(...a Massimo, con sincera amicizia e solidarietà...)
Ma veramente credete che uno nato e cresciuto in quello che si propone come "stato federale", ma che in realtà è un immenso stato nazionale, animato da una monocultura anglosassone dominante, e da un nazionalismo ferocemente identitario e messianico, possa capire le aporie antropologiche e culturali del progetto di integrazione politica europea!?
Ma veramente pensate che uno nato e cresciuto in un paese che emette moneta di riserva, quella che per molti anni è stata praticamente l'unica moneta di riserva (e ancora è quella dominante perché garantita da adeguate riserve di plutonio) possa capire la logica economica del vincolo esterno, che così pesantemente ha condizionato l'ideologia e la prassi quotidiana del cosiddetto europeismo!?
Dai, su, siamo seri!
La dimensione italiana del dibattito prossimo venturo sul partigiano Joe è riassumibile in una semplice frase: la sinistra degli inutili tsiprioti aveva bisogno di un altro santino, e lo ha trovato.
Se lo tenga.
(...noto peraltro con compiacimento la perfidia di Dagospia nel rilevare come il "consulente di SEL" sostenga tesi lepeniste... Ma questo è maramaldeggiare - cosa che personalmente trovo adorabile e passatempo al quale mi dedico con passione - e forse anche essere lievemente imprecisi...)
Potrei facilmente ironizzare sul fatto che se sei un martello, ogni problema ti sembra un chiodo. Così, se sei statunitense, ogni soluzione passa per gli stati uniti di qualcosa. "Joe, si è rotto lo scarico della vasca?" "Hai provato a unirlo a quello del lavandino?" "E come?" "Ma è semplice: con un tubo comune!"
Potrei dimostrarvi per tabulas che una delle differenze fra neokeynesiani e postkeynesiani è il rifiuto aprioristico dei primi di riconoscere l'esistenza del vincolo esterno (ne parlai l'anno scorso al Goofy4 con riferimento all'altro sommo economista statunitense), il che li condanna, ahimè a non capire una beneamata della situazione europea.
Qui voglio fare due riflessioni metodologiche molto sintetiche e generali (salvo entrare nei dettagli, se l'argomento vi appassiona), a complemento di quelle più circostanziate ottimamente svolte oggi da Luciano nel suo blog (che vi esorto comunque a leggere o a rileggere, perché è tanta roba...).
La prima è che il libro del nuovo partigiano ancora non l'ho letto, e credo non lo leggerò. "Se non conosci non puoi giudicare", come ci siamo già detti, è un caposaldo, direi il caposaldo, della piddinitas, da espugnare rifiutandolo.
Elaboro brevemente: siamo circondati da imbecilli presuntuosi che pensano di poter capire un libro (o la situazione politica di un continente) prescindendo da un percorso di approfondimento culturale ed esistenziale. Il famoso discorso "ascolto tutte le campane e decido con la mia testa". Sicuro di poterlo fare? Credo sia molto più facile per chi ha fatto un certo percorso prevedere il contenuto di un testo (e i suoi ovvi limiti) senza nemmeno sfogliarlo, che per chi non lo ha fatto comprenderne il contenuto (e i suoi ovvi limiti) leggendolo svariate volte. Ora, se vi rileggete i primi due capoversi di questo post, trovate il mio educated guess. Quello che c'è là dentro credo di saperlo. Se qualcuno di voi si sobbarca (o si è sobbarcato) la fatica, e può smentirmi, ne sarò lieto. Ma se nessuno lo fa, mi tengo il mio pre-giudizio. È per pre-giudicare con ridotti margini di errore che mi sono concesso il piacere di farmi una cultura europea (sì, è pleonastico: ma ogni tanto faccio finta di essere ecumenico): di leggere Manzoni, Flaubert, Tolstoj, e tutta la coorte dei libri senza figure di cui qui spesso si parla. Ora che ce l'ho, la cultura, la uso, e il suo principale impiego è quello di far risparmiare tempo a chi non ne ha.
Il moscone ama fare esperienze: sbatte la testa sul vetro una, due, dieci, mille volte... È sempre lo stesso vetro: il compagno Hollande, il compagno Tsipras, il partigiano Joe... Un uomo si comporta diversamente. Può anche capitargli di dare una cornata, se il vetro è stato pulito bene (e quanto era stato lustrato Tsipras, ve lo ricordate?). Ma poi cerca la maniglia, apre la porta e esce... La maniglia che mi ha fatto capire prima di tutti gli altri cosa avrebbe fatto Tsipras è quella che mi fa travedere il contenuto del nuovo libro di cui tutti parleranno senza averlo letto.
Neanche io, ma a differenza degli altri l'avrò detto, e saprò cosa c'è scritto!
La seconda è che siccome al 99% nel famoso libro ci si troverà quello che prevedo ci sia (e che mi pare anche Jacques sostanzialmente adombri), cioè, in definitiva, una appassionata perorazione questista, seguita (perché così comanda il politicamente corretto) dalla solita "proposta costruttiva" del tutto farlocca (suppongo basata sul concetto di moneta comune, che nessuno è stato finora in grado di spiegarmi in modo convincente), già ci sarà chi, come prima Massimo su Twitter, metterà le mani avanti dicendo: "Eh, ma il partigiano Joe sa benissimo come stanno le cose! Lui sa benissimo che un altro euro non è possibile, ma sceglie l'artificio retorico di definirlo possibile purché esso rispetti un insieme talmente restrittivo di condizioni, che poi alla fine il lettore, ragionandoci su [con la sua testa] sia costretto a dire da sé: no, non è possibile!".
