Oggi invece è toccato all'ANSA, uno dei tanti media dei quali nel corso degli ultimi anni abbiamo imparato ad apprezzare l'equidistanza, di regalarci un momento di franca ilarità del quale le siamo sinceramente grati, con questo lancio spettacolare:
Dunque, cerchiamo di far chiarezza in questo corrusco lacerto di prosa marinettiana. Aiutiamoci con un altro house organ dell'eurismo italiano (eh, quanto sarà tragicomico l'imminente otto settembre!): la Treccani. Mi permetto di trarne alcune definizioni:
frenare v. tr. [lat. frenare, der. di frenum «freno»] (io fréno, ecc.). – 1. Moderare la velocità di un corpo [...] 2. fig. Cercare di impedire o rallentare o disciplinare un moto, una tendenza [...]
Bene. Quindi, par di capire, l'economia va avanti, ma in modo meno veloce, più disciplinato. Insomma: c'è meno crescita, ma non dobbiamo preoccuparci, perché negli ultimi mesi va meglio. Fino a qui, nulla di nuovo sotto il sole: "Improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire.Eliminare le notizie allarmistiche, pessimistiche, catastrofiche e deprimenti". Oggi come ieri i giornalisti tengono famiglia: non sia mai gli tocchi fare la fine degli intellettuali scomodi alla Berlinguer (Bianca)!
Passata la velina renziana, si può inserire la dissonanza, della quale nessuno si accorge: "indicatore in ulteriore calo". Indicatore? Quale? Calo? Come? "Con intensità più contenuta".
Ah, vabbè...
E il lettore gira pagina.
Ottimo lavoro, cari informatori. Ora, col vostro permesso, chiarisco come stanno le cose, partendo dalla fine. Oggi sono usciti gli ultimi dati sull'indice della produzione industriale dell'ISTAT. L'indicatore del quale l'ignoto prosatore oscuramente farnetica (senza nominarlo) è appunto questo, del quale vi ricordo la definizione (dal glossario del sito ISTAT):
Chiaro, no? (Per i dettagli, è utile questo).
Il lancio dell'ISTAT, oggi in homepage, è anch'esso piuttosto chiaro:
e non parla di un'economia che frena (cioè che diminuisce una velocità positiva), ma di un'economia che va a marcia indietro (cioè che ha una velocità negativa, cioè che cala: sia rispetto al mese precedente, che rispetto a dodici mesi or sono).
Ci auguriamo tutti che almeno in autostrada l'ignoto titolista riesca a distinguere la differenza fra frenare e andare a marcia indietro. Ci e gli auguriamo di non confondere i due concetti, soprattutto in corsia di sorpasso. Nel caso lo faccia, possiamo solo auspicare, nel caso ci si trovi a passare per lì, di essere al volante non di un'utilitaria ma di un TIR (magari a pieno carico, perché...).
Sbagliarsi è lecito. Coinvolgere le vite altrui nei propri errori, molto di meno. Il segno di una derivata prima può costare una bocciatura a un esame di analisi, e la vita quando si guida un'automobile...
Detto questo, cerchiamo di capire come stanno le cose.
Non mi riferisco al mondo dell'informazione: quello è roba da stomaci forti, come voi grazie a me ormai avete imparato a capire (ad esempio: avete visto questa storia che mi hanno raccontato in molti e che oggi Foa rende nota sul suo blog?). Mi riferisco alla produzione industriale, che conviene esaminare con due strumenti ottici, partendo dal telescopio, come spesso facciamo qui, cioè esaminandone le tendenze nel lungo periodo. Non è la prima volta che lo facciamo, ma vale la pena di fare un ripasso allargando lo zoom.
Eccovi serviti:
Qui avete 35 anni (1980-2015) di indice della produzione industriale (ma se volete ne ho di più). Il dato sul quale nessun giornalista renziano (o montiano) farà mai un titolo è che nel 2014 la produzione industriale italiana era scesa al livello del 1986, cioè di 28 anni prima. Nel 2015 siamo cresciuti: titoloni "l'Italia riparte", per leccare il grullo del contado, ma la sostanza è che l'indice del 2015 si situa ai livelli di quello del 1987, cioè, appunto, di 28 anni prima. Quindi riparte una sega: abbiamo perso un quarto di secolo in due tranche: una grazie allo shock Lehman, e una grazie all'austerità di Monti (come abbiamo già visto partitamente qui), e non c'è versi di recuperare questo distacco. I due fenomeni sono evidentissimi nel grafico, come pure è evidente il calo della produzione industriale durante lo SME credibile (cioè dal 1988 al 1993 circa), ovvero nel periodo in cui, in una sorta di prova generale dell'euro, i paesi aderenti al Sistema Monetario Europeo (SME) decisero di bloccare i rispettivi tassi di cambio, ed è altresì evidente la ripartenza nel 1993, dopo l'uscita dalla gabbia dello SME.
