sabato 6 giugno 2015

Non chiamatelo euro (e considerazioni su "Cambiare rotta")



Siete tutti cordialmente invitati. C'è posto, e ci sono personaggi a noi più o meno cari, ma tutti testimoni interessanti della nostra e di altre epoche (potremmo mettere questa circonlocuzione nel nostro dizionario alla voce: complici).

Mi ha molto onorato l'invito dell'autore, che mi è giunto attraverso un nostro amico, Andrea Pancani, persona molto equilibrata, come equilibrato è il testo, che ruota attorno all'argomento del prof. Giuseppe Guarino. Questo argomento lo conoscete, a/simmetrie ha anche organizzato un evento per consentire al professore di esporlo, e un altro è stato organizzato dal Dipartimento di Economia della Gabriele d'Annunzio. Sapete quindi che ho molte riserve in merito, che ho espresso al professore, e che eventualmente troverete riassunte nella recensione del libro di Polimeno (che dovrebbe apparire mercoledì sul Fatto Quotidiano).

Apro e chiudo una parentesi per pregarvi di non ledere i diritti del Fatto Quotidiano ogni volta che io ci pubblico un articolo. Se vogliamo credibilmente articolare la tesi secondo la quale chiudono i giornali che se lo meritano, allora però dobbiamo spendere un euretto e spicci quando incontriamo un giornale che si merita di restare aperto. Il mercato sarà il nostro pastore, e ci condurrà verso un più ampio e autorevole diritto di tribuna, se e solo se noi non cerchiamo di fotterlo. Voglio anche chiarire che a nessuno, nemmeno a me, fa piacere dare un euro e quaranta al giornale diretto da uno che ci ha dato a tutti noi, congiuntamente e singolarmente, delle merde (Marco Travaglio quando perse le staffe a Servizio Pubblico: va anche detto che io sono piuttosto stronzetto, quindi vi pregherei di scusare Travaglio se ha detto quello che pensa: la mia maieutica è irresistibile, chiamatemi ossitocina...).

Io mi sono vendicato con le armi che ho a disposizione, quelle dell'ironia:


(...caso mai non le aveste riconosciute, sono pagina 187 e 188 de L'Italia può farcela, e caso mai non li aveste riconosciuti, io sono io e lui è lui...)

ma, attenzione, non porto rancore a Marco per quello che ci ha detto, perché a me non sfugge un dettaglio che invece temo sfugga a molti: il fatto (quotidiano) che essi non la pensino come noi rende tanto più apprezzabile il fatto (non quotidiano) che essi mi diano, quando ho tempo di esercitarlo, diritto di parola su un giornale che comunque ha una sua riconosciuta autorevolezza. Nulla a che vedere col muro di gomma esercitato dalla trimurti (non li nomino per non sporcare questa pagina).

Quindi, come dire, vi esorterei a maggiore equilibrio (e magari corettezza, co' du' ere, sinnò è erore).

Vedete, questa cosa del non pensarla allo stesso modo, che poi, in un mondo aristotelico implica che uno abbia torto e l'altro ragione, non è così banale.

Ci pensavo ieri, tornando dall'incontro che vi avevo annunciato qui. Ringrazio Alessandro per aver organizzato tutto benissimo, la sala Tosti dell'ex-Aurum era piuttosto affollata, saremo stati una cinquantina, abbastanza per non respirare.

Ora, vedete, il punto è questo: Gianni Melilla, che avevo incontrato in altre occasioni, oltre ad aver voluto l'incontro, ha anche detto delle parole molto belle e da me condivise. Il problema, amici cari, è che con i chiari di luna attuali mi sto sinceramente ponendo il problema se sia il caso o meno di riportarvele! Intendiamoci: lui è un politico che sa il fatto suo, sa quello che dice, sa se può dirlo. Resta il fatto che esiste una probabilità non nulla che in una sinistra dove perfino quelli che ci sono "amici" si rifiutano di pronunciare il nostro nome in pubblico per tema di sporcarsi la bocca, io possa mettere senza volerlo in difficoltà una persona semplicemente perché dico di essere d'accordo con lui.

Non ero invece d'accordo con Valerio Cerretano (e gliel'ho detto, e ci siamo civilmente confrontati) quando ha espresso l'opinione che "ormai è tardi". Gli sò chiesto: "Perché? Per uscire?". Risposta: "No, per parlarne, perché ormai ne parla la Lega".

(...inserite una serie di bestemmie a piacere...)

Ho fatto civilmente osservare che se ne parla la Lega, di una cosa giusta (ovviamente adattando il messaggio alle sue esigenze tattiche e alle esigenze percepite del suo elettorato di riferimento), non è colpa della Lega. Eventualmente è colpa della sinistra, se, dopo aver letto l'articolo nel quale, in risposta a Rossana Rossanda, chiarivo che sarebbe finita così, cioè che l'ignavia della sinistra avrebbe favorito la destra, non ha ritenuto di agire. Qui siamo arrivati al paradosso che i Wu Minkià mi accusano di essere un fautore della Lega perché nel 2011 avevo previsto con toni allarmati e sul Manifesto che sarebbe avanzata!

Ma Dio santo: se io ti dico: "Guarda che non è normale che il mare si sia ritirato di 200 metri improvvisamente: forse è meglio se ci troviamo un posto alto dove rifugiarci", e tu mi rispondi: "Lasciami in pace, c'è il sole", poi quando lo tsunami ti si porta via, io che devo fare?

Sono stato io a provocarlo, lo tsunami?

Questa è la logica della sinistra attuale: i pretini che stanno attenti a non sporcarsi le labbra, i saccenti del DAMS che sparano minchiate abominevoli nelle quali il nesso di causa ed effetto viene distorto a beneficio del loro sapere di sapere, e via così.

Melilla?

Un'oasi nel deserto.

E allora diciamoci tutto, cazzo, volete?

Nel 2012 Lega e Rifondazione (o quello che c'era, la storia ve la potete ripassare su Wikipedia) non è che fossero molto distanti in termini di dimensioni: qualcosa un po' sotto (o sopra) il 5%, in termini di consensi elettorali (ovviamente adesso arriveranno gli espertoni a dire che ecc. ecc., ma il senso rimane questo).

Bene.

Io dove andavo nel 2012?

A Casal Bertone, a parlare con Ferrero, come ricorderete, e come potete ancora, se vi interessa, vedere, grazie al lavoro di Fiorenzo Fraioli. Ero andato forse dalla Lega? Avevo cercato contatti? A me non risulta. Se risulta a voi... A me la strada più naturale sembrava fosse chiedere alla sinistra di preoccuparsi di difendere i lavoratori da un progetto di deflazione salariale antioperaia.

LVCIANVS BARCA DIXIT AD MCMLXXVIII

E quale fu la risposta di Ferrero, oltre all'atteggiamento patronising del tipo "ragazzo, lasciami lavorare, tu forse sai l'economia ma io so la politica?" (e i risultati si sono visti in entrambi i casi...). La risposta fu quella di organizzare un seminario con gli intellettuali d'area, molti dei quali (fra cui Bellofiore) si chiedevano perché Ferrero avesse fatto la scemenza aggravata dalla scortesia di non invitarmi (perché Casal Bertone era stato organizzato da uno di noi), mentre qualcuno (inutile dire chi) fece il discorsetto "eh, ma io sò più bbravo de Bbagnai perché lui non sa che ci sono i fire sales" (un giorno spieghiamo questo discorso a un po' di imprenditori e gli diciamo dove confrontarsi civilmente con chi l'ha fatto), e solo Mimmo Porcaro portò una parola di buon senso.

Chiaro?

Al dialogo venne opposto un ingiustificato ostracismo, questo ricordiamocelo. Non sarebbe poi stata l'ultima volta, con risvolti anche grotteschi (non entro in dettagli).

Ora: io non so quanti di voi abbiano votato obtorto collo Lega per esprimere la propria contrarietà all'euro, quanti di voi abbiano rinunciato ad esprimere la propria contrarietà all'euro pur di non votare Lega (verosimilmente io sarei fra i secondi, come vi ho già detto a suo tempo), ma uscendo ieri da quella sala dove 50 persone erano comunque tutte visibilmente conspevoli delle dinamiche in atto, al punto di chiedere impegni precisi al loro rappresentante, era piuttosto difficile sfuggire alla sensazione che lavorandoci su, con un po' di coraggio, er Nutella avrebbe potuto essere lui, ora, non dico al 20%, ma al 15% sì. Di intellettuali con la testa sulle spalle ne aveva almeno un paio a disposizione, di viscidi disposti ad accodarsi un discreto numero, e avrebbe tranquillamente potuto pascolare nelle verdi praterie della verità. Qua dentro, ne sono sicuro, ci sono molte persone che vorrebbero poter esprimere la propria contrarietà al delirio eurista in una prospettiva di tutela del lavoro e della costituzione, in una prospettiva di sinistra.

Ecco, ricordiamoci di come sono andate esattamente le cose: di chi avrebbe potuto fare la differenza, e non l'ha fatta, privandovi di questa possibilità; di chi ha bussato a tutte le porte, prendendosi il peso degli sputi di quelli della porta accanto; e ricordiamoci soprattutto di tutti quelli che sono morti mentre a sinistra si parlava di fire sales e di quota salari.

Ma forse il verde a Ferrero non piaceva, essendo il colore della Lega, e ha preferito tenersi il colore della menzogna, il color crema di nocciola...

Come vi avrò raccontato, correggendo le bozze del libro er Pennellone mi diceva: "Ma perché citi sempre Ferrero?" E io: "Perché per me è il paradigma della sinistra ignava. Ti ricordi quando ecc." (perché anche lui è uno di noi). E lui: "Sì, ma ora siamo nel 2014: non se lo ricorda più nessuno...". A tanto argomento altro non mi restò da rispondere che prendere il "filone" Word e fare un bel "Sostituisci" Ferrero con Tsipras. Ma noi però non dimentichiamo.

Chiaro?

Bene: a Valerio ho detto quello che penso: non credo sia troppo tardi. Prima o poi la sinistra dovrà far suo questo tema. Magari lo farà dopo la Terza Guerra Mondiale (e in questo caso sarà duro dare la responsabilità al cattivo di turno), ma lo farà. In alternativa, la Lega potrebbe far proprio l'altro tema assente dal dibattito: quello del lavoro e della Costituzione. E allora, certo, sarebbe tutto molto più difficile, perché ai monopoli ideologici e al diritto divino di riservarsi certi argomenti oramai, dati i risultati, non ci crede più nessuno. Fortunatamente (da sinistra) la Lega ha l'handicap di occuparsi molto di ruspe, e di non essere un partito nazionale.

"Le politiche di destra nel lungo periodo avvantaggiano solo la destra", dicevo nel 2011, ed è successo.

Ma nel breve periodo potrebbe essere l'adozione tattica di politiche di sinistra ad avvantaggiare la destra.

Quando succederà, poi, diranno che è colpa mia. E chi lo farà succedere? Tutti quelli che andranno a costituire "er nuovo soggetto de sinistra" su questi presupposti: la gratitudine all'euro, l'autorazzismo, la colpevolizzazione della piccola e media impresa, e via così...

Ma la colpa sarà mia perché li sto mettendo in guardia...


(...facciamo così: io i nomi li so ma non li dico, mica posso rovinarvi sempre le sorprese. E poi, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: anche se a Roma non se ne rendono conto, in giro per l'Italia un po' di sinistra c'è. Io continuo a lavorarci...)

(Porcaro viene al goofy4).

