sabato 28 gennaio 2023

Say "Hi!" to George Belly (la Brexit e il crollo delle università inglesi)

Nel penultimo webinar di a/simmetrie (come passa il tempo...), al minuto 1:02:42, Silvana ha chiesto via YouTube a Elisabetta Frezza: "Perché secondo te i giovani d'oggi sono così manipolabili?".

Il riferimento era a quelli della climate anxiety, sui quali vi invito a rivedere questo definitivo intervento di Konstantin Kisin:


cioè a quei quattro scemi che vanno in giro a far pubblicità alle minestre in scatola (quelle mangiano: se non sai fare una O col bicchiere tanto meno sai fare una minestra con una pentola...) utilizzando come testimonial opere d'arte famose.

(...per inciso, mi sono appena degustato un cotechino fatto da me partendo dall'inizio - risparmio il corredo iconografico che potrebbe urtare le sensibilità woke. Qualcuno venga a dimostrarmi che mi farà male, lo aspetto con un bicchiere di cerasuolo...)

Nella domanda di Silvana, come in tutti gli argomenti che alludono o rinviano a una discontinuità antropologica, che contrappongono un "oggi" (o un "domani") stilizzato a uno "ieri" imprecisato, c'era qualcosa che non mi convinceva, e se non ricordo male la mia reazione si è articolata più o meno su questa linea: quando avevo quindici anni io i ventenni invece delle scatole di minestra impugnavano la P38 (che non era questa, ma qualsiasi cosa facesse rima con "poliziotto"), o se andava bene la Hazet 36 (che trovate qui, e faceva rima con "dove sei"). Se come metro per l'intensità della manipolazione usiamo la letalità dei suoi risultati, mi sembra piuttosto chiaro che negli anni '70 iGGiovaniTM fossero discretamente più manipolabili di oggi!

Questa mia impostazione del tema deriva forse da una sensibilità sviluppata in Commissione Amore, quella Commissione il cui scopo era propugnare la censura del web oggi, "perché oggi (?) c'è tanto odioh signora mia!" Ne abbiamo parlato qui, qui, quiqui, qui, qui, ecc.

A questo argomento da portierato (luogo peraltro di apprezzabili dibattiti, purtroppo non consegnati ai resoconti stenografici), io, e un manipolo di sparuti eroi del buon senso, obiettavamo fattualmente che ci sembrava ci fosse più "odioh" (qualsiasi cosa esso fosse) quando la gente si sparava o si sprangava per strada, e quando la soppressione fisica dell'avversario veniva esplicitamente rivendicata come forma lecita di conduzione del dibattito ("uccidere un fascista non è un reato"). Apprezzavamo peraltro la delicatezza con cui i nostri interlocutori in Commissione non affermavano che fosse lecito sopprimerci fisicamente, ma solo ideologicamente, censurando tutte e sole le nostre idee (percorso sul quale si sono incamminati dopo la cocente sconfitta subita con la Brexit e su cui stanno facendo passi avanti di gran carriera, come vedremo in un prossimo webinar di a/simmetrie: con l'occasione, vi ricordo di sostenere quella che, fino a gradita e consolante prova del contrario, è l'unica voce indipendente autorevole nel dibattito italiano).

Discutendone fra noi in associazione, dopo l'evento, il presidente Ponti ha esplicitato il disagio che provavo, cristallizzandolo in una limpida sentenza che riconciliava i due punti di vista: "sono più manipolati" è diverso da "sono più manipolabili".

Sì, non è da escludere, in effetti, che oggi iGGiovaniTM siano più manipolati, magari perché si investe comparativamente di più nel manipolarli (la stessa esistenza della Commissione amore ne è una prova), ma questo non vuol dire che siano di per sé più manipolabili dei loro predecessori. Verificarlo non è poi così difficile: visto che iGGiovaniTM di ieri sono iVecchiTM di oggi, basta vedere quanto questi ultimi siano refrattari alla manipolazione per tirare le proprie conclusioni, considerando che in teoria l'età dovrebbe condurre alla saggezza, e che quindi chi in tarda età ci appare come un pochino manipolabile, si può supporre lo fosse molto di più in gioventù.

