martedì 5 novembre 2024

Ciamp

Marcio di sonno, dopo una giornata passata a studiare bilanci, a far parlare persone, a flippare da una commissione all'altra in ossequio alle liturgie di un parlamento mutilato, a sostare nelle anticamere dove si risolvono i problemi dei miei sindaci, e dopo una serata piacevole in famiglia (perché ogni tanto ci vuole anche questo), vi consegno una breve riflessione, della quale farete quello che vorrete, e soprattutto, come al solito, quello che potrete.

Al mio orecchio musicale, l'idea "de destra" che Ciamp sia la soluzione suona altrettanto sciocca dell'idea "de sinistra" che Abberluscone fosse il problema. Quest'ultima idea, quella "de sinistra", all'epoca la contestai in modo molto articolato qui, in un post che ancora qualcuno legge (oggi lo commentava Fabiuccio).

Non ho tempo né (soprattutto) voglia per fare una simmetrica articolata confutazione dell'idea "de destra", e non vorrei nemmeno saltare troppo di palo in frasca, perché alcuni vostri commenti al post precedente meritano di essere sviluppati e approfonditi, ma, senza allontanarmi troppo dal filo del discorso, vorrei richiamarvi a un tema che qui spesso abbiamo cercato di affrontare: che cosa vuole fare l'America (cioè gli Usa) dell'UE (cioè dell'Europa)? Perché alla fine Ciamp, per quanto ci possa essere simpatico (ma ci è simpatico, possiamo anche dircelo, principalmente perché i nostri nemici lo odiano!), non solo non è esattamente uno di noi (e fino a qui potremmo arrivarci facilmente), ma soprattutto non è così disruptive come i piddini ce lo e se lo rappresentano!

Questo, in buona sostanza, significa che se l'idea strategica degli Usa è quella di affermare la propria supremazia sul satellite europeo, tutto potrà venire in mente a chiunque governi quel Paese tranne che l'aiutarci a tirare fuori la testa dal cappio che ci sta soffocando. All'interrogativa indiretta che mi ponevo sette anni fa:


(qualcuno se la ricorda?), la risposta ormai è chiara e netta, e il suicidio di certe infrastrutture baltiche l'ha asseverata oltre ogni ragionevole dubbio.

Dopo di che, ora ci dormo sopra (ché domattina si inizia presto con una riunione piuttosto intensa), ma è chiaro che cosa preferirei leggere al risveglio! Meglio una vittoria non risolutiva di una sconfitta schiacciante, meglio vedere i piddini stracciarsi le vesti che vederli con un sorriso di sollievo, siamo d'accordo...

Tuttavia, a beneficio di quelli che hanno seguito questo dibattito fin dall'inizio, devo confessare che mi sto convincendo delle ragioni di Bellofiore (c'era qualcuno di voi a Bergamo nel 2012?): l'unione monetaria finirà not with a bang but with a whimper. Non è una citazione particolarmente originale, ma non è nemmeno un concetto così campato in aria. Il circolo vizioso deflazione-calo di produttività-deflazione ci condanna a questa ingloriosa fine, ci condanna a non essere più interessanti nemmeno come mercato di sbocco, ci condanna all'irrilevanza.

E questa irrilevanza a qualcuno farà pur comodo! Forse a chi ci ha condannato ad essa imponendoci un modello per noi insensato, più che inadeguato? Forse...

Buonanotte!


45 commenti:

  1. Egregio Onorevole,

    senza voler aggiungere alcun commento personale, rimando al seguente articolo del 2017:
    https://www.theparliamentmagazine.eu/news/article/ted-malloch-the-us-view-of-european-integration

    Un saluto,
    Fabio

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    1. Sì, questa è la storia che sapevamo tutti. Chi era alle Stelline nel 2016 si ricorderà il mio discorso. In teoria era così, tutti pensavamo che fosse così. Poi è arrivato l’endorsement a Giuseppi, o me lo ricordo solo io? Vero è che un grande lavoro è stato fatto, questa volta, per stabilire rapporti. Ma è altresì vero che un conto sono i luoghi comuni e un altro la realtà.