123 commenti:

  1. Questa storia diviene sempre più allucinante. Dialogando telefonicamente con un amico disoccupato, vengo a sapere non solo che alla moglie impiegata hanno richiesto il lavoro anche al sabato (minaccia di licenziamento), ma ho ulteriore conferma - e ce ne fosse ormai bisogno – di quanto la situazione si faccia più grottesca: avendo infatti l’amico mio girato all’attenzione di suoi conoscenti quella ignobile sparata, in cui un sedicente “giornalista” del sito Espresso/Repubblica affermava che il modello di sfruttamento del lavoro straniero in Australia sarebbe confacente anche all’Italia (offrendo manodopera a basso costo alle aziende in crisi), ebbene si sia sentito rispondere da più parti (sempre l’amico mio) come non sia affatto una cattiva idea, perché creerebbe nuovi posti di lavoro! (ma allora facciamoci pagare in edilizia, svolgendo la funzione di mattoni, nel tessile come centrini e nella ristorazione come sottobicchieri…). Sono tentato dall’acquisto d’una baionetta, perché il corpo a corpo più serrato è ormai imminente. Tuttavia grave problema aggiuntivo è il rischio che accada, come già indicato anche su queste pagine, tra fasce della popolazione comunque “beneficiarie” a vario modo di questa situazione deleteria (può sembrare snobismo distaccato, quello di quell’ “impiegatone statale” del Prof quando ricorda che non vi sia peggior sordo di chi non voglia sentire, andandosele implicitamente a cercare: purtroppo corrisponde ancora una volta a verità). Si rischia la Caporetto dell’allora esercito regio (bel modo di celebrare il centenario…), dopo che tutte le “spallate” volute da Cadorna alla linea austriaca fecero alfine lussare la stessa spalla in una volta sola: forse, come allora, le gravi responsabilità degli alti comandi che scaricarono tutto sul groppone dei fanti della IIa Armata saranno pienamente evidenti molti decenni dopo. Non c’è che dire: le vicende umane hanno un modo particolare di cambiarsi d’abito, pur mantenendo intatto il medesimo pessimo gusto.

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    1. In fondo e' normale che accada questo. Se non si vuole rimuovere il vincolo esterno dobbiamo rimuovere quelli interni (protezioni, welfare, salari ecc). Pare che molti piddini si stiano convincendo che e' giusto cosi', e' necessario, e' in fondo colpa nostra che non siamo all' altezza.

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    2. @Orazio Cavezza

      È normale come lo era, per i comandi di entrambi gli schieramenti, il non assegnare paracadute ai primi aviatori militari nel 1915/16 (che, ricordiamo, volavano su aerei in legno e stoffa e, prima dell’introduzione delle mitragliatrici, si scambiavano colpi di pistola o lanci di mattoni), perché avrebbe diminuito la loro aggressività nel combattimento aereo (siamo seduti su un Nieuport o un Fokker E.1 senza saperlo? Diciamolo apertamente). Il problema è ancor più a monte: più che il non rimuovere vincoli interni o esterni (perché, mica arrivano da soli i vincoli, o condotti per la mano dai marziani) è anzitutto l'ottusa non-volontà a rimuovere i propri "vincoli" mentali (sempre che non si scomodi la malafede). Qui siamo al teatro dell'assurdo, senza peraltro la benché minima connotazione metafisica (paradosso e irrazionalità son cose ben differenti). La vaga percezione d’essere in un gioco molto più grande di noi innesca fenomeni di fatalismo, camuffati da lucido consenso razionale (a ben vedere, lo stesso slogan “Ce lo chiede l’Europa” equivale a un laico “Dio lo vuole”, con la sola differenza che, con l’Altissimo, la via individuale diretta esiste sempre ed è la migliore). Forse m’interesso troppo di storia militare, ma il tenore di questo sostegno "piddino" al vincolo inteso in questo modo, come un patto d’onore (ma dovrebbe mostrare d’essere, per l’appunto, onorevole…), o qualcosa d’ineluttabile, palesa la stessa stoffa di certi stupidi ordini da prima linea decisi in retrovia (perché anche in battaglia esistono ordini e comportamenti intelligenti e dignitosi), nonché di un certo obbedire acritico che forse è proprio di chi, in prima linea, non c’è davvero stato, si è fatto gabbare, oppure allegramente se ne fotte di chi ci sta (alla faccia del tanto decantato patriottismo nazionale, durante la Grande Guerra circolava tra alcuni riformati, esonerati ed “imboscati” di vario genere l’espressione “quei fessi che stanno in trincea”, riferita ai nostri soldati che penavano sul Carso e sulle Tofane).

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    3. Quel che è peggio è che ci si sta abituando ad un'idea di povertà diffusa "meritata": abbiamo speso troppo, avevamo un tenore di vita non adeguato, ecc. I laudatores temporis acti ormai danno per scontato che sia necessario ritornare all'Italietta giolittiana, campare con poco e così via. Non so perché non ci sia una reazione a questa sorta di malefico mantra.

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    4. Il nichilismo ha mangiato la sinistra da dentro. La credenza nelle varie "metafisico-cosmo-scemologie" (Preve) pur obbligate ai tempi, ha fatto sì che l'unico aggancio ideale fosse una (autocorrosiva) fede laica in un'utopia economicistica, ossimoro da cui gemmano le cazzate. Caporetto e il caporettismo sono un esempio veramente calzante: non riuscendo ad essere veramente contro la guerra (come in Russia - ma lì Lenin capì la geopolitica) i socialisti furono ignavi. Finirono (nei fatti o nella vulgata?) a tifare Caporetto; invece quello dei loro che si era fatto arrestare per antimilitarismo nella guerra precedente divenne il guerrafondaio che sappiamo.
      @martinet Il mantra malefico non trova reazione quando non sei nessuno, ovvero quando non ti consideri appartenente a una comunità. Non ti senti italiano? Ecco che "questo paese di merda, popolo di cialtroni ecc.". Provate invece a rivolgere, allo stesso piddino, accuse ad una comunità che lo coinvolge emotivamente. Azzannerà. Purtroppo (o per fortuna) la nazione è andata, a livello emotivo e di ideale. Invece l'identità terrona e orgogliosa esiste davvero, come quella cattolica e quella polentona. Ne compendierei i valori nei concetti di Solidarietà, Unità, Dignità.

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    5. Vorrei precisare che quanto scritto NON e' il mio convincimento, ma l'analisi di un precorso logico, nell'assunto che non si voglia togliere il vincolo esterno. Il resto ne consegue.

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    6. @elu ei
      Io avrei una visione storica un po' diversa. In realtà, è mia convinzione che dopo la dissoluzione dell'Impero romano d'Occidente i popoli che vivevano in Italia non abbiano più avuto una coscienza condivisa di appartenere a un'unità sociale e statuale: gli eventi storici che hanno portato a ciò son ben noti per cui non mi dilungo nell'escussione dei dati documentali. L'unità d'Italia del 1861 non ha portato a un'identità precisa interiorizzata dalla nostra gente, che ancora si sente settentrionale vs meridionale, ovvero romana, napoletana, e così via. Il mio parere è questo: l'euro è stato sentito dagli Italiani come un "razionalizzazione" delle diversità; se la lira era vista come un'espressione di un coacervo di genti diverse, con l'euro ognuno dei romani, napoletani, ecc. si sentiva come il francese, il tedesco, ecc. - insomma, come costoro, UN popolo. Insomma, per quanto possa sembrare assurdo, è grazie all'euro che gli italiani si sono sentiti tali, come se prima fossero stati solo un'accozzaglia di particolarità non sommabili fra loro. Perdere questa patente di "italianità" assolutamente fittizia che ci avrebbe dato l'euro permettendo presuntivamente così di sentirci al pari degli altri grandi stati europei (Germania e Francia) risulterebbe per la maggior parte dei nostri compatrioti una iattura: è ovvio che se la mia analisi fosse verisimile si sfocerebbe nel campo della psicosi di massa. Inoltre, rimettere in discussione l'euro significherebbe mettere violentemente in discussione coloro che l'hanno voluto: ossia, ci vorrebbe una rivoluzione, ma Carlo I era re del Regno Unito e Luigi XVI di Francia. Antonio Panizzi, sospettato di essere carbonaro, nel 1922 riparò a Lugano e l'anno successivo a Londra: fregò la prima cattedra d'Italiano a Foscolo all'University College of London. Lascio a voi le considerazioni del caso: non voglio essere accusato di autorazzismo.

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    7. @Martinet
      E già...
      "La vita della comunità è retta dall’immaginazione. […] L’intero maestoso spiegamentoi di ordine e stabilità è scompaginato da un delicatissimo velo di sogni. Una trama di archetipi lo eresse e incessantemente lo regge
      [...]
      In certe occasioni i cittadini radunati entrano in deliquio, e si mostrano loro i sogni che che animano la città, si inscenano su un podio o su una balconata, dove personaggi usciti dal mondo dell’immaginazione tracciano gesti alteri, pronunciano parole memorande e prive di un senso concreto; sacre, simboliche e oniriche. A tutti si rammenta così che il sogno infonde realtà a ciò che si crede reale [...]
      In noi dobbiamo accertare la forza più intrinseca che ci suggestiona e regge, anche e soprattutto a nostra insaputa, che ci vela e rivela a suo modo la realtà [...]
      Quando mutano i sogni, sa che la città èprossima al crollo [...]
      Causa remota della morte spirituale dell’occidente fu l’incapacità di capire che cosa sia e che cosa significhi l’immaginazione

      La fede non è soltanto la sostanza di ciò che siamo, ma anche la natura quale ci appare. Non è dato dimostrare una differenza tra la percezione della realtà e un’allucinazione collettiva costante: sono la stessa cosa."

      Elémire Zolla, Verità segrete esposte in evidenza, Marsilio 1990

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    8. Non è la norma di natura che ci soccorre. Soltanto la definizione chiara e razionale d'un concetto apparentemente trascurato, sfuggito all'attenzione, ci può venire a taglio, dirimendo ogni difficoltà e incertezza: occorre dichiarare in termini sufficienti il fine dell'uomo e della sua vita.

      Elémire Zolla, Uscite dal mondo, Adelphi 1992

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    9. @Martinet
      Da cui segue che:

      "Pochi sanno che l'uomo vale per ciò che non fa, per le cose trascurabili che sa scartare, per gli accadimenti dai quali sa distogliere lo sguardo, per i bisogni che sa estinguere. Si fa una statua asportando il marmo superfluo dal blocco, si diventa schietti e pronti levando di mezzo le abitudini dannose, gl'impedimenti; alla stessa stregua: si impara a far attenzione togliendo di mezzo le informazioni di nessun conto.
      Al contrario l'uomo massa: in grazia dell'accumulo forsennato e distratto di notizie e di rappresentazioni, le quali restano poi tutte inutili perché non allegorizzate, egli smarrisce ogni possibilità di incontrare un limite, un destino."

      Storia del Fantasticare, Bompiani 1964

      Questo blog asporta molto del marmo superfluo (se vogliamo chiamarlo così, altrimenti possiamo cambiare una vocale e una consonante)

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    10. @Orazio Cavezza
      Credo risultasse già sufficientemente chiaro che la sua fosse una deduzione forzata dalla natura della situazione, e da lei non condivisa; comunque grazie per la ulteriore specifica. Io ho approfittato delle sue considerazioni iniziali per rendere ancor più palese quanto la direzione verso cui ci si sta muovendo tenda, seppur per logica intrinseca, verso l'assurdità in termini sociali (almeno per chi considera la società come un corpus da mantenere comunque il più possibile omogeneo e coeso, anche nel dissenso, e non un bieco campo di battaglia – nel qual caso rivendicherei da subito il diritto di tornare a girare con due Colt Navy ai fianchi e una Derringer nella manica, non si sa mai…)

      @martinet
      A prescindere dalla bontà o meno di qualsivoglia analisi, opto comunque per la psicosi di massa.