Prendo un esempio a caso dal rutilante mondo del social color servizio igienico: questo tweet non molto fortunato (zero risposte, otto like, zero retweet) del professor Giorgio Ventre:


in risposta a questa mia pacata e fattuale considerazione:


che si appoggiava all'ultimo editoriale del socio (di a/simmetrie) Sergio Giraldo.

Del professor Ventre so solo che esibisce una "baio in inglisc", segnale che induce in noi un diffuso e spesso motivato scetticismo:


e che è un ingegnere, categoria che abbiamo spesso eletto a nostro avversario dialettico per una certa sua incapacità di resistere alla tuttologia e alle sue lusinghe. Naturalmente, non voglio trarre dalle nostre deludenti esperienze passate alcuna conclusione su questo specifico caso. Tuttavia, se il nostro modello concettuale fosse corretto, l'appartenenza disciplinare spiegherebbe perché il sito linkato dal suo profilo social non esiste:


Lui, comunque, credo esista e sia questo stimato collega qui. Nel caso non lo sia, mi scuso per il disguido: qui comunque non sono in discussione le persone, ma gli argomenti, e quindi l'identità di chi li sostiene nei fatti non rileva.

L'ampio, articolato, rispettoso e costruttivo intervento dello stimato collega (o di chiunque egli sia) merita qui una risposta altrettanto ampia, articolata, rispettosa e costruttiva, che sui social nessuno ha ritenuto di dovergli dare (cosa che posso comprendere, ma che ovviamente depreco)!

Del resto, il tema degli "universi paralleli" qui ce lo siamo posti spesso, non in chiave astrofisica ma in chiave antropologica.

Fornisco quindi la mia interpretazione del mondo in cui lo stimato collega vive, e riporto qualche dato dal mondo in cui vivo io.

Nel mondo dello stimato collega, par di capire, si considerano fonti statistiche attendibili i resoconti di organi di informazione notoriamente (e lecitamente) di parte, come il Guardian, che a quanto capisco (ma il tema mi appassiona poco) è l'equivalente britannico di Repubblica: l'ultimo rifugio degli operatori informativi woke, incapaci di fare i conti con una realtà che li ha decisamente sorpassati (ma, ribadisco: questo non menoma in alcuna misura il loro diritto di rifilarci le loro opinioni, come pure quello di spacciarcele per fatti: il senso critico deve esercitarlo il lettore, non lo scrittore!).

Nel mio mondo è uso invece rivolgersi a fonti statistiche ufficiali. Sì, è più faticoso, ma questa fatica qui vi ho insegnato a farla, e se siete rimasti vuol dire che ne avete tratto un frutto.

Nel mondo dello stimato collega, questo è evidente, è prassi trarre conclusioni generali su un fenomeno (lo stato di salute delle Università britanniche) appoggiandosi a evidenze parziali (il numero di studenti provenienti dall'Unione Europea).

Nel mio mondo, viceversa, ci si attiene alla vetusta prassi di valutare i fenomeni nel loro insieme.

Siamo proprio sicuri che la Brexit abbia determinato il crollo del sistema dell'educazione terziaria britannica, privandolo di quella linfa vitale che sono i nostri studenti, formati da menti aperte e critiche come quella dello stimato collega?

Vediamo che cosa ci dicono i numeri...

Il più recente bollettino statistico su origine e destinazione degli studenti esteri nel Regno Unito ci informa che sì, in effetti gli immatricolati in provenienza dall'Unione Europea sono calati del 53% fra l'anno accademico 2020/2021 e l'anno accademico 2021/2022 (i dati per l'a.a. 2022/2023 saranno disponibili a fine mese, ma a fine mese avrò altro da fare). Per gli ingegneri: le immatricolazioni dall'UE si sono dimezzate. Il motivo risiede nella modifica alle regole sulle tasse di immatricolazione per studenti esteri. Tuttavia, gli immatricolati in provenienza dal resto del mondo (perché, lo ricordo agli europeisti, c'è anche il resto del mondo, oltre all'UE e all'odiata perfida Albione), sono aumentati del 32%. Anche qui un motivo c'è: il Regno Unito ha adottato la Graduate immigration route, che in qualche facoltà STEM tradurrebbero come ruota per l'immigrazione graduata, e qui vi proponiamo di tradurre con "percorso per l'immigrazione dei laureati", e no, non è un gommone, né una nave negriera (che è il percorso adottato da altri Paesi per l'immigrazione di laureati veri o presunti): è un sistema di incentivi che consente ai laureati in università britanniche di risiedere per due anni nel Regno Unito dopo la laurea, allo scopo di integrarsi nel mondo del lavoro. Pare che questo abbia fatto esplodere le iscrizioni dal resto del mondo nei corsi di laurea specialistici (PG, post graduate: quelli che noi chiamiamo lauree magistrali o specialistiche).

