Certe volte mi chiedo perché siate così tanti a seguirmi e così pochi a capirmi. La risposta che mi do è che probabilmente intuite, dietro al mio sforzo (vano) di farmi capire una virtù un po' démodé: l'amore per il prossimo (anche per chi non capisce la bilancia dei pagamenti: so di non capire tante cose anch'io), e quello per il Paese, condite con una sorta di illuministica fiducia nelle virtù della ragione e della ragionevolezza umana, e quindi della democrazia. Per motivi che non riesco a capire, sapere che qualcuno ancora ci crede vi rassicura e vi appaga.
Male!
Non dovrebbe appagarvi: dovreste anche studiare (almeno, Gramsci la pensava così).
E allora, provo a spiegarvi una cosa che evidentemente, a giudicare dal dibbbattito, sfugge: stranamente, i trattati intergovernativi vengono negoziati dai governi.
So che può sembrare paradossale, misterioso, so che questo concetto rinvierà nelle menti di molti di voi a oscuri complotti, a Bilderberg, o ai rettiliani (ma anche a Nibiru). Invece è solo etimologia: "inter" non è una squadra di calcio (la squadra è l'Inter, con la maiuscola), ma una preposizione latina che significa "tra". I Trattati intergovernativi quindi sono trattati tra governi, il che significa che chi li negozia sono i... rettiliani? Bilderberg? La Trilaterale? La Spectre? No: i governi.
Ci siamo fino a qui?
Bene.
Rinuncio a spiegarvi cosa sia un Governo (appellandomi alla prima legge della termodidattica: "Ci sono cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate").
Facciamo un passettino avanti, volete?
Perché mai ai Governi viene in mente di fare un negoziato? Chi li legittima a farlo?
Mettetevi nella testa di un grillino, per dire. Diventi ministro, accedi al potere: il tuo primo pensiero ovviamente è godere dei privilegi della casta, e abbandonarti insieme alla cricca alle mollezze della corruzione. Questa è la loro visione della politica: una visione che li qualifica (pensa male chi l'ha nel cuore) e che però non quadra col fatto di svegliarsi alle cinque di mattina per prendere un aereo e andare a Bruxelles dove i fratelli europei ti chiudono in una stanza e ti ci tengono finché non gli dici di sì, alle cinque della mattina dopo! I Governi non negoziano Trattati per sport o per prescrizione del medico (che probabilmente consiglierebbe attività meno malsane), ma in virtù di un mandato conferito loro direttamente o indirettamente dal Parlamento, che a sua volta è eletto dal popolo, che sareste (molto evidentemente a vostra insaputa) voi.
Certo, una volta i negoziati erano più diretti: se un popolo voleva qualcosa da un altro, andava in massa a chiederglielo. Sono quelle che i libri di storia una volta chiamavano invasioni barbariche, e che ora nei libri di testo degli accoglioni si chiamano migrazioni (Enea era un migrante, quindi anche Attila...). Viceversa, non credo che sia mai successo che un intero parlamento si sia spostato per negoziare qualcosa! Evidentemente, però, su Twitter c'è qualcuno che pensa che le cose funzionino così (sono tutti quelli che con accorati accenti ci chiedono di fare "qualcosa", o di fare "di più"). Tanto per esser chiari: a noi è sempre apparso evidente che il precedente Governo non ne volesse sapere mezza di essere fedele al mandato conferitogli (come ha detto Molinari in aula: loro sapevano di essere un governo espresso da una maggioranza "sovranista", ma ovviamente facevano finta di non saperlo), tant'è vero che prima di sfiduciarlo ci siamo anche posti il problema se fosse tecnicamente possibile affiancare le delegazioni italiane con esponenti della maggioranza parlamentare. Non è tecnicamente possibile: a negoziare ci va il Governo.
Riassumo: i trattati fra Governi li fanno i Governi.
Mi fate una cortesia? Tornate su di un rigo e rileggete tre o quattro volte, poi andiamo avanti.
Ora, siccome anche in un sistema che, a differenza di quello europeo, non abbia fatto del waterboarding il suo principale strumento di mediazione politica, i Governi, nel negoziare un Trattato, possono avere mille e un motivo, lecito o illecito, per deviare dal mandato che il Parlamento gli ha direttamente o indirettamente conferito, in pressoché tutti gli ordinamenti è previsto l'istituto della ratifica parlamentare (vi esorterei a leggere il significato sul vocabolario).
Quindi, ricapitolando. Voi eleggete il Parlamento, che dà la fiducia al Governo, e che poi gli conferisce un mandato a negoziare (tecnicamente, un simile mandato viene conferito con un atto di indirizzo definito risoluzione). Il Governo negozia, poi firma il trattato, poi torna a casa e lo presenta al Parlamento, che a quel punto, se lo trova conforme all'interesse del Paese, lo ratifica.
Ci siamo? Tutto chiaro?
Bene.
Per maggiore chiarezza, vi esorterei, anzi, vi scongiurerei di leggere gli articoli dal 4 al 7 della Legge 234 del 2012 (legge Moavero).
Leggeteli ora, se li avete già letti rileggeteli, se non li avete letti non venite a seccarmi con astruse teorie: a ogni giorno basta la sua pena e chi non si documenta non è previsto nel menù.
La legge Moavero venne concepita dopo l'approvazione di MES e Fiscal compact (avvenuta a luglio 2012), proprio come reazione a un certo scontento che perfino lo stesso PD provava per la porcata fatta (ci sono tante brave persone anche là dentro). L'articolo 5, che prevede un obbligo di informativa rafforzata in caso di trattati in ambito monetario e finanziario, è una chiara conseguenza di questo disagio. Leggendolo vedi in filigrana la sigla MES.
Questo è come funzionano le cose in teoria: la dinamica mandato parlamentare-negoziato intergovernativo-ratifica in Italia è normata, per quanto attiene alle sedi europee (ma in caso di trattati monetari o finanziari anche al di fuori da queste sedi) da una specifica legge.
E ora veniamo alla pratica.
In pratica, l'unico dispositivo di questa legge applicato coerentemente è il primo periodo del primo comma dell'art. 4: "Prima dello svolgimento delle riunioni del Consiglio europeo, il Governo illustra alle Camere la posizione che intende assumere, la quale tiene conto degli eventuali indirizzi dalle stesse formulati." Mi riferisco alla mesta liturgia delle comunicazioni del premier al Parlamento prima del Consiglio Europeo (quello dei capi di Stato e di Governo), liturgia che si svolgerà la prossima volta l'11 dicembre in vista del Consiglio del 12. Trattandosi di comunicazioni, e non di informativa, è previsto che dopo il discorsetto del premier (dimo, famo, faremo, ecc.) ci sia, oltre a una discussione generale, anche il voto di una risoluzione (che non ci sarebbe nel caso di informativa). Il secondo periodo del primo comma ("su loro richiesta, esso riferisce altresì ai competenti organi parlamentari prima delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea") non era mai stato applicato prima che arrivassi io (a testimonianza del grande interesse dei piddini per l'Europa), e il terzo periodo ("Il Governo informa i competenti organi parlamentari sulle risultanze delle riunioni del Consiglio europeo e del Consiglio dell'Unione europea, entro quindici giorni dallo svolgimento delle stesse") non è altresì mai stato applicato, perché è sì vero che sono riuscito, dopo estenuanti negoziati, ad avere un paio di volte Tria in Commissione dopo l'Ecofin, ma è anche vero che non sarei stato io a doverlo chiamare, ma lui a venire: "il Governo informa", dice la legge, non "il presidente dell'organo parlamentare competente, facendo ricorso a una enorme dose di pazienza e profondendosi in lusinghe, supplica il Governo di concedergli l'insigne e immeritato favore di informarlo su quali impegni vada prendendo alle spalle degli italiani in giro per l'Europa".
