Non posso nascondervi la mia preoccupazione, ma prima desidero ringraziarvi per i molti spunti che mi avete dato con la lettura delle conclusioni della Commissione amore. Queste 45 pagine uscite dal nulla (in molti sensi) e piene di insidie me le sarei dovute leggere mentre studiavo gli emendamenti alla riforma della Giustizia, le relazioni del seminario istituzionale sul disegno di legge "anti-Mediobanca" (spiegazioni qui), ecc. Molte cose che avete visto voi erano sfuggite a me e ai miei colleghi, tutti distratti da mille incombenze (che diventeranno duemila nel Parlamento dimidiato) e vi sono grato di avermele evidenziate.
La preoccupazione però c'è ed è tanto maggiore quanto più mi addentro nelle pieghe del documento.
In un periodo in cui i presidi costituzionali sono stati intaccati, quando non sbriciolati, dal principio della pretesa primazia del diritto comunitario (un principio che altri Paesi ben si guardano dall'applicare, come dimostrano le ricorrenti vicende tedesche), in un periodo in cui i nostri sistemi basati sul diritto romano si stanno metamorfosando, ad opera delle "termiti comunitarie" di cui ci parlava Giachetti, in sistemi di common law in cui la giurisprudenza di corti cui si accede non si sa bene come fa premio sui nostri codici, anche atti di soft law apparentemente innocui come le conclusioni di un'indagine "conoscitiva" sono potenzialmente tossici: possono creare precedenti, indicare direzioni, essere presi a riferimento per la stesura di norme di rango superiore, essere cioè interpretati come atti di indirizzo non essendolo (non essendo cioè né mozioni né risoluzioni, elaborate secondo certi principi e certi presidi regolamentari).
Se vogliamo, formalmente è quello che è successo con la delega fiscale, dove il famoso "documento delle Commissioni" è stato spesso citato come atto di indirizzo (non essendolo) solo perché convalidato da un voto finale. Ma c'è una differenza sostanziale, e, come tutte le differenze sostanziali, è stata l'uomo a farla. Per elaborare quell'atto di indirizzo che non era un atto di indirizzo il presidente Marattin, che qui abbiamo criticato in lungo e in largo per tanti anni, ha avuto la correttezza e lo scrupolo di creare un percorso condiviso, articolato in tempi congrui, iniziato a fine marzo dalla condivisione dell'indice della relazione finale (che qui invece è arrivato per ultimo), documento essenziale utile per individuare i nuclei tematici da vagliare politicamente, e proseguito a partire dal 13 aprile con la discussione in Commissione di ogni singolo punto dell'indice (previamente condiviso in Commissione), una discussione che dal 13 aprile si è prolungata fino al voto del 29 giugno.
Per la riforma del fisco, che incide solo sulle nostre tasche, ci sono stati dati 77 giorni di riflessione, con la volontà di giungere a una soluzione condivisa. Questa io la chiamo onestà intellettuale. Per temi che incidono su libertà primordiali come quella di espressione del pensiero e puntano pericolosamente verso la criminalizzazione del dissenso politico (come molti di voi hanno correttamente sottolineato) ce ne vengono dati 7, con l'evidente volontà di giungere a una soluzione non condivisa, cui si punta per il mero scopo tattico di strumentalizzare un nostro eventuale dissenso: "Avete visto? I fasheesti leghisti si astengono perché sono a favore dell'odioh!". Questa io non la chiamo, chiamatela voi, ma non ditemi come la chiamate, perché il tema non è questo.
Il tema qui è il seguente: al termine di un faticoso dialogo fra sordi, con una presidenza arrogante che continuamente interrompeva i colleghi che intervenivano e imponeva (senza recupero) tempi che poi essa stessa non rispettava, siamo riusciti ad aprirci uno spazio fino a lunedì 20 alle ore 13 onde depositare degli "emendamenti" che poi dovrebbero essere discussi in una seduta notturna alle 20 del 20. Cercherò di recepire e trasformare in emendamenti puntuali i vostri suggerimenti, e se volete provare a farlo voi ben venga (tipo: alla pagina X capoverso Y le parole da "sempremente" a "qualunquemente" sono soppresse; alla pagina Z capoverso W dopo le parole "i fascisti odiano e sono cattivi" aggiungere le parole "per fascisti si intendono ovviamente anche i leghisti e chiunque metta in dubbio la supremazia del diritto comunitario", ecc.).
