giovedì 29 giugno 2023

Un dettaglio sul MES

Vabbè, lo sapete: quello sul MES per noi è un dibattito chiuso ormai più di dieci anni fa. Possiamo quindi permetterci di affrontarlo con maggiore serenità e competenza di quanto ordinariamente si faccia in giro, possiamo addentrarci nei dettagli, che fanno la gioia degli intenditori (cioè nostra), ci aiutano ad arricchire il quadro d'insieme, e fanno crescere dialetticamente quelli di noi (io) che devono attardarsi negli anacronistici dibattiti pubblici su questo tema stantio. 

Si dice che la trattativa (se esiste) sulla riforma del MES sia legata a quella sulla riforma delle regole europee. Questo discorso secondo me non fila del tutto, e poi vi dico perché, ma qualche affinità nei due dibattiti si ravvisa, anche se non è del tipo che ai nemici del Paese fa comodo evidenziare. Il dettaglio che non è un dettaglio consiste nel fatto che il MES non è un'istituzione dell'Unione Europea, non è previsto e regolato dai Trattati, ma è un fondo istituito con un Trattato intergovernativo. Perché questa cosa dovrebbe interessarci? Perché non è un unicum. Ricordate il Fiscal compact? Quanto ne abbiamo parlato su questo blog!  Con quanto pathos!

Il pathos che la materia e il momento richiedevano, naturalmente. Fra le varie previsioni dello scellerato Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la "governans" nell'Unione Economica e Monetaria, all'art. 4, c'era questa:


Una disposizione assurda perché penalizzante per il nostro Paese, e anche perché ridondante: la "regola del ventesimo" era infatti già prevista da uno dei "pacchi" del Six pack, il regolamento (UE) n. 1177/2011, che all'art. 1, comma 1, lettera b riportava:

Quindi, "de preciso", il Fiscal compact a che cosa serviva? A niente: a costringere il nostro Paese a un ulteriore atto di sottomissione, uno dei tanti, di quelli che secondo la Commissione servirebbero a rassicurare iMercati, e secondo iMercati servono a placare la Commissione (quello sì che è un gioco delle parti)!

Ne volete una prova? Ve la do subito! Ora che, per attirarci nella trappola di un accordo che secondo me è peggiore del Patto di stabilità, ci viene detto che si abbandonerà la regola del ventesimo riformando il Six pack (i testi sono in arrivo, ve li faccio vedere appena ho tempo), qualcuno si è posto il tema: ma come facciamo a derogare al Fiscal compact? La regola del ventesimo è anche lì, e il Trattato è ancora in vigore! Non possiamo promettere che elimineremo una regola assurda se oltre a riformare il diritto comunitario non rivediamo anche questo trattato internazionale!

Sorprendentemente, la risposta della dottrina giuridica quella vera (quella della supremazia del diritto comunitario, per capirci), è stata un semplice: sctaapposct! Il problema esiste:

ma la soluzione è a portata di mano:


cioè: siccome nel Trattato si afferma che le sue norme non possono essere interpretate in difformità dal diritto dell'Unione e non possono avere esiti incompatibili con questo diritto, allora se questo diritto cambia, il Trattato si disapplica, anzi: non si disapplica nemmeno. Semplicemente, non esiste! (fonte: Audizione di Tosato in Commissione bilancio).

E qui si arriva al punto, perché, come voi ben sapete, anche nel Trattato istitutivo del MES, e più esattamente nella sua riforma, si afferma il principio di supremazia del diritto unionale:


Questo che cosa ci suggerisce? Semplice! Che anche il MES sarebbe applicato a noi, e interpretato per gli altri. Noi dobbiamo metterci i soldi, gli altri devono prenderli. Noi dobbiamo rispettare condizioni, gli altri devono porle. E così via.

Va da sé che, anche a prescindere da queste considerazioni, qualsiasi prospettiva di "scambio" fra revisioni di un Trattato intergovernativo e emendamenti del diritto comunitario è mal posta, perché considera grandezze diverse.