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  2. E intanto, però, l’abbiamo portata a casa. Meglio una vittoria non risolutiva dell’ennesima sconfitta. Ora mi affaccio nella cloaca a vedere i fegati esplodere…

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    1. Nel 2016 a un amico che mi chiedeva chi preferissi tra Hillary Clinton e Trump, risposi, evocando la famosa frase di Churchill sulla democrazia, che Trump per me era il peggior candidato possibile, a parte la Clinton. Ero e resto convinto anche dopo la seconda vittoria di Trump che moltissimi americani lo votano non perchè ne siano convinti o affascinati, ma in odio all'arroganza della sinistra globalista e wokista, a quella dei giornalisti radical alla Friedman, a quella dei vari VIP hollywoodiani, i cui scontatissimi endorsement a Kamala, a mio parere, spostano non pochi voti a favore di Trump. Quindi concordo, non abbiamo la soluzione a tutti i problemi, ma di certo un successo dei DEM in questo momento sarebbe stata una catastrofe epocale.

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  3. Prof, non scherziamo: Ciamp sicuramente non è uno di noi, ma Kamala è la regina degli unfit.
    E in mezzo a Ursula, Christine, Mark, Justin, Keir, Emmanuel, Olaf e via dicendo, ci mancava solo quella.
    Per lo meno è uno sano di mente.

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    1. È meglio per loro, per noi sarà meglio se il loro interesse coinciderà con il nostro altrimenti poco e nulla cambierà.
      Dobbiamo riuscire a sfruttare quel che abbiamo e le debolezze altrui.
      Poi in assoluto sono d'accordo con te.

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  4. 2 flash: 1) Kamala ha detto che...si è vero che Trump non ha fatto nulla di fascista durante i suoi 4 anni, ma anche Hitler non è che abbia fatto chissacchè nei suoi primi 4 anni....2) Trump dice: nei miei raduni è sempre tutto pieno, non c'è mai una sedia vuota! I dem vanno ad investigare a trovano una sedia vuota...la fotografano...la mettono in rete mainstream e lanciano l'invettiva" TRUMP HA MENTITO!" Ecco....il livello è più o meno questo...(meno male che il POTUS da solo non è che possa fare più di tanto, confido in Senato e Congresso i cui esponenti nei films sono sempre brillanti, sagaci, QI molto sopra la media ed eccezionalmente tendenti al farelacosagiustismo".

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    1. Se non fosse che la maggior parte dei parlamentari negli USA, a causa del sistema elettorale, sono lobbisti al soldo dei loro donors.

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  5. The Euro is your currency and your problem (semicit).

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  6. Concordo, naturalmente. Sarà la pervicacia tedesca a condannare l'Europa all'irrilevanza, non Tchamp a salvarla. C'è costante sopravvalutazione dell'importanza dell'Europa, che a livello mondiale conta in realtà solo come ricco mercato. Se finisce anche quello, non resta nulla.

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    1. Qualcuno disse che solo una guerra egemonica (anche a pezzi) persa potrà liberarci dall'euro. Non lo farà di certo il padrino a stelle e strisce.

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    2. Mi spiace, ma sono totalmente in disaccordo.

      1.Se l'Europa non fosse importante per gli Stati Uniti, non ci sarebbero basi militari americane e bombe atomiche americane, in Europa.
      2.Se l'Europa per gli Stati Uniti (e per il mondo) non fosse importante, gli Stati Uniti avrebbero un problema perché non hanno mai controllato né controllano l'Asia o l'Africa.
      3.Se l'Europa non fosse importante, gli Stati Uniti non si sarebbero accaniti su Germania e Russia.
      4.Se l'Europa non fosse importante, non avremmo la NATO, né la NATO si sarebbe espansa in Europa verso la Russia, ma avrebbe inglobato stati dell'Africa.

      Forse banalmente l'unico problema europeo degli Stati Uniti è la Germania (esclusa la Russia) e tutto (anche per noi) è conseguenza diretta o indiretta di questo obiettivo per loro evidentemente strategico.

      Se gli Stati Uniti vogliono che gli stati europei paghino per la loro difesa e si riarmino (nei limiti che una colonia deve rispettare), il patto di stabilità della UE verrà rivisto.