Chiaro?
Questo è il primo punto: intanto, se ora c'è un dibattito su questa roba qui è perché qualcuno si è impuntato a seguire le regole. Apro e chiudo una parentesi: e io che ne sapevo, di queste regole? Niente, ovviamente, non essendo un esperto di diritto parlamentare. E allora? E allora sono degli europeisti convinti che hanno attirato la mia attenzione su di esse. Bisogna parlare con tutti, ed esistono anche europeisti in buona fede (probabilmente esistono anche degli oceanisti, o degli antartidisti, in buona fede, ma ancora non ne ho incontrati).
Secondo punto: per un parlamentare è tecnicamente impossibile sapere quale sia l'iter di una trattativa in Europa. Tanto per essere chiari, noi presidenti di Commissione non riceviamo le relazioni e le note informative predisposte dalla Rappresentanza e menzionate al comma 3 dell'articolo 4 (più precisamente: questi documenti in qualche caso arrivano in Parlamento e giungono - credo - alla mia Commissione, ma sotto vincoli di riservatezza strettissimi che, a quanto capisco, comportano l'obbligo di consultarli solo presso la Presidenza di Commissione, e non possono essere citati nei resoconti di seduta). Inoltre, delle riunioni svolte nelle sedi europee, e in particolare dell'Eurogruppo, non esistono verbali: non si può sapere, se non de relato dalla Rappresentanza nel caso in cui un'anima buona ti mandi le note informative, quali siano le posizioni espresse dal nostro Governo, non ci sono votazioni formali, non ci sono né resoconti sommari né tanto meno stenografici.
Quindi, in sintesi: delle riunioni dell'Eurogruppo, dove si decide, non si sa nulla. Delle riunioni dell'Euro working group, che è in qualche modo il preconsiglio, quello dove si fissano i dettagli tecnici delle decisioni da prendere, si sa meno di nulla. Delle riunioni dell'Ecofin, che viene a valle dell'Eurogruppo, ed è quello dove ci si fa la foto di gruppo, si sanno le scemenze dette in europeese nei comunicati stampa: "la sfida ambiziosa, i significativi progressi, ecc.", senza che sia mai ben chiaro quando si è firmato cosa o comunque chi abbia preso quale impegno.
Questa mancanza di trasparenza non è lamentata solo da Bagnai: se vi andate a vedere i lavori delle conferenze interparlamentari, vedrete che tutti lamentano la mancanza di trasparenza dell'Eurogruppo.
Terzo punto: in tutta evidenza il Governo precedente ha disatteso completamente la Legge Moavero. Il considerando 5A della bozza di revisione del Trattato chiarisce che in Europa se ne è cominciato a parlare all'Eurogruppo di dicembre 2018. Secondo la legge Moavero, qualcuno sarebbe dovuto venire in aula a spiegarci che cosa si stesse per fare. Se lo ha fatto, nessuno se ne è accorto. Non mi ricordo se a quell'epoca conoscessi già la legge Moavero. Quello che so è che stavo lottando contro il muro di gomma dei soliti noti per difendere le banche di credito cooperativo da un destino evitabile, riuscendoci solo in parte (ma una parte significativa): purtroppo, noi siamo pochi e loro sono molti. Dietro a tutto non si può stare.
E veniamo al punto in cui siamo ora. A quanto pare di capire, la riforma del MES non è stata ancora siglata. Non è invece chiaro se il governo si sia attenuto all'impegno preso il 19 giugno 2019 (quindi non "tempestivamente", come vorrebbe la legge) a:
"non approvare modifiche che prevedano condizionalità che finiscano per penalizzare quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di investimenti, e che minino le prerogative della Commissione europea in materia di sorveglianza fiscale; a promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell'Unione economica e monetaria - la riforma del trattato del Meccanismo europeo di stabilità (MES), dello Schema europeo di garanzia sui depositi (EDIS), e del budget dell'area euro -, riservandosi di esprimere la valutazione finale solo all'esito della dettagliata definizione di tutte le varie componenti del pacchetto, favorendo il cosiddetto "package approach", che possa consentire una condivisione politica di tutte le misure interessate, secondo una logica di equilibrio complessivo; a rendere note alle Camere le proposte di modifica al trattato ESM, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato."
Ci sono due passaggi parlamentari prima della riunione in cui la riforma dovrebbe essere approvata da Conte in sede europea: uno è l'affare assegnato in merito all'A.S. 322 (proposta di modifica del MES), che prevede, in fase istruttoria, l'audizione del ministro Gualtieri mercoledì prossimo, prima dell'Eurogruppo del 4 dicembre (dove si prendono le decisioni). Poi ci sono le già citate comunicazioni del premier Conte l'11 dicembre prima del Consiglio Europeo del 12 (dove si firmano le decisioni).
A quanto pare di capire, a quel punto saremmo arrivati alla fase "il Governo firma il Trattato" (avendo sostanzialmente eluso, o comunque non attivato tempestivamente, la fase "il Parlamento conferisce un mandato").
Ad oggi non sappiamo se il Governo firmerà, perché la sua maggioranza è divisa su questo, essendo composta da un partito che il MES voleva liquidarlo, e da un partito che il MES lo ha invece fortemente voluto.
Poi, certo, resterà la fase "il Parlamento ratifica".
Se state seguendo il ragionamento, dovreste capire quali siano le criticità di arrivare alla fase "ratifica".
Intanto, una mancata ratifica è equivalente, in termini politici (non in termini procedurali) a un voto di sfiducia. Il Governo, certo, non è obbligato a dimettersi, ma se su un Trattato così importante viene sconfessato dal Parlamento, è chiaro che per non prenderne atto occorre portare la faccia di bronzo a un livello ancora superiore rispetto a quello dimostrato finora (a partire da quando il partito di maggioranza relativa abbandonò l'aula in occasione delle comunicazioni sulla TAV).
Poi, si crea un problema a livello internazionale, perché giustamente i partner europei (quelli del waterboarding) potrebbero legittimamente porsi delle domande sull'attendibilità di un Paese che manda un Governo a dire una cosa quando evidentemente il Parlamento ne pensa un'altra. Non sono un grande fan dell'argomento "in Europa dobbiamo essere credibbbili" (a renderci tali basta un qualsiasi museo diocesano), ma è indubbio che, mettendosi nei panni della controparte, avere una posizione e mantenerla (o modificarla per chiari e giustificati motivi) è essenziale perché negoziare abbia un senso. Un Governo che venisse sconfessato dal proprio Parlamento in Europa non verrebbe guardato con gli stessi occhi. Va anche detto che se la sarebbe cercata! Dopo aver visto come vengono trattati i Parlamenti (con la tecnica del mushroom management), le lamentele dei diversi funzionari che ho incontrato circa il fatto che "eh, noi abbiamo fatto il possibile, ma da Roma non ci arrivavano segnali chiari..." mi sembrano molto meno credibili: è un dato di fatto che alcuni di quelli che mi hanno fatto questo discorso sono poi gli stessi che mi hanno impedito di leggere un testo che, peraltro, avevo già letto per altre vie, impedendomi cioè di acquisire gli elementi necessari per fornire loro quei segnali della cui mancanza si lamentavano!