Ma soprattutto: la creazione di un ceto di burocrati immuni da qualsiasi giurisdizione:


e che in qualsiasi momento può scatenare un attacco speculativo contro un Paese lasciando trapelare valutazioni negative sul merito di credito di quel Paese:


è qualcosa di ovviamente non negoziabile. Si capisce che al PD faccia comodo far fallire un Governo di destra con una semplice telefonata in Lussemburgo, nella vana illusione di poterlo rimpiazzare. Ma non fa comodo a noi, e quando dico noi intendo in primo luogo quelli che sono qui.

Correre non il rischio, ma la certezza, di saltare per aria il giorno dopo aver firmato una cosa che quando dovesse applicarsi agli altri sarebbe immediatamente superata dal fantomatico diritto unionale?

Anche no.

E ora parliamo di altro.

32 commenti:

  1. già....e danno un senso di disagio, di fastidio, di ansia, di prurito, quelle affermazioni secondo le quali "tanto prima o poi dovranno ratificare" motivandole indovina un pò con cosa? Con lo SPEAD ovviamente! (se non ratifichi e sei l'unico a non farlo, fomenti la sfiducia nell'affidabilità del paese). Sembra che lo spauracchio dello SPEAD sia in re ipsa il motivatore di scelte irrazionali e controproducenti visto che fa cadere governi, innesca crisi di varia natura e provoca financo piaghe bibliche in numero dispari comunque certamente superiore a 1. Viene pensato che la parola "fiducia" dei mercati in realtà indichi un'altra cosa....vabbè....movimenti partigiani contro il 4° Reich ne abbiamo?

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    1. Bah. In realtà ai mercati di questa roba non frega nulla. Gli unici interessati a puntarci una pistola alla tempia sono gli anelli della catena di comando piddina, che dalla Bce scende per li rami (non devo certo spiegarvi da chi è composta)!

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    2. attualmente la catena di comando piddina si aggrappa agli "ordini del giorno", pensa te come stanno messi....

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  2. I partigiani recano azioni di disturbo, difficilmente sono in grado di essere incisivi a meno che la formazione sia già in rotta.
    Secondo me qui ci vuole più strategia di nazione à la Cavour.

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  3. Beh, a sto punto mi sa, che anche il Colle qualche dubbio inizi a porselo sulla ratifica MES, visto il silenzio o il silenzio che trapela sull'argomento dal Colle! O almeno lo spero!

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    1. Diciamo che il Dibattito una sua influenza l’ha esercitata e la sta esercitando. Ci dispiace per i malfidati (più esattamente: i piccoli pezzi di malfidato) che invece di restare qui a spingere per fare massa critica e congioire dei nostri successi hanno preferito sfaldarsi per certificare la loro impalpabilità e tifare asteroide per attestare il loro odio per il Paese.

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    2. Secondo me, siamo in ritardo, ma possiamo rimediare alla grande.

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    3. L'occasione per recuperare un minimo di dignità da parte del PDINUME c'era ed è stata persa anche perchè qualche ex loro capo c'era arrivato quasi da solo!
      Ma perchè, perchè mi chiedo!

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    4. Ma il perché voi lo sapete e ieri l'ha detto in aula la Meloni: perché loro sanno di poter mantenere il controllo del Paese solo contando sull'appoggio del podestà straniero. Un'Italia soffocata dalle rate (quella del PNRR, quella del MES) è esattamente ciò di cui hanno bisogno per portare avanti la loro agenda tutta arcobaleno e distintivo, lasciando i lavoratori al loro destino, descritto come inevitabile incidente sul percorso del progresso. Non c'è altro. Tutto qua. Il mio lavoro è chiarirlo. Nella remota ipotesi che questo Governo volesse mettere in mano ai propri avversari un'arma carica, sarei sorpreso, ma non complice.