      Se la Germania metterà i bastoni tra le ruote, subirà altri contraccolpi: mi pare che dopo l'energia, e l'automotive, resti da farle scoppiare la finanza.

      L'Italia è nella possibile posizione di sfruttare, via veicolo del Piano Mattei, una ordinata e metodica proiezione verso l'Africa in un contesto di rapporto di vicinanza e interessi con gli USA. Considerando anche che a Napoli è situata la base della Sesta Flotta USA.

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    3. Scusa Ale, non voglio lasciar cadere questo tuo commento, che non contesto perché è semplicemente del tutto laterale rispetto a quello che qui stiamo discutendo. Il tema qui non è la rilevanza strategica dell’Europa in quanto terra di confine di due antagonisti storici degli Usa (Russia e Iran). Questo tema lo liquiderei, se me lo permetti, con un tanto affettuoso quanto risoluto: “Grazie al cazzo!” Il tema vero non riguarda la geografia (Europa, Oceania, Antartide…) ma la politica e in particolare la tenuta logica di due narrazioni opposte sull’UE: quella che per realizzare i propri legittimi fini strategici gli USA abbiano bisogno di una UE forte (secondo me no: altrimenti non la starebbero schiacciando), e quella uguale e contraria secondo cui solo una UE forte garantirebbe ai propri Stati membri un minimo di potere negoziale (secondo me no e anche secondo te, tant’è che parli di opportunità negoziali per l’Italia). Vale sempre la vecchia regola di leggere prima di commentare.

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    4. Un'altra cosa: io credo che si scambi il nostro volere il meglio per noi come soggetto (l'Europa), con la realtà di fatto che siamo l'oggetto di altri. L'Europa (Russia e paesi a lei affini esclusi) è solo ed esclusivamente senza alcuna possibile discussione un oggetto degli Stati Uniti. Come diceva il mai troppo compianto Guzzanti / Rutelli "Il paese non è de destra o de sinistra, il paese è de Berlusconi!".

      Il mio commento sulle opportunità, non riguarda l'Europa forte o debole, ma solo il rapporto bilaterale con gli Stati Uniti che una presidenza Trump ha il privilegio (?) se non di rendere migliori probabilmente più netti.
      I rapporti con gli Stati Uniti sono solo bilaterali. Non esiste altro tipo di rapporto con loro, secondo me.

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    5. Scusa, ma ti rendi conto o no che stai dicendo le stesse cose di Sergio?

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  7. Non soluzione, ma sonora sconfitta di una narrazione. Mi accontento, per oggi.

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  8. Però una parte di quel cappio che Ciamp vorrebbe tenerci al collo è fatto della stessa corda con cui abbiamo tenuto insieme i cocci dell'euro. Non è detto che questa volta lo schiavo non abbia qualche interesse in comune col padrone.

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  9. < "Pessima" narrazione! > mi permetto di suggerire.

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  10. Guten Abend, come forse direbbero i nostri pronipoti teutonici. Visto che come diceva Tizio, Quando voi (tedeschi) vi arrampicavate ancora sugli alberi, noi già ecc. Ma io non parlo tedesco e quindi.

    Mi sa che c'è stato un fraintendimento. Io replicavo come thread a quanto scritto da Durezza del vivere, e cioè che "[...] Sarà la pervicacia tedesca a condannare l'Europa all'irrilevanza, non Tchamp a salvarla. , che a livello mondiale conta in realtà solo come ricco mercato. [...]" .

    C'è questa cosa, spesso, per cui o diciamo che l'Italia non conta nulla, la liretta. Oppure, per chi invece stima il proprio paese, poi si salta a l'Europa non conta nulla. Per me l'Europa non è sopravvalutata . Quindi se non vale per ora più come soggetto, vale come oggetto, per alcuni motivi che ho esposto sopra.

    Sul fatto della volontà di reprimerci degli Stati Uniti come satellite (al di là del minimo standard per un impero), diciamo in tempi post strategia della tensione, non mi esprimo perché non c'ho riflettuto particolarmente.

    Quello che so è che gli Stati Uniti non si possono permettere due potenze ostili che la guardino dai due oltre-oceani: una parte consistente degli accadimenti probabilmente da qui discende.