      @Il velo di Maya
      Tragico infatti il considerare (esattamente ciò che accade) immaginazione e fantasticheria come sinonimi: la prima esige uno sforzo progressivo e possiede una sua coerenza etica e strutturale, scevra da psichismi contingenti (attingendo anche a Guénon, la si può considerare ponte tra individualità e sovraindividualità, decrittazione del simbolo secondo il simbolo), la seconda viene occultamente venduta dai fabbricanti di sogni come creazione autonoma del soggetto che si crede fantasticante, ma alla lunga riduce perfino alla sub-individualità.

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    11. 28.12.1908. Terremoto di Messina: la nazione italiana si mobilita per le popolazioni colpite. Troviamo a Messina il Quartiere Lombardo, il Ponte Americano dagli emigrati, l'Ospedale Piemonte, l'Ospedale Regina Margherita, l'Istituto Tecnico Verona-Trento...la Nazione Italiana esisteva eccome se esisteva....Anno 1950 o 51, non ricordo bene, ero troppo piccola, due bimbe siciliane vengono invitate da mamma, papà e nonno a rompere i salvadanai per i bimbi del Polesine alluvionato.
      L'Italia esisteva ed era solidale.

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    12. @martinet non siamo distanti: penso che il concetto di nazione italiana esiste nel concreto solo per il sangue versato in comune (per tutte le ragioni sbagliate) dalla Libia in poi.
      Voglio solo aggiungere che dove il sì suona effettivamente c'è sempre stata una compresenza di due orizzonti: quello dell'interesse comunale e regionale e quello universalistico occidentale (chiesa/impero): v'era sempre il piddino del #piùimpero o #piùchiesa , ma persino la Lega lombarda storica non ha mai smesso di riconoscere l'autorità imperiale germanica: iura regalia e consules eletti, ma sempre nell'alveo della protezione imperiale. E questo non per guadagnare una statualità "italiana" ma per fare i cazzacci propri regionalistici all'interno di un'entità che protegga dalle altre (vere) statualità - molto più potenti e aggressive. (un po' alla Maroni...)
      Sto parlando di quasi mille anni fa: eppure secondo me non è cambiato molto, a parte la finzione unitaria. Che pure servirebbe, se riformata.
      Insomma l'€uropa come Impero di cui far parte assolutamente: ecco perché secondo me si nota tanto attaccamento alla città, tanto fastidio per lo stato, e tanto sacro terrore della Ue.

      @erne1947 non metto in dubbio che sia esistita. Ad alcuni conveniva il mercatone unico (eccetera) e quindi i media... Ne creavano le basi. La carità per il Polesine veniva (giustamente) sollecitata dal Corrierone, così come lesta è arrivata notizia dell'efficiente buon cuore tedesco nel ricostruire un paesino vicino l'Aquila. Ottimo, ma la propaganda è ugualmente parziale e interessata, oggi come nel 1908 e 1950.

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    13. Solo per precisare, senza alcun intento polemico. I tedeschi si sono interessati alla ricostruzione di Onna, vicino al centro storico dell'Aquila, in quanto facente parte del Comune dell'Aquila. Il loro interesse per il borgo discende dalla strage da essi compiuta in passato, durante la guerra, in quel luogo. Questa è solidarietà?
      Badate bene, non dico che non lo sia.
      Mi chiedo però se sia solidale un paese che dà 4 miliardi a rate a una popolazione terrona di scansafatiche piagnoni e rottinculo come noi aquilani e 12 miliardi cash al nord. Questa è solidarietà?
      Mi interrogo sempre se sia giusto mettere i miei euro nella solidarietà, post 2009, perché ho visto quello che accade con quei soldi. Il vuoto pneumatico. La livella è la morte, non il terremoto. La solidarietà non è versare fottuti euro.
      Anzitutto è capire. Anzitutto è silenzio. Anzitutto è rispetto. E in questo spesso, per ignoranza, forse anche per colpa dell'euro, che sta uccidendo il paese e le anime dei suoi abitanti, solidarietà se ne è vista non a sufficienza.

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    14. Avevo inserito una risposta a @elu ei e a @erne1947 ma credo che si sia persa (misteri del cyberspace). Non mi va di riscriverla: dico solo che non sono d'accordo.

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  2. Secondo lei questa sinistra è di sinistra? Secondo me no. Per me contano i fatti e la Lega a mio avviso sta facendo cose piu di sinistra della sinistra di cui parliamo.
    Vedrà che prenderà in mano pure Lavoro e Costituzione e a quel punto arriverà pure al 30%.
    Invece di bestemmiare ho pensato che gli darò proprio una mano. Alla Lega. E poi Borghi è dei nostri

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    1. Ad un amico di "sinistra sinistra" di avevo fatto notare, su twitter, gli applausi degli operai di Livorno a Borghi.
      Mi rispose che non era quello il modo di portarseli dalla "nostra" parte.
      Allora aspettiamo che la sinistra trovi il modo di parlarci con il mondo del lavoro. Nel frattempo ci rassegnamo al fatto che "il modo" lo ha trovato uno che ha lavorato nella finanzabrutta.
      Delle due l'una:
      1) La facciamo troppo semplice e quelli di " sinistra sinistra" hanno accesso a verità a noi sconosciute
      2) Sono idioti.

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  3. Prof,
    ancora una volta congratulazioni, purtroppo.

    Purtroppo: il lavoro di raccolta dati, confronto di fonti, aggiornamento, modellizzazione, deduzione-previsione, cioè studio - onestà - logica, ti (ha) porta(to) a pre-vedere con largo anticipo situazioni economico-ideologico-politiche che "si avverano".

    Per fare un paragone a livello basso: è come quelli che vanno contro un muro dopo che gli si è detto che se continuano così andranno contro un muro (dentro un burrone, sotto un Tir o altra piacevole variante) - e poi si inca contro chi "gliel'aveva detto".
    E adducono: l'invidia dei vicini, la moglie racchia, il marito impotente, la fidanzata o il fidanzato che non gliela/o dà - e lo credo, se sono così tonni/e -, il cielo che è azzurro/celeste quando lo è (variante dotta: "il cielo di Lombardia, che è così bello, quando è bello", frase di noto autore lombardo che NON partecipò alla Prima guerra mondiale), la maionese impazzita, il teorema di Fermat che (boh?), il programma di Latino (questo, solo i miei studenti e migliaia di altri).

    Vedi?
    La tua dottrina ha come risposta un mio nutrito sciocchezzaio di paragoni.
    Credo ci vorrebbe un Petronio arbiter a rappresentare degnamente le resistenze che incontri, o giusto quell'altro lombardo spesso da te nominato, o la corrosività di un Alberto Arbasino, altro lombardo, - girasse da queste parti e restasse convinto (ma temo gli scettici ad oltranza e gli ironici ad oltranza, come si presentava negli anni settanta quando frequentemente scriveva sulla "Repubblica").

    Insomma, non c'è più religione.
    In realtà, l'unica religione, per ora, sembra rimanere l'€, che produce una patologia nota come LIPLE (L' Innamoramento Per L' Euro), testé codificata dai protocolli medici internazionali come una pervicace e subdola forma di euforia seguita, nel medio periodo, da profonda disillusione - depressione.



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    1. LIPLE? Magari! Veramente la diagnosi è ben più grave: disturbo da dipendenza dall'euro o DDE. E' una forma di psicosi di massa indotta dai media.

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    2. Si, può essere.
      Ma senza scomodare Jung, non potrebbe trattarsi di semplice stupidità?
      Ovvero di gente sana e capace di intendere ma purtroppo stupida?
      Perché ho come la sensazione che i mass media alla fine è quello il target a cui puntano da almeno 20 anni.

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    3. Propendo per la psicosi di massa di @Assertor non nel senso di vera e propria patologia ma "come se", provocata dall'efficacia della propaganda che evidentemente ha individuati punti deboli su cui insistere: operazione empatica non per soccorrere gli altri ma per condurli entusiasti al macello, come riuscire a indurre gioia negli agnelli in vista della Pasqua...

      Risparmio anzitutto a me stessa la pedanteria di spiegare come avessi cercato di mettere insieme dogma religioso, vissuto ferocemente dagli integralisti di tutte le latitudini, amore - passione, depressione in vari sensi, nonché di rifare il calco "Il tramonto dell'euro".

      Se devo spiegare allusioni, pluralità di significati ecc ecc, significa solo che non sono stata abile nell'espressione: come raccontare male una barzelletta, ecco :-)

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    4. @Alessandro Ale: il fenomeno è troppo vasto per essere sbrigativamente spiegato con la stupidità.

      @Adriana: propirio così, la propaganda è stata di un'efficacia senza precedenti (anche perché è pervasiva) e ha toccato le corde giuste, anche se non saprei dire quali. Comunque la caratteristica che abbiamo tutti notato è che la difesa a oltranza dell'euro, fatta da persone dei più svariati livelli sociali e culturali, è impermeabile alla critica e completamente avulsa dalla realtà dei fatti. E' come un'idea incistata nella mente. Un delirio psicotico, appunto.
      Tempo fa mi ero divertito a descrivere proprio qui sul blog (e dove se no?) il Disturbo da Dipendenza da Euro (DDE)

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    5. Forse sono io che sono troppo ottimista.
      Uno stupido, sfruttando il suo linguaggio, così come lo convinci che la luna è blu allo stesso tempo lo si può convincere, magari senza che se ne renda conto, che la stessa in realtà è bianca.
      Per uno psicotico c'è poco da fare, se non è lui a mettersi in discussione, l'unica soluzione rimane farlo sbattere contro il suo problema. Forse.....

      Assertor@
      Non si diceva che la stupidità è più infinita dell'universo?
      Non che mi ritenga uno furbo, tutt'altro, in tante altre cose sono un fesso, ma almeno se si tratta dei miei soldi 2+2, se mi conviene, lo riesco ancora a fare.

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  4. Rai Tre, trasmissione di Fabio Fazio, qualche minuto fa. Gramellini fa, stranamente, un'osservazione interessante a Gianni Riotta, inviato in USA. Vado a memoria: "Ma se in questo sistema capitalistico si vogliono pagare stipendi sempre più bassi, poi chi le compra le cose che si producono?".
    Risposta di Riotta (rivado a memoria): "Il discorso è un po' più complesso...". Chissà, forse un giorno giornalisti come Riotta troveranno il tempo di spiegarci la complessità della questione.

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    1. Ma Gramellini ci fa o ci e'?
      Perche' fa domande a cui saprebbe (credo) dare la risposta a persone che sa bene che non la vogliono/possono dare?

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    2. Gramellini: sarà il suo privato concetto di maieutica?