Vi faccio notare che gli economisti e i giuristi citati finora (Barra Caracciolo, Sapir, D'Antoni), tranne ovviamente il partigiano Joe, sono tutti nel comitato scientifico di a/simmetrie (personalmente ci vorrei anche il Pedante, perché la sua analisi del questismo è da Nobel). Per questo motivo non esploderò in fragorosi improperi al solito mio, ma mi limiterò ad articolare civilmente ad uso di Massimo, esponendomi volentieri a una sua ulteriore confutazione, la mia idea che questa supposta intenzione maieutica del partigiano Joe mi convince poco. Credo insomma che lui e Socrate abbiano in comune solo la barba, e non ne sono nemmeno tanto sicuro, perché di Socrate non ho visto mai una foto (che comunque avrebbe potuto essere photoshoppata - participio passato del verbo "photoshoppare": lo dico a beneficio di "bran academy", la crusca essendo quella cosa che serve a quello che sapete, e come abbiamo visto funziona benissimo...).
Temo che invece che un artificio retorico (intendendo, come Massimo eruditamente fa, la retorica come "scienza della persuasione"), invece che un procedimento maieutico, questo modus operandi sia un errore politico pesantemente regressivo, che non solo non manda avanti il dibattito nel resto del mondo, ma che rischia di farlo arretrare qui da noi, dove (sostanzialmente grazie ad a/simmetrie) esso è ma di molto avanti.
Premetto l'ovvio, ovvero che io so benissimo che il partigiano Joe sa benissimo che l'euro non funziona (e ha anche un'idea ragionevolmente approssimata del perché non funzioni - leggetevi bene il post di Luciano per capire dove è che l'approssimazione diventa grossolana...). Ho citato nei miei libri non solo le sue dichiarazioni, ma anche quelle di tutti i nostri colleghi che lui non poteva non conoscere. Il fallimento dell'euro, nonostante alcuni cialtroni provinciali possano avervi fatto sospettare il contrario, è acquisito alla scienza economica da decenni come patrimonio condiviso dagli economisti di tutte le scuole. Ne consegue, peraltro, che se il libro fosse stato scritto per dimostrarlo starebbe semplicemente scoprendo l'acqua calda. L'unico senso che può avere oggi un libro sull'euro non è quello di dimostrarne il fallimento, ma di spiegarlo, ed è rispetto a questo unico obiettivo sensato che ci dobbiamo chiedere se il questismo, nella sua variante di "altreurismo" ("un altro euro avrebbe stato possibile se mio nonno avrebbe avuto cinque palle e quindi avrebbe stato un flipper..."), sia una strategia valida.
Personalmente ritengo di no, come vi ho già detto, e, fatta la doverosa premessa, enumero.
Intanto, c'è un problema di ordine dialettico. Se entri nel tunnel del "questismo", se dici che "questo" euro non è possibile, ti indebolisci dialetticamente, perché ti esponi alla ovvia obiezione che allora il problema non è l'euro ma come è stato gestito.
Il questismo è pessima economia e pessima politica.
Pessima economia, perché se in una funzione di domanda inibisci l'aggiustamento dei prezzi relativi, necessariamente l'aggiustamento dovrà passare dal reddito, quindi l'adozione dell'euro, irrigidendo il cambio nominale, espone a due strade, in caso di problemi: o promuovere le esportazioni tagliando i salari, o reprimere le importazioni tagliando i salari. Cosa hanno in comune queste due soluzioni? Il taglio dei salari. Ma cosa rende necessario adottarle (cioè cosa è condizione sufficiente affinché esse vengano adottate)? Il cambio fisso. Non "questo" cambio fisso. Qualsiasi cambio fisso. Se non lo ammetti non sei un economista ma un dilettante (o un furbo) animato da verosimili ambizioni politiche (ovviamente non può essere il caso del partigiano Joe, che dalla vita ha avuto - meritatamente - molto, ma sarà il caso di chi qui da noi continua a negare la teoria economica elementare).
Ma il "questismo" è anche pessima politica, oltre a essere pessima economia. Chi si sobbarchi la fatica di un minimo di percorso interdisciplinare, chi, ad esempio, si legga bene i Trattati, sa benissimo che essi prevedono ogni e qualsiasi tipo di clausola di salvaguardia in circostanze eccezionali.
Ma chi dichiara lo stato d'eccezione?
Il sovrano, come sapete.
Cosa voglio dire? L'ovvio, come sempre. Partendo dalla fine: non ci sarebbe stato nessun bisogno di applicare anticipatamente il bail-in, di strozzare la Grecia, di adottare il Fiscal compact ecc., se semplicemente si fosse preso atto del fatto che la crisi nella quale ci troviamo definisce circostanze eccezionali, quelle rispetto alle quali le normative sul bail-in prevedono una sospensione della sua applicazione, i Trattati europei prevedono infinite salvaguardie, compresi i controlli dei movimenti di capitali, ecc. Non sono sicuro che il partigiano Joe abbia letto bene i Trattati. Io li ho letti peggio di Luciano (ovviamente! Non è il mio lavoro), ma li ho letti, e vi posso dire che dalla loro lettura emerge la consapevolezza lancinate di una cosa che vi dico da sempre: se la volontà politica di cooperare esistesse, non saremmo in crisi, perché, anche a legislazione vigente, una serie di decisioni ingiustamente punitive, prese con la scusa di "applicare le regole", sarebbero tranquillamente cadute nel regime di eccezione e quindi avrebbero tranquillamente potuto non essere prese, in nome della solidarietà e della condivisione dei costi del progetto europeo.
