sabato 4 gennaio 2020

Più Europa! Ma che cosa significa?

(... questo blog è un'opera corale. Quando non ho tempo di contribuire io, potete farlo voi, ed è spesso stato così. Ormai non ho molto tempo neanche per trascrivere i vostri contributi, ma oggi vorrei sottoporvene uno, di Charlie Brown, che come i non turisti del dibattito sanno non sono io, perché lui non è me, e quindi io non sono lui. Il suo breve intervento riprende un tema del quale ci siamo occupati spesso, quello del rapporto fra Europa e democrazia, un tema che ha diversi risvolti, che potremmo per semplicità classificare in interni e esterni. Fra i risvolti interni annoveriamo senz'altro il fatto che il rapporto con le istituzioni europee venga materialmente gestito da persone prive di legittimazione democratica e quindi di responsabilità politica, anche perché, non si sa bene per quale motivo, sembra siano destinate a restare per sempre anonime, in modo tale che se il loro comportamento negoziale causa danni al Paese, nessuno potrà mai chiederne loro conto (ultimi di questa serie, i membri italiani dell'High Level Working Group sull'Unione Bancaria che ha negoziato i dettagli di quella cosa cui il ministro dice di essere contrario, cioè la penalizzazione dei titoli di Stato nei bilanci bancari, perché sarebbe oggettivamente catastrofica per le banche del nostro Paese: avrete notato che in audizione si è rifiutato di dire chi ci stia lavorando, il che, a mio modo di vedere, significa che sono già andati un pezzo avanti...). Di questi risvolti interni abbiamo parlato, ad esempio, qui e qui. Fra i risvolti esterni il più rilevante è senz'altro il deficit di democrazia connaturato al concetto stesso di istituzione sovranazionale, sul quale ci siamo intrattenuti, ad esempio, qui. Oggi Charlie Brown interviene, con rude sintesi, appunto sul tema dei risvolti esterni. Buona lettura...)


Il cosiddetto progetto europeo  si è sempre basato sulla assuefazione progressiva.

È il metodo Monnet, alias metodo della rana bollita (o della piscina).

Ora però, come Fra Iacopone, siamo giunti al paragone. Dopo molti decenni la rana è stracotta, ma  quel metodo si è scontrato con la dura realtà fattuale di storie, culture, assetti politici e strutture economiche molto diversi.

Il nuovo mantra è pertanto “serve più Europa”, cioè a dire “serve una piena unione politica”.

È lapalissiano. Solo con una vera unione politica si può avere una vera unione fiscale (“no taxation without representation”), e quindi una funzionante e stabile unione monetaria e doganale. L’unione politica è condizione necessaria (anche se non sufficiente) per la sopravvivenza dell’Eurozona e del “progetto europeo”.

Fin qui tutti d’accordo; europeisti  e sovranisti: un quarto d’ora prima di morire si è in vita. E anche:


Ma cosa implica esattamente una piena unione politica?

Almeno tre  cose:

1) una radicale riscrittura  costituzionale in tutti gli stati aderenti, con piena cessione di sovranità ad un nuovo soggetto  che rappresenti democraticamente tutti i popoli coinvolti nel “progetto”;

2) una normativa europea, primaria e secondaria, non basata su trattati (e men che meno su accordi intergovernativi) ma sull’attività diretta di un unico legislatore europeo democraticamente eletto.

Fermiamoci qui. Il punto (1) richiede una verifica di legalità costituzionale in ogni stato interessato (a cominciare dalla Germania, paese egemone  retto da una rigida “legge fondamentale”). 

Il punto (2) richiede una piattaforma legale e costituzionale comune.

Ambedue i punti richiedono una verifica preliminare della loro pratica fattibilità. In ogni caso sono obiettivi  che richiederebbero almeno 30-50 anni di sforzo  continuo ed assiduo per avere una minima chance di riuscita. Poi c'è il terzo punto:

(3) serve poi un referendum popolare  in ogni stato coinvolto. Un referendum che non chieda di votare documenti sterminati ed incomprensibili come l’abortita “costituzione europea” ma che invece  ponga la semplice e diretta domanda “vuoi una piena unione politica con i seguenti Paesi? ”.

Il punto (3) richiede chiare regole, tra le quali: (i)  soglie di maggioranza; (ii)  il  divieto di referendum  a catena sino a che il risultato desiderato dai governanti sia raggiunto, (iii) regole per la verifica periodica in itinere visti l’inevitabile lunghezza del processo.  Tali regole fondamentali devono essere uguali in ogni stato coinvolto per assicurare uguale forza del mandato popolare.

