia) è stato discusso molte volte. Se segui questo blog seguilo, altrimenti non seguirlo. Non te lo chiede nessuno. Sinceramente, ti sopravvaluti. Ma non devo dirtelo io, per carità. Lo storico dei tuoi commenti è eloquente (sei il trollazzo che obiettava su non so quale attività editoriale di Vladimiro, ecc.). Mi piaci di più quando fai Peter Yanez!

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    6. non replico non essendo troll ;)

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    7. Cercherò di definire la PDinia e la PDinitas, ovvero la mentalità dei PDini.

      Chissà perchè qualche PDino, oggi , dopo qualche anno di evangelizzazione, si è convertito e parla come se fosse Bagnai; qualcuno riesce ad emigrare.

      La Piddinia esiste soprattutto come senso di appartenenza ad un universo ipo-uranico, ovvero il contrario del mondo iper-uranico e che possiede ogni caratteristica di quest' ultimo ma "anti" ovvero con caratteristiche "inverse" e quindi di tipo ipopiramidale. Idee immutabili si ma irrazionali e basate solo sull' appartenenza a questo sistema di disvalori, di cui l' Unità è diventata portatavoce e organo ufficiale.
      Si comprende ciò, pertanto, guardando ai seguenti esempi eclatanti (mi limito ai peggiori e temporalmente più recenti):
      A) La tassazione sulla prima casa o i limiti all' uso del contante (indipendentemente dalla loro valenza ed efficacia e dal mio giudizio di merito), sono cosa pessima se cancellate da "parte altra" e cosa sommamente buona se fatta dal PD: corollario, se "parte altra" viene configurata come destra, il PD è configurato come sinistra a prescindere dalle politiche economiche di riferimento.
      B)Le riforme della legge elettorale e del bicameralismo perfetto, sono cosa pessima se effettuate da "parte altra" e cosa sommamente buona se fatta dal PD: corollario, se "parte altra" viene configurata come destra, il PD è configurato come sinistra a prescindere dalle politiche istituzionali di garanzia
      C) La demolizione delle garanzie nel mercato del lavoro e dei livelli salariali ed il sostanziale abbattimento dello statuto dei lavoratori, sono cosa pessima se cancellate da "parte altra" e cosa sommamente buona se fatta dal PD: corollario, se "parte altra" viene configurata come destra, il PD è configurato come sinistra a prescindere dalle politiche del lavoro che siano funzionali all' interesse delle classi di riferimento.
      Potrei continuare con altre politiche, quali quelle sulla sanità, la scuola (pubblica e privata), le politiche sulla giustizia etc. indipendentemente sulla bonta o meno di tali politiche, la questione è semplicemente basata sulla diversa posizione del mondo PDino a prescinderne, appunto e ciò da conto della ipo-urania PDina, di cui prima parlavo e configura i confini di quel mondo.

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    8. Metafora (dal greco μεταφορά, da metaphérō, «io trasporto») è un tropo, ovvero una figura retorica che implica un trasferimento di significato (fonte: Wikipedia). Oppure: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini (fonte: G. Devoto, G. C. Oli, Dizionario della lingua italiana).
      Mi pare che il gioco delle tre carte, ove inesistente è la correttezza degli allestitori, sia di tutt'altra natura quindi. In senso sia metaforico che reale invece, la truffa esiste eccome.

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    9. Pensi Gavelli che sono in possesso d'informazioni di primaria importanza che confermano le sue preoccupazioni circa una deriva di matrice settario-hubbardiana in chi commenta. La situazione comincia infatti a farsi preoccupante, l'odio è pervasivo. Dopo i tentativi di Giacché di corrompere i giovani ed introdurre nuove divinità pare infatti che si stia per organizzare addirittura un Torneo di braccio di ferro all'Overlook Hotel di Montesilvano. È evidente che qualcuno deve aver riferito loro della mia costituzione poco massiccia e della mia evidente inclinazione alla non violenza con l'intenzione di sopprimermi, in quanto elemento debole del branco. Non so come, ma deve per forza essere andata così. Vogliono farmi fuori Gavelli, capisce? E con me tutti i pacifici finché non ne rimarrà uno soltanto: Bagnai, che al momento ha un principio di gotta a forza di nutrirsi di carne, ma dovrebbe farcela in vista della realizzazione della fase finale. All'inizio non l'avrei creduto, ma poi alcuni episodi mi hanno fatto unire con orrore tutti i puntini: gli avvertimenti di Yanez, le offese alle casalinghe, i montgomery di sempreverdi. Come ho fatto ad essere così cieco? come? Pensavo di appannare qualche vetro scrivendoci sopra "help!" ma hanno telecamere ovunque. A questo punto baratterò la mia vita con l'unica cosa utile che sappia fare bene: il corridore fondista, ho sempre avuto eccellenti tempi con ottimi risultati anche sullo scatto breve. Mi troverà assieme agli altri Martinitt alle prossime Cinque Giornate di Milano...

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    10. @Nicola Baroni
      Sempre che, confuso tra i Martinitt, non ci sia anche Martinet, e senza cappuccio, in veste d'implacabile sicario di questa turpe ed antropofaga setta (davvero mi perdoni Martinet, non ho saputo resistere all'ignobile gioco di parole ed ora, vestito del solo perizoma d'un sadhu, vado a imparare a memoria il Mahabharata come atto espiatorio - ma almeno la si adagia sull'allegro, sdrammatizzando laddove si puote il farlo...).

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    11. @Gavelli
      Costituirò un comitato di preghiera a lei dedicato, nella hubbardiana speranza che dio caos metta un po di ordine nel labirinto della sua testa.
      Mi creda, ne ha bisogno, anche se lei lo negherà.
      Si faccia forza, le siamo vicini........
      Amen

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    12. @ Nicola Baroni

      Ti segnalo che mi sono iscritto anch'io al contest di braccio di ferro vegliardi (ho 59 anni) contro giovane.
      Però non disperare, e leggi o rileggi invece il capitolo quarto de "I tre moschettieri": vedrai che la vita tornerà a sorriderti.

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    13. @ Roberto
      Scherza? ho letto tutto il ciclo. Rileggendo il capitolo e pure quello successivo i ricordi hanno cominciato a riaffiorare. In effetti d'Artagnan un poco m'assomiglia, però io gioco: ho un'indole britannica in realtà. Decisamente. Comunque sia non mi tirerò certo indietro: se duello dev'essere - signori - che duello sia!!

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    14. @ citodacal
      Ecco, vada a studiare ché poi la interrogo; comunque, in effetti, ho avuto contezza della setta Kāpālika in Tamiḻ Nāṭu che sembra pratichi il cannibalismo rituale.

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    15. È strano come una replica vista dal basso sembri una replica, anche se c'è scritto che non è una replica...

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    16. Quindi anche sull'affermazione di non essere un troll vengon dei dubbi, non trovi?

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    17. Bravo Nicola, uno che ha letto tutta la saga dei Moschettieri mi sta subito simpatico.
      In effetti, i partecipanti al contest riassumono tutto il maestoso ciclo: tu sei a "I tre moschettieri", Velo di Maya e martinet sono a "Vent'anni dopo" e io sono a "Il visconte di Bragelonne, o Dieci anni più tardi"...

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    18. Grazie. Anche se per me il più esaltante di Dumas è stato Il Conte di Montecristo devo dire. Comunque io accetto la sfida a braccio di ferro solo se partecipa er cavajerenero. Devo lavare l'offesa ricevuta: ha detto che si straccia le palle a leggermi. Inaccettabile.

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    19. Baroni, prima chiedi a Pietro Degli Effetti in che condizioni sono. Prendersela con un povero vecchio non è gesto elegante da parte tua, e se posso, paternamente ti consiglierei di dedicare a Diversamente Cozza, e non a me, gli ultimi rimasugli di quel fisico da poeta che madre Natura ti ha legato. Se vuoi, puoi sostituire il "che" con un "cui". In questo secondo caso, non chiedere a me di scioglierti.

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    20. In effetti "legato" è il termine che sento più vicino. Non si preoccupi non intendevo chiederglielo: c'è già chi ci pensa per tutti noi prima o poi. A liberarci intendo. La vedo più come Fauré che come Mozart ecco. Comunque dev'esserci stato un malinteso: a braccio di ferro sono una schiappa clamorosa, ma sono sempre stato uno sportivo piuttosto convinto. Ho pure fatto 8 anni di judo. Ora corro e basta e vado in montagna la domenica con DC che, mi creda, mi vede anche troppo. A proposito DC dice che ha un regalino di Natale per Lei, per tirarle sul il morale di questi tempi. Io ne ho preso uno uguale al dottor Martinet....
      Con immutato affetto
      N.

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    21. Giovine Baroni, sappia che per legge mi è vietato accettare regali che superino un certo valore altrimenti si configurerebbe il reato di corruzione: spero che questo non sia il suo intento, nevvero?
      Comunque, potrei, al limite, gradire una seicentina come petit cadeau: magari un Museum Hermeticum.

      P.S.: Questi giovini...

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    22. Gentil Martinet, la mercatura tra gentiluomini va rifuggita. Il sol pensiero mi offende, vieppiù quando possa avere ad oggetto atti propri d'un pubblico ufficio o contrari ai doveri che ne conseguono. Abbassandoci a maggiori trivialità vi sarebbe oltretutto da considerare che il reato di corruzione corrisponde invero a quel tipo di reato che noi giuristi siamo soliti definire reato plurisoggettivo o a concorso necessario, ovvero, nel nostro ipotetico scenario: sbatterebbero dietro le sbarre pure il sottoscritto. Ed io non ci tengo proprio: oltre al fisico, ho pure l'animo del poeta. Certo che se poi ci mettessero nella stessa cella il discorso cambierebbe un pochettino: io sarei Dantès, Lei Faria e la cosa acquisterebbe un tono decisamente più divertente... forse più per me, ma non è mica detto che la storia debba ripetersi sempre uguale, no?

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    23. L'unico Faria[s] che potrei esserle è Victor, e le parlerei fino al suo sfinimento di Heidegger.

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  3. Sono iscritto al blog da circa 4 anni ma non intervengo da almeno 2. Più che scrivere amo leggere. Lo faccio con l'approccio di chj spera di crescere ad ogni lettera che i suoi occhi collegano alla precedente. Oggi però non riesco a non intervenire perché proprio oggi come mai prima, questo blog ha raggiunto il culmine del suo impegno e l'obiettivo prefisso alla sua nascita: creare una coscienza nei lettori. Coscienza di ciò che accade fuori da noi ma soprattutto dentro di noi. Dopo 4 anni passati ad informarci su quanto c'era là fuori, oggi, finalmente si è passati a rivolgere lo sguardo all'interno di ognuno di noi. E il risultato è stato sorprendente. Finché le responsabilità erano degli "altri" tutti abbiamo applaudito e ringraziato per il dono della conoscenza, ma appena siamo stati messi di fronte alle nostre di responsabilità ecco le resistenze, le negazioni, le difese corporative ad oltranza. Non sono le stesse reazioni della classe dirigente quando la si mette di fronte alle proprie responsabilità? "Quando guardi nell'abisso, l'abisso guarda in te" (Cit. ) riconoscere e accettare il male in ognuno di noi è l'inizio del vero percorso di crescita e liberazione. Ora capisco realmente la richiesta di scuse pubbliche che il prof ha rivolto alla classe dirigente. Solo attraverso di esse lo sguardo che ci rimanda l'abisso non ci spaventerebbe piu' e colmerebbe quel vuoto etico e culturale che è stato il fertilizzante della crisi che ci ha investiti. Oggi siamo stati chiamati noi a chiedere scusa per la nostra indifferenza, per aver voltato lo sguardo dall'altra parte ogni volta che veniva "portata via" una categoria che non fosse la nostra. L'efficacia del dividi et impera è proporzionale al livello d'indifferenza che le singole categorie hanno verso le altre. Oggi capisco di aver utilizzato in modo produttivo questo blog, per 4 anni ho letto tutti voi, da tutti voi ho imparato qualcosa e la somma dei singoli qualcosa sono le mie scuse per essermi voltato dall'altra parte per tanto tempo. Il più bel regalo ricevuto dal blog non è la comprensione di alcuni concetti di economia ma aver imparato che l'indifferenza verso le deportazioni degli "altri" penalizza anche me.

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    1. Condivido completamente. L'indifferenza, il non agire, sono le nostre principali responsabilità in questa follia.

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    2. Un certo King scriveva più o meno così: non temo la violenza dei malvagi, ma il silenzio degli onesti...

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  4. A suo tempo, 60 anni fa, mi aveva colpito, e mi è rimasto in mente quale insegnamento morale e pratico per la vita: ".. non chiedere per chi suona la campana... suona per te... non siamo un'isola, ognuno di noi fa parte dell'umanità..." (J. Donne, no Hemingway).
    Credo si adatti e completi bene il nostro tema.

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  5. ...Chi non ha mai conosciuto la tentazione di essere il primo nella comunità non capirà nulla del gioco politico, della volontà di assoggettare gli altri per farne degli oggetti, né intuirà gli elementi di cui si compone l’arte del disprezzo.
    Sono rari coloro che non hanno mai provato, in una misura qualsiasi, la sete di potenza; essa è conforme alla nostra natura e tuttavia, a considerarla bene, assume tutti i caratteri di una condizione morbosa, di cui guariamo soltanto per caso oppure per una maturazione interiore. […]
    L’ambizione è una droga che fa di colui che vi si dedica un demente in potenza.
    Chi non ha osservato in sé o negli altri queste stigmate, quest’aria di animale smarrito, questi tratti inquieti e come accesi da un’estasi sordida, rimarrà estraneo ai malefici e ai benefici del Potere, inferno tonificante, sintesi di veleno e di panacea.
    Immaginate adesso il processo inverso: passata la febbre,eccovi disincantati, normali fino all’eccesso.
    Più nessuna ambizione, e dunque, più nessun mezzo di essere qualcuno o qualche cosa; il nulla in persona, il vuoto incarnato: ghiandole e viscere
    chiaroveggenti, ossa disingannate, un corpo invaso dalla lucidità, puro per se stesso, fuori gioco,fuori tempo, sospeso a un io irrigidito in un sapere totale senza conoscenze. […]
    Per diventare uomini politici, vale a dire per avere la stoffa di un tiranno, occorre uno sconvolgimento mentale; per cessare di esserlo, se ne impone ugualmente un altro: non si tratterà,in fondo, di una metamoforsi del nostro delirio di grandezza? Passare dalla volontà di essere il primo nella comunità a quella di esservi l’ultimo, è come, attraverso un mutamento di orgoglio, sostituire a una follia dinamica una follia statica, un genere insolito d’insania, altrettanto insolito della rinuncia
    che ne deriva e che, appartenendo all’ascesi piuttosto che alla politica, non rientra nel nostro discorso.
    Dato che l’appetito di potenza si è sparpagliato da millenni in molteplici tirannidi, piccole e grandi, che hanno infierito qua e là, sembra ora giunto il momento in cui esso debba finalmente raccogliersi, concentrarsi, per culminare in una sola, espressione di questa sete che ha divorato e divora il globo, meta di tutti i nostri sogni di potere, coronamento delle nostre attese e delle nostre aberrazioni.
    il gregge umano disperso sarà riunito sotto la guardia di un pastore spietato, sorta di mostro planetario dinanzi al quale le nazioni si prostreranno, in uno stato di sgomento vicino all’estasi.
    Con l’universo in ginocchio, un capitolo importante della storia sarà concluso.
    Poi comincerà lo sgretolamento del nuovo regno, e il ritorno al disordine primitivo, alla vecchia anarchia;
    gli odii e i vizi soffocati risorgeranno e, con essi, i tiranni minori dei cicli passati.
    Dopo la grande schiavitù immane, la schiavitù qualunque. Ma, all’ uscita da una servitù i sopravvissuti saranno fieri della loro vergogna e della loro paura e, vittime fuori classe, ne celebreranno il ricordo. […]
    Siamo nati per esistere, non per conoscere; per essere, non per affermarci. Il sapere, avendo irritato e stimolato il nostro appetito di potenza, ci condurrà inesorabilmente alla rovina. (…)
    ...

