mercoledì 31 agosto 2016

Tre storie (scusa, Oscar!)...

(...in ordine cronologico...)

Prima storia
Il 14 maggio 1993, alle ore 21:40, un gruppo di fuoco composto da mafiosi di Brancaccio e di Corso dei Mille fece brillare all'angolo di via Ruggero Fauro con via Umberto Boccioni (Roma) una Fiat Uno con circa un quintale d'esplosivo al passaggio dell'Alfa 164 che stava riportando a casa Maurizio Costanzo e la sua compagna. I danni agli immobili circostanti furono ingenti, ma l'obiettivo presunto dell'attentato salvò la vita a causa di un'esitazione degli attentatori. Non ci furono vittime, se si eccettua qualche lesione agli agenti della scorta, e una signora anziana che morì di crepacuore il giorno dopo (così riporta la tradizione orale). La fonte delle fonti parla di danni gravi ma non disastrosi. Fatto sta che alcuni palazzi vennero evacuati per un lungo periodo di tempo, e che il vetraio di via Fauro chiuse. Il suo prodotto, dopo l'esplosione del petardo, si trovava in eccesso di domanda nel raggio di alcuni chilometri. Purtroppo, però, ciò che aveva causato l'aumento della domanda aveva anche frantumato totalmente la sua capacità di offerta. Questa cosa un economista non la capirebbe: per lui gli shock o sono di domanda o di offerta. Che offerta e domanda possano essere collegate, e in modo così cogente, non riuscirete a farglielo capire, se non con un esempio. Ma naturalmente vi sconsiglio dal farglielo.

Seconda storia
Il 17 agosto del 2007, alle ore 10, presentavo il paper "China as an engine of sustainable growth" nella sessione parallela Chinese Economy and Business della conferenza Rising China in the Age of Globalization organizzata dall'Istituto Confucio dell'University College of Dublin (keynote speaker... è lui o non è lui?... Ma certo che è lui: Bob Mundell, quello della Columbia, e naturalmente dell'OCA). Ero arrivato due giorni prima e avevo noleggiato una macchina all'aeroporto per recarmi al mio B&B, l'Andorra, 94 Merrion Road. Venendo da nord, passo il fiume, e all'altezza del Trinity vedo un cartello alto un metro che mi segnala lavori in corso. Io, che già ero prudente per via della guida a sinistra (avrete capito che con la sinistra ho un rapporto delicato), rallento ulteriormente la velocità, nonostante di fronte a me non vedessi nulla: né buche, né cantieri, né macchinari, né rallentamenti. Il centro di un ordinato paesotto di provincia, nonché capitale della tigre celtica. Per farvi capire, questo è il disegnino di dove ero quando ho visto il cartello, e di dove dovevo arrivare:


Il cartello era a 4100 metri (o se volete a 4,1 km, o a 410000 centimetri) da dove dovevo arrivare, cioè a circa 12 minuti in automobile. Io proseguo fiducioso, e dopo altri 500 metri un altro cartello mi avverte che ci sono lavori ahead. Vabbè, dico io: sono prudente, tengo la sinistra, mi sorpasseranno a destra, non gli manderò i morti come farei se fossi a Roma (dove terrei la sinistra per sorpassare a sinistra, cosa che ormai in Italia riesce solo al Fmi): prima o poi sti lavori si vedranno, non tamponerò chi mi sta davanti. Proseguo per altri 500 metri: nessuna buca, nessuna coda, traffico regolare. Altro cartello... A questo punto comincio a preoccuparmi: se lo segnalano così, sarà come minimo il cantiere per l'erezione di una nuova piramide, pensavo. Chissà che bordello poi per arrivare all'UCD.

Insomma, ve la faccio breve: stavano cambiando un tubo del gas di fronte al mio B&B, con un restringimento di carreggiata di un paio di metri, che non causava nemmeno un senso unico alternato, ma un piccolo rallentamento locale, del tutto gestibile per un romano (un napoletano non se ne sarebbe nemmeno accorto - e, peraltro, avrebbe guidato a destra, visto che a Napoli guida a sinistra, cosa per la quale gli sono spiritualmente vicino...).

Ma avevano avuto la civiltà di mettere cartelli da quattro chilometri prima, per avvertire i contribuenti che forse avrebbero potuto incontrare dei disagi.

Terza storia
Il 30 agosto 2016 esco da un ristorante per turisti nel quartiere Prati, reduce da una serata sgradevole per vari e giustificati motivi: perché un mio amico cui tengo, e non si sa perché, sta male, e non si sa perché; perché mi impone persone spiacevoli, e non si sa perché; perché i ristoratori romani ogni tanto vogliono fare gli chef francesi, e non si sa perché. Tanti misteri, un'unica certezza: quando sul menù di un ristorante trovate scritto "con il suo" (e.g.: "Il filetto di narvalo delle Lofoten con il suo letto di cannabis del Pakistan") potete tranquillamente alzarvi ed andarvene: non avrete perso nulla. Se invece trovate scritto "con il mio" (dove l'io me della situazione è lo chef) dovete alzarvi, e darvela a gambe levate: non facendolo perderete molto (in termini finanziari).

Ovviamente, è solo un suggerimento: poi voi fate come vi pare, e dopo verrete a piagnucolare da me: "avevi ragione". Se è successo per Grillo, che almeno non vi ha sfilato una cento, figuratevi se non succederà per lo chef.

Me ne torno verso casa, ai Parioli. Dovete sapere (o forse saprete: ad esempio, Claudio Borghi lo sa), che la parte bassa di viale Parioli è il paradiso del liberismo. A causa di una rilevante concentrazione di locali alla moda (e non si sa perché) lo standard è la tripla fila (una fila di macchine parcheggiate a spina di pesce, più due file di macchine parcheggiate normalmente). Poco importa che ci sia anche una importante caserma dei vigili urbani, i quali, evidentemente, sono degli assidui lettori di John Locke (salvo fare sporadiche spedizioni punitive - ma anche queste scelte di metodo temo siano conseguenza dei noti fenomeni: i tagli, le carenze di organico, ecc.). Così,  insomma, i vigili tollerano, e naturalmente, dove il ritrarsi dello stato crea un'opportunità, il mercato interviene. Le due triple file sono gestite da uno strano personaggio, molto caratteristico, un po' zoppicante, che si para in mezzo alla strada (a rischio della pelle) e alloca i giovin signori, o, per meglio dire, le loro vetture, con estrema efficienza. Fatto sta che la doppia tripla fila di viale Parioli la carreggiata la restringe un po' più del singolo tubo di Dublino, e prima o poi qualcuno si farà del male, dopo di che ci si chiederà come mai una situazione simile potesse essere stata per anni la norma (e ognuno si darà le sue risposte).

Comunque, questa sera passo indenne le due triple file e mi accingo ad andarmene a casa, quando, ops!, una via che dovevo imboccare, adiacente a via Fauro, era bloccata.

Di fatto, ci impedivano di tornare a casa. Cartelli quattro chilometri prima? Ma ovviamente non se ne parla! Cartelli sul posto? Io non ne ho visti. Un simpatico nastrino giallo, e due signori con un gilet giallo.

Sapete cosa stavano facendo? Stavano girando un film sulla prima storia. E, per farlo "realistico", lo giravano ai Parioli, ma non sul luogo dell'attentato. Ora, io dico, i casi sono due, caro cineasta che sicuramente avrò sovvenzionato con le mie tasse (perché viale Parioli è il regno del liberismo, ma il cinema italiano è il regno dello statalismo...): vuoi fare una cosa realistica? Bene: vai sul luogo in cui è successo il disastro, e chiedi a proprietari delle case: "Gentili signori, desiderate rivivere le splendide emozioni di quella notte? Posso scarnificare con una ruspa la facciata di casa vostra? Posso fottervi, al rientro delle vacanze, una quarantina di posti macchina per occuparli con automobili finte, pseudodistrutte da pseudocalcinacci?". Tu vai a chiederlo, loro verosimilmente ti respingono con perdite (cosa che disapprovo, ma si spiega col trauma subito), quello che resta di te si dedica ad altro, e morta lì.

In alternativa, fai come tutti: ci sono tanti begli studi a Cinecittà: ti fai fare una via Fauro fasulla, e fai con quella. Tanto oggi con l'elettronica tutto si aggiusta! Invece no! Il simpatico cineasta, cui va fin d'ora la mia gratitudine per la passione civile con la quale sta affrontando un episodio negletto della nostra storia recente (e che ricorderò nelle mie preghiere fino a quando non sarà più necessario) che si inventa? In studio no, sul luogo dell'evento no, ma un po' vicino, in un quadrivio (per bloccare mezzo quartiere) e naturalmente non in pieno agosto, quando ai Parioli c'eravamo solo io e il giornalaio, ma alla fine del mese, alla ripresa del delirio.

Tralascio la parte folcloristica della terza storia, che sarebbe quando un tizio in gilet giallo mi si avvicina nell'ombra per spiegarmi che non posso rientrare a casa perché c'è un film, e io chiedo: "ma un cazzo di cartello non lo potevano mettere?" e lui: "non si arrabbi, che una soluzione si trova!" e io: "guardi, per sua informazione: ancora non mi ha visto arrabbiato...".

Un po' di creatività e qualche contromano mi hanno permesso di rientrare. Ma solo perché so come è fatto il dedalo di viuzze che ci circonda. Lui, che forse doveva saperlo e dirmelo, non era visibilmente in grado di trovare una soluzione.

La morale
La morale è semplice: aridatece Oscare!

Noi ogni tanto ci prendiamo amabilmente gioco di Giannino, che però, a pensarci bene, non se lo merita. In effetti, nella sua vicenda ci sono due paradossi e un insegnamento.

Il primo paradosso è nel fatto che lui, che attribuisce i mali dell'Italia al fatto di essere un paese cialtrone e non meritocratico, abbia una simile esposizione dopo quanto si è scoperto. Ma proprio questo dimostra che ha ragione lui! In un paese normale, un'associazione imprenditoriale un minimo seria si sarebbe ben guardata dal tenersi un testimonial simile. Non c'è che dire, ha ragione Oscar: siamo un paese di cialtroni, non meritocratico (e così è chi ci rappresenta, non solo in parlamento, ma anche e soprattutto nei corpi intermedi).

Il secondo paradosso è nel fatto che lui venga chiamato economista senza esserlo. Ma proprio l'assenza di titoli dimostra che in effetti la sua conoscenza dei principi della scienza economica è superiore a quella di molti miei colleghi. Sarebbe infatti irrazionale, e quindi antieconomico, dotarsi (con fatica) delle competenze adeguate al titolo che ti viene attribuito (e ti lasci attribuire), se questo ti viene riconosciuto senza che tu faccia tanta fatica.

L'insegnamento è che questo, nonostante lo amiamo (perché se lo merita) non è, non riesce a essere un paese normale. È un paese nel quale i vigili (o chi per loro) non riescono a capire che non possono autorizzare il simpatico cineasta animato da passione civile a impedirti di tornare a casa senza: (1) avvertirti e (2) spiegarti (loro) cosa puoi fare. Semplicemente, non sono culturalmente attrezzati a farlo, non sono culturalmente pronti a tutelare la più ovvia delle libertà, più di quanto Stiglitz sia culturalmente attrezzato a capire la politica del nostro paese (spettacolare la sua richiesta di abolire il referendum per salvare l'euro che, però, secondo lui, è stato un errore - al perseverare nel quale dobbiamo sacrificare quel bene che gli americani con tanta larghezza esportano: la democrazia)!