Riscontro  che i suddetti temi sono del tutto assenti dalla narrativa e dai progetti degli europeisti, con il risultato che l’Europa continentale tira a campare di giorno in giorno, di crisi in crisi, inseguendo un obiettivo immaginifico e rendendosi sempre più vulnerabile.



(... si apra la discussione fra i vari costituzionalisti di turno. A proposito, sto sempre aspettando che gli epistemologi di turno intervengano sui contributi citati nel post precedente. Io due o tre cosette da far notare ce le avrei, in tema di metodo...)

(...per gli addetti ai lavori: il nostro amico constata il fallimento del metodo comunitario, sancito ad esempio da dinamiche come quelle del negoziato sul MES. Se i Trattati importanti vengono gestiti in ottica intergovernativa, l'Unione Europea a che cosa ci serve? L'ho chiesto in aula e nessuno mi ha risposto....)

50 commenti:

  1. La risposta alla domanda : "A che serve l'Europa"? Doveva essere un bel coro di:"A NIENTEEEEE". Invece l'aula amorfa è rimasta nel suo silenzio inebetito. Appena possiamo via dalla trappola europea, per una vera Europa, ci vorrebbero anni e il rispetto di TUTTE le condizioni poste da Charlie Brown... Un'utopia.

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    1. Ma se non serve a niente, serve a qualcos'altro (cit.)
      E infatti c'è tutta una schiera di soggetti che, nell'attesa e nel travaglio di una nascita che non ci sarà mai, si fa gli affari suoi. E sono affari redditizi.
      La domanda non è "a che serve l'Europa?".
      La domanda è "a chi serve Leuropa?".

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    2. Il punto è esattamente questo: la resistenza degli apparati, cioè di quel pugno di persone che grazie a un sistema irrazionale hanno guadagnato un’invidiabile rendita di posizione “al riparo dal processo elettorale”.

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  2. Leggo post come questo, e penso che dall'altra parte accademici e competenti vari twittano di carriole di monete e altre amenità simili. E allora uno capisce.

    P.S. Confiteor vobis: fino a qualche anno fa provavo una irritazione viscerale ogni volta che vedevo lei e Borghi in tv. Del resto fino a qualche anno fa davo ascolto a gente come Giannino.

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    1. Ma io so benissimo che la community sta crescendo. Ho perso qualche "sardino", com'è ovvio che sia, soprattutto fra i giovani che anelano a conservare un alto concetto di sé (a spese dei genitori). Ma quando la vita arriva e ti dà due begli sberloni, come purtroppo grazie all'UE fa spesso, uno una domanda se la pone, e non sono certo gli "economisti" da talk show a fornire risposte soddisfacenti. Quindi quasi tutti quelli che erano qui ci sono rimasti, e altri ne stanno arrivando e ne arriveranno. La Storia è con noi, e regolarmente sconfigge chi le si mette di traverso.

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    2. Senatore, davvero è così certo che la SUA community stia crescendo?
      Ieri ho deciso di spendere due ore del mio tempo per venire a Sassuolo a salutarla e ascoltare cosa aveva da dire sul Mes nonché sui progetti della Lega per il nostro futuro in Europa.
      Da mesi discuto con i miei amici che lamentano il tradimento della Lega verso il progetto originale di uscita dall’UE, di cui lei, senatore, era illustre e brillante esponente della prima ora. Per mio conto, non mi sentivo tradita e mi dichiaravo certa che dietro a certi voltafaccia c’era sicuramente una strategia. Tuttavia, speravo di portare a casa nuove certezze in merito alle sue posizioni, per sconfessare i suoi detrattori e convincerli a votare Lega, il prossimo 26 gennaio.
      Ma sono tornata a mani vuote.
      La sua analisi dei problemi connessi all’UE è stata in linea con le attese. Ma sulle soluzioni del come e del quando uscire da questo incubo, nessun piano preciso, nessun progetto concreto: solo una implicita ma inequivocabile ammissione di impotenza. L’UE ha infiltrato le istituzioni e le normative dei suoi aderenti con metastasi su cui è difficilissimo intervenire. Certo. E quindi?
      La sua risposta "dovete fidarvi di me" non è certamente utile a chi ha bisogno di argomenti per convincere gli indecisi. Tanto meno il suo carattere (per sua stessa ammissione: di m…) che la porta a liquidare da vero maleducato chi la importuna con domande che non le piacciono.
      Il problema, senatore, è che, per la prima volta da quando ho scoperto il suo pensiero e i suoi libri, sono indecisa anch'io, come i miei amici..
      (Quando si dice l’eterogenesi dei fini.. )

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    3. Guardi, le risolvo un dubbio. Ha ragione lei, anzi, hanno ragione i suoi amici, che ci sono arrivati prima di lei leggendo i giornali: le cose stanno proprio così, la Lega ha tradito, io ho tradito (mi sono venduto, mi hanno pagato in rubli, come sta scritto sui giornali), e quindi la cosa migliore da fare è votare per la Meloni, che ha un consigliere economico di tutto rispetto, il senatore Fazzolari, o per il PD, che ha fatto anche cose buone.