Ma prima di farlo aspettate che vi metta a disposizione la versione definitiva, quella con l'indice, perché credo che i numeri di pagina in essa siano slittati (ripeto: Marattin aveva cominciato dall'indice, in Commissione antidiscriminazione ce lo hanno dato ieri sera).
Di tutti i sentimenti quello che prevale è la tristezza. In un blog nato all'insegna della carità, non si può non considerare con una profonda, immedicabile tristezza un'operazione che svilisce, strumentalizzandolo a fini di soppressione del dibattito democratico, un venerato simbolo che a tutti noi è caro, il simbolo di tutto quello che non vorremmo rivedere, e che sotto i nostri occhi impotenti e attoniti vediamo riproporsi, vediamo avanzare a passo dell'oca lungo una strada lastricata di buone intenzioni e agghindata di buoni sentimenti.
Tristezza e orrore.
Ma non bisogna mai arrendersi.
Vi giro più tardi il testo "definitivo". Occhio al tema dei gruppi target...
Aggiornamento delle 16:04: il testo (provvisoriamente) definitivo.
(...e già il fatto che questo documento sia infarcito di anglicismi la dice lunga, ma lasciamo stare...)
Sento di far parte d' un gruppo "bersaglio"(target lo facciamo dire agli "Wanaganas"),quello che vuole mantenere e far applicare ,contro tutto e tutti la nostra Costituzione,però non mi sento affatto tutelato da questa commissione ,anzi mi sento minacciato.
RispondiEliminaAnch'io. Non so se, come suggeriva qualcuno, il modo per evitare questa fastidiosa sensazione sia legittimare questo approccio facendo inserire anche la discriminazione di natura politica (e i "sovranisti" come categoria target).
EliminaSe crede posso lavorare agli emendamenti in quel senso. O almeno provarci perchè per me, totalmente digiuno di diritto, è un campo completamente nuovo ma se posso aiutare lo faccio volentieri
EliminaVisto che importiamo linguaggio e dibattiti, sono d'accordo, assecondiamoli. Se una persona transgender si sente offesa da un pronome sbagliato, un cittadino che vuole vedere attuati gli interessi nazionali ha il diritto di non venire insultato con accuse di fascismo e razzismo, che sono infamanti.
EliminaE la dimensione del target come minoranza si applica anche in questo caso. Uno studente fiorentino ha il diritto di rendere manifesto il suo conservatorismo senza essere minacciato.
Non ho idea se stia in piedi rispetto alla legislazione già esistente, sto solo esprimendo un disagio. Mi erga a campione statistico onorevole, come fanno loro.
(Riconoscono un problema di under-recording e under-reporting e pretendo o di tirare dritto?)
Le modifiche da fare sarebbero numerose, per rendere il testo almeno accettabile, mi limito però a due suggerimenti:
RispondiEliminaParagrafo 1, quarto periodo:
“Altro aspetto segnalato dalla maggioranza degli auditi è che, per aversi discorso d’odio, è necessario che esso abbia come destinatario un soggetto o gruppo appartenente una categoria target: rientrano dunque in questa categoria i messaggi che stimolano, incoraggiano e incitano all’ostilità, alla discriminazione, all’odio e alla violenza contro membri di particolari gruppi minoritari. Il discorso d’odio prende di mira determinate categorie percepite come "altre", "diverse", "deboli", "minoritarie"
Questo passaggio andrebbe o totalmente soppresso o quantomeno rielaborato, eliminando il riferimento ai gruppi minoritari. Tale specificazione infatti appare strumentale e porterebbe ad escludere dalla tutela, ad esempio, tutti quei cittadini bianchi americani che in questi anni sono stati vittime non solo di atti di violenza ma anche di intimidazioni e minacce da parte degli attivisti di Black Lives Matter e di altri gruppi che predicano il suprematismo dei neri. Fenomeno che potrebbe ovviamente estendersi anche allo scenario europeo e italiano.