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    1. Per conoscenza:
      http://www.independent.co.uk/news/business/news/the-10-jobs-that-attract-the-most-psychopaths-a6692656.html

      e per i deversamente inglesi (due anni prima)
      http://www.psicosocial.it/professioni-con-piu-psicopatici/

      saluti

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  6. Dovremo espiare con un supplemento di squilibrio ciò che abbiamo imparato da noi stessi, qualsiasi conoscenza estratta dalla nostra propria essenza. Frutto di un intimo disordine, di una malattia definita o diffusa, di una disfunzione alla radice della nostra esistenza, il sapere altera l’economia di un essere.
    Ciascuno deve pagare per la minima offesa recata a un universo creato per l'indifferenza e per la stasi; presto o tardi, ci si pentirà di non averlo lasciato intatto.
    Ciò vale per la conoscenza,ciò vale ancora di più per l’ambizione, perché usurpare i diritti altrui comporta delle conseguenze più gravi e più immediate che violare il mistero o semplicemente la materia. Si comincia col fare tremare
    gli altri, ma gli altri finiscono col comunicarvi i loro terrori. […]
    Tutti gli uomini sono più o meno invidiosi; gli uomini politici lo sono in modo assoluto. Si diventa uno di loro soltanto in quanto non si sopporta nessuno accanto o sopra di sé. […]
    Il «popolo», si sa fin troppo bene a che cosa è destinato: subire gli avvenimenti e le fantasie dei governanti, prestandosi a piani che lo indeboliscono e lo opprimono. Ogni esperienza politica, per quanto «avanzata» sia, si attua a sue spese, si dirige contro di lui: esso porta le stigmate della schiavitù per decreto divino o diabolico. Inutile impietosirsene; la sua causa è senza scampo.
    Nazioni e imperi si costituiscono grazie al suo compiacimento per le iniquità di cui è oggetto.
    Non c’è capo di Stato o conquistatore che non lo disprezzi; ma esso accetta questo disprezzo, e vive. Se cessasse di essere debole o vittima, se si sotraesse al suo destino, la società scomparirebbe e, con essa, la storia tout court.
    Ma non dobbiamo essere troppo ottimisti: nulla nel popolo permette di prospettare
    un’eventualità tanto bella. Così com’è, rappresenta un invito al dispotismo. Sopporta le sue prove,talvolta le sollecita, e non vi si ribella se non per correre verso nuove altre, più atroci delle precedenti. Dato che la rivoluzione è il suo unico lusso, vi si precipita, non tanto per trarne qualche beneficio o migliorare la propria sorte quanto per acquisire anch’esso il diritto di essere insolente,
    vantaggio che lo consola degli smacchi abituali, ma che perde non appena si aboliscono i privilegi del disordine.
    Poiché nessun regime assicura la sua salvezza, si adatta a tutti e a nessuno.
    E, dal Diluvio fino al Giudizio, tutto ciò cui può aspirare è di adempiere onestamente la sua missione di vinto.

    bacio non ostante comunista
    la funambola

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  7. Buongiorno. Sono daccordo con l'antropologia del piddino descritta da Duccio e anche con Maurizio. Alcuni punti collaterali mi stanno a cuore. Mi scuso per la lunghezza e la scontatezza.

    Non serve (e credo non abbia senso alcuno, ma non importa provare questo qui) dare un giudizio morale del tradimento. Il tradimento è fattuale. Solo dei fatti possiamo discutere. Anche io tradivo un tempo. Questo significa che ero meno empatico, meno compassionevole verso l'umanità? Ero curioso e cercavo ma sbattevo contro le solite risposte e gli stereotipi a cui io stesso credevo almeno provvisoriamente. Forse la differenza sta nel non smettere di cercare: il sapere di non sapere. Però le stagioni della vita cambiano per tutti. L'elaborazione del lutto e della sofferenza ne aprono spesso di nuove. Quindi ne arriveranno altri da questa parte. Ne sono previsti molti altri, e bisognerà saper accoglierli.

    Il tradimento della sinistra suscita maggiore indignazione perché colpisce "a tradimento" (appunto) la classe che dice di proteggere e perché ha in mano il timone e non varia per nulla direzione. Però anche la destra ha tradito perché la cessione della sovranità nazionale (con metodi incostituzionali) a un organismo non democratico e l'abbattimento della domanda interna con la conseguente distruzione della PMI italiana non possono far parte di una destra democratica e civile.

    Non si può dire "la destra ha fatto il suo dovere" perchè cosi si da una connotazione moralmente negativa alla destra e la classificazione diventa manicheistica con a sinistra i buoni, compassionevoli e cristiani e dall'altra parte i cattivi, direi addirittura pazzi violenti e più o meno consciamente masochisti, i quali vorrebbero o non si oppongono alla sud-americanizzazione dell Europa e alla distruzione delle culture nazionali. Questa non sarebbe destra ma associazione criminosa.

    Il punto fondamentale è che non si può lasciare escluso nessuno dalle liste dei traditori e dei redimibili. Qualcuno qui parlò di CLN in proposito. Qui si tratta di ripristinare la democrazia e tutti sono chiamati al compito. Quelli che insistono nel voler commissariare l'Italia a un organismo altro, come Monti invita a fare un giorno si e un'altro pure: quelli sono i nemici veri e vanno denunciati in ogni possibile sede. Chiunque altro e da qualunque parte provenga per me dovrebbe essere accolto a braccia aperte e senza esigere scuse.

    Io non ho mai chiesto scusa a nessuno. Ero radicale. Mai stato piddino perché li conoscevo bene. La mia città: Terni, si potrebbe chiamare Piddinia. La storia di Terni è emblematica per come PCI e PD hanno operato in Italia.
    Mi definivo radical-socialista ed ero europeista. Di fatto ero ignorante e moderatamente autorazzista. Ora mi vergogno della rozzezza degli argomenti che avevo 10 anni fa. Il fatto è che tutti noi siamo in trappola del politicamente corretto, che lo vogliamo o no. Eravamo tutti schiavisti qualche secolo fa. Non parliamo di come trattavamo le donne e i bambini anche 100 anni fa. Io non credo dobbiamo scusarci noi ora come non ha senso condannare i nostri nonni. I nazisti di tutte le epoche sono "gente normale" che ancora oggi vive tra di noi e in parte ancora IN NOI. Anche noi, qui, seppure "risvegliati", ora consapevoli di alcuni meccanismi politici ed economici perversi siamo sicuramente nazisti in molti altri rispetti. Forse un giorno sarà reato grave mangiare carne. Eppure quanti di voi hanno già rinunciato alla mortadella o alla pancetta?

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    1. Carissimo, io, come sai, sono merkeliano, quindi faccio i compiti a casa. Se vogliamo parlare di destra, mi sembra del tutto evidente come anch'essa abbia tradito gli interessi e le aspettative del suo elettorato di riferimento. Mi riferisco, qui, agli aspetti meramente economici (che anche tu individui). Poi ci sono anche quelli "valoriali" che tu descrivi. È però indubbio che a sinistra la rivendicazione del progetto criminoso di cui qui ci occupiamo sia stata più assoluta e incondizionata.

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  8. In poche parole: Ama il prossimo tuo come ami te stesso!!!

    Ci siamo sbarazzati dei valori Cristiani e nel giro di pochi anni la società viene invasa da un odio collettivo e più ci si allontana da quei valori...peggio andiamo...

    Coincidenze?

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    1. Ora avremmo bisogno dell'ultimo pirla che ho bloccato su Twitter mentre interloquiva su correlazione e causazione. L'ho amato come me stesso, salvandolo dal ridicolo...

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    2. Non seguo twitter, e ammetto placidamente che avrei grosse difficoltà ad interloquire su "correlazione e causazione"...più che "amare" (na parola grossa) forse sarebbe sufficiente il rispetto degli altri...

      La natura umana è davvero difficile da interpretare, ma non imprevedibile...ciclicamente commettiamo gli stessi errori...almeno la storia dice questo...

      La scienza dice tanto...ma non riesce mai a dire tutto!!!

      Un po' di fede...mi creda, non guasta!!!

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    3. Fede e' anche credere nelle virtu' salvifiche dell'euro, mentre la scienza economica dice il contrario.

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    4. Io la chiamo empatia, una cosa che provano anche le altre scimmie antropomorfe. Noi l'abbiamo razionalizzata ed elevata a pensiero filosofico o metafisico. Ma non importa che nome gli diamo, basta che ogni tanto ci ricordiamo della sua importanza e di quanto possa essere utile e costruttivo affidarcisi, in opposizione ad altre forze socialmente distruttive. Per capirci, da un link riportato in un precedente commento sono arrivato a questo articolo:
      http://www.psicosocial.it/gruppo-di-lavoro-di-successo/
      Mi pare ci sia anche una declinazione sociale, cioè su una scala più grande, di questo fenomeno che non vada trascurata.

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    5. Caro Cavezza, attenzione quando si parla di fede, essa è un'entità relativamente moderna rispetto ad una dimensione più profonda e arcaica delle più rilevanti manifestazioni di adesione alle dittature recenti e contemporanee (Hitler per esempio chiamava la benedizione divina della sua rivoluzione seguendo però pratiche e retoriche pagane). Vi cito un passo di Eliade che a me sembra complementare alla riflessione di Duccio.

      Da “Il mito dell’eterno ritorno” :
      “…un oggetto o un atto diventa reale soltanto nella misura in cui imita o ripete un archetipo. Così, la realtà si acquista esclusivamente in virtù di ripetizione o di partecipazione; tutto quello che non ha un modello esemplare è « privo di senso », cioè manca di realtà. Gli uomini avrebbero quindi tendenza a divenire archetipici e paradigmatici. Questa tendenza può sembrare paradossale, nel senso che l'uomo delle culture tradizionali si riconosce come reale soltanto nella misura in cui cessa di essere se stesso (per un osservatore moderno) e si contenta di imitare o di ripetere i gesti di un altro. In altre parole, egli si riconosce come reale, cioè come «veramente se stesso», soltanto nella misura in cui cessa proprio di esserlo.”

      In ottica moderna (che non è detto sia quella in cui ci troviamo meglio) il pensiero e la pratica “conformista” coincidono con un pensiero e una pratica magica e primitiva. Potremmo dire che COMPLESSIVAMENTE l'umanità eurista sia composta da:
      - ALCUNI, cioè coloro che hanno aderito all’eurismo per arroganza ed egoismo, coloro insomma che ci descrive Duccio;
      - GLI ALTRI, i felici accoliti del “piùeuropa”, i piedini veri e propri.

      Che ne dite?

      (mi interessa sapere in particolare il parere di Martinet, visto che ho invaso il suo campo)

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    6. @Fabio Sciatore
      "In ottica moderna (che non è detto sia quella in cui ci troviamo meglio) il pensiero e la pratica “conformista” coincidono con un pensiero e una pratica magica e primitiva.".

      (parte 1)
      Il problema è che qualsiasi pratica “conformista” manca del tutto di reale coscienza, ciò che invece è un presupposto fondamentale della società squisitamente tradizionale, ad oggi spesso considerata arcaica o primitiva. Certi procedimenti magico-religiosi arcaici miravano invece proprio a quello scopo: far sì che il candidato prendesse coscienza diretta e profonda del noumeno e del fenomeno contemporaneamente, perché non s’ingannasse da se stesso o lo fosse da altri (analogamente ai “mandala” ancora in uso nell’induismo e in certe scuole del buddismo mahayana), procedimento che richiede comunque il reiterarsi nel tempo poiché, come si suol dire, “non si nasce imparati” (se sostituissimo il termine “ripetizione” con “allenamento” dovremmo trovarci più a nostro agio). I procedimenti più specifici peraltro non erano nemmeno destinati alla molteplicità degli individui e quando ciò accade, inizia a sancirne la decadenza (analogamente all’ironia che Eraclito dedica ai culti misterici, al suo tempo ormai ombra di quelli passati ed impiegati per l’imbonimento, non già per la coscienza). Un esempio in merito alla “virtù della ripetizione”: un noto adagio recita che la ripetizione renda perfetti, ciò con cui si confrontano quotidianamente veri artisti e praticanti di discipline (l’ “allenamento” di cui sopra); eppure ciò non esclude affatto il rischio che la stessa ripetizione confini perennemente al ruolo di meri “ripetenti”. Quale “catalizzatore”, per nulla insito nell’enunciato, manca dunque al processo, evitando d’incappare inesorabilmente nella seconda opzione?
      Queste circostanze sanciscono quindi un punto di totale sovversione nei confronti dell’elemento tradizionale (il quale è un sistema di conoscenza che si tramanda, avendo racchiusi nella sua ineludibile “esploranda” profondità i fattori archetipici dell’essere) perpetrato da quel processo che invece approda al liberismo tal quale, sicché più che “coincidere con un pensiero e una pratica magica e primitiva”, l’ottica moderna ne capovolge a proprio vantaggio gli assunti fondamentali, snaturandoli attraverso il rafforzamento della degenerazione insita in qualsiasi forma (che come ben osserviamo è efficace in altro modo): la lucida e perseverante “decoscientizzazione” in base all’apparenza delle sole vestigia osservate e considerate ridicole, apre alla proliferazione di potenziali incoscienti, buoni al plagio, e ulteriori ciarlatani, buoni a plagiarli. Va da sé, ovviamente, che non sia sufficiente scimmiottare certi elementi per pretendere d’esperire un processo simbolicamente ed operativamente complesso (fuor di metafora: non è sufficiente che i sedicenti Maghi di Sanremo, tanto per pescare nelle manifestazioni più grottesche, adornino i propri studi di glifi appartenenti realmente a culture e tradizioni originali, la cui eco si è spenta: restano essi “maghi” egualmente cialtroni senza scampo, da cui ben guardarsi, così come da certi demiurghi ben più presentabili ed allettanti, i quali possono apparentemente rifuggire e sbeffeggiare proprio quei procedimenti ritenuti fatui – parlando peraltro in virtù della ragione -, e tuttavia applicarne, più o meno scientemente, tutte le degenerazioni, ma non l’effettiva “sostanza” che del tutto ignorano).

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    7. @Fabio Sciatore
      (citazione come da precedente)

      (parte 2)
      Se ci viene spesso insegnato che i graffiti delle grotte di Lascaux siano infantili proiezioni magico-primitive, o che l’arte egizia classica fosse elementare (perché non solo ignorava la prospettiva, ma pure un minimo di tridimensionalità – eppure, essendo aulica, non aveva alcun interesse figurato “reale” a farlo, tanto quanto le lettere scritte d’un alfabeto possano fare a meno della tridimensionalità nell’esplicare le loro funzioni), forse accade proprio perché chi le osserva con quello sguardo, altro non riesce a cogliere (e sarebbe coerente il riconoscerlo, ma non escluderne le possibilità): sicché l’inadeguatezza giace nel graffito infantile, nella figura antropomorfa effigiata solo di profilo, oppure nell’occhio dell’osservatore? (o come dice un sufi, forse Rumi, se l’occhio del gufo non riesce a vedere il sole, la mancanza è imputabile a quest’ultimo?). In buona sostanza, anche la lettura di autori come Eliade attraverso la mentalità modernista rischia di contribuire, ahinoi, a confermare soltanto le degenerazioni in atto d’un sistema antico che non è più lo stesso: dunque allontana ulteriormente dal lido e aumenta le caligini delle distorsioni di chi ne trae vantaggio.

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    8. @Citodacal

      Non sono stato chiaro, ma c’ho provato, e chiedo scusa.
      Le ricito Eliade: "l'uomo delle culture tradizionali si riconosce come reale soltanto nella misura in cui cessa di essere se stesso (per un osservatore moderno) e si contenta di imitare o di ripetere i gesti di un altro". Lo vede? Lo dice lui che per un osservatore moderno la religiosità del primitivo comporta anche la ripetizione di gesti sacri fatti da un altro. Per cui il problema non è l'ottica modernista, che lei giustamente depreca; il problema, e le spiegherò perché è importante, è saper essere moderni! Cioè percepire quanto Eliade percepisce come percepirebbe chiunque: la ripetizione di gesti sacri come caratterizzante la religiosità dei primitivi; ma poi sapervi condurre una riflessione attenta, sia profonda, seguendo Eliade, che superficiale, cioè come la stiamo facendo noi, cioè attenta ai fenomeni.

      Mi è sempre parso che uno degl'insegnamenti di Eliade per chi fosse estraneo alla materia come me sia questo: badate bene a definirvi moderni per distinguervi dai primitivi, poiché non sapete quanto ancora vi lega ad essi né quanto avete perso di importante. Molti rimproveri Eliade li rivolge a chi ostinatamente e ciecamente si prodiga di cancellare e condannare il passato più antico, senza avvedersi che fare ciò non è altro che il più stupido e pericoloso parricidio, che fra l'altro è il crimine più sacro e antico. Ma questo non deve escludere che noi siamo, effettivamente, moderni! Come moderno lo era Eliade (e ce ne fossero di moderni come lui) e chiunque sia nato dopo l’Illuminismo. Io in particolare che ho ventidue anni e sto scrivendo su un mac, e molto di Eliade l'ho letto in pdf (mo me menate, però il Trattato di storia delle religioni e Oceanografia ce l'ho, come si dice oggi, in cartaceo). Non ci posso fare nulla se sono moderno perché ci sono nato. Giusto?