Ma è questo spirito di condivisione di un progetto comune, è questa volontà politica che manca! Il sovrano è la Germania (l'attuale élite al potere in quel paese), infiltrata profondamente nelle istituzioni europee (come abbiamo scritto su a/simmetrie in un articolo prima accusato senza citarlo di complottismo e poi variamente scopiazzato senza citare la fonte), e la Germania intende legittimamente perseguire i suoi e solo i suoi interessi. Quindi, ad esempio, per le nostre banche ci sarà la soluzione "di mercato" (cioè se le compreranno i capitalisti esteri per pochi spiccioli dopo aver dissanguato i risparmiatori italiani), mentre per la Deutsche Bank già si parla di nazionalizzazione, e nessuno farà un fiato, perché il sovrano avrà detto che quello è un caso eccezionale, e il nostro no.
Ma scusate, santo Dio, ma l'avete letta a dicembre l'intervista a Lars Feld? E il partigiano Joe l'ha letta? E se l'ha letta l'ha capita? E se l'ha capita ci viene a parlare di un altro euro? "Voi dovete rivolgervi alla troika perché non c'è una crisi sistemica, noi ci siamo nazionalizzati le nostre banche perché c'era una crisi sistemica".
Chiaro?
Allora forse ha ragione Luciano, il cui post secondo me si riassume nel noto detto che chi non è parte della soluzione è parte del problema.
Articolare raffinate supercazzole tecniche rispetto a non si sa bene quali monete o quali bond comuni serve sì a farti sembrare un figo ai tuoi groupies, ma è una operazione intellettualmente disonesta, e quindi regressiva, perché fondamentalmente offusca il punto cruciale, ovvero il fatto che la volontà politica di adottare qualsivoglia arzigogolo tecnico per mutualizzare i costi non c'è, e non c'è per motivi storici, culturali, antropologici, geografici, religiosi, che se sei americano non puoi capire, perché non puoi farcela, perché non è il tuo cazzo di lavoro, perché se vieni da un paese nel quale chi insegna all'università Michelangelo non sa né deve sapere di chi sia - cioè chi abbia dipinto - la Vergine delle Rocce è del tutto normale che tu non possa arrivare nemmeno a lontanamente intuire la complessità e la profonda radicazione dei motivi che impediscono e sempre impediranno la maturazione di una simile volontà politica qui da noi, in Europa, in un insieme di paesi che hanno ognuno la sua storia, la sua geografia, la sua cultura.
Fatto salvo il diritto di ognuno di dire quello che gli pare a casa sua, dobbiamo quindi riconoscere che nascondere questa impossibilità dietro a simpatici fumogeni politicamente corretti è un'operazione devastante per il nostro dibattito, qui in Italia. Avremo a che fare con una generazione di cretini 3.0 che verrano a rivogarcela con la storia che però "il partigiano Joe ha detto che un altro euro è possibile, e il dentifricio, e il tubetto, e l'euro è solo una moneta...".
E questo, sinceramente, potremmo risparmiarcelo se chi fa l'intellettuale, o si atteggia a tale, tenesse un comportamento etico.
L'etica dell'intellettuale presuppone due capisaldi: che egli parli di ciò che sa (e un economista non è uno scienziato politico), e che egli rifugga dal cercare il consenso in quanto tale (e quindi dica sempre e solo le cose come stanno).
Quando ho cercato di capire (e ancora non credo di averlo compiutamente fatto) le aporie politiche dell'euro mi sono rivolto agli scienziati politici: a Featherstone, a Majone, agli altri che via via vi ho citato. Ecco: un buon test per l'ultima opera del partigiano Joe sarà quello di sfogliarlo cominciando dalla bibliografia. Perché, vedete, io mi sono proposto di essere un nano sulle spalle di giganti, e per questo vedo più lontano di un gigante sulle spalle di nani. Eh già: perché se il gigante sale sul nano lo spiaccica... e quindi resta mezzo metro sotto a chi ha fatto l'operazione contraria...
Chi sa ha il dovere di parlare chiaro.
Quattro anni fa potevamo illuderci che forse una soluzione concordata potesse essere possibile. Oggi non lo è. Non solo. Già quattro anni fa era chiaro (a noi) che l'euro era un metodo di governo consapevolmente scelto, e che un altro euro non era possibile. Eravamo aiutati in questo dalle peculiarità del dibattito italiano, che ho spiegato qui. Non possiamo fare a uno straniero la colpa di non apprezzare le finezze del nostro dibattito. Dirò di più: non possiamo nemmeno presumere, aprioristicamente, che chi non conosce il nostro percorso politico non sia in grado di darci un consiglio sensato. Tuttavia, è un dato di fatto che essere italiani, cioè essere cittadini del più forte dei paesi "deboli", di un paese tradito in modo smaccato dalla sua classe dirigente, organica al capitale internazionale (quella che oggi invoca l'arrivo della troika, per capirci), ci ha messo in condizione di capire prima e meglio.
E visto che nella merda ci siamo noi, e fino al mento, credo che questo ci autorizzi a chiedere a chi vuole, da debita distanza, occuparsi accademicamente dei problemi che lacerano la nostra carne viva, di farlo parlando chiaro.
Non chiedo né posso chiedere ad alcuno di sbilanciarsi come ho fatto io, soprattutto da quando comincio ad intuire quanto sto pagando per averlo fatto. Ma di persone il cui principale scopo è quello di cadere in piedi in qualsiasi possibile scenario, di persone che con le loro reticenze hanno ostacolato il maturare di una consapevolezza diffusa, ne avremmo anche le tasche piene, o per lo meno ce le ho io.