Ora: qui a forza di legnate avete appreso che 1 è il 10% di 10 ma l'1% di 100. Ci siamo occasionalmente confrontati con rinomati esperti di altre discipline, anche (e soprattutto) STEM, cui questa verità ontologica sfuggiva (ma solo perché non erano disposti a venire a patti con le sue conseguenze). Il fatto si è che siccome gli studenti in provenienza dall'UE sono meno di quelli in provenienza dal resto del mondo, come questa figura ci mostra plasticamente:

capita anche che nonostante il grave salasso di giovani menti Leuropee, documentato da questa tabella:


(da 6 a 3 in effetti è la metà: riesco a fare il calcolo anche senza usare il pollice non opponibile di cui Natura matrigna mi fornì...), il numero complessivo di studenti esteri in UK ha raggiunto un record storico non solo nella fascia di immatricolati al primo anno (lo vedete qua sopra), ma anche e soprattutto nel complesso (lo vedete qua sotto):


Se ci fate caso, dal primo anno accademico post Brexit a oggi gli studenti esteri sono aumentati del 44,924231121720411773481958268505% (la presenza di un docente STEM mi impone la salutare disciplina dell'esattezza), passando da 469.160 a 679.970. Naturalmente questo ha fatto impennare il prezzo degli scafandri da palombaro, visto che, come il prof. Ventre probabilmente sa e certamente insegna, la Brexit ha fatto sprofondare il Regno Unito nelle gelide acque dell'Atlantico (e questa non è un'opinione di qualche poraccio, ma un fatto assodato, tanto che anch'io, come tutti gli altri, tralascio di produrne la fonte perché superflua...).

Un grafico incompleto è qui (manca il 2022), un grafico completo non ho tempo di farvelo:


Allora...

Qui la prendiamo a ridere, perché è nella nostra natura, conciliante e gioviale, e perché è nello spirito più genuino, autentico e risalente della comunità accademica.

Tuttavia, a un secondo sguardo, qui da ridere c'è ben poco, e sotto plurimi profili.

Intanto, c'è da interrogarsi sullo status della logica elementare nel "curricolo" (come si usa dire) degli studi scientifici.

Quello che è successo è piuttosto chiaro: stufi degli atteggiamenti ritorsivi da mulier relicta che hanno caratterizzato il discorso pubblico sulla Brexit in UE, UK ci ha sbattuto la porta in faccia, argomentando che la qualità si paga e chiedendoci quindi di pagarla. Il fatto che evidentemente non possiamo permettercela (dal che deriva il dimezzamento delle immatricolazioni) dimostra che il failed State siamo noi, non loro!

A supporto di questa banale considerazione aggiungo due dati:

  1. il sistema educativo britannico resta assolutamente attrattivo per gli studenti del resto del mondo, e in particolare delle potenze emergenti (Cina, India, Nigeria, ecc.), come abbiamo visto sopra;
  2. noi continuiamo a esportare giovani nel Regno Unito, che quindi per essi resta attrattivo, nonostante la propaganda degli operatori informativi woke e di alcuni (la stragrandissima maggioranza) stimati colleghi (che secondo me col loro profuso livore riescono solo a rendere repulsivo - e repellente - il nostro Paese).

Ce lo ricorda l'amico Lega Esteri su Twitter (uno dei tanti scappati di casa che appartengono alla nostra community, certo non un docente di vaglia come lo stimato collega: fidatevi di me che lo conosco!), facendoci notare che:


Vi fornisco a mia volta i dati (sì, i dati, i fottuti dati, non le riverite opinioni di qualche stimato collega o di qualche operatore informativo: i dati, i da-ti!) dal sito del Ministero dell'Interno (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero - AIRE), secondo cui dal 31/12/2016 al 31/12/2021 gli italiani censiti nel Regno Unito sono passati da 283.151 a 439.411, aumentando del 55,186102115125851577426885301482%, contro un incremento del 18,660941770704066143100804114062% dei residenti italiani censiti nell'intero continente europeo (da 2.685.813 a 3.187.011), il che significa che post Brexit il Regno Unito è stato moooooooooooooooooooooooooolto più attrattivo per gli italiani del resto della Leuropa.