      Eppure questo non mi impedisce di avere un dialogo con lei, di comprendere quanto dice, di risponderle, e soprattutto di percepire l'importanza sociale e storica di quanto qui tutti stiamo facendo, anche per il solo fatto di poterci dire un giorno "noi ne abbiamo discusso", sebbene la nostra battaglia avrebbe bisogno di vittorie e non di profeti che "io ve l'avevo detto...", e non mi impedisce di dirle che effettivamente lei ha ragione! I primitivi non erano dei bambini, anzi erano più maturi e “allenati” di noi! Però da moderno posso fare un sacco di cose belle che un primitivo nemmeno si sognerebbe.
      La modernità è una cosa complessa, sta a noi saper essere moderni con la profondità di Eliade, anche se basterebbe la superficialità di Citodacal (si veda cosa intendo per superficialità). Il punto che volevo esporre prima è che oggi siccome non tutti si possono permettere la modernità ci si accontenta di un surrogato di primitività: il conformismo.

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    9. @Fabio Sciatore
      Corretto. Infatti ho parlato di modernismo e non di modernità (ed è al primo che vanno rivolte le mie "perplessità"), poiché risulterebbe alquanto sciocco rifiutare mezzi utili per partito preso, o per formale "purismo"; poi potrebbe essere romantico continuare a scrivere con una Lettera 22, una penna d’oca, o su tavolette di cera e nessuno ci vieta il farlo (alcuni scrittori con un po’ d’inverni sul groppone continuano a farlo, poiché agevola il rapporto creativo con se stessi). Tuttavia, se il tempo e le circostanze richiedono che gli stessi concetti e le medesime idee possano essere veicolate più agevolmente col computer, ben venga questa scatola (tanto la capacità di comprendere e indagare, soprattutto l'essenziale, non dipende da ciò - vale la battuta/riflessione di Corrado Guzzanti in merito ai mezzi di comunicazione istantanei: "Abboriggeno, ma io e te che cazzo se dovemo di'..?). Direi che in questo concordiamo, e forse sostanzialmente anche nel resto (mannaggia alle sole parole); la "sfida" è nel cercar di vedere ciò che effettivamente caratterizza l'uomo e l'esperienza umana esistenziale (elemento profondo), a prescindere dall'epoca (elemento superficiale), anche se talvolta pare non esista niente di simile. Ho forti motivi di sospettare, ad esempio, che il conformista alla propria cultura epocale ritenga inferiormente ignorante l'uomo che lo ha preceduto perché non sapeva fare le cose che può fare lui ora, un po' come si usa trattare adesso i Greci che qualcuno considera antropologicamente inferiori (e sarebbe come dire che il povero è un coglione perché non sa fare quel che può fare il ricco)... e questo mi pare un bell'esempio di deplorevole "modernismo", o "progressismo".

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    10. @ Fabio Sciatore
      Guardi, Sciatore, ho scritto un libro di 500 pagine su Eliade dove parlo diffusamente del concetto di "primitivo" in Eliade: è questione molto complessa e hic non est locus. Una cosa importante è però il fatto che egli non considerava le società "tradizionali" inferiori a quella Occidentale solo perché quest'ultima aveva un enfiamento della tecnica. Ma, ripeto, non posso parlarne senza citare una massa di altri autori da cui Eliade aveva ripreso questo concetto.

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  9. Sabato riunione di famiglia. Ho aspettato il dopo-caffè e da un discorso con lo zio e una battuta alla cugina ne è venuta fuori una discussione a tre generazioni di due ore. Non è stato difficile stanarli tutti, uno ad uno, con gli imparaticci rubati quì. Sono rimasto sbalordito dal carattere razzista delle esternazioni, non se qualcuno di loro si è veramente reso conto del peso di ciò che andava dicendo. Come ho fatto non lo so, posso garantire che molti sono tutti PDioti convinti.

    Fattore comune: la convinzione di appartenere ad un'élite che osserverà indenne la tragedia di povere masse di ignoranti che hanno votato B. che ora (fortunatamente secondo loro) non possono più votare il ritorno del Male. I più convinti di tutti? I laureati in Economia.

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  10. Da settembre sono anch'io insegnante. E anch'io dunque mi sento parte in causa.
    Seguo il blog molto meno, perché il cambio di lavoro mi sta impegnando e lasciando poco tempo. Entro ogni tanto e ieri trovo lo splendido intervento del convegno, poi il commento di Duccio, oggi il commento al commento.
    Magari mi sbaglio, ma io sono ancora più pessimista.
    Certo che chi non dice nulla lo fa solo perché si sente protetto. E non credo finirà qui.
    Se penso alla situazione attuale, mi sento come nel ventennio fascista, appena prima delle leggi razziali o giù di li. Con la gente che non solo ha paura di alzare il suo sedere dal suo posto sicuro, ma ha anche timore ormai di dire la tragica verità di fronte ad un inumano padrone, e i tanti suoi servi.
    Vedo una società individualizzata e divisa, in cui nessuno si sogna ormai mai più di unirsi e cercare una unità di intenti. La lotta di classe, e il concetto stesso di classe, per me ce li hanno già estirpati via. Quella della disinformazione è una pietosa scusa. Io ho cercato informazioni perché mi sentivo preso in giro e sono arrivato qui. Avrebbero potuto farlo anche gli altri.
    Sono più che d'accordo con Duccio. E più che d'accordo con chi accusa chi ha le sue sicurezze di tenersi colpevolmente da parte e in silenzio. Insegnanti compresi e Io per primo, ovvio.

    Se guardo alla classe politica di sinistra (ossia il PD et simili) vedo una classe politica che da trent'anni assiste immobile ad un progetto distruttivo. Questa era la nostra elite e la più informata. E se non erano informati loro.. chi altro doveva esserlo. Dovrei trovare una scusante? Un alibi? Io non ne vedo.
    E in tutto ciò adesso mi chiedo quale senso ha, scrivervi in questo luogo protetto in cui è facile essere ascoltati e trovare chi la pensa come noi.
    La fuori, in mezzo agli zombi (mi viene in mente la puntata delle Iene di ieri, e delle 6 ore in fila per il padiglione del Dubai, e sono certo che una pecora, non le farebbe mai 6 ore di fila per un padiglione, ma forse neanche per dell'erba..).. ebbene in ogni caso, io credo che sia la fuori che dovremmo urlarle queste cose.
    Come fa da anni il Prof Bagnai che stimo immensamente per avere il coraggio di farlo.
    Continuare ad autodifenderci nei nostri piccoli porti sicuri, davvero direi che non ha più senso.
    Di nuovo temo che il peggio non sia ancora arrivato. Il coraggio di guardare in faccia la realtà e di denunciralo mi pare tutt'altro che presente.

    Se mi sbaglio, per favore fatemelo sapere, mi sentirei meglio.

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    1. A quanto pare le Élite di sinistra (almeno i vertici) erano ben informate...Quello che non riesco ancora a capire...

      PERCHE' QUESTA ÉLITE, IN ORIGINE CONTRARIA HA CAMBIATO IDEA!!!

      PERCHÉ!!!!!

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    2. Per andare al governo. Restandoci, possibilmente.
      Guarda che ci stanno provando dagli anni'70 ad accreditarsi così.

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    3. Conosco piddini doc, persone anche intelligenti che mi hanno lasciato a bocca aperta tanta è la fregola di potere che hanno. Hanno morso il freno per 30 anni e oggi non gli par vero di esserci "loro" e solo per questo sono disposti a giustificare qualunque turpitudine da parte dell'attuale governo e fanno spallucce e o aprono con aria grave le braccia come un medico davanti ad una scelta dolorosa di fronteva fatti che, col governo precedente, li avrebbero fatti correre in piazza a protestare.

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  11. Forse basterebbe la famosa battuta di Flaiano: "Comunista io? Non me lo posso permettere"…

    Ma il mistero della piddinitas, peraltro tara familiare, in particolare nella veste "insegnante" /"dipendente pubblico", non smette di arrovellarmi e allora provo a condividere l'idea che me ne sono fatto io.
    Purtroppo mi baso sulla mia esperienza quindi rimarrò sicuramente a livello aneddotico e le generalizzazioni che ne trarrò saranno deboli, impressionistiche, inutili, ma tale è la rabbia, il disincanto, il disgusto che "se sbaglio lasciatemi sbagliare".
    Premessa: i piddini dipendenti pubblici che conosco io sono tutti di una generazione particolare, quella dei baby boomers, nati tra il '47 e il '53. Ciò implica alcune cose: che sono alla fine della loro vita lavorativa (alcuni sono già in pensione), che sono stati "comunisti" negli anni '70 (chi nel partito, chi solo come votante, tutti comunque ex sessantottini, e nell'album delle figurine c'ho anche un ex "Servire il popolo", vera chicca per intenditori), che dagli anni '90 in poi erano nel pieno della loro vita intellettuale e lavorativa e avrebbero avuto, tutti loro, le capacità, le conoscenze, il tempo (libero) per capire cosa stava succedendo. Tanto per dire, nella biblioteca paterna ho trovato, non a caso intonsi, libri usciti negli anni '90 come "Le due destre" di Revelli, o "L'antieuropa delle monete", Berti-Fumagalli, Manifestolibri anno di grazia 1993.
    Ma questo è il meno. Ciò che mi fa imbestialire è, ora, oggi, il totale rifiuto perfino di ascoltare o leggere un articolo che possa mettere in dubbio l'edificio della propaganda eurista. La loro colpa non è di essere stati succubi della propaganda come tutti gli altri (benché ripeto, se non lo capivano loro dove tirava il vento, chi aveva gli strumenti per capirlo?) ma di negarne l'esistenza oggi, di non voler ammettere di essere stati dei coglioni, come tutti gli altri. Di essere infine corresponsabili dello sfascio del paese - al confronto la famigerata classe politica mi sembra molto più rispettabile, se non altro ha barattato consapevolmente la propria servitù in cambio di qualcosa.

    E infatti, nelle discussioni, essi proclamano la loro innocenza, visto che lavorano duro, non evadono, non corrompono, non rubano. Per loro la crisi è una notizia alla tv, come uno tsunami dall'altra parte del mondo, vivono come venti anni fa, hanno il loro lavoro, sono amati e rispettati dai loro studenti, frequentano i loro amici, leggono i loro libri e i loro giornali, guardano le loro tivù, fanno le loro vacanze, tutto esattamente come un tempo. Io mi sento in guerra, o come Noè che raccoglie le bestie per scappare prima del diluvio, e loro continuano a guardare come niente fosse Fazio Crozza e Mentana - "ah quanto è bravo Crozza!" o a leggere Philip Roth e Murakami o l'ultimo sconosciuto e inutile premio Nobel per la letteratura.

    Ho sempre pensato che fosse una generazione di persone intelligenti, e invece mi ritrovo a dover decidere se sono semplicemente stupidi del tutto o solo terribilmente conformisti - questo è l'ultimo dubbio che mi ha assalito: questi sono stati comunisti quando andava di moda esserlo e ora sono…

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  12. Non sono neanche più piddini, sono "renziani", la forma finale del tradimento - innanzitutto di sé stessi e del loro passato.
    E' renziana sfegatata l'ex insegnante delle superiori ora in pensione ("finalmente uno di sinistra che fa qualcosa"), che non so manco quanti anni si è fatta a casa in maternità; è renziana convinta la docente universitaria di storia all'estero, ora in pensione, in gioventù di estrema sinistra (quasi area grigia, per chi può o vuol capire) che ha pubblicato con la famosa casa editrice di piddinia e che inneggia a una sinistra finalmente al governo. E' renziana la docente di economia all'università, che ricorda con orgoglio di essere andata nel 1970 a Milano alla prima manifestazione per Piazza Fontana, e che ora ha la ricetta per uscire dalla crisi ("bisogna lavorare di più e meglio!" - una la cui bibliografia si conta sulle dita di una mano monca). E' renziano il docente di economia alle superiori che tuona contro la sinistra massimalista che blocca le riforme ("Ehhh? Cosa? Cosa hai detto??''')

    L'ultima volta che ne abbiamo parlato ho concluso con un "voi non potete capire perché siete dipendenti pubblici" e ho visto lo smarrimento nei loro occhi e la bocca a cuoricino dalla meraviglia che un tale attacco potesse arrivare dagli affetti più cari.

    Non possono capire perché il loro stipendio non dipende, almeno in un lasso di tempo percepibile, dal reddito dei loro concittadini; non possono capire perché il loro potere di acquisto non si è dimezzato nell'arco di un anno per scomparire in molti casi nell'arco di un decennio, ma ha continuato a galleggiare o salire lentamente (come gli ho detto: per andare in pari con me, ex dipendente privato, dovreste non solo dimezzarvi lo stipendio da qui in poi, ma restituire pure metà di tutto quello che avete percepito negli ultimi 15 anni e allora capireste - altro sguardo di smarrimento); non possono capire perché le parole "licenziamento/fallimento" per il loro datore di lavoro non esistono; non possono capire perché nel loro settore l'immigrazione straniera non esiste, a loro l'esercito industriale di riserva fa un baffo.
    O almeno sono i motivi che adduco io a loro parziale scusante, condizione oggettive che li difendono per ora dalla durezza del vivere.

    Fatto sta, io ho smesso di discuterci, l'euro, l'unione europea, Bagnai ormai sono argomenti tabù. Sono stufo di sentire dalla loro bocca la voce del ventriloquo che li parla. Me ne sono fatto una ragione, grazie a Marcello Foa ho scoperto Jacque Ellull, ho letto il suo libro sulla propaganda, ho capito che le persone "colte" sono quelle più deboli, più suscettibili di essere vittime della macchina infernale, e amen. Lutto elaborato.

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  13. Ma c'è un'ultima cosa che mi ha sconvolto. Passi il latrato continuo, perenne, contro lo Stato e la Pubblica Amministrazione (mi ritrovavo io, parbleu!, a difendere il ruolo del Pubblico di fronte a questa masnada di dipendenti pubblici che sputavano nel piatto in cui mangiano e continueranno a mangiare); passi la smorfia di disgusto per posizioni politiche ormai per loro incomprensibili; passi la litania continua contro la Sanità Pubblica di cui loro, ormai pieni di acciacchi e malattie più o meno gravi, continuano a usufruire bellamente e soprattutto gratuitamente; passi pure lo sguardo di compassione per te che hai perso il lavoro, e un sottaciuto disprezzo che non ne hai un altro all'altezza; passi infine che quando hai iniziato a lavorare ti guardavano con benevolenza mista a rimprovero perché facevi straordinari non pagati, deprecando l'ignoranza sui diritti del lavoratore, e ora inneggiano a chi per campare fa tre lavoretti mal pagati, a chi emigra per cercarne uno, a chi esce dalla scuola senza saper mettere tre parole in croce in un tema (ah già, non esistono più i temi, a quanto pare) ma "oh che genio della domotica, in Inghilterra gli hanno dato mezzo milione di euro per sviluppare le sue idee"; passi tutto, ma la cosa che più mi ha atterrito sono le parole di vera, inaudita ferocia di questa estate contro i Greci, fannulloni, ladri, evasori, e chi più ne ha più ne metta.

    Li guardavo sbalordito come se degli alieni si fossero impadroniti di loro. Altro che pietas, se avessero potuto mandarli in un gulag, o strappargli il cuore in cima a una piramide azteca l'avrebbero fatto, e il mondo, il loro mondo, ne avrebbe sicuramente beneficiato, avrebbe ricominciato a girare tranquillamente attorno al suo asse, senza intoppi nella sua rivoluzione, senza macchie sullo schermo della loro retina.

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    1. hai fatto un quadro desolante e desolato di tutti i miei parenti e amici e conoscenti
      e sono tanti! e tutti votanti e votivi!
      solo qui trovo un po' di conforto :)
      bacio
      la fu

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  14. Condivido quanto scritto da Duccio. Non mi meraviglio del resto, osservando la ruffiana e ipocrita celebrazione di Pasolini di questi giorni. Quel mondo che compiutamente rappresenta ciò che Pasolini osteggiava e vedeva come un concreto pericolo, oggi lo celebra, traendone profitto, come un qualsiasi segmento di mercato da "valorizzare".
    Domenica ho visitato l'area archeologica di Libarna, ovviamente deserta anche nella giornata di apertura gratuita (non ha lo stesso charme e non è sufficientemente cool come l'anfiteatro Flavio o Pompei), e poco distante c'era un mostro che ben simboleggia il declino che inesorabilmente porterà la storia a ripetersi; e intorno al mostro le splendide colline del basso Piemonte, con i suoi vigneti... qualcosa rimarrà, forse...

