"I pilastri di questa unione per la sicurezza e la difesa comune dovrebbero essere un esercito comune, il comune controllo delle frontiere, e un'unica politica estera: il sogno di ogni federalista! Difficile trovarsi in disaccordo con un simile sogno, a prima vista. Tuttavia, un'analisi più attenta suggerisce che questo potrebbe essere l'ennesimo progetto ambizioso costruito su fondamenta deboli, che in quanto tale porterebbe alla disintegrazione, anziché alla federazione.
Nel contesto di una simile architettura, chi coordinerebbe queste forze militari? Può un paese delegare il controllo militare delle sue frontiere a un organo sovranazionale non responsabile politicamente? Resterebbe un paese sovrano? Quando si dovesse decidere di mettere in atto questo controllo in circostanze specifiche [come la crisi dei rifugiati. NdC], chi dovrebbe prendere la decisione? Se l'attuazione implica esternalità negative per un paese o un gruppo di paesi, come verranno gestite? Se dovessero entrare in conflitto interessi nazionali [come quando si decide di chiudere tutte le strade di accesso all'Europa, tranne una. NdC], chi dovrebbe decidere quale interesse far prevalere? Una burocrazia sovranazionale priva di responsabilità politica? O il governo (o governi) più forte? E questo sarebbe accettabile per gli altri? E se gli interessi in politica estera non collimano [come nel caso della Libia. NdC], quale paese alla fine prevarrebbe? E quanto tempo occorrerebbe per prendere decisioni critiche in politica estera? E i paesi "perdenti" come reagirebbero? Quanto è possibile tenere sotto controllo la frustrazione prolungata di un paese su materie riguardanti l'esercito e la difesa?"
(...tratto da questo articolo, che spiega in che modo rischiamo di arrivare a quel conflitto che, se da un lato sembra essere l'unica speranza perché la gente apra gli occhi, dall'altro sarebbe effettivamente meglio evitare. Ma hanno deciso che non c'è alternativa: si sa, signora mia, mancano i fondi, se sò magnati tutto, e allora dobbiamo mettere in comune l'esercito. Un manganello unico europeo, nelle mani di non si sa bene chi, ma si sa benissimo per fare cosa: per tenere buoni quelli ai quali con la moneta unica europea, e con lo spazio unico di Schengen, sono stati depressi i salari al limite della sopravvivenza...)
(...aggiungo una considerazione banale: ho speso un'oretta e mezza in un bistrot del 17eme con Sapir che mi raccontava di come negli Stati Uniti la CIA spesso sia in contrasto con la NSA, cosa che ogni tanto viene fuori, e ogni tanto no. Può succedere che la CIA mandi la NSA (cioè gli Stati Uniti, cioè, alla fine noi, perché i cocci sempre su di noi cadono) a schiantarsi per banali, anche se comprensibili, risentimenti. "Quelli della NSA si credono così furbi: adesso se la vedano loro!" Chiunque abbia esperienza di ministeri sa che non sono organismi "unici". Non lo sarebbe neanche il ministero "unico" della difesa europea: nulla garantisce che i dipartimenti di questi ministeri collaborerebbero fra loro più di quanto facciano ora i singoli ministeri nazionali, anzi: forzare funzionari ad adottare modelli organizzativi e percorsi professionali che non sono loro propri rischia di eccitare risentimenti, più che di sopirli: "sono così bravi, se la cavino loro!". Se succede negli Stati Uniti per antonomasia, perché non dovrebbe succedere in questi "Stati Uniti per caso"? L'esercito "unico" europeo non cancellerebbe lo spirito di corpo che esiste anche negli eserciti nazionali - e che in circostanze specifiche ha provocato errori tattici - ma forse lo amplificherebbe, perché molto difficilmente i militari coinvolti parlerebbero "europeo", non credete? C'è anche una possibilità polarmente opposta: che esattamente come qualsiasi merdina, una volta inviata a Bruxelles, si sente cooptata dalle elite che contano, e subisce una mutazione antropologica che lo porta a credersi un eletto, un superuomo, e ne fa in quanto tale un nemico dell'umanità, una persona incapace di provare solidarietà ed empatia verso i comuni mortali (risparmio nomi: ne abbiamo conosciuti tanti), alla fine questo esercito unico diventi qualcosa che gli europei - ma non gli europeisti, per lo più cialtroni farciti di slogan e ignoranti come zappe - hanno già visto nella propria storia. Tuttavia fra lo scenario "Opričniki" e lo scenario "aereo più pazzo del mondo" a me sembra più probabile il secondo, e comunque poco importa: l'esito sarebbe ugualmente catastrofico.
Anche qui, quale sarebbe il frutto possiamo giudicarlo dall'albero: l'albero del TINA, "there is no alternative". La parola d'ordine dei pinochettiani di tutto il mondo. Non è vero che non ci sono i soldi e quindi bisogna unirsi per fare economie di scala (in spregio a qualsiasi teoria razionale dell'organizzazione, che privilegerebbe il decentramento): semplicemente, questi soldi non li si vuole utilizzare come teoria economica, come i manuali del primo anni, dicono che andrebbe fatto. Se i mille miliardi di LTRO fossero stati spesi dai governi nazionali per politiche di investimento, invece di essere dati alle banche private per "salvare" gli stati comprando i loro titoli, ci sarebbe stata abbastanza crescita per risanare comunque il debito, ma nel modo giusto: non con l'ingegneria finanziaria, ma creando il valore necessario per ripagarlo (ovviamente astraggo dal fatto che questa politica espansiva sarebbe stata efficace solo se coordinata o dai governi o dal sistema dei prezzi tramite cambio flessibile). E allora perché non lo si è fatto? Ma è semplice: perché questo avrebbe ridotto la disoccupazione, che è il primo elemento di disciplina dei salari, come vi spiegai a suo tempo. Certo, dopo un po' la gente si stanca. E allora arriva il manganello, pardon, l'esercito unico europeo, che ovviamente sarà manovrato da chi manovra la moneta unica europea, il quale agirà nell'esclusivo interesse dei cittadini europei, no? Del resto, signora mia, se sa, er monno è tanto cattivo, c'è tanta invidia, ce stanno 'e minacce globbali: che vòi fà, vòi sta senza n'esercito globbale? Simili argomenti da portierato ci verranno proposti dagli informatori prezzolati di tutti i colori, dagli intellettuali "organici" a questo bel sistema. Ma se volete capire come andrà a finire con questo esercito, guardate come sta andando a finire con la BCE! Da "whatever it takes!" a "governi ve prego dateme 'na mano!", e questo, naturalmente, senza che la situazione dei subalterni ne abbia tratto un minimo giovamento.
Quando dissi che l'euro non è una moneta ma un metodo di governo era il dicembre 2012, nel primo convegno della nostra associazione. Presentivo i pericoli, ma, vi confesso, una assurdità simile non riuscivo ad immaginarla nemmeno io.
La realtà non sarebbe tale se non superasse l'immaginazione...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
martedì 29 marzo 2016
Più guerra: la Security and Defence Union
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Ci hanno detto che l'Erasmus serviva a far affezionare i ragazzi di diverse nazionalità gli uni agli altri così da scongiurare la guerra fra europei. Quante bombe sono state sganciate in Italia per ottenere questo? Quante in Grecia? L'esercito unico europeo lo invocano "per difenderci" dalla guerra dell'ISIS, gli stessi che ci hanno così raramente voluto difendere dalla guerra economica.
RispondiEliminaCi chiedono di accettare l'immigrazione per il nostro bene affinché gli immigrati ci ripaghino le pensioni, gli stessi che ne hanno avallato i tagli.
Ci chiedono di accettare l'immigrazione per il bene degli immigrati, dopo aver dimostrato quanto se ne curino in Libia, Iraq, Afghanistan, Siria.
Ci chiedono di gioire per il Quantitative Easing e i tassi a zero, un regalo enorme alle banche e quindi ai banchieri (da qualche parte arriveranno gli stipendi, no?), mentre ci chiedono di privatizzare, di fare austerità, di stringere la cinghia, di accettare meno tutele sul lavoro. Ci chiedono di accettare il dolore e gioire per le "gioie" altrui.
Ci dicono che la spesa pubblica è improduttiva:
" semplicemente, questi soldi non li si vuole utilizzare come teoria economica, come i manuali del primo anni, dicono che andrebbe fatto. Se i mille miliardi di LTRO fossero stati spesi dai governi nazionali per politiche di investimento, invece di essere dati alle banche private per "salvare" gli stati comprando i loro titoli, ci sarebbe stata abbastanza crescita per risanare comunque il debito, ma nel modo giusto: non con l'ingegneria finanziaria, ma creando il valore necessario per ripagarlo"
È semplice: basta moltiplicare per meno uno e si ottiene la verità.
ho letto al link del sito Istat indicato da Fabio e chiedo lumi a lui e agli amici del blog; cosa significa "Il picco (della mortalità nel 2015) è in parte dovuto al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-2014, più favorevole per la sopravvivenza." Cosa si vuol dire con "il posticipo delle morti" ? Chi è che è in grado di posticipare la propria morte ? Grazie.
EliminaÈ un arrampicarsi sugli specchi per far sembrare i dati leggermente meno catastrofici. Il discorso è che puoi considerare la probabilità di sopravvivenza come una distribuzione esponenziale. Più anni campi più la probabilità di morire l'anno successivo aumenta. Se un lasso temporale è caratterizzato da una sopravvivenza sopra la media è plausibile che nell'intervallo di tempo successivo si osservi una mortalità sopra la media. Avrai infatti i decessi standard in quel lasso di tempo più i decessi posticipati che dell'intervallo precedente che sono diventati più probabili.
EliminaNon conosco le serie annuali ma in parole povere stanno cercando di derubricare l'aumento delle morti a una mera fluttuazione statistica. Un fenomeno del tutto transeunte.
Purtroppo temo che ci sia un cambiamento strutturale. È abbastanza facile da stabilirlo quindi mi sorprende che L'Istat non abbia mostrato uno studio di questo tipo se confermava la tesi rassicurante.