La sede per fare un sano gioco delle parti fra Parlamento e Governo quindi non è la ratifica, ma il negoziato, cioè l'Eurogruppo. In quella sede i paesi civili mandano ministri in grado di dire ai loro pari: "cari amici, quello che mi proponete è tanto bello, vi sono sinceramente grato dell'aiuto che volete dare alle
La Germania lo fa sistematicamente: perché noi no?
Mistero.
Sono quasi nove anni che ci poniamo questa domanda: non siamo riusciti a trovare la risposta, e forse non la troveremo mai. Intanto, ripetete con me: gli elettori eleggono il Parlamento, che dà un mandato negoziale al Governo, che conclude un Trattato, che il Parlamento è chiamato a ratificare.
E ora ripetetelo senza di me, e cercate di ricordarvi a che punto di questa storia siamo. Io vado ad occuparmene.
Ri-ringrazio per questa opera (solitaria) di informazione e mi ri-auguro che il Prof non si stufi della vita parlamentare.
RispondiEliminaLa guerra sarà lunga ma il sostegno c'è.
Per chi ancora non ha capito il significato di "bilancia dei pagamenti", esiste la sezione "Per Cominciare". C'è di tutto, basta leggere e imparare.
Di cosa succede quando non viene ratificato un accordo che non rispetta il mandato lo abbiamo visto con Theresa May.
RispondiEliminaLa "minaccia" di non ratifica potrebbe essere un'ottima arma tattica per costringere il Governo a venire a più miti consigli ai negoziati pianificati prossimamente (es. 12 dicembre). La minaccia per funzionare però dovrebbe essere credibile, speriamo ci sia in giro per il Parlamento gente dotata di pelo sullo stomaco...
RispondiEliminaLeggere i suoi post è sempre un immenso piacere perché informano e divertono allo stesso tempo. Grazie per il lavoro che sta facendo in Parlamento e altrove. Avrei una domanda però (scusi se anch'io sono di coccio): se le comunicazioni del Premier sono l'11 dicembre, cosa succede invece il 10 dicembre quando è chiamato a riferire in Senato? Grazie ancora e buon lavoro.
RispondiEliminaTalvolta.. mi sembra di essere tornata a scuola. Il tono, quasi scocciato e allo stesso tempo amorevole, impegnandosi a fornire una lezione sul funzionamento delle istituzioni e dei processi formali e sostanziali dei trattati internazionali, mi ricorda il professore che ama tanto ciò che insegna da incazzarsi quando vede i suoi alunni più dotati non impegnarsi abbastanza. E in quel contrasto tra severità e amore per il proprio lavoro, gli studenti vengono ammoniti e spinti ad approfondire quel che il professore ha appena spiegato. E come il mio vecchio professore di matematica che riusciva a far capire la matematica anche ai più duri, lei ci informa e ci spiega con semplicità e pazienza come funzionano processi a noi sconosciuti. Grazie.. perché nonostante il carico di lavoro che le comporta il suo ruolo di presidente, continua con amore ad insegnare ed a informare!
RispondiEliminaSottoscrivo in toto… un ingegn(i)ere.
EliminaGRAZIE, Prof.Bagnai. Dire di mi suona inutile
RispondiEliminaUn giorno vorrei essere interrogato dal Prof. Non subito, tra qualche "decade" :)
RispondiEliminaVoi eravate libero di decidere, nessuno vi costringeva a stipulare quel contratto se non ne avevate voglia; ma ora che vi siete spontaneamente impegnato con quel contratto, dovete rispettarlo (Friederich Engels 1845) lo diceva lui agli operai che si lamentavano da una parte non avrebbe torto, poi onestamente desiderio sarebbe un abbassamento delle tasse in busta già quello mi farebbe contento.
RispondiEliminaGira gira quell'abbassamento te lo fanno/farebbero ripagare.
EliminaO non capisci quello che dice Bagnai o fai finta di non capire.
Più che altro bisognerebbe farsi una domanda per essere più chiari , il soggetto della tua risposta chi sarebbe?
EliminaPiù che altro è che quello che cerca di spiegare non è facile , anche tempo fa la retta che aveva disegnato sul livello di ricchezza in proporzione ad un pil annuo per calcolare il tempo che necessita l italia per tornare ai livelli pre-crisi , pensi un povero disperato dopo 8-9 ore di lavoro e mantenere anche casa se non ci "mastica" molto di matematica impazzisce...
RispondiEliminaGuardiamo il bicchiere mezzo pieno ... intanto il dibattito si e' aperto ....e' questo e' impprtante in Unione Europea dove le mie azioni sono state azzerate e richiedero' non appena avro' la documentazione quota parte del rimborso ... e quelle di un azionista di NordLB invece non saranno azzerate ... ma sa signora sa questo e' un progetto ... cooperativo ...
RispondiEliminaCerto che Conte ha una bella faccia di palta!
RispondiEliminaNon riesco a decifrare come si comporteranno gli ortotteri, ma dalle dichiarazioni e dai movimenti frenetici di Grillo temo il peggio.
Temo che Conte punti al TINA più classico, paventando sciagure e mercati scatenati qualora la ratifica del Trattato non superasse lo scoglio del voto parlamentare.
Del resto, la visita di Moscovici e i ripetuti moniti del Quirinale sull'irreversibilità del percorso di integrazione (genuflessione) spingono verso l'ennesimo bacio della pantofola crucca.
Il rafforzamento del vincolo esterno diventerebbe mortale per noi e l'agonia potrebbe essere breve.
Spero di sbagliarmi, ma temo che solo una poco probabile spaccatura dentro i gruppi parlamentari grillini (Senato in primis) potrebbe evitare questa pericolosissima deriva.
Grazie a Lei, Senatore Bagnai, per la preziosa opera in Aula e alla Presidenza di Commissione. Purtroppo avremmo bisogno di schiere di uomini e donne con la schiena dritta come Lei e Borghi. Tenete duro, noi vi sosterremo fino alla fine.
A maggio ho fatto la cazzata di candidarmi alle comunali, per parlare della crisi che attanaglia il paese e il mio distretto.
RispondiEliminaNo presidente, non si sbaglia.
Gli italiani hanno un leggero problema con le più elementari leggi economiche.
Lei ha fatto molto.
Noi, grazie a lei, tentiamo ma obiettivamente sembra di svuotare il mare col cucchiaio.
È come se capissero solo fascista /comunista.
Sembrano non capire nemmeno il loro interesse, visto la forza con cui discutono per interesse altrui.