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  15. "OCCHIO perché queste logiche disumane su cui il potere vuole che si fondi il funzionamento della società, a molte persone vanno benissimo, ne rispecchiano perfettamente la natura…"

    Ne sono convinto anch'io. In occasione del mio recente licenziamento (dopo 25 anni di servizio), la responsabile delle risorse umane (assunta solo qualche anno fa e rientrata apposta per un giorno dalla maternita'), nell'uscire nel corridoio per recarsi nella stanza dell'imboscata (cioe' dove un compare la attendeva con le lettere da consegnare agli ignari licenziandi) e' stata udita dire "si dia inizio alla mattanza".

    "E adesso che la crisi li tocca ce li troveremo apparenti compagni di trincea, finché non troveranno conveniente spararci alla schiena."

    Su 140 ex-colleghi, meno di dieci mi hanno contattato per esprimermi la loro solidarieta'.

    Tra quelli che NON mi hanno chiamato (nonostante con almeno una cinquantina di persone avessimo lavorato insieme per oltre 10-15 anni e gli avessi fatto anche molti favori) ci sono pure diversi 'fucilatori alla schiena', persone cioe' che sapevano (e non mi hanno avvisato) ed altre che per salvarsi per un altro anno, forse due, hanno fatto il mio nome come la persona giusta da tagliare per ridurre i costi.

    Sono proprio queste "le persone moralmente peggiori, perché, non distratte da pensieri sulle conseguenze finali delle loro azioni, sono più efficienti a eseguire gli ordini, altro che fannulloni e corrotti!".

    E sono la maggioranza......

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    1. Caro Luca, le tue parole fanno risorgere alcuni ricordi,e non è un bene perché sono in laboratorio ed ho sottomano Toluene, acido solforico ed acido nitrico...
      Il venerdi in cui venni messo in CIG c'era stata un'assemblea. Fu una meravigliosa passerella di stupidità, con i sindacalisti che dichiaravano - come fosse una incredibile vittoria - che la cassa sarebbe stata a rotazione, per reparti, tenendo conto dela fungibilità delle mansioni. Io provai a spiegare che nei "reparti" ci lavorava, il più delle volte, un unico lavoratore/ricercatore e che, quindi, di fungibilità ce n'era meno di zero (perché voglio vedere se qualcuno riesce a passare da un ICP massa ad un calorimetro differenziale dall'oggi al domani; io, ancora, non l'ho incontrato). Dissi anche che sapevo benissimo che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di lavoro li dentro.
      Alle 17.50, dieci minuti prima del termine, mi chiama la responsabile del personale e mi consegna la lettera.
      Due minuti dopo arriva il direttore del laboratorio, un valdimagnino giovane, assai imbarazzato, che mi chiede di volerlo scusare, perché lui sapeva i nomi, ma non poteva dirli.
      Su 130 persona, con le quali avevo lavorato per trent'anni, mi abbracciarono in due e mi salutarono in cinque. E, si, certo, qualcuno prese il mio posto. Si trovo' a gestire strumenti che non conosceva nemmeno dal punto di vista teorico e mi chiese aiuto via mail.
      La mandai a quel paese con gioia e so che dopo due mesi si ritiro' a meditare in un convento calabro, dove spero sia rimasta.
      Che ti devo dire? E' la banalità del male. Non per questo fa meno male a coloro che devono sopportarla. Almeno tra di noi, possiamo riconoscerci con gli stessi - o assai simili - sentimenti. Servisse una mano, te la do volentieri, se posso.
      Buona vita
      Guglielmo

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    2. @Luca,
      ti sono nel cuore essendoci passata 17 anni addietro (avevo 40 anni). Volevano farmi firmare una lettera di dimissioni...che io non firmai. Sui colleghi di allora stendo un pietoso velo. E' passato tanto tempo e ancora mi rattrista. Dicesi che il tempo sia un galantuomo ma intanto L'Europe (è) galante (ah, se non avessi la musica).

      (Alessandra/Cassandra Lupa ululante da Firenze. References André Campra, "L'Europe Galante" per l'Académie Baroque Européenne d'Ambronay, dirige William Christie)

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    3. Caro Luca, le tue parole mi fanno tornare alla mente un episodio di qualche anno fa che ora racconto con serenità ma che a suo tempo mi mise in crisi, anche se è niente in confronto a quello che è successo a te e a Guglielmo. Per farla breve, caduto in disgrazia presso l’ allora direttore di sede, venni trasferito a 80 chilometri da casa, da un giorno all’ altro. Quello che mi fece più male fu il comportamento dei colleghi con cui avevo lavorato per anni, con cui ero stato sempre disponibile e a cui avevo spesso fatto favori. Una totale indifferenza, come se fosse una cosa normale, nemmeno uno che mi abbia chiamato per dirmi “te l’ hanno fatta proprio sporca”. Io stoltamente quando mi capitava di parlare al telefono con i colleghi cercavo di introdurre l’ argomento del mio trasferimento, magari solo per ricevere quella briciola di solidarietà di cui scopri avere bisogno in simili situazioni, ma niente, mi scontravo con il muro del disinteresse se non del fastidio. Approfitto dell’ ospitalità del Prof. per farti i miei migliori auguri per la ricerca di un nuovo lavoro. Alberto.

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    4. Mi sembra che abbiamo toccato un problema che esiste...

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    5. Caro Cellai, le sono vicino in questo momento.

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    6. Per quel niente che vale, anche io voglio esprimere tutta la mia solidarietà a Luca e Guglielmo...

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    7. Comincio io: tempo fa ho avuto un ruolo nel licenziamento di una collega. Era appena tornata dalla maternità e non riusciva più a focalizzarsi sui progetti. In pratica dovevo ricontrollare tutto perchè gli errori che faceva erano macroscopici e cominciavo a perdere il sonno. Invece di parlarle direttamente, per farle notare un comportamento di cui forse era solo parzialmente consapevole (e che magari sarebbe rientrato), alla prima riunione il responsabile mi chiese chi poteva essere "fired" e io non ebbi dubbi indicare la sua posizione come problematica. Non sarebbe cambiato nulla forse, fattostà che avrei potuto avvisarla e non l'ho fatto perchè allora, giovane e onnipotente, pensavo che a chi non capiva da solo era inutile spiegare. Tre settimane dopo era fuori e io continuo a dormire poco e male.

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    8. Mi scuserete se non tiro fuori ricordi personali, ma non ho ancora l'età per averli metabolizzati serenamente. Però vi posso assicurare che questa indifferenza, che i francesi chiamano paraculaggine, non solo è all'ordine del giorno tra colleghi (in fondo il male è un errore di calcolo, no?), ma è presente in dosi insospettabili anche nelle relazioni tra datore di lavoro e lavoratore, dove il calcolo delle convenienze dovrebbe essere un tantino più elementare. La triste realtà è che il rispetto del lavoro è guardato con sospetto persino da molti sindacalisti, che sono tarati mentalmente sullo schema "grande azienda - operai". E per abbracciare questo ideale sono pronti a fregarsene di chi vuole valorizzare le professionalità, ti guardano come quello che usa strumentalmente questo argomento per far soldi. Ma per quale altra ca@@o di ragione uno dovrebbe fare impresa? Perché far soldi deve sempre voler dire fottere il prossimo? Cioè, esisterebbe anche il guadagnarseli ed essere ben felice che chi lavora per e con te faccia altrettanto... Ma allineare gli interessi propri e quelli altrui, in una piccola comunità quale è un'impresa, è così difficile? In fondo dovrebbe essere anche questa economia... O mi sbaglio, professore?

      Invece ho l'impressione che nella maggioranza dei cervelli sia penetrata l'idea che l'economia sia qualcosa di molto distante dal concetto di scienza umana, ma piuttosto animale... Uno stato di natura in cui il fine è fottere il prossimo perché a nostra volta siamo fottuti da qualcuno. In cui una maniera furba di pagare meno una prestazione per aumentare il profitto viene vista come innovazione. Epperò!
      O anche il contrario: la ricetta anti-crisi tipica del commercialista, che per molti è l'esperto di economia, è tagliare i posti di lavoro per risparmiare cercando però di mantenere quasi inalterata la produzione. E grazie al cazzo!
      Ma questa mania da dove viene? Uno che valuta le sue convenienze solo in base a ciò che è a lui più prossimo - sia spazialmente che temporaneamente - potrà mai avere la voglia di capire come e perché l'euro è un problema? Confesso di essere un po' sfiduciato...
      Cellai, io Le auguro davvero il meglio, se lo merita.

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    9. Cosa dire. Fa male ogni volta che capita a qualcuno, di più se capita ad un amico come te.
      E ti trovi a fronteggiare la più stupida e inutile forma di scongiuro: se lo ignoro, se non ne parlo, se non gli parlo, se penso che in qualche modo se lo è meritato... allora non succederà a me.
      Così poco quello che posso darti.

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  16. Free thoughts:

    Tutto ok, nei gorghi degenerativi culturali le responsabilità sono diffuse, cioè ce n'è per tutti.

    Ma mi è caro sempre più il concetto (mio :) ) di moltiplicatore culturale: gli argomenti e la condotta politica mostrati dall'intellighenzia vengono depositati nelle banche mentali del grande pubblico, e da qui sono reinvestiti in grande pubblico, che a sua volta sostiene l'intellighenzia con parole opere e omissioni, e infine col voto.

    Così alla fine non è chiaro chi è la forza che spinge, e il merito o la colpa sono diffusi, pur con intensità diverse. (Non riesco a mettere sullo stesso piano l'impiegato dell'INPS con Boeri, o lo spettatore in cerca di coscienza lavata con Santoro o Travaglio che ce l'hanno menata per anni solo con Berlusconi).

    In ogni caso, questo moltiplicatore può essere è enorme, diciamo 10^5 - 10^6 (come gli accessi a questo blog :) e a volte magari anche 10^7, cioè 10 milioni, quando siamo in degenerazione totale, come gli accessi a repubblica+corriere.

    Ora, non mi date del signoraggista culturale :) ma vedo come unici fattori limitanti
    1- fare in modo che ci sia molteplicità di opinioni (quindi lavoro in alto, nell'accademia per es)
    2- fare in modo che alcune panzane non attecchiscano (quindi lavoro in basso)

    E per es, le dichiarazioni di Spaventa e Napolitano erano cristalline, ma poi? Perché non le hanno tradotte in pratica, dandoci gli strumenti per capire, che vuol dire mettere delle basi solide, i.e. nella scuola? Forse devo chiedermi nuovamente se erano stupidi o criminali già all'epoca? (Qualcuno ha citato scritti a supportare la seconda... Che devo dire. Un tradimento ben precedente.).

    Comunque vengo ad un altro punto che mi pare importante - perché la Scuola non ha trattato di economia di base, insieme ad educazione civica ? In modo da sapere cosa è il debito pubblico? Dopotutto di tratta di aritmetica, come ci ha insegnato questo blog. E ora ci troviamo da ignoranti a ripercorrere a tappe forzate col cervellino confuso queste elementari nozioni di autodifesa culturale e materiale. Accidenti. Non sarebbe questo un altro doveroso fronte in cui investire?

    Io ho trovato poca roba, tipo questo [a fronte invece dell'introduzione di elementi di "economia della scuola", nel senso di concorrenza tra scuole con la riforma berlinguer, mortacci sua.]

    [Ok, e non c'entra molto ma salta fuori pure il vecchio e spassoso Economiaascuola - ma chi l'ha fatto??]

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    1. Tutto giusto quello che dite, Esistono gli idioti conformisti e gli scorpioni, e tutti fanno dannatanmente male finché non passano schieramento. E Mikez73 ha descritto benissimo quanto sia difficile convincerli. Ora, nell'azione dal basso, mi sono convinto (a mie spese) che l'obiettivo vada calibrato a seconda dell'audience. Molto spesso, ci dovremmo accontentare di sbugiardare una singola panzana. Ma altri tipi di azioni sono pure importanti. Per es., è noto in psicologia il fenomeno del distaccamento emotivo provocato dal vedere scene di violenza in TV ecc. La cosa "fa male a tutti" (in qualche misura) e soprattutto ovviamente, al bambino. Per un bambino, l'esposizione a scene o anche di racconti di violenza o di eventi drammatici (per es. il telegiornale) diventa più dannosa quando la reazione degli adulti di riferimento è apatica e indifferente. L'ideale è che il genitore esprima sempre un commento sensato in questi casi. Cosi dovremmo fare noi quando si da per scontato che il mondo cosi va... E a cominciare dai nostri posti di lavoro. Forse dovremmo riprenderci i sindacati.

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  17. "(...)
    E io ch'avea d'error la testa cinta,
    dissi: «Maestro, che è quel ch'i' odo?
    e che gent' è che par nel duol sì vinta?».

    Ed elli a me: «Questo misero modo
    tegnon l'anime triste di coloro
    che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

    Mischiate sono a quel cattivo coro
    de li angeli che non furon ribelli
    né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

    Caccianli i ciel per non esser men belli,
    né lo profondo inferno li riceve,
    ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli».

    E io: «Maestro, che è tanto greve
    a lor che lamentar li fa sì forte?».
    Rispuose: «Dicerolti molto breve.

    Questi non hanno speranza di morte,
    e la lor cieca vita è tanto bassa,
    che 'nvidïosi son d'ogne altra sorte.

    Fama di loro il mondo esser non lassa;
    misericordia e giustizia li sdegna:
    non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
    (...)".

    (Inferno - Canto terzo, 3.31-3.49, Comedìa di Dante)

    (Alessandra/Cassandra Lupa ululante da Firenze Li Luu Lii Luu Li Cathy Berberian e Luciano Berio)

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  18. Ultimi sondaggi politici elettorali: 2 novembre 2015, M5S sorpasso storico sul Pd.

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  19. Quando fui licenziato da una multinazionale in quanto mi consideravano, gia' allora, SACRIFICABILE in quanto: "vecchio" (sic!), non scordero' MAI gli sguardi dei "colleghi"; nessuno mi guardava in faccia, nessuno mi diceva una parola, sembravano camminare sfiorando le pareti, testa BASSA.
    Ritrovai lavoro dopo 8 mesi; a distanza di tre anni uno di questi "colleghi" con i quali pranzavo insieme quasi tutti i giorni mi telefona (SI!); e mi dice....."Fabio, come stai, tutto bene?"
    "SAI CHE PROPRIO OGGI MI HANNO SEGATO" ? "Io ho un mutuo e due figli da mantenere? COME VA DA TE?"

    Io lo consideravo un amico; in 3 anni avrei potuto essere stato investito da un TIR. In Telecomunicazioni si dice: NACK (Not Acknowledged, nessun segno di vita dall'amico).

    La mia risposta e' stata: ti inviero' la mia "lista dei contatti"; la tentazione e' stata di rispondere..............

    P.S: L'egoismo e' proprio della natura umana; e' il "io speriamo che me la cavo, gli altri si fottano" in fin dei conti.
    Sono poco amante dei films, ma un film mi rimarra' impresso per sempre, dovessi vivere 100 anni, anche per motivi ormonali
    -- Kate Winslet e' il mio tallone d'Achille :-) ---

    THE READER, Il Lettore. Chi non l'ha mai visto, per favore, Kate a parte, lo guardi.

    E' la banalita' del male di cui parla; e' struggente, mi sono commosso, e mi succede di rado. Film ambientato nella Germania Nazista; la storia di una ragazza semplice, ignorante, che vive su un piano, non ha profondita', non capisce l'enormita', e si rende complice del male, e lo serve.

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    1. Concordo su tutto, tallone compreso. E ora, fratelli, dopo questa ammissione, pregate per la mia anima.

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    2. Questo tipo di comportamento è il risultato del dominio capitalista: le idee dominanti sono le idee della classe dominante e la classe subalterna vi si adatta e le fa proprie.

      Il padrone è spietato con i lavoratori, e il lavoratore è spietato con gli altri lavoratori perché ha fatto sue le idee del padrone e tutte le giustificazioni usate per imporle.

      Sono stupidi e privi di coscienza di classe. Solo quando saranno toccati personalmente capiranno. Non mi fanno nessuna pietà. Sono delle merde.