Se ho tempo (e trovo i dati) lo faccio io nei prossimi giorni
È una supercazzola che contiene un fondo di verità. L'espressione importante non è tanto il posticipo delle morti (involontario) ma il fatto che il biennio 2013-'14 sia stato "più favorevole alla sopravvivenza" rispetto a quello in corso. Ovvero, stamo a morì de fame un po' più di prima.
EliminaSubito accontentato: vedere pagina 6 del testo integrale, in particolare l'affermazione:
Elimina"...è accertato che il picco del 2015 rappresenti una risposta proporzionata e contraria alle diminuzioni di mortalità riscontrate nel 2013 e nel 2014 (effetto rimbalzo). Le persone coinvolte dagli eventi, infatti, sono state quelle fisicamente più fragili, per le quali il rischio di mortalità accelera velocemente su base istantanea."
Buona parte delle morti "in eccesso" che ci sono state sono persone che era probabile che morissero nel 2013 e nel 2014, e che invece sono morte nel 2015; andando avanti il tempo è aumentato il numero di persone con alta probabilità di morire nell'anno in corso, ed è aumentato il numero di persone che sono morte. C'è da notare che si vede un abbassamento del numero di morti nell'età fino ai 65 anni, ma nel bollettino esse vengono descritte come irrilevanti. Sarebbe interessante avere una dinamica della mortalità per questa porzione di popolazione.
I dati veramente "da guerra" sono quelli più avanti nel bollettino, il calo delle nascite e della fecondità, l'emigrazione e l'invecchiamento.
Ma perché, in guerra si invecchia? Se è così allora divento europeista...
EliminaA partire dalla seconda metà degli anni 80, ci furono picchi della probabilità di morte nella fascia di età 15 - 44, con interessamento in particolare delle fasce di età 25-29 e 30-34 anni nel periodo 1992-1996. Tenuto conto che disoccupazione e precarietà del lavoro sono causa di morte per suicidio, abuso di alcol e fumo entro i 5 anni rispetto allo shock legato alla perdita o al timore della perdita del posto di lavoro (precarietà), quali potrebbero essere stati i fenomeni socio-economici che potrebbero spiegare spiegano questo andamento? Io ho provato a fare delle correlazioni, ma non sono soddisfacenti. C'è qualcuno che può trovare associazioni più idonee? Ovviamente ho provato a trovare delle risposte in internet, ma della spiegazione di questo fenomeno abbastanza evidente, non ho trovato traccia. https://lookaside.fbsbx.com/file/mortlit%C3%A0%20e%20parametri%20economici.pdf?token=AWy64M5jqhJS7sLcNNstrz3zAKkUDcUzTG8jRXONLEforGTyeIrCd58orNMcn3DnltT9aOOYXSzYaQMPlLLkmtMVwmiGTsVM5ThRtMZLxD43XoaaWbhKK4eP2IFmbtdqZ2cuVDovYCRCIqJR6ZPGq1I1pgR64ypRS585vHPe2dag8w
EliminaHa ragione, in effetti messa così è una cazzata, l'invecchiamento è un dato comune a molti paesi avanzati. Nelle guerre che venivano combattute "al fronte" era un fenomeno tipico l'invecchiamento, ma per il semplice fatto che molti dei maschi giovani e adulti morivano in battaglia lontano dal resto della popolazione (l'invecchiamento infatti era un topos di diversi pittori e scrittori del primo dopoguerra francese, da come lo ricordo nelle lezioni di storia dell'arte). Quindi propriamente in guerra non si invecchia, ma in alcune guerre la popolazione tende ad invecchiare, nel senso che si ridistribuisce la popolazione nelle fasce d'età più avanzate.
EliminaO comunque essendo concausato dalla diminuzione delle nascite, nel caso in cui questa sia causata dalla guerra allora l'invecchiamento della popolazione sarebbe anch'esso causato dalla guerra.
@Gianluca Festa
Si, lo so, l'Istat sta antipatico pure a me, non è stato un bel gesto la dismissione delle statistiche sui suicidi, e non è stato divertente il gioco di arrotondamenti del 6%, ma la spiegazione data per questo fenomeno non mi sembra un'arrampicata sugli specchi. Infatti, se proprio vuoi cercare i dati della mortalità e della distribuzione delle morti per età, basta guardarli: sono nel testo integrale, dove vengono argomentate per esteso tutte le tesi del prospetto sintetico (anche se in un modo un po' subdolo: infatti quel "...è accertato che..." senza una fonte o un dato mi piace proprio poco; e poi non mi sembra irrilevante l'abbassamento del numero di morti fra i minori di 65 anni, anche se comunque sono stime che hanno una certa banda di confidenza).
Se hai qualcosa inviami una email, nel profilo di google plus dovrebbe esserci il mio indirizzo. Poi lo giro ai colleghi demografi che sono tutti piddini e ci facciamo un sacco di risate.
Ringrazio tutti degli approfondimenti che ho letto con interesse.
EliminaMi rimane un dubbio per quanto riguarda il temibile “effetto rimbalzo” di cui parla l' Istat.
Infatti ragionando come l’ Istat, i morituri ad esempio del biennio 2011-2012 – che magari era ugualmente favorevole per la sopravvivenza - avrebbero potuto posticipare (a patto di sapere come fare) anch’ essi la loro morte nell’ anno 2013, o nel 2014.
E che dire di quelli del biennio 2010-2011 ?
A me – nella mia totale ignoranza, del tipo non sono un demografo quindi … - ha colpito il fatto che il 2015 venga riconosciuto dall’ Istat come un anno MENO favorevole per la sopravvivenza rispetto ai due precedenti.
Cosa significa concretamente ?
E perché ?
Qual’ è stato il cambiamento rispetto al 2013 ed al 2014 ?
In guerra si abbassa la probabilita` che il singolo invecchi, e quindi si abbassa la speranza di vita, ma la popolazione comunque invecchia, in quanto muoiono soprattutto giovani e quindi si alza l'eta` media. In piu`, man mano che muoiono giovani, anche le nascite diminuiscono, rafforzando l'effetto
Elimina@Obama
Elimina...in teoria. I dati ce li hai? delle referenze bibliografiche? Se sì beato te, io no. Domani vado in dipartimento e vediamo che mi dicono.
Grazie a gugpace ho trovato qualcosa:
Eliminahttp://www.epiprev.it/editoriale/una-strage-o-solo-un-dato-statistico-il-surplus-di-decessi-nel-2015
http://www.epiprev.it/articolo_scientifico/sull’incremento-della-mortalità-italia-nel-2015-analisi-della-mortalità-stagion
@Fabio
EliminaScusa, non ho capito. Su cosa vorresti referenze? Sul fatto che in guerra siano morti tanti giovani? L'hai scritto anche tu...
da tempo in Europa ci stanno pensando e ci hanno provato per qualche anno.. quando si cominciò a parlare di Eurogendfor, la polizia europea formatasi con il Trattato di Velsen parallelamente operava Eurofor, oggi chiuso..un esercito europeo di rapida azione con militari di diversi paesi..anche italiani.. https://it.wikipedia.org/wiki/Eurofor ..probabilmente era solo la prova generale.. esisteva un sito con tuttol'organigramma..
RispondiEliminaInoltre credo che un esercito unico europeo potrebbe essere utile allo Zio Sam nel caso decidesse di muovere guerra a qualcuno (Russia). Tutto sarebbe molto più veloce, i vari parlamenti non dovrebbero preoccuparsi dell'opinione dei loro elettori e quel poco di democrazia rimasta sparirebbe. Chi gioca a risiko con le nostre vite ha deciso che il mondo va ridisegnato; non è escluso che distratti da guerra (vera o solo minacciata) e bombe varie sparse vicino a noi, ci svuotino anche i conti correnti.
RispondiEliminaBingo!
EliminaUna unione europea divisa culturalmente ed economicamente ma "unita" militarmente in prospettiva anti Russia.
Otterrebbero la botte piena e la moglie (Merkel) ubriaca.
Peggio non potrebbe andarci.
Sempre sotto il comando Nato ma senza i vari parlamenti di mezzo.
EliminaProbabilmente il modello e' quello "British Army".
RispondiEliminaAnche allora si arrivo' ad unire le truppe scozzesi ed inglesi in un unico esercito (British Army), ma quello che non si dice mai e' come si arrivo' a quel risultato.
Il primo passo fu un tradimento (John Churchill, comandante in capo dell'esercito di Re Giacomo, passo' con tutte le truppe a servire lo sfidante Guglielmo di Orange, e per quel tradimento l'avo di Winston Churchill ricevette il titolo di Duke of Marlborough, che passo' poi fino a Winston ed immagino oggi oltre, anche se non me ne puo' fregare di meno della sorte dei discendenti di un TRADITORE conclamato).
Guglielmo di Orange, tanto per capirci, fu quello che creo' la Banca d'Inghilterra privata.
La successione di eventi di allora pare quindi che si stia ripetendo (mutatis mutandis) anche a cavallo del XX e XXI secolo.
Per ora abbiamo solo visto compiersi i passi:
1) Tradimento delle costituzioni nazionali (stati nazione) ->
2) Creazione di una Banca Centrale Europea ->
3) Insediamento Governo EU (in luogo di Re Guglielmo, che comunque mori' poco dopo la creazione della Banca d'Inghilterra, in circostanze perlomeno dubbie).
Chissa' se si riuscira' a creare l'armata EU....
Io credo che stavolta le cose andranno diversamente.
Historia Magister Vitae, pensano gli ottimisti.
RispondiEliminaI dubbi sollevati da Agenor sul funzionamento di un esercito comune mi hanno fatto venire in mente la battaglia di Lissa (terza guerra d'indipendenza, 20 luglio 1866). In Veneto questa battaglia è ricordata quasi come una "vittoria": l'equipaggio della marina austriaca era in gran parte veneto, friulano e giuliano; gli ufficiali austriaci si erano formati all'accademia navale di Venezia; il veneziano era la lingua usata dalla marina austriaca (celebre fu l'ordine di Von Tegetthoff al timoniere Vincenzo Vianello: "daghe dosso Nino, che la ciapemo").