Quanto rispetto nei cartelli di Dublino!

Un rispetto, una civiltà, che in effetti qui riscontro di rado in condizioni normali. Un rispetto che fa la differenza fra cittadino e suddito. E quindi, sì, devo dirvelo, e ve lo dico: quanto vorrei vivere in un paese normale nei momenti eccezionali, ed eccezionale nei momenti normali! Insomma: in un paese di cittadini normali, non di eccezionali sudditi. Credo che la pensasse così anche Gadda, e credo che tre persone qui abbiano chiaro il passo al quale mi riferisco.

Si apra la discussione, ma io non potrò partecipare: sono riuscito a tornare a casa, e adesso dormo...


(...domani mi informo se è normale questo modus operandi. Any clue? Io non ho nulla contro il nuovo cinema italiano. Però mi piace molto anche Proietti...)


Addendum pro veritate
SAR Rodelinda, regina dei Longobardi, mi ha imposto di pubblicare la seguente rettifica: "La vicenda del vetraio di via Fauro non dimostra la relazione fra shock di domanda e di offerta, ma l'elasticità della domanda al prezzo in regime di concorrenza monopolistica. In effetti è vero che il vetraio perse il magazzino, ma poteva approvvigionarsi da fornitori lontani da cratere, e vendere ai facoltosi (e tordi) abitanti dei Parioli, i quali, nell'urgenza, non poterono esercitare la loro sovranità di consumatori - con buona pace di Oscarè - e quindi si fecero tosare, dato che in concorrenza monopolistica la curva di offerta non è infinitamente elastica, il che attribuiva al vetraio un certo potere di mercato. Quindi, se vi siete preoccupati per lui, tranquillizzatevi: ora ci fa ciao ciao con la manina da un qualche paradiso tropicale, dove spero abbia avuto il buon senso di ritirarsi".

(...ho creato un mostro...)

155 commenti:

  1. Oltre il buon "Giannino economista", segno ulteriore dei tempi è quel sottopancia che spesso si legge: nome, e poi "giornalista economico".

    Nell'ultima fiction che ho girato, a Roma, il runner, cioè quello che guida la machina che te vie' a prende' e riportà (chiamarlo "autista" fa brutto), era di Aosta: gli ho fatto da navigatore altrimenti non si arrivava più. Quando quello con il gilet giallo, in genere l'ultimo degli assistenti volontari (stai qui, guardi, porti i caffè e forse prendi un rimborso spese), o l'ultimo degli assistenti di produzione (idem!), dice che una soluzione si trova, è certo che lui non la conosce; la sola cosa che gli interessa è non prendersi la mega cazziata dal suo superiore di turno (l'ultimo degli assistenti non volontari) e non rischiare di essere cacciato: per evitare ciò, bloccherebbe pure la nonna appena caricata su una ambulanza.

    La fiction "Capri" fu in parte girata in una splendida villa, "Villa Guariglia" che è dalle mia parti (Vietri/Salerno), villa che, come accade sempre quando hai una cosa sotto il naso, non ho mai visto. Ma giro "Capri3". Tra l'1 e il 3, produzione romana e Film Commission Campania avevano litigato, mi raccontarono, causa fondi e disponibilità economico-logistica che la struttura regionale non poteva più assicurare (roba di tagli, tanto per cambiare; così mi raccontarono). Nessun problema: Villa Guariglia ricostruita spillo su spillo all'interno di Cinecittà, compresa maxi-foto del panorama. Tutto il reparto tecnico, il solo affidabile in genere, giurò e rigiurò sulla perfetta ricostruzione. Praticamente, ho visto Villa Guariglia dopo più di 40 anni che ci sono stato accanto, e senza esserci mai andato.
    Il "SE VOGLIAMO, possiamo e sappiamo fare" è forse una delle cose che più mi fa imbestialire del mio Paese. Dettaglio non da poco: quando non sei preso da masturbazioni artistiche ("riassaporiamo il clima, l'atmosfera dei Parioli, l'architettura del luogo...), tutto se po' fa, ma ce vonno li sordi.
    PS - secondo mia esperienza, i ristoranti della parte bassa di viale parioli sono decisamente mediocri (e cari). ma è un po' che non frequento...

    RispondiElimina
  2. Oscar mi ricorda vagamente il paradosso di Epimenide di Cnosso: L'Italia è un paese di cialtroni. Io sono Italiano quindi sono cialtrone. Ma se da cialtrone dico che gli Italiani sono cialtroni allora mi contraddico. Più o meno...
    Tito Casali

    RispondiElimina
  3. Come sai, Alberto, ciò che scrivi l'ho sempre pensato: è per questo che ho vissuto, vivo - e vivrò - sempre all'estero, pur amando e facendo amare il mio Paese, namely, la sua cultura. L'Italia è come un figlio: lo accetti in toto come ti viene. Buona permanenza in Italia, caro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Btw, er Palla ha recuperato with honours il suo debito in francese. Sarebbe quello che dice che sei un genio.

      Elimina
  4. come diceva Gramsci : il peggior male è l'indifferenza , e io infatti ormai ho perso il conto dell'incazzature che ho preso in banca , negli uffici pubblici etc.. io proprio non ci riesco a passare sopra le cose e più sono insignificanti e più mi incazzo , io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono cit. Giorgio Gaber

    RispondiElimina
  5. Professore le posso assicurare che le multe a viale Parioli vengono fatte tutti i giorni sia nel turno di mattina sia il pomeriggio alcune volte anche nella fascia oraria che va dalle nove a mezzanotte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la precisazione. Non ne dubitavo e auguro buon lavoro a chi deve svolgere un compito così necessario e sgradevole. Posso chiederti se pensi che il problema della sosta selvaggia sia stato risolto? Fra il 5 e il 25 agosto in effetti sembrava risolto, ma ieri sera mi pareva che fossimo da capo. D'altra parte, va anche detto che è veramente avvilente dover destinare tante risorse a reprimere comportamenti scorretti. Però, così è la vita...

      Elimina
    2. P.s.: comunque il mio punto non è tanto che il tratto basso di viale Parioli di notte è oggettivamente pericoloso (perché percorrendolo dal basso esci dalla curva di fronte a viale della Moschea e ti trovi di fronte un muro di macchine). Il mio punto è che sarebbe opportuno evitare che quando si fanno lavori seri o meno seri certe strade si trasformino in tonnare. Visto che sei del quartiere, sarai d'accordo con me che uscire dalla rotatoria di Santiago del Cile per prendere via Borsi e dover inchiodare perché la strada è sbarrata è oggettivamente pericoloso, visto che in quel punto si esce dalla rotatoria con una curva a gomito (rischi di farti tamponare, e comunque uscire dall'impasse a marcia indietro non è ovvio). La mia sensazione è che nonostante la loro buona volontà (massimo rispetto sempre) i nostri vigili non abbiano, oltre che l'idea che forse lo si dovrebbe fare, nemmeno le attrezzature per segnalarlo. In questo caso, un cartello visibile all'imbocco della rotatoria che segnali che una delle uscite è temporaneamente chiusa. Potrei farti mille esempi di casi in cui mi sono trovato intrappolato in una tonnara a Roma per motivi analoghi, e il punto è che prima del 15 agosto 2007 ciò mi sembrava del tutto normale. Non avevo sperimentato il fatto che un altro mondo (uno con i cartelli) è possibile. Devo anche dire, e questo penso che lo abbiamo visto in molti, che negli ultimi anni l'atteggiamento della PA in generale è migliorato: c'è una maggiore disponibilità a dare informazioni. Resta che, dopo avvocati e medici, gli uffici pubblici sono ancora la terza cosa con la quale è meglio non avere a che fare. Ma questa non credo sia una novità: lo dico nell'introduzione dell'Italia può farcela, che delle inefficienze della PA io soffro non una ma due volte. Non capisco quindi certi stupori, come quello di Lys qua sotto. Non sono io che nego l'esistenza di problemi "non da euro". Sono gli euristi che negano l'esistenza di problemi da euro.

      Elimina
    3. Per ulteriore maggiore chiarezza: penso di non essere l'unico dipendente pubblico che soffre per alcune inefficienze della macchina pubblica. Devo proseguire?

      Elimina
    4. Indubbiamente ognuno di noi nel suo piccolo deve fare la sua parte quando ero piccolo io si insegnava educazione civica nelle scuole all'epoca molti di noi la snobbavano adesso credo che non si insegni neanche più è un peccato

      Elimina
    5. Bagnai liberistaaaa è già stato detto? :)

      Elimina
  6. Però così non vale!

    Prima ero autorazzista inconsapevole.
    Poi ho letto Bagnai e sono diventato consapevole ed ho cercato di curarmi l'autorazzismo...

    ...e ora viene fuori che ha ragione Giannino?!?!?!?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi che fregatura? E sai il problema qual è? Che ognuno porta con sé un pezzo di verità, con la sola eccezione di quei cialtroni che ci attribuiscono l'idea bislacca secondo cui l'uscita dall'euro risolverebbe tutti i problemi! Questa visione demagogica è propria di chi l'euro lo ha proposto (la frase "lavorerete un giorno in meno ecc." è verosimilmente apocrifa, o almeno non ne ho trovato la fonte, ma la sua intonazione demagogica, il mito irenico dell'eurone che ci protegge e ci dà la pace, la riscontriamo ogni giorno). Viceversa, uscirne non risolverà tutti i problemi (pur essendo condizione necessaria), e questo per due motivi che spesso sfuggono: il primo è quello evidenziato in questo post, ed è, se vogliamo, di ordine culturale. Capire che la chiusura di una strada va segnalata con una certa cura è dato che sfugge - e trent'anni di dominio belga non è che ce l'abbiano imposto né insegnato. Ci sarà da lavorarci. La seconda, più importante, riguarda il fatto che le istituzioni che sono state sbriciolate col cuneo del cambio fisso (dal sistema pensionistico a quello della contrattazione salariale) non si ricostruiscono in un giorno. Per questo sono particolarmente deluso dai colleghi che "usciamo a sinistra". In effetti, uscire a sinistra significa innanzitutto uscire il prima possibile, per il semplice motivo che ogni giorno di permanenza è un giorno in cui con la scusa della competitività si smantellano istituzioni che poi è difficile ricostruire, non fosse altro perché se ne è persa la memoria.

      Elimina
    2. Un piccolo antidoto all'autorazzismo:

      https://www.youtube.com/user/tiataylormakeup

      Per favore, ascoltate questa ragazza.

      Elimina
    3. Questo è un assoluto momento di grazia che riassume, in sintesi scientifico-fenomenologica, 35 anni di distruzione accademica del lavoro di MS.Giannini e Mortati:
      "In effetti, uscire a sinistra significa innanzitutto uscire il prima possibile, per il semplice motivo che ogni giorno di permanenza è un giorno in cui con la scusa della competitività si smantellano istituzioni che poi è difficile ricostruire, non fosse altro perché se ne è persa la memoria".

      Lo segnalo a Arturo e Bazaar che continuano a ricercarne, a dimostrazione, le fonti più nobili e inoppugnabili con grande ed encomiabile sforzo.

