…ma con tutte le rogne che ho, pure questa!?
Io (sconsolatamente) boh…
E voi che invece sapete sempre tutto, come la vedete?
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
…ma con tutte le rogne che ho, pure questa!?
Io (sconsolatamente) boh…
E voi che invece sapete sempre tutto, come la vedete?
Direi che bisogna ripartire dal 1981 e dal significato dei termini autonomia e indipendenza per la banca centrale, temi più volte qui affrontati.
RispondiEliminaOvviamente sia BCE che a mio avviso è tutto meno che una vera banca centrale che BANKITALIA in particolare, rientrano nel discorso.
La Banca d’Italia ha voluto fare in modo indipendente politica creditizia, anziché politica monetaria, e per questo, come sapete, da tempo sto lavorando su un disegno di legge che ne adegui la governance agli standard europei. È senz’altro colpa della Banca d’Italia se la biodiversità del nostro sistema bancario si è ridotta, creando grosse opportunità per gli investitori esteri, ma anche grosse difficoltà per i territori.la comunicazione terroristica che veniva fatta sulla situazione delle nostre banche di credito cooperativo, ad esempio, forse non è più nei computer di chi la faceva, ma è ancora nel mio. Tuttavia, vi confesso, in questa vicenda che mi ha fatto perdere un sacco di tempo negli ultimi giorni non vedo particolari responsabilità della nostra vigilanza nazionale. Questo ovviamente non toglie che la sua governance debba essere adeguata agli standard europei.
EliminaRimando al post sul suddetto disegno di legge
Eliminahttps://goofynomics.blogspot.com/2019/06/riforme-strutturali.html?m=1
Giocare in difesa per il momento. Serrare le fila (della banca e della Lega). Rinforzare la barricata. Se esiste una leva che agisca sui francesi, è il momento di usarla. Piergiorgio Rosso
RispondiEliminaLa migliore leva per agire sui francesi sono i francesi. Con una posizione netta sull’estero in caduta libera ormai da tre decenni credo che basti affidare i francesi a se stessi, e in particolare alle amorevoli cure del loro premier, per ottenere l’unica vittoria che si può ottenere in quel gioco al ribasso, che è l’Unione Europea: il fatto che un tuo concorrente stia peggio di te.
Elimina"cartello" dei banksters ( l' ho detto , e ora insultatemi pure....)
RispondiEliminaSe confronti il tuo commento con quello di pressoché tutti gli altri, vedrai che non hai detto nulla. Dopodiché qui si è anche liberi di intervenire per non dire nulla. Tuttavia, in questa vicenda specifica, il concetto di cartello c’entra abbastanza poco, perché credo sia di dominio pubblico che dopo questa alzata d’ingegno, almeno uno dei bankster Non si sia attirato esattamente le simpatie di almeno due altri, e stia suscitando preoccupazioni in un altro, e perplessità in tutti gli altri. Diciamo che se è un cartello, è un cartello abbastanza scombiccherato.
EliminaA me sembra che ci sia una discreta unità di "narrazione mediatica " , naturalmente auguro alla lega di vincere questa "battaglia" ma non sono molto ottimista, quantomeno a giudicare dalla posizione del partito "eredi-fu -berluska".
EliminaE' sempre maledettamente difficile battere chi ha il monopolio di "gestire il credito" e tanto più se i poteri coercitivi dello stato sono "indipendenti" da chi governa
Ma come diceva quello "banche private e pubbliche virtù" no ?
Alla fine si sta verificando quello che è successo in USA molto tempo fa con una concentrazione del settore bancario in pochissime grandi banche (JP Morgan, Bank of America, Goldman Sachs) che comandano il mercato.
RispondiEliminaQui in Italia, dopo la crisi bancaria del 2015/16 mi pare si vada verso un duopolio Intesa/Unicredit.
Intesa ormai ha già raggiunto limiti fisici di crescita all'interno del territorio nazionale, come già rimarcato più volte dal suo amministratore delegato.
Unicredit invece, se porta a casa l'operazione BPM, questi limiti li raggiungerebbe.
Lato dipendenti questa acquisizione porterebbe a delle economie di scala non indifferenti (si parlava proprio ieri di 6000 esuberi), risparmi che poi andranno a tradursi in ancora più lauti dividendi verso gli azionisti.