Questa visione è senz'altro parziale, perché non considera la situazione della marina italiana. Il Paese si era unificato solo da pochi anni, ed è ben noto che più che di unificazione si trattò di un’annessione piemontese del resto d’Italia. A capo della marina c’era il conte Persano, di Vercelli (“uno che l’acqua l’aveva vista soltanto sulle risaie” cit. dello storico Del Boca), e la marina stessa era in realtà un conglomerato delle precedenti marine (in particolare quella del Regno di Napoli e del Regno di Sardegna). A pesare sulla pesante sconfitta italiana, nonostante il naviglio superiore, furono appunto l’incredibile incompetenza del Persano da un lato, e le gelosie / rivalità tra le componenti sarde e borboniche dall’altro.
Nell’esercito la coesione è uno degli elementi fondamentali, e credo che difficilmente un esercito nato da questa Unione Europea sarà un’arma di difesa efficacie.
Enrico, non credo gliene freghi molto se l'esercito europeo sarà efficace. Non é questo l'obbiettivo.
EliminaSi sono mai chiesti se l'Unione monetaria sarebbe mai diventata efficacie e coesa?
Probabilmente lo scopo è di formare un'arma di offesa contro le rivolte interne.
EliminaFare un esercito comune avrà la stessa efficacia (e lo stesso scopo) della moneta comune.
Assolutamente corretto, concordo con voi.
EliminaLa mia era un'analisi per estensione sulla capacità di un esercito UE rispetto ai meri obiettivi di facciata (la difesa comune), anche se cone dite voi i veri obiettivi sono altri
O anche che il nuovo esercito comune non dovrà servire a difendere noi europei, quanto piuttosto a proteggere gli stati uniti dalla Russia.
EliminaÈ proteggere l'euro e il ttip, anche.
È possibile che, nell'indecisione dei mandriani di provincia su chi debba guidare il nuovo assembramento, il Gran Bovaro alleato si trovi alla testa del bestiario. Un sacrificio?
EliminaNON credo visto il desio di riscossa dopo lo sganassone medio orientale.
Come si pensi di creare mezzi e organizzazione dal caos rimane un mistero ma di certo non basterà fognare.
E il bello è che noi il principio del decentramento ce l'avremmo pure in Costituzione. È proprio vero che non c'è peggior sordo di chi è sordo veramente
RispondiEliminaDomanda (forse) stupida: e la NATO (cioè il vincitore), sta a guardare? Tra l'altro, la Gran Bretagna ( con gli altri anglofoni - vedi Echelon) sta, da sempre, con l'America: con chi si schiererebbe?
RispondiEliminaPerché vogliono cambiare nome alla Wermacht?
RispondiEliminaMarketing
EliminaE come chiameranno le nuove SS ?? Ed io dovrei mandare i miei figli a massacrare qualcuno dei popoli europei ? Mai .
EliminaVisto che la commissione è a Bruxelles, pareva più appropriato "SS Grenadier Division Langemarck"
EliminaPure un parallelismo storico con un progetto di soluzione finale mi sembra molto probabile. l' immigrazione di massa è già di per se deportazione selettiva ed è una scelta politica che di fatto aumenta la quantità di merce lavoro in tutto il territorio. È inoltre una scelta politica incoerente con una reale intenzione di difesa dal terrorismo, anzi, sembra incentivarlo o comunque volere fare del terrorismo un mezzo per legittimare l'uso della violenza e il disuso della democrazia. aggiungiamo al quadro un esercito sovranazionale quindi nazionalista di ideologia e di "razza europea" e tutto sembra far pensare al progetto di una soluzione finale nei confronti dei poveri africani. Scusate ma alla fine la deflazione dove vuole arrivare se non a una massa di schiavi? Quando in Europa rimarranno solo gli immigrati pagati un euro all' ora oppure non pagati per niente ma solo caritatevolmente mantenuti da madre chiesa attraverso guardacaso fondi europei(e lo vedo fare già ora lavorando io per l'ostello di verona che gestisce l'emergenza e la logica è: se lavori, sei legittimato a mangiare!), ad un certo punto se questo esercito prenderà il controllo e si cominceranno a fare delle leggi e a deportare perchè troppi lavoratori non segrviranno piú, solo i pochi partigiani rimasti(cioè NOI), potranno salvare qualche vita. Scusate, io non capisco piú niente.. sto tremando, non mi sento molto bene, bevo una tisana, spengo il cervello e vado a dormire.
EliminaComunque le cooperative stanno già pagando 2.5 euro/h, almeno qui in Emilia; ormai ci siamo !
EliminaUn esercito unico o "apolide" verrebbe molto utile (purtroppo!) anche per sedare rivolte nei vari stati (o meglio le rivolte che nasceranno dalla povertà). In fin dei conti potrebbe essere più difficile far sparare dei soldati a propri concittadini affamati, ma un poco più facile se a farlo vengono mandati degli altri di nazionalità differente, e più professionisti (e mercenari).
RispondiEliminaSono in generale scettico sul fatto che la spinta verso la creazione di forze armate (polizia prima, esercito dopo) sia motivata dalla volonta' di utilizzarle principalmente contro la popolazione civile della UE stessa.
EliminaE' un problema di scale temporali, piu' che altro (non voglio fare "l'anima bella").
Se e' molto breve (per dire "ci aspettiamo rivolte entro i prossimi 5 anni") non credo sia realistico avere una forza armata "apolide", come dici tu, che sia in grado di ottenere la superiorita' militare localizzata in uno dei paesi europei. In soldoni, se fra 4-5 anni ci fosse una rivolta in Italia, o in Francia etc. una forza militare inviata per sedarla dall'esterno causerebbe secondo me una reazione delle forze armate "locali" e sempre in termini di orizzonti temporali non credo che in soli 5 anni le forze armate nazionali sarebbero state indebolite al punto da non poter prevalere.
Se l'orizzonte e' piu' ampio (15 anni? 20?) c'e' il rischio di "fraternizzazione": al momento di sedare la rivolta Ungherese del '56 il Patto di Varsavia fece intervenire 200000 uomini e 4000 carri armati dall'esterno perche' le forze "di occupazione" (cioe' le truppe non Ungheresi ma presenti sul territorio) non erano state in grado di stroncare la rivolta.
Perche' quello che dici tu possa essere realisticamente sostenibile ci vorrebbe la completa demilitarizzazione di ogni paese membro (in Ungheria molti reparti dell'esercito nazionale si schierarono dalla parte dei rivoltosi) che andrebbe sostituito da reparti provenienti da un paese diverso (che so, reparti Francesi in Spagna, Italiani in Francia and so on) cosa che avrebbe costi logistici sproporzionati, richiederebbe molto tempo, e non garantirebbe comunque la fedelta' delle truppe ad un governo sovranazionale.
Si tenga conto che le debolezze strutturali del disegno Europeo (piu' volte rimarcate anche dal Prof. Bagnai: mancanza di una lingua e una cultura comune/uniforme) rendono particolarmente complessa la gestione delle forze armate, in particolar modo se intendi usarle contro la popolazione civile di uno dei paesi membri.
Per i feticisti del genere forse posso recuperare una analisi sulla dottrina militare del Patto di Varsavia, che era stata progettata precisamente per gestire unita' provenienti da etnie/culture/lingue disparate - e da cui si evince che con materiale simile e' inevitabile dover rinunciare a qualsiasi sofisticazione tattica o strategica... in termini pratici fornire funzioni di ordine pubblico con uno strumento del genere corrisponde a praticare cardiochirurgia avendo a disposizione soltanto un martello da falegname.
Credo di potermi anche azzardare a dire che anche la NATO ha fatto scelte simili, solo che nel caso di quest'ultima si e' ottimizzato il tutto in termini difensivi (la dottrina militare NATO aveva rinunciato, se ricordo bene, anche al concetto di controffensiva) mentre i Sovietici avevano puntato tutto e solo sulle capacita' offensive.
Per cui se volevi dire "l'esercito apolide verrebbe molto utile per contrastare le rivolte del 2087" allora forse... ma non credo che l'UE possa rimanere in piedi fino a quella data.
L'analisi di PaMar mi sembra molto razionale. Ora gli chiederei una pars construens: qual è secondo lui il fondamento razionale di una scelta simile (l'esercito comune), al di là del dato più ovvio, quello identitario (che non va trascurato e che con l'euro ha sostanzialmente fallito finora).
EliminaL'analisi di PaMar mi sembra molto razionale questo lo considero un complimento, per cui cerco di guadagnarmelo provvedendo anche la pars costruens.
Elimina(Metto comunque le mani avanti: non sono del settore, e rispondo quasi di getto, per cui potrebbero manifestarsi alcune leggere imprecisioni).
Prima di tutto i presupposti:
a) Il motivo identitario e' gia' indicato nella risposta del Professore, e non ci torno sopra
b) mi limitero' agli aspetti relativi alla forza militare (servizi segreti/polizia meriterebbero un discorso a parte, anche se alcuni elementi saranno in comune).
c) quando ragiono sulle cose che riguardano l'Unione Europea rifuggo da qualsiasi teoria complottista. Non credo al piano Kalergi, agli Illuminati di Baviera, ai Rosacroce etc.
Per cui cerco di ragionare in termini di obiettivi che siano magari anche esecrabili in termini etici e politici, ma che siano per quanto possibili realistici.
Detto questo:
1) Un esercito unico (o piu' unico) avrebbe come primo compito quello di rimpiazzare/migliorare l'impianto della NATO. E' un po' il discorso fatto a suo tempo per il TTIP: per gli USA e' sicuramente piu' funzionale avere un unico interlocutore piuttosto che 17 o piu', che si tratti di dover decidere le regole di scambio commerciale, il farsi dare basi logistiche di appoggio nell'area o financo partecipare in prima persona sul campo.