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  5. Prof buonasera. Sono d'accordo con le argomentazioni però non ce l'ho fatta a voltare le spalle alla Lega, da quando ha preso il prof. Borghi sia come responsabile economico che come membro effettivo. Essendo siculo non residente in Toscana chiaramente non ho potuto votare, però ho aiutato in campagna elettorale e procurato qualche voto. Il movente diciamo che è stato il pensiero che se è vero che le politiche di destra alla lunga avvantaggiano la destra, che supera a sinistra l'asinistra, allora probabilmente sarà anche vero che le politiche di sinistra alla lunga avvantaggiano la sinistra, dopo che questa capisce che tornare a fare il proprio mestiere è l'unico modo per continuare ad esistere, magari in salute. Poi chissà potrei anche sbagliarmi, per carità, come ho sbagliato alle €uropee turandomi il naso e votando Riccioli D'Argento, l'ortottero capo degli ortotterini tutti ka$ta, krikka e koruzzzzione che infestano il nostro non più tanto Bel Paese. Ma speriamo di no! Alla fine le armi della democrazia sono queste: votare chi sembra avvicinarsi di più a te per costringere chi vorresti che si avvicini ad avvicinarsi a sua volta. Un po' come si fa con le fie, come si dice da ste parti (Pisa). Non votare e non far nulla secondo me favorisce ESSI, per dirla con Luciano Barra Caracciolo, quindi non favorisce di certo me. Il tritolo certo sarebbe un altro ottimo mezzo di persuasione (giacché si parlava addirittura di una Terza Guerra Mondiale) però resto sempre un amante delle persone ragionevoli per cui cerco insistentemente di esserlo a mia volta.

    Di certo non butta bene, per "noi".

    Baciamo le mani!

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    1. Anche io sono un pugliese che ha votato lega per gli stessi tuoi motivi.
      Vivo a Ferrara ed alle europee ho anche convinto altre sei persone a fare lo stesso.
      No, niente di eccezionale, convincere sei polentoni ex piddini a votare lega è stata una missione piuttosto facile. Di eccezionale c'è che lo abbia fatto io che sono un terrone!
      Stiamo veramente vivendo in un mondo alla rovescia....

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    2. Premesso che questa non sarebbe una sede per il confronto partitico spicciolo e mi dispiace che lo sia diventata sempre di più, ma... voi come fate a credere a una forza politica che in 20 anni di quasi ininterrotta subalternità a Forza Italia ha espresso posizioni lodevoli (Yugoslavia 1999) solo ben lontana dal governo, e per il resto si è accodata sempre supinamente alle compatibilità berlusconiane, che consistevano sostanzialmente nel lanciare ossi polposi al grande capitale finanziario per "legittimarsi" e non farsi disturbare nel perseguire il nocciolo duro degli strettissimi cazzi suoi? Già Berlusconi ogni 3 o 4 anni passa qualche mese a ripetere cose sacrosante in politica internazionale o cose alla Bagnai (una selezione ristretta di cose alla Bagnai) in politica economica. E' la rotazione del repertorio di un fantasista chiagn'e fotti che chiagne per sé e fotte tutto il mondo.

      Di una cosa siamo assolutamente certi, il personale politico responsabile dello sfascio che va da Maastricht a Renzi è globalmente inservibile, e nella Lega è cambiata solo la facciata. Dovrà fare alleanza o listone con il Berlusca, e dentro quella alleanza si potrà fare solo gran caciara su cazzatelle razziste (tra l'altro nemmeno quella seguita da atti efficaci) e su mantra "offertisti" risorti tipo flat tax. Come un gruppo di persone che usa "oscargianniniano" o liberista come il peggior insulto possa poi eleggere a campione politico uno che ha come pilastro di politica economica una "lafferata" da quattro soldi stile, io non lo capisco. E quando non capisco, mi preoccupo.

      Se il nemico strategico di tutti quelli sensibili al discorso pubblicistico di Bagnai è dall'inizio della storia il PD, o ciò che è confluito nel PD, e io su questo non ho dubbi, l'alternativa pagliaccesco mafiosa al PD è il primo avversario politico da debellare perché la sua usurpata credibilità rappresenta il motore ideologico della permanenza del PD. E di questa alternativa pagliaccesca la Lega è da sempre la foglia di fico, quella che "dice quel che la gente vuol sentirsi dire" per rimpolpare le truppe elettorali senza alcun seguito concreto di scelte.

      Se si tratta di uscire dall'euro io sono disponibilissimo a fare un governo con Salvini, ma siccome conosco molto bene la politica delle cadreghe so che ciò non accadrà mai. Nel valutare le forze politiche ci sono solo due metri: quanto una posizione CONCRETAMENTE si arrischi al di fuori del solco di compatibilità con il mantenimento del cadreghino, e quanto una forza di governo dimostri col suo governo.
      Un'idea inizialmente imprecisa o sempliciotta non peserà mai come un guinzaglio di compatibilità carrieristiche, il caso Fassina è un manifesto in tal senso: un'idea sempliciotta la puoi cambiare, specie se convive pur confusamente con altre giuste; un guinzaglio di X metri ti dà una superficie calpestabile implacabilmente predefinita.

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    3. @Pinco

      Non entro nel merito dei tuoi argomenti, che ti ho lasciato esporre. Ti offro due riflessioni sul metodo: [1] qui di cosa si parla lo decido io; se vuoi deciderlo tu apri un blog: è gratis; [2] il problema dell'euro è politico. Non esiste un dibattito economico sull'euro. Dal punto di vista economico l'euro è un errore e basta. Se non hai capito questo, ti invito a non sopravvalutarti.

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    4. Certamente lo decide Lei di cosa si parla qui, il mio dispiacere non è che si parli di un problema politico (anzi, DEL problema politico del nostro tempo da decenni) ma che il Suo lavoro, che per conquistare una piena egemonia in Politica deve tentare di affermarsi camminando su tutte le gambe che potrà trovare, possa essere sminuito da uno schiacciamento nelle contese partitiche, che son cosa diversa e in molti casi antitetica alla Politica. O peggio ancora, in scazzi personali con/tra noialtri pinchi pallini, dovuti a una differenza di vedute su scelte elettorali contingenti (Lega, Landini, 5S ecc.).

      Certamente l'euro è un errore economico, anche se non si può tirare una riga sul fatto che, se Lei è stato il "primo economista accademico italiano serio" che lo dice con nettezza, vorrà pur dire qualcosa il silenzio o consenso eurista apparente del 99% dei Suoi colleghi. Che poi questo qualcosa riguardi l'effettiva ambivalenza del giudizio scientifico sull'euro o lo stato della moralità intellettuale accademica, lascio dirlo a chi ne sa di più.

      Quello che posso ricordarLe è che se moltissima gente ritiene le scelte politiche caldeggiate da Lei (e da noi che l'apprezziamo) fondate su una visione economica naif e "irresponsabile" (e non parlo di panettieri, anzi, ma proprio di profili per formazione maggiormente istruiti), è segno che è ancora utile lavorare all'accreditamento di certe idee anche sotto il profilo meramente economico. Insomma se per Lei la questione economica è chiusa, non lo è per chi continua a dare corda a questi governacci, e ahinoi sono persone con cui tocca confrontarsi giorno dopo giorno negli uffici, nelle redazioni, nei bar e anche un po' nelle fabbriche e nelle officine, guardati come marziani e soggetti ad un rifiuto argomentativo di pura autodifesa psichica da parte di soloni del nulla o comunque persone che si son sorbite la chiacchiera eurista come vangelo per gran parte della loro vita adulta.
      Poi se Lei questo lo ritiene capitolo di una battaglia politica, sono d'accordo con Lei ma: a) è una battaglia che ben precede la crocetta sul simbolo; b) è politica solo per noi, perché per loro, soggettivamente, il rifiuto preliminare dei nostri obiettivi continua a essere creduto puramente tecnico-economico (e non parlo di chi ha interessi diretti nella politica eurista).

      Insomma il Suo eccellente lavoro non ha concluso a mio avviso l'opera di "sincronizzazione" del pregiudizio economico dominante e sarebbe un peccato che ne fosse impedito da alcunché.

      Ah: non mi valuto, quindi giocoforza non mi sopravvaluto.

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    5. Caro: i "colti" dei quali tu parli sono persone nelle quali il fatto che Zingales condivida ed esprima (nel dibattito pubblico) le "idee" di un Giannino non promuove alcun sospetto. Non chiedo a questi "colti" di accedere alla letteratura scientifica (non sia mai! Eppure molti qui lo fanno...), ma solo di capire che una macchietta è una macchietta, e che chi ne ripete le "idee" lo diventa. È così difficile? Apparentemente sì. È una novità? Direi proprio di no, altrimenti non verremmo da due guerre mondiali e non staremmo preparando la terza. I figli di questi imbecilli morranno, come potrebbero morire i miei. Devo aggiungere altro? Lascia giudicare a me come condurre il mio lavoro. Ti dico qual è il criterio, è molto semplice: se Keynes, più bravo e autorevole di me, non è stato ascoltato, posso pensare di esserlo io? No. E allora io il mio lavoro lo faccio in modo che mi diverta, e lo faccio se mi diverte.

      Tu ti valuti e ti sopravvaluti, ma questo è un problema tuo. Io non posso cambiare la storia, e lo so. Posso solo lasciare una testimonianza, e l'ho fatto. Resterò nel cuore di chi lo ha capito.

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  6. Il dialogo tra Luttwak e Cofferati è surreale. Il secondo che afferma 'non sono liberista come Luttwak' mentre sciorina l'intero arsenale pro-euro. L'altra sera, cena con colleghi. Introduco la questione euro/moneta unica... vengo prontamente assalito dal collega 'progressista e di sinistra'. Stramaledice i 'disfattisti come Travaglio' ma inveisce contro la corruzione e il malaffare tipicamente italiani, che sono il nostro problema, mica l''euro. Per fortuna, dice, che c'è l'Europa che ci mantiene sulla retta via, sennò dove saremmo... Ecco, questa è la sinistra. Dopo un po' che frequento questo blog, non mi stupisco di queste reazioni che anzi, purtroppo sono assolutamente prevedibili. Che tristezza, però...

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  7. ... il proprio nome abbandonarlo, come un balocco rotto. Strano non desiderare quel che desideravi. Strano
    quel che era collegato da rapporto
    vederlo fluttuare, sciolto nello spazio. Ed è faticoso
    essere morti;...

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  8. Non dico suscitare rispetto, ma almeno lei dovrebbe fare paura ai sinistri! Orsù non ne sbaglia una! Rocco e John non avrebbero saputo far meglio...

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  9. Bellissimo post, prof. Peccato che la presentazione sia a Roma.
    Per quanto mi riguarda, quando ho potuto ho votato Claudio (trasformandomi così da - tutto sommato - innocua seguace di un guru in traditrice della patria piddina); ma, ragazzi, i pochi noeuro di sinistra me li sono sempre tirati a lucido, sventolati, ostentati in tutti i modi... Fassina, Boghetta, Porcaro, D'Attorre li ho linkati, inviati, copincollati a destra e a manca... Sono arrivata a citare anche Cremaschi, pur di poter mostrare una posizione esplicitamente noeuro nella Fiom... Io impazzisco di rabbia di fronte a chi dice "No, perché lo dice Salvini" - MA CAZZO COME LA DEVI PENSARE LO DECIDI TU O LO DECIDE SALVINI? - ma è comunque stato un sollievo trovare la compagnia di qualche esponente di sinistra, mi ha aiutata. È un tale paradosso, che l'euro, intrinsecamente di destra, sia massicciamente sostenuto a sinistra: l'abbiamo detto mille volte, ma è sempre strano (e doloroso).
    Il problema è che la sinistra dovrebbe ricordarselo che, come ha detto non so più chi, il contrario del coraggio non è la paura, è il conformismo.

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    1. Siamo di fronte a un gigantesco, chiarissimo, fantastico esempio di RISPETTO UMANO. Una cosa in grado di castrarti più è meglio di un trinciapolli.