Chi è qui da un po' può immaginare perché, chi è appena arrivato farà un po' più fatica, ma insomma: quando le cose succedono, di solito c'è un motivo, e di solito non è il Guardian né Repubblica a spiegartelo!

Vi faccio apprezzare un dettaglio: ai non-STEM credo sia chiaro che lo scenario verso cui ci stiamo allegramente dirigendo, anzi, direi in cui siamo già allegramente immersi, è quello di una nuova guerra fredda. Ove ne fossero mancate altre, direi che questa come dichiarazione di guerra non è male:


Notate però l'intelligenza di un Paese come il Regno Unito, che si guarda bene dallo sprangare le porte ai rampolli del Paese leader del blocco contrapposto (la Cina), ma anzi continua ad accoglierli a braccia aperte, perché intuisce, da vera potenza imperiale, l'importanza di continuare a esercitare la propria egemonia culturale sul blocco contrapposto. Il minimo sindacale per far sì che la lingua del mondo continui ad essere per lunghi anni a venire l'inglese, anziché il cinese! Tutto il contrario dell'atteggiamento petulante e cascettaro dell'UE nei riguardi di UK, che alla fine ci ricorda l'infausta prassi di ablarsi parte dei genitali esterni, insomma, di Abelardarsi (per gli studenti e soprattutto i docenti non STEM) per far dispetto alla moglie!

Lo dico in altro modo: se hanno sbattuto la porta in faccia ai nostri studenti (e lo hanno fatto loro) è perché gli sono inutili, e se gli sono inutili è perché vengono da un'area che si sta suicidando, a forza di regole di politica economica e di scelte strategiche irrazionali (pensiamo all'energia). Ma capisco che ci sia chi, a fronte di questo che in realtà è un cocente smacco per noi, si aggrappi all'idea che non riuscendo ad andare a studiare nel Regno Unito "gliel'abbiamo fatta vedere!", come ci si aggrappa alla metaforica, consolatoria, coperta di Linus.

Forse dovremmo riflettere, come fanno perfino quelli bravi, sul perché siano così pochi gli studenti esteri a venire in Italia (meno di un decimo che nel Regno Unito), anziché favoleggiare su un inesistente crollo degli studenti esteri utili nel Regno Unito (agli inutili si può rinunciare).

Concludo.

Intanto, resta vero che una rondine non fa primavera (anche questo ce l'ha insegnato Aristotele), e che  quindi verosimilmente un prof. Ventre non rappresenta un'intera generazione, ma se tanto mi dà tanto direi che in tema di manipolabilità, cioè di permeabilità a un discorso ideologico non suffragato da concrete ed univoche evidenze fattuali, almeno alcuni giovani di ieri danno un bel distacco ai giovani di oggi!

Aggiungo che di stimati colleghi che quando si rivolgono a un politico presumono iuris et de iure di rivolgersi a uno con l'anello al naso sono piene le fosse settiche di questo blog. Ne facciamo a meno. Nel mio lavoro si impara a informarsi sulle persone cui ci si rivolge, ma io non ne ho avuto bisogno: me l'aveva insegnato mia madre, una volta si chiamava educazione, ora gli awanaganian e i baio in inglisc hanno deciso di chiamare educazione l'istruzione, e così di gente educata in giro non ce n'è più (e di gente istruita ce n'è sempre meno). Nel mio caso, poi, è facile: se sei "proudly present in the Internet Manager's Phonebook since 1990" magari ti è facile consultare una voce Wikipedia (che preesisteva alla mia entrata in politica - e un motivo ci sarà stato!), mentre ci è difficile capire perché non si riesca a trovare la tua (ma un motivo ci sarà). La mia è scritta coi piedi, ma a chi sa leggere, soprattutto fra le righe (competenza tipicamente non-STEM), può essere di aiuto per prendere le misure.