2) Quanto detto sopra avrebbe anche un movente economico/commerciale: la NATO ha fatto grandi sforzi per mantenere una certa standardizzazione nei sistemi d'arma, figuriamoci se con un esercito unico non si tentera' di avere fornitori unificati, possibilmente "made in USA".
Un esempio per tutti - gli F35, si noti che in questo caso i vari acquirenti si accolleranno una serie di problemi tecnici dovuti a dissensi interforze della difesa USA - il velivolo e' "designed by a committee" con tutti i problemi del caso, peccato che in tale comitato non sedessero militari dei paesi che se lo dovranno comprare.
2) Come ho detto, non credo nell'impiego dell'esercito europeo come strumento di repressione. Ma "prevenire e' meglio che reprimere": le forze armate sono da sempre (anche negli USA) un forte elemento di pacificazione sociale non nel senso di Bava Beccaris, ma perche' offrono ai giovani la possibilita' di trovare un impiego.
Anche le Legioni romane, in tempo di pace, venivano dirottate su lavori di ingegneria civile (per esempio tracciare strade e costruire ponti) precisamente per disinnescare il rischio che tanti bei giovani, oltretutto addestrati a menare le mani, si mettessero in testa di usare il proprio know-how entro i confini dell'Impero.
Sui due piedi non mi viene in mente altro...
WwowW da incorniciare pure questo di PaMar. Spettacolo!
EliminaMa vedreste la Francia mollare i suoi armamenti per un esercito comune?
Il fondamento razionale è:
Elimina1)disperazione & propaganda. Nessuno crede sul serio che si possa fare ma chissà, magari lo spot funziona, proviamo anche questa
2) Influenza,demoralizzazione. Il solo fatto di parlarne ai massimi livelli produce a) esitazioni, aumento marginale del tasso di vigliaccheria ("e se poi davvero si facesse?") negli alti gradi, demoralizzazione e schifo nei corpi ufficiali e nella
truppa.
3) caso particolare della tendenza generale alla "fuga in avanti" della UE. Quanto più instabile la UE si dimostra, tanto più si accentua la sua tendenza a spararla non grossa, ma enorme, sesquipedale, fantascientifica: se già battere moneta unica senza un unico Stato e senza legittimazione politica è stata una follia, fare un esercito unico senza un unico Stato, senza legittimazione politica e senza frontiere stabili è da TSO immediato.
Signor Lelik, vogliamo ricordare gli effetti deleteri del Sacco di Roma del 1527 da parte dei Lanzichenecchi? Mi sembra fossero mercenari e "tedeschi" del Sacro Romano Impero(ring a bell?)
EliminaCondivido in parte. Non sttovaluterei comunque la portata del fenomeno noto come "collaborazionismo": non serve un esercito apolide, basta prendere popolazioni locali (ad esempio, italiani), spiegargli che i loro conterranei sono esseri inferiori e mandarli a sopprimere le rivolte nella loro lingua madre. La divisa azzura a stelle farà in modo che credano a questa stronzata
Elimina@PaMar
EliminaEppure già Alessandro pare aver concepito l'idea di un esercito fatto da "sradicati" allevati nella fedeltà esclusiva al re. Naturalmente non sappiamo come andò a finire, perché Alessandro pensò bene di andare all'altro mondo rapidamente.
Scusate se abbasso il livello della discussione, so di non sapere quindi dovrei leggere e stare zitta.
EliminaInvece sono indisciplinata quindi, senza alcuna pretesa di essere nel giusto, butto lì un'ipotesi. Se è sciocca non abbiate pietà.
Siccome il "fogno" comincia a mostrarsi per quello che è, l'unione perde velocemente consensi con il rischio di sgretolarsi in modo incontrollato e devastante.
Qual è il sentimento che tiene più uniti?
La paura (comune).
Il nemico (comune) l'hanno creato (più gli USA in verità, ma del resto noi cosa siamo?) con politiche estere che hanno causato terrorismo e migrazioni di massa (in EU).
Ma perché fermarsi qui? Cosa unisce ed esalta ancor più della paura?
Il suo superamento grazie alla vittoria (comune).
Forse l'esercito comune potrebbe servire solo per tenere insieme un'unione alla canna del gas, evitando guerre civili e/o tra paesi europei. Un esercito, all'inizio, relativamente piccolo - o anche inesistente come dice @Max qui sotto "il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda" - e qualche azione "dimostrativa" potrebbero bastare a creare un certo spirito euro-patriottico (e tenere gli USE al contempo separati dalla Russia).
La vittoria e la paura di trovarsi soli e indifesi davanti al nemico farebbero passare in second'ordine e accettare soprusi economici e cessioni di poteri più di quanto abbiano fatto sogni e moneta.
Dopo una passeggiata di riflessione, aggiungerei un:
Elimina4) L'esercito nazionale è, per definizione, direi, uno dei principali baluardi di quanto rimane del nazionalismo. Non a caso i Greci, a quanto riportato anche nel blog, oggi agognano il ritorno dei Colonnelli.
Un Esercito Europeo avrebbe anche la funzione di indebolire le spinte centrifughe da parte degli ufficiali: una volta che gli stati maggiori fossero stati cooptati dal disegno europeista la tentazione di uscire dall'Unione (o anche solo di schierarsi con gruppi indipendentisti) sarebbe sicuramente molto indebolita.
Analisi impeccabile. Purtroppo non sono bravo come te a scrivere ma era quello che volevo esprimere io. Non stare zitta! Brava Silvia
EliminaL'esercito europeo non serve "a fare qualcosa". È un buco con la caramella intorno, e il buco è a forma di Commander in Chief.
EliminaUna volta creata 'sta cagata con i problemi da TSO evidenziati da Roberto Buffagni, al primo stormir di foglie si leveranno alte grida (dai più progressisti, ovviamente) per dotarla di un comandante legittimato politicamente.
E avremo anche noi le nostre elezioni continentali con tanto di primarie nazionali a due.
Poi avoja a ffàerpartito...
Un esercito europeo, per quanto solo sulla carta, potrebbe servire a mascherare un intervento congiunto in un paese dell'unione fattosi troppo recalcitrante, magari ancora con moneta sovrana, che lo mette al riparo dalla BCE. Insomma, quello che non potrebbe mai fare la Nato per i motivi argomentati da PaMar.
EliminaPolonia e Ungheria sono avvisate.
Mi sovvengono alcune scene di 'the game of throne' tratto dalle 'Cronache del ghiaccio e del fuoco'.
RispondiEliminaPer chi non lo conosce parla di un continente (occidentale), in cui si usa una sola valuta e una sola lingua, composto nel passato da 7 regni ora unificati sotto un unico re.
Baelish: le famiglie importanti dimenticano spesso una semplice verità: conoscenza è potere
(Cersei ordina alle sue guardie di prenderlo e di tagliargli la gola)
Cersei: potere è potere
Episodio 1 stagione 2
Oppure
Varys: Il potere risiede dove gli uomini credono che il potere risieda. È un trucco, un'ombra sul muro. E un uomo molto piccolo è in grado di proiettare un'ombra molto grande.
Episodio 3 stagione 2
Oppure
Tywin: E tu credi che una corona dia il potere?
Tyrion: No. Credo che le armate diano il potere.
Episodio 10 stagione 3
Fino a poco tempo fa si pensava che la dittatura si fosse modernizzata sostituendo il manganello con lo spread.Ricordo che il Professore disse a Claudio Messora che,nonostante la mancanza di democrazia si stia esplicitando sempre di più,questa situazione viene accettata dalle persone.È probabile un ripristino dei vecchi metodi per realizzare il sogno europeo.
RispondiEliminaGiusto per stare tranquilli sulle forze di polizia sovranazionali ricopio il punto 3 dell'articolo 29 del Trattato di Velsen del 2007: "I membri del personale di EUROGENDFOR non potranno subire alcun procedimento relativo all' esecuzione di una sentenza emanata nei loro confronti nello Stato ospitante o nello Stato ricevente per un caso collegato all' adempimento del loro servizio".
RispondiEliminaUn tale articolo del trattato è INCOSTITUZIONALE a meno che non cambino la Carta. Vergognoso e da traditori è il comportamento dei parlamenti che hanno accettato tale trattato che rappresenta la cancellazione della nostra Carta Costituzionale e di questi Presidenti della Repubblica che hanno tradito il loro mandato e che andrebbero perseguiti per ALTO TRADIMENTO.
EliminaDa L'Antidiplomatico:
RispondiElimina"In un incontro con i membri del Congresso degli Stati Uniti che ha avuto luogo lo scorso 11 gennaio, il re di Giordania Abdullah II ha accusato la Turchia di esportare deliberatamente terroristi verso l'Europa, come recentemente rivelato da "Middle East Eye"".
Secondo me questo esercito comune in realtà difenderà l'euro a tutti i costi ma non possono dirlo ed allora la Nato per il tramite della Turchia crea le condizioni perchè questo esercito comune possa non solo nascere ma avere una motivazione; e la UE delibera il pagamento alla Turchia di 6 miliardi.
Le FFAA della UE esistono già!
RispondiEliminaA dimostrazione di ciò c'è la pagina su wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Forze_armate_dell%27Unione_europea
dove ci sta scritto subito che però tali FFAA non esistono.
Quindi le FFAA della UE esistono un po' meno di Babbo Natale, dato che sulla relativa pagina non c'è scritto che BN non esiste.
https://it.wikipedia.org/wiki/Babbo_Natale
Non sono un traduttore, quindi a lei la scelta se pubblicare o meno questa traduzione. Il capoverso del "stove-piped status" mi era un po' criptico...
RispondiEliminaSegue la traduzione.
Le ragioni per le quali un’ “unione della sicurezza e della difesa” non è vantaggiosa.
