mercoledì 10 giugno 2015

Lo conoscevate? Io no.

59 commenti:

  1. No. Ma è piuttosto ovvia, tranne, appunto, per chi della penetrante richiesta fa ideale.

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  2. E' necessario un nuovo processo di Norimberga, la banalità del male è di nuovo tra noi.

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  3. Di onesta' e capacita' (oltre che di amor di patria) se ne discusse molto nei commenti di:

    http://goofynomics.blogspot.it/2014/12/abbiamo-bisogno-di-patrioti-non-di-vermi.html

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  4. Rimbalzata al volo ad un paio di miei conoscenti ortotteri!

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  5. chi? Benedetto Croce? oppure Paolo Becchi?

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  6. Ma chi, Croce? Il prototipo dell'intellettuale di regime, dai Savoia alla Repubblica passando per Mussolini?
    No!

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    1. Croce intellettuale di regGgime (?!) ma anche quello che aveva ben capito che il libBberismo di Einaudi (santo subito, per i piddini...) è una cagata pazzesca! (cit.).

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    2. Passando per Mussolini perché? Mi risulta che Croce scrisse il manifesto degli intellettuali antifascisti. Ora, non che il filosofo abruzzese sia esattamente il mio idolo di gioventù, ma insomma, trattarlo come un signor nessuno solo perché è più difficile da seguire che un comunicato politico del sommo vate genovese mi fa rabbrividire.
      E addirittura leggo in qualche blog qua richiamato da qualcuno che il pensiero di Croce sarebbe ininfluente, quando ha impregnato, nel bene e nel male, per decenni, tutta la cultura italiana. Almeno fin quando ci è stato permesso di averne una.

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  7. - Ciao sono Paolo...
    (ciao Paolo!)
    - Ho un problema con qualcosa...
    (devi essere un po' più specifico Paolo, il primo passo è importante!)
    - È proprio quello il punto... C'era, c'è, un grande bisogno di qualcosa...
    (vero, vero)
    - ...così cercai di fare qualcosa
    (n'importe quoi???)
    -...proprio così... C'erano tutti questi ragazzi, e Grillo sembrava una garanzia, in più mi ascoltavano...
    (quando dicevi esattamente quello che diceva Grillo!)
    - è vero ma... me ne accorsi solo dopo che dissi la prima cosa non allineata!
    (perché sei rimasto anche dopo allora?)
    - credevo di poter influenzare il movimento... Tutti avevamo bisogno di fare qualcosa... Almeno di provare... Ormai non potevo farne a meno...
    (sei fra amici, tranquillo!)
    - Così abbiamo fatto qualcosa, anche se cercavo di fare distinguo e illuminare i ragazzi, ma l'unica cosa fatta... È stata una cagata pazzesca!!!
    (applausi)
    (Paolino sei forte!)
    (basta qualcosismo!)
    (U-no di noi! Paolino uno di noi! Uno di nooooo-iiii, paolino uno di noooooii...)
    (...Paolino chi?)

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    1. Hahahahahahahahahahahahahahahahaha è mezz'ora che rido da solo in macchina mi prenderanno per pazzo.

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  8. questo fuma roba buona, me lo fate conoscere?

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  9. Neppure io...chissà gli ortotteri come se 'ncazzano...

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  10. Bello, ha riaperto la stagione di pesca con la dinamite!

    Se posso osare: perché non riprende la commendevolissima abitudine di provocare il KPO? Daje che se divertimo...

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    1. Come vede Sire, seppur nel mio piccolo, sto imparando anch'io la nobile arte della pesca di frodo...

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    2. "Appensus es in statera, et inventus es minus habens" (Dan 5,27)

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    3. So' commosso aò! Mancante ar peso nun me l'aveva detto MAI nisciuno, manco quanno ero un pupo.

      E' proprio vero, te impegni, studi, fatichi, ruzzi, cazzeggi… ma poi le soddisfazZzioni arivèno! Tze tze...

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    4. Vabbè, ma se litigate voi due non mi diverto! Siete in conflitto di interessi...

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    5. Ma non si litiga! Siamo solo diversamente cazzeggianti… e ammazziamo il tempo che ci separa dalla prossima visita pastorale...