      Elimina
    4. Questa è un'idea che mi ossessiona: proprio quelli che si sono accreditati per motivi meramente tattici come i "puri e duri" dell'uscita a sinistra, per il fatto stesso di essersi opposti a un'uscita "purchessia" hanno spostato inesorabilmente e forse definitivamente (a meno di major political shock) a destra l'uscita di sicurezza. Non ci sono parole per esprimere quello che provo. Se io e te in due (tre con Claudio, quattro con Vladimiro) abbiamo fatto tanto, quanto si sarebbe potuto fare in dieci o in venti (soprattutto considerando che molte di queste persone occupavano i media da prima di noi)?

      Elimina
    5. Sarò pessimista, ma nel momento in cui i diritti di terzi vengono percepiti come privilegi, che si tratti di indicazioni stradali o di una pensione, la sinistra è concettualmente del gatto. Oltre alla memoria, di certe istituzioni si perde la ragion d'essere. E mentre lo dico ho i brividi...

      Elimina
    6. "La seconda, più importante, riguarda il fatto che le istituzioni che sono state sbriciolate col cuneo del cambio fisso (dal sistema pensionistico a quello della contrattazione salariale) non si ricostruiscono in un giorno. Per questo sono particolarmente deluso dai colleghi che "usciamo a sinistra".". Come non essere in accordo in toto. Ma non sono solo le istituzioni. Sono anche le ditte, i mestieri, le aziende. Vogliamo parlare, come sempre, di Italcemente acquisita dal competitor Heidelberg, Indesit al competitor Whirlpool, della Pirelli finita a ChemChina, e delle prossime "per ora rinviate" vendite di Finmeccanica (Dassault?)e MagnetiMarelli (Samsung?)? Ancora un pochino che si rimane dentro, e quando usciremo tutta l'argenteria sarà straniera... hai voglia dopo a produrre quando tutti i profitti voleranno all'estero in stile Eire!

      Elimina
  7. Quand’è che i miei luridi compatrioti di tutte le classi, di tutti i ceti, impareranno a tener ordinato il proprio tavolino da lavoro? A non ammonticchiarvi le carte d’ufficio insieme alle lettere della mantenuta, insieme al cestino della merenda, insieme al ritratto della propria nipotina, insieme al giornale, insieme all’ultimo romanzo, all’orario delle ferrovie, alle ricevute del calzolaio, alla carta per pulirsi il culo, al cappello sgocciolante, alle forbici delle unghie, al portafogli privato, al calendario fantasia?

    Già...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A clean desk is a sign of a sick mind.

      Elimina
    2. Sto con la signora rockapasso. Il desk deve essere - moderatamente - disordinato (che non significa sporco!)

      Elimina
    3. La mia mente dev'essere decisamente sana, allora. Al mio deck sembra di essere ad Aleppo

      Elimina
    4. Balle!

      A Clean desk is a desk ready to do its duty at best! Che è quello di fungere da Tavolo da lavoro e non da ricettacolo di mercanzia di ogni genere, da ripulire periodicamente con la ruspa!

      In ogni caso l’autogol è manifesto! Non ravvisare la necessità di tenere in ordine un tavolo da lavoro fa esattamente il paio con il non ravvisare la necessità di mettere per tempo i cartelli dei lavori in corso.

      Ma gnente… il commento di rock potrebbe ben averlo scritto la mia di “Gertrude”; debbono proprio essere tutte così e bisogna volere loro bene …

      ... e poi dicono che lo sciagurato era Egidio!

      Elimina
  8. Scusi Professore ma proprio non resisto!
    Prendo al volo l'imbeccata per un'altra morale: aridatece Mandrake

    https://www.youtube.com/watch?v=VKQakZR6czQ

    Aridatece er viggile co la supercazzola in Lire altro che “ausiliari del traffico” sfruttati con la supercazzola in euro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è un altro punto dolente. Sinceramente, sono intristito tutte le volte che li vedo in giro: percepisco la loro frustrazone, il loro sfruttamento, e il fatto che anche questa è una sfaccettatura della guerra fra poveri (cittadino stressato/ausiliario sfruttato) alla quale il capitali ci destina (sottraendo risorse a parcheggi decenti e personale qualificato e pagato il giusto).

      Elimina
  9. A Roma basta poco: attraversi piazza san pietro e entri in vaticano. lì normalmente funziona tutto. non so però quanto ti ci troveresti bene...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io benissimo, ti assicuro... Se mi affidate la Cappella Sistina, facciamo un rave tutte le sere...

      Elimina
    2. Musiche di Torelli, Vitali e Gioan Pietro Del Buono?

      Elimina
    3. Palestrina, ca va sans dire...

      Elimina
  10. Visto che siamo in tema di storie, ve ne offro una io, fresca fresca.
    Questa mattina il corriere espresso ha consegnato un pacco decisamente ingombrante e pesante da me spedito nell'isola di Ischia. Partito venerdì pomeriggio da casa mia, la merce sarebbe stata consegnata ieri pomeriggio, se il destinatario fosse stato presente, quindi in 2gg lavorativi netti. Non male, direi, vista anche la destinazione disagiata, non vi pare?
    Ecco, alla faccia della libera circolazione dei capitali, della moneta elettronica, delle transazioni finanziare istantanee e chi più balle sa più me racconti, l'importo del contrassegno lo riceverò "tra 10 o forse anche 15 giorni lavorativi, vista la sede disagiata da cui partono i soldi"!
    "Quindi", gli ho risposto, "fatemi capire: ci vuole meno a portare FISICAMENTE una cassa di 70x70x100cm pesante 50Kg dalla Toscana ad Ischia che a far tornare indietro il corrispettivo in denaro?"
    "Eh, vede, queste operazioni vengono accentrate tutte alla sede di Bologna."
    Gli ho fatto una risata sarcastica all'orecchio, ho salutato più cordialmente che potevo ed ho chiuso la comunicazione. Posso capire 3-4gg per il recapito di un assegno di traenza via posta ordinaria (nel 2005 la prioritaria da 0.70€ arrivava il giorno dopo se imbucata entro le 12, la posta ordinaria ci metteva 3 gg se eri sfigato), ma gli altri 5-10gg a cosa servono? Forse le banconote le portano fisicamente a cavallo (ed in parte a nuoto, evidentemente, vista la sede di partenza disagiata...) fino a Bologna? Oppure (Dio mi perdoni la cattiveria) servono a guadagnare qualche giorno di valuta sul conto del corriere?
    Questo per concordare con chi dice che le cose le sappiamo fare bene se lo vogliamo, ma che ci perdiamo anche in particolari stupidi che rovinano la percezione finale del prodotto o del servizio servizio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora: tanto per evitare di scadere nell'autorazzismo, ve ne dico un'altra. L'anno dopo quello della seconda storia (il 2008) ero in Francia per lavoro. L'università ospitante doveva rimborsarmi le spese di viaggio. Vado in amministrazione e do loro il mio IBAN. Con mio grande stupore, mi viene chiesto un RIB, in assenza del quale l'economato non avrebbe potuto rimborsarmi. Attenzione: questo a 18 anni dalla libera circolazione dei capitali e a 9 anni dall'entrata nell'euro. Qual era il problema? Che il sistema informatico dell'università (pubblica) non era ancora stato aggiornato per considerare gli IBAN, considerava solo le coordinate bancarie in formato francese, e quindi se non avessi aperto un conto in Francia non avrei visto il becco di un quattrino. Ovviamente apriedi il conto (passato remoto di aprire: io apriedi, tu apriedisti, egli apriede...) e avetti i soldi (che poi spendetti l'anno dopo via CB).

      Quindi?

      Quindi cose strutturalmente simili succedono ovunque. E, nota bene: l'asimmetria è spesso a sfavore di quello che doveva essere il punto di forza del progetto, come noti molto puntualmente e tecnicamente tu, cioè la libertà di pagare ovunque chiunque senza perder troppo tempo. Nel mio caso il costo di transazione è stato addirittura l'apertura di un secondo conto in banca (che comunque costa poco, per fortuna, ed è utile quando sono in Francia visto che lì si pagano con la carta anche i biglietti dell'autobus à l'unité)...

      Elimina
    2. In Germania la radiazione definitiva delle coordinate bancarie pre-IBAN e' andata a compimento solo nel 2015.

      (Fonte: io, ci ho avuto a che fare per lavoro).

      Elimina
    3. In Francia, fino a qualche anno fa (non molti), la richiesta del RIB era un classico. Quanto ai pagamenti con la carta, i franciosi li usano in modo anche e spesso eccessivo. E prima che la carta prendesse piede (e pure gamba), ricordo le du' palle in fila al supermarché quando tutti i franciosi davanti a me per pagare si mettevano a compilare i loro chequerini.

      Elimina
    4. Fosse solo l'uso eccessivo della carta il problema: per esperienza personale all'alba del 2013 per poter fare la tessera dell'abbonamento del pullman (costo del servizio €2) bisognava spedire, o portare a mano, un assegno. Abbiamo dovuto litigare con un funzionario allo sportello per poter pagare con moneta, addirittura ci era stato chiesto di farci fare un assegno da un amico/conoscente visto che noi non avevamo ancora aperto un conto.

      Elimina
    5. La Francia è nota per il peso della burocrazia. Basta seguire l'etimologia...

      Elimina
  11. Giusta osservazione, e devo dire che anche io lo penso spesso, avendo avuto l'occasione di mettere piede al di fuori dei sacri confini della Patria, altrimenti, probabilmente troverei tutto questo "normale". L'ho pensato, ad esempio, quando avanti ieri, un oscuro burocrate dello Stato aveva deciso che i funerali di Amatrice era più "comodo" farli a Rieti...ovvero era più comodo per gli apparati burocratici (cioè loro stessi...), dei cittadini-sudditi neanche l'obra di mezzo pensiero! Non è proprio nella loro forma mentis pensare che esistano cittadini con dei diritti, i quali cittadini, in definitiva, sarebbero i signori che pagano il loro stipendio (sto tornando liberista...).
    In effetti, a pensarci bene, solo un paese storicamente vocato al servilismo verso il potere (locale o straniero) e alla trascuratezza se non al razzismo verso i propri simili (cioè noi stessi) poteva accettare la follia eurista con tanta disarmante sudditanza.

    RispondiElimina
  12. Cavajerenero, te vedo in difficoltà, ma nun te preoccupà, soh qua io a soccorrerti.

    Se hai problemi corra machina, passa qua in zona, te fajo conoscere err Sthor e vedrai che un corsetto di perfezionamento ti aiuterà a tornare a casuccia tua.

    Riguardo all'Oscar: davvero ritieni che "economista" non sia sinonimo di "astrologista?" (non astrologo, quelle son persone serie in confronto)

    Infine sui curricula: ma lo sai che il Mito Ciampi (quello del "nonsvaluteremmmmomaiiii"), 3/4 di Padre della Patria, è laureato in lettere e poi in giurisprudenza, notoriamente il bagaglio culturale perfetto dell'astrologista?

    Non è che stai a rosicà?

    Un abracio, ma non troppo stretto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Franco, io normalmente ti proteggo da te stesso, ma oggi ho deciso di non farlo... Magari qualche psicologo in sala ci/ti aiuta...