Non è un segreto che il prossimo passo auspicato nel processo di integrazione europea, allo scopo di raggiungere un vero coordinamento delle politiche di sicurezza e difesa, sia un’unione dei reparti nazionali di sicurezza e difesa in un’unica organizzazione europea con propri poteri militari ed indipendenza economica dagli stati nazionali. I leader degli stati nazionali, infatti, lo hanno chiaramente ribadito come un punto cruciale della loro agenda negli anni a venire. E molte sono le motivazioni favorevoli che, gli stessi, offrono a supporto della propria scelta. Però, d’altro canto, sono anche molte le obiezioni che si potrebbero porre contro questo progetto, che rischia di minare definitivamente il processo di integrazione e la pace stessa degli stati Europei. Un’instituzione di difesa con un relativo esercito unico, ma senza una nazione unita alle spalle, potrebbe portare, benissimo, alla prossima guerra civile su scala continentale.
Già nel giugno del 2015, il Centro di Politica Strategica Europea (EPSC) (il gruppo di consiglieri del presidente Juncker) ha rilasciato una nota, nella quale erano chiaramente evidenziate le “minacce di una guerra in Europa”, sia di origine esterna che interna, a giustificare la necessità di muoversi verso una maggiore integrazione. In particolare, la nota riportava che il declino economico dovrebbe motivare la necessità di un’integrazione militare.
“Considerazioni di carattere militare, economico e strategico fanno giungere ad un’unica ed inevitabile conclusione: se la necessità è di ottenere migliori risultati con minore spesa, l’unica strada da percorrere è una progressiva integrazione dei sistemi di difesa degli stati nazionali. (...) Un esercito europeo come progetto di lungo termine, che coinvolga gli stati membri volenterosi di procedere in questa direzione, fa parte di un dibattito, oramai, necessario. La vera domanda ora è: dove e come cominciare.” In altre parole, non c’è alternativa [NdT. “there is no alternative”].
“Oramai è chiaramente necessaria più Europa per la difesa e la sicurezza. (...) E’ giunto il momento di istituire un Quartiere Generale delle Operazioni [NdT. Operational Headquarters (OHQ)] a Bruxelles per assicurare un’efficace pianificazione, commando e controllo delle operazioni, in particolare per quei casi che si renda necessaria una risposta coordinata tra i reparti civili e militari.” Infine, un “semestre europeo per lo studio delle capacità di difesa” dovrebbe essere avviato il più presto possibile.
(1/3)
Un think-tank Olandese, il Clingendael Institute, che consiglia su questioni di politica internazionale il governo, il parlamento, le forze armate ed il settore privato, si è inserito nel dibattito con un paio di rapporti sulla medesima questione. Con un tempismo perfetto, in gennaio 2016, esattamente all’inizio della presidenza olandese del semestre europeo, ha suggerito di “rimuovere la difesa da uno stato di utilizzo eccezionale e “stove-piped”” [ndT. “stove-piped status" fa riferimento ad un utilizzo selettivo delle informazioni di intelligence a supporto di determinate tesi, giustificato anche dalla mancanza di accentramento del processo decisionale che permetterebbe una visione più ampia attraverso maggiore diversità di fonti a disposizione], “identificare al più presto gli ostacoli istituzionali, legali e finanziari che bloccano l’approccio integrato” e “far riscoprire ed apprezzare agli elettorati dei singoli paesi il ruolo di sicurezza che questa integrazione della difesa comporterebbe”. Questo quadro di sicurezza e difesa comunitaria dovrebbe avere “strumenti civili e militari al proprio centro” e “UE dovrebbe lasciarsi alle spalle un utilizzo leggero del potere. Senza un utilizzo convinto della forza, l’UE non sarà mai in grado di acquisire credibilità e garantire la sicurezza”.
RispondiEliminaInfine, nel febbraio scorso, l’istituto dell’UE per gli studi della sicurezza [ndT. European Union Institute for Security Studies] ha scritto che “per assicurare la propria sicurezza, l’Europa ha bisogno di forti e moderne capacità militari. (...) Il protrarsi della crisi economia e fiscale ha avuto un impatto negativo sulle risorse disponibili agli stati membri dell’UE, inibendo la capacità di dare concreta risposta a problemi legati alla sicurezza. (...) In un futuro non troppo lontano, nessun stato membro avrà, singolarmente, le risorse per provvedere alla sicurezza [NdT. personalmente questo è il passaggio che mi fa più rabbrividire perché significa che hanno già fatto i loro conti. Un tale livello di distruzione economica per loro è contemplabile e prevista] – quindi ora è il momento giusto per procedere con un accorpamento delle risorse”.
In un periodo di discussioni molto animate riguardo il futuro dell’UE, con le crescenti pressioni anti-sistema che si stanno creando in diversi paesi (spaziando dal Grexit al Brexit, ma anche il crescente Euro-scetticismo in molto stati membri), una tale ulteriore spinta verso l’integrazione appare, perlomeno, strana. Una tale accelerazione del processo a confronto con un crescente dissenso delle popolazioni europee, dovrebbe suonare un campanello di allarme.
Il ragionamento riportato in tutti questi documenti, ma anche nella propaganda di seconda e terza mano nei media, è chiaro: l’instabilità geopolitica pone una crescente minaccia, sia di origine interna che esterna, alla sicurezza dei cittadini, che ora sentono più personalmente la gravità della situazione. Inoltre, aggiungendo la prolungata pressione sulle finanze pubbliche, si ha una scarsa capacità di manovra per rafforzare gli investimenti militari, quindi resta, come unica strada disponibile, unire le poche risorse rimaste in una politica comune di sicurezza e difesa con forti poteri militari. Non vi è altra alternativa. [ndT. There is no alternative]
(2/3)
Più i cialtroni di Brüssel spingono per il "più Europa" più i popoli europei si allontaneranno da questo delirio chiamato UE.
EliminaPS
L'esercito europeo viene sopratutto spinto dalla germania, già da anni. I commissari tedeschi, insieme ai loro Quisling tipo Juncker, fanno massiccia Propaganda per l'esercito europeo a Brüssel tra i loro Partner europei, con poco successo, tranne un cooperazione tra 2 o 3 battaglioni tedeschi è olandesi, niente di serio. Tra l'altro l'olanda militarmente non esiste.
UK, Francia, Polonia sono decisamente contro.
Italia non sò, penso che l'esercito sia molto scettico. Gli imbecilli piddini sono sicuramente a favore.
I pilastri di questa unione per la sicurezza e la difesa comune dovrebbero essere un esercito comune, il comune controllo delle frontiere, e un'unica politica estera: il sogno di ogni federalista! Difficile trovarsi in disaccordo con un simile sogno, a prima vista. Tuttavia, un'analisi più attenta suggerisce che questo potrebbe essere l'ennesimo progetto ambizioso costruito su fondamenta deboli, che in quanto tale porterebbe alla disintegrazione, anziché alla federazione.
RispondiEliminaNel contesto di una simile architettura, chi coordinerebbe queste forze militari? Può un paese delegare il controllo militare delle sue frontiere a un organo sovranazionale non responsabile politicamente? Resterebbe un paese sovrano? Quando si dovesse decidere di mettere in atto questo controllo in circostanze specifiche, chi dovrebbe prendere la decisione? Se l'attuazione implica esternalità negative per un paese o un gruppo di paesi, come verranno gestite? Se dovessero entrare in conflitto interessi nazionali, chi dovrebbe decidere quale interesse far prevalere? Una burocrazia sovranazionale priva di responsabilità politica? O il governo (o governi) più forte? E questo sarebbe accettabile per gli altri? E se gli interessi in politica estera non collimano, quale paese alla fine prevarrebbe? E quanto tempo occorrerebbe per prendere decisioni critiche in politica estera? E i paesi "perdenti" come reagirebbero? Quanto è possibile tenere sotto controllo la frustrazione prolungata di un paese su materie riguardanti l'esercito e la difesa?
Questo caos dovrebbe sembrare familiare, come decenni di progetti ambizioni, ma incompleti, hanno mostrato. Nessuno di essi ha portato l’UE più vicina ad un’unione politica. Avviare un processo di unione monetaria contro ogni razionalita scientifica economica, e, soprattutto, senza un’unione politica a monte, ha portato ad instabilità economica. Anche il trattato di Schengen, senza unione politica, sta portando ad instabilità sociali, come eventi recenti dimostrano. Un’ “unione della difesa e della sicurezza” non ottimale, porterà, inevitabilmente, ad instabilità militare. Ma quest’ultimo progetto, paragonato ai precedenti, si porta a presso un rischio ben maggiore, perché instabilità militari, alla lunga, portano alla guerra.
Agenor
(3/3)
Se domani nascessero le FFAA europee, dopodomani Le Isole Tonga potrebbero invaderci tranquillamente.
EliminaConcordo. Infatti, come ricorderai, io mi sono portato avanti col lavoro.
EliminaDati i molteplici presupposti mancanti descritti, i vari interessi economici divergenti, le diverse strategie politico-diplomatiche che potenzialmente e giustamente i diversi paesi europei hanno e/o potrebbero avere (magari senza più un ombrello protettivo ed ingombrante come quello NATO), il progetto dell' Esercito Unico sembrerebbe già un aborto ancor prima di essere concepito.
EliminaA meno che la sua immagine non venga riflessa su uno specchio-propaganda appositamente deformato per nascondere le vere sembianze di ciò che si vuole ottenere, o meglio di ciò che gli USA potrebbero ottenere. Al di là di tutte le ipotesi più o meno plausibili, un dato di fatto incontestabile ed acclarato lo abbiamo: sono anni che l'amministrazione USA preme in tutte le salse (istituzionali e mediatiche) dicendo che i costi di mantenimento della NATO gravano principalmente su di lei e così non si può andare avanti... Che l'Europa dovrebbe incominciare a pensare di doversi pagare maggiormente la propria difesa, etc...
Ed ecco che l'esercito europeo non sarebbe altro che una NATO senza gli USA , o perlomeno con un apporto molto più limitato. Con tutte le economie di scala politico-strategiche del caso e maggiori disponibilità da dedicare ad altri fronti.