E voi?
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
domenica 7 agosto 2016
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Pure
RispondiEliminaMomento sticazzi: "Se non conosci non puoi giudicare" è secondo IO la cosa più bella che ha scritto (non solo qui)
Altro momento "sticazzi"...
EliminaAnche per me "Se non conosci non puoi giudicare" è il più bel post che abbia mai scritto.
Ero sicuro di non esser solo!
Elimina… mast…
Tizio: "M'hanno infilato un bastone nel culo, madonna che male!"
RispondiEliminaJoe: "Eh già... ma con altre politiche avrebbe potuto funzionare..."
Sintesi:partigiano (di che parte? ) Joe l'ennesima foglia di fico dei tanti grulli che lisciano il pelo europeo facendoci perdere tempo e soprattutto speranze.Null'altro da aggiungere ringraziando chi ci tiene vivi e svegli.
RispondiEliminaE se Joe venisse al Goofy?
RispondiEliminaÈ fuori budget, e comunque se volessimo fare un'operazione mediatica avremmo di molto meglio (in termini mediatici).
EliminaFamola. Alzi il prezzo del biglietto
EliminaHa ragione Prof, da vendere. La nostra consapevolezza è oggi inversamente proporzionale alla pazienza, perché ne abbiamo pieni i cabbasisi delle acrobazie dialettiche ed etiche dei vari Fassina e c. Abbiamo visto, letto, vissuto troppe tragedie e umiliazioni, troppo dolore nei racconti e nelle storie di tanti italiani in questi anni di crisi e la nostra tolleranza per le ambiguità, per i trasformismi, per le contorsioni etiche è esaurita da tempo.
RispondiEliminaOggi, per esempio, mi sono imbattuto nella storia di questa connazionale emigrata in Brasile
http://scenarieconomici.it/emigratabrasile/
Una delle tante storie, spesso anonime, di questi terribili anni, il frutto avvelenato delle politiche criminali della peggiore classe dirigente (politica, imprenditoriale, intellettuale, sindacale)che il paese ricordi. Sì, noi lo sappiamo, perché lo stiamo vivendo: l' euro è un progetto criminale
Non servono più parole, perché le considerazioni che dovevano essere compiute sono state già fatte, grazie anche a lei e al suo lavoro scientifico. Chi oggi interviene in questo dibattito, fosse anche il premio Nobel Stiglitz, non può prescindere da questo, non può fare finta che non esista. O, se lo fa, si espone al rischio di non essere credibile.
"...se vieni da un paese nel quale chi insegna all'università Michelangelo non sa né deve sapere di chi sia - cioè chi abbia dipinto - la Vergine delle Rocce...".
RispondiEliminaPer prima cosa, la sintesi è da Nobel.
Poi, e soprattutto, è questo il punto, a prospettiva capovolta: qui da noi se insegni Michelangelo verosimilmente (sulla carta insomma, e i cursus studiorum istituzionali dovrebbero prevederlo - percorsi formativi e una certa storia per giunta, che è poi quella dei Michelangelo e di quell'altro, come si chiama... quello delle Vergini delle rocce...) - se insegni Michelangelo verosimilmente Leonardo lo conosci e lo capisci pure.
È la differenza tra la disonestà (intellettuale) esogena e quella endogena, o tra uno che non può capire e un cretino (che è tale perché potrebbe capire).
Non c'è più geniale raffigurazione del Male in radice che quella dantesca: "Con sei occhi piangea, e per tre menti / gocciava 'l pianto e sanguinosa bava".
Una massa immane completamente ebete ed impotente - se non a far danni nel secolo.
Un cretino. I questisti son per giunta mezze seghe - e io con loro, per una vita. E non so se postare, adesso, perché mi spiace avete scomodato Dante per della miseria simile.
Io ho una sensazione, maturata da un mix di osservazione e letture di fenomeni vicini e lontani. Che tutti questi pundit de sinistra non vogliano ritrovarsi a dover ammettere che aveva ragione la Le Pen. Pur di non farlo si inventerebbero di tutto, anche un nuovo euro a strisce gialle e viola. Non è che uno perché ha preso il Nobel è immune da ogni conformismo... Del resto io non sono nessuno (o meglio, sono qualcuno solo per le persone che mi vogliono bene, e sono felice così), eppure anche io patisco l'etichetta di leghista prontamente appiccicatami dai miei pii amici piddini, anche io mi sento a disagio sotto il loro sguardo accorato per quello che vivono come un tradimento. Figuriamoci un solone dell'economia che se gli schiaffano del Lepenista va in mondovisione...
RispondiEliminaDonna perduta! :-)))))
EliminaAlle prossime europee (se ci saranno) ci ritroveremo dunque la lista L'altra Europa con Tsiglitz ?
RispondiEliminaChe amarezza, però! E la consapevolezza che comunque (che gli spargimenti di sangue siano di massa o sparpagliati come avviene ora) finirà quest'incubo europeo, lascerà uno strascico di rancore e di odî tra i popoli europei, in particolare verso la Germania, riportandoci alle macerie di 70 anni fa, alla faccia di chi parla di "euro che dà la pace"...