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    5. ma ratificarlo con riserva/e (eccettuative/interpretative) no? come da parere 28.05.1951 della Corte Internazionale di Giustizia, in cui si afferma che una riserva può essere anche formulata all'atto della ratifica purché essa sia compatibile con l'oggetto e lo scopo del trattato

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  4. Onorevole, nel blog che non esiste e che nessuno legge, la domanda (probabilmente molto ingenua) che vorrei porre è: esiste, all'interno dei partiti e tra i diversi partiti al governo, un dialogo efficace che permetta la circolazione e la discussione di tutte queste argomentazioni anche ai più alti livelli (Presidente Meloni e responsabili economia dei vari partiti)?

    Domanda ingenua perché se le cose stanno andando in un certo modo, forse significa appunto che le vostre idee non sono rimaste sterili, ma hanno dato frutti grazie alla semina della discussione.

    E d'altro canto penso alle doléances del Sen. Borghi che spesso parla dell'"incontrarsi di più", "discutere di più".

    Forse cerco solo rassicurazioni.

    Nel frattempo, grazie per il vostro lavoro.

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    1. Abbiamo, da sempre (cioè da prima di entrare in Parlamento) più occasioni di parlare con i leader, grazie al nostro lavoro, che con i colleghi, considerando che soprattutto dopo il taglio la nostra attività è polverizzata.

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    2. A volte mi chiedo se sia stata peggiore la riforma universitaria di Berlinguer/Zecchino o quella del taglio; anche se in apparenza sembrano essere in controtendenza (una amplia e l'altra riduce) gli effetti sono simili e deleteri.
      Possibile che la vergogna che ci colpì dai tempi di Beniamino (forse dopo morto avrà capito quante puttanate abbia detto e combinato) con la liretta ci abbia condotto alla degenerazione dei rapporti economici tra economie diverse e di questi ultimi tempi con le decisioni sul green, sull'elettrico, sulle certificazioni energetiche etc che forse, introdotte a pen di fedel segugio, sono anche peggio ed a mio avviso foriere (se non fermate in tempo) di situazioni ancora più esplosive per l'intrinseco impatto sociale ed economico. Il rifiuto violento di questo Moloch assetato di sacrifici umani insensati sarà inevitabile.

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    3. Sono due piani diversi. Il 3+2 = 0 ha avuto e sta avendo effetti sistemici. L'università non esiste più, non ci sono più i tempi per la costruzione di intelligenze critiche, stiamo sfornando una generazione di idiot savants tutti "clima" e distintivo, l'eccellenza del nostro sistema è persa, per il solito errore: quello di lasciar scegliere il campo all'avversario. Quando qui l'OCSE avrà decretato il regno delle STEM, gli Usa si ritaglieranno un altro secolo di predominio introducendo nei loro college la versione di greco. Amen.

      Per certi versi anche il "taglio" è una riforma contro i tempi della riflessione e della maturazione. Se vi facessi vedere la mia agenda parlamentare, non avreste difficoltà a rendervene conto.

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    4. Onorevole, non c'è proprio modo di intervenire, non lei ovviamente vista la mole di lavoro che già svolge, per cercare di invertire la tendenza? Eppure molto si potrebbe fare a costo zero o quasi e non ci sarebbe nemmeno da inventare granché perché basterebbe tornare indietro di un po' di anni. Di una difficoltà sono conscio, cioè che le famiglie sarebbero le prime a protestare se si togliessero l'inglese e l'informatica alle elementari. Ma oltre a ciò ci sono impedimenti da parte UE e simili? Se può e se vuole leggerei volentieri una sua considerazione. Grazie.

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    5. L’OCSE sta ai tuoi figli come la BCE sta ai tuoi risparmi.

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    6. È già "tagliata", parecchio anche.
      Comunque, grazie del pensiero.
      L' occhio vuole la sua parte.

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    7. Purtroppo è complicato anche perchè BCE e OCSE sono parenti ideologiche.