È una ipotesi anche questa, che parte però da esigenze esplicite e dichiarate dall'alleato d'oltreoceano.
Come si potrebbe collocare in un tale contesto il rapporto Germania-Russia ed altri aspetti non lineari dello scacchiere europeo, compreso la UEM ? Quièn sabe?
"Quanto è possibile tenere sotto controllo la frustrazione prolungata di un paese... ?"
RispondiEliminaBah, dalle nostre parti lo stato annessore ha fatto subito (e da prima) accordi con la malavita e creato le mafie per sedare gli animi. Così come USA fa in tutto il mondo con le sue colonie. E il tutto si regge ancora oggi dopo un secolo e mezzo.
USE è tutto un remake...
Il ragionamento è molto lucido, ma rimane un punto che non condivido: perchè sarebbe necessario indebolire le forze armate affinchè prevalgano le altre? Dato che siamo in un "regime", di democrazia, il consenso della popolazione non è univoco: lo stesso popolo greco, per quanto martoriato, è comunque diviso in chi è a favore dell'euro e chi contro. In Italia, dove un'abbondante fetta vota a sostegno dell'euro, le forze militari nazionali a tutela di chi dovrebbero schierarsi? Dalla parte del governo, per quanto abominevole.
RispondiEliminaLe eventuali rivolte spontanee (finanziate poi da chi? per rovesciare chi? il governo voluto dagli stessi che comandano? A che pro destabilizzare il sud Europa come il medio oriente?) avrebbero i connotati della rivolta di piazza o di un terrorismo interno simile agli anni di piombo, data la mancanza di fondi per organizzare una rivolta dotata di una forza paramilitare. Ergo, l'eventuale rivolta verrebbe assimilata a terrorismo e l'intervento di una forza sovranazionale sarebbe facilmente giustificabile dal punto di vista mediatico e affiancherebbe le forze nazionali.
Gli scontri di piazza Sintagma non vedono forze di polizia e manifestanti rivoltarsi fianco a fianco contro un governo fanntoccio, ma li pongono ai poli opposti sfiorando la guerra civile...
Dal punto di vista umano non sono convinto che giovani circondati da un esercito di disoccupati, sarebbero disposti a disertare, rischiando la loro vita, pur di schierarsi dalla parte ritenuta come giusta da qualcuno: credo che molti di noi abbiano avuto un nonno che abbia vestito la camicia nera più per paura che per credo.
Sul questo argomento segnalo dell'ottimo Cremaschi (che ha l'unico difetto di scrivere su Micromega):
RispondiEliminahttp://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/03/26/giorgio-cremaschi-il-piu-pericoloso-dei-nazionalismi-e-leuropeismo/
Ma Cremaschi questo? mancetta Ma dell'euro cosa dive? è il salto della quaglia?
EliminaMarie Antoinette, so di essere colpevole nei tuoi riguardi, ma ti ho tenuto nascosto il fatto che nel frattempo ho fatto pace con Giorgio. Ora vuole uscire da tutto (secondo me da un po' troppe cose alla volta, ma almeno nel paniere finalmente c'è l'euro). La tua memoria è così femminile...
EliminaFemminile... come la diffidenza: a naso direi che è buono per er partito.
EliminaPrima Stefano, oggi Giorgio, domani... io resto per la monarchia assoluta (quindi senza cortigiane).
Ma niente niente? Neanche una Du Barry? Non dico una Pompadour... Orsù, non essere rigida: assoluta sì, ma flessibile...
EliminaAl massimo la Nappi.
EliminaAnche questa perfidia è femminile! Ma ti pare la Nappi!? Non ho il fisico, e soprattutto la statura intellettuale. Mica ho il blog su Micromega io, come lei e Giorgio. Con me sarebbe insoddisfatta...
EliminaOsservo sommessamente come il rischio di sottovalutare l'intuito femminile sia spesso maggiore di quanto si creda
EliminaSeguo da molto tempo questo blog, e non sono mai intervenuto. Permettetemi solo (umilmente) di buttare lì una riflessione: l'esistenza di un esercito comune europeo non sarebbe un po' un incubo per gli americani? Mi spiego meglio; al di là della fattibilità di un simile evento (che per me rimane poco probabile, nonostante le fanfare europeiste), un esercito unico non solo ridurrebbe la presa americana sull'Europa (vedi Nato), ma vorrebbe dire praticamente consegnare in mano tedesca (parliamoci chiaro, a guidare il tutto sarebbero sempre loro) delle forze armate di peso non indifferente. Una Germania che si proietta come potenza militare/economica a livello mondiale è l'incubo numero uno per gli USA dal dopoguerra ad oggi, forse subito dopo un'ipotetica alleanza Germania-Russia.
RispondiElimina@Steve 92 - "incubo degli Americani"?
Elimina1) Io personalmente trovo che l'ipotesi "l'UE è un progetto USA" sia la più convincente tra quelle che tentano di spiegare perché si sia fatta. Certo, potrebbe anche essere come il Mostro di Frankenstein che si ribella al suo creatore ma...
2) Senza testate atomiche, non vedo proprio come si possano veramente "intimorire" gli USA. Non confiniamo direttamente con loro, per cui riuscire a proiettare la forza militare attraverso l'oceano è sostanzialmente impossibile. E comunque
3) Non capisco davvero perché secondo te dopo l'UE burattino degli USA lo sviluppo più probabile sia una UE come Quarto Reich: a me pare molto più probabile che se va a spegnersi il progetto Americano ognuno tornerà a farsi gli affari propri. Questo potrà anche causare effetti tragici, ma di sicuro che ci si metta tutti sotto la guida tedesca (gli Inglesi? i Francesi???) per azzannare gli USA mi pare la più improbabile delle ucronie.
FFAA europee VERE, cioè al servizio di uno Stato europeo VERO (federale o confederale, legittimato, con frontiere stabili) sarebbero sì l'incubo degli americani, perchè se esistessero, vorrebbe dire che è finita l'egemonia USA sull'Europa, e che l'Europa è divenuta un attore di prima grandezza nella lotta per la potenza mondiale. Unico difetto di questa ipotesi: nei tempi prevedibili da chi non sia un veggente è impossibile.
EliminaSono invece meno impossibili queste due ipotesi:
1) una trasformazione della NATO che integri anche formalmente le varie FFAA europee in una nuova alleanza transatlantica non solo difensiva e che, soprattutto, non esiga più l'unanimità dei componenti per agire. In pratica: si formalizza lo statuto di fatto della NATO odierna, che non serve più agli scopi per cui fu istituita, e la si riorganizza in vista di un conflitto frontale con la Russia. Probabilità: 1 su un paio di milioni. Non è impossibile perchè a Washington agiscono anche gruppi di psicopatici, e in Europa gruppi di infami con la lungimiranza di un paramecio e il patriottismo di uno scarafaggio.
2) La Germania si stufa di fare melina, smonta il baraccone UE, costituisce un nucleo d'acciaio di paesi germanocentrici integrandone le FFAA, sposta il suo baricentro a Est. Probabilità: 1 su alcune centinaia di migliaia. Secondo me Schauble ci sta pensando, e ne avrebbe voglia. Il problemino è che di fronte a questa prospettiva, gli USA vedrebbero the writing on the wall, ed entreremmo in lista d'attesa per la terza guerra mondiale (vera, grossa). Germania + Russia sarebbe un boccone indigeribile, per gli anglo.
@PaMar
EliminaPer quanto riguarda l'Ue progetto americano hai ragione, su questo concordo assolutamente; il punto è che gli Usa vedono l'Europa come vassallo, non potrebbero mai appoggiare qualcosa che possa mettere a repentaglio la propria egemonia sul Vecchio continente, e l'esercito unico secondo me contrasta con questo fine. Io non ho detto che "l'incubo" per gli USA sia quello di subire un attacco da un'Europa unita militarmente, ma nel fatto che questa possa acquisire anche un minimo di autonomia, con il rischio che la Germania possa utilizzarla come leva per portare avanti i propri interessi, come ha fatto fino ad ora con TUTTI gli strumenti esistenti nell'Ue. I francesi mi pare che, a parte qualche eccezione, siano stati fondamentalmente proni ai tedeschi, e i britannici scapperebbero dall'Ue domani piuttosto che far confluire le proprie forze armate in un esercito unico europeo. Per questo parlo di "guida tedesca". Se ho detto fesserie siete autorizzati a linciarmi!
Parlando di Confindustria...
RispondiEliminaDomenica 3 aprile qui. C'è pure la pubblicità sui canali Rai (na robba pesante)!
Prenotate i popcorn prima che finiscono.
Il Mercato è il nostro Pastore.
Anche in questo caso, come per l'Erasmus, l'euro non serve ad un beneamato piffero anzi è addirittura negativo; dove si troverebbero risorse da parte dei paesi che soffrono per le conseguenze della stramaledetta moneta unica e poi perchè, per finanziare la difesa del Belgio, della Germania e della Francia? E non si farà mai, proprio per questo motivo. Ci si scanna per qualche
RispondiEliminaMiliardo di un bilancio UE dell'1,3% del PIL UE per cose molto più importanti, come la crescita e l'occupazione e le risorse per questa cosa chi le tirerebbe fuori, e sempre con i criteri del PIL pro capite?
Mettano fine a questa enorme stronzata, ed al più presto, e forse eviteremo le guerre civili e gli attacchi dall' esterno, almeno da noi!
Ahahahahaha............l'esercito Europeo......ahahahahaha. Avete presente gli interessi divergenti dell'industria degli armamenti ?