Più in generale, la definizione di gruppi target sembra rimandare a considerazioni di ordine politico e sociologico, che una volta trasferite nell’ordinamento giuridico, e addirittura nella legislazione penale, andrebbero a sancire una gerarchia del tutto arbitraria dei cittadini e delle categorie cui essi appartengono, e dei livelli diversi di protezione e tutela ad essi riconosciuto.
Paragrafo 9.3, quarto periodo:
“Un altro fattore sociale che contribuisce al dilagare dei discorsi d'odio è l'aumento della sfiducia epistemica. Questa è la base da cui origina una reazione ostile, aggressiva che può sfociare anche in discorsi di denigrazione nei confronti di chi promuove un discorso civico di protezione e di tutela della cittadinanza, come nel caso delle persone che in questo momento si ritengono, ad esempio, sottoposte ad una dittatura sanitaria”.
Questo periodo andrebbe soppresso. In primo luogo, il concetto di ‘sfiducia epistemica’, che sarebbe all’origine del dilagare dei discorsi d’odio, riconduce a una pericolosa connessione dogmatica fra ‘sapere scientifico’ e sottostanti decisioni politiche, che verrebbero in questo modo sottratte ad ogni possibile vaglio critico.
Inoltre, si configura una estensione del concetto di odio a quelle posizioni che criticano le scelte di politica sanitaria del governo, strumentalmente presentate come frutto di promozione di “un discorso civico di protezione e tutela della cittadinanza”.
Quello della "sfiducia epistemica" credo sia il passaggio più tossico: già in altre parti del testo serpeggiano ipotesi di problemi di disagio mentale per i non allineati. Il passo per il ricovero in manicomio - in puro stile sovietico - dei dissidenti che non accettano di integrarsi nel migliore dei mondi possibile, stabilito su parametri de Lascienza funzionali ai loro scopi, è brevissimo.
EliminaFonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Utilizzo_della_psichiatria_a_fini_politici_in_Unione_Sovietica
Elimina"La prima volta che fu dato un giudizio pubblico sulla condizione mentale degli oppositori del comunismo fu per opera del capo dello stato, Nikita Chruščëv proponendo sul giornale “Pravda” il 24 maggio 1959 la seguente idea:[senza fonte]
«Il delitto è una deviazione dalla norme di comportamento accettate nella società, spesso causato da una disfunzione psichica dell'Uomo. Possono esserci delle malattie, dei disturbi mentali in una società comunista, tra persone isolate? Chiaramente sì. Se così è, allora ci possono essere dei difetti che sono caratteristici delle persone con una psiche anormale… A loro, che su simili “basi” potrebbero incominciare a esortare alla lotta contro il comunismo, si può dire che ci sono anche adesso persone che lottano contro il comunismo... ma queste persone, a quanto pare, chiaramente non si trovano in uno stato mentale normale».
Nel film “Il nostro Nikita Sergheevic” si sente l'opinione di Chruščëv «Contro il comunismo non può agire che un pazzo». Il film uscì nelle sale all'inizio degli anni Sessanta e fece conoscere al grande pubblico il deliberato concetto di nuova psichiatria di Chruščëv."
Siccome il socialismo era "scientifico", solo un soggetto mentalmente disturbato poteva non riconoscerlo come la società migliore possibile: come distruggere il dissenso per via ontologica senza passare dai tribunali. Ora tocca a noi.
Disagio mentale per i non allineati 🤣 ma dove pensano di stare? , all'epoca dell'Inquisizione? 🤣
EliminaCorruptissima re publica plurimae leges -
RispondiEliminaConcordo con far esplodere le contraddizioni del testo e propongo:
Se si vuole introdurre la possibilità di perseguire l'espressione di odio contro i musulmani va perseguita anche l'espressione di odio contro i cristiani , non si vede perchè discriminare odiatori in base alla religione .
art. 14 e art. 9: non vi può essere libertà religiosa senza discriminazione, chiunque abbia letto il Corano e l'antico testamento sa che il credente discrimina ed odia il credente dell'altra religione per istruzione divina .
Ricordo a me stesso questa declinazione utilitaristica e faziosa del legittimo diritto all'odio: https://strafalcioniblog.wordpress.com/2009/12/17/marco-travaglio-ed-il-diritto-allodio/ (reiteratamente rivendicata negli anni)
RispondiEliminaBuongiorno Prof.!