Una piccola precisazione sui dati. Il sito ISTAT, per motivi che saprà lui e che certamente sono giustificatissimi da apprezzabilissime questioni di scrupolo metodologico, non riporta serie così lunghe. Il fatto è che se ci fosse un giornalista non renziano, magari potrebbe consultarle, e allora salterebbe fuori il titolone (che qualcuno, vedrete, farà dopo aver copiato da questo post: magari, ci scommetto, il solito Vito Lops...): "L'Italia è tornata indietro di 28 anni!" (e apriti cielo). Per ottenere una serie così lunga ho utilizzato due fonti: le International Financial Statistics nell'edizione del 2011, e il sito ISTAT, confrontando, in quest'ultimo, le serie con la vecchia base (2005) e quelle con la nuova (2010).
Sì, perché un indice, come potrete approfondire qui, se vi serve, è un numero che serve ad apprezzare l'intensità di un fenomeno, e la sua evoluzione nel tempo. In quanto tale, esso prende un dato anno come riferimento (base), e in quell'anno, per convenzione, l'indice viene normalizzato al valore di 100. Questo permette di apprezzare a colpo d'occhio di quanto varia l'intensità del fenomeno considerato. Ad esempio: siccome l'indice che vi ho proposto in figura ha base 100 nel 2010, e nel 2014 era sceso a circa 90, vediamo subito che fra 2010 e 2014 la produzione industriale era diminuita del 10%. Mica male, eh!
La base però è convenzionale: gli istituti di statistica la aggiornano regolarmente, per il semplice motivo che quando ci si allontana dalla base i numeri diventano meno facilmente confrontabili. Non tutti infatti capiscono che mentre 10 è il 10% di 100, non lo è di 200. In un'economia che cresce è quindi utile rivedere periodicamente le basi. Questo però, almeno in teoria, non altera i tassi di variazione degli indici: semplicemente, altera la scala (convenzionale), cioè l'anno in cui l'indice vale 100.
Tanto per capirci: la serie che vi ho mostrato sopra è stata costruita partendo da questi tre ingredienti:
la serie fornita dall'IMF nelle sue International Financial Statistics (in blu), quella fornita sul sito dell'ISTAT con la vecchia base (2005, in arancione), e la serie più recente, quella a base 2010 (sempre reperibile sul sito dell'ISTAT, in grigio). Vedete che le due serie a base 2005 praticamente si sovrappongono: nel periodo di overlap la correlazione fra i rispettivi tassi di crescita è di 0.99. Le due serie ISTAT (a base 2005 e 2011) si sovrappongono per soli tre anni, con una buona correlazione in livelli (0.98).
(...non avrebbe senso calcolarla fra i tassi di variazione perché ce ne sono solo due su dati annuali, ma i dati mensili vi mostreranno che l'andamento è identico...)
In definitiva, quindi, per ottenere la serie a base 2010 dal 1980 al 2015 ho retropolato la serie grigia coi tassi di variazione della serie a base 2005 (ISTAT finché c'era, poi IMF). Un minimo di sforzo, ma ne valeva la pena, per darvi questa bella notizia: siamo più giovani di 28 anni! Anzi: più giovani no: solo più poveri...
Va precisata una cosa. La manifattura è solo una delle componenti del PIL. L'industria è il settore trainante per tanti motivi, ma la maggior parte del valore aggiunto si produce nei servizi. Ne conseguono un paio di cose. Intanto, che in una certa misura è fisiologico che l'IPI perda terreno rispetto al PIL. Lo vediamo in questo grafico, dove ho espresso sia il PIL che la produzione industriale come indici con base 100 nel 1980:
Il cuneo che si allarga fra le due grandezze è determinato, ad esempio, dalla terziarizzazione dell'economia, ecc., ed è appunto in questo senso che quindi è in parte fisiologico. Il dato patologico, però, è che la divaricazione si accentua sempre quando fissiamo il cambio: fra 1987 e 1992, e poi dal 1999 (a spanna). In un paese manifatturiero come il nostro il cambio rigido non è certo l'unica causa della deindustrializzazione. Ma negare che la favorisca è impresa piuttosto ardua: credo possa riuscire solo a un traditore o a un imbecille, ma sono ovviamente aperto ad altre possibilità. Come avete visto nel post precedente, quello del disallineamento del cambio viene percepito come problema dagli economisti veri. Se me ne trovate uno che dice che il cambio sopravvalutato fa bene a un'economia come la nostra vi sarò molto grato.