      Io riceverò qualche lettera assurda in meno, perché la vita è ingiusta, e quindi chi tradisce, invece di essere punito, è ricompensato.

      Naturalmente sono anche malvagio, e quindi elaborerò molto rapidamente il lutto. Come me, anche alcune migliaia di persone, comprese quelle che erano a Sassuolo, dove è stata detta questa roba qui, la cui attinenza col suo racconto chiunque potrà giudicare.

      Io vi capisco, e del resto l'ho anche detto: democrazia significa che avete diritto di essere ignoranti, che avete diritto di essere come siete. C'è chi è emotivamente fragile (non c'è nulla di male), chi ha bisogno di essere blandito, magari chi ha bisogno di essere rassicurato da posture eroiche, e c'è chi può essere coinvolto in un discorso meno propagandistico, più realistico, più articolato. Chi ha creduto al paternalismo dei Padoa Schioppa può tranquillamente bersi oggi, di converso, il titanismo di certi eroi dello zero virgola. Va tutto bene.

      Solo un'osservazione: se io vi avessi chiesto fiducia acritica non avrei passato giorni e notti a fornirvi dati su questo blog. Ma lei forse in quell'epoca non c'era: è arrivata tardi, e, per fortuna, se ne va presto. Grazie per averci segnalato la sua scarsa compatibilità col lavoro che qui stiamo facendo, che non è un gioco di società, né il quarto d'ora del dilettante. Qui sono in molti ad averlo capito, non hanno molto bisogno di chi non lo ha capito, e quindi la sua pretesa di essere la MIA community credo che vada un po' ridimensionata. Io non sono suo, carissima. Se ne faccia una ragione. Non ho mai cercato il consenso dei miei lettori né dei miei elettori, e quelli intelligenti in questi due insiemi hanno capito benissimo che questa era la loro garanzia più forte. Ma non omnes possumus omnia...

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    4. Grazie per la risposta, Senatore, me la aspettavo esattamente così e trovo che abbia ragione quasi su tutto, compresa la stizza per i miei amici ottusi e malfidati. La capisco, anche a me stanno stretti, ma cosa vuole farci? Evidentemente ognuno ha gli amici che si merita!

      Vorrei solo precisare due concetti:

      1.Quando ipotizzo che (forse) la SUA Community non stia crescendo, non mi riferisco certo a me, che non mi sono mai sentita "dei vostri": sono semplicemente molto interessata (e lo sono ancora) con buona parte di quello che leggo su questo blog, che continuerò a seguire (in religioso silenzio) pur consapevole della mia assoluta ignoranza, che lei giustamente mi rimprovera. Ma tant'è: ho altre lauree e me ne scuso.

      2.So bene che lei non è "mio" (cosa c’entra con il mio testo? Boh?) se non come rappresentante parlamentare, generosamente eletto dal popolo bue che lei così disprezza. (Ma come diceva uno che la gente sapeva capirla: dai diamanti non nasce niente.. )

      (Non importa se non mi pubblica e non mi risponde: nemmeno io ho bisogno di consenso!)

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    5. Ma io rispondo sempre, anche se qui ravviso un problema di analfabetismo funzionale. Dove lo rinviene il disprezzo per il popolo bue in uno che si sta battendo perché i diritti politici non vengano limitati?

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  3. L'Unione Europea non esiste, ma l'economia senza politica non esiste (è pura finzione), ma anche far finta di sovranismo giustificando qualsiasi politica americana o israeliana (vedi omicidio di Soleimani) per arrivare al potere sperando nella loro benevolenza non porterà lontano. E' la borghesia italiana il problema e non altro.

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    1. Soprattutto, non esiste il sovranismo. Potrei avere una definizione di borghesia?

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    2. Peccato... non è arrivata! Qualcosa mi diceva che sarebbe finita così. Spesso uno pensa di poter avere delle intuizioni utili, e poi si rende conto invece che ha avuto uno slogan. Qui è successo tante volte...