RispondiEliminaLe chiedo scusa: in questi giorni ci ha chiesto aiuto, ma non riuscirò a rispondere al suo appello.
Sono in un momento difficile dal punto di vista lavorativo e familiare ed il tempo è poco; avevo tuttavia ricavato un’ora di tempo per cercare di dare il mio piccolo contributo cercando di leggere e proporre qualche modifica perlomeno alla conclusioni del documento che lei ci ha segnalato (quindi le ultime 5 pagine). Ho iniziato a leggere e appuntarmi delle note ma, dopo appena un paio di pagine, mi sono dovuto fermare. Penso che il documento sia inemendabile, o perlomeno il tentativo di farlo va oltre le mie capacità e forze. Trovo che sia scritto in un linguaggio pessimo: pretenzioso e confuso, e che l’impostazione di base delle conclusioni sia da rigettare in toto. Mi sono immedesimato nel ruolo di un parlamentare che dovrà votare tale relazione e ho provato un senso di nausea ed impotenza anche al solo pensiero di come poter emendare il documento e rendere ciò che leggevo anche solo parzialmente accettabile. Io riuscirei solo a dissociarmi con fermezza da uno scritto di tal fatta. Probabilmente è il motivo per cui sarei un pessimo politico, e, forse, in questo caso sono anche un pessimo elettore/seguace.
Chiedendole scusa le propongo solo una delle prime note che mi ero appuntato leggendo il documento: è una modifica puntuale e semplice e forse per questo l’unica che mi pare soddisfacente fra quelle da me riportate: a pagine 42, terzo capoverso, al termine della prima frase “La letteratura giuridica...condizioni personali e sociali” emenderei aggiungendo “condizioni personali, sociali e di orientamento politico”.
Mi scuso nuovamente e la ringrazio per il suo lavoro.
Premetto, a scanso d'equivoci, che questa mia critica è molto costruttiva (a parer mio e a seconda di come la si vuol prendere...).
RispondiEliminaSecondo me è necessario che la politica colga il principale messaggio lanciato dagli elettori con l'astensione al referendum, e il messaggio è questo: STATE SBAGLIANDO TUTTO, A PARTIRE DALLA PRIMA RADICE CIOE' DALL'AGENDA.
A noi elettori non ce ne frega nulla di esprimere il nostro parere su questioni che non ci riguardano nè le capiamo nè ci interessano, tipo le carriere dei magistrati.
I temi che devono essere posti all'ordine del giorno oggi sono 3:
1) Normalizzare le relazioni con la Russia, o almeno provarci -> Ovviamente ci vuole un po' di buona volontà anche da parte loro, ma prima di chiederla agli altri la buona volotà dobbiamo averla noi, e così NON mi pare.
2) Il mio stipendio dev'essere adeguato all'inflazione -> tema che lei ha trattato con molto criterio, salvo poi dedicarsi ad altro... ripeto CHI VI DETTA L'AGENDA? Perchè in tempo di guerra, siccità, crollo dell'economia e del potere d'acquisto, blocco delle forniture di carburante e grano, di prepotenza e autoritarismo questo tema della "Commissione amore" con tutto il rispetto... diciamo così... in un paese decente non sarebbe nemmeno posto all'attenzione del parlamento (o il governo vuol distrarvi per meglio farsi il comodo proprio?).
3) Quando ho aperto il mio primo conto corrente l'inflazione era più bassa di adesso, e prendevo il 6% di interesse, mentre continuo a prendere ZERO. -> Questo certifica il totale fallimento delle politiche degli ultimi 30 anni di privatizzazione del sistema bancario. E non parlo solo della banca centrale. E' NECESSARIO L'INTERVENTO DEL GOVERNO/PARLAMENTO PER TUTELARE NON SOLO GLI STIPENDI; MA ANCHE I RISPARMI.
Volete concentrarvi una buona volta sui temi che interessano gli elettori, o preferite che si disaffezionino tutti?
Forse vi siete fatti l'idea chei risultati elettorali della Lega siano stati un po' deludenti. Beh, che volete, anche molti dei vostri elettori sono un po' delusi.