Un altro dato fisiologico è che siccome l'industria è una parte di un tutto, ed è la parte più esposta alle fluttuazioni dei mercati internazionali (i beni manufatti sono tradable, commerciabili internazionalmente, mentre i servizi molto meno - a parte per i cretini da talk show che vanno a tagliarsi i capelli a Duisburg e a parcheggiare la macchina a Amiens: da cui discende la loro preoccupazione per una eventuale svalutazione della liretta...), accade che l'indice della produzione industriale fisiologicamente sia più volatile. La sua variazione ha una maggiore varianza, insomma, come si vede da qui:
Per i tecnici: lo s.q.m. del tasso di crescita del PIL nel periodo considerato è 1.9, quello del tasso di crescita della produzione industriale 4.5 (se vede a occhio...).
Detto questo, passiamo al microscopio, cioè ai dati mensili recenti. Eccoli qui:
...e purtroppissimo non ci si capisce niente! Il signal della tendenza di lungo periodo è quasi completamente offuscato dal noise del ciclo stagionale. Vedete ad esempio che bel tonfo in ogni agosto, quando le fabbriche ancora aperte (sempre di meno) chiudono per ferie (sperando di riaprire)?
Ora, mi piacerebbe molto parlarvi del ciclo stagionale, delle oscillazioni armoniche, delle radici complesse dell'unità, della formula di Eulero, dei filtri passa-banda: insomma, riprendere il discorso che avevo iniziato a Tignale, condividendo con voi quel cibo che solum è mio, certo prendondola un pochino larga (partendo da Pitagora...), ma che proprio non vi interessava, perché a voi non interessano le cose interessanti.
"Professore, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro,
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"Bene, caro, parliamo dell'euro. Ma tu chi sei?"
"Non importa, professore, io non sono nessuno, ma la prego, mi parli dell'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro,
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l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro, l'euro,
l'euro..."
Un incubo...
A parte il fatto che preferisco la vera superbia (la mia) alla falsa modestia (la vostra: fate tanto gli umili de sta ceppa, ma appena vi gratto con l'unghietta trovo molto spesso dei piddini a 24 carati, tutti convinti di essere mooooolto fuuuurbi, salvo poi incavolarvi con gli altri se non siete in grado di spiegargli le cose che non avete capito...), a parte il fatto che presentarsi è EDUCAZIONE, ovvero rientra nell'insieme delle cosiddette #lebbasi, senza le quali sarebbe buon senso non arrischiarsi in società, e a parte il fatto che l'ultimo al quale hanno risposto "sono Nessuno" è finito molto male - e io non ho nessuna intenzione di finire altrettanto male, quindi quando mi incontrate:
1) o mi evitate;
2) o mi dite chi cazzo siete;
3) o vi stronco finché ho almeno un occhio sano;
a parte tutto questo, se c'è una singola cosa che dovreste aver capito da me in questi cinque anni è che se c'è una cosa poco interessante per un vero economista è l'euro (e la sfilza di QED di questo blog dovrebbe provarlo a sufficienza).
Ma passons. In fondo ci si affeziona a tutti, e anche voi, con le vostre strane patologie, siete di compagnia. Quindi, invece delle perle, vi do il buon pastone dell'ISTAT. Ingrassatevi con i suoi dati destagionalizzati (dai quali Carlucci mi insegnò illo tempore a diffidare: e sì che chi li produce alla fine sono suoi allievi...):
Ecco: qui avete il destagionalizzato mensile vecchia base (in blu) e nuova base (che parte dal gennaio 2010). Potrete constatare dal periodo di overlap che le due serie hanno dinamica sostanzialmente identica. Se le aggiuntiamo, otteniamo questa serie (base 2010):
di cui qui vi mostro i tassi di variazione tendenziale (mese su stesso mese dell'anno precedente):
e qui vi mostro cosa è successo da quando ho aperto questo blog (cioè dal novembre 2011, che incidentalmente è anche la data in cui Monti ha preso servizio):
Non so se è chiaro: dei tre governi che dovevano salvarci (Monti, Letta, Renzi) solo il primo ha lasciato un qualche segno apprezzabile in termini statistici: il primo. Peccato che fosse un segno meno. Il grullo del contado, con tutto il rispetto per alcuni dei suoi tecnici che conosco, ma che sono impastoiati per i noti motivi, non è riuscito a far gran che. Ha trovato l'indice della produzione industriale a 91.6 nel febbraio 2014, e ce lo rende a 91.8 nel giugno 2016, in calo da un massimo di 93.2 a gennaio 2016 (non esattamente un Everest).
Ben 2 decimi di crescita, da 91.6 a 91.8, in due anni!
Data questa prestazione, #iostocolgiornalistachedeveobbedireallavelina!
Porello!
Deve essere veramente difficile far passare per un successo, o comunque per un miglioramento ("meglio ultimi mesi"), o almeno non far passare per un totale insuccesso, una roba simile. Sulla tomba di questo ignoto milite, sulla tomba di questo Pulitzer misconosciuto, riverenti porremo la stele che ricorda gli sconfitti di una battaglia meno ignobile, combattuta da un regime non meno ignobile: "Mancò la fortuna, non il valore"!