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  4. È fascismo e nemmeno mascherato.
    Ho scelto anche io, nel mio piccolo,di fare politica.
    Paesana ma sempre politica è.
    Posso affermare che stiamo perdendo.
    Er popolo non è ignaro, è stordito.
    Da socialista keynesiano quale sono, mi ritrovo a parlare di coperture per la mensa e il trasposto scolastico.
    Abbiamo dovuto alzare Imu e tari oltre i servizi individuali.
    Ci hanno spolpato tutte le attività redditizie.
    Regalate per due spicci al privato(di tutto?) Tramite azioni spregiudicate al limite della truffa dal 2011 al 2015.
    Con debiti contratti da decenni a tassi che se rapportati a inflazione sono osceni.
    Una Italia in piccolo.
    Mi ritrovo a fare politiche liberiste per risparmiare due spicci.
    A predicare la economia dei lavoretti per avere un paese decentemente pulito.
    Senza una decente comunicazione a livello nazionale è una battaglia persa. Non puoi vincere una guerra se non hai capito che sei nel mezzo di una guerra.
    Saluti senatore.
    Lei ha fatto molto ma non può fare i miracoli.

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  5. anche il signor Joseph mi lascia perplesso... a pagina 6-7 del suo libro su come lui scrive i risultati economici della moneta unica erano tutt'altro che stellari ... cosi segue "Sono rimasto colpito dall'intelligenza e dall'impegno che tutti hanno dimostrato verso l'argomento". Dijsselbloem per esempio ha dichiarato in un'intervista alla frenkfurtrter bla bla bla "durante la crisi dell'euro , i paesi del nord europa (eurozona) hanno dimostrato solidarietà verso i paesi in crisi. Come socialdemocratico , do molta importanza alla solidarietà , ma chiunque tragga dei vantaggi ha anche degli obblighi , Non puoi spendere tutti i soldi per le donne e per lalcol e poi venire a chiedere aiuto" stiglitz continua a scrivere " non sorprende che i paesi chiamati in causa si siano sentiti profondamente offesi e abbiano chiesto le sue dimissioni. Io spero che riguardo all'intelligenza sia stato ironico perché non saprei come interpretare il suo concetto.

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  6. alla fine di pagina 6 il signor Joseph scrive ".... Il terzo è che la colpa è da ricondurre alla concezione stessa dell'unione economica e monetaria. Solo una riforma strutturale della stessa eurozona potrà riportare l'europa in salute. questo libro si esprime decisamente a favore di questa terza posizione. Pensando che ci vogliono 40 anni per recuperare ciò che abbiamo perso e altrettanto tempo per attuare questa cosiddetta riforma strutturale , arrivo alla "pensione" che ormai non mi servirà più... sembra di leggere un libro distopico ( come se le persone possano reggere un peso simile per altri 40 anni)

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    1. del suo inteso (stigltz) libro: l'euro come una moneta comune minaccia il futuro dell'europa

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    2. Un libro che qui abbiamo analizzato a suo tempo…

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    3. Beh da 2 anni nella stessa libreria circolano ormai in tutte le posizioni le copie del libro di Alan Friedman sono sconvolto che non ho trovato cottarelli, però casuale libri contro Salvini quelli non mancano mai ...

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  7. mi sono dimenticato le virgolette dopo la parola posizione non si può correggere? , eh a furia di leggere sto dormendo seduto meglio smettere.

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  8. ...io intanto, non c'è la faccio più. Sono stanco capo, molto stanco...

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    1. Ne risentono morale e ortografia. Vediamo come va in Emilia-Romagna, e capiremo quanto stare ancora con la testa sott’acqua. Coraggio. Rileggiti il primo post. Avevamo ragione, ma non ci serviva a nulla. Eravamo isolati, avevamo interlocutori sbagliati, nessuna rappresentanza politica, nessuna possibilità di incidere. Poi Il tramonto dell’euro ha cambiato il panorama. Ora siamo in Parlamento, quello che dicevamo noi Giavazzi lo ha dovuto ammettere per non perdere la faccia, e l’UE ci teme. La fase è più pericolosa, ma è un progresso. Ce ne saranno altri.

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    2. Per intanto sarebbe utile che Salvini (unico in tutta l'Europa, per quanto valga...) non si esponesse in maniera così evidente riguardo la questione Trump/Soleimani.