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    2. @Nat
      Carissima, mi ero detta molto tempo addietro, ma molto addietro, "Intanto dovranno salire i 75 scalini, se a sinistra vorrano ancora il mio voto. Porta a porta. E, comunque, non sarebbe detto".

      "Porta a porta" e compagnia cantante hanno continuato a farla ma non sono venuti da me. Mai risposto alle mie e-mail interlocutorie (eccezion fatta per Stefano Fassina. E comunque, tiriamo innanzi). "Non so più cosa son, cosa faccio [...].". In realtà ho sempre saputo chi sono e cosa faccio. Mi piaceva quella compagnia cantante.

      Per farla poco pallottolosa, "Voi che sapete...", in Toscana Firenze [FIRENZEEEEEEEE, capito! Aiutooooo] chi avrei potuto votare se non Claudio Borghi? E l'ho votato.

      (Alessandra/Cassandra da Firenze. W.A.Mozart, Le nozze di Figaro, Marina Comparato e Patrizia Ciofi)

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    3. Hai fatto bene. E grazie, ancora una volta, della musica.

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  10. "In alternativa, la Lega potrebbe far proprio l'altro tema assente dal dibattito: quello del lavoro e della Costituzione. E allora, certo, sarebbe tutto molto più difficile, perché ai monopoli ideologici e al diritto divino di riservarsi certi argomenti oramai, dati i risultati, non ci crede più nessuno. Fortunatamente (da sinistra) la Lega ha l'handicap di occuparsi molto di ruspe, e di non essere un partito nazionale."

    Comunque, l'ostracismo dei 71 sinistri se lo cerca, in cinque righe ha spiegato a Salvini cosa deve fare per far diventare la Lega un partito nazionale in grado di scalzare il PD (certo, che poi Salvini l'ascolti è un problema suo, suo di lui intendo, non suo, suo di Lei)

    Suo

    MarcoS Iscariota

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    1. Tanto non lo fa, tranquillo! Anche lui come Ferrero ha chi lo consiglia bene (ovviamente non Claudio)! Daje de barcone, che attraggo er polentone. E festa finita lì.

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    2. Amen. Peccato. L'ennesima occasione persa. (Però quanta gente che ama la vita tranquilla!)

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    3. Già c'è carenza di economisti che sappiano fare gli economisti e non si adagino a maggiordomi, ma almeno 3 li abbiamo.
      Un politico, UNO, che sappia fare il politico invece dobbiamo ancora trovarlo.

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    4. Scaramantico?

      (mi riferisco al sig.Bagnai)

      Maurizio Vavassori

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    5. No, profetico. E tu marxista dell'Illinois?

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    6. Buongiorno

      Propendo per le persone di buona volontà.

      "Battere"due righe è una faticaccia.Le sue capacità previsive
      le conosco.Volevo intendere altro,evidentemente non ci sono
      riuscito. Con stima ed altro.

      Maurizio Vavassori

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  11. Coalizione sociale (Landini & Co.): "l’Europa va sottratta alle logiche tecnocratiche che con il ricatto del debito impongono politiche d'austerità e riportata al senso di solidarietà, di collaborazione, di pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli, nel ripudio della guerra e di ogni forma di xenofobia e razzismo, nella condivisione di opportunità e di comune crescita culturale." (dal documento per la coalizione, sul loro sito).
    Ben detto, perbacco! Forse anche a sinistra qualcosa si muove? Purtroppo no, mi sembra che ancora non ci siamo. Pure questo (ennesimo) movimento rimane nello schema Tsipras, direi quasi naturalmente. Infatti neanche una parola sul "come" sottrarre realmente l’Europa alle logiche tecnocratiche, solo dichiarazioni d'intenti, men che mai una presa di posizione versus euro!

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  12. Che grandissima fantasia il libro NON CHIAMATELO EURO. io l'ho letto ma non dice niente di nuovo. Anzi, mi chiedo una cosa: dal punto di vista dell'autore che senso ha scriverlo adesso un libro del genere quando ci sono mille libri più tecnici e interessanti (vedi il Tramonto dell'euro di Bagnai!)? Onestamente non aggiunge valore al dibattito se non cogliere l'occasione di fare convegni dove la gente lecca il de retro dei co relatori! Dal punto di vista del lettore: perché acquistate questi libri inutili? Io l'ho letto perché me lo hanno regalato e l'ho sfogliato durante un lungo viaggio in treno salvo poi "riciclarlo" a un tale che ha vissuto su Marte fino a ieri

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    1. Invece, per gli intenditori, offre una serie di chicche.

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  13. La sinistra è composta di Ribelli, Falsi-Rivoluzionari e Autoritari.
    I Rivoluzionari sono pochi e, spesso, emarginati.
    E' importante conoscere il significato di quelle quattro parole. La defunta L'Unità non le conosceva tanto che quando fu nominato il PdC, essa titolò: "Renzi, ribelle di Partito e di Governo".

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  14. OT: sto leggendo i commenti sul FQ del suo ultimo articolo. La domenica i lettori del giornale devono essere "diversi" dagli altri giorni visti il prevalere dei soliti luoghicomuni nei commenti, pare esser fermi al 2012. :-)

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    1. C'è anche una probabilità (remota) che si sia in campagna elettorale!

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  15. Prof, vada a leggere i commenti, se non l'avesse ancora fatto, al suo articolo su Fatto. Alcuni sono esilaranti. C'è chi ipotizza un inflazione del 300%...

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  16. A me (laurea in economia + 28 anni di commercio estero e di cambi) lo schifoso SME prima e il fottuto €Uro poi sono sempre stati violentemente sulle balle per ragioni strettamente tecniche, e i profitti che ho fatto fare alla mia azienda e ai suoi clienti speculandoci contro provano che avevo ragione io, e non quel coglione €Uroinvasato del mio CEO.
    Il primo libro noeuro che ho letto fu "Europa braucht den Euro nicht" (All'Europa l'€Uro non serve) di Thilo Sarrazin. Un bel libro, anche se pensato e scritto, peraltro comprensibilmente, dalpunto di vista tedesco.
    Poi "Bisogna uscire dall'€Uro?" di Jacques Sapir, "Titanic €Uropa" di Vladimiro Giacché, "Il tramonto dell'€Uro" di Alberto Bagnai, "Anschluss" di Vladimiro Giacché, "L'Italia può farcela" di Alberto Bagnai, solo per citare i principali, e parecchie altri, non trascurando nemmeno opere e operette filoeuraiole.
    Ognuno di questi lavori mi ha dato qualcosa, che so, uno spunto di riflessione, un punto di vista diverso, un dato che mi era sfuggito eccetera, perciò ci andrei piano a parlare di libri inutili.
    Quindi anche se per motivi logistici non posso essere presente alla presentazione, il libro lo comprerò e lo leggerò.
    La "scienza grama" mi ha sempre fatto ribrezzo. La mia vita era un'altra, e il padrone di questa "casa" sa quale e sa perché, eppure sono più di quattro anni che mi interesso attivamente di questi problemi.
    Oltre a seguire l'attualità, sono andato a rispolverare i miei manuali universitari e ne ho comprati di nuovi, Krugman, Salvatore, Dornbusch, Fischer, Startz, Acocella e via discorrendo, e uno dopo l'altro tutte le tessere del mosaico stanno andando a posto.
    Una chicca: su "Economia internazionale" di Charles P. Kindleberger, sul quale ho preparato l'omonimo esame universitario, a pagina 773 e seguenti si parla di aree valutarie ottimali e di cambi fissi.
    Correva l'anno 1968.
    Non ci sono libri inutili mein Freund, fidati.

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  17. Qui c'è una raccolta firme di Greenpeace contro il TTIP.

    Passata quest'altra schifezza europea-statunitense, possiamo aspettarci solo che peggiori.

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  18. A oilì oilì oilà e la Lega crescerà
    e noialtri lavoratori, e noialtri lavoratori
    a oilì oilì oilà e la Lega crescerà
    e noialtri lavoratori
    I vuruma vess pagà
    A oilì oilì oilà e la Lega crescerà
    e noialtri lavoratori, e noialtri lavoratori
    a oilì oilì oilà e la Lega crescerà
    e noialtri lavoratori vogliam la libertà

    "La Lega"
    Gruppo Padano di Piadena and Gaspare de Lama, Giovanna Marini
    https://www.youtube.com/watch?v=d9ZyNsLweHY

    (Mi sembra superfluo evidenziare che la canzone non si riferisce alla Lega di Bossi e Salvini...).

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  19. OT - Ma oggi c'e' la Ciiiiinaaaa!

    Girando in bici nel centro di Roma in una calda domenica come oggi (in cui gli Italiani sono anche visivamente in netta minoranza) ci si rende conto di quanti turisti stranieri arrivano in Italia.

    Mentre ritornavo a casa, bevendo ai tanti 'nasoni' presenti lungo il percorso ( http://it.wikipedia.org/wiki/Nasone ), una domanda mi girava in testa: possibile che non si possa sfruttare (per far aumentare il PIL) tutta la domanda potenziale internazionale di turismo verso l'Italia?

    Controllando in rete, apprendo che la voce turismo vale quasi 150 miliardi l'anno (circa 10 % del PIL) e che i turisti internazionali in Italia sono quasi 50 milioni l'anno (quasi tutti che transitano a Roma Fiumicino).

    Se fossimo ancora ai felici tempi delle partecipazioni statali probabilmente qualche manager di stato 'rampante' avrebbe gia' da tempo perorato la creazione di una qualche azienda statale per aumentare la ricettivita' e l'offerta turistica (pure con la benedizione di tutti i partiti.....).

    Una azienda statale di questo tipo permetterebbe infatti, a differenza di una azienda privata, di reperire/coordinare piu' facilmente gli ingenti investimenti infrastrutturali necessari e di sfruttare tutti i fattori di produzione oggi inutilizzati (disoccupati, demanio ed immobili pubblici dismessi) attraverso il semplice coordinamento interno al Consiglio dei Ministri (Trasporti, Turismo, Bilancio - e Difesa per le caserme abbandonate).

    Purtroppo dopo l'accordo "Andreatta - Van Miert' (che pose fine all'IRI) abbiamo imboccato la strada che conosciamo fin troppo bene e tutto cio' rimarra' un semplice sogno di una giornata di Giugno.

    Se una tale azienda pubblica potesse ancora esistere, IMHO si potrebbe studiare un 'business plan' per raddoppiare in pochi anni il turismo internazionale (cioe' per passare da 150 a 300 miliardi l'anno di PIL turistico), senza neppure intasare le citta' d'arte, semplicemente creando nuove offerte turistiche - principalmente - verso i Cinesi, come accennato qui.

    http://www.turismoeconsigli.com/turismo-cinese-come-intercettare-questo-tipo-di-turisti/

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    1. Esistono già organi del genere e si chiamano soprintendenze, che si occupano della ricerca, valorizzazione e tutela del patrimonio artistico, architettonico, paesaggistico e archeologico in Italia. Lo stato quindi se ne occupa, ma non sempre bene per una semplice ragione: non ci mette i soldi. In compenso ci sta dando ottimi incentivi all'emigrazione.

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  20. Perché non mi pubblica a prescindere da quanto scrivo?

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    1. Perché non mi piaci come persona, a prescindere da quanto scrivi, e quindi ti ho bannato. Vai ad aprire anche tu un blogghetto demmerda dove ragliare "maestra, Bagnai mi bannaaaaa". Qui non ti ci voglio e questa è casa mia

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    2. Al momento nel post abbiamo già un "perchènonomipubblica" e un Lampredotto reloaded, ci manca solo un "professorechennepenza" (se non me lo sono perso) e siamo tornati alla partenza, come nel gioco dell'OCA ....