E comunque, amico giornalista, resisti. Presto le cose cambieranno, e potrai tornare a dire cose più sensate.
Quelle che ora, chi volesse leggerle, dovrebbe venire a farlo qui...
(...la morale della favola è che siamo incartati come una caramella, e non possiamo aspettarci alcuna ripresa fino a quando non usciremo dall'euro. Secondo me nei prossimi mesi molti si sfileranno da Renzi e lo lasceranno a prendersi in faccia l'esplosione di MPS, sperando di poter poi rientrare a gestire la bonanza del dopo euro. Ne abbiamo parlato più volte, ma queste dinamiche ormai sono palesi e a questo proposito vi consiglio di seguire sempre assiduamente Dagospia, che, per quanto posso verificare, è sempre molto attendibile...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
sabato 6 agosto 2016
Indice della produzione industriale
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Ma restera' qualcosa da gestire nel dopo euro ? Ripartire da un cumulo di macerie chiede statisti non politicanti...vedo poco di buono all'orizzonte.
RispondiEliminaQualcuno continua a chiedermi quando torno dalla Nuova Zelanda...gli ho appena risposto quando l'Italia tornerà' almeno al 2007 come indice di produzione industriale....
Per un attimo ho temuto che lei fosse uscito fuori di testa come Jack Torrance in Shining(all work and no play makes Jack a dull boy).Sarebbe venuta a mancare la nostra quasi unica fonte di informazioni.
RispondiEliminaNo, siete usciti (o mai entrati) di testa voi. Io mi sono solo seccato di fare il jukebox.
EliminaE come con un Juke Box c'é chi contribuisce ad asimmetrie, compreso il sottoscritto (che Le scrive sotto pseudonimo per evitare ban). Professore Lei ha mille motivi per perdere le staffe, è rimasto inascoltato per troppo tempo e oggi c'è chi si sveglia "scoprendo" cose che Lei insegna da tempo, tuttavia (parere personale) dovrebbe moderare i toni che sta tenendo negli ultimi tempi (da Twitter a questo blog) perché ne va della sua credibilità in un periodo in cui c'è bisogno di distinguere tra le persone serie come Lei e chi invece pacatamente continua a raccontare balle.
Elimina...io apprezzo invece la personalità e il carattere del prof. e le sue intemperanze (se così si possono chiamare) le inquadro nella battaglia contro l'odioso politically correct che ha decisamente rotto i coglioni (anche all'ispettore Callaghan)...e pure io contibuisco ad Asimmetrie anche se qui mi esprimo con lo pseudonimo... per me va bene così.
EliminaTekkaman
@tekkaman non è questione di personalità e carattere ma questione di opportunità. Usando certi toni e parlando alla pancia delle persone c'è il rischio di confondersi con i tanti complottisti che argomentano a caso.
EliminaLe persone incazzate lo sono comunque, una ragione per loro vale l'altra, bisogna invece convincere "i moderati", "i tiepidi", quelli che ancora non sentono il bisogno di cambiare le cose, quelli che negli anni si sono fatti "imbalsamare" dall'informazione "autorevole" e rassicurante...che purtroppo sono la maggioranza
..se per te il prof parla alla pancia delle persone...
Elimina@ Francesco Bellis ...in quanto ai "moderati" poi :
Eliminahttp://ilpedante.org/post/i-moderati-sive-de-grege
Sai, Bellis è una brava persona, e condividerei le sue preoccupazioni, che mi sembrerebbero fondate, se nel frattempo non avessi capito, vedendo le cose dalla mia posizione, che non è la sua, che il mondo non funziona come lui crede, o meglio auspica.
EliminaPossibile che non capiate la differenza tra essere e apparire e che i tiepidi sono buoni solo per il Fonditore di bottoni?
EliminaPensa che quel poraccio di Serendippo è convinto che Fassina stia facendo la cosa giusta... Uno che avrebbe potuto creare seri problemi a Renzi se avesse creduto a quanto gli dicevo (e poi è successo), ed è finito a discutere "de monnezza" con la Raggi. A me dispiace rimarcarlo, anche perché non posso non giungere alla comclusione che a sinistra siamo fottuti senza speranza alcuna...
EliminaCmq in tv è sempre molto contenuto e signorile, quasi da loden. Per iscritto... è una fottuta bestia....
EliminaMio padre ha novant'anni, due leggere ischemie alle spalle negli ultimi quattro, e una vita intera di lavoro come commerciante sul groppone (emigrato minorenne in Argentina coi genitori, iniziò proprio là a bottega col babbo, andando a scuola sull'asinello). Il profilo di moderato ce l'ha (e visti i pregressi brevemente citati, come molti altri avrebbe il diritto di occuparsi serenamente della parte conclusiva dell'esistenza, e a farsi fottere l'euro e l'unione europea).