Provate un po' a rifletterci, perchè per fare politica occorre essere in grado di proporre agli elettori un futuro migliore (bisogna farli sognare). Sennò, avete sbagliato mestiere (e lei ne aveva prima un altro dignitosissimo...)
Se non siete in grado di determinare l'Agenda politica, siete solo dei burattini in mano altrui e non arriverete mai da nessuna parte.
La butto lì. A NON presentarsi in commissione, a votare NO a certe leggi, per la motivazione che non avete tempo da dedicare agli approfondimenti (cfr: NON AVETE TEMPO DA PERDERE) forse farà mettere il broncio ai piddini, ma...
Perché i target dell’odio espresso devono essere per forza soggetti omogenei (gruppi) e perché è necessario qualificarne l’identità? Io personalmente posso odiare l’inquilino del piano di sopra perché mi riversa l’acqua dei vasi che annaffia sul suo balcone. Potrei non conoscerne l’etnia, la nazionalità, il credo religioso, gli orientamenti sessuali e non sapere nemmeno che cosa significhi identità di genere. Potrei anche non averlo mai visto/vista di persona. Però potrei odiarlo, essendo libero di farlo, al punto di costituire un Comitato dell’Odio contro l’Inquilino del Piano di Sopra (C.O.I.P.S.). In realtà il mio target sarebbe un individuo ben specifico, ancorchè non identificato, sicuramente non definibile in nessuno dei modi rilevati dalla “letteratura giuridica contemporanea” (e accettati dalle Conclusioni della Commissione Ammore) ma, se decidessi di utilizzare un mezzo di comunicazione di massa on line per divulgare i comunicati del mio Comitato, esternando così il mio libero sentimento alla ricerca di consensi, e se la collettività recepisse tale messaggio facendolo proprio passando poi “all’azione per realizzare il male” nei confronti degli inquilini dei piani di sopra, “subentrerebbero delle responsabilità” a mio carico diverse da quelle già previste dalla legislazione vigente o ancora diverse che se fossero rivolte effettivamente verso un “particolare gruppo minoritario”, dal momento che è matematicamente impossibile che gli Inquilini del Piano di Sopra siano numericamente minoritari rispetto ai loro odiatori (per una quantità pari ai residenti ai Piani Terra)? Allo stesso modo è impossibile che gli individui “oggetto del male” siano sicuramente appartenenti a categorie “altre” o “diverse” in quanto molti odiatori possono essere odiati a loro volta dagli Inquilini del Piano di Sotto, essendo tutti simpatizzanti del mio Comitato, come non è possibile dire con certezza che siano “deboli”. Eppure gli estremi ci sarebbero tutti: “per rientrare nella tipologia del discorso d’odio non è sufficiente che il suo contenuto sia offensivo, ma occorre che sia pubblico e risulti finalizzato a suscitare verso l’interlocutore un’azione ostile…”.
RispondiEliminaStanco di odiare l’Inquilino del Piano di Sopra, pentito per il male arrecatogli, decido di smettere di odiare e costituisco il Comitato “viva i bianchi” (C.V.B.), veicolandolo sempre con un mezzo di massa on line. Non c’è alcun intento malevolo in me ma tale messaggio viene interpretato da alcuni preposti al controllo (magari sistemi di i.a.) come odio per i negri. In realtà, se proprio c’è qualcuno che non sopporto (senza dirlo) sono i gialli che però, poichè i fantasmi che mordono la cattiva coscienza della cultura ammmericana sono prevalentemente i negri, non sono riconosciuti automaticamente come potenziale target. Oltre alla condanna delle pulsioni “negative”, bisognerebbe quindi sanzionare anche quelle “positive troppo orientate” in quanto capaci di creare gli stessi effetti istigatori d’odio, se non ben espresse o comprese. Resterebbe comunque il problema dei mulatti che potrebbero essere sempre esclusi/inclusi da amore/odio espressi in maniera manichea.
E allora?
Per dare la necessaria specificità alle Conclusioni risulta decisiva la stesura di una lista chiusa di targets a favore dei quali, se attaccati, scatterebbero le tutele e, di converso, le esemplari pene nei confronti degli attaccanti.
Inchiodateli lì, se possibile.