      Elimina
    2. Concetto Marchesi, eletto nel '46 all'Assemblea Costituente ed estensore insieme ad altri della Costituzione italiana, si era laureato in Lettere Classiche e poi Giurisprudenza: e allora? Era un "astrologista": cerchiamo di non strologare, per favore. Le competenze si creano anche sul campo, please.

      Elimina
    3. Quanto soffro a leggere il finto romanesco dei wannabe romani.

      Elimina
    4. Massimo D'Alema, presidente della Commissione bicamerale che proprio partorì un aborto di costituzione,manco s'è laureato.

      Berlusconi era aduso a perculare buona parte dei comunisti siccome zero tituli (Veltroni, Rutelli... e mi sovviene Bersani laurea del niente, così come Renzie... Piero Fassino laureato a 50 anni.. come dimenticare i "titani" Bossi, Meloni, Salvini...E LA LORENZIN minestrona DELLA SALUTEEEEEEEEE).

      Ma sto perculando il Cavajerenero che vede Oscar come Gino Paoli vede la dichiarazione dei redditi.

      Quindi mettiamoci d'accordo: o è titolato a sproloquiare di un certo argomento chi dovrebbe esserlo (già dato: il disastro Montoni & Forneroni & Passeroni restano nella storia), oppure può farlo chiunque, compreso me, te, C.A.Ciampi, er Cavajerenero e quindi pure Oscar.

      PS confesso il mio conflitto d'interesse: son stato per circa una settimana vicereferente informatico di FARE [l'equivalente del vicepresidente americano, praticamente una scorreggia nello spazio...]... e questo temo spieghi molte cose :)

      PS i perfidi albionici manco ce l'hanno, la Kostituzione... eppure campano ugualmente...

      Elimina
    5. Me too... Non è il lato più sgradevole di Franco, ma uno al quale potrebbe facilmente rimediare, dal momento che non so lui che lingua parli, ma il romanesco ha una sua letteratura di un certo peso. Magari un'occhiatina ai classici potrebbe aiutarlo. Ma lui si crede tantissimo fighissimo...

      Elimina
    6. Franco, s'era capito anche senza la tua confessione che scontavi un forte isolamento culturale. Sei solo sgradevole, senza essere molto divertente né costruttivo. Cosa ci fai qui? Guarda che di questi tempi è meglio volare bassi. Non so se ci fai caso, ma, visto che evochi la vicenda di FARE, i pochi furbi che hanno preso parte ad essa (sostanzialmente, solo Zingales) hanno da lunga pezza seguito questa saggia prassi...

      Elimina
    7. Ahah è davvero divertente osservare come se dici che quello italiano è un popolo per nulla antropologicamente inferiore agli altri ti si accusa di cieca ingenuità, se invece ne metti in luce i difetti tipici ecco che - contraddizione! - diventi il ben svegliato costretto dai fatti a tornare sui suoi passi. Davvero è incredibile come si tenda troppo spesso a farsi sedurre dalla tentazione di ragionare per estremi. Non si vuole proprio capire che bianco e nero non sono separati e che mettere in luce l'uno piuttosto che l'altro deriva invece da concrete scelte di opportunità di volta in volta intese. E si che non è difficile da capire.
      Sono stato, per dire, in Pronto Soccorso all'estero ben tre volte (noi buoni sentimentali giovini romantici siamo di salute cagionevole, non c'è nulla da fare: farò la fine di Shelley, period); due in Spagna e Austria, ma solo per accompagnare altri, uno a Parigi, pour moi: avevo pescato un sasso nella baguette ( avrei dovuto immaginarlo, le baguette in Francia sono come il sisma in Italia, ma all'epoca il dottor Curcio non mi aveva ancora edotto circa l'opportunità di assicurarmi contro i danni ai molari da panetteria. Farò tesoro). Ebbene, anche lì si è tranquillamente aspettato fino a 6-7 ore, anche lì gli studenti facevano la guardia medica e anche lì si prendevano rischi grandi come case in termini di responsabilità medica. In fin dei conti devo dire che il Paese dove ho sperimentato le migliori cure in PS è stato il mio, eppure se mi chiedessero se cambierei il Sistema Sanitario italiano risponderei senz'altro di sì! Sono in contraddizione? Non credo, semplicemente penso che Pangloss sia un pirla.

      Elimina
  13. Abito in un paesello dell'Appennino reggiano ma, per motivi familiari (come si dice nelle giustificazioni) in gioventù ho abitato a Roma per sei mesi, mentre aspettavo di fare la tesi. L'impatto col traffico di Roma è stato devastante (tra l'altro, ero arrivato nei giorni di Natale). Dopo un po' di tempo, ho imparato a sbrigarmela, applicando due conoscenze acquisite a mie spese: puoi parcheggiare dove ti pare, basta che non chiudi il passaggio a qualcun'altro, altrimenti ti distruggono; nessuno ti darà la precedenza se non mostri di meritartela, esponendoti coraggiosamente. Insomma: deregulation, libera iniziativa, e competitività!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema etico fondamentale è quello di capire che se vuoi raggiungere un equilibrio interiore, che ti permetta di avere relazioni serene con gli altri, a Roma devi fare agli altri quello che non vuoi venga fatto a te, il che peraltro la qualifica come sede dell'Anticristo. Mi spiego: se ti becchi un quarto d'ora di coda perché c'è il pirla in doppia fila, e poi perdi un quarto d'ora per cercare un posto regolare, alla lunga finisci così. Molto meglio se un attimo prima lasci che il demone antievangelico dell' "e sti cazzi" entri nel tuo corpo...

      Elimina
  14. Lavorando in Gran Bretagna per una societa' che costruisce e gestisce strade ed autostrade, non posso esimermi dal pensare che la grande cura posta nel segnalare i disservizi non sia altro che una ulteriore manifestazione di quello spirito britannico che infarcisce ogni conversazione di please, sorry, thank you, I'm afraid, I beg your pardon etc.

    E' la manifestazione dell'idea diffusa che io te lo posso mettere in quel posto e tu devi soffrire in silenzio se lo faccio gentilmente ed in maniera educata.

    Invece di eliminare o ridurre per quanto umanamente possibile la causa di disservizio, l'attenzione e' sul mitigarne l'impatto.
    Una delle proposte che mi astengo dal fare e' proprio di alleggerire l'ossessivo livello gestione dei disservizi per ridurre i costi perche' so gia' che non capirebbero.

    Roberto Seven

    PS:I beg your pardon for the British keyboard.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Osservazione molto interessante a mio modo di vedere. Anche quando devono cacciarti da un'azienda, o comunque comunicarti qualcosa di spiacevole, lo stile anglo-ammeregano è molto diverso dal nostro. (forse più ipocrita) Non ho abbastanza cultura per fare collegamenti storico culturali che sicuramente sono all'origine di questo modo di agire; se qualcuno potesse darmi qualche spunto di approfondimento gliene sarei grato.

      Elimina
    2. Se volete farvi due risate in proposito date un' occhiata a questa guida alle tipiche frasi inglesi/americane e il loro vero significato.

      Elimina
  15. Probabilmente perché italiano but not "italians" (che poi sarebbe quella figura retorica che racchiude in se tutti i difetti degli italiani e che rivela al meglio il suo essere tale quando è all'estero dove, a causa delle norme comportamentali che lo contraddistinguono e fortemente differenziano, viene indicato malevolmente dai nativi) mi chiedo quanto tempo occorerà affinchè subentri la modificazione dei processi comportamentali, ormai talmente perpetrati nel tempo da essersi certamente impressi del "nostro" dna come istintive. Insomma qua non stiamo parlando di "educazione" o di "buon senso" o di "civiltà" ma di chimica! Ora tralasciando tutte le ricerche sul potere che ha l'ambiente di modificare i comportamenti (e perciò a lungo termine l'istinto), sarebbe da capire piuttosto se i "not italians" siano soggetti propri di una alterazione genetica e sopratutto, visto che vivono nello stesso ambiente degli "italians", perché essi pensano e agiscono (o comunque gradirebbero agire se l'ambiente in cui vivono gli desse la possibilità di farlo) in maniera differente agli "italians". Un unica consolazione. Pare che i Sapiens convivessero nello stesso tempo e ambiente dei Neanderthal. E pare che dopo un bel po' li abbiano soppiantati (anche se da alcune ricerche sembra piuttosto che questi ultimi si siano evoluti in "not Italians")!

    RispondiElimina
  16. "perché i ristoratori romani ogni tanto vogliono fare gli chef francesi"... mmm, mi sa che so dove sei andato. Intorno a piazza Cavour?

    "e prima o poi qualcuno si farà del male,"
    Già successo, basta guardare per "parioli" ed "incidente grave" ed escono fuori una singolare sequela di gente che, chissà perchè, va contromano e sbatte o di "centauri" che fanno frontali.

    RispondiElimina
  17. La vita di Oscar Giannino è un opera d' arte

    RispondiElimina
  18. Aggiungo che l'atteggiamento dei vigili di Roma, come dei burocrati di Rieti, è trasponibile a quasi tutta la nostra classe politica, dato che i politici italiani sono... italiani appunto! Cioè sono come i vigili di Roma, sono come me, che se non avessi messo il naso per tanti anni fuori dal suolo Patrio, la penserei come loro...
    La storia dell'olio tunisino, un esempio fra i tanti. Il gruppo parlamentare del PD a Bruxelles ha difeso l'ennesimo attentato all'economia nazionale poiché "l'europa deve aiutare la Tunisia"...ovvero si fa un provvedimento, che in astratto ha una suo logica, (aiutare la giovane democrazia tunisina) senza preoccuparsi minimamente che dietro questa logica ci sono persone, esseri umani, di cui tu avresti il dovere di tutelare gli interessi, dato che sei stato eletto da loro come "rappresentante"! In pratica i signori euro parlamentari italiani del PD non si sono accorti che l'Europa ( Germania) vuole aiutare la Tunisia...con i soldi degli italiani!
    Provate ad immaginare un secondo se la stessa cosa fosse avvenuta a parti invertite, con l'UE che, col pretesto di aiutare un paese emergente, aprisse i mercati a prodotti che danneggiassero solo le economie della Germania o dell'Irlanda, cosa avrebbero fatto gli euro parlamentari tedeschi o irlandesi?! Provate ad immaginarlo un secondo...
    Alla fine se l'UE voleva aiutare veramente la Tunisia, si poteva attingere al Budget UE (dove tutti i paesi contribuiscono pro quota) per finanziare progetti e infrastrutture in Tunisia...o no?...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa è una nota debolezza del progetto "federale" europeo: la confusione, nel suo parlamento monocamerale, di interessi nazionali con interessi di classe, che porta i primi a prevalere sui secondi distruggendo la dialettica maggioranza/opposizione e rinforzando la brutale logica dei rapporti di forza. Ne abbiamo parlato: la studia Majone, la confessa Cofferati...

      Elimina
  19. Alcuni anni fa decidemmo con alcuni amici di visitare gli scavi della città di Tharros (provincia di Oristano, Sardegna) partendo da Olbia (circa 2 ore di viaggio). Arrivati sul posto verso le 10:00 di mattina scopriamo che il sito non poteva essere visitato fino alle 14:00 perché giravano un film con Scamarcio.
    Siccome la località è in riva al mare abbiamo aspettato facendo il bagno a mare.
    Ritornati alle 14:30 un nuovo cartello annunciava che per il protrarsi delle riprese il sito avrebbe riaperto il giono dopo.
    Da bravo borgataro mi sono ricordato allora che era venuto il momento di 'menare'.
    Mi raccontano i miei amici che non mi sono comportato da persona civile, ma dopo un vivace alterco con i guardiani del sito e della troupe e l'intervento della forza pubblica le riprese sono state rimandate ed un centinaio di turisti hanno potuto visitare Tharros.
    Ho rischiato la rissa ma quando ce vo' ce vo'.....