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    1. Aridanga! Ma perché non ti ascolti i video del #goofy13, che ora trovi su a/simmetrie? Fra tanti difetti l’UE un pregio ce l’ha: non esiste. Non esiste come soggetto (che è il motivo per cui non ha una strategia, come ci ha spiegato Vladimiro), e non esiste come oggetto, nel senso che i mercati o le riserve di materie prime di un qualche interesse sono altrove. Certo che in questo senso a noi interessa la vittoria di Trump e la sua dichiarazione di voler gestire relazioni bilaterali con soggetti legittimati (gli Stati nazionali) anziché con l’ecomostro democratico. Va da sé che questo, in teoria, ci avvantaggia. Domanda pratica: quanto pensi che questo possa influire nel breve periodo sulle strategie dei grandi fondi americani?

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    2. Io non penso che sia una scelta di Trump di oggi. Non credo che gli Stati Uniti si siano mai comportati in modo diverso dal bilateralismo.
      Se Sergio è Durezza del vivere, e anche per lui l'Europa è importante nelle varie strategie delle potenze, al di là del mero dato economico, allora siamo d'accordo.

      Io credo che ci sarà una riconfigurazione militare di varie aree da parte degli Stati Uniti. Potrebbe esserci una simil guerra fredda di qualche tipo con la Cina: infatti le nostre ultime uscite in Cina con i vari presidenti e ministri, spero siano state concordate. La via della seta c'è costata la Libia, se non ricordo male.

      Eviterei avventurismi in direzione del nemico principale del nostro egemone in modo non concordato. Mattei andò verso Russia (e verso Medio Oriente) in solitaria. E ebbe dei successi nel trovare e fornire energia a basso costo all'Italia, sebbene abbia fatto la fine che ha fatto. Ma ora sono altri tempi.

      Sui fondi non ho letture particolari o informazioni, per cui non ho riflessioni da esporre.

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    3. Ti ha già risposto ampiamente Alberto, il mio era un riferimento alla propaganda unionista per cui l'Unione viene dipinta come un soggetto terzo che ingloba in un'unica volontà ed essenza l'Europa degli stati nazionali. Ovviamente non è così: a livello internazionale, si "è" in quanto si è riconosciuti, e se un gigante come gli USA non ti riconosce hai un problema grosso. A livello interno, si "è" in quanto si "riceve" dagli stati membri. Per stare terra terra con un esempio, in Germania oggi si discute di legge di bilancio, di freno al debito e ammennicoli vari senza che ci sia nessuno (politici, imprenditori o giornalisti) che si preoccupi minimamente di quanto o cosa può pensarne Bruxelles. Immaginiamo il capo della CDU che in una discussione di vertice sul debito tedesco sospende tutto e dice: "Sentiamo cosa ne pensa Gentiloni"? :-) :-) :-)

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    4. Sì, ma non vedo il punto. Non mi pare sia mai stato differente. Casomai c'è da chiedersi se continuerà ad essere così. Se le ritorsioni USA verso la Germania siano terminate.

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  11. Altra cosa: siamo sicuri che lo spegnimento delle centrali nucleari in Germania sia stato solo legato a temi "verdi"? Alla fine sembrerebbe un altro azzoppamento alla politica energetica e alla possibile produzione di materiale per ordigni nucleari, realizzato (in qualche modo) dagli Stati Uniti .

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  12. Il Ministro Crosetto, a margine della riunione dei Ministri della Difesa, ha detto che c'è apertura a mettere fuori dal patto di stabilità la spesa militare per raggiungere il 2% del pil come chiede la NATO (gli Stati Uniti).

    Riflettevo su questo aspetto e sulla vittoria di Trump, che io vedo come una reazione degli americani e dello stato profondo, che ritiene di doversi strutturare per una serie di possibili/probabili conflitti nei prossimi anni, Cina ma non solo, a seguito dell'indebolimento dell'Ordine Mondiale Americano. Americani che giudicano i democratici (e la loro ideologia) non in grado di mantenere la capacità di deterrenza della nazione per gli scontri futuri.