Aggiungo l'attenuante specifica della probabile partenopeità. Mi rendo conto che chi proviene da quella meravigliosa capitale europea, in cui, per un'ironia della Storia, come ricorderete, maturai la decisione di accettare con orgoglio e riconoscenza la candidatura che mi era stata offerta, mentre incidevo a Sant'Agostino degli Scalzi le sonate di un autore partenopeo (qui il CD, se interessa), nel vedere "politico" (#aaaaabolidiga) "della Lega" (l'elmo con le corna, le gare di rutti, i cori razzisti, #ionondimentico...) possa essere accecato dai preconcetti.

Ecco: ricordiamoci, noi, che a occhi chiusi si va a sbattere, se non altro contro l'evidenza!

Avrete notato che io ho parlato con estremo rispetto dello stimato collega, cosa che lui non ha fatto con me. Questo perché nella parte non-STEM della mia formazione ho imparato una cosa: che anche le montagne si incontrano, ogni tanto.

Figurati le persone!

Meglio quindi lasciare un buon ricordo, perché contare sulla mia smemoratezza sarebbe un errore.

Dello stimato collega conservo un ricordo ottimissimo, perché la sua uscita un po' guascona mi è stata di stimolo per fare un discorso sul metodo e per approfondire e fornirvi dei dati sui quali ancora non mi ero soffermato, perché non ne avevo bisogno. A differenza dell'ingegneria, la macroeconomia aiuta ad anticipare certe dinamiche socioeconomiche. Tanto per capirci, nello scrivere questo post non sono partito dai dati: me li sono andati a cercare a mano a mano che mi servivano, trovando, senza nessuna sorpresa, esattamente quello che mi aspettavo, perché è quello che la mia scienza prevede. C'è una logica in quello che sta succedendo, come c'è nel fatto che ci sia chi non si rassegnerà mai a capirlo, vivendo murato nel proprio universo parallelo fatto di rancore e wishful thinking.

Resta il fatto che possono spernacchiare quanto vogliono nel basso tuba della propaganda: qui come le cose stiano lo abbiamo previsto, visto, e rivisto.

Gli altri possono farsene una ragione, o farci fare una risata.

Gli saremo grati in entrambi i casi.


(...due parole per voi: quando sono, come si usa dire, "entrato in politica", vi ho detto molto chiaramente quale fosse il mio obiettivo:


Vivreste meglio, e sareste meno petulanti, se provaste a valutare la mia azione politica rispetto agli obiettivi che si era data, e che non vi avevo tenuto nascosti. Considerando questi obiettivi, possiamo serenamente dire di aver fatto qualche significativo passo avanti, ma dobbiamo restare umili e compatti, e lavorare. L'avversario ci ha molto aiutato, e quella che potrebbe essere una nostra vittoria dobbiamo essere disposti a considerarla una loro sconfitta. Non è un gioco di parole: significa che non siamo ancora padroni del terreno, né in termini culturali - direi che l'esilarante vicenda descritta in questo post lo dimostra a sufficienza! - né in termini operativi, di penetrazione nella macchina - e quello è il mio cruccio e il mio lavoro diuturno e silenzioso. Tuttavia, ricordate sempre che la nostra capacità di influire sugli eventi è direttamente proporzionale alla nostra capacità di dimostrare che esistiamo. Per questo vi aspetto al midterm goofy: perché non possa essere ignorato l'anelito di libertà che questo blog ha animato e che tutti noi incarniamo. A presto!...
)

26 commenti:

  1. Godibilissimo sviluppo, ricco di interessanti diramazioni, del tema della manipolabilità, direi ormai calcificata nella loro mente parallela,, di certi giovani di ieri. Alcuni, come il nostro amico, in posizioni dalle quali potrebbero pericolosamente estenderla ai giovani di oggi. Mi ha colpito la pungente vis polemica e mi ha fatto sorridere. Non immagina, anzi sì, quanto appropriata a qualcuno dalle inossidabili certezze tra le quali quella, un po' partenopea appunto, del saper vivere, del saper stare al mondo meglio dell'interlocutore, ricordo leggermente sgradevole di pochi incontri di tanto tempo fa.

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  2. Vabbè, un altro stimato suo collega nelle fosse settiche del blog. Amen. Grazie delle amare risate, dei dati e delle riflessioni.

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    1. Prof, mi tolga una curiosità: ma chi fa certe figure di palta, se non pubblicamente, le porge almeno privatamente delle scuse?

