venerdì 9 giugno 2023

Sul MES, il PNRR, il Dibattito, e i ppdm

Il mondo dei social è pervaso da un lutto inatteso! Decine di suoi personaggi sono scomparsi d'un botto, lasciando un vuoto colmabile. Una san Bartolomeo incruenta, ma non per questo meno sconvolgente...

L'avvocato Timballo, che con le sue raffinate analisi giuridiche aveva evidenziato nel 2023 l'incostituzionalità del MES, l'economista Tribordi, che con le sue ardite teorie monetarie ci aveva mostrato un'alternativa possibile e praticabile all'unione monetaria, la pubblicista Cadonetti, che aveva suscitato il nostro stupore dimostrandoci nel 2022 che l'Italia è un Paese a sovranità limitata (ma soprattutto in cui la lacca per capelli incontra ancora un forte smercio), e via dicendo, insomma: tutto questo pulviscolo intellettuale ritardatario i cui moti browniani ci deliziavano, finché il fascio di luce, l'occhio di bue (questo, non questo) dell'attualità ce li rendeva visibili, esaltandone la cangiante inconsistenza, questa amena e variopinta corte dei miracoli, tutti loro, puff!, sono scomparsi, sono tornati al loro nulla, una volta che l'interruttore è stato spento. Sì, parlare di MES ora è anacronistico, e sono sinceramente lieto di poter passare oltre, anziché perdere ulteriore tempo a spiegare l'ovvio a beneficio di chi lo sa, senza che questo influisca minimamente sulla sfera decisionale di chi invece non vuole o non può saperlo.

E così, i tanti saprofiti del Dibattito, le tante fetecchie che quotidianamente vi ripropongono altrove, coi soliti toni clickbait, quello che qui sapete dal 2012, tornano nell'ombra: dovranno inventarsi qualche altro argomento per entrare in un altro cono di luce, ora che, senza il loro contributo, quello creato dall'infame meccanismo di stabilità si è spento.

Per sempre? Ovviamente no: certo che se ne tornerà a parlare! Quando e come non è dato sapere, ma una cosa la sappiamo e ve l'ho sempre detta: time is on our side.

Mi fa molto piacere non perdere tempo a rispiegare il perché e il per come non si debba ratificare quell'infame Trattato, mi farà piacere raccontare, quando mi ritirerò dalla vita politica, tutto quello che ora non posso raccontarvi, tutto quello che è successo a partire da quel novembre del 2018 in cui venimmo avvertiti che le cose si stavano mettendo male, e ci organizzammo per creare una linea di resistenza, prima cercando appoggio (ahinoi!) in quegli stessi ortotteri che poi elessero la von der Leyen, poi resistendo da soli, e infine, ora, in miglior compagnia, la compagnia di una vecchia amica del blog che non c'è.

Quello che voglio o devo scrivervi io non può deciderlo il simpatico Marattin: non sono stato votato in questa maggioranza per approvare un disegno di legge di quella opposizione, e tanto basta. Quindi lo spiegone complessivo di che cosa sia l'infame trattato lo faremo, riprendendo i tweet di Claudio e integrandoli con i link alle fonti e con altre considerazioni. Lo prenderemo come esercizio di stile, ma non come esercizio di cronaca, perché, come sapete, a me, con rare eccezioni, la cronaca piace precederla, non seguirla, e questo blog, il Dibattito, nasce con questa impronta.

Lo avete visto oggi: La Verità riprende il post precedente, e lo fa con correttezza, cioè citando la fonte.

Nihil est in media quod prius non fuerit in Goofynomics.

Poi, va da sé, c'è chi come Gandola ha l'onestà di riconoscerlo, perché rispetta questo blog che non c'è, forse perché ha avuto modo di vedere quanti sono i suoi inesistenti lettori, c'è invece chi questa onestà non ce l'ha, e vive parassitando i nostri contenuti (ad esempio, intervistando persone di cui ignorava l'esistenza prima che le mettessimo in luce). Sono atteggiamenti. Ci sono giornalisti che sono diventati delle star campando due giorni dopo sui tweet di Claudio di due giorni prima, e va bene così. Purtroppo noi, accettando di entrare in politica, abbiamo rinunciato a molto tempo e a un po' di libertà di parola. Vediamo comunque il lato positivo: anche se ogni tanto ci piacerebbe imparare qualcosa dai giornali, alla fine l'importante è che "er popolo" riceva, ammantato dall'autorevolezza de "il giornale", quello che qui diciamo. E se citare la fonte è un gesto di cortesia gradito, non sempre è opportuno, perché in alcuni casi fatti oggettivi, se ricondotti alla figura di chi non vi sta scrivendo, potrebbero sembrare parziali o partigiani. Quindi alla fine tutto comprendere è tutto perdonare: c'è chi come Gandola di suo ha tanto da dire, e quando dice di altri lo riconosce, e chi di suo non ha niente da dire, e si regola di conseguenza.