    Credo quindi che si possa fare una previsione dei prossimi avvenimenti, prendendo spunto a cosa le polis della Grecia antica (e anche altre civiltà prima e dopo) obbligavano le polis da loro sottomesse:

    - fornire uomini e armi per le guerre
    - pagare tributi
    - instaurazione di tirannie eterodirette

    In questo caso, quindi, per l'Europa mi aspetterei:
    - I dazi, ce lo hanno detto in varie forme
    - Aumento della spesa militare dei clientes (noi) dell'Unione Europea (vedi 2% fuori patto di stabilità)
    - ripristino, nei vari stati della UE, in una qualche forma, della leva militare obbligatoria
    - un qualche tipo di Erasmus Militare tra i giovani di leva (questa è una ipotesi remota)
    - una ancor più forte trasformazione della UE in un braccio esecutivo/politico delle decisioni che verranno prese a livello NATO (Stati Uniti)
    - riconfigurazione della UE come Fortezza Europa
    - ampliamento e unione delle forze NATO UE con i paesi alleati degli Stati Uniti (anglosfera inclusa) che si trovano nel tratto che dal Mediterraneo arriva fino al Giappone (vedi viaggio della "Cavour" in Giappone, primo di una probabile serie di nuove missioni di questa natura e le nuove esercitazioni che abbiamo fatto nell'ultimo periodo, alcune "prime volte" con Australia e Stati Uniti in Oceano aperto anche di notte, se non erro)
    - diminuzione del potere dei giudici nazionali che non potranno mettere troppo in crisi governi alleati "in tempi di guerra"
    - forte ridimensionamento del potere materiale delle presidenze non allineate degli stati membri
    - caduta di governi non allineati perché se ne formino di allineati
    - preparare l'opinione pubblica e i decisori nella società civile alla nuova riconfigurazione con la presenza sempre più assidua del discorso "geopolitico" nel discorso pubblico.

    Mah. Speriamo di sbagliarmi.

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    1. Musk sembra una espressione dello stato profondo e del Pentagono. E Starlink uno strumento militare sotto veste civile: https://www.pcmag.com/news/pentagons-huge-satellite-spending-boost-could-mean-funding-windfall-for Pentagono 28 Miliardi su Starlink (e altri)

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    2. Nato, l’allarme di Rutte: "Passare a una mentalità di guerra”. Il 2 per cento del Pil in difesa non basta più "[...] È inaccettabile rifiutarsi di investire nella difesa”. Anche se “significa spendere meno per le altre priorità”, le pensioni, la sanità, la previdenza sociale. L’Alleanza Atlantica “ha bisogno di una piccola percentuale” di quel denaro." . Appost.

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    3. Former NATO Spokesperson Says Europe May Need To Spend 5% Of GDP On Defense A former NATO spokesperson has said members of the 32-nation bloc may need to spend 4 or 5 percent of their GDP on defense in the coming years

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    4. Ale, ti ringrazio per la pervicacia con cui prosegui questo thread, che è comunque utile. Secondo te, spendendo il 5% del Pil, quanti anni ci vogliono alla Leuropa per avere le testate nucleari non dico della Russia (più di 6000) ma degli Usa (più di 5000)? E, soprattutto, ce lo lascerebbero fare? A questa seconda domanda la risposta è ovviamente: no. Quindi il tema di una Leuropa soggetto strategico "terzo" nel panorama geopolitico mondiale non si pone più. Il riarmo come motore di una ripresa economica non è una cosa che scopriamo oggi! Salvo errore, è almeno dal 2016 che prevediamo questo scenario!. Quindi se il tuo punto è comunicarci un esito di questo tipo, la fonte dell'incomprensione è semplicemente nel fatto che lo davamo per scontato. Se invece è suggerirci un'ipotesi di Europa "terzo polo", allora non ci capiamo perché noi riteniamo che questo sia impossibile.

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    5. Buongiorno. Io non penso che l’Europa possa diventare terzo polo, sono d’accordo che siamo province dell’impero americano. Sto riportando queste notizie sotto questo thread, perché per me non è solo una questione generale di riarmo a fini economici, ma mi pare gli Stati Uniti si vogliano preparare, nei prossimi 5 anni, a un possibile scontro con la Cina. E vogliano far preparare anche le loro province europee. SE questo è vero, sto cercando di immaginare quali conseguenze potrebbero esserci nella nostra (e di chi ha figli giovani) vita di tutti i giorni. Qui Rutte suggerisce una ulteriore diminuzione dei fondi che sorreggono lo stato sociale.
      Anche per verificare quella che è una mera ipotesi. Comunque in caso smetto.