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  21. @ Jörg der Krampus7
    In linea generale sono d'accordo con lei ... Tuttavia, bisogna stare attenti ... il nostro tempo e la nostra resistenza alla fatica sono fattori condizionati "da un limite". Inoltre, come la storia delle idee e della scienza hanno dimostrato, in moltissimi casi la "specializzazione" e la "sistematizzazione" dell'impegno intellettuale producono risultati rilevanti anche in mancanza di una corretta o tendenzialmente esaustiva "conoscenza d'insieme". In altre parole, come insegnava Nietzsche, l'attardarsi sulla parola scritta può diventare un intralcio al nostro operare (anche nella conoscenza), una scusa ... per restare (“to rest”) in ambiti conosciuti e familiari, un'opportunità per non crescere, uno stratagemma, infine … per evitare quell’autonomia di giudizio che è uno dei fondamenti della conoscenza. Detto questo, devo però aggiungere che il suo post contiene (per me) una piccola “madeleine proustiana. Anch’io – molti anni fa – ho utilizzato un manuale di Storia del Pensiero Economico – mi riferisco al testo del neo-Keynesiano Erich Roll – che conteneva già tutto ciò che sarebbe oggi necessario per “demolire” l’ordo-liberismo di moda … e la violenta (nazionalsocialistica) fiducia nelle capacità di “equilibrio e ri-equilibrio” (il “Pilota Automatico” lo chiamava Roll, deridendo questa impostazione … per lui “retrograda”) di una rigorosa ed “indipendente” politica monetaria (Friedman e la Scuola di Chicago). Era allora, quello di Roll, un testo scontato. Il manuale fu pubblicato per la prima volta nel 1953. La mia edizione credo sia l’ultima, quella del 1973, un po’ “ampliata” rispetto alla precedenti. Ma c’è di più. Su quelle pagine che come nel suo caso mi è capitato di ri-sfogliare in questi orribili frangenti c’è ancora stampigliato il timbro della sezione del PCI dalla cui biblioteca l’avevo preso in prestito. Mi spiego meglio : non perdoneranno mai a Bagnai di aver ricordato loro che sapevano già tutto. E che sono non degli stolti … ma dei traditori. Quel testo – me lo ricordo ancora con nitidezza – mi fu consigliato da un Associato della Normale di Pisa. Apparteneva al PCI e aveva una quarantina d’anni – forse meno. Mi disse che per una visione “d’insieme” - seppure nel caso di Roll … viziata dal “tarlo” keynesiano e social-democratico - quel testo … per un esame critico delle dottrine liberiste e (udite, udite !) … neo-monetariste … si, anche quel testo di un importante “Officer” britannico che aveva partecipato alle discussioni sul “Piano Marshall” … poteva “andare bene”. Eravamo nel 1984 e non era neppure obbligatorio acquistarlo : si trovava in tutte le sezioni del PCI, partito al quale ero allora iscritto. Io segui il suo consiglio … ma non restituii il manuale : si trova ora nella mia biblioteca … tra le “ragioni” per cui decisi di uscire da un gruppo politico che io sentivo … stava per fare … il grande balzo nel Tradimento. Detto questo, un ultima riflessione. I Tedeschi … come ha a più riprese sottolineato Nietzsche … hanno la tendenza ad “intestardirsi” … a diventare “ottusi” … L’esasperato attivismo degli Americani di questi ultimi mesi lo dimostra. Non ho la sfera di cristallo … né “pulci” piazzate nei luoghi che contano. Ma ho la sensazione che gli Americani (quelli che contano, almeno) non smettano di urlare in faccia ai Tedeschi: “Ma possibile che non capiate … Fottetevene della Grecia! … colpe, debiti … cazzate! : andateci in vacanza in massa (tutta Berlino!!!) ad Atene oppure compratevi il Partenone e con il monumento, tutti i neonati ellenici … The very goals … Stupid Krauts ! ... are others … Strategics … as the aircarriers you did not have during WW2 … that’s is, the great TTIP. All other things, even your idiot principles, are expendable” … Per fortuna, la storia della civiltà può contare – ogni tanto – non solo sui libri di Von Clausewitz, ma anche sulla stupidità dei suoi compatrioti… E’ successo a Stalingrado, speriamo succeda ancora. Cordialmente, Mario Dominici

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    1. Anch'io ho studiato il Roll per l'unico esame che ho dato a filosofia: Storia delle dottrine economiche. 30, ma non avevo capito nulla.

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    2. Prof, ("ma non avevo capito nulla"): ecco la prova, per chi ne dubitasse, che sei compiutamente umano.

      Ricordo di aver dato una Storia delle dottrine politiche e di aver evitato Storia delle dottrine economiche perché consideravo noiosino l'insegnante - e dire che mai ho preteso l'insegnante intrattenitore o "simpatico" o amicone.
      Può darsi fosse proprio noioso, ma potrei aver perso qualcosa.

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    3. @Mario

      In realtà per Stalingrado si poté contare sulla "stupidità" (più verosimilmente sulla follia crescente) di soprattutto uno dei compatrioti di Von Clausewitz (quello coi baffetti, anche se era austriaco di nascita), perché a chi stava nel kessel apparve quasi subito evidente che sarebbe potuta finire alquanto male. E' noto che Paulus chiese più volte, inutilmente, il permesso di ripiegare e che Von Manstein mandò la 4a armata per tentare d'aprire un corridoio. Quando Stalingrado capitolò e fu chiesto ad alcuni alti ufficiali catturati quali fossero stati i veri motivi che avevano provocato la disfatta dell'armata e perché, dopo aver rifiutato più volte la proposta di resa, i comandi avessero successivamente scelto di capitolare senza condizioni, il generale Sixt Von Arnim, comandante della 113a divisione di fanteria, rimase stizzito dalla richiesta e rispose in tono irritato: "La domanda è stata posta male. Avreste dovuto chiedere come abbiamo fatto a resistere tanto a lungo.". Rimane tuttora aperto il quesito di come i capaci generali tedeschi, che non erano affatto stupidi (e molti nemmeno nazisti) non siano riusciti ad opporsi ai deliri del Fuhrer, benché alcuni ci abbiano provato in vario modo, trovandosi anche la sorte contro (lo stesso Guderian, l’inventore delle divisioni corazzate, si trovò più volte, caso quasi unico, in aperto e palese contrasto con Hitler e gli andò bene ad essere solamente rimosso). Non farei perciò affidamento sulla stupidità collettiva dei tedeschi, quanto piuttosto sulla capacità di comprendere di molti di loro (sempre che non abbia i baffetti anche Frau Merkel, o chi per lei…).

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    4. @citodacal

      Sono d'accordo con lei. ... infatti esprimevo il concetto ... non come una certezza ma come una speranza ... un anelito se vuole ... Ogni tanto, dicevo... la storia. E quando mi riferivo alla stupidità, intendevo appunto quella del “Baffino” … senza la quale tuttavia non è affatto detto che ci saremmo liberati dei tedeschi nel 1945. Certo i generali della Wermacht non erano stupidi, ma il riarmo, la guerra e persino la “ristrutturazione autoritaria” della Repubblica di Weimar li avevano “pianificati” loro: i nazisti hanno espresso … un po’ troppo sopra le righe … i loro desiderata. La storia, ecco, in quella occasione è stata, per fortuna, più intelligente di loro. Tra l’altro, bisogna anche dire che la strategia della “stupida resistenza ad oltranza” non è stata neppure un’invenzione di Hitler … ma del “Baffone” suo nemico … che nelle fasi iniziali della guerra (fino a Stalingrado) l’ha utilizzata a più riprese, macellando in questo modo molti dei suoi compatrioti. Ciò che cambia, è il contesto : uno era il vincitore, l’altro, il perdente. Ho invece molti, molti dubbi sulla capacità di comprensione di molti dei nostri vicini tedeschi ,,, l’attuale contesto … Dia un’occhiata alla Bild (se non sbaglio 5 milioni di copie) e comprenderà le mie titubanze. No … la mia speranza … era ed è … riferita alle insofferenze degli USA verso “Frau Merkel, o chi per lei…” . In altre parole, non era e non è ancorata in cielo … ma agli umori certo ambigui ma molto terreni di un cane più grosso … del nostro cagnolino renano.

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  22. Neppure io Professore. Credo che come lei ... l'abbia capito 30 anni dopo ... Bisogna soffrire per capire ... diceva Hegel. Continui con il suo lavoro. E' davvero prezioso

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  23. Salve Professore, scusi se vado OT, vorrei però che lei desse un'occhiata a questo video, che è, a mio avviso, una prova schiacciante di quanto quello che lei scrive da anni sia vero:

    https://www.youtube.com/watch?v=EY0iQ46MCFQ

    In questo video un italiano in Germania, attraversato dalla solita esterofilia nostrana, cerca di farci sbavare dietro al Paese del Nord, e per farlo ci fa vedere quanto costi fare la spesa in Germania, orgoglioso del fatto che i prodotti costino pochissimo! questo dimostrerebbe, secondo lui, che non solo gli stipendi in Germania sono più alti, ma che anche i prezzi sono bassi, o comunque non più alti che in Italia. C'è poco da fare, in Germania si sta proprio meglio.

    Il signore non si rende di una cosa, e cioè del fatto che l'allineamento dei vari cambi degli stati dell'euro zona, ha portato all'abbattimento delle domande interne di TUTTI i Paesi della stessa, e quindi, magicamente, prezzi bassi! ma guarda un po'...

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    1. Nella BMW in germania lavorano ca. 12.000 precari (Werksarbeiter, Leiharbeiter) che hanno un salario massimo tra € 7.5 è € 9.0. Incluso ferie è 13°.
      8.5 x 160 = €1360/mese

      Un operaio Fiat a Melfi ha un salario di ca. € 2000/mese. + ferie è 13°

      In germania di precari c'è nè sono più di 10.000.000 è questo spiegha l'esplosione dei cosidetti discounter in germania.

      Al tipo consiglerei di fare un reportage delle grandi maccellerie del NRW riguardante clima di lavoro è salari, ma dubito che lo fanno entrare.


      PS.
      Sè succede quello che penso, attenzione ai voltacabbana italiani a fine mese.

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    2. Sul salario da 2000 euro/mese a melfi ho qualche dubbio. Mi pare tanto. Sarei contento fosse cosi'. Sui macelli in westfalia la cosa che mi preoccupa di piu' e' che quella carne la mangiamo anche noi. Nel frattempo gli allevatori italiani chiudono.

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    3. Argomento già esaurientemente trattato dal prof.

      http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/bdsm-il-meraviglioso-mondo-di.html

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    4. Il prof se n'è occupato nel lontano 2013.

      http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/bdsm-il-meraviglioso-mondo-di.html

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  24. Credo che forse l'Abbronzato vorrebbe che la Germania si mettesse a capo di una coalizione bellica antirussa...prenderebbe due piccioni con una fava.

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    1. Sì, l'idea era stata anticipata da Soros sei mesi fa.

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    2. Warning! Coloured revolution ahead!

      Who's next?

      Too many troubles for the tanned one....

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  25. "Risposta: "No, per parlarne, perché ormai ne parla la Lega"."
    Ma si può essere più deficienti?
    Hanno carenza per non dire totale assenza di molte qualità che sarebbero necessarie per capire la gravità della situazione e mettere da parte queste fini cazzate.
    Le bestemmie non bastano a sedare la rabbia per questi galli altezzosi del " l'ho detto prima io ".