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    2. Ma no! Perché? Ovviamente lo stimato collega è convinto di aver fatto un'ottima figura perché io gli avrei dato ragione su una cosa su cui in effetti non gli avevo mai dato torto, perché non gliela contestavo: il fatto che le immatricolazioni (numericamente e strategicamente irrilevanti per l'UK) degli studenti EU si siano dimezzate. Quindi gli ho dato quella ragione che non ho mai pensato di togliergli, perché a Roma sanno di chi sia.

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  3. Grazie come sempre, Professore, di regalarci questi post che ci salvano dal martellamento di bugie mediatiche. Non so se ci sia una risposta, ma non posso fare a mdno di chiedermi come possa un intero continente imboccare con risoluzione incrollabile la strada del suicidio

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    1. Una domanda che molti si sono posti. Certo, da questo osservatorio possiamo dire di averne viste quasi di tutte...

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    2. Continuo a essere convinto che alla fine non riusciranno a suicidarci. Non è la prima delle epoche folli.

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    3. Bisogna anche intendersi sull'ordine di grandezza. Verosimilmente nemmeno un conflitto nucleare riuscirebbe a estinguere il genere umano, mentre l'impatto con un meteorite di 30 km di diametro (a spanna) qualche difficoltà in più potrebbe crearla (tipo limite K-T, per intenderci). Il problema è che l'efficace e salvifico asteroide non credo avrebbe lezioni da darci. Il conflitto militare, a certe condizioni, sì. Quali siano le condizioni l'ho detto con la massima delicatezza possibile qui. Non vedo la possibilità di accedere ad altre "trenta gloriose" senza una grossa cesura storica, dove per "grossa" intendo "di peso atomico significativo". Poi magari mi sbaglio, ma di una cosa sono sicuro: come la vicenda della "punturina" ha dimostrato, neanche chi ha qualcosa da perdere si sveglia prima della minaccia esistenziale diretta. Pensa un po' che cosa ci vuole per far svegliare chi si sente untouchable dalle normali dinamiche sociopolitiche!

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  4. Non è la prima delle epoche folli ma rischia di essere l'ultima. Mi piacerebbe sapere perché ogni tanto si presentano epoche molto più folli della media. A volte viene fatto di pensare che certi fenomeni richiedano spiegazioni teologiche (Lo dico come provocazione, ma un po' comincio a pensarlo davvero)

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    1. Può darsi. Comunque è vero che l'ecosistema terrestre è fragile, in termini astrofisici e geofisici. Quindi non capisco questa illusione dell'eternità che sembra animare molti commenti. Non siamo solo noi a essere di passaggio su questa Terra (che ne ha viste di peggio). Mi sembra sia anche la Terra a essere discretamente di passaggio. In queste condizioni tenderei a godermi l'attimo, come aveva capito chi ne sapeva comunque molto meno di noi.

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    2. @Traverso
      Una spiegazione, che qualcuno ha tentato di dare, nelle ultime due pagine.

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    3. Che meraviglia! Me l'ero dimenticato. In effetti da post come questi (e tanti altri dedicati ai miei stimati colleghi) si trae alimento per considerare il nostro Paese ormai fallito. Non parliamo poi di certe chat dell'élite intellettuale o di quella pop! Aiuto! Il grillismo ormai ha infettato tutte e tutti (cit.) e non ne usciremo senza un salutare lavacro ecc.

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    4. A dargli credito, però, il lavoro impostato qui e i post di questo genere sono l'unica strategia che possa dare frutti: impegnarsi per limitare in ogni modo, senza misericordia, lo spazio di manovra lasciato agli stupidi. Nella pratica di governo, eradicarli da qualsiasi posto di responsabilità o di influenza di cui si abbia disponibilità, senza mai cedere alla pietà anche se mascherata da pluralismo.

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    5. Però tu sei qui da un po', e quindi avrai avuto modo di constatare come più pericolosi degli stupidi, che in questo caso non sono particolarmente coinvolti, siano gli "intelliggenti" (sic).

      Il punto è se usi la cultura (che spesso in realtà è erudizione o ripostiglio di "competenze") come corazza di certezze o come strumento di destabilizzazione delle tue certezze e di metodo critico. La prima soluzione è la più economica per tanti.