Caro Senatore Bagnai il lato positivo di questo pasticciaccio brutto di piazza Madama è quello che LEI ha postato " A riprova, credo che ai tempi in cui parlavamo qui, fra pochi iniziati, di metodo Juncker, sarebbe stato difficile per ognuno di noi immaginare che, per una volta, se pure in extremis, si sarebbe riusciti ad attivare un dibattito mediatico e parlamentare prima, e non dopo, dell'ennesima tagliola europea." IL lato negativo è che arrivare alla ratifica a mio avviso equivale già ad aver perso la guerra. Non ho alcun dubbio che il M5S voti a favore della modifica del MES per il semplice fatto che votare come l'opposizione è già una crisi di governo.Qualora Conte mette la fiducia ed è sfiduciato deve dare per legge le dimissioni. Questo porterebbe a nuove elezioni e i parlamentari grillini dovranno rinunciare a 15.000 euro mensili ovvero 1.800.000 euro anni.Buon senso vuole che ci mettiamo l'anima in pace. Rimango sempre più convinto che si potrà uscire dalla UE solo tramite una guerra europea se non addirittura mondiale.
RispondiEliminaLa ringrazio sempre con stima per TUTTO quello che sta facendo per il popolo italiano.
In generale, una legge che interessa poche persone si può pure violare, se queste poche sono concordi nel farlo. Questo non era però certo il caso della della summenzionata legge 234/2012, per cui Conte ( e forse anche Tria?) ha violato la legge. Tutte le chiacchere al contorno fatte in queti giorni mirano solo ad infanginare questa semplice verità, e non è onesto, come ha fatto un certo giornalismo, interrogare tizio o caio per conoscerne l'opinione in merito al contronto Governo/parlamento sul MES, perchè non è possibile esprimere un'opinione, per definizione relativa e arbitraria, su fatti oggettivi e quindi il meschino dibattito sollevato mirava proprio a questo, a derubricare una violazione di legge a "comportamento soggettivamente criticabile".
RispondiEliminaIn generale però, i problemi veri si annidano nelle regole e nelle agende.
Non è utile esprimere un'opinione corretta su una questione marginale, come non è utile impelagarsi nel rispetto di regole scritte da chi vuole rallentare e frenare qualsiasi tipo di riforma. Perciò, le regole non coerenti con l'interesse generale vanno eliminata o aggirate, e non bisogna mai presentarsi a riunioni di cui non si è preventivamente condivisa l'agenda, ossia l'ordine del giorno.
Temo ci siano ben poche speranze.
RispondiEliminaCome ha giustamente evidenziato, professore, una mancata ratifica equivarrebbe ad una sfiducia.
Molti parlamentari faranno finta di nulla e voteranno a favore per conservare lo scranno.
scusi un appunto Prof: tenga sempre presente l'analfabetismo funzionale che affligge la maggior parte dei suoi connazionali, quando scrive!
RispondiEliminaBellissimo post professore, esilarante a larghi tratti, ma non per questo da evitare a chi lo legge attacchi gastrici importanti. Ho una sola domanda da porle e spero che trovi il tempo di rispondermi (mi scuso anticipatamente per l'ignoranza, ma in effetti necessito di una spiegazione) Quello che mi domando e' quali siano le conseguenze "legali" per chi ha violato la legge moavero. Se violiamo la legge e ci sono prove evidenti, come sembra chiaro in questo caso, incorriamo in certe conseguenze, quindi il Governo che le ha violate, nello specifico direi l'Avv. Conte ed il Prof. Tria, quando verranno indagati e perseguiti? Oltretutto vorrei avanzare un'ulteriore osservazione, magari non molto diplomatica, ma necessaria a mio modo di vedere, mi riferisco al fatto che il ministro Tria, per quanto al tempo godesse della fiducia del parlamento, era un ministro tecnico imposto dal Colle e da un certo Draghi, all'epoca N.1 della nostra banca centrale. Mi domando se indirettamente (neanche troppo) non si dovrebbe tirare in ballo la credibilita' di un noto europeista (in senso negativo nella circostanza) e di un tecnoburocrate di elevatissimo livello che hanno nominato (praticamente imposto) questo Ministro che ha avuto un ruolo rilevante in questa grave vicenda. Potrei anche aggiungere che un altro primo ministro apri' i lavori della bozza nel Dicembre del 2018, uno che coincidenza oggi e' diventato commissario europeo, premio fedelta'? Mi scuso per essermi dilungato ed attendo sua risposta sulle mosse legali ai danni di chi ha chiaramente violato la legge (e che legge!)
RispondiEliminaQuindi a questo punto si deve sperare/pregare che alcuni parlamentari del M5S votino a sfavore.... Stiamo messi bene....
RispondiEliminaGrazie del tempo e dell’energia che investe su di noi, sui lettori di questo incredibile Blog.
RispondiEliminaDubitando del fatto che la maggioranza degli abituali lettori capiranno la gravità delle conclusioni a cui si arriva dalle Sue argomentazioni, suppongo che il Messaggio debba arrivare a lettori Non abituali.
Grazie e ...
resisteremo.
Mi era abbastanza chiaro, ora lo è ancora di più.
RispondiEliminaTuttavia, se la firma viene apposta, la (mancata) ratifica potrebbe essere un momento come un altro per dire chiaramente che non si è d'accordo sul metodo, sul luogo, sulle modalità da cupola mafiosa (niente verbali, niente trasparenza, racconti da brivido - su questo crederei al fu Spock/Varoufakis) e non si è parimenti d'accordo con chi è d'accordo e ci marcia pure (Conte, Tria eccetera) non seguendo precise indicazioni del Parlamento. Mi pare però, ma mi corregga se sbaglio, che la ratifica abbia tempi potenzialmente dilatati; nel qual caso, qualcosa mi dice che si dilateranno.
Bello schifo il ricattato e il premier dei paroloni... Perfino il MES. Ma i traditori in galera non vanno mai?
RispondiEliminaFondo salva-Stati, Gualtieri: “Preoccupazioni infondate e basate su informazioni non corrette. Comico che attenti a stabilità Italia”
RispondiElimina..disse il professore di lettere
Ho appena ricevuto la notizia del suo intervento in Senato dall'Huffington: "Alberto Bagnai, il presidente della commissione Finanze in quota Lega, presiede la seduta. Quando dopo oltre tre ore l’audizione volge al termine, prende la parola. Accusa di Gualtieri di aver irriso il Parlamento e ribadisce la sua contrarietà alla riforma del Mes." Aver ottenuto poi da Gualtieri questa ammissione “Il consenso definitivo e formale del governo alla riforma del Mes e al pacchetto non è ancora stato espresso e, come ho detto in Commissione, se da un lato il testo non è ancora stato firmato e sono tuttora in corso discussioni e negoziati su aspetti minori interni ed esterni al trattato, la mia valutazione che non ci sia reale spazio per emendamenti sostanziali è di natura politica e non giuridica, in quanto come è noto in questa procedura vige la regola dell’unanimità”. la ritengo una vittoria,anche se parziale.
RispondiEliminaGrazie ancora caro Senatore.