    RispondiElimina
  20. Con l'età sono diventato come mamma Emilia, che se vedo una carta di caramella per terra, crepo dalla rabbia e dal terrore

    RispondiElimina
  21. Buongiorno Professore, con questo scritto, non voglio essere retorico ma cercare di capire quello che Lei afferma.
    Da ragazzo, in televisione bn schermo rotondeggiante al bar quando potevamo vederla, vi erano programmi veramente istruttivi, e di confronto sociale, in estate andavamo a lavorare (quanta tristezza mi fanno i giovani oggi che non possono andare nei campi perchè l' INAIL...o il lavoro in nero...e costretti a bighellonare. Quanto noi si imparava allora!). Il servizio militare, oltre che per farci convivere con commilitoni di diversa provenienza culturale e geografica, ci insegnava il rispetto delle regole (una notte in cpr era molto istruttiva).
    Poi... sono arrivate le cosidette sinistre, niente andava bene e tutto doveva essere riformato (a furia di riforme delle riforme alla ennesima potenza, che oggi mostrano ampiamente i frutti in tutti i campi!). Arrivò anche la ciliegina, ovvero il 68 e anni successivi, spesso con il sei e il diciotto politico, e in taluni casi con le "lauree di gruppo". Ricordando anche gli scioperi "politici", l'attacco violento negli anni 80 alla Chiesa, le droghe allora sconosciute, che tanti giovani hanno ucciso, la lotta profonda all'impegno e al sacrificio. Ecco inoculata quella che, penso, la grave concausa della mancanza di "Un rispetto, una civiltà, che in effetti qui riscontro di rado in condizioni normali" come Lei dice, e aggiungerei, la profonda ipocrisia presente in moltissimi strati.
    Quando vedo i nipotini e i loro amici, quanto amaro nascosto nel mio cuore! Sbaglio?

    RispondiElimina
  22. Se io commentavo un suo post come lei lo ha scritto, minimo mi bannava e mi dava dell'autorazzista se non del piddino. Io credo che presto o tardi usciremo dall'euro, e se saremo fortunati, avremo lei che ci indicherà il da farsi una volta usciti (magari il modello Svedese di 30 anni fa), ma per risolvere il problema culturale ci vorranno secoli. Questo mi rattrista enormemente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Poiché la cultura è qualcosa di vivente, invero il problema culturale sarà sempre presente, nel senso che pensare di risolverlo sarebbe, come direbbe qualcuno, analogo al pensare di poter impacchettare l'acqua. Quando una cultura crede di posseder se stessa inizia a ristagnare, con tutti gli inconvenienti analoghi ad una situazione idrobiologica: essendo marcescente, finisce coll'imporre la propria presunta compiutezza in modo coatto, oppure snobistico, oppure populistico. A ben vedere il piddinismo, almeno finora, ha quasi completato le ultime due fasi e sembra ben avviato nella prima.
      Direi dunque che occorra cambiare il modo di vedere al punto di riconoscere che, finché si avverte l'esistenza di un problema culturale, può esistere una cultura (analogamente al respirare, il quale richiede la presenza dello stesso elemento, ma in molecole sempre differenti e rinnovate): cessa invece d'esistere allorché si ritenga assodata, risolta e completata.

      Elimina
  23. Caro Profe, come lei sa, per il mondo c'è anche di peggio. Nel paese dove m'accingo ad andare, non solo le strade chiuse temporaneamente al traffico per lavori non sono segnalate (o, se lo sono, all'ultimo momento), ma nemmeno i tombini, delle vere voragini specie con la scarsa illuminazione là tipica, lasciati aperti per lavori in corso o perché qualcuno s'è fregato i chiusini in ferro per rivenderseli. Ma quel paese, forse per ragioni di cuginaggio, continuo ad amarlo.
    E, a proposito di cugini, ricordo una volta che passeggiavo con un amico francese per una rue parigina non proprio pulita. Il mio amico nota la sporcizia e, con un sospiro di rassegnazione, commenta: "Eh sì, anche noi in fondo siamo latini".
    Le rradici, insomma, importanti come le bbasi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma caro! Se tu a Parigi cammini con la testa per aria, oltre al rischio voragini hai un'altra fetente certezza... Povero te!

      Elimina
  24. Mi hai spiazzato; e mo' come se fa a sostenere il contrario davanti a tante merde?
    Io da patriota ho sempre cercato di dimostrare che siamo il miglior paese del mondo o almeno non peggiore degli altri, con esempi, con confronti, etc. insomma ci stavo credendo pure io e adesso cadrò in depressione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Alberto49

      Consolati.
      Uno spirito colto ama giudicare quello che più gli si confà nelle categorie dell'Estetica più che dell'Etica. Sa, e consiste in ciò la cultura, che se la seconda è opinabile, non lo è la prima. Se applichi quelle categorie di giudizio all'insieme di ciò che offre una nazione, non c'è storia, nonostante tutto siamo ancora il migliore dei paesi possibili.

      Elimina
    2. Non sono più intervenuto, e volevo farlo per scoprire il gioco e sono convinto che lo sia; separare il loglio dal grano, questo è lo scopo di questo pezzo! Alcuni indizi relativi all' oggetto di questo articolo e la sottile e amara ironia che è sottesa nelle tre storie, in particolare la seconda, ambientata a Dublino (e con l'incombenza Gianninesca), a mio avviso ne rende palese lo scopo. Mica Alberto è una testa di cazzo Pdeurina qualsiasi!

      Elimina
    3. @A49

      No. Il più colto di noi. Il "consolati" era ironico.

      Elimina
    4. Enrì, nel post rispondevo a mario rossi! A te avrei risposto stamane: "concordo" metafora di "mi inchino" davanti alla Bellezza.
      Ciao!

      Elimina
    5. L'esteta era quell'altro di Pescara.

      Elimina
  25. Il nostro Paese ci dà tanti motivi per essere amato/odiato contemporaneamente, non c'è niente da fare. Da sicilano (ricordo che la Sicilia è l'Italia al quadrato) quando guido vedo cose dell'altro mondo, ma ultimamente pare si sia diffusa una moda: fermarsi in seconda fila proprio in coda, lasciando come un povero stronzo il guidatore dietro di te che, magari un po' sovrappensiero, può anche non accorgersi che tu ti sia fermato. Quando ti accorgi che quello davanti a te ha proprio parcheggiato, allora devi cambiare corsia, e lì altro problema; attendere che qualcuno, nonostante tu abbia messo la freccia, ti faccia passare accorgendosi che non sei invisibile. Poi magari, dopo tutto il traffico e il delirio, scendi imbufalito dall'auto e passi a piedi per il centro storico (Catania) e ti calmi, meravigliato da tutta quella bellezza che hai già visto migliaia di volte, e che non ti stanca mai. Davanti a un tale livello di splendore perdono tutto, forse non dovrei ma è più forte di me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da questa descrizione si evince che pure Milano debba essere un capoluogo siculo (e dubito assai che la cagione siano i siciliani, o i meridionali in generale, che ormai vi abitano da tanto tempo). Che la bellezza reale non stanchi mai dipende anche dal fatto ch'è sempre articolata, sicché risulta difficile, se non impossibile, coglierla appieno sia con lo sguardo d'insieme, che con quello rivolto al dettaglio. Forse l'esempio più sfacciato è quello dell'arte gotica che eresse le cattedrali, ove certe asimmetrie, provvidenziali dal punto di vista architettonico, sono quasi impercettibili e le sculture dei capitelli non si ripetono nemmeno sugli analoghi dall'altra parte della navata. L'occhio e la mente riescono solamente a farsi un'idea, di volta in volta integrabile con altri tasselli, di ciò che sta loro innanzi: e guai a lasciarsene soddisfare!

      Elimina
  26. Il comando dei vigili a Viale Parioli è un assembramento di orrendi containers dove chiunque fosse costretto a lavorarci perderebbe il proprio senso del dovere e di attaccamento all'arma e subirebbe un inconscio lavoro di cialtronizzazione. Lo stato ci pretende cialtroni e senza senso critico altrimenti i legislatori (chi ha varato il piano casa del Lazio non sa neanche cosa sia il genio civile) rischierebbero di venire presi a calci anzi verrebbero certamente cacciati a pedate
    Se ben ricordo il rifacimento del palazzo fu interamente pagato dallo stato ed è probabile che nella fattispecie sia stato lui il tosato. C'è da dire che il bruttissimo colore (marrone scuro) non sia da imputare ad organi statali.
    Ad uno dei ristoranti hanno dato fuoco
    Che sia stato un cialtrone esasperato?

    Attenzione, quel pezzo di strada è pericolosissimo e purtroppo qualcuno ha concluso la sua vita lì
    Ricordo di essere passato una volta subito dopo l'incidente di una povera ragazza in motorino che non ce la fece
    A quando un'azione seria con carri attrezzi quotidiani?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente d'accordo, e preciso che ovviamente io non ce l'ho coi vigili (peraltro, difficile che si entri in conflitto: io non devo parcheggiare per strada). Aggiungo: se vai al mare a Maccarese, nel retroterra è tutto un tripudio di rettifili in mezzo al nulla, interrotti da rallentatori di velocità. Davanti alla ex scuola (demmerda) dei miei figli non c'era un accidenti di nulla e le automobili ogni tanto prendevano la strada con una certa scioltezza, nonostante fosse stretta. Chiesto a un vigile perché non venivano messi rallentatori, mi rispose che poi c'era il rischio che qualcuno si rovinasse l'auto e facesse causa al comune. A quel punto io feci un esposto ai carabinieri e morta lì. I rallentatori non ci sono, ma sono sicuro che ci saranno dopo il morto. Ora: io purtroppo sono uno che azzecca le previsioni, ma per fortuna i miei figli non vanno più lì, e comunque gli ho insegnato a guardarsi intorno. Ci sono molte cose che vanno messe a posto, e per farlo ci vorranno comunque molte risorse: quelle che adesso non abbiamo. Un rallentatore costa, installarlo costa, ecc. Alla fine, costa di meno un morto, se i superstiti non sanno come rivalersi sullo stato per certe negligenze...

      Elimina
  27. A Dublino sono così cortesi da mettere cartelli 4 km prima, per avvertire i contribuenti dei disagi dovuti al cambio di un banale tubo del gas. Ma non solo. In certi casi eliminano il disagio stesso di essere contribuenti. Interessante anche notare che i vigili europei intervengono (per loro candida ammissione) con solo 23 anni di ritardo.

    RispondiElimina
  28. Sono orgogliosamente uno dei 3 del Gadda.
    Sapevatelo.