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    6. Ma no, non ti chiedo di smettere, anzi! Ti chiedo solo di renderti conto che (anche) questo è un patrimonio acquisito della community. Peraltro, sarà lo strumento che consentirà alle élite europee di ammettere l'insostenibilità dell'euro, trasferendone il costo del rimedio su una causa di forza maggiore. Sappiamo da tanti esempi che per terminare unioni monetarie non ottimali occorre un conflitto. Alla fine Rutte libero sta lottando per noi.

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    7. Ecco, approfitto per chiedere una cosa: c’è spesso stata da parte sua l’indicazione che agli Stati Uniti faccia comodo un progetto (l’euro) che, in qualche modo, schiacci i paesi europei (bassa produttività e bassa crescita rispetto al potenziale). Ma perché per gli Stati Uniti è utile questo esito? A me verrebbe da pensare: meglio avere province ricche, tanto le controllo con le armi.

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    8. Scusa, sai: intanto, se il problema fosse il controllo, sarebbe già risolto in radice, no? Hai presente come stiamo interagendo? E quanto alla necessità di "tenere sotto" le province, il problema è proprio questo! Io la mia tesina di econometria la feci su un personal computer Olivetti M24 con sistema PCOS. La tesi su un PC Windows con sistema DOS. Eravamo avanti anche su quello (anche se nessuno se lo ricorda e se i coglionazzi delle università "comme il faut" parlerebbero di familismo amorale e stronzate simili), e ci siamo stranamente trovati indietro. Lo eravamo anche sul nucleare e sul petrolchimico, ricordo a me stesso. La morte della nostra industria informatica, quale che ne sia la causa (non sto dicendo che sia stata causata dai nostri avversari, non conosco abbastanza bene la storia anche se so dov'è scritta), avvantaggia o no chi vuole controllarci?

      Cioè, in altri termini: qui il problema ovviamente non è (lo capisci anche tu) che recuperando spazi di autonomia potremmo contendere militarmente il controllo del globo. Qui il problema è che abdicando alla nostra eccellenza tecnologica stiamo cedendo completamente il controllo dei flussi informativi.

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    9. Scusa, sai: intanto, se il problema fosse il controllo, sarebbe già risolto in radice, no? Hai presente come stiamo interagendo? E quanto alla necessità di "tenere sotto" le province, il problema è proprio questo! Io la mia tesina di econometria la feci su un personal computer Olivetti M24 con sistema PCOS. La tesi su un PC Windows con sistema DOS. Eravamo avanti anche su quello (anche se nessuno se lo ricorda e se i coglionazzi delle università "comme il faut" parlerebbero di familismo amorale e stronzate simili), e ci siamo stranamente trovati indietro. Lo eravamo anche sul nucleare e sul petrolchimico, ricordo a me stesso. La morte della nostra industria informatica, quale che ne sia la causa (non sto dicendo che sia stata causata dai nostri avversari, non conosco abbastanza bene la storia anche se so dov'è scritta), avvantaggia o no chi vuole controllarci?

      Cioè, in altri termini: qui il problema ovviamente non è (lo capisci anche tu) che recuperando spazi di autonomia potremmo contendere militarmente il controllo del globo. Qui il problema è che abdicando alla nostra eccellenza tecnologica stiamo cedendo completamente il controllo dei flussi informativi.

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  13. Ok quindi la posizione statunitense è “non facciamo espandere troppo le province perché potrebbero diventare troppo autonome e teniamole tecnologicamente dipendenti da noi”. Allora, una delle cose che mi chiedo, rispetto alla nascita dell’euro, è se questa spinta (che parrebbe, appunto, statunitense) all’integrazione forzosa dei paesi europei, sia stata causata da qualche evento. Mi viene in mente solo l’89. Ma, al tempo stesso, mi chiedo: ma perché , se a quel punto l’URSS non c’era più? Dall’altro lato, poteva essere comunque già un obiettivo statunitense, ma non realizzabile finché c’era l’URSS.