EliminaCirca un mese fa mi dice: "Ho visto Bagnai in televisione. Mi è sembrato una persona equilibrata".
Apriti cielo! Non pensando completamente altrettanto, sotto sotto, del suo primogenito (a cui vuol comunque un gran bene), mi son dunque detto: "Ora forse potrà cominciare a fidarsi della voce originale!".
Bortoletto ha definito bene la tenuta del Prof nei media. Ora bisogna dunque capire se per "moderato" s'intenda il corretto impiego dei propri neuroni cerebrali a prescindere, oppure la loro insanabile assuefazione. Se fosse soltanto la seconda, varrebbe irrimediabilmente l'acronimo militare di SNAFU.
"Uno che avrebbe potuto creare seri problemi a Renzi se avesse creduto a quanto gli dicevo (e poi è successo), ed è finito a discutere 'de monnezza' con la Raggi".
EliminaMa prof, lei è un economista e lo sa benissimo (l'ha anche riconosciuto più volte) che tattiche e strategie politiche non sono pane per i suoi denti. Troppe variabili nascoste alla sua visuale settoriale, troppo raffinati equilibrismi per la sua sensibilità puramente tecnica. Fassina la sua partita la sta giocando da professionista della politica: a tempo debito il disegno complessivo le apparirà chiaro e sarà il primo a compiacersi di come le sue preziose ma avulse analisi tecniche saranno state messe a sistema da chi sapeva come e quando avvalersene.
Quanta verità nelle tue parole, Fabrizio. Mi viene da dirti aaaaa... vulso!
Elimina@tekkaman @Francesco Bellis
EliminaTrovo che il politicamente corretto sia in declino; in più occasioni (prevalentemente televisive) ho notato che, in tempo di indignazione e disperazione, molti stanno passando al politicamente scorretto, restando tuttavia sostanzialmente reazionari come prima.
Il politicamente scorretto non è garanzia di nulla, così come il politicamente corretto non implica necessariamente un intento subdolo: nessuno dei due è in sé condizione necessaria, né sufficiente.
Penso che l'ideale sia padroneggiare entrambi i codici (ciascuno si può utilizzare magistralmente, mediocremente o pessimamente), discernere i contesti e gli interlocutori (per cui, ad es. il parlamento è diverso dal bar sport) e soprattutto restare intellettualmente onesti e coerenti passando dall'uno all'altro.
Infatti, se la differenza qualitativa la fanno comunque i contenuti - quindi solo quelli dovremmo giudicare - il modo di veicolarli, purtroppo o per fortuna, non è e non può essere neutro e ininfluente.
@Fabrizio Laria
Fassina Stefano? Al massimo se ne potrà avvalere a livello personale per riciclarsi come pavido gregario (natura matrigna) dei futuri vincenti (sempre che vincano per altri motivi perché se dipendesse da Fassina... campa cavallo!).
La totale delusione e la bocciatura vengono dal fatto che è completamente inutile alla causa: incapace di aprire un dibattito che arrivi agli elettori, incapace di scardinare un partito che sta insieme con lo sputo.
Regà secondo me state a prenne troppo sul serio sta cosa der carattere de Bagnai. Capisco che in termini de modelli de comportamento Gesù ha lasciato un vuoto, ma se fa il possibile, no? se non ci risparmiamo un poco tra esseri umani, cioè se non siamo 'n attimo clementi - anche verso noi stessi dico - poi va a finì male, con tutta quella storia der senso de colpa, der vede' difetti sempre all'esterno ecc. ecc. ecc. Come in Europa.
EliminaRispondo solo ora perchè ero preso dal lavoro che, per inciso e toccando ferro, per fortuna ancora ho e ancora va bene.
EliminaProfessore se l'atteggiamento fuori dalle righe è frutto di una visione che non comprendo ed è inserito in una strategia che non comprendo, mi fido e spero davvero che stia dando o che darà i suoi frutti.
La mia segnalazione deriva dal fatto che in più occasioni ho condiviso (e condivido tutt'ora) i suoi post con persone che stimo e che, se avessero la voglia di andare oltre l'informazione mainstream o il tempo di leggere i suoi libri, potrebbero rivedere le proprie idee "euriste" (c'è poco da fare, con l'idea che l'Euro, insieme a l'Europa Unita, fosse una cosa buona, la maggior parte di noi ci è nato o comunque si è formato durante l'adolescenza, è dura smuovere le persone da certe posizioni) .
In un paio di casi con un lavoro di mesi ci sono riuscito, in molti altri ho ottenuto il rifiuto immediato a causa di "certi toni" sul blog che, a chi già è poco propenso, forniscono la scusa del complottismo o peggio.
La prima impressione conta per tutti, nel bene e nel male, io stesso prima ho letto i suoi libri, poi l'ho vista in televisione, non so come avrei reagito se fossi partito oggi da questo blog o dal suo profilo twitter: probabilmente avrei apprezzato i post analitici e i grafici (capendoli comunque solo fino a un certo punto) ma poi forse alcuni toni e alcune sbavature mi avrebbero fatto dubitare.