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  26. Può sembrare fuori tema , ma ho notato che al fatto quotidiano sono banditi i commenti critici sull'euro , me ne hanno cestinati parecchi 2 solo questo pomeriggio sulle avventure greche di Tsipras and company.
    Sembra quasi che vogliano mantenere la discussione -come ha detto giustamente il Professore- in caciara politica :
    - tra anime belle dell'accoglienza senza paletti e avanguardisti delle ruspe;
    questo mi dimostra per l'ennesima volta che il dibattito da fastidio e che non lo si vuole portare avanti, contenti loro .....!

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  27. O.T. Il premier italiano accolto al G7 in Baviera sulle note di Azzurro di Paolo Conte. Si vede che ai tedeschi non piaceva l'Inno di Mameli, o forse si è voluto rimarcare l'originalità dell'unico premier non eletto in quel consesso. Fate vobis.

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  28. OT ( Una modesta proposta. )

    Inserire nel post Voce: I fondamentali i due post seguenti

    Io mi rifiuto....

    Art. 4...Art. 36

    Com'è venuto?
    Durante un lauto pranzo mi è stato confessato con candore il ruolo dell'arcoriano nella rovina di una altrimenti florida carriera d'impresa nel terzo millennio.
    Ed io "Ho fatto civilmente osservare che..."

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  29. Appunto....http://www.ilgiornale.it/news/politica/anche-se-sembra-non-siamo-popolo-disonesti-1137686.html

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  30. SE penso alla sinistra mi sovviene una considerazione che facevo qualche giorno fa.

    Passando di blog in blog sono finito in quello di Fraioli; egodellarete.
    Leggo un post su Monti e trovo questo passaggio: "... Secondo i piddini sognatori sarebbe bello se le classi sociali più ricche, e dunque più forti, si mettessero la mano sul cuore dicendo "visto che siamo nell'euro, e che in fondo vi ci abbiamo portato noi, adesso ci riduciamo i guadagni così da rimettere in equilibrio i conti della nazione!". Purtroppo le cose non vanno per niente così. D'altra parte, carissimi, se hanno voluto l'euro per preservare in moneta forte i capitali, perché adesso dovrebbero mettersi le mani in tasca? Dunque, chi ha voluto l'euro non vuole pagare la sua parte, questo è pacifico....."

    Dove l'ultima frase lascia intendere che il concetto espresso sarebbe plausibile.
    Io gli scrivo dicendo che quel concetto ha due sott'intesi che a me paiono demagogia ma il punto non è questo.
    Lui scrive una risposta dove spiega il perché non pubblichi commenti di qualcuno fino a quando non sia veramente sicuro che il commento corrisponda ad una identità sicura.
    Ma che cazzo vuol dire??!
    Hai un nome e un cognome, che cazzo vuoi ancora?
    Vuoi sapere la data di nascita, l'indirizzo, la città, la professione, ma non basta ancora dato che tutti questi dati potrebbero benissimo essere inventati o di qualcun'altro.
    Quindi deve vedere chi sono i tuoi parenti, le tue amicizie, i tuoi colleghi di lavoro, se pratichi sport e quali e con chi, se sei iscritto a qualche partito o associazione e chi sono i tuoi compagni di associazione etc etc...

    Cazzo, ma questo è feticismo. Anch'io son feticista ma mi limitavo alle copertine degli Lp, ai testi delle canzoni o a Le Ore o baggianate di questo genere, non di certo sull'identità delle persone.
    Preferisco capire un concetto o un'idea e chissenefrega se e di chi sia...
    Se siamo a questi livelli di feticismo aiutiamo solo le schiere di psicologi evoluzionisti al soldo delle multinazionali che buttano le loro reti nel mare dei social per programmare strategie di marketing e pescare quanti più pesci possibile con i loro amenniccoli.

    La sinistra ha una grave tara e riguarda proprio l'identità.
    L'idea comune e di fondo che hanno è un qualcosa del tipo: Se solo potessimo organizzare l'ambiente nei modi dovuti alleveremmo umani scevri di violenza e prevaricazione bla bla etc.
    Che poi è una stupidaggine in quanto l'ambiente già esisteva prima dell'umano, e quindi nella sua maturazione, l'umano è (anzi sarebbe), di già plasmato dall'ambiente brutto e cattivo e di conseguenza ...bla bla....

    La carenza filologica è marcata e le lacune determinanti.

    Come ho letto da qualcuno, la sinistra è meglio se sta alla larga dal pannello di controllo dei comandi della nave, (lei prof perda pure tutto il tempo che crede, ci mancherebbe pure, quello che si doveva fare lo ha già abbondantemente fatto e tutto le è concesso...che poi chi cazzo sono io per dirle...)

    Io ammiro molto la sua pazienza, calma e controllo delle emozioni.

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    1. Che pirla che sono, mi rendo conto solo ora di avergli fatto solo pubblicità.

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    2. E qual è il problema? Uno va a vedere, poi se intuisce il disagio se ne va, se non lo intuisce resta. Fine. Guarda che è sempre un bene che l'informazione circoli. Mica tutti quelli che stanno qui meritano di starci. Ci sono autentici casi patologici, da disturbo ossessivo compulsivo, in preda alla sindrome dell'amante tradita. Fai bene a indicargli uno dei tanti club del "bagnaisti anonimi": "Ciao, sono Filiberto, credevo a Bagnai ma ho deciso di smettere!" Ma cazzo, ve l'ho chiesto io di innamorarvi di me? Vi ho portato dei dati. Vi ho chiesto di dubitare. Vi ho insegnato a verificare. Eh, il mondo sarebbe un posto più vivibile se laggente scopassero di più (con chi vogliono, ma fuori dal mio raggio visivo)...

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    3. Potrebbe essere un'idea per bonobonomycs.

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  31. A proposito dei lindi e puliti tedeschi...

    http://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2015/06/06/-fifa-armi-da-berlino-a-arabia-saudita-per-mondiali-2006-_825ed75d-c332-48e3-a25a-0ea7157e0ab9.html

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  32. Segnalo che al minuto 17.00 del tg delle 13.30 di la7 di oggi:
    http://www.tg.la7.it/repliche-tgla7?id=156691
    dopo un bello zoom dell'operatore per nascondere la maglietta no-euro di Salvini, la cronista cita un certo Alberto Bagnai come ministro dell'Economia nella sua squadra di governo. "Sarebbe una rivoluzione, dice".
    (lorluc)

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  33. I rettori finlandesi sembrano non capire...

    http://www.universityworldnews.com/article.php?story=20150606081055889

    ma come, i tagli all'universita'? Proprio non se li aspettavano. Dovrebbero iscriversi alla CRUI, che non li ha capiti pur avendo avuto anni di esperienza in piu'. Vedremo se i finlandesi saranno piu' perspicaci ora che anche li' arrivano le "riforme strutturali".

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    1. Faglielo spiegare da quel simpatico balilla eurista di De Nicolao, bersaniano con Bersani forte, non più bersaniano con Bersani deposto...

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    2. Anche lui come la moretti... ma c'e' qualcuno che e' rimasto bersaniano? Forse neppure lui.

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  34. Ma cosa t'ha fatto la sinistra per meritare tanto amore??

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    1. Mi chiedo piuttosto cosa non abbia fatto a te (che ha fatto invece al resto di noi. Non "noi" nel senso di frequentatori di questo blog, ma nel senso di italiani) per non meritare il tuo viscerale, incondizionato e inarrestabile odio.

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    2. Nicola Strada 8 giugno 2015 10:15

      Non sia ingeneroso, l'asini-stra (marchio reg.) ha distribuito anche tanti bei posticini al calduccio e al riparo della durezza del vivere con paghe calcolate in multipli di 30 sicli d'argento.

      Cerchiamo dunque di non scandalizzarci per chi si mostra scandalizzato, magari - oh, mi capisca, ho detto M A G A R I - avrà i suoi buoni motivi...

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    3. Come siete ingenerosi.
      La sinistra ufficiale è anche sempre stata attenta alla pace tra i popoli, contro la povertà, per l'istruzione e emh.... perfino per le pari opportunità.
      Infatti adesso abbiamo la splendida boschi. Esempio di come una femmina dovrebbe fare politica.
      Ma come fate a non amare questa sinistra?

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  35. Teniamo sempre presente che destra e sinistra sono concetti di ambito parlamentare, chi è di destra si siede a destra, chi è di sinistra a sinistra, IN PARLAMENTO.
    Non esistono dittature di destra, come tanto piace menarla alla sinistra, non perchè "anche Stalin era un dittatore" ma perchè in dittatura il parlamento non esiste, e se c'è è di mera facciata.
    Per cui, alla fine, in democrazia, quello che conta è il benessere della maggioranza degli elettori, e se questo benessere lo tutela meglio la destra andrà la destra al potere, se la tutela la sinistra andrà al potere lei.
    A questa "dittatura della maggioranza" ci sono poche alternative. Nelgi anni '80, c'erano almeno 2 partiti di destra in italia, destra intesa come quella parte di parlamentari che sedevano a destra prima dell'introduzione del suffragio universale (in sostanza, i ricchi per nascita) quello repubblicano e quello liberale, che avevano una loro assoluta dignità, ma una rappresentanza assai modesta in parlamento, per il semplice fatto che erano rapprsentativi di una piccola fetta della popolazione.
    Poi è morto Spadolini, e si è preferito optare per una delle alternative, e cioè comprarsi la sinistra.
    Le alternative alla "dittatura della maggioranza" non sono infatti molte, ve ne elenco alcune:
    1) Introdurre il maggoritario e marginalizzare a tal punto una congrua parte degli aventi diritto al voto, facendo loro intendere chiaramente che nessuno li rappresenterà mai, da convincerli all'ASTENSIONE. (In questo modo basta coltivare alcune clientele per avere il potere, magari con il 30% dei voti del 50% degli aventi diritti, cioè scol sostegno di 1/6 dell'elettorato)
    2) MENTIRE in campagna elettorale, in modo da acquistare i consensi di una parte dei cittadini che non si ha alcuna intenzione di rappresentare
    3) DELEGARE i poteri sovrani (ovviamente è illegale, ma sembra che funzioni...), in modo da non essere mai responsabili perchè c'è sempre un'autorità superiore per cui "vorrei tanto, ma non posso, o meglio NON SI PUO'"
    4) Prendere le decisioni più negative per la maggioranza costretti da EMERGENZE che non dipendono affatto dal decisore, ma dal FATO cinico e baro.
    5) Diffondere la MENZOGNA tramite Tiggì, giornali, riviste, Talkshow e affini, magari convincendo a farti da testimonial qualche star del pallone o dello spettacolo.
    6) Mettere a TACERE ogni opposizione, ad esempio, strapagando i giornalisti buoni perchè facciano trasmissioni idiote, che ovviamente non affrontano mai temi delicati.

    In sintesi, se si guarda oltre al dito destra-sinistra, si può scorgere in lontananza una lucina, flebile flebile, è la fiaccola della democrazia.

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  36. Sul Movimento 5 stelle, concordo su quale sia la posizione pro sistema del burattinaio Casaleggio & associati, ma non chiuderei del tutto a TUTTI gli attivisti quella porta che è stata a lungo aperta, chessò, per Fassina.
    Infatti, la scelta falsa e ipocrita di non schierarsi ha già costretto i registi del Movimento a cambiare copione (per ottenere lo stesso effetto...) con la storiella del "Referendum popolare". Quindi credo che un qualche dibattito interno ci sia (forse. La speranza è l'ultima a morire...).