    RispondiElimina
  29. Egregio Professore, le giunga, dalla Normandia, tutta la mia solidarietà. Alcuni giorni fa, percorrendo una stretta strada comunale sita tra i due comuni denominati "Le Tronc" e "La Pyle", incappo negli automezzi di asfaltatura della suddetta viuzza. Che è piccola, ma è la sola che colleghi Le Neubourg a Bourgtheroulde senza dover percorrere 34 chilometri in più di strade statali... Che, invece, ho dovuto percorrere, perché avvisi non ce n'erano, pannelli e segnalazioni idem. A mia gentile richiesta del motivo di cotanta assenza, mi è stato risposto che i soldi soono pochi e i cartelli costano. Non ho approfondito ulteriormente, ma temo che lo voglia l'Europa e, quindi, mi sono piegato ai voleri di cotanto sovranazionalismo (che è buono, mentre il nazionalismo è cattifissimo), ho invertito la direzione e sono arrivato al lavoro in ritardo.

    Ovviamente, "questo ricordo non vi consoli..." (De André)

    Buona vita
    Guglielmo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho visto. Lavori a sette minuti da dove è successo il fattaccio. Ma si può sapere perché non mi sei mai venuto a trovare? Lavori per la DGSE?

      Elimina
    2. Perché in questi ultimi mesi una neuropatia periferica mi sta costringendo ai miracoli anche solo per sopravvivere. In poche parole, immagina di avere dolori acuti e molto forti alle gambe, assolutamente a caso, che non passano con nessun antidolorifico (oppiacei esclusi). Non esiste cura. Quindi resisto e tiro avanti. Ma non riesco proprio a fare più che questo. Sarà per il prossimo anno.

      Grazie Prof.
      Buona vita

      Elimina
  30. Viabilità.
    Il ponte è chiuso.Nessuna segnalazione precedente.Torno indietro (km 60)?
    Deviazione sul posto (montagna km 25)?Il Giannino in me bofonchia.
    Causa della chiusura:mancanza di manutenzione.Il Giannino in me s'incazza.
    La pattuglia è lì a controllare che io non usi il mio fuoristrada per guadare (il fiume è una pietraia).Il Giannino in me bercia maledizioni contro lo stato ladro.
    Il ponte è chiuso da due anni e mezzo.Le PMI della locale zona industriale sono alla disperazione.Non ci sono i soldi.C'è il bilancio,la stabilità,l'€uropa.
    Il Bagnai in me vomita fiamme,incenerendo tutti i Giannini precedenti.
    Per il viandante:SS2 Cassia,km 154.Mai successo prima in tempo di pace.Appunto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Parliamo del Paglia, suppongo? Col tuo orecchio musicale hai colto il senso... Sto studiando le legature e l'11 suono a Todi in quella chiesetta di campagna. Spero di vederti.

      Elimina
    2. possibile sapere l'ora e l'indirizzo dell'evento? verrei volentieri. grazie

      Elimina
  31. Il problema sta che questo paese è costruito sulle aporie e generà aporie, che spingono all'indifferenza, all'autorazzismo, all'ignavia.

    Già lo diceva gaber: tutto è calcolato e qui non funziona niente.

    RispondiElimina
  32. Mi siete piaciuti tutti e non so che dire.

    Oggi ho scoperto che qualcuno a cui tengo molto ma che conosco pochissimo - solo ciò che lascia trapelare a me e ad altri in circostanze formali - detesta il "Ce lo chiede l'Europa", al punto da rispondermi educatamente che se avessi seriamente impiegata l'espressione "Ce lo chiede l'Europa", che impiegavo per dire che secondo me non chiede (STRANO) - mi avrebbe negata proprio la cosa che chiedevo.

    Insomma, nello sfasciume capita ogni tanto di essere contenti.
    Quasi quasi, con un poco di azzardo, gli presto 'La Costituzione nella palude', che posso solo prestargli e non regalargli sempre per i suddetti rapporti formali.

    Mah.


    Per intanto, rivolgo ammirati omaggi alla precisazione di Rodelinda, da cui si vede che l'allieva ha superato il maestro che, quando vorrà raccontarci delle super....ole, dovrà necessariamente ricorrere a lei.
    Sembra un discorso da vero economista, cioè: 1) non ci si capisce niente, per lo meno non ci capisco quasi niente anche se non è matematica; 2) è un quasi niente detto bene; 3) fa desiderare di capire il quasi niente e che il discorso continui.


    Ora, please, i fan di Bagnai (dico "i" fan perché le fan sembrano latenti) non insorgano col chiarirmi che era tutto uno scherzo e che lui, economista, parla e ragiona in tutt'altro modo.

    Non lo facciano, altrimenti davvero non ci capisco più niente...:-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Adriana: ti ricordo che esiste la morte biologica, di cui tu più volte ci parlasti, quindi tutto (ogni cosa) è il niente...

      Elimina
  33. Nella mia piccola cittadina la situazione traffico e parcheggio non è problematica, soprattutto dopo aver perso dal 1980 circa 10.000 abitanti (20% circa).
    Con le segnalazioni va meglio di Roma, ma peggio di Dublino (dove, dall'esempio, mi è sembrata anche un po' eccessiva, quasi paranoica). Insomma nulla di che lamentarsi, però mi ricordo che quando ero piccola i vigili avevano un ruolo anche positivo, non solo punitivo. Stavano sulla loro pedana a far attraversare i pedoni, fuori dalle scuole e negli incroci più trafficati alle ore di punta.
    Ora l'unica direttiva è uscire per far multe. Non solo a chi parcheggia intralciando altri o in punti pericolosi, ma anche appena scade il biglietto (è quasi tutto a pagamento) che bisogna fare prima, quindi capita di non riuscire a prevedere quanto tempo "comprare".
    Della sicurezza a nessuno frega niente, l'importante è fare cassa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E a farlo mandano gli schiavi, perché se dovessero pagarli come si deve, addio cassa!

      Elimina
    2. Non solo. La cassa ( o meglio il fondo ) che serve a pagare alcuni istituti contrattuali, prevalentemente di salario accessorio ( indennità e previdenza integrativa), della Polizia Municipale ( ora si chiama così e loro sono Agenti di PM, il termine vigili urbani ha ormai lo stesso lignaggio dello spazzino o del bidello ), il fondo dicevo, è in parte finanziato per legge con i proventi delle contravvenzioni.
      Ovviamente è la conseguenza delle politiche contrattuali di efficacia/efficienza attraverso incremento della produttività che, dovendo trovare questi ed altri assurdi indicatori, contribuisce a mettere in ottima luce la categoria nei riguardi della cittadinanza. Poi per carità, alcuni per farsi ‘benvolere’ ci mettono anche del loro.
      Non sto a sottolineare che le OO.SS si categoria hanno avallato senza riserve tale politica così come non hanno contrastato il proliferare di alcuni compiti di Polizia Giudiziaria, investigazione ( qui a Torino esiste anche un nucleo in stile C.S.I Miami ) cose insomma un tempo di stretta competenza della Polizia di Stato o dei CC.
      Alla fine si può dire, almeno qui a Torino, che gli Agenti sguinzagliati a fare Viabilità ( materia principe del Civic d’na volta ) non sono poi tantissimi. Poi ora con le telecamere la doppia fila te la ‘seccano’ in un attimo. E la produttività schizza ….

      Elimina
  34. a proposito di Francia.
    l'anno scorso mi sono recato per 4 gg a Lione (se magna da schifo e poi i francesi.. lasciamo perdere) per vedere delle gare della mia amica.
    Al ritorno (su un regionale che sostituiva un TGV guasto che quindi non mi avrebbe portato a Milano) sono entrati degli omoni della dogna con delle mitragliatrici che minacciavano con lo sguardo e la postura le povere persone dei vari vagoni.
    Al che incomincia a ridere (sbagliando a messaggiare con la mia amica che ha rischiato di svenire perché credeva fosse un attentato) perché mi sembravano molto buffi!
    Ma perché buffi? perché non risolvi i problemi in questa maniera, sfoggiando l'armeria né controllando i borsoni "incustoditi".
    Al ritorno a lavoro dopo 3 settimane raccontai a tutti questa cosa aggiungendo che i francesi sarebbero stati inchiappettati (ahimé).

    PS: dato che ho paura degli aerei prendo solo i treni (e autobus e quindi mi sono fatto Lione-Siracusa in 26 ore..) ed ho visto pure nello stesso periodo (penso a dicembre, dopo gli attentati parigini) la situazione a Roma Termini dove i ns militari passeggiavano con i mitra ma con una differenza: lo facevano sorridendo..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La sicurezza è molto ostentata in Francia. Io ancora mi ricordo una soldatessa in servizio a Orly... Detto questo, dal post si evince che sei il solito meridionale piagnone che entra in sofferenza appena lo allontanano dalla cucina di mammà. Per questo sarai segnalato a Boldrin...

      Elimina
  35. Irlanda: densità 65,3 ab./km²
    Italia: densità 201,32 ab./km²
    Tanti simpatici e civilissimi paesi del nord lo sono anche perche' contano pochi abitanti, ed un motivo c'e': postacci di m. freddi e tristi da dove non vedono l'ora di scappare per venir da noi in vacanza! Se comprimiamo un Irlandese, o uno Svedese, un Norvegese, non e' che otteniamo un Italiano? Anzi peggio, loro pure bevono...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'Irlanda è un posto bellissimo, tutt'altro che triste, e non è sempre brutto tempo: si vedano le foto di Kildare che ho messo recentissimamente su Twitter. Il fatto che siano luoghi con pochi abitanti non c'entra con il senso civico, tipo quello di mantenere pulito per strada: potrei portare come esempio quello di grandi città quali Toronto in Canada o Sidney in Australia. Comunque, la situazione in Italia non è così disperata: esistono paesi, come l'India, nelle cui città a un occidentale è impossibile vivere secondo i nostri standard di efficienza.

      Elimina
    2. @a perfect world: Giappone:Densità 343 ab./km² - Sono in disaccordo anche sul resto della tua affermazione: come fa notare Martinet ci sono posti bellissimi anche al Nord.

      Elimina
    3. Io in Norvegia ci vivo. Fa, di rigore, un tempo di m... (Ieri mattina, per dire, dopo 7 gg di pioggia, eravamo a 10 C: Ålesund, regione del Sunnmøre, 62o parallelo, costa occidentale). Ma chissenefrega. Sara' un caso ma in Norvegia di norma sto a 110/65 mentre dopo due ore che sono atterrato a Malpensa mi tocca prendere la pastiglietta che gia' sono schizzato a 160/100. Moglie idem (e lei e' pure siciliana, e il freddo lo patisce piu' di me). Tralasciando tutto il resto (welfare, tutela del e fiducia nel "cittadino", servizi, ecc ecc -quel che racconta il prof dell'Irlanda e' il minimo sindacale) a 58 anni, se voglio camparne un'altra ventina schivando l'ictus, scelgo i fiordi umidi e piovosi. Che nei giorni di sole (pochi d'estate, tanti d'inverno ma corti e gelidi) sto posto (la Valdaosta a livello del mare) e' bello da mozzare il fiato. Il paese delle fate (e dei troll....).

      Ps: Io l'Italia e la mia regione, la Liguria, la amo da far male al cuore. Ma non ce la faccio piu' a vivere in posto dove sto incazzato piu' dei tre quarti del tempo

      Elimina
    4. Somalia: 16 abitanti per Kmq
      Rwanda: 403 abitanti per Kmq. A Kigali sembra d'essere a Zurigo.