      Basta guardare i fondi del PNRR a cosa sono destinati nelle scuole: clima e giochi elettronici (l'informatica vera non è fare le presentazioni in ppt o i giochini di robotica, richiede logica ma per imparare la logica bisogna conoscere la lingua). Se una scuola volesse fare un progetto per insegnare il greco alle elementari (ora primaria) non avrebbe i soldi per farlo e, di conseguenza, nemmeno i gli strumenti (mancherebbero insegnanti di greco per bambini di 6 anni, che invece abbondano per l'inglese). Senza contare che in consiglio di istituto non ci sarebbe la sensibilità per apprezzare una simile progetto (vedo insegnanti di lettere sbavare dietro LIM o tablet).

      Tutto questo è figlio di una visione aziendalistica (ma aziendalistica spicciola) del servizio pubblico di cui la BCE è una delle più grandi rappresentanti.

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  5. Secondo le previsioni di questo blog i giornali avrebbero dovuto fare marcia indietro una volta che i nodi in ue fossero venuti al pettine dicendo che loro lo avevano sempre detto: soluzione per me non ottimale ma comunque auspicabile. Io qui invece vedo che quanto più i nodi vengono al pettine tanto più i piddini rimangono arroccati sulle loro posizioni ed, anzi, rincarano la dose. Non me lo spiego proprio.

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    1. Ma veramente le marce indietro non si contano! Sarai mica un po’ distratto? Scusa: basta partire dal fatto che il merdstream è tutto in sollucchero per il debito (basta chiamarlo PNRR)…

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  6. Quindi, sulla stessa base, ipoteticamente parlando, i requisiti di bilancio del Mes riformato (che sono ancorati alle vecchie regole di bilancio) potrebbero essere “superati” qualora (come sembra) si pervenisse ad una riforma della governance economica europea?
    Ad ogni modo, quando parlano di un combinato diposto tra ratifica del Mes e negoziato sul PSC (e Pnrr) penso si riferiscano, più prosaicamente, ad uno scambio puro e semplice: tu ratifichi e noi veniamo incontro ad alcune delle tue richieste (su governance e pnrr).
    Se fosse così sarebbe un motivo in più per affossarlo dato che il “nuovo” PSC riformato va rigettato;
    infatti, se anche la riforma (delle regole) fosse migliorativa (e ci sono molti dubbi per ritenerla tale) renderebbe solo più applicabili le somministrazioni di austerità rispetto a quelle precedenti (oltre a tutta una serie di iniquità e incertezze di cui ci ha documentato largamente), in pratica si sta discutendo solo del dosaggio e questo il nostro Paese non può permetterselo!
    Come diceva, meglio quelle folli (e inapplicabili) di prima…pertanto affondate pure il Mes se questo é l’argomento.

    Ps. se non erro si scrive stappost (o anche st'appost).

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    1. Qui scrivo come mi pare, ma questo lo imparerai col tempo. Quello che hanno in mente i media è chiaro ed è quello che dici tu: ma non siamo qui per seguire i media nei loro ragionamenti. Il tema è uno e uno solo: il MES era già indigesto e fallimentare e con la riforma (che ci sarebbe stata quattro anni fa se qualcuno non si fosse messo di traverso) diventa inaccettabile. Una cosa inaccettabile non può essere oggetto di scambio o negoziato. Se questo Governo dovesse farlo se ne pentirebbe in tempi molto rapidi. Mi sembra che la consapevolezza di questa elementare verità sia diffusa. Io poi qui parlo di economia e rispondo per me. Il resto (consigli di politica inclusi) mi interessa il giusto.

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  7. Bene, quindi mi pare chiaro che la partita nella maggioranza sia ancora aperta.
    Allora sarà ancora più utile diffondere e fare pressioni sugli eletti per mettere in evidenza le criticità del Mes dato che in molti (troppi) nella maggioranza non sanno di cosa parlano per non parlare degli elettori.
    Ancora una volta emerge tutta l’utilità squisitamente politica dell’opera di divulgazione promossa da rappresentati come lei (di cui andare veramente fieri).
    Poi, il discorso che fa lei io lo davo per scontato, penso che siamo tutti d’accordo (qui) sull’assoluta tossicità di questa roba e quindi sulla sua totale inapplicabilità.