L'articolo de Il Pedante condiviso da Tekkaman (ammesso e non concesso che parta da premesse corrette) parrebbe darmi ragione: se davvero il "moderato" è manipolabile, manipoliamolo a fin di bene affinché metta in dubbio certe sue convinzioni...o no?
Non vorrei che i toni "fuori dalle righe" ottenessero più l'effetto di compattare (e titillare) una community fondamentalmente già convinta, anziché la maggioranza che (purtroppo) si deve ancora convincere.
@tekkaman e a tutti quelli che "acceso è bello", temo che voi non facciate testo: probabilmente siete già incazzati e convinti, forse vi piace crogiolarvi in questa cosa da indiani in riserva e forse non avete neppure mai dovuto cambiare idea e rivedere profondamente le vostre convinzioni, come invece è capitato a me (senza incazzature né traumi lavorativi o di altro genere), vi assicuro che non è un processo facile né rapido ed è ancor più difficile indurlo negli altri (ma è possibile).
Scusate per il lungo commento ma ci tenevo a spiegare.
Sarò sintetico. Forse hai letto poco di questo blog, e ti sei perso questa parte della storia. I tuoi amici contano per te, ed è giusto, ma politicamente non contano nulla perché sono evidentemente dei cretini influenzabili dalla propaganda. Il lavoro di convincere i cretini non posso farlo io: è un vaste programme, lo eseguiranno i telegiornali quando sarà il momento, e tu vedrai cambiare i tuoi amici in un soffio. Accontentati di aver capito tu. Aggiungo che non mi sembra tu abbia capito molto. Se avessi capito i termini della questione non cercheresti di redimere degli imbecilli, e se avessi capito questo progetto sapresti benissimo quali sono le chiavi di accesso e il materiale condivisibile con gli imbecilli: ad esempio, i miei interventi televisivi e i miei editoriali sul FQ che trovi sul sito di asimmetrie. Ma perché vuoi sottrarre gli imbecilli alla loro meritata fine? Chi ha comprato MPS perché gliel'ha detto Renzi (per fare un esempio estremo) MERITA di finire sul lastrico. Un mondo con meno imbecilli è comunque un mondo un po' migliore. Pensaci e scusa la sintesi v
EliminaScusa: ho letto meglio. Sei proprio eccessivamente naif. Non chiedo di vedere quello che vedo io da dietro le quinte, ma se veramente mi segui dovresti aver capito che da 30 anni ci stanno dicendo con uno spuegamento di mezzi formidabile che la Terra è piatta. E io dovrei da solo (anzi, peggio: col tuo aiuto!) rovesciare questa situazione? Non potremmo avete migliore dimostrazione del perché ci metitiamo l'euro...
EliminaProfessore io non voglio aiutarla in quello che fa (non ne ho né le capacità né ne avrei il tempo) né pretendo che faccia più di quello che sta già facendo (semmai meno :D), voglio solo passarle una percezione che non vorrei diventasse diffusa: se lei vuole comunicare, come dimostra di voler fare, lo sta facendo meglio tramite i libri e tramite la televisione, ma i primi sono poco immediati, mentre la televisione è superficiale e inadeguata.
EliminaA Lei questo può interessare o meno ma credo, nella mia ingenuità, che sia utile che le venga detto.
Lei è libero di esprimersi come preferisce nel luogo che ritiene più opportuno, ma quando uno cerca "Alberto Bagnai" trova soprattutto Goofynomics e Twitter, nel bene (molto) e nel male (minuscolo e limitato, IMHO, a certi toni degli ultimi tempi ma che può in parte inficiare il resto della comunicazione).
Nota a margine e poi chiudo: dal mio personalissimo punto di vista Chi "non è convinto" non è imbecille (anche perchè altrimenti la maggioranza delle persone lo sarebbe e ho ancora un minimo di fiducia nell'homo sapiens sapiens) semplicemente non è ancora sufficientemente informato per mancanza di tempo o per convinzioni difficili da sradicare (come tutte le convinzioni, di chiunque, da sempre).
Un saluto e, comunque, un sincero grazie per tutto quello che fa e per la conversazione
Francesco caro: ti avevo detto di scusare la sintesi. Alla fenomenologia del piddino è dedicata ampia parte di questo blog (a partire dal glossario). Se devo dirlo in una parola, dico imbecille (per complessi motivi etimologici). Se devo usarne di più non uso le tue. Ribadisco: io non credo che tutti meritino di capire. Punto.
EliminaC'è un motivo per cui il calo della produzione industriale si sente immediatamente all'entrata nello SME, mentre dobbiamo aspettare il 2008 perché precipiti dopo l'entrata nell'Euro?