Lato clienti non saprei ma di solito la minor concorrenza si traduce in qualche costo in più.
Infine potremmo trovarci nella situazione in cui l'Italia, avendo sperimentato per prima gli effetti dell'austerità e con le sue banche superstiti uscite rafforzate dalla crisi 2015/16, si trovi avvantaggiata nel risiko bancario UE prossimo venturo.
Carissimo, i tuoi argomenti e in particolare la conclusione hanno una loro tenuta logica. La narrazione del “campione europeo“ è sicuramente parte dell’armamentario dialettico che verrà utilizzato per giustificare questa operazione. In effetti più che uno scontro fra amministratori delegati o fra industria bancaria e governo Questo è uno scontro fra due narrazioni: la narrazione del terzo polo contro la narrazione del campione europeo. Queste due narrazioni a loro volta sono articolazioni della madre di tutte le narrazioni: quella del risiko, cui tu giustamente accenni. Da qui però, scaturiscono diverse domande. Intanto, a me dà fastidio che una cosa seria come la raccolta e l’impiego del credito venga concettualizzata come un gioco da tavolo. Mi dà ancora più fastidio il motivo per il quale ciò avviene: il fatto che siamo consegnati a un mondo in cui l’unica logica economica sembra essere quella delle economie di scala. Il fastidio deriva dal fatto che questa logica è una logica che ha fragilità intrinseche. I sistemi economici di successo o che comunque abbiamo considerato finora dei modelli (penso a Stati Uniti e Germania), Non avendo una vigilanza bancaria nazionale inefficiente e probabilmente collusa con certi ambienti, hanno saputo preservare la biodiversità bancaria. Qui da noi invece gli stessi Alfieri del “campione europeo” Vengono a dirti con grande serenità che alla fine, se anche tutte le banche europee si mettessero insieme, non raggiungerebbero le dimensioni della più grande Banca americana o cinese (le cose non stanno esattamente così, ma ci siamo capiti)! Insomma, le banche unite d’Europa sono il riflesso dell’industria bancaria di quello che gli Stati Uniti d’Europa sono nel discorso politico. Un percorso di subalternità a logiche non europee che condurrà l’Europa a ulteriori disastri.
Elimina"Il mercato è il mio pastore"
RispondiEliminaNel caso di UniCredit-Bpm, gli azionisti di quest’ultima riceverebbero per ogni azione 0,175 azioni UniCredit, che corrispondono a una valutazione di 6,657 euro sulla base del prezzo di Borsa di UniCredit di venerdì.
https://www.borsaitaliana.it/borsa/azioni/scheda/IT0005218380.html?lang=it
Gli esperti mi dicono che questo prezzo non è particolarmente plausibile e che in realtà questa offerta ha semplicemente lo scopo di far scattare la cosiddetta passivity rule. Ne hai sentito parlare anche tu?
EliminaPassivity rule che blocca il lavoro certosino del ministero...certo
EliminaPensavo di non aggiungere niente di nuovo e quindi avevo considerato che già il mercato (con un prezzo ampiamente sopra i 7 euro) avesse dato un segnale importante
Più che altro blocca questa operazione, Che vista congiuntamente ha una potenziale fusione di MPS con Banco BPM aveva un suo interesse (e ce lo ha ancora). Questo è quello che sostiene una certa linea di pensiero.
Elimina“ Congiuntamente a”. Per mantenere un minimo di contatto con voi, utilizzo il cellulare per gestire la coda. Per non prendermi tendiniti detto i messaggi. L’intelligenza artificiale è stupida. Credo che ne vedrete di ogni nelle mie risposte. Mi affido alla vostra indulgenza. Voi non contate sulla mia. Del resto, il mondo è asimmetrico.