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    3. Vero, da salviniano (e prima ancora tremontiano e bagnaiano) credo che su alcuni temi di politica estera il Capitano abbia da riflettere prima di esprimere pareri d'impulso, vale per questo come vale per il Venezuela (dove la crisi si è avuta dopo le sanzioni USA del 2015 e non genericamente per colpa del socialismo).
      In questo caso, specifico: se Salvini intendeva dire che anche noi dovremmo utilizzare dei droni per l'uccisione mirata di Haftar e fornire armi a Serraj evitando così che entrino in azione le forze turche che poi ci ricatterebbero sull'immigrazione anche dal Nordafrica, allora sono d'accordo con lui.
      Se invece intende che dovremmo pensare ad un intervento militare diretto, costoso in termini di spesa pubblica e di uomini mandati a morire, sono in disaccordo, anche perchè lui stesso si è più volte detto contrario all'esportazione della democrazia e ricordo una conferenza stampa congiunta con la Meloni in cui entrambi chiedevano il ritiro dei nostri soldati dalle missioni internazionali per utilizzarli tutti ai confini di mare e di terra del nostro Paese (compreso un eventuale blocco navale).
      Nessuno di noi evidentemente vuole l'islamizzazione dell'Europa (men che meno la piccola componente non credente/agnostica di leghisti di cui faccio parte), ma l'Iran dista da noi molto più della Libia, quindi lasciamoli essere islamici a casa loro e abbandoniamo le velleità blairiane.
      Anche Calderoli si disse memorabilmente contrario alle rimozioni di Milosevic, Saddam e Gheddafi, che garantivano comunque stabilità alle rispettive aree pur martoriate da guerre civili che restavano entro quei confini prima degli sciagurati interventi NATO.
      Capisco bene il bisogno di Salvini di accreditarsi presso la Casa Bianca scavalcando la più quotata Meloni (di cui potremmo tranquillamente fare a meno, così come potremmo fare a meno di Forza Italia, visto che sono entrambe forze ideologizzate e nostalgiche), ma non serve assecondare Trump a prescindere, come gli ricorda il pur da lui ascoltato Paolo Becchi.
      In Emilia-Romagna si vincerà non tanto per la forza della coalizione di "centrodestra", ma per la debolezza rappresentativa della sedicente sinistra che ha lasciato a spasso gli operai, gli agricoltori, i pescatori, gli allevatori, gli artigiani e le cooperative (quelle vere), tutte categorie storicamente target del vecchio PCI prima della "svolta della Bolognina" equivalente a quel "rinnovarsi o morire" detto ai suoi colleghi del PSI da Claudio Martelli che (casualmente?) fu anche il primo ad aprire le porte di casa nostra all'immigrazione con la sua infausta legge.
      Si stava meglio prima di Maastricht, e quindi col Muro di Berlino ancora in piedi (pazienza per i sacrificabilissimi tedeschi dell'Est).

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  9. L'equivoco di fondo di questo contributo risiede nel fatto che intravvede l'Europa come soggetto autonomo nel contesto dei players che controllano i mercati planetari. Ma così non è ! Oggi come oggi l'Europa, quella vera, non quella che esiste nella testa di qualche fantasioso pensatore, è solo una costola del "globalismo neoliberal" che egemonizza da qualche decennio il mondo occidentale. E sotto questo punto di vista l'aspirazione ad avere "più Europa" potrebbe anche essere letta come un'aspirazione, se non proprio alla secessione, quantomeno a una maggior indipendenza dal capitalismo globale delle multinazionali. Non quella della Bonino, ovviamente, ne degli altri soggetti a libro paga del filantropo ungaro americano.

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    1. E quindi? Siamo ancora alla teoria del grande pennello?

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    2. Oltre a quella, siamo ancora alla contrapposizioni tra no-global (quelli veri) e new-global che vogliono solo sostituire l'ideologia portante dello stesso schema mondialista non capendo che è il mondialismo in re ispa il Male.

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  10. La "piena unione politica" la si raggiunge con il (da noi) collaudato metodo suggerito dai due giacobini del link qui sotto:

    https://youtu.be/U7fImju-_qo

    MINUTI:
    4:14 rinascimento €uropeo!
    8:55 non abbiamo ancora l'esercito "tedesco"! (lapsus 😰)
    10:17 è necessario un esercito U€
    12:22 noi l'esercito U€ lo vogliamo fare
    14:07 esercito U€ è propedeutico ad unione politica.

    In éra liberale il potere politico che dura da troppi anni diventa arrogante e sfacciato, incurante di proferire pubblicamente le sue orribili verità.