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  20. Avendo visto, nel corso di sanguinosissima guerra civile, che in una medesima città, addirittura nello stesso quartiere, tanta peraltro brava gente andava avanti con il suo tran tran mentre a duecento o venti metri di distanza altri ammazzavano o venivano ammazzati, non mi stupisco affatto se il piddiname continua bello fresco la passeggiata di salute dei lemming, e quando sente lo "splat" dei viandanti più avanti nel percorso o crede che sia caduto un caco dall'albero ("Italia, la terra dei cachi" dice il poeta) o si lancia in originali valutazioni assiologiche ("se l'è cercata, ben gli sta") e persino in spericolate tesi di filosofia della storia ("il progresso ha i suoi costi", "dal*** [cazzata a piacere] non si può tornare indietro", etc.).
    Visto dal mio balconcino, il fatto è questo. E' andato giù per terra il comunismo. Sparito come miraggio il Grande Mare del Dopostoria (dove l'Orca nuoterà giocosa accanto alla Sogliola e converserà col Delfino) nel quale si e ci prometteva di sfociare, la Sinistra è rifluita nell'alveo del Liberalismo, il Grande Fiume dal quale s'era dipartita.
    Peccato che il Liberalismo - ottima medicina contro abusi, storture, eccessi e deliri delle società tradizionali - una volta che le società tradizionali non ci sono più diventi un veleno non meno pericoloso del curaro, secondo il duplice significato del termine pharmakon sul quale martinet e Velo di Maya possono, se ne hanno voglia, diffondersi molto più e molto meglio di me.
    Liofilizzando: il Liberalismo difende l'individuo dalla tracotanza della società, finchè c'è una società. Il problema è il dosaggio. Se prendi troppo Liberalismo, succede che la società non c'è più e restano solo individui. Quando restano solo individui, il Liberalismo SE LI MANGIA: da dentro, con l'anomia, e da fuori, con l'aggregarsi di Cose Forti congegnate per il tornaconto degli individui più forti ("l'interesse degli azionisti", e se non sei azionista crepa). Lo chiamerò Post-Liberalismo, così c'intendiamo.
    Come spesso avviene al figliol prodigo e al neofita, la Sinistra è in primissima fila nell'applaudire, incoraggiare, collaborare alla masticazione post-liberale degli individui. Che bello, che buono mangiarsi la famiglia, quella cattivona di cui parlano tanto male anche le tragedie greche! Che bello, che buono mangiarsi l'istruzione classica che come dice la parola stessa è classista! Che bello, che buono mangiarsi lo Stato, quel machiavello corrotto e violento, quella macchina da guerra! Che bello, che buono...GNAM!
    Ecco: prima che lo GNAM finale venga a guastare la festa al festeggiante, sarebbe bello che egli ricordasse alcune dinosauriche verità, quali (ne cito una sola): al mondo ci sono le pecore, i lupi e i cani da pastore. E' vero: ogni tanto, i cani da pastore si mangiano qualche pecora. Però attenzione: se un leader delle pecore vuole abolire i cani da pastore giustificandosi così, guardategli sotto la lana: non è pecora, è lupo.

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    1. @Roberto Non per la prima volta, sono colpita dalla lucidità delle tue analisi. Hai ragione, è come dici: e oggi questo pharmakon sembra essere diventato il nuovo oppio dei popoli.
      Ci inebriamo, ci estasiamo di liberalismo, ci immoliamo per qualsiasi diritto individuale di chiunque, anche il diritto di ridurre con disinvoltura una donna al rango di animale da riproduzione per farti confezionare un figlio (tanto la paghi, checcevò, ma... e il mitico rapporto emotivo madre-figlio in gravidanza su cui ci avete tanto sfranto le palle? Non conta più?). E intanto i nostri, di figli, perdono le libertà più sostanziali, i diritti più essenziali: avere i loro figli - che in Italia non si fanno più - avere una vita, un lavoro.
      Dio ci perde perché siamo diventati dementi. Siamo come le cellule del cancro: abbiamo perso il senso dell'organismo cui apparteniamo. Ognuno è magari anche superefficiente, ma per i cazzi suoi. Perché pensare allo Stato? Affamiamo la bestia! Vinca il migliore!
      Alla fine, un minuto dopo la morte dell'organismo, muoiono anche le cellule del cancro: così flessibili, così produttive, così competitive.

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    2. Grazie, troppo gentile. Non c'entra con il tema in discussione qui, però c'entra col tema "mentre immani sciagure si preparano di là, di qua si prenota tranquilli la solita pensione Miramare".

      Messaggio molto chiaro: RussiaTv mostra video in cui il Ministro della Difesa russo ordina al personale del suo ministero un minuto di silenzio per le vittime del disastro aereo di Sharm el Sheik. Ripeto: il Ministro della Difesa, non un'altra personalità qualsiasi delle istituzioni russe. Più chiaro di così si muore (letteralmente, e in tanti):

      https://www.youtube.com/watch?v=zVPH2MsLCMo&feature=player_embedded

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    3. Per essere più chiaro, non si sa mai. Tiro fuori il video russo del Ministro della Difesa che ordina il minuto di silenzio per le vittime del disastro aereo di Sharm el Sheik perchè è un segnale, ufficioso ma fortissimo, che secondo il governo russo si è trattato di un attentato, la cui responsabilità ultima è in capo agli USA, attentato attuato per rappresaglia contro l'intervento militare russo in Siria e allo scopo di destabilizzare Putin e di rovesciarne il regime, nella speranza/persuasione che i russi si intimidiscano. Conta poco che sia questa la lettura veritiera dei fatti, fatto sta che per il governo russo lo è, anche se non lo può dire apertamente (perchè se lo dice deve dichiarare guerra agli USA). Ora, io non penso proprio che i russi si intimidiranno, perchè se non si sono intimiditi dopo Beslan, difficile si intimidiscano adesso (si sono invece intimiditi i ceceni che Beslan lo fecero, perchè i russi, conforme il pacato pronostico di Putin - "gli daremo la caccia e li strozzeremo nei cessi" - gli hanno raso al suolo la Cecenia).
      Segnalo il fatto perchè ha rilevanza in assoluto, e perchè ha rilevanza anche nella questione euro/dopoeuro.
      Il problema dell'uscita dall'euro, infatti, non è il problema se uscire da sinistra, da destra, da sopra o da sotto: il problema di uscire dall'euro è che chi voglia uscire entra automaticamente, lo voglia o no, nel mondo in cui le comunicazioni reciproche tra gli attori si svolgono anche su questo piano e in queste forme: aerei che esplodono, bambini che muoiono bruciati vivi, strangolamenti nei cessi, etc.
      Il problema è questo qua, e sarebbe tempo di cominciare a pensarci tutti insieme, invece di perdere tempo con i quiz del codice stradale su chi dà la precedenza a chi. Circoleranno mezzi pesanti, cerchiamo piuttosto di capire come non farsi spiattellare.

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    4. "Circoleranno mezzi pesanti, cerchiamo piuttosto di capire come non farsi spiattellare."

      I "mezzi pesanti" circolano da quando esiste l'aviazione e gli 'spiattellamenti' periodici vengono messi regolarmente a tacere perche' fare la guerra aperta generalmente non conviene.

      Nel caso di 'bombe a bordo' o sabotaggio (oggi sarebbe molto piu' facile intervenire sullo "uninterruptible autopilot" e far sfracellare l'aeromobile che mettere una bomba), siccome si tratta sempre di 'terrorismo di stato', i conti vengono regolati in sede diplomatica (solo nel caso di Lockerbie si arrivo' ad una ritorsione contro la Libia).

      Molte sciagure aeree del passato sono state attribuite a 'cedimenti strutturali' ma molto verosimilmente si tratto' invece di bombe a bordo (con innesco barometrico).

      Ce ne e' una in particolare che mi e' ritornata in mente in questi giorni e che mi appare esemplare (all'epoca - gennaio 1954 - la sicurezza di Ciampino era proprio inesistente.... visto che ...... pure ad Aprile dello stesso anno...... "On 8 April 1954, Comet G-ALYY ("Yoke Yoke"), on charter to South African Airways, was on a leg from Rome to Cairo (of a longer route, SA Flight 201 from London to Johannesburg), when it crashed in the Mediterranean near Naples with the loss of all 21 passengers and crew on board.").

      https://en.wikipedia.org/wiki/BOAC_Flight_781

      Nel caso dell'Elba l'aereo fu pure visto esplodere in volo (la gente del posto che assistette al fatto lo raccontava anche ai turisti), ma ufficialmente l'esplosione, avvenuta AD UNA QUOTA INFERIORE A QUELLA DI CROCIERA, come tutte le altre esplosioni in volo sospette dei Comet avvenute al tempo nel giro di pochi mesi, fu attribuita a "cedimento strutturale".

      (Qui c'e' un classico esempio di disinformazione di WIKI - https://en.wikipedia.org/wiki/De_Havilland_Comet - perche' si dice che all'ELBA "non vi furono testimoni")

      Certo e' che le ripetute tragedie dei Comet decretarono la fine dell'industria aeronautica civile Inglese a favore di quella USA (che all'epoca era in ritardo di almeno 5 anni nello sviluppo dei jet commerciali).

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    5. Grazie per la bella informativa. "Mezzi pesanti" lo intendevo, però, in forma metaforica.

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    6. L'etica sottesa all'attuale sitema economico, che potremmo chiamare post-liberismo, è evidentemente così egoistica da rendere il vivere in comunità non un vantaggio, ma un grave impedimento per la sopravvivenza dell'individuo.

      Il concetto chiave si può comprendere bene partendo da un detto che piace tanto a mia mamma e che è assai vero: "La mia libertà finisce dove comincia la tua".

      E' proprio così, la libertà dell'individuo non può essere infinita, perchè la libertà infinita di un soggetto implica la schiavitù di tutti gli altri.

      Il post-liberismo (basato su oligopoli anticoncorrenziali tutt'altro che inquadrabili nel contesto del liberismo classico) risolve tutto con una regola semplice:

      "La libertà si paga"

      Così, se non hai denaro con cui pagare non puoi fare nemmeno il venditore ambulante, o chiedere l'elemosina. Se sei abbastanza ricco puoi fare ogni cosa, dall'eludere il fisco a stuprare, secondo i tuoi gusti sessuali.
      E l'elite si individua proprio da questo, dall'esser abbastanza ricchi da potersi elevare al di sopra della legge.

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    7. Lucidità in questa analisi di Buffagni non ne vedo né poca né punta: c'è solo ignoranza e idealismo da barino. Egli sa di sapere. Il problema è che non sa un benemerito.

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    8. @ omicron

      "barino"? Non ho capito se vale "baretto" o è un refuso per "barin" (in russo, "padrone", signore").
      Insomma non ho capito se l'idealismo e l'ignoranza sono "da bar" o "da signorino".

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    9. @ Buffagni

      Entrambe le cose evidentemente.

      Cmq baretto non è più corretto di barino dato che sono entrambe distorsioni improprie di bar. E sono entrambe comprensibili.

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    10. @ omicron

      Lei:
      1) è scortese a distanza di sicurezza
      2) critica senza portare argomenti

      Di conseguenza, finchè non cambia registro, con lei fine delle trasmissioni.

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  21. Il tradimento: 1) Convenienza personale e di gruppo. 2) Paura del noto, mettersi contro modelli sovranazionali ha comportato perfino eliminazioni fisiche. 3) Paura dell'ignoto, cosa proporre come modello alternativo? Quale idea forte che fosse attraente e largamente condivisibile (considerato che il capitalismo funzionava meglio del comunismo)? Cio' porta al 4) Consenso, come guadagnarselo? Il che riporta diritti a 2), senza un esercito ben schierato, la guerra si perde. L'esercito sarebbe dovuto esser composto dalla migliore classe imprenditoriale e politica italiana e dai migliori intellettuali (letterati, giornalisti, tecnici). Non e' successo allora, adesso sembrerebbe ancor piu' improbabile.

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  22. Fu così che
    perduta la Via venne poi la virtù,
    perduta la virtù venne poi l’umanità,
    perduta l’umanità venne poi la giustizia,
    perduta la giustizia venne poi l’etichetta:
    l’etichetta è un velo sottile di lealtà e sincerità
    ed è foriera di disordine.
    La precognizione è fioritura superficiale
    e inizio di stupidità.
    Perciò l’uomo saggio si occupa dello spessore,
    non si occupa del rivestimento,
    si occupa della sostanza
    e non della fioritura superficiale.
    Lascia l’uno e prende l’altro.
    (Tao Te Ching, XXXVIII)

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    1. Bella questa.
      La pensa così anche de Bonald: "Un clero santo fa il popolo virtuoso; un clero virtuoso fa il popolo onesto; un clero onesto fa il popolo empio”. (e io nel mio piccolo aggiungo: un clero di senzadio disfa il popolo)

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    2. Si impiega molto tempo a comprendere il significato profondo del wu wei (il non agire); che è quello del fuso di Ananke (un ringraziamento al "savio gentil che tutto seppe"), l'axis mundi attorno al quale ruotano le sfere celesti. Infatti si legge: "Non agendo, non v'è nulla ch'egli (il saggio) non faccia". Il macellaio perfetto, secondo Chuang Tzi, è quello il cui coltello mantiene sempre un filo perfetto, perchè atglia negli interstizi, ovvero segue la natura di ciò su cui agisce. Come, peraltro il perfetto artista di Platone o il medico di Tommaso d'Aquino,peraltro aristotelico ( "Ars imitatur naturam in sua operatione,sicut enim natura sanat infirmum alterando, digerendo, et expellendo materiam quae causat morbum, ita et ars" I,117,1)
      Per questo i trattati politici magistrali sono l'Han Fei Tzu, il Dharmasastra e, per certi versi, il De vinculis di Giordano Bruno.
      D'Argenson/Le Gendre non avevano capito una fava: l'unico significato del laissez faire può essere solo metafisico, mai economico

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    3. Interessante quell'accenno al fuso di Ananke e all'axis mundi delle sfere celesti: avresti da fornirmi delle indicazioni bibliografiche a proposito? Te ne sarei grato.

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    4. Secondo te, chi sarebbe il "savio gentil che tutto seppe"?

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    5. Bisognerebbe chiederlo a Dante

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    6. Purché si possa contare su almeno un grande tagliatore (di legno) che, va da sé, non taglia.

      ps traduzione piacevole :snella e chiara.

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    7. @Roberto Buffagni
      Viene il dubbio che ogni possibile riferimento ai recenti arresti vaticani non sia casuale... Più di 40 anni fa il tanto discusso Ratzinger "teologizzò" d'una Chiesa minoritaria, socialmente irrilevante e politicamente poco influente, nemmeno più in possesso di molti degli attuali luoghi di culto: più protesa, in compenso, a una effettiva ricerca spirituale (una sorta di riabilitazione di Fenelon, se così vogliamo, realizzata negli accadimenti esistenziali). Mi pare che il giudizio di de Bonald (presumo il figlio vescovo - ma solo perché ho controllato Wiki...) confermi l'intuizione di chi parla di convergenze sulle vie autenticamente tradizionali, solo formalmente diverse, e non di casuali coincidenze, fantasiosi evoluzionismi, o scopiazzature e plagi.

      @Il velo di Maya
      Ne "La Via Razionale" (o "Via taoista") il Matgioi arriva ad affermare che un saggio debba "vivere" il meno possibile, nel senso di non lasciarsi afferrare dal turbinio di passioni e pensieri irrilevanti, per poter acquietare mente e spirito e così agire senza agire: sicché il laissez faire metafisico davvero non possiede un soggetto (dice Hsu-yu: “Il nome è ospite della realtà, e io non desidero essere un ospite”), men che meno dunque può esserlo il mercato (a me viene sempre alla mente cosa accade a Milano a un semaforo guasto: decine di auto embricate al centro dell’incrocio, le une entro le altre, poiché ciascuno deve passare, vuole passare e soprattutto sa come farlo…). L'antropologo Bill Porter dice di aver incontrato, tra i vari eremiti dei monti Chungnan, un maestro taoista che fu realisticamente perentorio nel tracciare certe direzioni (ed anche qui ci starebbe un'analogia alquanto critica con l'approccio approssimativo del piddinismo a certe dottrine, ritenute "alternative"): "Non si può imparare semplicemente visitando un tempio. Devi viverci almeno per tre anni e dare una mano nel lavoro di ogni giorno. Se puoi resistere alle difficoltà e alle privazioni, dopo tre anni puoi chiedere a un monaco di essere il tuo maestro. Non è facile. Devi avere una visione chiara e una mente calma. Come ho detto prima, ci vogliono almeno tre anni di addestramento fisico prima che la mente diventi abbastanza tranquilla per comprendere il Tao.". Il resto, verrebbe da dire, è pura “filosofia” da radical salotto… (ma scritta e pronunciata in maniera davvero minuscola).