      Elimina
    5. Da qualche parte ho letto che si nasce a caso e si muore dove si hanno le proprie autentiche origini. Abbiamo tutti storie diverse, molto probabilmente sono io fortunato che non devo interagire continuativamente con le nostre istituzioni, non cambierei la mia provincia nord-est di Milano (Gorgonzola/Agrate) con nulla. Certo vivrei piu' volentieri in Sicilia, ma appena hai un problemino di salute qui al nord devi tornare. E gli stranieri, con cui lavoro quotidianamente, li considero sempre troppo stranieri.

      Elimina
    6. @Maurizio Anche io ho trovato la Norvegia bella da mozzare il fiato. Mi ricordo quando ho visto tre delfini capriolare all'improvviso in un fiordo, ai piedi di una parete di roccia a stapiombo in mare. E quell'acqua cristallina (perché gelida...). Il lago di Como un pochino ricorda i fiordi: e piova spesso anche lì. Comunque per natura ho sempre la pressione molto bassa ;-)

      Elimina
  36. Hanno ragione i puzzoni angli: right or wrong my country.

    E ha ragione pure il puzzone: la Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina (che è poi l'equivalente della catena del cesso di Gadda... e dei doveri di stato che insegna(va)no a catechismo...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...ma questi vonno fa er partito, previa piazzale Loreto in cui spararsi su un piede! Spettacolo, vero!?...

      Elimina
    2. SE non fossimo italiani (lei fiorentino) ci sarebbe da morire dal ridere, se...

      Elimina
    3. Volendo esagerare, si può citare anche lo Spengler de "L'uomo e la tecnica" : " Il dovere è di irrigidirsi sul posto perduto senza speranza, senza salvezza. Mantenere il proprio posto, come quel soldato romano le cui ossa furono trovate davanti a una porta di Pompei, e che morì, poiché al momento dell'eruzione del Vesuvio ci si dimenticò di scioglierlo dalla sua consegna. Questa è grandezza, questo significa avere razza. Una fine onorevole è l'unica cosa che all'uomo non può essere tolta."
      Pare un atteggiamento imbecille, probabilmente come quello del samurai il quale, per non far cadere nelle mani del nemico importanti documenti, si dice si sia squarciato il ventre, riponendoveli.
      E tuttavia, nel considerarli imbecilli in primo acchito, si tralascia di comprendere che l'occhio della considerazione non riesce a vedere quali altri molteplici e imprevisti risvolti avrebbero potuto avere le vicende in questione. Speso il senno di poi si crede impropriamente intelligente.

      Elimina
    4. Puo' essere imbecille nella misura in cui ti sacrifichi per interessi di classi dirigenti lontane dalla tua realta' ed interessi. Mi chiedo se e quanto sia stato strumentalizzato ad arte il "senso del dovere". Era Remarque che descriveva lo sconcerto dei soldati alla notizia della fuga del loro imperatore? Ovviamente concordo che non c'e' nulla di buono in questo disfacimento della trama sociale, sia esso ai vertici o alla base.

      Elimina
    5. @a perfect world
      Considero già estremamente significativo riuscire a porsi la domanda su "se e quanto sia stato strumentalizzato ad arte il senso del dovere", poiché significa iniziare a porsi in un'ottica al di là del solito dualismo da tre soldi: ed effettivamente lo è stato, in maniera devastante e subdola, sicché provare a descriverne l'iter richiederebbe parecchie riflessioni e pagine, che ci condurrebbero in un ambito esistenziale e metafisico, prima ancora che sociale e giuridico. Per dare un cenno possiamo considerare in modo corretto il senso del "dharma" esistente in buddismo e induismo (che assume altre forme espressive, in ogni via tradizionale), secondo cui ogni essere umano viene alla nascita sospinto da tendenze latenti pre-esistenti (essendo, propriamente come individuo contingente, quelle stesse spinte), le quali impongono limiti vincolanti, ma anche una sorta di mappatura in grado di decifrarli: da qui nasce il genuino senso del dovere e dell'onore, ovvero dell'onorare ciò che si è per natura non scelta volontariamente - ma che possiede una sua logica più ampia -, e nell'ottica di comprendere cosa vi sia di reale dietro a questo gioco di apparenze cangianti. Tutto ciò, più che un sistema morale statico, comporta lo sviluppo di un'etica per la quale sapersi porre la domanda corretta; ad esempio, se si è nati tendenzialmente ladri si "deve" per forza rubare, oppure il dovere interiore consiste nel comprendere come astenersene, oppure ancora come applicare le qualità inerenti in modo costruttivo a se stessi ed al consorzio umano? (un ladro dev'essere rapido, attento, sveglio, circostanziato, intelligente: tutte qualità utilissime se applicate, sia esteriormente che interiormente, in altro modo rispetto alla ruberia). Qui decade perfino il senso moralistico del dovere, che dev'essere dunque considerato già come una forma di decadenza, rispetto al senso originario stesso di dovere e onore ove, come abbiamo succintamente visto, esiste anche un indagare costante.

      Elimina
  37. Ecco la cosa che ha acceso il riflettore su Oscare nostro!

    A parte le menate sconclusionate sul tema legale, credo che questo benedetto cialtrone abbia stimolato Alberto con la chiosa seguente (credo che trattasi del top del top dell' economista latente che si annida nel suo corpo):

    Vedremo come va a finire. Senza una buona soluzione, è un’altra potente spinta a far regredire la globalizzazione. La giusta tassazione non va mai confusa con l’anatema alla concorrenza fiscale. Finché ci saranno paesi con aliquote più basse, quelli con aliquote troppo levate saranno costretti comunque a ridurle. E così facendo crescono di più, non di meno. E’ esattamente questo che non piace, a molti di coloro che applaudono la Vestager.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alberto: ti stai facendo una quantità strepitosa di seghe mentali del tutto inutili. Sarai spossato, e ora fatti uno zabaione mentale con la quarta legge di Bagnai: Condizione necessaria del piazzaleloretismo è il complottismo.

      Elimina
    2. Vivo al massimo, e sai perchè! Ieri mi sono fatto un fingerpicking da pippe mentali; "Going to California"!

      Elimina
    3. @Alberto49:
      uno Zeppeliano che sòna un fingerpicking, deh! mica seghe! altro che pippe mentali!
      @Alberto Einstein Bagnai (citazione plausibile):
      ...se le vostre difficoltà in economia vi inquietano, vi posso assicurare che le mie sono anche più grandi.

      Elimina
    4. Caro Bernardo, sto soffrendo, e l'età è importante, su "Just breathe" suonata e cantata. Mi sa che ricadrò in depressione!

      Elimina
  38. Oggi per me è stato un pessimo giorno, culminato con una litigata furibonda con l'idiozia e l'analfabetismo culturale di mia moglie e mia figlia che sostenevano che la multinazionale della mela masticata facesse bene ad "eludere" (diciamola così) le tasse per il semplice motivo che potendo farlo è giusto che lo facciano. Inutile tentare di spiegare come si è arrivati alla situazione in cui la grande finanza è in grado di fare la qualsiasi cosa gli aggrada...

    E ogni volta che i nervi stanno per saltare definitivamente, vengo qui a ricercare quell'equilibrio che sta svanendo. L'aspettativa non è mai disattesa. In questo post più che mai, proprio in quello che solo agli stolti può sembrare un post controverso.

    A inizio ferie mi ero prefissato di leggere la Teoria Generale di J.M. Keynes -cosa che non terminerò sicuramente avendo avuto la sciagurata idea di iscrivermi a Twitter e seguire un gruppo di strane genti che dicono cose strane (^_^)- e soprattutto, avendo ormai terminato i miei giorni di riposo, per mancanza di tempo e forze residue durante gli undici mesi di lavoro.

    Non di meno, per me (un semplice diplomato "ragioniere" ex imprenditore e ormai operaio semplice da diversi anni a cui certamente mancano lebbasi) è stato quasi folgorante leggere l'introduzione e la piccola biografia di Keynes e scoprire che ad ogni caratteristica del suo carattere c'era una corrispondenza alle caratteristiche che maggiormente ritrovo in Lei Prof. Bagnai.
    Dalla capacità di rielaborare alcuni argomenti per riportarli nella giusta prospettiva (a costo da sembrare aver cambiato idea) alle doti che deve avere il buon economista che <> [cit. dal saggio di Keynes su Marshall, indicando le doti del buon economista che Keynes stesso certamente possedeva].

    Poi le similitudini tra Keynes e il suo club "Circus" e quella di Bagnai e l'associazione A/simmetrie (il cui comitato scientifico non ha nulla da invidiare al Circus!!!), la grande capacità di scrittura di entrambi e le rispettive precedenti pubblicazioni premonitrici e in netto contrasto con la posizione dominante dell'epoca (Le conseguenze economiche della pace e Il Tramonto dell'euro, per es.).

    A tutto questo aggiungo un aneddoto personale: normalmente io non ricordo mai nulla dei sogni che faccio ma nell'ultimo anno ho fatto più volte un sogno molto simile di cui ricordo perfettamente alcune parti.
    Ho infatti sognato che Lei Prof. scriverà la nuova rielaborazione della Teoria Generale; che questo libro diventerà il nuovo pilastro dell'economia monetaria e non solo di moltissime nazioni e io me ne andrò in giro tronfio e impettito dicendo a tutti che purtroppo non ho mai avuto la possibilità di conoscere personalmente il Prof. Bagnai ma che ho sempre saputo che era nelle sue doti naturali scriverle questo Libro e che l'ho persino messo per iscritto (eccofatto!).

    Professore non mi fraintenda, non le sto dicendo cosa fare, sono solo mie considerazioni e un sogno (premonitore?) che ho fatto ripetutamente. Un Sogno, non un fogno!

    Con immensa stima.


    p.s. mi scuso con tutti i lettori, sono quasi certo di aver fatto errori di sintassi e nelle forme verbali ma nonostante gli sforzi non sono riuscito a ottenere di meglio, anche qui lebbasi...! Se mi correggerete gradirò e ringrazio fin d'ora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono stupito anch'io da quanti miei lettori non leggano i miei libri (dove non c'è scritto nulla di diverso di quanto è scritto qui), e capirai che, nonostante io sia lusingato dalla tua premonizione, questo, e la consapevolezza di non aver nulla di molto originale da dire, non sono esattamente incentivi alla stesura di un testo tanto ambizioso!

      Elimina
    2. Non te la prendere. Se la gran parte della popolazione non avesse il discernimento di Biancaneve, la mela morsicata non avvelenerebbe la democrazia. Ma neppure un simbolo di necessaria cautela indicato a tutti sin dall'età infantile trattiene il selvaggio dal vendersi la libertà per le perline. E i figli, che ce voi fa', so' servaggi.

      (Con inconsapevole, ma significativa, traslazione di significato tra dialetto e lingua).