Gentile Senatore. Ho visto il video dell'audizione del Ministro Gualtieri. Sento di doverLa ringraziare per come rappresenta i gli elettori. Sono vecchio, ho sempre votato a tutte le elezioni, questa è la prima volta che mi sono sentito ben rappresentato. Continui. Lei può fare concretamente molto per il Paese.
RispondiEliminaChe bello rileggere ancora il termine "accoglioni", GODO!
RispondiEliminaIntanto, A Senato', canticchio come Guccini che "è difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già..."
MEMORABILE GIULIO TREMONTI E LAPIDARIO :
RispondiElimina"Conte è avvocato ...
che patteggia....
l'ergastolo per il suo assistito" !
(Per te, Alberto, non posso rinunciare a una dotta citazione avvocatizia : "sanctus Yvo erat Brito - advocatus et non latro - res miranda populo" !
Se oltre a questo c'è come premessa una parte del governo che non è piena espressione della maggioranza parlamentare ed un primo ministro ben disposto ad emanciparsi da chi lo ha creato dal nulla, la vicenda comincia ad assomigliare ad un giallo di Colombo, dove il problema non è trovare l'assassino, che è fin da subito sotto l'attenzione del (finto) svagato tenente, ma riuscire ad incastrarlo.
RispondiEliminadal Tramonto dell'Euro al tramonto di Bagnai...
RispondiEliminaChe nel frattempo è diventato responsabile economico del partito e siede al MEF per trattare riduzioni di imposte, investimenti sul territorio e altra roba inutile di questo tipo.
EliminaAncora più chiaro Giulio Tremonti su MES e manovrine AVVOCATICCHIO-GUALTIERI :
RispondiElimina" No, basta così, nessuna riforma del Mes. Cari fratelli tedeschi e francesi,abbiamo finito di porgere il nostro collo alla vostra catena che ci strozza" !
SIC DIVUS JULIUS ...locutus est !
Carissimo Professore, sono sempre più sconcertato e scoraggiato. E' troppo evidente quanto è negativo per l'Italia il nuovo accordo sul MES. Ma è possibile che la malafede dei nostri negoziatori arrivi al punto di calpestare in questo modo gli interessi dell'Italia? Secondo me non la malafede non può spiegarlo, secondo me c'è proprio incompetenza, incapacità. Del resto, non è difficile immaginare quanto sia arduo, per chi non è un economista e non padroneggia pienamente la materia, districarsi tra il profluvio di norme, individuare i punti chiave e comprenderne pienamente le conseguenze logiche.
RispondiEliminaMi permetto di farle 2 critiche:
1. sta con la Lega, il federalismo sta compiendo sul piano istituzionale disastri di pari o maggiore entità di quelli che sul piano economico produce l'euro.
2. secondo me dovrebbe fare un importante sforzo di sintesi. Come nei trattati europei, nei suoi scritti verità pesantissime sono annegate in fiumi di parole...
Caro Prof, non so se eri insieme a Salvini a Milano alla presentazione del libro di Gennaro Sangiuliano sulla Cina, “Il nuovo Mao”, se non c’eri ti invito a dargli un’occhiata.
RispondiEliminaPrima però un po’ di numeri:
“Il surplus delle partite correnti cinesi in 11 anni si è azzerato, dal 10% allo 0.1%.
Non ha contribuito, precisa il Fmi, Trump e la sua guerra dei dazi, ma al contrario la reflazione salariale cinese (fortissimo aumento dei salari, anno dopo anno), politiche fiscali fortemente espansive e l’apprezzamento dello yuan.
In tal modo la Cina ha sorretto il mercato mondiale non sottraendo risorse, ma anzi aprendo agli esportatori esteri il suo mercato, costituito oggi al 76% dai consumi interni.
Attenzione dunque a seguire la vulgata dei media e degli economisti occidentali. Quella cinese non è affatto un’economia mercantilista (ossia trainata dalle esportazioni e dalla costante riduzione dei salari, sul “modello” della Germania e dunque dell’intera Unione Europea), ma predilige l’equilibrio nello scambio con l’estero.
Al contrario, nota il Fmi, il surplus delle partite correnti tedesche raggiunge il 7,3% del pil, a cui fa da contraltare il deficit delle partite correnti americano pari al 2,3%, con il debito federale cresciuto sotto Trump del 10,1%, raggiungendo il 101% del pil.
In totale i debiti americani raggiungono 70 mila miliardi di dollari.
Ma il debito americano deve fronteggiare un tasso di risparmio appena al 4% del Pil, mentre quello cinese è al 50.1% del pil, con il risparmio cresciuto – negli ultimi 7 anni – del 423%!
Nota il Fmi, anche la Cina deve rientrare dai debiti delle imprese, ma queste le hanno fatto per investimenti nell’economia reale, non certo attraverso riacquisto delle azioni.”
Di cosa stiamo parlando dunque?
Un libro ridicolo, nato da una visione profondamente ideologica le cui conclusioni sono senza fondamento: la Cina nuova potenza imperiale che vuole sostituirsi al potere legittimo degli Stati Uniti d’America la prima e più grande democrazia del mondo. Ancora con questa storia della grande democrazia… Chi sedeva a quel tavolo, ma anche quelli che occupavano la sala, sapeva benissimo che gli USA sono il paese dove scorre in tutte le sue arterie istituzionali l’interesse delle lobby, le quali intervengono in ogni aspetto della vita dello stato, delle sue scelte in tema di politiche sociali, economiche e soprattutto internazionali. Nelle loro mani c’è tutto dall’istruzione, alla sanità e alle carceri. Sono le stesse che esportano la “democrazia” nel mondo, che creano le bolle di titoli tossici per destabilizzare gli stati, che impongono alle Nazioni Unite tutte le agende, dalla ristrutturazione dell'intero sistema industriale mondiale pilotata dalle Banca mondiale, dalla Banca d'Inghilterra e dalle altre banche centrali della BRI con il finanziamento della cosiddetta agenda verde per farne il veicolo che vedrà le multinazionali e i Fondi di Investimento prendere in mano la struttura industriale di tutti i paesi coinvolti scavalcando a piè pari ogni residua autonomia degli Stati in tema di politiche industriali e di economia. Un’agenda che con l'imposizione di un limite all'emissione di CO2 vorrebbe attaccare le economie emergenti e sottrarre risorse fondamentali alla Russia, al Venezuela e all'Iran; o quella che vuole portare l’intera popolazione mondiale verso il meticciato attraverso le politiche dei flussi migratori. Parliamo quindi di agende che mirano alla dissoluzione delle specificità culturali e poi degli Stati Nazionali i cui governi già vengono diretti sotto la minaccia della bancarotta per la trappola del debito che hanno così bene ingegnato, in modo che i capitali possano circolare liberamente e sottrarre alle nazioni ricchezza reale, mentre le popolazioni sono considerate bestiame a cui imporre i loro prodotti anonimi, ingegnerizzati e malsani. Il libro di Sangiuliano serve da sponda all’azione destabilizzante, operata ad Hong Kong, dagli angloamericani nei confronti della Cina.
Dato che i soldi che paghiamo al fondo per salvare le banche che prestano soldi in eurozona (non noi e con rischio di cambio nullo) a noi costano molto di piu' di quanto costino a chi presta, nel caso in cui succeda quello che è già successo(il debitore non sia in grado di restituire il debito), si terrà conto di quell'extracosto pagato dallo stato italiano quando riavremo i soldi che abbiamo versato (ahahahaha)?