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    8. @ Martinet

      scusate se mi permetto, probabilmente li conoscete già e/o la bibliografia di Velo di Maya sarà più completa, comunque:

      Santillana- Dechend, Il mulino di Amleto, Adelphi
      Chiarini G. - I cieli del mito, Diabasis
      Magini L. - Astronomia etrusco-romana, L'erma di Bretschneider
      Magini L. - Le feste di Venere, L'erma di Bretschneider

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    9. @ citodacal

      Concordo sugli arresti vaticani (e sulla piddinizzazione in corso della Chiesa istituzionale, complementare alla chenosi pronosticata da Ratzinger, che come l'ultimo imperatore del Celeste Impero termina i suoi giorni in mite cattività, facendo giardinaggio).

      Il de Bonald è il figlio vescovo, sì, mi scuso per non aver precisato.

      Della convergenza delle spiritualità e delle tradizioni al loro più elevato livello, come ricorderai parla anche il Dottore della Chiesa Nicola Cusano nel "De pace fidei" (scritto in risposta all'invito papale di contribuire all'indizione di una Crociata).

      Mi viene in mente, scrivendo, che Cusano ha scritto anche lui un "Contra Piddinos" mica male, il "De docta ignorantia"; nel quale, riprendendo il Socrate platonico, "afferma che sapiente non è colui che possiede la verità, ma colui che conosce la propria ignoranza, ed è quindi consapevole dei propri limiti; non si può infatti essere consci della propria ignoranza senza avere già parzialmente o inconsciamente intravisto cos'è che non si sa; viceversa, l'ignorante assoluto non ha neppure coscienza della propria ignoranza".
      Infatti, "La verità non ha né gradi, né in più né in meno, e consiste in qualcosa di indivisibile. [...] Perciò l'intelletto, che non è la verità, non riesce mai a comprenderla in maniera tanto precisa da non poterla comprendere in modo più preciso, all'infinito."
      [da Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Cusano]

      Era il 1440: come si vede, il Problema del Piddino non prevede soluzioni semplici e tantomeno finali.

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    10. @Roberto Buffagni
      Il "De Docta Ignorantia" è una vera pietra miliare occidentale, accanto al genio metafisico espresso da Eckhart e al probabile misconosciuto, a livello ordinario, "Libretto della Vita Perfetta" di Anonimo Francofortese (assai possibilmente un cavaliere dell'Ordine Teutonico). Ma la lista è alquanto suscettibile d'ampliamento, senza contare il contributo dei Padri greci e dell'esicasmo. Concordo col Guénon allorché affermi che la religione, in occidente, abbia finito coll'imboccare rivoli esclusivamente sentimentalistici che le sono propri soltanto in minima parte, dando alle ortiche l'aspetto più profondo di una vera "gnosi" cristiana (sebbene non riconducibile affatto alle sette gnostiche storicamente più discutibili), gnosi riscontrabile invece pure in Dante, a titolo d'esempio, in Dionigi (che impiega costantemente il termine di "iniziati"), nell'esichia e in molti altri autori pienamente cristiani. Eppure il significato del termine stesso, "religione", esprime letteralmente lo stesso ordine di realtà del sanscrito "yug" (unire, collegare, e quindi anche tramandare) - da cui "yoga", altra disciplina interiore massacrata dalla cultura "alternativa", fino a confluire nel liberismo comportamentale come semplice orpello edonistico psicofisico - sicché un vero parallelo con la metafisica orientale è tutt'oggi praticabile (invero, a livelli più elevati, è una autentica identità di coscienza), avendone tuttavia i metodi corretti per farlo (e qui casca l'asino). Del resto, leggevo sempre su Wiki qualche mese fa che lo stesso francescano Ubertino da Casale (1259-1330) fu scomunicato per due o tre volte, nell'ambito della disputa tra spirituali e conventuali. Analogamente, l'autorità ortodossa ha ritenuto eretico in alcune circostanze l'asceta egiziano contemporaneo Matta el Meskin. E che dire inoltre dell'ingiuria di "lima sorda" con cui Giovanni della Croce venne apostrofato dagli stessi suoi confratelli?
      Secondo quanto affermato in un video dallo Sheikh Nazim, guida spirituale dell'Ordine sufi Naqshbandi, egli incontrò un Ratzinger stanco e disorientato allorché gli andò incontro a Cipro, ove risiede la sua abituale dimora (su Youtube c'è un video dell'incontro ove Nazim abbraccia Ratzinger e gli dice "Pray for me, I'm very old", e l'altro risponde "Me too I'm very old", dopodiché Nazim esclama per due volte verso la videocamera, all'indirizzo del Papa: "Good one!" - ovviamente i radicali islamici lo hanno ripetutamente accusato d'essere una serpe sionista, un kāfir, eretico infedele etc...). Particolare curioso quello di Nazim. Forse Ratzinger non ne poteva più davvero.

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    11. Eccone un altro che al pari del giovine Baroni mi dà del crasso ignorante.
      Gentile mikez73,
      presumo dal nickname che lei non sia tanto meno giovine del nerd succitato, ma invero mi sembra che abbia di costui la medesima giovanil supponenza: le pare davvero che io non conosca (!) l'opera del romano Santillana la cui condizione di esule ci accomunò l'avverso Fato? (egli scrisse, peraltro, un libretto dal titolo Fato antico e Fato moderno); conosco per averli citati anche il li-bro di Chiarini nonché quelli dell'imbarazzante Magini, il cui "curioso" (aggettivo utilizato come mero eufemismo) testo dal titolo La dea bendata. Lo sciamanesimo nell'antica Roma, ho simpaticamente sberteggiato nell mio ultimo saggio.
      Salutations distinguées. M.

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    12. Tanto non ci casco.... Niente male pure quest'apostrofe...
      XOXO
      N.

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    13. Gentile Martinet,
      chiedo venia, anche se, subodorando il colpo in arrivo, io le manine avanti le avevo messe.
      Quanto ai testi, per fare altro sfoggio di saccenza (diversa dalla sapienza), ho letto anche gli altri due da Lei citati, con sommo piacere quello di Santillana, con sommo dispiacere quello di Magini, che, pur non avendo la Sua competenza in materia, avevo trovato pessimo (e infatti l'avevo espunto dalla lista) . Il ché mi conferma almeno di avere un po' di naso, mancandomi la scienza - lo stesso naso che mi fa preferire la spiegazione della crisi di Bagnai a quella di Boldrin, ça va sans dire.
      A questo punto, avendo i due volumi in whish list, aspetterò l'arrivo degli "Arcana Verba" per sapere cosa ne pensa dell'argomento e per avere una bibliografia più ricca.

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    14. @ Gentile mikez73,
      apologies accepted. Le dirò che le pagine complessive della bibliografia dei due volumi di Arcana Verba ammontano a una novantina: buona lettura.

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    15. Grazie.
      La bibliografia in effetti è una delle parti più belle di un saggio (e spesso basta leggere quella).

      A proposito di piddinitas.
      Lo slancio nel citare quei libri era anche dovuto alla gioia di vedere che l'argomento interessasse a qualcuno. Sa, la mia compagna è una (ex) archeologa, di scavo e di studio, per cui per anni ho frequentato frotte di archeologi e antichisti di ogni risma e colore, a molti di loro parlavo di Santillana e della sua interpretazione astronomica dei miti e del pensiero antico. A me sembrava illuminante, oltre che convincente, per loro era arabo: ce ne fosse stato uno di questi amici (ex, ormai, tutto piddiname convinto) che fosse stato incuriosito, non dico persuaso, ma almeno incuriosito al punto di leggerlo. Niente da fare.
      Peraltro, ce ne fosse stato qualcuno che mi avesse saputo spiegare perché su un incuso di Sibari il toro è retrospiciente, o perché il guerriero sulla metope è inginocchiato.
      Secondo me, se avessero alzato il muso al cielo, invece che tenerlo abbassato sempre a una perniciosa e onnipresente spiegazione socio-economica della vita antica, un indizio l'avrebbero avuto.

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    16. Sono dei poracci. Si può immaginare se degli archeologi e per di più piddini si leggono il The Hamlet's Mill. gli ci vorrebbe un corposo innesto di neuroni.

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    17. Gentile mikez736,

      dimenticavo di dirle che il libro che sto scrivendo ora, dopo aver accantonato momentaneamento quello su Agarttha (cosa che ha deluso un po' le aspettative de Il Velo di Maya), tratta molto dell'interpretazione a livello sacrale dei fenomeni astronomici e dei corpi celesti nel periodo indoeuropeo: è molto simile come spirito a quello di Santillana. Potrà citarlo insieme a quello, magari.

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    18. Gentile Martinet,
      buono a sapersi, non vedo l'ora di leggerlo!
      Se poi riuscirà a trovare una chiave astronomica perfino del sacrificio, chapeau!
      Quanto a citarlo, temo che non ne avrò occasione visto che non ho più la materia prima piddina a cui somministrare inutili elettroschock.

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    19. Ma che strano: proprio oggi stavo scrivendo di Agni come dio nato in cielo e dio del sacrificio. Lo prendo come un omen di buon auspicio: sa, ho una visione molto "pagana" degli eventi.

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  23. Non so se è vera, ma ho pensato subito ai piddini e al fatto che pensano di sapere:
    “The greatest enemy of knowledge is not ignorance, it is the illusion of knowledge.”
    ― Stephen Hawking

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    1. I peggiori coéquipier ,in barca a vela, non sono quelli che non sanno fare assolutamente nulla, ma quelli che che credono di saper fare qualcosa

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    2. e sotto la superficie del mare, tra i sub, "incredibilmente" succede lo stesso.

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  24. un Grazie a Duccio ed a Maurizio per i loro commenti, finalmente c'è qualcuno che fa una sintesi di quello che sta accadendo nel corpo sociale e che da anche una spiegazione dell'enorme inerzia al cambiamento , naturalmente un grazie anche a Bagnai per il coraggio di mettere in luce aspetti particolarmente odiosi del conformismo imperante oggi in Italia, un vero ostacolo alla comprensione della realtà.

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  25. È colpa mia

    E' colpa mia
    se siamo diventati indifferenti
    più poveri più tristi
    e meno intelligenti
    è colpa mia x2
    che non mi curo delle tue speranze
    forse perché delle idee
    non so più che farne
    è colpa mia
    non ci avevo mai pensato
    è colpa mia
    non presto mai troppa attenzione
    è colpa mia
    perché non prendo posizione
    è colpa mia
    mi crolla il mondo addosso
    se ci penso
    non me ne frega niente
    è colpa mia
    ho aperto gli occhi all'improvviso
    e ho visto te
    e nessuna spiegazione
    soltanto quando è troppo tardi
    ti ricordi ch'è tutto vero
    è colpa mia x2
    ho aperto gli occhi all'improvviso
    e ho visto te
    e nessuna spiegazione
    figlio mio
    ci pensi, un giorno
    tutto questo sarà tuo
    neppure se ti vedo piangere
    riesco ad essere felice
    neppure se ti parlo veramente
    quando ti dico
    che per me non conti niente
    neppure tu
    è una vita spesa male
    ma tanto ormai è finita e lo sai
    perché è finita
    era un autunno
    mentre l'inverno si avvicina
    è colpa mia x3
    se siamo diventati indifferenti
    più poveri più tristi
    e meno intelligenti
    perché non mi curo
    delle tue speranze
    è colpa mia
    se siamo diventati indifferenti
    per piccoli egoismi
    e altrettante bugie
    e nessuna spiegazione
    è colpa mia
    che non mi curo delle tue speranze
    per piccoli egoismi
    e altrettante bugie
    e nessuna spiegazione
    figlio mio
    ci pensi, un giorno
    tutto questo sarà tuo

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  26. Vediamo se riesco a fare un altro intervento "non centratissimo". Non discuto la bontà e la verità degli argomenti di Duccio. Discuto l'approccio morale e perciò pre-politico della sua analisi. Dopo questa super seduta di autocoscienza, qualcuno dovrà alzarsi e dire:" Scusate "compagni", ma ora che siamo sufficientemente consapevoli dell'esistenza del male nella storia, come facciamo a trasformare la nostra tensione morale e ideale in azione e prassi politica?

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    1. Questo invece secondo me è una domanda molto centrata, ma c'è un problema di circolarità logica. Poi ne parliamo, ora ho una penitenza da fare: http://www.thelatinlibrary.com/aquinas/q1.29.shtml

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    2. Il problema delle circolarità viziose è che non hanno né capo né coda, e quindi sembrano inattaccabili. (chi è il sostrato per il tradimento, chi è stato ingannato dai traditori, e via e via).
      Ma la fortuna con i cicli degenerativi è anche - mi pare - che essendo circolari se li interrompi in un qualsiasi punto, il circolo cessa di circolare e si sgonfia. :)

      Che lo faranno sgonfiare gli eventi pare naturale, come si sono sgonfiati il nazismo il fascismo etc.

      Sia chiaro, senza riformare la natura umana.

      Mentre voler riformare l'Uomo mi pare un tantino ambizioso...

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  27. Complimenti per la profondità dei commenti al tema del post. Meriterebbero di essere raccolti in un libro. Mi hanno ricordato di aver letto qualcosa di simile in un altro blog che ogni tanto leggo ma che non è di economia: "Sono più svegli di Te e di me, mi spiace dirtelo. Seguono la corrente. Risparmiano energie. Non si creano inimicizie. Non si attirano critiche che li farebbero entrare in crisi. La reputazione di cittadino modello non viene intaccata. Ottengono gratificazione senza sudarsele, basta solo un passo per salire sul carro del vincitore. Diluiscono la responsabilità nella massa. [...]
    ... Non hanno la responsabilità di fare ragionamenti, usano solo schemi pre-impostati. Si garantiscono un metro in più di corsa - del guinzaglio. I figli non andranno mai a chiedergli come funziona il mondo, sai che fatica dovergli rispondere? Si sono votati alla cieca obbedienza e di conseguenza i figli non verranno mai messi nelle condizioni di essere responsabili. In sostanza: li allevano. Insomma, questo è il volgo. Cosa ti aspetti mai da gente che accetta di inginocchiarsi in milioni di fronte a uno vestito di bianco? E altri che non lo fanno, lo ritengono accettabile. Sentono nel calcio la libertà (ma ti rendi conto di cosa significa?); nei reality un motivo per discutere della vita; riempiono gli stadi, per sentire musica di merda, fatta da furbi che sanno di farlo; considerano i cantanti di oggi, dei profeti (ti rendi conto di cosa significa?); si appassionano ossessivamente a film per adulti che sono strutturati sulla psicologia dei dodicenni; si gratificano condividendo frasi fatte sui Social e non sanno neanche che cosa significano; condividono immagini con tanto ammmmmore su "YUUUTUBBO" di soldati che rientrano e abbracciano i loro figli, le loro mogli, e piangono per loro, sottoscrivono quei momenti di frasi copiate e incollate: sulla compassione e sul valore della vita, sull'altruismo, però stanno parlando di coloro che sono andati a sterminare altre popolazioni, bambini e gente innocente, di coloro che sono pagati e addestrati per uccidere altri esseri umani ... e tu gli chiedi di svegliarsi? Questo è il loro mondo, sono impazziti; si chiama progresso ... non possiamo farci niente, bisogna aspettare che tutto faccia il suo corso. Lo amano visceralmente questo mondo, guai a chi glielo toglie".