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    6. Mi sa che però Cipolla, più grossolanamente, li avrebbe classificati con gli altri. "... Ma analizzando i gruppi più elevati si trovò che la stessa percentuale prevaleva anche fra gli impiegati e
      fra gli studenti. Ancora più impressionanti furono i risultati ottenuti fra il
      corpo docente. Sia che si considerasse una grande università od una piccola, un istituto famoso od uno oscuro, si trovò che la stessa frazione s di
      professori era composta da stupidi. Fu tale la sorpresa dei risultati ottenuti
      che ci si prefisse di estendere le ricerche ad un gruppo particolarmente
      selezionato, ad una vera e propria «élite», cioè i vincitori dei Premi Nobel.
      Il risultato confermò i poteri supremi della Natura: una frazione s dei
      Premi Nobel è costituita da stupidi. Questo risultato è difficile da accettare
      e digerire, ma troppe prove sperimentali ne provarono la fondamentale
      validità." Dice "ancora più impressionanti". Qui non ci si impressiona, anzi, come mi ricorda, è stata teorizzata con precisione l'origine dell'andamento della legge nella coda di alta istruzione (intelliggenti). Studenti, professori, Nobel... non si può dire che, nello show dell'attualità, sia mancato qualcuno all'appello del grande Cipolla!

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  5. A maggior ragione, vista la transitorietà di tutto, perché peggiorare le cose con comportamenti assurdi ? Perché cercare di rendere l'attimo ancora più breve e più sofferto ?

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    1. A me sembra molto più assurdo lo spasimo di trovare una razionalità collettiva dei comportamenti individuali, che poi passa sempre attraverso l'individuazione di categorie collettive come "la Germagna", "la bolidiga", ecc. In questo senso l'economia impone una disciplina sana, dato che metodologicamente chiede di riflettere su come interessi contrapposti si compongano in un punto di equilibrio, e su quanti elementi di questo processo possono portare a esiti divergenti, che però sono perfettamente razionali. Ne abbiamo parlato tanto spesso.

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  6. Sarebbe interessante sapere quanti dei "giovani manipolabili di oggi" sono figli dei "giovani manipolabili di ieri". D'altronde non ci sarebbe nulla di sorprendete nell'accertare che molti giovani figli di piddini, dopo anni di "indottrinamento" culturale ed educazione familiare piddina, siano a loro volta piddini.
    A proposito di quello che hai scritto nel post, se ben ricordo, qualche mese fa ho letto una dichiarazione del primo ministro Indiano Modi, che ricordava alle nazioni europee che non sono il centro del mondo.

    A proposito, ma la Commissione Ammmore va avanti? O è stata interrotta? Lo chiedo anche per capire se rientrare o meno nel social azzurro cesso.

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    1. La Commissione Amore è stata riproposta e verrà quindi ricostituita. Spero che possa presidiarla Claudio, ma non ne sono sicuro (fra bilancio e COPASIR ha il suo da fare). Ovviamente chi si fosse opposto sarebbe stato tacciato di antisemitismo. Il lato più squallido di questa vicenda è la sistematica applicazione del principio di autorità nel definire l'ambito del discorso politico, ma questo voi lo avete capito.

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    2. Povero Claudio! Già dorme poco, con la commissione amore può dormire solo un giorno a settimana 😂

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  7. “Distruggere la sinistra” suona bene…bene quanto fatto finora è buon lavoro

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    1. Non voglio però prendermi meriti non miei. Hanno fatto molto da soli.

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  8. la tanto auspicabile quanto difficoltosa "penetrazione nella macchina" oggi sterilmente disseccata come la vagina di una nobildonna ormai avanti con gli anni...necessitiamo di lubrificante alla fragola per renderlo più gradevole (chiudo con le metafore di natura sessuale), nel frattempo....Cerasuolo (cit.) anche oltre: 1) il limite legale per la conduzione di autovetture, 2) il limite imposto dalla SCENZA (che è un neologismo che contempera tra loro scienza e scemenza) delle tuttologhe televisive con bei seni e camicette ammiccanti....

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    1. Fra le varie cose che non posso dirti a causa del tuo visibile sovraconsumo di Cerasuolo c'è anche di quanti centimetri siamo avanzati. Non potrei dirtelo nemmeno se tu fossi sobrio, semplicemente perché non so chi tu sia. Diciamo che voi dovete fidarvi di me, io posso non fidarmi di voi...

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