RispondiEliminaIdem si dica per quanto verseremo sul prossimo budget UE, noi paghiamo tali versamenti realativamente di più come interessi rispetto a quasi tutti gli altri membri, oltre che rettificare la posizione italiana in termini di contribuzione netta, visto che il nostro GDP pro capite è in regresso mentre quelli di altri paesi sia contributori che percettori sono relativamente in progresso rispetto a noi.
Ma "forse" ce la prenderemo in saccoccia anche su queste questioni, oltre che pagare per altri, visto che la UE è una grande famiglia e non un comitato d'affari come dice qualcuno; poi gli amici dell'europa interni ed esterni ci verranno come sempre a fare la paternale che non cresciamo (vorrei vedere gli altri paesi con gente come quella che ha trattato e sta trattando la nostra posizione guardando agli interessi altrui), che siamo un paese debole (e te credo, è un vero miracolo che ancora si sopravviva) ed è allo sfascio come economia, infrastrutture obsolete, salvaguardia del territorio e welfare sempre più precarizzato.
Borghi e Bagnai, i nemici del popolo. Gente da limitare,bloccare, da mettere in un angolo, come dice il saggio Brunetta. Il primo che addirittura si permette di dichiarare pubblicamente che per lui l'Italia dovrebbe uscire dall'euro mettendo così subito a rischio la stabilità finanziaria del paese. Il secondo...per carità! Questi sostiene che l'Italia da sola può farcela , che il debito pubblico italiano è sostenibile e che il problema semmai è l'indebitamento estero. Mi ricorda un tale di qualche tempo fa , un certo Galileo. Questo con il suo amico Copernico (un extracomunitario) sosteneva che la terra gira intorno al sole e gli altri pianeti uguale. Figuriamoci. Per fortuna il Santo Padre lo ha messo a posto. Il nostro è pericoloso, sta facendo proseliti. A parte un blog sempre più frequentato ho letto che centinaia di economisti nel mondo , tra cui , pensate un pò, alcuni premi Nobel sono d'accordo con lui. C'è una setta negli Stati Uniti, si chiamano MMT, che sostengono che non è peccato monetizzare il debito , come dicono loro, e che il compito principale della politica economica di uno Stato è combattere la disoccupazione. Ma vi rendete conto! L'eresia si sta diffondendo. Io faccio il bottegaio ed in bottega se non incasso non spendo! Altro che stampare moneta come se fossimo a Las Vegas. Per fortuna adesso il PD con il grande Gabrielli firmerà il MES che ci proteggerà dalle tempeste finanziarie. E grazie a Dio in televisione c'è Fazio che invita tutte le settimane il savio Cottarelli che ci spiega come stanno veramente le cose. Leggete gli articoli di Giavina ed Alesazzi (o Giavazzi ed Alesina? Non ricordo bene) , leggete Marattin, se vi volete salvare . Altro che Borghi e Bagnai. I nemici del popolo.
RispondiEliminaAuguri di buon compleanno!
RispondiEliminaAuguri Prof!!
RispondiEliminaSEMPLICEMENTE GRAZIE.
Non si potrebbe ricorrere alla Corte Costituzionale, visto che la Costituzione all'art.47 tutela il risparmio in tutte le sue forme?
RispondiEliminaLa ringrazio anche io, Senatore, la ringrazio al 99%... perché sono così poco generoso? Ah, solo perché sarebbe ora che lei riconoscesse che l'antitrasparenza europeense, l'oscurità dei trattati e L'OSCURITÀ DEL TUNNEL DEL TAV hanno molto in comune...sono voluti dalle stesse persone... sono tutte cose molto nocive.
RispondiElimina“L’America è una Piramide di bugie” di Gordon Duff (*)
RispondiEliminaLa politica estera americana, non solo verso la Russia e la Cina, ma nel mondo in generale non è basata su una teoria politica o sull’interesse nazionale. Non esiste un destino manifesto o altro se non un servizio di lobbies per diffondere la “democrazia che guida il dialogo”.
Qualunque artificio possa essere servito per così tanti anni, coinvolgendo tutti, tranne pochi, Ezra Pound, Martin Luther King, così pochi, non rimane nulla, nulla a cui ancorarsi, nulla in cui credere.
A volte guardarsi allo specchio può essere un orrore.
L’America esiste per favorire la guerra, la povertà, la discordia e la lotta. Tutte le informazioni, fornite attraverso l’educazione falsa, l’intrattenimento propagandistico, l’intelligenza fasulla, le notizie inventate o le allusioni e le sbavature dei social media e di Google, sono create da “lobbisti”.
L’informazione consiste in realtà in una grande creazione di informazioni false mentre si cancella tutto il resto, questo è il più grande settore dell’era digitale.
I lobbisti, a loro volta, impiegano “gruppi di riflessione”, fronti di propaganda sottilmente velati per la cabala dell’élite militari, agenzie di intelligence e criminali finanziari che succhiano al mondo la vita.
Coloro che non viaggiano al di fuori degli Stati Uniti non sono consapevoli di come la nazione americana è vista. L’America è odiata, è uno zimbello, è insultata perché agli americani non piacciono quelli che hanno misericordia.
Altri ancora, quelli che una volta ammiravano o dipendevano dall’America, molto spesso per ignoranza e creduloneria, provano un senso di dolore e delusione.
L’America dove si trova oggi, è una oligarchia, una terra di menzogne e censure, dove regnano propaganda e odio, perché piccoli uomini hanno assunto posizioni di potere e di leadership senza esperienza in battaglia, senza educazione classica e senza riferimento morale.
L’America non darà alla luce un Marco Aurelio, non in questo secolo e se sopravvive, e ho qualche dubbio, anche nel prossimo.
Dopo questo ampio atto d’accusa, prendiamo un aspetto e esaminiamo costi e conseguenze. Come spesso accade, ci rivolgiamo a Donald Trump, attuale “capo alligatore” nella “palude” di Washington.
Le sue dichiarazioni inciampanti, la sua pugnace ignoranza suona spesso vera anche quando viene misurata dalle fasce della popolazione di analfabeti.
La via da seguire a Washington e in tutta l’America è semplice, non importa quante volte ti beccano a mentire, mantieni la storia, ripeti la bugia e la bugia assumerà una vita a sé stante.
I bambini sono nati odiando la Russia da genitori e nonni che odiavano gli afroamericani e cresceranno e matureranno odiando, a ben vedere voi, musulmani, ebrei o chiunque gli venga detto di odiare.
Quindi guardiamo alle ragioni.
Washington esiste con un unico scopo: tassare e spendere. La nazione è tassata, con un’aliquota fiscale combinata del 55% del PNL, un’aliquota più elevata rispetto a qualsiasi “stato sociale” europeo con cibo dalla culla alla tomba e alloggi garantiti per tutti.
Eppure in America la povertà dilaga, le generazioni nascono in debito, anche coloro che hanno un’istruzione universitaria trascorrono decenni aggirandosi vicino al salario quasi minimo, si negano la proprietà della casa, sono riluttanti a fondare una famiglia, emarginati per la vita, i fortunati ereditano una casa o una pensione e nidificano con la morte dei genitori. Sogni smentiti e una vita sprecata.