RispondiEliminaUn esempio banale : Carri Armati Leopard 2 in Germania e Spagna, Challenger in UK, Ariete in Italia,(unico elemento comune, un cannone ad anima liscia da 120 mm su licenza tedesca Rheinmetall, in 3 varianti diverse, pero', a seconda di quanto recente). Carri Leclerc in Francia con un cannone incompatibile col Rheinmetall ( e' semiautomatico, il Leclerc ha un uomo d'equipaggio in meno); PT 91 in Polonia (variante del T72 Russo...), T72M1 Russi in Ungheria, T80 in Bielorussia...etc. etc. Immediato scontro UK/Germania sugli standard ( golosi contratti alla Rheinmetall Defence o alla Royal Ordnance ? E la GIAT francese sta a vedere ?). Il tutto litigando come maiali su chi comanda cosa (Ufficiali Francesi al comando di quelli Tedeschi ? davvero???) . Insomma, se l'euro era una cazzata dall'inizio, ma sono riusciti a rabberciarne uno e farlo partire....sull'esercito europeo accetto scommesse. Le implicazioni politiche per loro, sarebbero golose....ma le varie industrie degli armamenti sarebbero alla gola una dell'altra al solo concepimento. E le industrie degli armamenti, sono, per definizione, "strategiche".
Infatti l'esercito europeo è per il momento soltanto una grande sciocchezza.
EliminaUn altra di quelle balle che vengono buttate alla massa, come quando si getta la carta sul fuoco, cioè solo per alimentare momentaneamente la fiamma europeista.
Diverso potrebbe rivelarsi il discorso della gendarmeria europea anti-sommossa.
Ma fino ad ora le forze di polizia comandate dai vari governi ombra di Bruxelles hanno ampiamente espletato al loro sporco compito, come evidenziato plasticamente nella Nazione dove si è espresso il più fulgido esempio del fogno europeo.
Sono scettico anch'io, ma di fatto, e sostanzialmente in silenzio, se non sulla stampa specializzata, hanno già cominciato (e beccatevi pure lo stemma, 12 stelle ed un ponte, proprio come negli euri....).
EliminaTra i pezzi pregiati, come accennato nell'articolo, ci sono le capacità di MEDEVAC in alto contenimento dell'Aeronautica Militare, che pare solo l'Italietta possieda, già utilizzate in questo caso
Ma vuoi mettere? Un sovra-esercito con personale, strutture, budget ecc. ecc. dove piazzare figli, amanti, trombati politici/militari ecc. ecc. Il fatto che non serva a nulla e' da considerarsi un plus! Per gli armaioli, cosa c'e' di piu' dolce di un esercito (ricco) in piu'? E' vero, si paghera' gente magari prima disoccupata, ma niente progresso per tutti, anzi.
Eliminase le interessa io vedo i "fantasmi": non so cosa siano e cosa saranno ma so che sono con noi e incombenti
RispondiEliminasono anni che mi riprometto di studiare la storia del Meridione..
RispondiEliminadetto questo, alla fine l'Unità d'Italia doveva assicurare la liberazione dai Borboni e la pace.
Oh, e la mafia prosperò pure per evitare di andare in guerra (guerra non del meridione ma del Nord ma costringendo i siciliani a morire senza motivo, ammesso ci sia sempre un valido motivo per farlo).
Io la penso molto meno prosaicamente e mi riallaccio alla pochezza di Umberto Eco quando dichiarò che (eh) all'€urss (ok, avrà detto europa) manca una figura come Garibaldi.
Quindi, molto prosaicamente io la vedo così:
1) continuare a far perdere identità (e più che abbassare gli stipendi, tutto questo schifo serve proprio a far perdere questa cosa fondamentale, il senso del sociale, facendo sentire sempre più soli. Un uomo solo è evanescente)
2) cancellare la memoria. Se mio padre mi spiegò con le sue parole Tony Thirlwall (che vi assicuro non sa nemmeno chi sia) mentre adesso non sa nemmeno come la pensava (correttamente) 30 anni fa, seguendo il mainstream adesso, cosa dovremmo dire e ricordare tra altri 30 anni?
3) sperano nel senso di odio che chi emigra ha (e avrà - ed ha!) nei confronti della propria nazione (il famoso autorazzismo italico tanto per intenderci).
Questo permette la qualunque o quasi.
Ed è un sentimento forte che è servito, serve e servirà a disgregare sempre di più il nostro Paese (e gli altri).
Se esiste la Yugoslavia che si è disgregata questi pensano che c'è l'Italia che si è retta per 156 anni (malamente ma si è retta).
Vale pertanto la pena provarci.
4) Non avranno bisogno di un esercizio europeo in sé per bloccare le rivolte bensì fare selezione con leggi incostituzionali o trattamenti illeciti (carcerazioni preventive per esempio).
In questo modo stancheranno lo spirito e placheranno gli animi, confidando sul fatto che tutti questi immigrati non combatteranno certo per l'Italia o la Grecia.
D'altro canto i pirla chiedono "ma perché i Siciliani non si sono ribellati alla mafia?"
"Pirla, perché non lo hai fatto tu!"
Erano convincenti ed in Sicilia abbiamo "imparato" a camminare a testa bassa.
Un "calati junco, c'a' passa la piena" universale ? Non e' campata in aria come ipotesi....e aderisce alla realtà' del momento...da brividi.
EliminaSono gli stessi pirla che non scioperano mai.
RispondiEliminaDiciamo che forse hanno trovato la soluzione al problema.
RispondiEliminaNon si è detto sempre che se tutti volessero vivere come gli occidentali la terra non resisterebbe nemmeno un anno alla nuova situazione??
La soluzione l"hanno trovata.
Visto che crescere all" infinito in un sistema chiaramente finito è impossibile e che la centralità del problema è che viviamo in un sistema dove per fare ogni cosa serve energia e questa energia a oggi deriva dal petrolio la soluzione è non far diventare gli emergenti paesi sviluppati ma far diventare gli occidentali emergenti e gli emergenti paesi sotto sviluppati.
Del resto nella logica del 1% questa è una soluzione condivisibile.
Uno sterminato numero di morti di fame che pendono dalla carità dell" 1% e godere del potere che questa soluzione comporta.
Chiaramente servono persone per mantenere l" ordine e meglio se ben pagate.
Non è quello che studiano i nostri figli sui libri di storia??
Le civiltà passate sono piene di re e sovrani o dittatori seguiti da un congruo numero di tirapiedi preposti all" ordine e al rispetto della legge?
La stupidità non è nella storia che si ripete ma nel credere di poterla cambiare.
Vedete rivolte o sommosse popolari in giro?
Nulla di nulla o almeno niente al cospetto di quello che fanno e promettono.
Ese nel caso qualcuno volesse veramente fare qualcosa verrebbe ammazzato celermente cosi da far capire che sorte capita a chi si permette di obbiettare.
Non è quello che fanno i tiranni o dittatori per conservare il potere??
La teoria dei giochi lo spiega chiaramente cosa si instaura nella mente umana quando il primo che si ribella vine ucciso senza pietà.
Nessuno vuole mettersi per primo o davanti al gruppo ben sapendo che sorte gli tocca.
Allora discutiamo e appassioniamoci a tutto quello che queste merde fanno e vogliono fare ma non fantastichiamo di fantomatiche soluzioni o soddisfacenti soluzioni date dal tiranno perche impietosito.
Che cosa possiamo fare noi per fermarli??
Questa è la domanda ma è la risposta che mi manca.
Mi stupisco sempre della frase "crescere all" infinito in un sistema chiaramente finito è impossibile".
EliminaVeramente, mi sconvolge come tutti la ripetano di continuo, evidentemente senza accorgersi che matematicamente non ha senso.
Tanto per cominciare l'intero universo non durera` all'infinito, men che meno cio` che vi e` dentro, in particolare una piccola specie di un piccolo pianeta.
Quindi si sta parlando di continuare a crescere in un intervallo di tempo finito. Ed e` certo possibile crescere sempre anche in un sistema finito, anche crescendo esponenzialmente, o addirittura con funzione x^x. Alla fine di un intervallo di tempo finito, per quanto grande, si sarebbe arrivati comunque ad un valore finito.
Se anche vogliamo dire che esiste un massimo M oltre il quale non si puo` crescere (e dio sa come sarebbe definito questo M), comunque abbiamo infinite funzioni sempre crescenti che al termine dell'intervallo di tempo non avrebbero superato M.
Quindi non ha senso dire che oltre un tot l'economia non possa crescere per supposte limitazioni oggettive del sistema. Certo quando la nostra specie sara` prossima all'estinzione anche gli scambi economici diminuiranno, ma non per le limitazioni del sistema, ma per le limitazioni temporali imposte a tutte le specie (per quanto, edotti dall'ISTAT, cercheremo di procrastinare).
Comunque, anche avessimo a disposizione l'eternita`, e fossimo comunque soggetti ad un limite M oltre il quale, per qualche ragione, non possiamo crescere, infinite funzioni ci permetterebbero di crescere all'infinito senza superare M, basta che abbiano un bell'asisntoto orizzontale su M o un qualunque valore inferiore.
Grazie.
EliminaCredo si faccia riferimento alle condizioni attuali con l'ovvia e obbligatoria opzione TINA. Condizioni diverse, quindi, non possono essere prese in considerazione.
EliminaLa fissa della fine delle materie prime....
EliminaDipende solo da come queste verranno utilizzate e riutilizzate. (Creando PIL)
Un esempio pratico che mi viene in mente, scrivendo, sono i computer.
Quanto materiale veniva consumato, solo 30 anni fa, per fabbricare un computer, e quanta ne viene consumata adesso per fabbricare un computer oltretutto di gran lunga più potente di allora?
In questo momento sto usando un tablet del peso di circa 200 grammi.
Quindi, a parità di materiale consumato, produciamo più computer e più informazioni, quindi più PIL. Strano vero?
Massimizzare le risorse, creando leghe ecc.... Gli ingegnneri, di tutte le discipine, anche a questo servono. Mica solo a votare pd!
diventa un problema se la 'crescita continua' porta a consumare sempre più energia, del resto l'economia ed energia hanno un rapporto biunivoco , il consumo aumenta l'entropia del sistema , quindi anche se matematicamente la crescita è possibile , la fisica pone un suo limite , la funzione diventa discontinua la crescita si interrompe .