RispondiEliminaForse perché la percezione (in campo animale, e quindi umano, e quindi economico, e quindi creditizio) è importante. Diciamo che lo si potrebbe chiamare, con riferimento all'irreversibilità di un'unione monetaria, "effetto trompe l'oeil". Che poi è quello su cui i fognatori pretendevano di fondare la realizzabilità del loro fogno.
EliminaPosso azzardare un'ipotesi?
EliminaPer il semplice motivo che c'è differenza tra un accordo tra monete a cambi fissi ed una moneta unica.
La moneta unica ha una banca centrale unica , i capitali sono molto più tranquilli nella stabilità del sistema per cui si è creato quel l'aumento sia di Pil che di produzione industriale in tutta l'eurozona.
Infatti lo Sme è durato poco mentre nell'eurogabbia ci siamo ancora dentro fino al collo.
Fuochino. Sono solo cinque anni che ne parliamo ogni giorno. Io ho un lavoro, posso aspettare!
EliminaFidanzarsi non è come sposarsi.
EliminaForse dovresti cambiare nome ad a/simmetrie. Propongo: "La randellata va seguita, per i deboli, dalle frustate" ci si riprende meglio!
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EliminaDiciamo che dopo il 1999 circolavano un po' più capitali che dopo il 1987? Che ne dite? Vi sembra plausibbbile?
EliminaO anche, dopo il 1999 le banche presero a prestare con enorme facilità. Le conseguenze le abbiamo viste dal 2009.
EliminaBuongiorno professore, ho letto un interessante articolo sull'(pen)ultimo numero dell'Espresso in riguardo al Sardex,. Lei ritiene che possa essere un argomento interessante? Anche perché non riguarda l'euro (o no?).
RispondiEliminaNon mi interessa il tema delle valute locali, anche se nel blog se n'è parlato. Purtroppo sono diventate una freccia (spuntata) nella faretra dei nuovi fascisti. Il problema che abbiamo è noto e può essere risolto in un solo modo. Mi annoia ripeterlo, ma questo non significa che mi rallegri discutere di come curare il cancro con le erbe o che mi entusiasmi spiegare che la Terra non è piatta.
EliminaBuongiorno a tutti;
RispondiEliminami riaggancio al post "Pensioni e sindacati" per una considerazione. Ieri sono andato a rinnovare la mia polizza infortuni, e ho notato che la società assicuratrice era cambiata. C'era già stato un passaggio (da Winterthur ad Aurora), ma adesso è cambiata ancora: è diventata Unipol (!). Ora in effetti unendo i puntini verrebbe fuori un leggero "conflitto di interessi", cosa con cui in passato quando si trattava del Berlusca ci hanno sfracellato le gonadi. Adesso non c'è nessuno che alza solo il ditino per far notare una certa incongruenza tra i legami che ci sono tra varie organizzazioni? Nessuno che infili un bel coltello nella piaga purulenta che oramai è servita su un piatto d'argento? Campo aspettando che salti l'euro e insieme affondi questo baraccone che è diventata la UE, e sperando che salti questo mare di merda (perdonate il francesismo) che è diventata la politica italiana. La Berlinguer portava un nome "importante" e sembrava ovvio che occupasse un certo tipo di sedia; fa impressione vederla fatta fuori da un piccolo Erdogan pauroso delle voci dissonanti. Tanto non servirà a nulla, a tempo debito saremo qui a ricordarci di lui (e non solo).
Siamo in un mare in tempesta e abbiamo perso tutti gli strumenti elettronici di ausilio alla navigazione. Abbiamo un unico riferimento ovvero la luce di un faro! Teniamo d'occhio e concentriamoci solo sul quel riferimento, su quel fascio di luce. Non abbiamo altro ma non abbiamo bisogno d'altro. Quel nostro faro è il sapere del Prof. Bagnai.
RispondiEliminaDetto da uno zeiss è senz'altro un complimento, ma non ti sembra un po' troppo enfatico? In fondo, come ampiamente spiegato, in questa sede, che non è (sempre) scientifica, di mio sapere c'è poco. C'è solo il frutto del mio dovere di intellettuale: fare da tramite fra il mondo della ricerca e la società. Ammetto che gli altri il loro dovere non lo facciano. Ma se ci provassero alcuni ci riuscirebbero come me. Quindi grazie, ma non allargarti (a meno che non fosse una simpatica presa per i fondelli).
EliminaLungi da me prendervi per i fondelli! Non lo pensate nemmeno. E poi "..ma se ci provassero...", è evidente ormai che continuano a non provarci. Avete avuto il coraggio dei primi. Conserverete sempre sui vostri colleghi il vantaggio del coraggio iniziale.
Elimina"questo corrusco lacerto di prosa marinettiana". Sono brani così che, nel mio caso, mi stimolano ad arrampicarmi su per i tornanti stretti della "triste scienza". Le plaisir du texte ha un ruolo anche nel discorso economico.