Dietro il muro della rabbia e della divisione c’è la paura. Vedi, se sei povero sei vulnerabile. Senza soldi, qualsiasi americano può andare in prigione.
Una malattia grave può significare fallimento o morte o entrambi.
Quasi 100 milioni di americani hanno solo tre settimane di copertura rispetto a un senzatetto e dalla fame senza rete di sicurezza, con reddito non più sostenibile.
Puoi sentire l’odore della paura.
I paurosi sono vulnerabili, creduloni, gente da manipolare con qualsiasi narrazione.
RispondiEliminaAl governo di tutto ci sono gli analfabeti funzionalmente e moralmente flessibili che si vedono come leader. Tutti i politici sono risibili. Nessuno è fisicamente coraggioso, nessuno mostra coraggio morale, forse pochi e persino questo può essere simulato, il nostro cinismo è cresciuto così in profondità.
Soprattutto, quando la generazione del dopoguerra che ci ha dato l’ultimo insulto con Donald Trump si spegnerà, ci rimarranno quelli che abbracciano il codice morale degli anni di Reagan, rubano tutto, fanno di tutto per andare avanti, nessuna bugia è troppo vile, nessun obbligo morale, nessuna correttezza dovrà esserci se scomoda. Dove ci porta tutto questo?
Oggi guardiamo il generale James Mattis, un veterano del combattimento dei marines con medaglie e nastrini infiniti. Mattis, ex segretario alla Difesa di Trump, sta navigando nella palude per qualcosa, sta vendendo libri, vuole essere un senatore, non ne siamo ancora sicuri, ma è un personaggio curioso, a cui vale la pena dare un’occhiata.
Quando penso a cose del genere, quello che Washington chiama eroismo, vedo nella mia testa l’immagine di 1200 marine morti che galleggiano al largo delle spiagge di Tarawa o quella delle mie serate in Vietnam, a volte roba da film di guerra di Hollywood, ma anche se è stato un brutto sogno, per me il peso di quella realtà è passato da tempo.
Ora assumiamo un esercito, spesso mercenari illegali che espelliamo rapidamente quando i combattimenti sono finiti, se sopravvivono. Nelle guerre combattute con droni e missili o da piloti, sono “eroici” il più delle volte contro sfortunati civili. Arrivare al vertice di tale organizzazione militare o servire in un governo che si nutre del lato commerciale dell’omicidio è il motivo per cui l’America è dove si trova.
La città di Washington DC è il luogo dove i soldi vengono raccolti dalla cima degli oligarchi e, una volta ingrassati abbastanza, con quei soldi si potrebbe lastricare una strada o costruita una diga.
Concentriamoci ora su un piccolo raggio di luce, forse c’è?
Il generale James Mattis ha appena scritto un libro sull’America, citando le sue preoccupazioni per le divisioni politiche che sono diventate così gravi, in parte sotto la sua guardia, mettendo in guardia per la disintegrazione della nazione.
Durante la sua recente intervista con il Washington Post, Mattis, in tono da ragazzino, esitando, usa il linguaggio di un fattore di campagna, sebbene Wikipedia descriva Mattis come un “intellettuale”.
Mattis offre soluzioni, “dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo amarci l’un l’altro, dobbiamo trovare un modo migliore”. Quindi, dieci minuti dopo, fa valere la guerra per la guerra, usando affermazioni interamente basate su falsità.
La parola che mi viene in mente è schizofrenia.
Mattis e io entrammo nel Corpo dei Marines quasi nello stesso momento. Sono andato in Vietnam per servire in un’unità di combattimento mentre lui si è schierato, decenni dopo, nella Guerra del Golfo come comandante di battaglione.
Mi chiedo, certamente, come sarebbe stato Mattis se avesse trascorso mesi dietro le linee nemiche in Vietnam, imparando a conoscere la guerra “in prima linea e personalmente”. È divertente sapere che questi pochissimi eroici leader di combattimento non ne abbiano mai visto uno se non guardandolo da lontano o in TV.
Siamo a dicembre 2019, un buon momento per vendere libri come regali per le vacanze e Mattis, un ex generale della Marina e ex segretario alla Difesa di Trump, è una persona rara per ragionevolezza e deliberazione, o almeno così sembra. Mattis aveva lavorato per il mio buon amico, Gwyneth Todd al Consiglio di sicurezza nazionale, alla Casa Bianca alcuni anni fa. Todd ha sempre parlato molto bene di Mattis.
Eppure, mentre guardo Mattis parlare, che risponde alle domande caramellose del Washington Post, facendo affermazioni dopo asserzioni non fondate su nazioni dopo nazioni, imbrattandone alcune con vere e proprie menzogne mentre stava difendendo altre meritevoli invece di diffamazione, così mi ritrovo a sentirmi male.
RispondiEliminaPiù parla, più diventa chiaro che, oltre le parole scelte con cura, dimostra una grande vacuità, fatta di privilegi, di rospi inghiottiti, di mediocrità.
Eppure, dietro di esso, vediamo qualcos’altro, la storia immaginata, cancellata, ricostruita dal “nuovo pensiero” nell’irriconoscibile. Milioni di morti delle guerre americane, le lezioni apprese, tutte cancellate dal nostro mondo come da un algoritmo di Google.
Washington è una città di bambini e la guerra per i bambini di Washington non è altro che un videogioco, con sofferenza lontana di altre persone, denaro di altre persone, e un conto da pagare che non è mai arrivato, non a Washington.
Quello che diventa chiaro, vedendo Mattis, forse il migliore, è che da Washington non usciranno altro se non bugie. È anche chiaro che Mattis non ha cognizione, non sa nulla della vera storia né è stato esposto a nessuna narrativa non fabbricata per supportare la sua visione limitata impregnata di falsità.
Questo è un uomo che era “lì”, generalmente al comando di qualcosa, spesso al vertice o vicino al potere, quando gli Stati Uniti uccisero milioni di persone per causa di lunghe menzogne provate e tuttavia nessun rimorso, nessuna assunzione di responsabilità, nessuna ammissione anche di fronte la recente pubblicazione del Washington Post di documenti recentemente declassificati, che dimostrano che il suo ruolo in Afghanistan è ingiustificabile.
Non c’è una domanda sull’Afghanistan, sulle bugie, sulla corruzione e sui rifiuti e sui suoi stessi fallimenti, eppure Mattis, anche per mia stessa ammissione, è uno dei migliori.
Questo ci lascia con una triste verità. Negli Stati Uniti non è rimasto un solo leader militare in carica che possa affermare di aver combattuto la corruzione, di aver parlato onestamente dell’inutilità delle guerre illegali o di aver rischiato il guadagno personale diffondendo la verità.
Non c’è nessuno, nemmeno Mattis, ed è uno dei migliori.
In realtà, nessun singolo ufficiale americano, che non era a corto di militari, non ha mai parlato, nessuno, nemmeno Mattis ed è lui uno dei migliori.
È ancora lì, fanciullesco, quasi adorabile, un volto onesto, una voce semplice, ma il messaggio, per l’odore puzzolente della malattia, è schiacciante.