      Elimina
  39. Se lo faccia dire, professore: lei vive in un quartiere di Roma di m... ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non lo dire a me... Io ci sono nata e vissuta, e mi definisco "pariolina per caso". Se posso evito di dirlo.
      Tanto per completare la storia, oggi tornavo a lavorare e come sempre faccio mi sono fermata per un cappuccino nel mio bar di riferimento. Il mio amico barista mi ha raccontato che a seguito delle riprese della fiction (pare sia il seguito di 1992, che non so cosa sia), gli abitanti degli isolati limitrofi si sono recati in massa da lui, al quale avevano praticamente rivestito il bar di macerie, intimandogli di dire quanto gli avevano dato, perché anche loro volevano essere pagati per i disagi. Il responsabile della produzione ha dichiarato che mai in tutta la sua carriera, e aveva girato in tutta Roma, gli era mai capitato di vedere gente così assatanata per i soldi. Io non mi sono stupita, ricordo una volta che andai a vendere per un mio amico zaini e marsupi usati al Borghetto Flaminio. Una signora desiderava acquistare un marsupio di pelle Invicta, ancora col cartellino attaccato. Lo vendevo a due euro, ma lei lo voleva a uno... Non ho ceduto. Come dice la mia collega Lara, noi non vendiamo pane. E soprattutto, c'è tanta di quella gente a cui fare beneficienza...

      Elimina
    2. Poteva proporle di chiudere a 3 euro... :-)))

      Elimina
    3. @Rockapasso Iiiiiiiiik! Cancella! Cancella il post! O almeno l'ultima riga

      Elimina
    4. Auri sacra fames: stercus diaboli! Il mio quartiere di Roma è invece pieno di bangladesi: il paradiso del poraccesimo. Se magna pure la pizza bbona, vero Alberto?

      Elimina
    5. Conoscevo una vecchia donna ai parioli, di una taccagneria unica. Forse più i quartieri sono di lusso e più i taccagni congeniti abbondano; ovviamente esclusi gli amici, di cui apprezzo la grande generosità!

      Elimina
    6. Visto il caos romano, ai Parioli PDini, stanno godendo!

      Elimina
  40. http://www.awdnews.com/political/zbigniew-brzezinski-confirmed-us-backed-erdogan-opposition-to-commit-coup

    OT - Pare che Erdogan avesse le sue ragioni ad accusare gli USA.
    L'ex consigliere di Carter (Bzrezinski) non ha solo auspicato il ritorno ad un mondo multipolare.

    RispondiElimina
  41. Professore, Lei e pochi altri state combattendo una battaglia tutt'altro che facile, la disparità informativa è evidente, come altrettanto evidente è l'anoressia mentale che i media hanno creato nella gente comune. Non deve stupire che la gente non legge i libri o non capisce quello che è scritto qui, forse la chiave è tenere sempre a mente la considerazione di Pippo: è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita!

    Non avendo terminato di leggere la Teoria di Keynes non mi sento di commentare l'opera (non avrei comunque potuto), ma mi chiedo e le chiedo (Oddio, cosa sto facendo?) se non ritiene che ad essa ci sia forse molto da aggiungere e chiarire? Mi riferisco a tutta la parte di storia recente, post Keynes, che va dalla moneta FIAT alla separazione Tesoro\BC e alla mistificazione che viene fatta in entrambi i versi della spesa pubblica, dell'emissione di moneta, veleni per alcuni e panacee illimitate per altri.

    Non che non lo stia già facendo su questo blog o nei libri che ha già scritto ma nel mio sogno c'era un'opera potente e completa, che sovrastava qualsiasi altro scritto.
    E l'ho sognato, davvero, più volte!

    Devo poi aggiungere che nel mio primo post, probabilmente a causa del mio uso indiscriminato di punteggiatura che cozza con l'HTLM, dove ci sono i due simboli < > manca una intera citazione delle "doti del buon economista" che rivedo in Lei e che completano quello che dicevo.
    La citazione è questa:
    (il buon economista) "Deve essere in una certa misura matematico, storico, statista, filosofo [musicista lo aggiungo io ;-)]... Deve impegnarsi a pensare il particolare in termini del generale e tener insieme l'astratto e il concreto in un unico percorso di pensiero. Deve studiare il presente alla luce del passato e per gli scopi del futuro. Non deve lasciare completamente fuori dalla propria considerazione alcun aspetto della natura umana e delle sue istituzioni. Deve, allo stesso tempo, mirare diritto allo scopo ed essere disinteressato, distaccato e incorruttibile come un artista e tuttavia talvolta con i piedi per terra come un politico."

    Con sempre crescente stima

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il richiamo di Keynes alla multidisciplinarietà è tragicamente attuale. Proprio la mancanza di questa porta regolarmente illustri specialisti del mio settore, molto più qualificati e bravi di me, a fare le note figure da pagliacci che mi intristiscono molto, perché sviliscono una professione che nel complesso non lo merita.

      Elimina
    2. Professore, e' altresi' vero che la multidisciplinarietà e' appannaggio di pochi eletti, per doti e volonta'. Basterebbero una dozzina di classici, senza neppur scomodare Proust (saro' castigato, ya lo se'), per rimettere in carreggiata tanti mono-disciplinati.

      Elimina
  42. OT
    Amici di ritorno da isola di KOS, situazione drammatica, hotel 5star ridotti a scheletri preda di vegetazione, prezzi da fame, turisti al lumicino. La fine!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una breve ricerca su Booking.com (camera doppia a fine Ottobre, solo hotel 4/5 stelle) conferma che in effetti i prezzi siano stracciati - pero' magari il periodo che ho scelto io e' gia' considerato bassa stagione, boh.

      Ho anche controllato le presenze di turisti (qui) e mi pare siano in linea con quelle del 2013, mentre nel 2014 e 2015 risultano molto piu' alte.

      Elimina
    2. Vedo, 2014 e 2015 sono andati bene, (grafico a 10 anni colonne - 500.000 2016 su 2015 e nonostante i prezzi) Tranding lo uso anch'io, grazie; ma probabilmente sarà un fatto locale, anche se trattasi di gente perspicace, resta lo stato di abbandono degli immobili.

      Elimina
  43. Eh! Da ragazzotta metà italiana e metà olandese quale sono – babbo italiano, mamma olandese, due passaporti – mi sono spesso chiesta cosa fosse preferibile, se vivere da cittadina normale o da eccezionale suddita, perché sin dalla nascita ho avuto modo di vedere tra loro contrapposte, all'interno della mia stessa famiglia, le due nature che lei descrive nel post. Ancora non mi sono data una risposta, e non so se mai riuscirò a darmela. So solo che ogni volta che vado in Olanda mi sento a disagio per la quieta organizzazione e disciplina che sembra (sembra, eh!) pervadere tutto, e mi sento troppo italiana; poi, quando torno in Italia, rimpiango subito quel certo rigore batavo, m'incazzo coi miei concittadini per le miriadi di cose che ci rendono, appunto, eccezionali sudditi, e mi sento troppo olandese...

    RispondiElimina
  44. Lo stesso che ho visto io a Lisbona (unica eccezione, alcuni edifici e monumenti del centro).

    È angoscioso, ti lacera il senso di pietà per quei paesi e le loro genti e allo stesso tempo hai la sensazione di un salto nel futuro prossimo (dell'Italia).

    In quella dimensione, all'estero, cessa l'atteggiamento polemico, la... disputatio e lo straniamento paradossalmente moltiplica il senso di realtà.

    Lo vedi meglio, il male che gli hanno fatto - eppure io abito nella terra dei capannoni col titolare impiccato all'interno...

    RispondiElimina
  45. Pensate ad un mondo in cui alla conduzione di un programma radiofonico di punta ci fosse AB. Er titolo? "AB quarcosa?"

    RispondiElimina
  46. Ma il "benessere di una popolazione" è dato dal PIL o dalla "aspettativa di Vita" dalla "durata di Vita". Mi pare che gli Italiani ( compresi i Romani) in questa Scala siano SECONDI !!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, siamo secondi all'Australia, che è tredicesima: https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2102rank.html (ti ricordi che non sono la tua segretaria ecc.?).

      Elimina
  47. Istat conferma il PIL fermo, bisogna avvisare Renzi e Padoan che vivono ancora nel mondo dei sogni?

    RispondiElimina
  48. Procediamo con disordine. Il disordine dà qualche speranza. L’ordine nessuna. Niente è più ordinato del vuoto.
    (Marcello Marchesi)

    RispondiElimina
  49. Tanto per migliorarvi la giornata guardate che titolo ha appena messo in rete "La Stampa"

    http://www.lastampa.it/2016/09/02/economia/listat-rivede-al-rialzo-le-stime-sul-pil-del-secondo-trimestre-eN9Uusv0uGMWhwD7Mb4nZN/pagina.html:

    "L’Istat rivede al rialzo le stime sul Pil del secondo trimestre: +0,8%"

    Sopra il titolo trionfale, sotto il bollettino di guerra (ma tanto la gente legge solo i titoli):

    "Consumi fermi e investimenti in calo nel secondo trimestre del 2016. La fotografia Istat sul Pil nei mesi aprile-giugno, indica dal lato della domanda interna, consumi nazionali stazionari in termini congiunturali (sintesi di un aumento dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di un calo dello 0,3% della spesa della PA), e investimenti fissi lordi in flessione dello 0,3%. La domanda nazionale al netto delle scorte - precisa ancora l’Istat - ha sottratto 0,1 punti percentuali alla variazione del Pil: si registrano contributi nulli per i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private e per gli investimenti fissi lordi e un contributo negativo (-0,1 punti percentuali) per la spesa della pubblica amministrazione. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente per 0,1 punti percentuali, mentre l’apporto della domanda estera netta è stato positivo per 0,2 punti percentuali. Le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%."

    Però la cura in fondo funziona: se le esportazioni sono aumentate più delle importazioni siamo diventati più competitivi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La volatilità della rete... nel frattempo cambiato il titolo e testo dell'articolo (di bene in meglio):

      http://www.lastampa.it/2016/09/02/economia/listat-rivede-al-rialzo-le-stime-sul-pil-del-secondo-trimestre-eN9Uusv0uGMWhwD7Mb4nZN/pagina.html

      L’Istat conferma: l’Italia è a crescita zero. Renzi: “Meglio del passato, è dato di fatto”
      I dati sul secondo trimestre: Pil a +0,8%. Padoan polemico: «Sta aumentando»

      Elimina
  50. OT: bell'articolo di Jacques Sapir, argomenti già conosciuti e dibattuti su questo blog ma è ben scritto e vale la pena divulgarlo (secondo me). Lo trovate qui: http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11956484/economia--parla-l-economista-jacques-sapir---cosi-l-euro-ci-portera-alla-guerra--.html

    RispondiElimina
  51. Scusate il ritardo. https://esa.un.org/unpd/wpp/Download/Mortality/ 2015, dato Maziono Unite; rispetto ai dati CIA 2012, Australia segue Italia. Comunque nelle due classifiche effettivamente prima di Italia ci sono : Andorra, Monaco, Singapore , Lussemburgo, San Marino ecc... Giappone Svizzera. Tenendo in considerazione Ordine di Grandezza Itali sarebbe terza...sempre in ottima posizione in Europa, in Occidente, nel Mondo. Tra l'altro il dato relativo alla Mortalità Infantila (0/5 anni), nel quale Italia primeggia anche relativamente agli Staterelli, può essere significativo per quanto riguarda il Welfare. ( il futuro con Ordoliberisti al potere sarà tutto da scoprire... e da piangere!!!). Comunque anche se , per quanto riguarda Aspettativa di Vita, noi italiani negletti, siamo ben collocati, si dovrebbe migliorare. Dubito che con questa politica ci si riesca!!!!

    RispondiElimina
  52. A Profesó! Venga in Germania che c'é il Prof Hans Werner Sinn. Lei rimpiangerà Oscar! Glielo assicuro.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.