Evidentemente Stiglitz, dato che ha capito e non è scemo, credo che su questo non ci siano dubbi, è stato comprato e pagato bene, esattamente come Tsipras, Varoufakise ed altri, diciamo che si sono sistemati bene! Ma lui non vive in Italia, non fa parte di un paese che sta morendo, anche se il suo paese subisce conseguenze molto negative dall'area euro, è chiaro che i due che citavo prima, fanno molto più schifo di lui, come quelli che in Italia o altrove in UEM, italiani o spagnoli o di qualunque altro paese dell' unione monetaria, sia a livello operativo, sia a livello speculativo o mediatico svolgono il ruolo di nemici dei loro paesi e quindi di collateralismo con chi si arricchisce alle spalle dei loro compatrioti. Sono dei maiali, non riesco a definire diversamente costoro!
RispondiEliminaPerché Stiglitz pubblica un libro dove scrive più o meno la stessa cosa che dice da anni (l'euro è un errore, ma... c'è sempre un MA o un forse)?
RispondiEliminaVoglio dire perché lo pubblica adesso?
Sono d'accordo (avendo letto solo le recensioni) con lei, ma non credo che Stiglitz non riesca a capire l'Europa, la sua cultura e il vincolismo perché è americano per la semplice ragione che - oltre ad avere vinto un Nobel - fa lo stesso con le questioni domestiche (almeno nei due libri che ho letto).
In particolare, pur essendo relativamente poco critico con Clinton (di cui era consigliere) e un tantinello di più con Obama (di cui non lo è) cerca di far credere che esista (ancora?) un'alternativa democratica alle politiche ultraliberiste che determinano ingiustizia e diseguaglianza, come se ci fosse una consistente differenza di sostanza tra partito democratico e repubblicano.
I democratici "avrebbero potuto fare di più" ma fanno sempre comunque meglio dei repubblicani, oppure "i democratici avrebbero volutp fare" ma quei cattivoni glielo hanno impedito e avanti così.
Quale differenza ci può essere tra Obama e Bush se la campagna elettorale la finanziano sempre i soliti gruppi di potere? Vuoi che investano miliardi in lobbying per fare gli interessi degli ultimi pezzenti o del terzo mondo? Ma di questo non ho mai letto nulla, i democratici, poverini, sono tanto buoni, pacifisti e altruisti, MA...
Speravo che per successo e per età raggiunti, Stiglitz avrebbe potuto iniziare a prendersi soddisfazioni meno materialistiche. Che delusione.
Sai, in natura lo stato di massima stabilità per un intellettuale è quello liquido. Prendere la forma del recipiente.
EliminaSiamo dolorosamente spinti a invertire i termini del problema. Non è che quando arrivi a certi livelli puoi dire la verità. È che se dici la verità non arrivi a certi livelli. Del resto, tutta la scuola neokeynesiana altro non è che un riuscito tentativo di sterilizzare l'essenza del messaggio di Keynes. Da 80 anni questo è il problema delle classi dominanti. L'ultima soluzione è il neokeynesismo, lautamente remunerato con Nobèl!
EliminaMa sì. È così. Stiglitz scrive ora quello che scrive perché gli Americani hanno pensato bene di lanciare un altro pifferaio magico. Come al solito, però, gli Americani hanno fatto i conti senza l'oste. e l'oste non è Le Pen. L'oste è ancora una volta la Grande Madre Russia.
EliminaCosa sterilizza il neokeynesismo di Keynes?
EliminaOgni tanto vengo colto dal dubbio, fortissimo, di essermi rincoglionito completamente o di essere affetto da demenza senile precox. Possibile che "stamo sempre a parlà della stessa cosa da anni"? Poi mi giro e vedo gente preoccupata dar "Brexite". Ok siamo in €€uuuuroooopaaaa. Living in a Matrix! Blue or Red pill? This € or another €? I caffè al banco li ho lasciati, as usual.Non molli prof!
RispondiEliminaOrmai è chiaro anche per me che non sono un'economista che uno dei problemi è il cambio fisso. Ne parlavo giusto ieri a cena con un amico "de sinistra" al quale avevano spiegato che se avessimo avuto un euro a mille lire tutto sarebbe andato per il verso giusto (un'altro euro appunto), grazie a te, al tuo lavoro, alla tua opera di divulgazione per me è facile capire che se il cambio è fisso l,'unica cosa che si muove è il salario, in termini deflativi.
RispondiEliminaIn questo post mi ha fatto piacere ritrovare il termine solidarietà, oggetto di un nostro piccolo scambio su twitter nei giorni scorsi. La solidarietà che c'è con il tuo amico Massimo e quella che manca fra gli stati del "sogno europeista".
Ciò che sta accadendo al nostro paese è terribile, visibile, palpabile anche per un non addetto ai lavori come me, così come mi è altrettanto chiara l'impossibilità della creazione degli "Stati Uniti d'Europa" per tutti i motivi che tu hai ben esposto.
So che sarà dura riconquistare tutto ciò che si è perso in questi anni in termini democratici, economici, sociali, culturali e di solidarietà (appunto).
Non finirò mai di ringraziarti per la tua onestà intellettuale e per ciò che fai con professionalità e passione per la nostra Italia.
Ho potuto vedere a Tignale quanto la tua vera passione ti rivitalizzi e ti rigeneri dalle scorie dell'economia e mi ha fatto piacere poterti conoscere personalmente.
Grazie ancora Alberto
Noi che siamo nella cacca e aspettiamo le locuste ne abbiamo piene le palle del partiguano Stiglitz.E Lei lo descrive benissimo.Leggendo l'articolo dove conclude con "un altro euro è possibile" il partigiano Joe si smaschera per l'ennesima volta.Si,ne ho piene le palle. Ma da assai anche!
RispondiEliminaEcco un'altra coppia di noti partigiani italiani della serie, "tengo famiglia".