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    1. I vostri commenti mi rimandano, seppure per vie traverse, a certe letture…..
      [….è proprio sicuro che quella gente, allora e in quelle circostanze, la evitasse solo per l’imbarazzo e la paura di «potenziali persecuzioni», e non perché, data l’apparente stabilità del sistema, l’avevano ormai messa da parte, scartata? È proprio sicuro che alcuni di loro, almeno, non la considerassero come un uomo segnato, condannato, per il quale sarebbe stato sciocco sprecare del tempo? Non le sembra che invece di, o oltre a, essere un fastidio ( come insiste a definirsi), lei rappresentasse anche un perfetto esempio di comportamento sbagliato, e quindi una notevole fonte di consolazione morale, al modo in cui i malati lo sono per la maggioranza sana? Se li è mai figurati mentre dicevano alle mogli, rientrando la sera: «Oggi ho visto Václav Havel per strada. È un uomo finito»…..Che la storia abbia dato torto a loro e ragione a lei importa poco…………]
      E conclude..
      [………. Perché i cowboy credono alla legge, e riducono la democrazia all’uguaglianza del popolo di fronte alla legge: vale a dire, a una prateria ben pattugliata. Mentre quello che io suggerisco a lei è l’uguaglianza di fronte alla cultura. Sta a lei decidere quale corso sia meglio per il suo popolo, quale libro sia meglio lanciare loro. Se fossi in lei, comunque, comincerei con la sua biblioteca, perché ho l’impressione che certo non alla facoltà di Giurisprudenza lei abbia assimilato gli imperativi morali..]
      Lettera a un Presidente di Joseph Brodskij del 1993, in Profilo di Clio-Edizione Adelphi 2003

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    2. @ Alessandro Michieletto

      Sì, però ti faccio notare che "davanti a uno vestito di bianco" (che immagino non sia Elton John o il gelataio) s'è inginocchiata tanta gente nient'affatto stupida o irresponsabile o costretta.
      Magari il biancovestito non se lo meritava, ma la persona non stupida si inginocchiava lo stesso davanti al simbolo e all'ufficio. Inginocchiarsi di fronte a qualcuno o a qualcosa non è sbagliato in sè, anzi. Suggerirei di valutare caso per caso, vagliando bene chi si inginocchia, davanti a chi o a che cosa, e perchè.

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    3. @ Alessandro Michieletto
      Il problema e' trovarlo, quel qualcuno o qualcosa davanti a cui e' giusto inginocchiarsi. Senza una guida, un riferimento, non c'e' la liberta' ma solo l'arbitrio, che poi defluisce nei comportamenti di massa. La liberta' e' la scelta della regola, sommata alla scelta delle eccezioni. Ma appunto tali.

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    4. Il problema è che in ginocchio si vede meno lontano. E ci si muove più lentamente. Due cose che non facilitano il progresso.

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    5. @ a perfect world

      Concordo. Per come la vedo io, la libertà serve solo per poterla regalare. Altrimenti fa solo male.

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  28. Ma di tutte le categorie di Piddinia, la peggio (capisco, numericamente irrilevante, ma comunque esiziale) rimane quella dei dipendenti della Banca d'Italia. Chi è più chierico? Dunque più colpevole? E il guaio è che sono ancora dannosi.

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  29. Va bene professore, il mio è stato un commento d'impulso, sul tradimento e sui chierici, ma poi, pensando alle parole di Keynes a proposito del fatto che una banca centrale, lasciata a se stessa, è per definizione "deflazionista" , capisco che avrei fatto meglio a tacere. È davvero la solita storia della rana e lo scorpione.

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  30. Risposte
    1. E a proposito di tedeschi, sembra che questo sia un periodo propizio per tirare fuori i loro scheletri dagli armadi. Che qualcuno, magari d'oltreoceano, glie l'abbia giurata?
      http://contropiano.org/articoli/item/33008

      Ps.: La "Microfisica del potere" di Michel Foucault all'epoca l'avevo un po' snobbata, ma mi sa che ora mi metterò a leggerla.

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  31. Sì, "Gli indifferenti" è il titolo perfetto. Ma l'alternativa, credo, sarebbe potuta essere anche "I sommersi e i salvati" di Primo Levi. Anche nei Lager, ricordava Levi pochi mesi di lasciare questo mondo, persino lì nell'esempio istituzionale dell'incenerimento dell'umano, della programmata cancellazione dell'alterità, il potere funzionava solo grazie al supporto di una parte delle vittime. Persino lì, dove il potere poteva dispiegarsi in forza della sua espressione più feroce, l'ordine era garantito dall'obbedienza, a sua volta figlia non tanto della paura, quanto piuttosto del consenso, della connivenza, della complicità. Anche lì infatti vi erano "i gerarchetti che servono un regime alle cui colpe sono volutamente ciechi", "i subordinati che firmano tutto, perché una firma costa poco", "chi scuote il capo ma acconsente", "chi dice: se non lo facessi, lo farebbe un altro peggiore di me". Il brodo di coltura che muta gli oppressi in collaboratori degli oppressori.
    E' una dinamica che chi esercita il potere conosce benissimo, perché nessun potere resiste senza una forma di consenso, neppure nei campi di concentramento. E sulla massa acritica degli "indifferenti" che il potere di ogni epoca conta di poter fare affidamento.
    Indifferentemente complici, certo. Ma ciò non significa che non siano anche loro vittime. Che dobbiamo sforzarci di salvare, di spingerli a respingere la tentazione di continuare, anche solo per quieto vivere, a restare indifferenti. Perché se invece, pur a ragione, li si costringe a confrontarsi con la parte più buia delle loro miserie, appiattendoli sulla loro dimensione di collaborazionisti e lasciando sullo sfondo solo le loro ombre di vittime, si finirebbe per perderli, per incatenarli alle loro reazioni di diniego, per renderli ancor più schiavi di quanto già non lo siano. La bellezza e la ricchezza di questo blog risiede nel suo sogno liberatorio, nel far vedere, certo, che le discese viste dal basso sono salite, ma anche che quindi, per converso, le salite viste dall'alto sono discese: se prima ce n'era solo uno a cantare il dalliall'euro, adesso sono in tantissimi, grazie all'abnegazione, alla costanza, all'ottimismo della volontà di chi ha assunto un impegno di divulgatore e non si stanca di portarlo avanti. E' per questo che ribadisco: c'è speranza, c'è ancora speranza per questo nostro Paese. Continui Professore a disseminarla. Alla fine, vedrà, i semi attecchiranno anche là dove un tempo sarebbe sembrato impossibile.

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  32. Temo che il piddino del "più Europa" si sveglierà solo se salterà in aria 1 o più banche piddine con successivo bail-in.

    Penso che con le politiche del "c'è lo chiede l'europa" di Renzi si va nella direzione giusta. Poi si vedrà se hanno ancora voglia di andare alla festa del unità.



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  33. Non sono pienamente d'accordo con il sig.Tessadri riguardo l'ipotesi che l'elettorato di riferimento piddino sia rappresentato in maggioranza nel pubblico impiego.
    Quest'ultimo, soprattutto con i numerosi rappresentanti delle forze dell'ordine storicamente ha sempre appoggiato i partiti di centro-dx, liberisti a parole ma statalisti nei fatti. Ora che Renzi ha trasformato il PD nel principale partito della vera destra liberalista, quella "hayekana" per intenderci, è riuscito ad attirare verso di se le simpatie dell'establishement industriale capeggiato dal misero Squinzi, potendo contare , oltre che sull'irriducibile corpo operaio meno scafato e tradizionalista, anche e soprattutto sull'enorme rete di partite iva con dipendenti annessi gravitanti nella macro orbita delle cooperative rosse o comunque nell'intreccio di interessi economici legati alle politiche locali.
    D'altronde vedo anche poco propensi ad appoggiare piddinia tutti i semplici funzionari pubblici (i quadri no, loro sono stati nominati e foraggiati dalla politica) che se non sbaglio hanno ancora le retribuzioni bloccate e si vedono negare anche i fondi per la carta igienica nei bagni, in un continuo crescendo di umiliazioni apportate anche solo moralmente dalle tante spending rewiew innescate negli ultimi tempi.
    Infine, vorrei anche ricordare che oggi, se c'è qualcuno che è cascato con tutta la testa dentro il sacco dell'inganno mainstream, quello è rappresentato in buona parte da quella porzione di partite iva, non ancora consapevoli e certamente non frequentatrici di questo blog, fallite od in profonda crisi esistenziale che, invece di chiedersi cosa è successo ai loro margini ed al mercato interno, pensano di dare la colpa di ciò che gli è successo, ai tanti ladri di polli beccati a rubare la marmellata o peggio, riportando un termine comune in molti ambiti libertari, agli "schifosi parassiti statali".

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    1. Credo che si riferisse al corpo insegnanti e funzionari. In fondo perchè non dovrei essere indifferente? Sono stato precario tanti anni, oggi fortunatamente no.Ci sono amici e conoscenti che ricontrattono a scadenza annuale il posto di lavoro, perchè dovrebbero lottare? C'è l'hanno menata per anni la flessibilità, innovazione e stronzate varie .Oggi che tocca a voi,perchè dovrei aiutarvi?

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    3. Caro pensionato1945, parlo proprio di te nel mio secondo libro, che non hai letto. Non leggerlo, te lo meriti.

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    4. Caro pensionato con 35 anni di contributi. Se sei andato in pensione con il metodo retribuivo mi auguro che boeri ti tagli la pensione per la quota "immeritata". Questa e' una delle contraddizioni che l'euro potrebbe far esplodere, attento che stavolta potrebbe beccare anche te. Un'altra contraddizione e' la sanita' gratuita, ma a te immagino non serva. Auguri.

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    5. Caro (si fa per dire) pensionato, personalmente preferisco risponderti con i seguenti versi scritti dal grande Fabrizio de Andrè, con riferimento alla pietà, di cui avrai molto bisogno quado arriverà il tuo momento (spero lontano) di raggiungere i Campi Elisi:
      "Uomini senza fallo, semidei

      che vivete in castelli inargentati

      che di gloria toccaste gli apogei

      noi che invochiam pietà siamo i drogati

      Dell'inumano varcando il confine

      conoscemmo anzitempo la carogna

      che ad ogni ambito sogno mette fine:

      che la pietà non vi sia di vergogna

      Banchieri, pizzicagnoli, notai

      coi ventri obesi e le mani sudate

      coi cuori a forma di salvadanai

      noi che invochiam pietà fummo traviate

      Navigammo su fragili vascelli

      per affrontar del mondo la burrasca

      ed avevamo gli occhi troppo belli:

      che la pietà non vi rimanga in tasca

      Giudici eletti, uomini di legge

      noi che danziam nei vostri sogni ancora

      siamo l'umano desolato gregge

      di chi morì con il nodo alla gola

      Quanti innocenti all'orrenda agonia

      votaste decidendone la sorte

      e quanto giusta pensate che sia

      una sentenza che decreta morte ?

      Uomini cui pietà non convien sempre

      mal accettando il destino comune,

      andate, nelle sere di novembre,

      a spiar delle stelle al fioco lume,

      la morte e il vento, in mezzo ai camposanti,

      muover le tombe e metterle vicine

      come fossero tessere giganti

      di un domino che non avrà mai fine

      Uomini, poiché all'ultimo minuto

      non vi assalga il rimorso ormai tardivo

      per non aver pietà giammai avuto

      e non diventi rantolo il respiro:

      sappiate che la morte vi sorveglia,

      gioir nei prati o fra i muri di calce,

      come crescere il gran guarda il villano

      finché non sia maturo per la falce"

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    6. caro Orazio Cavezza, se Boeri mi taglierà la parte retributiva (che cmq non credo sia eccessiva, dove lavoravo non c'erano promozioni all'ultimo giorno ) sarebbe un provvedimento GIUSTIFICATO a condizione ovviamente che vengano tagliate anche le pensioni di chi ha lavorato 16 anni 6 mesi e 1 giorno, di chi è stato promosso al grado superiore il penultimo giorno di lavoro, i vitalizi di chi è stato 1 giorno in Parlamento, dei militari che tuttora vanno in pensione a 50 anni mentre la Fornero pretende che un muratore continui a salire su una impalcatura a 67 anni, ecc ecc

      Quello che forse non sono riuscito a dire è che per me qualunque società deve fondarsi sulla giustizia e sulla uguaglianza dei suoi figli: se leggi i commenti la maggior parte sono autogiustificatori della propria categoria e quello che mi amareggia di più sono i commenti di chi, essendo stato colpito personalmente in quanto lavoratore di una azienda esposta alla concorrenza, non vede la indifferenza di chi non è a rischio per grazia ricevuta.

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    7. Visto che una società "giusta" ancora non si è mai vista e gli stessi modelli teorici faticano a contemplarla, perché non accontentarsi di una società ricca?
      Avremo, invece, grazie anche a questi stagionati e fini ragionatori, l'inferno degli invidiosi.

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    8. Penso ai veri rentiers che leggono le risposte al tema sollevato da Duccio. Si staranno sganasciando dalle risate di fronte alle scene di cannibalismo verbale del tutti contro tutti, piddini vs consapevolindignati. Divide et impera. Sempre la solita solfa.

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    9. se il prof permette, vorrei fare una precisazione.

      Anch'io, come la maggior parte della popolazione italiana, sono stato impoverito dall'euro: il mio stipendio e poi la mia pensione iniziale erano sopra la media degli stipendi e pensioni correnti nel settore privato per il livello delle mie mansioni e personalmente non sono mai stato colpito da cig, licenziamenti e simili quando la azienda in cui lavoravo è entrata in crisi prima dell'euro; pero' rimane il fatto che una concausa della crisi aziendale fu la situazione complessiva italiana prima dell'euro.

      Come insegna il Prof, l'uscita dell' Italia dall'euro è necessaria (secondo la visione che ispira questo blog), ma non sufficiente; e l'esperienza dell'euro sarà forse servita a non ripetere gli stessi errori.

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    11. Meno male che ci sei tu, Lenny, fine e coraggioso pensatore politico sotto pseudonimo, che ci insegni cosa dovremmo fare. A proposito: cosa dovremmo fare? Perché tu non ce lo hai detto. Hai solo detto che quello che propongo io firmandomi con nome e cognome non va bene. E se ti ci mandassi? No... Non lo faccio! È inutile. Lo stanno facendo tutti gli altri...

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    12. Che dire Prof. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.
      Ho detto quello che secondo me non si dovrebbe fare. Non mi pare poco.Per il resto a Lei e solo a Lei, che può mandarmi, stima e sostegno fattivo (a/simmetrie.org) per il suo impegno,coraggio e bravura.

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    13. La ringrazio per l'osservazione (e ovviamente per il sostegno).

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  34. Ai piddini (intendendo per "piddini" non solo i militanti e gli elettori, ma tutti coloro che "credono di sapere") si addicono i mirabili versi di Giuseppe Giusti (1809-1850) in "Sant'Ambrogio di Milano" dedicata ai soldati austriaci che a quei tempi occupavano il Lombardo-Veneto: "strumenti ciechi d’occhiuta rapina,
    che lor non tocca e che forse non sanno".

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  35. Quella presunzione di esclusività su ciò che "è giusto e morale", quella stomachevole presunzione di superiorità, io le ho trovate troppo spesso in quelli che comunemente si

    definiscono "di sinistra".

    Ce la stanno facendo davanti ai nostri occhi: quando i piddini non troveranno più vantaggioso per loro mischiarsi alla festa dell'unità, sarà il momento in cui li vedremo

    alla festa in piazza a 5 stelle, ragliando le stesse miserabili frasi e perseguendo nella stessa egoistica direzione.

    Andranno avanti a fare danni non smettendo mai un solo secondo di considerarsi gli unici onesti al mondo, salvo poi non esserlo affatto.

    Queste persone io non le sopporto più, come non sopporto più ascoltare la parola fascista, nazista, nazionalista, xenofobo, comunista, leghista, pronunciati nel 99.99% a

    caso, e da persone che sono intrinsecamente dei meschini vigliacchi, intolleranti (loro) verso chi non la pensa allo stesso modo, fino al punto di usare violenza.

    Quelli che quando uccisero Enrico Mattei, un Uomo che si dovrebbe far studiare sin dalle elementari, non mossero un dito e non spesero una sola parola.
    Io non c'ero, ma scommetto che i sindacati e i moralisti di sinistra se ne stra-fregarono, dimostrando già in tempi non sospetti quali omuncoli fossero realmente.
    Quelli che hanno dato del fascista tutta la vita agli altri, e non hanno mosso un dito mentre smantellavano pezzo dopo pezzo il proprio Stato, privatizzando la propria banca

    centrale di Stato, abolendo la scala mobile, polverizzando quello che era un principio assoluto e cioè il bilanciamento delle 2 camere tra senato e camera (me lo hanno

    insegnato in educazione civica in prima media!), regalando cittadinanze a caso, creando le condizioni per future immense tensioni e divisioni sociali, cedendo sovranità a

    organismi non eletti da nessuno e immensamente più pericolosi e fuori controllo di quel che loro considerano il male assoluto di quel ventennio.

    Queste stesse persone "per bene" che, come descritto immensamente meglio di me da molti lettori nei commenti che mi hanno preceduto, sono incapaci di provare empatia verso le

    altre PERSONE. A parole buoni, tolleranti, altruisti, nel concreto sono insensibili e terribilmente egoisti.
    Barisoni, proprio lui, quello che fa sentire in radio ogni giorno degli imprenditori "quelli che si sono rimboccati le maniche e che ce l'hanno fatta": chi non è "il migliore", chi ha una semplice rispettabilissima attività, chi non fa "l'esportatore di successo", chi non sforna un invenzione/brevetto

    al giorno merita quindi di chiudere e di suicidarsi?
    Ma come si può essere tanto superficiali quanto spietati e accecati allo stesso tempo?