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  11. I punti 1 e 2 mi sembrano scontati come passaggi chiave per l’ottenimento di una Unione Europea totale, e su questo si può dire che tutti (o quasi) sarebbero d’accordo.
    Il punto 3 mi trova in disaccordo totale, nel senso che porre la semplice domanda “vuoi una piena unione politica con i seguenti Paesi?” significa dare per scontato che tutti, ma veramente tutti abbiano capito esattamente il significato.
    Sarebbe come aver posto nel 2000 il semplice quesito referendario “vuoi l’Euro?”
    Tutti avrebbero votato sì, ma come oramai sanno anche i paracarri non vi fu il minimo dibattito pubblico finalizzato a far capire a tutti i pro e i contro di una decisione, nell’uno o nell’altro senso. Anzi quel poco ci fu, fu a direzione unica (Prodi, Amato, etc.).
    Tralascio i dettagli su chi e come dovrebbe condurre i dibattiti.
    L’Europa, inteso come disegno esposto nel post, non potrà mai arrivare a compimento in maniera democratica, cioè con i passaggi descritti. Ci stanno provando in maniera antidemocratica con l’€, e ne vediamo gli effetti. E imploderà.

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  12. Il primo passo è stato farsi sentire dove prima non era possibile e stimolare un dibattito nelle opportune sedi parlamentari, visto che i media non aiutano.

    Chi lavora negli enti locali da prima dell'euro (magari già da prima del divorzio BI tesoro) si rende conto della situazione.

    Ho avuto l'opportunità di mettermi a studiare per un paio di concorsi e assistito a qualche lezione di avvocati e/o dirigenti nel pubblico: in buona sostanza il ruolo che in precedenza aveva lo Stato non esiste più; le regioni e i comuni possono governare solo drenando la ricchezza privata.

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  13. Io farei a una considerazione a monte e una a valle, rispetto a quel che dovrebbe avvenire per realizzare la "piena unione europea", la considerazione a monte è questa:
    "il raggiungimento di una piena unità politica europea, cioè il dissolvimento delle vecchie entità nazionali in un nuovo soggetto politico unitario, E' REALMENTE UN OBIETTIVO AUSPICABILE?"
    La mia personale risposta al quesito è NO.
    La creazione di un superstato delle dimensioni della UE aumenterebbe o diminuirebbe il livello complessivo di democrazia?
    Io credo che lo DIMINUIREBBE di gran lunga, a causa della eccessiva distanza tra i cittadini e il nucleo governativo dell'entità.
    Il nuovo superstato sarebbe più o meno efficiente economicamente?
    Io credo che lo sarebbe molto di MENO, a causa della difficoltà di generare sviluppo ed equità accettabili in tutte le parti di un soggetto così grande e variegato territorialmente e culturalmente. In più dandosi regole economiche uguali ovunque diventerebbe molto più vulnerabile nei momenti di crisi.
    Il nuovo superstato offrirebbe maggiori o minori opportunità di giustizia sociale?
    Direi decisamente MINORI, sempre nell'ottica che visto il suo gigantismo quasi certamente offrirebbe soluzioni abbastanza adatte per alcuni e inadatte per altri, finendo per scontentare tutti. Nel peggiore dei casi (ma il più probabile) finirebbe per tutelare i diritti dei nuclei più forti tralasciando gli altri.

    Osserviamo i grandi stati attuali sul pianeta: si può forse dire che siano PIU' DEMOCRATICI, PIU' EFFICIENTI ECONOMICAMENTE, PIU' EQUI SOCIALMENTE, rispetto agli altri? Prendiamo cioè USA, Russia, Cina, India, Brasile. La risposta mi pare a dir poco lampante.

    E ora la considerazione a valle:
    "se anche si creasse questo superstato, alla luce delle distanze e differenze geografiche, territoriali, culturali, linguistiche, quante speranze avrebbe di funzionare realmente, al di fuori di un'imposizione repressiva?"
    Io direi POCHISSIME.

    Per motivi di contrapposizione strategica si sono trascorsi anni a valutare il motivo per cui l'URSS non poteva funzionare ed era complessivamente ingiusto e senza speranza.
    Ora invece siccome un simile progetto interessa alle elite europee e mondiali, improvvisamente la prospettiva diventa auspicabile?

    Le tribù germaniche dell'epoca romana hanno impiegato talora secoli a raggiungere l'unità etnico-culturale-linguistica necessaria a diventare un POPOLO.
    Quanto dovrebbero impiegare i paesi europei, molto più strutturati, a diventare un unico ente? Intendo dire che un popolo, per diventare tale, ha bisogno di tempi STORICI, non imposti elitariamente attraverso l'ingegneria sociale consentita dalle moderne tecnologie di comunicazione e controllo sociale.