Una risata li seppellirà, per la gioia di torme di avvocati.
Grazie di tutto.
Purtroppo non sono in grado di scrivere direttamente gli emendamenti. Ho comunque annotato alcuni punti che mi sembra possano essere sfruttati ed altri che sono, a mio avviso, degni di attenzione:
RispondiEliminapag 14 ultimo capoverso, prima della nota 67, si parla del pericolo che la limitazione dei discorsi d'odio possa limitare la legittima espressione di un dissenso politico. forse si potrebbe sostituire 'dissenso politico' con 'opinione politica'.
pag 23 penultima riga. Si enfatizza la bontà degli algoritmi per garantire imparzialità. Mio commento: un algoritmo tratta allo stesso modo quanto da esso processato e per questo garantisce uniformità di funzionamento ma non garantisce l'imparzialità che invece dipende da come qualcosa deve essere processata, caratteristica, questa, decisa da chi l'algoritmo lo scrive. Inoltre a pag. 25 penultima riga si parla di algorimi che potrebbero non essere neutrali. C'è dunque una contraddizione che potrebbe essere sfuttata?
Di seguito alcuni punti del testo dove forse è possibile intervenire circa la discriminazione su base politica:
pag 35, 2° capoverso del paragrafo 9.3: dopo le parole “orientamento sessuale” potrebbe essere aggiunto l'orientamento politico.
paragrafo 9.5, pag 37, primo capoverso: lo stesso potrebbe essere aggiunto fra le parole “credo religioso” e “e così via”.
conclusioni, pag. 42, 4° capoverso: dopo le parole “orientamento sessuale” potrebbe essere aggiunto l'orientamento politico.
Altre considerazioni:
conclusioni, pag. 43: alla fine del 2° capoverso, dopo le parole “cause sociali e culturali che favoriscono il fenomeno” potrebbe essere aggiunta la frase del tipo: “anche rimuovendo privilegi di alcuni gruppi minoritari nei confronti della maggioranza”.
conclusioni, pag. 43, 4° capoverso: dalla frase “contrastare i discorsi di istigazione all'odio significa innanzitutto tutelare la libertàdi espressione del soggetto debole aggredito nei confronti dell'abuso...” andrebbe tolta la parola debole affinchè tale tutela sia garantita a qualunque soggetto aggredito.
Porrei inoltre l'attenzione, nel caso improbabile in cui fosse sfuggito, del pericolo rappresentato dall'inserimento dei crimini d'odio nell'elenco dei crimini europei, eventualità citata a pag. 11, 4° capoverso e ribadita a pag. 44, 2° capoverso.
Last but not least - per non farci mancare un po' di awanaganese - a pag. 3, 3° capoverso, il punto (iii) “il rischio anche solo potenziale che tali atti si verifichino” andrebbe rimosso completamente.
:Non riesco ad accedereal testo non avendo Telegram.Mi permetto solo di suggerire un emendamento che escluda dalla fattispecie del"discorso d' odio"tutti gli argomenti che attengano al modo in cui la Repubblica possa adempiere al compito ,indicato nel secondo comma dell' articolo 3 della Costituzione ,della rimozione degli ostacoli di natura economico-sociale allo sviluppo della persona umana.
RispondiElimina@Stefano P: più che legittimo criticare e trovo condivisibili i 3 punti indicati, mi lascia un po' perplesso leggere (giustamente) nel primo punto che "prima di chiederla agli altri la buona volontà dobbiamo averla noi" e al tempo stesso scrivere a caratteri cubitali "CHI VI DETTA L'AGENDA". Non potrebbe essere che si cerchi anche un confronto con le forze politiche avversarie per "dimostrare di avere buona volontà"? Ribadisco, i punti indicati sono importanti e condivisibili, ma allora ogni italiano vorrebbe vedere in cima le proprie priorità, e la giustizia, se permette, non mi sembra una questione secondaria
RispondiEliminaCiao Paolo. La questione è un po' delicata. Però secondo me nel dibattito politico c'è una pesante cappa di malafede e di cattiva volontà che parte proprio dall'Agenda. E, per dircela chiara, i temi proposti i Agenda, cari ad esempio al PD, non sono affato coincidenti con i temi prioritari per gli elettori del PD, o comunque ne rappresentano un sottoinsieme selezionato a priori da una manina malevola. Ad esempio, non si parla pressochè mai di diritti economici, e se se ne parla è sempre con toni del tipo "sono problemi indipendenti da noi e insolvibili, al massimo mitigabili TEMPORANEAMENTE" (tipo caro benzia/bollette). Come mai? Per un tetraplegico che desidera l'eutanasia, ce ne sono molti che preferirebbero ricevere maggior sostegno economico da parte dello stato, e così, via, mi sembra strano che gli omosessuali ci tengano tanto ai diritti civili, ma siano insensibili ai problemi economici... addirittura abbiamo i sindacati che con l'inflazione al 7% combattono... per l'obbligo delle mascherine. Ma forse sono io che sono malato di complottismo.