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    1. Sono perplesso quanto lei sul referendum M5S. Sapir ha spiegato, prendendo come esempio il caso greco, il perché della sua contrarietà all'utilizzo di questo strumento.

      Tuttavia credo che, parte delle conseguenze a cui Sapir si riferisce, lamentando, ad esempio, la speculazione che si verrebbe a creare durante la campagna elettorale, non cambierebbero nel momento in cui una forza politica, data come potenzialmente vittoriosa a delle ipotetiche imminenti elezioni, si dichiarasse apertamente a favore dell'uscita dall'euro.

      Quindi, per via referendaria o passando dalle elezioni politiche, la via democratica sembra essere comunque molto complicata. Ma allora come se ne esce?

      Da quello che ho capito io, la via auspicabile sembra essere quella della decisione improvvisa (e inaspettata) del governo. Ma in questo caso si tratterebbe di una decisione presa "al riparo dal processo elettorale", quindi in (apparente?) contraddizione con i principi democratici.

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    2. Il dibattito interno esiste anche nel PD, più palese di quello del M5S.
      Uno vale uno è una tremenda menzogna, ma cosi deve essere beninteso.
      Ma allora non puoi pretendere di darti la patente di democratico con la buffonata (inutile) del referendum.
      Spacciarsi per differenti e catturare consensi con falsità, perché in qualche misura questo succede, mi fa rabbia (ma sono cosciente che cosi si prendono i voti necessari, a fare cosa lo vedremo).
      Più vado avanti e meno ho speranza che sarà l'ultima a morire, ma tanto bene non è messa.

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    3. Roberto Speranza è vivo e vegeta nelle file piddine. Le ultime notizie lo danno in ottima salute.

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    4. @Wendell

      Ci fai o ci sei? Questo discorso è stato aperto e chiuso su questo blog anni or sono ed è compiutamente affrontato nel Tramonto dell'euro. Se vuoi posso anche dirti che:

      1x1=1
      1x2=2
      1x3=3
      1x4=4
      1x5=5
      1x6=6
      1x7=7
      1x8=8
      1x9=9
      1x10=10

      o, se preferisci, che

      1x1=1
      2x1=2

      ecc. Prova a continuare da te.

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    5. Non so se avete mai considerato l'applicazione delle leggi di conservazione ai grandi ideali.

      Un po', funziona.
      Ad esempio, libertà e uguaglianza sono spesso a somma nulla, dove c'è assoluta uguaglianza c'è poca libertà, come nei regimi comunisti, e viceversa, dove c'è assoluta libertà le disuguaglianze aumentano. Forse bisognerebbe scartarle entrambe come categorie concettuali e limitarsi alla fraternità (che, guarda'l caso, i massoni deformano in "fratellanza").

      Allo stesso modo vale una legge di conservazione per la globalizzazione, legge che si può scrivere così:
      CAPITALI*PERSONE*BENI&SERVIZI*CULTURA=K (costante) (Unità di misura è il liberalizzazziometro)
      E, sì.
      I capitali? Massima libertà di movimento
      Beni e servizi? Massima libertà pure a loro
      Le persone? Beh, ci si prova con le politiche migratorie stile PD, certo che le barriere culturali e lingustiche sono dure a morire. Quindi libertà massima, per quelli che sono i vincoli strutturali.

      Risolvendo l'equazione, scoprite qual'è la variabile che è stata più compressa per esaltare le altre.

      Purtroppo, è proprio quella che sta alla base de funzionamento della democrazia.
      Chi, al giorno d'oggi, dice: "la democrazia non funziona", tenuto conto che si fa di tutto per NON farla funzionare, beh, ha ragione.

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  37. Io non sono del tutto convinto che l'aumento di voti della Lega Nord sia da collegare all'euro, secondo me solo in minima parte. L'aumento dei voti della destra in generale, in tutta Europa, è riflesso della propaganda politica anti-immigrazione, in parte anche comprensibile, dato che si è fatto di tutto per destabilizzare il nord Africa e il medio oriente, con logica conseguenza di un'esplosione dei flussi migratori.
    Secondo me il dissenso "no euro" lo si vede più nell'aumento dell'astensionismo, e solo in minima parte nella Lega.
    In fondo la "ruspa" è un desiderio represso di molti italiani (in specialmodo nelle regioni "rosse")... la Lira non credo...
    Poi a voler vedere... la sovraesposizione mediatica è comunque sempre un elemento determinante, lo è stato anche per il M5stelle prima delle politiche... nel bene o nel male il M5stelle ha raggiunto il suo picco (non ripetibile) nel pieno dell'esplosione delle polemiche contra Grillo, sparite quelle si è sgonfiato il tutto.
    Se la Lega Nord fosse stata pro-euro avrebbe preso gli stessi voti (e comunque di fatti lo è nelle regioni che amministra... non ricordo una posizione netta di Maroni o Zaia in proposito... magari sbaglio).
    Per me è un errore associare la crescita della Lega Nord ad un consapevole sentimento no-euro... questo rimane più confinato nel non-voto... così come la non crescita della sinistra extra-parlamentare è più da associare alla sua non-visibilità sui media.

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  38. Condivido il tuo punto di vista.
    Io sono veneto e posso confermare che l'argomento più sbandierato dalla lega è proprio l'immigrazione con ruspe connesse, non ne posso più ...Zaia non ha mai parlato di euro. Credo che il mio punto di vista si sia capito dai commenti che lascio, e non trovando una rappresentanza politica non ho votato.

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  39. Sono basito: ieri Argyrios Argiris Panagopoulos ha insolentito Sergio Cesaratto al "sesto incontro di economia" dal titolo CHE SUCCEDE IN GRECIA?: "l'economia non conta, con tutti i gravi problemi che abbiamo, è stupido perdersi in seghe mentali su euro-si/euro-no. Alla gente non interessano 'ste storie, non capisce neppure certe sofisticherie. Noi di SYRIZA abbiamo avuto il 34% alle elezioni, dicendo che siamo orgogliosamente europei, portando avanti l'idea restare e cambiare questa Europa, quindi di riscrivere i trattati..."
    SYRIZA, MA ANDATE AF.....ULO,

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    1. Avevo avvertito Sergio di non mischiarsi coi collaborazionisti. Questo qui è quello che avevo asfaltato al TgCom24.

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    2. fascismo allo stato puro: di fronte a Sergio che con metodo scientifico descrive la parabola greca dal 2000 ad oggi, questo rovescia il tavolo e con una retorica da osteria offende non solo il suo interlocutore ma anche tutti gli astanti che sono lì per capire e non per assitere ad un numero da talk show. Se avessero voluto quello se ne sarebbero stati a casa davanti al televisore.

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  40. http://www.pandoratv.it/?p=3256
    se tutto ciò è vero fortuna vuole che l'€uro ci protegge dalle guerre , magari con € ci facciamo anche uno scudo anti raggi gamma ecc ecc

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  41. mmh, era un po' che non passavo di qua. Devo notare che il livello del blog si è notevolmente abbassato..

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    1. Ma no, Gasparuccio, sei tu che ti sei innalzato! Domani faccio un estratto conto dei tuoi commenti e lo pubblico, così avremo conferma ci questa ipotesi.

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    2. a dire il vero, a parte quelli come me che sono un ignorantone che ha imparucchiato qlcs, ci sono dei "followers" che postano commenti veramente eccezionali. Probabilmente o sono addetti ai lavori o hanno imparato molto in questi quattro anni

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  42. Continuo a pensare che abbiano scritto uno dei libri migliori che mi sia capitato di leggere - e non dico quale perché non gli faccio pubblicità gratis - ma Wu Minkià è da sbarellarsi dalle risate. Sono veramente di coccio (dalle parti mie Cocciò, o anche Fattumà - fatto male - che guarda caso rima con Wu Minkià)

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  43. Certo che questi giovani imprenditori sono strani; arriva Salvini a S. Margherita Ligure, che ha capito che l' euro li sta massacrando e massacra l' Italia, cerca di farlo capire a loro e lo contestano ferocemente. Poi arriva Federica Guidi che fa parte di quelli che li stanno massacrando, anzi è una delle punte della squadra insieme all' augusto genitore e contestano pure lei. Mi sa che questi giovani imprenditori hanno una enorme confusione nelle loro teste; decidano finalmente da che parte stare. Ma forse sono io che che non li capisco.

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  44. @ALBERTO49
    ti assicuro che in confindustria (e in questa area) ripetono all'inverosimile che l'euro è un dono, che se uscissimo saremmo tutti poveri rispetto al 30%.
    Ma te lo ripetono mille volte, lo scrivono sulla nana24ore ogni 2 secondi.

    Gli chiedi perché il PIL non sia calato del 20% visto la svalutazione attuale sul dollaro.. e ti sorridono.

    e per quanto riguarda poi il linguaggio, il linguaggio è sempre il solito.. ovvero che ci saranno opportunità bisogna coglierle etc etc etc. che siamo nella globalizzazione e quindi uscire dall'euro sarebbe un dramma.

    Ora, considerando una mente non investigatrice, non amante del controfattuale.
    Cosa succede se il nano24ore ti scrive un giorno sì e l'altro pure che l'euro è cosa buona e che senza salterebbe tutto in aria?
    E cosa succede a queste persone se l'unico a parlare seriamente (vero!) sia Salvini?

    Associano 1+1 e quindi l'euro è ancora più forte.

    Chi ha architettato questo è un genio

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    1. @valsandra
      In merito alla (mancanza di) logica degli euristi ricordo di essere intervenuto sul blog con questa testimonianza di due anni fa :
      ...Di recente il Resp. Estero di una banca, rivolgendosi ad una platea di imprenditori, si è dapprima augurato una correzione del cambio eccessivamente elevato dell'euro vs. le altre monete, per immediatamente dopo affermare che l'uscita dell'Italia dall'euro e la risultante svalutazione sarebbero inutili perchè nell'odierna economia globalizzata con gli intrecci delle supply chains si perderebbe da una parte ciò che si guadagna dall'altra...
      Conferma esattamente il doublethink che hai denunciato.

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  45. Giavazzi sul FT di oggi: Come proporre la giusta soluzione continuando a mentire.
    (Per inciso ho letto l’articolo perché segnalato da una conoscente vietnamita targata LBS che notava come fosse bizzarro e ironico il fatto che l’autore dell’articolo fosse italiano)

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    1. Sai, in Vietnam, per i noti motivi, hanno una certa sensibilità verso l'interesse nazionale, che a Giavazzi sembra certo démodé...

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  46. Caro Alberto, ieri ero a Roma alla presentazione del libro "Non chiamatelo euro". Ero li a destra dell'emiciclo a sghignazzare con il mio socio alle cazzate che hanno detto Brunetta, Pomicino e Orlando. Vorrei, se possibile, un tuo commento sulla posizione di Fassina, che ormai ripete quello che su questo blog e nei tuoi libri viene detto da tempo. Avrei tanto voluto chiedergli se parlava a titolo personale e veniva a rappresentare una parte del suo partito. Infine la Meloni mi è sembrata molto lucida e coerente, ahimè siamo arrivati a vedere una ex missina che porta avanti le battaglie della sinistra... potrei anche votarla

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  47. @giancarlo bergamini
    la confusione...
    so che alcuni imprenditori sono avversi a Confindustria ma non fanno gruppo.
    Per i giovani imprenditori, gli hanno creato uno sfondo in cui vanno di mode queste porcherie idiologiche.

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