Questo però non è importante. L'importante è che, come i fatti di oggi dimostrano, quella poca libertà di parole che abbiamo mantenuto sappiamo come metterla a frutto. E i lettori che non ci sono sanno che per sapere quello che non accadrà hanno i giornali, e per sapere quello che accadrà avrebbero questo blog (se ci fosse).

E poi ci sono i ppdm. Chi sono? Cosa nasconde questo acronimo? Ci arriverete facilmente da voi (ma non è necessario che me lo dimostriate nei commenti) quando ve li avrò descritti. Sono quegli omuncoli che oggi si rodono di rabbia perché il Paese non è ancora stato umiliato. Sì, perché solo dall'umiliazione del Paese avrebbero potuto trarre la meschina soddisfazione di imputarci quel fallimento o peggio ancora quel tradimento di cui tutto dì vaneggiano, per assolvere se stessi dalla vergogna di essere stati sputati dalla nostra bocca.

Ma erano mediocri, erano perdenti, erano ppdm. Qui non potevano restare: non erano di alcuna utilità. Spiace che gli spiaccia di non poter dire "avete visto gnegnegné alla fine hanno ratificato gnegnegné". Questa battaglia l'hanno persa, si inventino qualcos'altro.

A loro, e a quelli di voi che gli vanno dietro, non fosse che per la ributtante e per me incomprensibile voluttà di assistere allo spettacolo delle loro miserevoli convulsioni intellettuali, va tutta la compassione umana di cui sono capace. Vi avverto: è poca. In tanti anni di incontri e di condivisioni ho visto così tanta sofferenza vera che certi atteggiamenti, ve lo dico, mi spazientiscono.

Ma voi fate come credete.

Il peggior disprezzo è l'indifferenza, sentì dire un mio amico in un remoto autobus di periferia.

Ci sono ancora riserve di insospettabile saggezza nel popolo.

Regolatevi.

18 commenti:

  1. Lol no!
    I ppdm vanno pungolati proprio ora, per vedere le "loro miserevoli convulsioni intellettuali"! Sono bellissimi! "No ma noi siamo felici!" e tanti giorni a battere e mentire per i vari canali sperando di rifarsi la verginità!
    Nunc est trollandum, professore!

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  2. eppure ci sono sempre tanti che nel silenzio leggono, condividono, imparano, ringraziano e perseverano...

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  3. Quella contro il MES è stata una battaglia soprattutto culturale, in una guerra di posizione e logoramento molto simile alla guerra che non c'è, e che pertanto non viene combattuta in queste ore ai confini orientali.
    Spero che la sua vittoria inauguri una nuova stagione in cui tutti imparino a valutare per primo l'interesse nazionale, su ogni tema, con lucidità e senza timori riverenziali nei confronti della UE (per i timori riverenziali nei confronti della Nato che chiudono la bocca a tutti, aspettiamo qualche altro anno).

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  4. Si mette la parola fine anche all'ineluttabilità di profezie autoavveranti, secondo cui il destino verso la schiavitù mondiale è segnato, ed era già scritto nelle stelle, il complotto nato alla fine dell'era glaciale eccetera.
    E stiamo (state, in verità, più che darvi sostegno con il voto, non possiamo fare) anche la storia, esempio dopo esempio, come Claudio che per un solo voto ha soffiato via la delega fiscale al governo dei migliori...

    Grazie per aver spazzato via (per ora) le polveri sottili dei PPDM5 e 2.5.

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  5. Caro professore, il tempo sarà pure dalla nostra parte, ma io sono un classe '82 e l'euro me lo sono preso in faccia da 25 anni. E credetemi che sono lunghi, soprattutto quando l'imbroglio lo capisci in fretta. E puzzava di bruciato già nel 2002 quando trovai che a Monaco di Baviera i prezzi erano simili a quelli napoletani. La pazienza ormai latita, da comunista capii che le lezioni del leghista Tremonti erano più sincere delle spiegazioni notturne del praticante spiritista Prodi. Perdoni la divagazione, ma se il tempo è dalla nostra parte, temo che comunque nel lungo periodo saremo tutti morti. Non condivido la soddisfazione, dopotutto il castello di carte se ne sta cadendo per conto suo, poco o nulla potendo o contando il nostro volere.

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  6. Vivo una costante lotta interiore tra ying e yang, bianco e nero, in ultima analisi tra buonismo e pippidiemmismo e non nascondo ahimè senza neppure un briciolo di imbarazzo che il pippidiemmismo esercita una forte attrazione.