*Gordon Duff è un veterano dei combattimenti dei marines nella guerra del Vietnam che ha lavorato per decenni sui veterani e sulle questioni relative ai prigionieri di guerra e si è consultato con i governi sfidati da problemi di sicurezza. È redattore senior e presidente del consiglio di amministrazione di “Veterans Today”, in particolare per la rivista online ” New Eastern Outlook “.
Questi sono gli Stati Uniti d’America, e Israele è anche peggio, perché se quelli nascondono la loro vera natura con la menzogna Israele è tracotante abbastanza da infischiarsene dell’opinione pubblica internazionale tanto che nemmeno rafforza più la patina stinta di un “Israele faro della democrazia in Medioriente”, per i sionisti calpestare la vita umana, l’etica e la morale sono una dimostrazione di forza ed è questo quello che pe loro conta. Quindi mi farei la domanda: cosa comporta ergersi a difesa di “regimi”, perché tali sono, in cui domina menzogna e totale arroganza? La NATO si sta preparando per attaccare la Russia e si può già da ora prevedere una posizione della Lega a favore di un intervento armato che si ammanta delle solite menzogne. Si tratta di un partito profondamente liberista (quello di Giorgetti che vuole un governo Draghi è solo l’ultimo segnale di un’appartenenza che non ci si può più nascondere se si è con sé stessi onesti), liberista e servo degli americani. Ma tu Prof, quando sarà il momento, da che parte sarai schierato?
Dalla parte di chi non si beve come acqua di fonte qualsiasi scemenza complottista diffusa dai media nemici della democrazia (perché nemici della verità fattuale) per seminare disfattismo. Quindi non dalla tua.
EliminaL’articolo in oggetto è comparso su “Veterans Today” di cui è redattore Gordon Duff un veterano della guerra del Vietnam e consulente per la sicurezza del governo american. Uno che il sistema lo conosce molto bene. Che l’amministrazione dei governi americani da Kennedy in poi sia espressione del potere delle lobby non è un segreto per nessuno. Che la menzogna sia la prassi abituale nella politica estera degli US è un’evidenza che solo Salvini può negare, pronto com’è a difendere a spada tratta le politiche aggressive del sionismo israelita e l’imperialismo guerrafondaio statunitense. Dimmi, quale sarebbe la verità fattuale? Entrambi hanno trasferito in Medioriente orde di terroristi dopo averle addestrate e armate con i soldi dei loro alleati wahabiti, usandole in una guerra per procura, per poi accusare di terrorismo le milizie sciite scese in campo per difendere le nazioni arabe attaccate. Questo è il twitter vergognoso di Salvini che sull’esempio dei suoi “protettori” ribalta la realtà facendo dell’aggredito l’aggressore: “Donne e uomini liberi devono ringraziare il presidente Trump e la democrazia americana per aver eliminato #Soleimani, uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”.
EliminaSoleimani, Generale della Guardia Rivoluzionaria iraniana, i terroristi li ha combattuti, per questo è stato ucciso insieme al gruppo di ufficiali iracheni che hanno portato alla disfatta dell’Isis, e dopo aver bombardato le 5 basi della milizia popolare irachena Kata’ib Hezbollah che quegli ufficiali comandavano. Tutta la storia della guerra al terrorismo è una grande menzogna, lo si può negare solo se si è in mala fede e si vuole nascondere le responsabilità della gang autrice del misfatto. La Lega ha deciso di essere la ruota di un certo carro. Chi fomenta le guerre da sempre lo fa muovendosi su un piano dove la logica dell'UTILE ha sopravanzato e indebolito quella del "diritto", fino a giustificare il ladrocinio e la barbarie. Bisogna capire che la globalizzazione ha reso questo piano impraticabile. Di questo ne è perfettamente cosciente la Russia di Putin che ritiene centrale la salvaguardia del Diritto Internazionale, necessità che costantemente ribadisce.
Caro Salvatore, come vedi ti lascio esprimere. Tuttavia tu hai violato una regola di questo blog. Non sono ammessi commenti a puntate. L’unico logorroico che adoro sono io, quindi ora vai pure, se lo desideri, ad aprire altrove il tuo blog di geopolitica, o di diritto internazionale, o di qualsiasi materia di cui tu sia o creda di essere esperto, ma… temo che per un po’ non potrai usare come “ascensore mediatico” questo blog di economia. È un banale problema di metodo. Conto sulla tua comprensione.
EliminaTi ho pensato capace di raccogliere le istanze di riscatto della nostra povera Italia. Hai l’intelligenza e la cultura necessaria ma ti sei agganciato al carro sbagliato. Finora ho sempre e solo cercato di metterti in guardia, e credo che tu in fondo l’abbia capito.
EliminaSalvatore caro, quanta enfasi in così poche righe! Ti assicuro che io mi prendo molto meno sul serio di quanto tu prenda te stesso. Ora la domanda è: come ho fatto ad arrivare dove sono arrivato senza seguire i tuoi buoni consigli? La risposta non la so, ma siccome non voglio saperla, ti prego di non darmela (perché che tu la sappia ne sono certo).
EliminaGrazie Prof.
RispondiEliminaBuongiorno prof. ho letto il suo post sul fatto che parecchi di noi non abbiano ancora capito la bilancia commerciale ecc.. vorrei chiederle perché nessuno parla mai dell’iper surplus commerciale della Germania perpetrato da quasi 20 anni e delle conseguenze per gli altri paesi dell’eurozona. Mai mezza parola sulla miriade di scorrettezze dei tedeschi. E poi, cosa c’è di vero sul fatto che Giorgetti sponsorizzerebbe Draghi come premier. Draghi? Il liquidatore dell’impresa pubblica italiana, il padre della riforma bancaria del 1993. Un criminale assoluto sponsorizzato da Giorgetti.
RispondiElimina#hastatoGioggetti
EliminaAuguri Professore e che che gli Dei, che nulla possono contro la stupidità umana , aiutino almeno Te
RispondiEliminaOttima spiegazione, che purtoppo non leggiamo su qualsiasi giornale
RispondiEliminaTrump è venuto allo scoperto, con buona pace di chi ha creduto in un cambio di rotta per una sua presunta volontà di arrivare ad una distensione con la Russia e all’abbandono della forma dura dell’imperialismo guerrafondaio statunitense. La guerra per procura in Medioriente è ormai persa e dopo il bombardamento delle 5 postazioni della guardia sciita, Kata’ib Hezbollah, e ora l'assassinio del Generale Soleimani che insieme avevano organizzato la lotta all'Isis, hanno dichiarato al fronte della resistenza e al mondo intero le loro reali intenzioni: prendere possesso delle risorse energetiche dell'area e imporre la loro presenza militare a tutti i governi sovrani del Medioriente. A questo punto La Russia e la Cina non potranno più tergiversare e saranno costretti ad accettare il confronto che ovviamente avverrà dapprima nelle sedi diplomatiche coinvolgendo la comunità internazionale con una convocazione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Ora, ogni nazione dovrà scegliere da che parte stare e decidere del futuro del mondo. Nessuno più può permettersi di non prendersi la sua quota di responsabilità.
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