EliminaBuonasera, segnalo che l’istituto bancario in cui lavoro, la Cassa di Risparmio della mia città, è stata oggetto dell’acquisto di un rilevante pacchetto di azioni da parte di UniCredit e che già BPM ne possiede il 9%. La nostra è una realtà legata al territorio che grazie a scelte oculate di territorialità-appunto- e un moderato sviluppo nel nord, è finora rimasta indipendente. Ha una solida patrimonialità , con indici di tutto rispetto al panorama dei competitor e i migliori nel proprio settore ( piccole dimensioni), sembra interessare perciò ai grandi gruppi bancari. Faccio altresì notare che le visite di BKI presso di noi sono state molto frequenti ( appena conclusa l’ultima), ogni 2 anni circa, oltre Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate. In questi ultimi 6/7 anni non ci siam fatti mancare nulla. Segnalo la mia esperienza per testimoniare e confermare che le piccole realtà sono nell’occhio del ciclone e che sembra difficile non ipotizzare una regia anche dagli organi di controllo. Ringrazio e saluto cordialmente
RispondiEliminaL’indipendenza della Banca d’Italia è esattamente come l’indipendenza della magistratura (anzi, esattamente no, perché ha un minore fondamento logico e nessuna base costituzionale): il presupposto per fare politica (in particolare politica creditizia, cioè decidere quali e quante banche devono sopravvivere) con altri mezzi(cioè con il potere sanzionatorio). Diciamo che a quarant’anni dall’acquisizione di questa indipendenza abbiamo visto banche scoppiare con i pop-corn, e a trent’anni da mani pulite leggiamo ancora storie di mazzette (anzi, mazzette no, perché solo gli sfigati usano i contanti per corrompere!). È sempre complicato, e forse anche intellettualmente sleale, ragionare per controfattuali, Me ne rendo conto. Pensate ad esempio alla tutela dell’ordine pubblico: si vedono solo i problemi che le forze di polizia non riescono ad arginare, mentre se la loro opera di prevenzione ha successo non si vede nulla! Si può ovviamente pensare la stessa cosa per quel che riguarda la vigilanza bancaria (cioè si può pensare che questa vigilanza autoreferenziale abbia evitato maggiori disastri) o per quel che riguarda l’azione della magistratura (cioè si può pensare che rimuovendo la finzione dell’obbligatorietà dell’azione penale, che necessariamente si traduce in arbitrarietà, la corruzione sarebbe ulteriormente esplosa). Tuttavia esiste, perché esiste, un problema di adeguamento delle istituzioni italiane agli standard europei, ed è un problema che i cosiddetti europeisti, cioè quelli che ci vogliono legare in modo ancora più stretto a Stati diversi da noi, dovrebbero porsi. Ma, appunto, l’europeismo non è esattamente la patria dell’onestà intellettuale.
Eliminala vedo semplice, da mente semplice..chercez la femme (francaise naturellement)
RispondiEliminaLa poverina ha dato prova del suo spessore intellettuale ieri esortando gli europei a comprare i prodotti americani per evitare una guerra commerciale. No comment. In questa vicenda, però, non ho Ben chiaro come e quando sarebbe intervenuta o avrebbe dovuto intervenire.arriverei a dire che se non lo ha fatto è un bene, perché è inadeguata, e se invece lo ha fatto la sua inadeguatezza e certo stata una parte del problema.
EliminaChe rimpiango Banca Marche prima dell'ultima gestione, Banca centrale italiana come prestatore di ultima istanza e abolizione BCE.
RispondiEliminaChi ha voluto vederlo ha visto quanto abbiamo cercato di fare per difendere la biodiversità bancaria. Chi vuole ricordarselo, si può ricordare chi è stato il principale Artefice del suo smantellamento: il nostro caro amico Renzi (su mandato di qualcuno).
EliminaTirandolo proprio "fuori dai denti" sono passato in banca ieri per consultare gli investimenti , rispetto allo scorso anno il calo di guadagno in caso di vendita è n o t e v o l e , non aggiungo altro 😅
RispondiEliminaGentilissimo,
RispondiEliminasarebbe pure il caso a distanza di 34 anni sviluppare una riflessione sulla normativa che attualmente regge il sistema bancario italiano (cd. Legge Amato, TUB e TUF).
Le privatizzazioni bancarie sono avvenute senza lo straccio di un piano strategico, nella completa distruzione delle identità categoriali e senza curare una distribuzione razionale sul territorio.
Abbiamo perso le casse di risparmio, gli istituti di credito di diritto pubblico (alcuni, come il Banco di Napoli, con una storia di cinque secoli), non disponiamo più della cultura aziendale di un'eccellenza come la Banca Commerciale Italiana, né delle capacità di collaborazione con lo Stato della fu BNL.