RispondiEliminaBello scambio esemplificativo:
D)Oggi la capitalizzazione di Borsa delle banche e delle grandi aziende italiane è bassissima. Come si fa a difendere l’interesse nazionale, se questa parola ha ancora un senso?
R)«Il modo migliore per difendere l’interesse del Paese è un sistema bancario sano. Come dice spesso Draghi, oggi quel sistema non ha un problema di solvibilità, ma di redditività».
Volevo ridere, farmi delle grosse risate sulle puttanate qui esposte, ma non ci sono riuscito. Ma solo per oggi.
"Il moscone ama fare esperienze: sbatte la testa sul vetro una, due, dieci, mille volte... È sempre lo stesso vetro: il compagno Hollande, il compagno Tsipras, il partigiano Joe... Un uomo si comporta diversamente."
RispondiEliminaStupenda questa frase, gli elettori del PD direi che sono proprio dei mosconi: credono in Veltroni, poi in Franceschini, poi in Bersani, poi in Renzi, poi in...... l'importante poi è andare adesso in estate a tutte queste feste dell'Unità, dove tutti in coro rispondono "si, servono più riforme", o almeno questo leggo su facebook.
Se poi le più riforme sono: via l'articolo 18, jobs act, tagli alla sanità, etc. cioè peggioramento delle mie condizioni lavorative e di vita, ai piddini ciò non importa. E ne ho tanti di amici piddini, purtroppo. E a parlarci insieme non sono delle cattive persone. Prof, però a forza di parlare di politica, con qualcuno di loro ho litigato pesantemente. Sono proprio dei mosconi, e sbattere la testa sul vetro è la loro azione quotidiana preferita.
Grazie.
RispondiEliminaPenso che non tutti abbiano gli attributi che hai avuto tu, e forse anche l’incoscienza, in quel periodo (me la passi? ) di cosa avrebbe potuto scatenare il tuo splendido lavoro di ricerca e divulgazione. Probabilmente il partigiano Joe è carente di queste qualità o forse semplicemente, e molto più probabilmente, non vuole mettersi in difficoltà e perdere la sua posizione.
RispondiEliminaCosì come in proporzione abbiamo avuto le palle e l'incoscienza noi di divulgare ciò che ci hai insegnato.
Anche per me è stata dura e lo è tuttora, in maniera molto molto molto (all’ennesima potenza) minore rispetto a te, ovviamente ho perso amici, sono stato per mesi lo zimbello dei colleghi al lavoro, rapporti professionali inclinati, frequenti discussioni in famiglia, etichette politiche, ecc… c’è chi è arrivato ad evitarmi bollandomi come “pesante”, non oso nemmeno immaginare cosa tu possa avere subito.
Una sola domanda mi viene da farti: se tornassi indietro lo rifaresti?
Sempre con gratitudine, anche se a volte pubblichi dei vini che nun se possono guarda :-)
Caro Davide,
Eliminasei molto giovane vedo, ma avere le palle e poi diventare un riferimento per gli altri, cosa che accadrà col tempo è ciò che hai iniziato a fare e bene. Non ti preoccupare, saranno gli altri, quelli che oggi ti evitano e che ti bollano come pesante, che ti verranno a cercare fra poco con la coda fra le gambe, perchè avranno capito che avevi ragione, tardi ma l' avranno capito. In bocca al lupo!
A me dicono che sono leghista o populista quando riporto ciò che il Prof ci ha spiegato. Ma io proseguo.
EliminaE' stancante far la figura del pazzo e/o bastian contrario.
Elimina@Alberto49
EliminaSei ottimista, pur di non darti ragione confonderanno ancora una volta cause con effetti, buttando tutto in caciara. Le persone che ammettono di aver sbagliato - su qualunque cosa - sono rarissime, probabilmente e' una lontana ma profonda eredita', il maschio alfa non puo' sbagliare.
Anche io ho fatto la mia figura da pazzo visionario alla fine del 2012, quando, fresco lettore di questo blog, ho provato a spiegarlo a persone che ritenevo in grado di capire. Ripenso ora alla mia dabbenaggine: la storia dei miei interlocutori è quella di piddini microchippati per "non capire ma adeguarsi". E tanto "l'economia non è una scienza". E comunque "più Europa".
EliminaHo fatto la scelta di leggere con attenzione e parlare sempre meno, se non con chi potesse capire. Sono stato condannato all'afasia. Ho evitato i conflitti evitando le cene, ma non mi sono evitato le manifestazioni di aggressività passiva: io osavo, osavo(!) contestare il principio di appartenenza, cardine del sistema di relazioni piddino.
Io non penso di averci ho perso. Adottando anche per quanto riguarda la conduzione dei miei affari il principio per cui "chi non è parte della soluzione è parte del problema" ho svoltato. Non ritengo peraltro una grave perdita a livello di relazioni umane quella della melmosa compagine piddina. Il dettaglio che però fa la differenza è questo: io sono partito (o meglio, mi sono trovato a partire, e, pur subendo qualche perdita, ho avuto nel complesso molta fortuna) e con questi chiari di luna non torno.
Prima ancora che per avere disvelato il meccanismo tecnico dell'euro, voglio ringraziare Alberto per aver dato un esempio di intransigente indipendenza morale ed intellettuale. Osare dire che il re è nudo, o che il prato è verde (come il nostro ospite ama ripetere): questa è la chiave.
Dalla Nuova Zelanda con affetto.
Grazie per la solidarietà, ma non sono così giovane... ho 36 anni e vado di corsa verso i 37 :-)
EliminaDiciamo che anche io mi sono vaccinato a certi atteggiamenti, ma in qualche caso, ancora, la rabbia mi rode dentro.