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    1. Ribadito (ad nauseam) che i dibattiti del tipo "gli Stati Uniti vogliono", "la Germania pensa", "la Francia crede" non mi appassionano moltissimo, comunque, la versione "pupi siciliani" della nascita dell'euro è ben nota e ci è stata consegnata dai suoi artefici: in quella visione (asseritamente mitterrandiana) l'euro serviva a tenere la Germania "legata" al blocco occidentale, impedendole di assecondare il suo connaturato Drang nach Osten. Obiettivo così azzeccato nel CdA di Gazprom sedeva un ex cancelliere tedesco, e che per conseguirlo si son dovuti minare due gasdotti! Quindi, come vedi, le narrazioni reificate hanno in sé il germe della propria insulsaggine, il che, tuttavia, non le rende meno inutili. Per mandare in confusione un piddino, infatti, purché sia di livello (cioè non come i deficienti alla Sderenippo o i distratti come la stragrande maggioranza degli eletti), basta fargli notare che quello che doveva essere uno strumento per legare la Germagna all'occidente è stato invece lo strumento con cui si è creata un serbatoio di manodopera a buon mercato a Est, tramite un allargamento che ha dato un impulso decisivo alle contraddizioni interne al sistema.

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  14. Non sono cosi d'accordo Alberto con la tua visione di una crisi dall'interno dell'euro causata dalla Germania se parliamo di un orizzonte temporale di 5 anni (per esempio). Se invece parli di periodi non definiti e più lunghi, quello è probabile, anche perché nel lungo periodo ecc. da una parte e, per quanto abbiamo capito, la crisi delle unioni monetarie dall'altra, sembrano puntare in quella direzione. Quindi magari lo vedranno i nostri figli o magari accadrà prima. Appunto , non si sa.

    Sul breve periodo io posso ipotizzare che gli Stati Uniti avrebbero serie difficoltà a gestire un conflitto contro la Cina con un continente europeo nella confusione totale. Per cui credo proveranno ad evitare che accada.

    Parlando di crisi, per me resta ancora un mistero insondabile (a meno di non voler far risalire il tutto a una idea puntiva verso la Germania, che comunque le ha approvate), l'introduzione delle norme green che hanno affossato l'industria dell'auto. Votate dalle stesse case automobilistiche. Sembra una pianificata distruzione di tessuto industriale e di lavoro, di cui non comprendo il senso.

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    1. Scusa sai, ma io dove avrei detto che l'Unione monetaria sarà distrutta dalla Germania in cinque anni? L'unica previsione che ho fatto, con mille cautele e distinguo, in tanti anni di blog è questa, e non riguarda la Germania ma la Francia. Tra l'altro, se Bayroux farà, come crede Claudio (io non lo credo), un deficit al 10%, la previsione tarderà a realizzarsi per il noto motivo (spingendo sulla crescita si abbatte il rapporto debito/Pil).

      Sul fatto che sia un mistero l'introduzione delle norme green siamo d'accordo. Se ne parlava proprio ieri sera a tavola, con Giacomini, Frajese, Frezza, ecc. Quanto ha contato la Cina? Quanto giocano delle dinamiche che ignoriamo dei rapporto fra Cina e Stati Uniti? Negli Stati Uniti forse non tutti sono "nemici" dei cinesi...

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  15. No, appunto facevo un esempio di un possibile breve periodo, anche per capire per “contrasto” se c’era dal tuo punto di vista un periodo più breve in cui potesse accadere.

    Per il green è un mistero. Ci sono alcuni vecchi video di seminari su YouTube di fuoriusciti URSS in US che raccontano come una strategia URSS di lungo periodo fosse stata quella di infiltrare le università americane per indirizzare le future generazioni USA verso il comunismo (vedi Woke).

    Al di là del complottismo spicciolo, tutto questo aiuto verso la Cina, che a noi è costato la Libia (per l’accordo sulle vie della seta), sembra però esser stato tollerato a tanti livelli in US e in Europa.

    È vero che gli stati non sono monoliti, però è pur vero che sembrano movimenti piuttosto schizofrenici, almeno senza una adeguata chiave di lettura che pare difficile da individuare.

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