    E poi: perchè si parla in tutti i campi del sapere dell'importanza della DIVERSITA' e DIVERSIFICAZIONE, dalla genetica alla nutrizione, alla biologia, alla climatologia e invece in campo umano bisognerebbe reclamare l'appiattimento e l'omologazione ad un unico soggetto politico, culturale, sociale ed economico? Questo sarebbe il "progresso" proposto? Confondendo cioè (ad arte) il comunitarismo con la massificazione?

    Perchè tutto ciò continua pervicacemente a farmi pensare a Orwell invece che al Paradiso?

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    1. Ma la vera domanda è: perché vieni a dirci cose che sappiamo? Forse non è chiaro quale sia lo scopo di un post come questo?

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    2. Non do per scontato che tutti quelli che frequentano il blog condividano questa idea. E quindi considero giusto porre la questione considerando gli aspetti che ho citato, poichè altrimenti potrebbe risultare che il problema sia solo la lunghezza del percorso, e non il suo senso ultimo. E potrebbero esserci altre persone che leggono il post ma che non frequentano abitualmente il blog.
      Se sono stato ovvio e prolisso, mi scuso.

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  14. Rispondo a Tafazzi:
    Io sono parte del popolo che fa politica ma non sono stordito , sono incazzato: sono convinto che la nostra P.A. non sia interessata al bene del paese ma si sia trasformata in una classe sociale (in termini marxiani) antagonista sia del salario che del capitale .
    Trasporto scolastico e generale : proprio uno degli argomenti affrontati col nostro sindaco: ascolto zero , anche in presenza di molti vantaggi e nessun aumento di spesa .
    A disposizione per illustrare l'idea (nb: il comune NON deve avere licenze TAXI )

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  15. Grazie Alberto per l'impegno tuo e di molti altri tuoi colleghi per le precise e attente informazioni che divulgate, che purtroppo arrivano solo ad una ristretta cerchia di interessati, come un "urlo afono" e mi permetto di paragonare questa disparità di nozioni/informazioni, sempre metaforicamente parlando, ad una sorta di "tiro alla fune" dove da una parte ci sono molteplici piccoli uomini poco informati e dall'altra pochi e possenti uomini a cui però viene sempre buttato dell'olio o del sapone per farli scivolare.
    Dal mio modesto punto di vista individuo il problema nell'ignoranza della stragrande maggioranza degli italiani o piccoli "italioti".
    Il primo grande lavoro degli strateghi è stato fatto proprio sugli organi di informazione, nelle scuole e nelle università (oggi disinformazione e distrazione, indottrinamento e propaganda), l'altro già molto vecchio è quello di mettere o corrompere le pedine nei punti chiave del sistema.
    Detto ciò, la "Trappola €uropea" alle "rane bollite" è stata servita e ben congegnata da "Traditori interni", applicando nel tempo tutte quelle modifiche necessarie da trasformare una Democrazia rappresentativa in una Dittatura finanziaria.

    Ci sono alcuni punti che hai evidenziato in molti tuoi scritti a cui però poi in seguito va dedicata poca attenzione.

    Come può un laureato in Economia e Commercio, Giurisprudenza o in Scienze Politiche essere convinto che la Banca d'Italia è dello Stato italiano e che la banconota viene stampata in base alle riserve auree????
    Se questo è il livello di istruzione dei nostri laureati non puoi allora immaginare quello dei comuni cittadini, ed è proprio per questo che le vostre urla risultano afone a chi non ha gli strumenti per ascoltarle....

    Va fatta una seria Legge sul "Conflitto di interesse", sia riguardo le parentele che le collaborazioni ad Enti e Società non Governative sia per i Parlamentari che per tutti i Funzionari del Governo, con l'abrogazione di tutti gli ordini professionali e qui iniziamo a eliminare le pedine....

    Va fatta una seria Legge per eliminare tutti i segreti di Stato, gli Atti Pubblici e la Pubblica Amministrazione devono essere trasparenti come un cristallo.

    Va fatta una seria Legge elettorale con il proporzionale puro e senza alcuna soglia di sbarramento, perché tutti devono essere rappresentati.

    Più Europa, che cosa significa?

    Credo che già sai cosa significa, come lo sanno molti tuoi lettori, che però ignora la stragrande maggioranza degli italiani e degli europei....

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  16. In Italia il potere costituente non può essere riattivato. Più Europa significa sconfitta militare o guerra civile. (cit. Prof. Carlo Galli).

    Qui la lezione

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  17. nota di colore: "se il mare fosse tocio" !!

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    1. Avete rotto. Comunque grazie per avermi ricordato di tornare su Twitter a bloccare tutti i precisazionisti diversamente veronesi. Vado!