In tutto questo, dal 2007 a oggi si è proceduto a completare ulteriormente l'opera di distruzione del sistema bancario attraverso la creazione di un mercato (sic) monopolistico, dove il volume di credito cala continuamente da quindici anni, i territori rimangono sguarniti di presidi bancari e le PMI vedono via via diminuire i rapporti di collaborazione con le "banche", ridotte a boutique finanziarie in grado di "creare valore" lucrando su prodotti di dubbia efficacia e di scarso rendimento.
Il punto finale, per farla breve, è il periodo che viviamo da tre anni, con profitti miliardari generati dalla facilissima intermediazione tra tassi attivi e passivi garantita dalla BCE e non tradotta per il risparmiatore (ma ben applicata per il creditore, a proposito di discese e salite).
MPS poteva essere l'occasione (così come Mediocredito centrale-Banca del Mezzogiorno) per svolgere un discorso nuovo. Non è così, e dispiace veder svanire un'occasione contingente che, come nel 1929-1936, poteva realizzare una notevole inversione di tendenza a tutto vantaggio dell'economia produttiva.
Si parla di re-industrializzazione, ma con quali intermediari creditizi? Qual è la composizione azionaria di ISP e UCR? A chi vanno i generosi utili? A cosa servono le fondazioni? Che fine ha fatto il CICR?
De hoc satis, ma ci sarebbe ancora molto da dire, qualora volesse approfondire.
Cordialità.
Come dovrebbe essere noto, anche a chi mi conosce prima della mia attività parlamentare, queste considerazioni mi trovano totalmente in sintonia. Aggiungo un macabro dettaglio: la funzione delle privatizzazioni come strumento per scaricare indirettamente il rischio del mercato sul settore pubblico è molto evidente anche nel settore che io adesso controllo istituzionalmente, quello delle casse previdenziali. Anche lì, nel meraviglioso Primo quinquennio degli anni 90, si concepì una operazione di privatizzazione parallela alla legge Amato per il sistema bancario, il cui risultato è quello di avere istituti che, come molti casi dimostrano (l’ultimo è quello di INPGI) quando le cose vanno male presentano il “conticino” allo Stato. Naturalmente tutto questo avviene in nome dell’efficienza, della sostenibilità, eccetera. Cioè di quelle cose che a pagina sei di un qualsiasi manuale di politica economica, capisci che il mercato può assicurare solo in condizioni ideali ed astratte. Nella concretezza, a un certo punto arriva il conto, e chi lo paga siamo noi. Intanto però finché la giostra gira noi non decidiamo in quale verso debba girare.
EliminaLo Stato infatti non dovrebbe disinteressarsi del sistema bancario, a meno che non si voglia fare della Costituzione un pastiche a ritagli (è mera retorica, in quanto è così da decenni).
EliminaNon mi pare che Francia e Germania abbiano scelto l'anarchia oligopolistica in essere in Italia. Specie la seconda, mantiene una pluralità di istituti che ricalcano i vecchi segmenti categoriali della legge bancaria del 1936 con ciò che ne consegue (proprietà pubblica, controllo politico delle nomine, valorizzazione dei territori) e curiose deroghe di vigilanza da parte della BCE...
La banca non è un'impresa, non nasce per l'utile degli azionisti ma per fare andare i battelli sul Reno, parafrasando un dimenticato Rathenau. Che ciò sia divenuto un luogo comune consegna bene l'immagine del degrado culturale e politico dominante in Italia oggi: chiunque può vedere cosa significhi "estrazione del valore" sui propri rapporti bancari, sull'accesso al credito, nelle relazioni impresa-banca.
Il paese che ha inventato la banca e la tecnica bancaria non dovrebbe accettare inerme di assistere al progressivo (e inevitabile) processo di asservimento coloniale dei propri (ex) istituti. Mi auguro che la Lega riesca, se non a intervenire dal punto di vista normativo, ad avviare almeno un serio ripensamento culturale sul tema, fondamentale per le sorti presenti e future della pericolante democrazia italiana e, più in generale, per il mantenimento di quel poco di economia industriale rimasta.
PS: mi permetto di dire che nel dibattito, per ragioni che non discuto in quanto ognuno è padrone a casa propria, questo tema sia stato poco analizzato, quantomeno nella ricostruzione delle tappe decisive della storia bancaria italiana.