EliminaPerò c'è una regola base in democrazia, che è questa: io posso non condividere le idee di un altro, ma NON posso dubitare della sua buona fede, perchè sennò per me ascoltarlo sarà solo una irritante e inutile perdita di tempo e così la democrazia salta o, se preferisci muore. E purtroppo ho l'impressione che questa seconda condizione, l'aver fiducia nella buona fede e nella buona volontà della controparte, oggi in italia stia venendo meno. Certamente sta venendo meno per me.
La causa di questo dibattito sui "discorsi d' odio"sta nella mancata mitigazione dello scontro ideologico che precedentemente era dato dal confronto elettorale .Infatti i liberisti che hanno espressione politica nel pd hanno la certezza che comunque vadano le elezioni riescano sempre a governare ,ciò li induce a ritenere gli assunti della loro ideologia come cultura di tutta la comunità da proteggere contro ogni "cattivo pensiero"anche se espresso nel modo più urbano possibile.In questo caso usano, lo strumento della commissione parlamentare .
RispondiEliminaSe dico bizzantinismi verrò redarguito?
RispondiEliminaDavvero dobbiamo pazientemente sottoporci a questo gioco dell'oca?
Qualsiasi altra strada sarebbe destinata a fallire?
A me sembra che qualsiasi altra strada differente dall'impossessarsi del "bene moneta" abbia un percorso tortuoso e vago .
Nello stesso tempo capisco il vicolo cieco nel quale ci troviamo...e pure sento il tessuto sociale sprofondare nel pantano.
Apprezzo comunque l'impressionante mole di lavoro che compie.
(Ora vado in pizzeria a cercare di recuperare il rapporto perduto con mio figlio, che domani ha l'esame di 3*media...)
Stia bene.
Buona giornata.
RispondiEliminaCome si distingue il discorso d’odio dalla libera espressione del dissenso (costituzionalmente tutelata)? È una questione di tono usato?
Il tono è un criterio un po’ vago, ma se la soluzione oggettiva stesse nell’individuare i TARGET del discorso d’odio, allora tale soluzione sarebbe contraddittoria e pericolosa: TARGET precisamente individuati costituiscono rendite di posizione a favore di soggetti rispetto ad altri soggetti sulla base di categorie; il quale pensiero per categorie è precisamente il presupposto del razzismo (tipicamente anglosassone).
Chi è così sprovveduto da pensare che se un soggetto appartiene ad una categoria protetta per ciò stesso è immune dal fare discorsi d’odio rivolti a categorie avversarie? Non s’è mai visto che l’impunità promuova la correttezza.
Immaginiamo d’approvare un articolo di legge ordinaria che elenchi questi TARGET. Al cambio della maggioranza parlamentare verrebbe subito emendato tale l’elenco. E ovviamente ogni maggioranza ci metterebbe i TARGET di suo interesse, verosimilmente spingendosi sempre più in là.
Ciò che qualifica categorie di persone come “altre”, “deboli”, “minoritarie” oggi non è affatto il loro numero, ma l’accesso al discorso pubblico: il forte (e prevaricatore) è il padrone del discorso e deboli sono la maggioranza.
Propongo una definizione di DISCORSO D’ODIO meno strumentale: “messaggi che stimolano, incoraggiano e incitano a compiere reati nei confronti di singoli o gruppi che esprimono la loro soggettività nel rispetto della soggettività altrui e della legalità”.