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  18. Vorrei giusto precisare che il luogo comune della rana bollita a fuoco lento e' un falso scientifico.
    Tanto per dire, hanno pure fatto l'esperimento in questione, ed immancabilmente ad un certo punto la rana scappa via dall'acqua troppo calda.

    Quindi: metafora suggestiva, ma nei fatti inapplicabile.

    Buona giornata

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  19. Se serve una disanima passabilmente scientifica sul fatto delle rane bollite, ecco qui.

    http://www.virio.it/le-rane/

    Per inciso, la colpa di questo luogo comune e del fatto che se cerchi in internet lo trovi ripetuto in tutte le improbabili salse, e'di Chomsky. E del fatto che agli umani piace repicare quello che gli pare carino e che fili, senza pensare di verificare sul serio.

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  20. Penso che gli USE sono più vicini di quanto si pensi. Se si segue il modello Federale USA, allora basterebbe vedere come sono organizzati gli USA.

    1) A livello Federale le competenze sono Difesa, Esteri, Tesoro e Comunicazione (il servizio postale è Federale)

    2) Gli Stati legiferano tutti per le leggi civili, penali, ecc. E le leggi tra i singoli Stati possono essere anche molto diverse tra loro (vedi codice della strada; codice penale; ambiente, ecc.)

    3) La Costituzione Federale è quella a cui si rifanno tutti gli Stati, ma ogni singolo Stato ha la propria Costituzione, solo che è di rango inferiore a quella Federale.

    Detto questo, penso che per arrivare agli USE basterà l'unione Fiscale, che permetterà la formazione del Tesoro; L'esercito comune, che porterà alla difesa e agli Esteri; ed il server Europeo per la Comunicazione (il servizio postale oggigiorno conta poco).

    Questi sono tutti temi che sento e risento da anni.

    Per quanto riguarda il problema delle Costituzioni Nazionali, non vedo grossi ostacoli, perchè non c'è bisogno di cambiarle, basta solo renderle di rango inferiore a quella Europea (che di fatto sono i trattati) e che oggi giorno è già stato accettato.

    Una volta realizzato, con il tempo si limeranno gli spigoli a livello Europeo come è avvenuto con la Costituzione Americana che dalla sua nascita ha subito numerosi Emendamenti.

    Ricordo a scuola che quando studiai la guerra tra i suddisti schiavisti e nordisti, veniva chiamata Guerra di Secessione perchè gli Stati del Sud volevano uscire dall'Unione. Negli Stati Uniti viene chiamata Guerra Civile! Questa non è una differenza da poco!

    Per concludere ritengo che il punto di non ritorno sarà l'unione fiscale, perchè a quel punto la cessione della sovranità economica sarà conclusa e le Nazioni saranno come gli Stati degli USA.

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  21. Intendo che la tassazione sul reddito passerebbe da livello nazionale a livello Europeo. Negli Stati Uniti d'America le tasse federali sono la stragrande maggioranza. Per esempio la tassazione sul reddito in Pennsylvania è una flat tax Al 3%, e intorno al 1-2% quelle comunali. Le tasse federali sono tutto il resto e sono proporzionali al reddito.

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    1. Ma guarda! Bastava pensarci! E secondo te è una buona idea? E se lo è, per quale motivo non è stata realizzata finora?

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    2. Per me è ciò che bisogna assolutamente evitare! La mia preoccupazione è che con la (il)logica di pacchetto, non stiano essenziale spianando la strada affinché ciò si realizzi. Inoltre ritengo che appena la brexit sarà realtà, questi processi antidemocratici accelereranno. Mi auguro di sbagliarmi.

      So bene che non è solo e che tutti voi state lavorando per evitarlo, ma il mio commento era rivolto a Charlie Brown che prospetta tempi molto lunghi per eventualmente raggiungere gli USE. Il mio confronto con gli USA era solo per dimostrare che secondo la mia modesta opinione i tempi per eventualmente giungere agli USE sono più stretti e pertanto la battaglia più ardua.

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  22. ...sempre saputo che " SE EL MARE FUSSE DE TOCIO"...o mamma che tociade...

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  23. A proposito del saggio di Acquarelli: il parallelo con la parusia per i cristiani è simpatico; un altro paragone possibile è con l'attesa messianica del crollo del modo di produzione capitalistico da parte di certo marxismo nel corso del XX secolo.

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  24. A me l'Europa è servita e serve perché da essa sono arrivate regole che migliorano il mio lavoro, e che il Parlamento italiano non voleva attuare

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