Anni fa (e con molta immaturità culturale e tecnica) avevo svolto un modestissimo ragionamento qui (https://orizzonte48.blogspot.com/2019/02/breve-storia-dellevoluzione-del-sistema.html). Qualora si voglia avviare un discorso in tal senso, mi creda a Sua disposizione e come studioso del tema (er famoso Pieicciddì) e come lavoratore bancario con responsabilità di studio in un sindacato del settore.
Buon fine settimana.
Una distrazione scusabile. Sul resto siamo d’accordo, ma allora perché dircelo?
EliminaHo sentito dire "è il mercato, il governo non si deve intromettere", peccato che questa tendenza alla concentrazione bancaria proviene anche dalle varie autorità di regolamentazione del settore bancario, partendo dal Comitato di Basilea e arrivando fino a quelle di natura UE.
RispondiEliminaÈ da anni che si sta sviluppando questa tendenza a voler mutare forzatamente la natura di quelle che in Italia e in Europa son sempre state le classiche banche commerciali, quasi senza voler prestare troppa attenzione agli effetti che queste dinamiche avrebbero per famiglie e PMI, per quali le banche di natura territoriale sono da sempre fondamentali per l'ottenimento del credito e della liquidità. Non a caso, da anni si vogliono spingere anche le PMI a entrare sul mercato dei capitali per supplire a questa carenza (ancora ricordo, per esempio, i PIR, nati proprio per questo scopo) e la famosa Capital Markets Union è un altro tassello di questo "disegno".
Oltretutto altri Paesi, in primis la Germania, hanno optato per un approccio meno impattante per il proprio tessuto produttivo, ricordiamoci di come abbiano spinto per tenere le proprie Sparkassen (casse di risparmio) al di fuori del perimetro della Vigilanza Unica a livello UE.
Esatto. In Italia invece la vigilanza nazionale ha fatto di tutto per rendersi inutile, forzando delle aggregazioni che hanno spinto praticamente tutto il settore fuori dal perimetro della sua azione, e deve trovare una ragion d’essere prima che la gente si accorga di quanto ci costa questo carrozzone inutile. Il problema è che la sta trovando nel far propaganda presso gli istituti scolastici sotto il nome nobile di “educazione finanziaria“. Da corruttori del mercato a corruttori di minorenni. Ad Atene avrebbero saputo come regolarsi.
Eliminalo scenario mi sembra anche più complesso..l'eurosistema deve la sua esistenza in vita e la sua autorevolezza alla presenza della BCE che, snaturando in parte i suoi compiti iniziali di controllo e regolazione, ha acquisito poteri e funzioni di "indirizzo" delle politiche economiche (e fiscali) degli stati membri, adducendo il pretesto della stabilità e della tutela della moneta unica ed interferendo così in molte delle competenze in capo ai governi e ai ministeri economici nazionali; l'accentramento di istituzioni bancarie nelle mani di uno stato piuttosto che un altro è un modo per prendere parte o influire sulle decisioni globali e locali della BCE, in un contesto europeo che tra l'altro si sta dirigendo sempre più verso l'ingegnerizzazione finanziaria e sempre meno verso l'economia della produzione
EliminaLe banche sono già troppo grandi. Risucchiano troppe risorse da privati e imprese.
RispondiEliminaRenderle ancora più grandi peggiorerebbe la situazione.
Ma del resto finchè si rimane in UE non ci potranno mai essere dei miglioramenti. Inoltre uscire dall'europa non è un opzione consentita dal monarca quindi non so cosa si possa fare.
Che ne penso? Che per una volta il Vaticano non centra! (chiedo scusa per la boutade...)
RispondiEliminahttps://www.unicreditgroup.eu/en/press-media/press-releases-price-sensitive/2024/july/unicredit--2q24-and-1h24-group-results--record-quarter-and-first.html anche se lanciare uno scambio per acquisire bpm , ha solo il potenziale di migliorare la competitività del gruppo. Secondo me è un acquisto al buio ( non ho trovato dati sullo stato di salute di bpm )
RispondiEliminaA me questa esasperata concentrazione bancaria un po' preoccupa: se continuiamo di questo passo avremo solo banche too big to fail. E considerando quanto sta avvenendo nei calcoli delle probabilità di default e delle loss given default del settore bancario (inclusione e rettifica dei parametri sulla base di fuffologiche retoriche esg), stiamo gettando le basi della prossima crisi finanziaria. Sommando anche tutta la storia del bail-in, in ogni caso il cittadino-consumatore ci rimetterà: meno concorrenza= servizi più costosi. Esuberi. Utili redistribuiti come dividendi e se falliscono, bisogna pure rimetterci i soldi.