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  8. Io non ho capito il senso politico di questa ipotesi di spostamento del voto a settembre, sinceramente...

    Spero che un senso ce l'abbia e che alla fine il voto sia una volta per tutte DEFINITIVO al fine di sotterrare questa ignominia di MES e destinarlo alla pattumiera della Storia.

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    1. Capisco. Tu preferivi luglio 2019. Non si può avere tutto! Peraltro, tanto per tentare di sottrarti alla tua condizione di turista del Dibattito, il voto non sarebbe sul MES ma sulla sua riforma. Il MES resterebbe comunque. Questo solo per smorzare gli entusiasmi dell’una e dell’altra parte. Non ha senso dire che se non ratificassimo non avremmo un meccanismo di protezione (ce l’avremmo, ma funziona male!) e non ha nemmeno senso dire che elimineremmo il MES (resterebbe, ma non funzionerebbe peggio).

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    2. E la cosa peggiore é proprio quella, il vecchio Mes con quel centinaio di miliardi richiamabili un fine settimana…
      Il vero scandalo di questo mostro é più il vecchio trattato che non le novità peggiorative (single limb e analisi di sostenibilità del debito).

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    3. No, forse mi sono espresso male. Fino a una settimana fa, si diceva che il voto sarebbe stato a fine giugno e che la maggioranza era per la NON ratifica della riforma.
      Ecco, preferivo che fosse andata così, anziché questa ulteriore proroga.

      Quando poi si nomina la "logica di pacchetto", diciamo che abbiamo illustri precedenti che preferirei non ricordare. Tutto qua.

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  9. Mi son chinà par catar n'a trans de PNNR e, da drio, gh'o sentio la forsa del diritto unianale. Allora g'ho dito: "Ferma n'atimo! Un po' te me lo g'hai MES, e va ben, ma vedemo de negosiar qualche rigidità in meno, ah?".

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    1. Eh ciò! Xé colpa de le criticità de progeto, no se pol far niente!

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  10. Ci dicono: tutti i paesi euro (20) hanno ratificato la riforma del MES meno l'Italia.
    Mi sono chiesto, banalmente, ma rispetto a tale strumento che vantaggio hanno o avrebbero i singoli paesi (19) che l'hanno ratificato (ovviamente non la commissione o la BCE di cui si è già parlato)? (qui sotto l'elenco)

    Austria
    Belgio
    Croazia
    Cipro
    Estonia
    Finlandia
    Francia
    Germania
    Grecia
    Irlanda
    ------------
    Lettonia
    Lituania
    Lussemburgo
    Malta
    Paesi Bassi
    Portogallo
    Slovacchia
    Slovenia
    Spagna

    Qui arriva il bello!

    Le domande sono tante e soprattutto stabilire i diversi interessi e le motivazioni che li hanno condotti a ratificare la riforma dello strumento mi portano a dire (forse sbagliando) che i gruppi sono 2, il primo gruppo è quello dei paesi del nord ( che pensano di azzerare o attenuare i rischi di prestiti a paesi che possono andare in crisi di debito privato con l'euro che ha azzerato i rischi di cambio nominale oltre che consertirci di girare in europa con la stessa moneta- ahahahahah ) e gli altri che ovviamente continuerebbero a beneficiare della droga dei prestiti a buon mercato entro certi limiti.
    Il gioco a spese soprattutto del sior Pantalon italiano che dovrebbe capire che (come già avvenuto) non è conveniente per tutti e tantomeno (almeno credo) per il ns nord su cui ricadrebbe il peso di una nuova crisi di debito da qualche parte dell'eurozona.
    Quando leggo certi articoli dell'organo confindustriale mi chiedo quale lungimiranza ci sia da parte loro nel mistificare la realtà.

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  11. Buona domanda.
    Me lo sono sempre chiesto anch'io, e sono ancora qui, che ci ragiono incessantemente.
    Mi viene in mente la portiera che non fa una piega del post Il certificato.

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