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EliminaIo seguo solo il blog di mazzalai e quello del professor bagnai e sembra che in uno di questi ci sia qualcuno che della materia ne possa sapere più di noi magari per qualche decennio di esperienza nel settore.
Comunque visto che con parole mie non riuscirei a convincervi proverò con un copia -incolla di un post di questo marinaio che frequenta la nostra nave.
Anticipatamente un grazie a JOHN LUDD:
Se il petrolio da scisto è anti economico e una pura creazione della politica monetaria di FED e BCE con break even lontanissimi da quelli che la stampa mainstream suggerisce, che dire del petrolio da tar sands che fa sembrare il petrolio americano un oasi di profittabilità ? Il fatto tuttavia che dovrebbe preoccupare e non poco è questo: se si toglie il petrolio addizionale prodotto da USA e Canada dal 2005 a oggi il RESTO della produzione odierna è inferiore a quella del 2005. Matt Mushalik è un analista indipendente che altro non fa che prendere i dati ufficiali storico (quindi del passato, ergo veri) e aggregarli in modo che anche la zia Maria possa leggerli, dedica il suo ultimo post a questo tema:
http://crudeoilpeak.info/world-outside-us-and-canada-doesnt-produce-more-crude-oil-than-in-2005
Preciso che quando leggete patetici articoli di giornalisti che non conoscono la materia, questi considerano un valore di produzione aggregato dallo scarso valore informativo che comprende tutti i carburanti liquidi (petrolio, condensati, NGL, biocarburanti, guadagni volumetrici in raffineria etc…) La materia è complessa ma eserciti di commentatori beceri non fanno alcuno sforzo per comprenderla. Questo vuole dire che domani il prezzo andrà a 150 $ ? Manco per idea ma vuole dire con certezza assoluta che avremo meno petrolio, quindi meno attività economica che metterà fuori produzione altro petrolio e così via in un feedback distruttivo del quale analisti come Bermann e Likvern scrivono da anni. Il professor Tad Padzek massima autorità planetaria in materia è ancora più categorico. Singolare la storia di Padzek: ex ricercatore della Shell, professore emerito a Berkeley e poi al Petroleum and Geosystems Engineering Department, University of Texas se ne sta ora in Arabia Saudita, perchè orribilato dal modo in cui gli Stati Uniti trattano la materia energetica. Padzek è stato coautore di un report che di recente fa piena luce sul reale stato delle riserve energetiche USA molto inferiori a quanto strombazzato e con costi di produzione tali da renderle in buona parte non estraibili. Alla fine della strada troveranno una gran brutta sorpresa. Chi poteva prevederlo ?
Per i sognatori dell’ultima ora, quelli che sognano macchine elettriche, rammento che le batterie vanno CARICATE e solo con una crescita molto elevata dell’utilizzo di gas, carbone e energia nucleare sarebbe teoricamente possibile soddisfare il sogno dell’automobilina elettrica. Per solare ed eolico è davvero frustrante: sono utili, sono indispensabili, sono ragionevolmente economiche ma ne ora ne nei prossimi 30 anni saranno in grado di sostituire anche solo parzialmente i combustibili fossili. Anche di questo si sa tutto ma si preferisce ascoltare il giornalista da strapazzo di turno o l’economista di quarto livello di turno invece che i titolari delle cattedre di energetica delle più rispettate università del mondo. La potenza installata è una cosa, la densità di potenza ovvero il flusso energetico nell’unità di tempo è un’altra e alla civiltà moderna servono densità di potenza estremamente concentrate richiamabili con certezza che le rinnovabili per ragioni FISICHE non possono produrre. Qui un testo appena pubblicato che fa luce sulla questione (Smil è una tra le massime autorità planetarie in tema di energia):
http://www.vaclavsmil.com/power-density-a-key-to-understanding-energy-sources-and-uses/
E questo e quanto. Nulla di nuovo da quando Francis Bacon pubblicò il suo ammonimento nel lontano 1620, qui un commento del Prof. Patzek:
http://patzek-lifeitself.blogspot.it/2012/11/bacons-warnings.html
Commento a un commento di Barrank Obama
EliminaDue osservazioni tecniche, non politiche. La prima è superficiale, la seconda forse più profonda. Ci sono molte funzioni y=f(x) che sono crescenti in (a,b), con b finito, e che crescono illimitatamente quando x si avvicina a b, cioè tali che il limite di f(x) quando x converge a b da sinistra è uguale a più infinito. La nostra funzione di che tipo è? Non saprei, ma temo che scegliere come modello per questi ragionamenti uno spazio di tipo continuo (come un intervallo della retta reale) mi sembra improprio. Mi sembra più realistico un modello di tipo discreto, come ad esempio la successione degli interi positivi, visto che tra un giorno e il successivo c’è un bel salto, e in mezzo non c’è nulla: la valuta in banca viene governata giornalmente, non istante per istante. Similmente, i dati macroeconomici vengono aggregati anno per anno, o forse semestre per semestre, o forse trimestre per trimestre, o forse mese per mese, o forse settimana per settimana, o forse giorno per giorno, o forse ora per ora, o forse minuto per minuto, ma non oltre. L’intera successione degli interi positivi è, a sua volta, un’altra idealizzazione, visto che … abbiamo i giorni contati, come il mio gentile interlocutore ci fa notare, ma di fatto questo non è il vero problema. Gli spazi di tipo continuo sono una particolare idealizzazione, corrispondente a una modalità cognitiva di tipo olistico, o spaziale, che però mal si accoppia alla modalità cognitiva basata sul linguaggio, che è di tipo discreto: si tratta proprio di due modalità cognitive differenti, che tanti guai addussero ai Greci, e continuano ad addurre anche ai nostri giorni. Basta chiedersi quanti punti, precisamente, ci sono in una retta, e cominciano i guai: osservo che questa domanda nasce appunto dall’accoppiamento delle due modalità cognitive. Non a caso, per i Greci un segmento non era unione di punti, proprio perché erano rimasti scottati dai problemi incontrati dal pensiero pitagorico, incentrato sulla modalità cognitiva di tipo discreto, in cui la teoria degli insiemi si è reimmersa, scoprendo, non a caso, che non è in grado di dire quanti punti, precisamente, ci sono in una retta. Per tornare al tema principale, ai fini del presente ragionamento, e per gli stessi motivi già illustrati, invece di usare, come funzione, una a valori reali di variabile reale, sarebbe meglio usare una funzione a valori interi (di variabile intera, come si è detto). Vediamo subito che il problema non è se il valore f(x) diverge o non diverge a più infinito quando x cresce, visto che la variabile x, come fa osservare il mio gentile interlocutore, assume non una infinità numerabile di valori, ma un numero finito di valori discretamete distanziati uno dall’altro. Il problema è che i valori della funzione non possono superare, in un numero finito di passi, un qualche valore limite superiore che è intrinseco al sistema che stiamo descrivendo. Se, ad esempio, f(x) rappresenta il numero di barili di petrolio che vengono consumati nell’anno x, allora f(x) non può superare il numero totale di barili di petrolio contenuti nel sottosuolo. Se la funzione f ha un tasso di crescita eccessivo, si va incontro a questo scenario.
@tino spostare il problema sull'energia non cambia l'osservazione matematica. Ci sono infinite funzioni sempre crescenti che in un intervallo finito di tempo non raggiungono il limite M.
EliminaEsercito europeo? Davvero da qualche parte in questa sventurata Europa c'è qualcuno che crede che ufficiali francesi e polacchi accetterebbero ordini di superiori tedeschi? E quanto agli olandesi invece di elaborare progetti di sicurezza cosiddetta europea si ricordassero di Srebenica e stessero zitti.
RispondiEliminaLa stessa cosa si diceva della moneta unica, o sbaglio?
EliminaEppure adesso, dopo 17 anni di euro, i Francesi gli ordini da Francoforte li accettano, o no?
Ormai di logico non v'è nulla.
Spero che hai ragione.
Modo: congiuntivo
EliminaTempo: Bersani
Tutte le accuse tra le polizie europee e tutti le falle che magicamente solo adesso vengono a galla sembrano portare ad una sola ineludibile conclusione: integrazione.
Se poi ci mette il becco anche l'FBI, il quadro assume ancor più una connotazione colonialista (che novità!).
Mi sembra l'analisi più lucida:
RispondiEliminahttp://orizzonte48.blogspot.it/2016/03/immigrazione-in-europa-e-uropean-way-le.html?m=1
OT
RispondiEliminahttp://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=15005
"Nella e-mail, è scritto che "in ogni caso, Schauble continua a credere che un completo collasso dell'unione monetaria è inaccettabile per la Germania, con il recente ricostituito marco tedesco più forte dell'euro; danneggerebbe gravemente l'economia della Germania trainata dalle esportazioni"
Tutto è possibile, dagli elefanti nelle 500 alle cessioni di sovranità in tempi di crisi. Mai sottovalutare il potere comunicativo da liretta.
RispondiEliminaAggiungo questo (oggi è un giorno fortunato):
RispondiEliminahttp://ilpedante.org/post/come-si-fabbrica-un-terrorista
L'obiettivo primario del battage sulle forze armate €uropee sembrerebbe non rispondere a disegni di natura autenticamente strategico-militare, ma a finalità di politica "interna" (€uropea appunto).
Spacciatori di paure (Mentana, proprio ora, nel suo tg: disgustoso) che fidelizzino l'opinione pubblica al Fogno.
L'euro è un metodo di governo, per es WSJ:
RispondiEliminaThe Pentagon has drawn up plans to position American troops, tanks and other armored vehicles full time along NATO’s eastern borders to deter Russian aggression, in what would be the first such deployment since the end of the Cold War.
...plan is of last year: ...3.4 billion dollars for the "European Reassurance Initiative"
( #eustaiserena )
(Ok, lo so - sputo nel piatto in cui sono cresciuto, la pax americana. Che poi era una guerra, naturalmente continuata con l'euro. Ma non ce la faccio più).