RispondiEliminaDa quello che scrivo qui non ricavo nulla, se non il piacere di arrecare piacere alle persone che mi piacciono.
EliminaMa scusa Albè, ma la Germania "nonostante l' euro" come mai è sempre la più virtuosa del mondo occidentale (OECD IND PROD. MANUF. 1985-2015 base 100 2010)
RispondiEliminaE annamo su!
Caro Prof, il break del Sabato pomeriggio a Tignale, col senno del poi, è stato un errore, visto che poi le è stato chiesto di parlare di cose più noiose (tipo l'euro). Si potrebbe rimediare facilmente prevedendo, in uno dei prossimi incontri una sessione di storia o teoria della musica. Tanto, scusi, decide lei giusto? E quindi "no words". Bye. GIL
RispondiEliminaFiniamola con la panzana dell'austerity di Monti fonte della caduta del pil 2012-2013.Bagnai si sta dimenticando che Monti a dicembre 2011 ha fatto una manovra di riduzione del deficit da 1,2 punti di pil per il 2012,2013 e 2014 e poi successivi.Ma tra il 2008 e il 2011 il governo Berlusconi ha fatto 5 manivre di riduzione del deficit che dal 2012 in avanti impattavano cumulativamente per 6-7 punti di pil all'anno.Quindi continuo a non capire queste analisi incomplete e fasulle sull'operato di Monti.Il quale,tra l'altro,nel dicembre 2012 ha fatto una legge di stabilitá per il 2013 leggermente espansiva rispetto al tendenziale e ad inizio 2013 ha stanziato 40 miliardi per i pagamenti arretrati della AAPP.
RispondiEliminaSei mitico!
EliminaMeno male che è arrivato Monti a fare manovre espansive, se no con le manovre di Tre-monti, finivamo in un burrone! Monti ha ridotto Tre-monti ad un solo monte; vuoi mettere!
EliminaRoberto A, Guardati un grafico sulle sofferenze bancarie, tanto per vedere com'è stato bravo mr loden (rigorosamente in minuscolo). Così, la prima che mi è venuta in mente. Bye. GIL
EliminaSì, va beh, Monti espansivo. Certamente, come no. Espansivo come un piatto di fagioli co' le cotiche!
EliminaSono particolarmente contento per l'endorsement a Dagospia nella chiusa: anche se non sono del ramo mi ero reso conto già da tempo che D'Agostino tiene sempre d'occhio determinati fenomeni (Economia, Finanza, concentrazione di poteri intorno a testate giornalistiche etc.) per cui ho spesso dovuto "difenderne" l'operato con i conoscenti che si fermavano alla parte puramente cialtro-pop del sito.
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RispondiEliminaOk prof, come le ho già detto da quando la seguo ho finalmente capito che l'economia, intendo la 'macro' l'avevo studiata bene: diciamo che sono a posto con l'analisi. Ora resta il problema del voto: l'unica forza politica che paventa la voglia di uscire dell'euro é la Lega; però la lega non é solo Borghi e per giunta chi ha sempre votato a sinistra oppure é del sud come fa a votare Lega? Insokka: per chi votare? Lo so che non vuole veramente rispondere a questa domanda però il problema resta... non mi interessa essere pubblicato però ne parli se crede
RispondiEliminaInsokka si scrive con una k sola e i commenti si postano una volta sola. Tu se vuoi continua a intasarmi la coda di moderazione. Ho fatto dichiarazioni di voto in tutte le scadenze elettorali dalle ultime europee in poi, per cui non capisco bene cosa tu voglia. Abbiamo il maggioritario e viviamo in tempi complessi. Ss ci fosse il proporzionale potremmo votare per un partito (e ognuno sceglierebbe il suo). Il maggioritario, morte della democrazia, impone di votare contro il male minore e quindi nei fatti non dà scelte. Alle prossime politiche l'importante sarà schiantare il PD. In economia non ci credo, ma in politica la distruzione creatrice schumpeteriana mi pare un buon paradigma.
EliminaGli errori di digitazione sono comuni, non se la prenda. Immagino che invece il doppio post dia fastidio: me ne scuso ma per 2 volte il testo mi é rimasto nell'apposito spazio dopo aver digitato 'pubblica'. Gestire un blog del genere non deve essere uno scherzo. Se le domande che facciamo sono noiose non risponda ché ne ha diritto. Non molli prof! Prima o poi l'UE finirà e ci sarà bisogno di lei ancora di più
EliminaProf, secondo Lei alla fine Mps esploderà? Vede il rischio anche per altre banche, tipo UniCredit o Banco Popolare? Secondo me finirà come dice lei nel post di oggi, che ci papperanno tutto il sistema bancario.
RispondiEliminaProduzione industriale novembre 2018
RispondiElimina-2,6%
Ma vai a vendere frigoriferi agli eschimesi.