Sarà perché io non posso andare via, sarà perché con un figlio i pensieri aumentano, sarà perché so che per colpe di questa gente la pagherò anche io... ma fa ancora male.
Tanto per condividere... un conoscente mi ha detto che lui non ha problemi e le sue preoccupazioni per il rischio di uscita da UE ed Euro è solo per quelli come me. Perché lui è tranquillo: ha una laurea con 110 e lode, senza figli, parla due lingue e lavora in un'azienda sicura...
In pratica, oltre al danno la beffa.
Poi lo so anche io che un giorno riderà molto meno, ma pensare che queste persone sono pure convinte di fare il nostro bene mi fa venire una gran rabbia.
Ho avuto anche soddisfazioni, sia chiaro: persone che probabilmente verranno o seguiranno il Goofy5 ed ora seguono con più interesse ciò che scrive il prof.
Ce la faremo dai, e comunque ne vale la pena.
ma che cavolo , cosa si pretende di dibattere quando qui vedo normalmente italiani fuoriusciti che con 40 anni mal vissuti corrono imbecillamente dietro ai pokemon ? la situazione economica è tutta rosa e fiori rispetto alla situazione mentale corrente , frutto di una capillare ignoranza ben distribuita , ma non solo in Italia e dove la gente è ancora leggermente meno deceduta mentalmente , alla fine impongono il volere delle elites vedasi Francia e temo che alla fine il voto non cambierà nulla , la possibilità di scelta verrà in qualche modo indirizzata verso qualcosa di innocuo per le elites , solo il litigio tra le varie elites può in qualche modo restituire qualche vaga possibilità, ma finchè 'loro' sono uniti in un cartello simil mafioso possibilità io non ne vedo .
RispondiEliminaUn'altra Panama è possibile.O no?
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/07/panama-stiglitz-lascia-la-commissione-per-riforma-del-sistema-finanziario-governo-non-vuole-cambiare-le-cose/2961320/
No!
P.S.
Come si traduce quaquaraqua' in ammeregano!?
Caro professore
RispondiEliminaSi ineffetti non ci voleva, il buon joe poteva risparmiarcela! Ci mancava il premio Nobel che scrivesse di oltreuro! Nel mio piccolo condivido la profonda irritazione verso l ennesima manifestazione di imperdonabile "imprecisione" che permette agli idioti di avere un argomento per confondere le menti ottenebrate. È' molto semplice come dice lei. Altro euro.. Cioè, dice joe, questo questo non va, ma si può fare un euro che funziona.... Ma l'euro è il cambio fisso dico io!!!.... Quindi un cambio fisso "diverso" e' possibile dice l' amico joe! Per noi è chiara la scorrettezza, ma valla spiegare al piddino....che si appellerà in tutti i modi al mitico joe! Eccheccazzo!
Grande post
RispondiEliminaChi sa se nel suo libro il partigiano Joe evoca la tendenza deflattiva di lungo termine avviata negli anni 70 proprio nel suo paese e a cui “pensatori” come von Hayek hanno conferito giustificazione “scientifica”. Il sospetto che l EU sia un progetto deflazionistico nelle sue radici è fortissimo e in quanto tale , temo , perfettamente riuscito. Difficile che ciò sia sfuggito al partigiano Joe. Del resto per dirla con Tooze il Deluge è agli atti finali e questa volta non risparmierà gli USA.
RispondiEliminaSarà stata la confindustria ad organizzare l'evento ma quando disse che non si può uscire dall'euro ha perso la sua credibilità da intellettuale come altri intellettuali progressisti e ricordo che questa dichiarazione venne messa in evidenza dal conduttore della trasmissione lo "schiaffo" quando invitò il Professore.
RispondiEliminaQuesti economisti "moderati" sono responsabili,in quanto ortodossi,sulla grande recessione e allo stesso tempo responsabili,in quanto appellisti,sulla crisi europea.Fossero stati una volta utili per la maggioranza delle persone...
Grazie Prof. D'altronde se per arrivare al Nobel bastasse esser grandi scienziati, sarebbe un mondo perfetto. Devi essere sicuramente un grande scienziato, ma necessariamente anche in grado di sgomitare con i tuoi pari per raggiungere i vertici. Gli sgomitevoli sono flessibili ed untuosi per definizione, non ammetteranno mai un errore madornale o peggio intenzionale. Come consumati prestigiatori, attireranno l'attenzione di pubblico e critica su dettagli inessenziali.
RispondiEliminaOT - Milosevic e' stato assolto dal Tribunale dell'Aja una settimana fa. Agi' solo per preservare l'integrita' territoriale dell'ex Yugoslavia. La Serbia e' stata quindi bombardata negli anni novanta senza basi legali di nessun tipo (QED).
RispondiEliminahttp://www.counterpunch.org/2016/08/01/the-exoneration-of-milosevic-the-ictys-surprise-ruling/
Ormai il gioco è palese, Stiglitz arriva tardi :
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/economia/16_agosto_04/weidmann-piu-sovranita-ue-o-si-accettano-procedure-default-447f2a44-59be-11e6-9678-6c5e366d4cd4.shtml
in particolare :
"È un dibattito che ha poco a che fare con la Brexit, ma credo che siamo arrivati a un bivio. Possiamo stabilire un legame ancora più stretto fra noi, per esempio con un bilancio comune. Ma in questo caso dovremmo anche essere pronti a trasferire anche la sovranità a livello europeo. È una disponibilità che non vedo né in Germania, né in Italia».
L’alternativa?