    I dipendenti delle Posteitaliane quanti sono? Dove sono?
    Come altre categorie in passato, penso tra i tanti agli insegnanti, dico NON pervenuti.
    Data la pianificata e criminale privatizzazione in atto, le conseguenze di tanta disinteressata follia e cecità si faranno vive presto, e solo in quel momento sentiremo

    parlare di loro:
    la durezza del vivere busserà alla loro porta e solo allora piangeranno in piazza e daje con le sceneggiate.
    Ma dove erano mentre devastavano i diritti a milioni di persone?

    E tutti quei dipendenti della Michelin http://www.corriere.it/economia/15_novembre_03/dieta-dell-omino-michelin-addio-578-posti-italia-entro-2017-6d7849a8-8232-11e5-aea2-

    6c39fc84b136.shtml (Belli gli investimenti esteri no?! L'euro poi ci protegge, ricordiamocelo sempre.), semplicemente, dov'erano quando privatizzavano le Poste, o si

    vendevano Ansaldo, o si pianifica la chiusura dell'ILVA?

    La situazione in cui viviamo è drammaticamente vera.
    Ognuno pensa per sè e nel peggiore dei modi possibili: sostituendo l'empatia con un apatico egoismo.

    Tutta questa tensione non potrà durare all'infinito e temo finirà malissimo.

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  36. Stamattina hanno aperto (in realtà non so se stamattina, ma comunque la notizia l'ho senitita stamattina) il sito in cui poter vedere il 'voto' ottenuto dalle scuole.
    Intanto già a dire, con fare negativo, che la medie è sulla sufficienza (sti c...i la suffficienza non dovrebbe proprio rappresentare la media di una votazione?), scommettiamo che cominceranno a dire che le scule fanno schifo, per giustificarne la privaizzazione?

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  37. Caro prof,
    mi è venuta questa cosa (che non so esattamente dove postare), per rispondere alla domanda di molti: come parlo ad un piddino? Veda Lei cosa farne.
    E' un po' lungo, lo divido in 2 parti

    Grazie
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    Strategia antipiddina: non riesco a scavalcarti, faccio il giro.

    Parto dal commento di @Paolo Mare nel post degli Indifferenti

    Dov'erano quando privatizzavano o svendevano dici? Ne conosco parecchi che bivaccavano al Circolo Culturale Fratelli Rosselli o similari, ad interrogarsi con fare pensoso sul "cosa vuol dire essere di sinistra oggi" (mentre il capitale li inchiappettava elegantemente).

    Altri erano al lavoro a imprecare e maledire quei caproni di operai che con il loro inutile sciopero avevano bloccato la strada facendoli arrivare tardi alla scrivania (ma anche al tornio) di 10 minuti. Che roba, non possono impedire la circolazione degli altri per difendere i loro interessi, è una vergogna signora mia!

    Altri passavano ore a scrivere meravigliose lettere da inviare ai giornali per dire che gli sta bene allo studente se ha preso la manganellata in testa, così impara. Se fosse rimasto a scuola a studiare non gli succedeva "che io a mio figlio non permetto certo di andare alle manifestazioni, con quelli dei centri sociali poi" (brrrr che paura).

    Siete fuori strada quando dite che non sono solidali, empatici, e privi di carità. Essi ne sono pieni zeppi, imbottiti di amore nei confronti del Chiapas, dei migranti, degli ultimi...la tolleranza, l'accoglienza... finché qualcuno non gli svaligia la casa, allora invocano più polizia e più controlli, che loro le tasse le pagano che ti credi.

    Si fanno letteralmente derubare da quei negozi equi e solidali che gli rifilano pacchi di biscotti (nel senso proprio di pacco) con il 3% di cioccolato bio fair trade e il resto olio di palma marcegaglia. Dei geni.

    Tutti quanti, a inventarsi progetti educativi/culturali per piccini, per adolescenti, per mamme, per i gggiovani, lasciando andare alla deriva la questione anziani, come se non li riguardasse, come se loro non diventassero vecchi.
    Io questa cosa la trovo incredibile.
    Dispongono forse di un apparecchio ringiovanente?
    Caro piddino, ti voglio vedere con la sanità privata assicurativa come te la caverai quando sarai vecchio e malandato. Babbeo.

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  38. Strategia antipiddina: non riesco a scavalcarti, faccio il giro. (parte 2)
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    Il territorio, gli antichi sapori, gli andati saperi, i giacimenti culturali, e via farneticando con quei noiosissimi acronimi che mi vien fastidio fisico solo a vedere la locandina, sostenendo senza fare un plissè il TAV che ci passerà in mezzo devastando tutto, perché "ce lo chiede l'Europa".

    Ma come ci vuoi parlare con questi soggetti? Non puoi.

    L'unica cosa sensata da fare è prenderli per i fondelli. Mi dirai: capirai che soddisfazioni.
    Sì caro, ma devo vivere anch'io, non posso mica stare come sono loro sempre incazzati, a contare i centesimi, a rimuginare, a scandalizzarsi, infelici. Arrabbiarsi non serve a niente, meglio mollargli una legnata all'autostima ad ogni occasione. Fa bene ad entrambi.

    A me dà particolarmente fastidio che essi si ritengano gli unici titolati a parlare di cultura.
    Hanno l'intima convinzione (questa sì devastante) che siamo tutti creativi. Ah sì?

    Benissimo, quando c'è la mostra dell'artista a sponsorizzazione piddina, si va e si dice tranquillamente quello che è: questi quadri sono una merda.

    E loro ti diranno: ma che competenze ha Lei per giudicare? Il buon gusto, Signora.
    Si gonfiano: ma come si permette, ci vuole rispetto per chi ci mette impegno. Anche per i fruitori, Signora.
    E via così. La faccia sbigottita del piddino non ha prezzo.
    (dico signora perché generalmente sono piddine pepe/sale i gendarmi di questi fortini).

    E' Goofyart: il diritto del cantante di esibirsi e il diritto dello spettatore a non ascoltare un'otaria che ride.

    Lo scopo di questa operazione, non è far ragionare il piddino, ma fare vacillare le sue certezze.
    Sì ma in questa storiella dov'è l'euro?
    C'è: tu piddino appassionato d'arte e così tanto creativo avrai notato senz'altro che nel resto d'europa investono tantissimo in arte e cultura, al contrario che da noi. E secondo te perché noi non possiamo fare come loro? Perché c'è l'euro. Eccolo qua.

    Io non sono in grado di sostenere una conversazione sulla deflazione ma so fare questo.
    Ognuno faccia quello che può, e se riesce a divertirsi tanto meglio.

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    1. @Globus Nebulesco

      "Per me... la corazzata Potëmkin è una cagata pazzesca!!!"
      92 minuti di applausi!
      Ho idea che pure Eisenstein si sarebbe divertito, apprezzando...
      Eppure trovo una pagina web de "Il Fatto Quotidiano" ove si lamenta che quella battuta abbia ostacolato al grande pubblico proprio apprezzamento e considerazione per il capolavoro cinematografico russo - al di là del senso e del contesto in cui Fantozzi esclama la celebre frase (ci sarebbe da tener presente pure quello), sarebbe stato autentico apprezzamento di pubblico, e reale comprensione, se l'esclamazione, ribadendo il contrario, avesse comunque indirizzato la considerazione? (cioè, un'idea autonoma, un povero cristo qualsiasi non se la può fare...? E educarlo significa sempre dirgli cosa sia o no ogni cosa, piuttosto che offrir lui un criterio perché operi in se stesso un esercizio di comprensione secondo discernimento?). E no: indicare perentoriamente cosa sia capolavoro e cosa non lo sia è un obbligo, esprimere invece i motivi per cui un'opera possa essere davvero considerata un capolavoro, e stimolare il confronto dell'osservatore con quei motivi stessi, dev'essere decisamente troppo (e poi non paga, né in termini di prestigio personale, né in quelli politici).
      Vivo a Milano e guarda un po', a me il Duomo epidermicamente non piace (e dopo anni di osservazioni ho pure compreso il perché); mai mi permetterei di dire che sia una ciofeca da esposizione: semplicemente non incontra il mio immediato gusto individuale (il che è un'altra cosa dal comprendere un’opera e condividerla o meno), pur tuttavia, se transito da quelle parti, un salto glielo faccio volentieri perché alcuni particolari sono davvero interessanti. Ma nell'insieme gli preferisco ad esempio Chartres o Amiens. Eppure ciò che percepisco come dissonante nel Dom de Milan ha stimolato il processo d'indagine sul suo perché, senza che volessi o dovessi rigettarlo per una pura questione di gusto: gliene sono dunque assai grato, poiché anche questa è una forma di bellezza.

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    2. @Citodacal
      Tutto giusto (povero caro Eisenstein!) ma io mi riferisco alla periferia italiana presidiata dalla cultura piddina, o meglio dell'idea che hanno i piddini della cultura e dell'arte.
      Non ho ancora capito se deve anche rendere economicamente, ma per certo deve essere non per tutti, ma FATTA da tutti, negando così il talento dei pochi che ce l'hanno e perciò bella a prescindere.
      E se è vero che ognuno ha in sè una parte creativa e che è buona cosa che la esprima (questa cosa forse è figlia di un'idea pedagogica di qualche hanno fa), ciascuno dovrebbe anche saper distinguere che un conto è creare gufetti di pannolenci e un'altra cosa è avere padronzanza della tecnica fotografica (o almeno le basi). Devi mettere una linea da qualche parte come dici tu.
      A ma non sta bene il discorso che siamo tutti bravi e tutti meritevoli. Perché non siamo tutti uguali. Non mi va di finire insieme a tutti quanti in un calderone dove c'è una parte di bello e di buono in tutti e in tutto. Il tuo percorso sulla bellezza del Dom è personale, ed è così che deve essere, e magari sei già oltre perché possiedi strumenti di ragionamento.
      I bravi artisti esistono, ci sono, e capita di vedere opere degne anche in piccole mostre locali e qui lodi e apprezzamenti obbligatori logicamente. Ma sono messi sullo stesso piano del nipote dell'assessore con velleità artistiche che produce delle croste che sono un'insulto ai tappeti Ikea (sì Goofy, lo so: è contento il negoziante di colori).
      La tanto strombazzata mostra fotografica dei "talenti espressione del territorio" (boh) era una vera porcheria.
      Non è questione di gusto, di piacere o meno, il disagio c'era perché le foto erano semplicemente brutte.
      Io gliel'ho detto (e non solo io ho scoperto in seguito). Perché da qualche parte bisogna pur cominciare a "stanarli". Non voglio subire letture di poesie tipo Brunello Robertetti. Non mi interessa che l'evento sia gratuito o organzizzato con fondi pubblici, è che proprio bisogna ricominciare a dire: no, così non va, fai altro, fate altro. Fai quello che sai fare, è sufficiente.

      Se ci mettiamo tutti sullo stesso piano e non posso esprimermi in modo difforme, allora ho il morbo piddino. Allora ha ragione quello che ti dice: il discorso di Bagnai rimane una sua opinione, vale quanto la mia. Ma veramente no. Che fa il paio con lo spettacolare "è scorretto buare il tenore ciofecone perché l'artista va sempre rispettato, perché lui è sul palcoscenico e tu no". Ma che razza di discorso è?
      Spero di aver chiarito, grazie della interessante conversazione e alla prossima

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  39. Buongiorno...e se non dovessimo rivederci buonpomeriggio buonasera e buonanotte.
    Da " The Truman show" 1998

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  40. Questo pomeriggio al Tg3 Veneto hanno trasmesso un servizio sulla Fiera Cavalli che si apre a Verona e , dato che è una fiera storica di fine ottocento (!) in cui oltre a vendere equini vendevano anche macchine agricole. hanno fatto vedere un video dell'Istituto Luce che esaltava , con la solita voce, le lodi delle" macchine italiane per il suolo italiano"!
    Concetto molto più che attuale , evidentemente vicino agli elettori di destra ma lontanissimo a quelli di sinistra.

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  41. pensionato1945 è un troll.. suvvia!

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    1. Possiamo laicamente ammettere l'esistenza dei porci fascisti coglioni (tre parole che possono coincidere senza coimplicarsi)? Non giudichiamo sempre gli altri da noi stessi...

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  42. Scusate, volevo segnalare la madre di tutti i "Dio c'è":

    - quote -

    Contratto nazionale giornalisti, gli editori danno la disdetta a federazione stampa
    La crisi strutturale del settore editoriale impone [...] obiettivi di economicità, efficienza e flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro giornalistico

    - unquote -

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/04/contratto-nazionale-giornalisti-gli-editori-annunciano-la-disdetta-a-federazione-stampa/2190055/

    C'è tutto.
    I servi che alla fine, come previsto anni fa da Alberto, diventano schiavi.
    La crisi come strumento di riforma.
    La sindrome TINA: non esiste alternativa, IMPONE.
    L'utilizzo delle parole chiave della neolingua, tanto cara ai neogiornalisti: economicità, efficienza, flessibilità. Cari giornalisti, adesso ve ne renderete conto, spero: vogliono pagarvi di meno (economicità), farvi lavorare di più (efficienza) e non darvi uno straccio di garanzia né orari prestabiliti (flessibilità).
    La deflazione suona per voi. Vi piace?
    Personalmente, no es que me gusta, pero siento un fresco!

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    1. " Anche il diavolo...":
      http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Draghi-serve-un-nuovo-patto-per-rafforzare-Europa-91cd1bca-ceb4-42a5-b390-c8240d351864.html

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  43. Condivido in pieno le argomentazioni di Duccio Tessadri e le considerazioni di Maurizio.
    Inutile aggiungere altro.

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  44. Buongiorno a tutti. A proposito di TG3 ieri nel programma raistoria alle 13:00 è molto interessante il montaggio delle testimonianze dei sopravvissuti di Cefalonia con la stessa frase, ripetuta più volte ed in modo sequenziale da diverse persone, contro i tedeschi. Non posso fornire il link perché da questo pc non ho accesso a rai replay. Come già affermato nel blog stanno scaricando la responsabilità. Da mettere in archivio...

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  45. Sono un dipendente pubblico da 21 anni. Anch'io vorrei offrire un bicchiere di aranciata ai colleghi e dare le dimissioni, ma la crisi mi IMPONE di restare.

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  46. parole sacrosante Duccio, a leggerti ricordi il Prof. Caffè con i suoi interventi illuminanti sul messaggero negli anni '80. Quanti come te ammetto apertamente o solo arrivano a realizzare di essere pedine di un sistema che malgrado sembri un colabrodo inefficiente è in realtà un metodo chirurgico per attuare la moderna dittatura ? chapeau dunque! a mio parere però ci ritroviamo a vivere in questo tipo di società non perché in fondo la meritiamo o perché si confà ai nostri istinti o alla nostra reale natura ma perché le informazioni che riceviamo fino dall'infanzia e che nostro malgrado ci plasmano, sono volontariamente distorte e questo crea in noi una visione di molte realtà che ci circondano parziale o errata.
    il funzionario solerte dello Stato che sanziona a dismisura il piccolo artigiano e lo fa chiudere e però si angoscia per il figlio adolescente che vivrà da disoccupato o l'emissario di equitalia che pignora la casa al commerciante sbadato ma che si indigna per la trascuratezza del quartiere in cui vive o se vuoi l'insegnante di scuola che inculca la teoria di darwin ai propri alunni mentre redarguisce il proprio figlioletto perché non ha diviso la merenda con la sorellina li descriveresti effettivamente come individui moralmente corrotti o piuttosto vittime loro malgrado di un upload cerebrale di dati discordanti?
    Il meccanismo di selezione degli individui moralmente corrotti di cui parli non si concretizza in realtà, vedendola dalla parte del povero individuo moralmente deficitario, nell'eseguire i compiti che fin da piccolo gli permettevano di guadagnare il plauso dei genitori? per esempio per il bravo ragazzo vocato alla matematica e finanza avere una "pagella" da 10 dalle elementari fino al dottorato non è la garanzia per chi dirige la società del ritrovarsi il manager del mega Hedge Found ignaro di cosa sia realmente il denaro o che prestando a mutuo ai sui clienti sta creando moneta, e quindi in fondo anche ignaro di quali decisioni siano effettivamente a suo vantaggio e quali no ? "in un ottica di medio/lungo tempo che coinvolga non solo lui ma anche i suoi figli e nipoti".

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