    @Il Re nudo, vero, nel lungo periodo saremo tutti morti, anche nel medio anzi qualcuno è già prematuramente passato a miglior vita, ma qui si combatte per il futuro e ciò facendo si combatte anche per noi. Verosimilmente noi non vedremo la vittoria, perlomeno chi come me ha 20 anni più di te, ma in fondo e per altri versi la stiamo già vedendo. Credo davvero che l'ideologia liberista, comunista abbia perso, si tratta di sopportarne una fastidiosissima onda lunga che durerà ancora qualche decennio, ma la strada è segnata. Se ne perderanno le tracce per lo meno fino alla metà del prossimo secolo.

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  7. Altro post da stampare e conservare tra i miei documenti cartacei casalinghi (sotto la voce "invisibili") da tramandare ai posteri. E mi fermo qui, perché - come tanti - io non esisto. Ma resisto. Grazie Prof.

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  8. i tifosi di calcio sono una specie particolare: se c'è una squadra italiana che gioca una finale europea, quelli delle altre squadre italiane (in special modo quelle arcinemiche in sede di derby) tifano per l'avversario non italiano. MaiaDDio che possa ammantarsi di un prestigio internazionale patrio in caso di vittoria la squadra italica ma nemica! Questo rappresenta uno smacco insopportabile!

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  9. Confermo, il tifo non si tocca.
    Da piccolo, quando ero interista, se il Milan vinceva la Coppa Campioni con il mitico Arrigo Sacchi, Gullit, Van Basten "e chi era quello altro?" (cit.) mi deprimevo a morte.
    😁

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  10. Ma come? Li portavi in palmo di mano. Ci raccontavi quanto fossero colti o intelligenti...

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    1. Chi esattamente? Di te non mi sembra di averlo mai detto!

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    2. Dal Monte e Gibilisco (visto che fai un post criticandoli ma senza mai nominarli). Oramai ci siamo abituati.

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    3. Sinceramente non ci stavo pensando e non mi ricordo di aver mai fatto delle loro laudatio, che, a quanto capisco, hanno suscitato la tua gelosia di cucciolotto pucci pucci! Dopo di che, almeno uno di loro è tecnicamente una persona intelligente, ma questo qui non c’entra. I motivi per cui sono stati o si sono allontanati sono privati e non interessano, non se ne sente la mancanza. Il punto però è molto semplice: se pensi di poter giocare nel mio campionato, allora devi avere un consenso a due cifre, e non mi riferisco alla percentuale: mi riferisco ai voti. Di fallimenti mi bastano i miei!

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    4. Quindi il ppdm del titolo non è Pier Paolo Dal Monte (o come caspita si chiama)? Al prossimo post sui giornali che mentono mi faccio delle grasse risate.

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    5. Pier Paolo Dal Monte credo si chiami Pier Paolo Dal Monte, ma, anche se tu, che poverino sei stato ulcerato nel tuo amore non corrisposto per il guru, non ci crederai mai, nonostante sia un amico non è esattamente in cima ai miei pensieri. ppdm è un acronimo che significa un'altra cosa: una cosa che tutti hanno capito tranne te, il che forse spiega perché illo tempore potrei non essere stato prodigo di bacini sul collo nel tuoi confronti (p.s.: non mi ricordo chi tu sia né che faccia tu abbia, per cui non sono in grado di dirti se la mia avarizia di pacche sulle spalle e/o bacini sul collo nei tuoi confronti possa essere stata determinata anche da altre caratteristiche "respingenti" quali una alitosi fulminante o una scarsa consuetudine con l'acqua e il sapone - sono solo ipotesi! In ogni caso, mentre Pier Paolo me lo ricordo bene e con simpatia - anche se mi dicono che ultimamente cerca di attaccarmi, ma ci sta! - di te, sono addolorato, ma non mi ricordo proprio. Però mi fa piacere che tu contribuisca al dibattito. Ah, la "m" dell'acronimo non è quella di "meringa", ovviamente...).

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    6. A parte il fatto che se non sei così - e, a memoria non ti ci avvicini proprio - il contatto fisico con te non mi interessa affatto, piantala col gaslighting che non sei buono. Per riuscire a fare buona manipolazione bisogna aver letto non dico Chomsky ma almeno Bernays. E uno che continua ad affermare che i giornali mentono è ovvio che non ha letto né uno né l'altro.

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    7. Senti, cucciolotto, se non capisci una beneamata fava non è colpa mia. Ma non venire qui a fare l'erudito che ti fai solo del male. Poi controllo da quanto sei qui, ma evidentemente non ti è bastato, e di duri di comprendonio mi bastano quelli che incontro sul lavoro.

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