«Un ritorno al principio di responsabilità di Maastricht, sia per gli investitori che per gli Stati. Ma funziona solo se in ultima istanza è possibile anche affrontare e superare l’insolvenza di uno Stato senza che questo porti al crollo del sistema finanziario. Per questo abbiamo bisogno di una più robusta separazione fra banche e Stati, e procedure ordinate in caso di problemi finanziari degli Stati»"
Ovvero troika per l italia per imporre cura stile grecia...
Anche per un ex pdino come me ormai il discorso è chiaro (e lo si dichiara in intervista a un giornale italiano!)
Fine euro alla fine manadato Draghi? ( se non arriva prima la Le Pen..)
Come sempre, quando parla Weidmann, le sue parole sono da brivido. A domanda risponde, e per chiunque non sia del tutto sprovveduto o non nasconda la testa sotto la sabbia, le risposte sono macigni. Stavolta come e più del solito: superando non solo se stesso, ma, per trasparenza e organicità di quadro, a mio parere anche quanto detto da Feld nel dicembre 2015.
EliminaLo stesso Furbini, notoriamente uno che dal pero non cade, appare quasi sconcertato da una franchezza che a tratti rasenta la sfacciataggine. Si direbbe difficile anche per lui - peraltro sicuramente ‘confortato’ in questo dall’attuale fase di obbligato malpancismo che regna a Palazzo Chigi - reprimere una sincera inquietudine di fronte a una così programmatica espressione di volontà di potenza da parte di chi, lungi dall’essere semplicemente un falco, ha posizione e mezzi per contribuire in modo sostanziale a tradurre quella volontà in fatti capaci di incidere nella carne viva di milioni di persone.
In tempi normali e con una classe politica e intellettuale appena meno collusa o frollata, si sarebbe potuto dire: nazione avvisata mezzo salvata. Evidentemente il nostro livello di auto-prostrazione è tale da far sì che giocare a carte scoperte appaia ormai dall’altra parte, più che una distrazione trascurabile, un lusso da potersi concedere con totale disinvoltura.
La miglior recensione a un libro non letto che abbia mai letto.
RispondiEliminaI funghi velenosi più insidiosi sono quelli che si assomigliano a quelli buoni: tutti i funghi sono commestibili, alcuni solo una volta.
RispondiEliminaIo non sarei così negativo sul libro di Stiglitz e suoi suoi potenziali effetti.
RispondiEliminaGià ho notato che la presentazione del libro propone come eventualità lo smantellamento della moneta unica, cosa che non era presente nei suoi scritti precedenti.
E' vero che sia Stiglitz che Krugman appartengono a una strana categoria di economisti, che se da un lato denunciano la crescita delle disuguaglianze e gli effetti negativi che questa crescita ha sull'economia americana, quando poi si passa sul piano delle proposte sono quanto mai carenti ed evasivi.
Personalmente ritengo che lo scopo del libro di Stiglitz sia incrementare la crescita economica della J. Stiglitz inc. Dal successo de La globalizzazione e i suoi oppositori, Stiglitz è diventato un autore che vende in tutto il mondo. Per un po' ha battuto sulla globalizzazione, poi è passato alle disuguaglianze negli Usa e adesso l'Europa e l'Euro gli offrono una ghiotta occasione per piazzare un nuovo best seller.
Detto questo, è chiaro che si cercherà di distorcere il significato del suo lavoro, ma non sono così sicuro che il suo libro offra così comode scappatoie agli euristi. Anche leggendo i paper in cui non prefigurava lo smantellamento della moneta unica, le condizioni che reputava necessarie per il funzionamento dell'Euro erano del tutto improponibili, fantascientifiche per chi vive da questa parte dell'Atlantico.
Io penso che l'uscita di questo libro sarà estremamente disturbante per l'élite oggi al potere.
L'idea dell'élite dusturbante per l'élite mi affascina. Avremo modo di vedere se è corretta. Solo una rettifica: nemmeno Stiglitz fa soldi coi libri. Anche se i suoi gli fruttano parecchie centinaia di migliaia di euro, nel suo, come in qualsiasi altro caso (incluso il mio, su scala infinitesima) le principali fonti di reddito sono altre: consulenze, conference fee, ecc. I libri si scrivono per altri motivi.
EliminaChe senso ha una buona diagnosi se poi la cura è sbagliata.
RispondiEliminaFrancamente dopo aver letto Bagnai(libri) Blog (quindi anche voi) credo che il libero di Stiglitz(fino a due mesi fa manco sapevo chi era) sia ridondante. Questa volta essere piddino mi aiuta. Posso leggere solo la copertina. Il fatto importante è che sia uscito.
Raimondo Luraghi diceva che il vero senso della guerra di secessione per il Nord era quello di trasformare gli Stati Uniti in un vero stato nazionale così come era concepito nel XIX secolo, mentre il Sud ribadiva il principio "federale" (il generale Lee diceva che lui combatteva per la Virginia). Anche qui è stato detto diverse volte, che le unificazioni sono in realtà sempre delle conquiste mascherate. In quanto alla Germania, allora recupera dalla finestra, infiltrando le istituzioni europee, quella sovranità che sembra cedere dalla porta. Il comportamento delle élites degli altri paesi mi ricorda molto certe idee "europeiste" di Laval.
RispondiEliminaMi sono sempre chiesto, nel profondo della mia intimità, quanti libri presenti in una qualsiasi libreria o in una collezione privata fossero effettivamente in grado di far crescere davvero una persona. Leggendo questo meraviglioso post ho avuto di nuovo conferma dei miei timori. Grazie.
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