RispondiEliminaTutto questo per avere cosa? Più economie di scala e forse più potere economico (forse)
Per una volta mi trovi d’accordo. Io esprimerei, anche per verificare se l’ho ben compreso, il tuo pensiero in questi termini: una operazione che si presenta come volta a ridurre il rischio del mercato creando istituti più solidi, in realtà ha come risultato oggettivo quello di determinare il presupposto, perché questo rischio non venga coperto dallo Stato, cioè, nel contesto attuale, non dalla Banca centrale, ma dai contribuenti. Ancora una volta, si stava meglio quando si stava peggio!
EliminaSi. Due citazioni a margine: il primo, riferito al fatto che siamo d'accordo (autoinsultandomi) è che anche un orologio rotto, due volte al giorno...
EliminaL'altra è che (citando Taleb) la fragilità delle singole imprese rende antifragile l’economia nel suo complesso (e viceversa).
Forse (e dico forse) ci stiamo illudendo che la politica possa ancora disegnare confini e meccanismi del mercato. Io sono sempre più convinto del contrario. Forse questo è uno dei tanti elementi che spiega le % di astensionismo: oggi il cittadino qualunque incide sui mercati molto di più in base a come spende, che in base a chi vota.
Aggiungerei a valle di questo "progetto" dei grandi penn... ops, banche, che viene meno, insieme alla banca medio-piccola del territorio, anche la funzione (vitale) di supporto economico/finanziario alle piccole medie imprese che hanno rappresentato e forse rappresentano ancora (almeno quelle sopravvissute alla mannaia dell'austerità montiana) il punto di forza dell'economia italiana.
EliminaMi faccio guidare dalla mia bussola più affidabile, che consiste nel volere l'esatto contrario di quello che vuole il pidino medio. E quindi : via le zampacce di Unicredit da BPM.
RispondiEliminaIn effetti, è utile disporre di una bussola che indica sempre il sud.
EliminaVisto che c'è una inadeguata alla BCE, proviamo a mettere l'incompetente in Bankitalia, magari si annullano a vicenda.
RispondiEliminahttps://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/23/unicredit-a-buon-fine-il-maxi-aumento-di-capitale-le-sottoscrizioni-hanno-coperto-il-998-dellofferta/3412068/
RispondiEliminaGrazie a questa bellissima operazione, all’epoca approvata da quasi tutti gli azionisti che contavano, Orcel può fregarsene della politica italiana. E infatti se ne frega.
La sensazione l’avevo avuta anch’io, ma non essendo un grande appassionato del settore mi ero dimenticato di questo non trascurabile dettaglio! Grazie per avermelo ricordato.
EliminaLa legge Amato Ciampi ha distrutto un sistema creditizio che ha partecipato attivamente al miracolo economico del dopoguerra. Ha tolto ricchezza dai nostri territori (sono in Umbria) a favore di soggetti lontani e sconosciuti. Ha creato quei carrozzoni di inefficienza e mostri giuridici che sono le Fondazioni di origine bancaria, in mano ai soliti pochi che se ne hanno preso il controllo e se lo tengono ben stretto, dissipano il patrimonio con investimenti chiaramente sconsiderati e verso le quali la funzione di controllo del Ministero e. e f. è inefficiente ma direi anche connivente.
RispondiEliminaQuesto Governo ci dovrebbe mettere le mani. Gli elettori se lo aspettano.
Se appare assodato che la vigilanza bancaria è autoreferenziale e che la governance della banca centrale dovrebbe essere rivista e allineata ai migliori standard europei, non sarebbe opportuno intervenire prima di assegnare alla stessa governance anche la vigilanza assicurativa come sembra debba accadere a breve (https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/11/09/verso-legge-per-piena-integrazione-ivass-in-bankitalia_57e9c994-af7b-4288-a68d-20560ba86e42.html)?
RispondiElimina