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  11. Qualcuno ha già citato il piccolo post di risposta di Luigi Castaldi, un appassionato catalogatore delle macerie del cosiddetto pensiero crociano
    http://malvinodue.blogspot.it/2015/06/e-questo-sarebbe-il-grande-pensatore.html

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  12. Croce, ibidem:

    "L’ideale che canta nell’anima di tutti gli imbecilli e prende forma nelle non cantate prose delle loro invettive e declamazioni e utopie, è quello di una sorta di areopago, composto di onest’uomini, ai quali dovrebbero affidarsi gli affari del proprio paese. Entrerebbero in quel consesso chimici, fisici, poeti, matematici, medici, padri di famiglia, e via dicendo...".

    Non ci sono, a torto, gli economisti.

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  13. E' già iniziato il linciaggio sul blogghe? (non questo, quell'altro... al quale non voglio regalare neanche un click)

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  14. Un mio amico sostiene che molti degli appartenenti alle forze dell’ordine sono potenziali banditi che hanno scelto di operare dalla parte della legalità (il che richiama anche il detto: per prendere un ladro occorre un ladro). Di fatto (conosco personalmente qualcuno di loro) svolgono un lavoro sociale ingrato e sottopagato che merita rispetto, fatta eccezione per certe teste calde che eccedono e che andrebbero sempre sanzionate con fermezza. Qualsiasi circostanza ed occasione mostrano lati propizi per poter affermare la necessità di “largheggiare” per ottenere il solo scopo preposto, la domanda è se questo atteggiamento, divenuto endemico e scontato, non invada il campo di altre competenze, creando alla lunga più tensioni di quelle che dice d’aver risolto senza troppa ortodossia. Anche la via del Buddha (e non soltanto quella) richiede di non attaccarsi ai precetti religiosi, e tuttavia di metterli in pratica con fermezza ed equilibrio. Verrebbe da dire che la penetrante richiesta non solo d’onestà (la quale è un’attitudine, piuttosto che un fenomeno fissato e definito con la squadra e il metro), ma anche di altre qualità, canti nell’anima di chi ce l’abbia ancora, un’anima, e fosse pure imbecille.
    In ultima analisi, l’affermazione di Croce non regge nemmeno il senso del noto “à la guerre comme à la guerre”.

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  15. E dell'onestà intellettuale cosa ha scritto Croce? Perché a me sembra che sia uno dei fondamenti della nostra battaglia politica contro l'euro. Chissà se è più da imbecilli pretenderla dagli altri o da se stessi.

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  16. http://m.huffpost.com/it/entry/7545336

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  17. In Austria raccoglieranno le firme per presentare la proposta di uscita dell'Austria da euro ed Europa (http://www.miglioverde.eu/berardi-basta-europa-austria-raccolgono-firme-referendum-uscita-ue-euro/). Da noi non si accenna nemmeno a mettere in discussione quel talismano che è l'euro... "siam pronti alla morte l'Europa chiamò...sììì". Potremo pure rimodulare il nostro inno.

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  18. Scusate se vado fuori tema, ma non ho mai visto tanto marcio tutto insieme:
    http://www.huffingtonpost.it/2015/06/09/cacciari-casson-migranti-elezioni-_n_7542852.html?utm_hp_ref=italy

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    1. Sei assolutamente in tema. Mi dispiace per i nostri amici a 6 zampe che non lo capiscono. Ci vuole pazienza, perché loro sono onesti...

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    2. Pietro Piccin 10 giugno 2015 15:13

      C'è marcio e marcio. Quello da lei segnalatoci è un fior di mausoleo abbellito da tonnellate di calce viva… ma la spussa c'è e non si può nascondere...

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    3. 6 zampe.... come il cane nell'avatar dell'amico "eni" (a proposito, che fine ha fatto? Non lo starà "censurando"?)

      La spiegazione, come sempre, era lì, davanti agli occhi....

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    4. Venezia? Quella meraviglia unica che solo gli Italiani possono far usufruire gratis ai turisti? Fosse in Francia o nel New Jersey, pagheresti un bel biglietto solo per entrare. Alle anime belle della cultura gratis al popolo, per voi c'e' gardaland, che costa un botto ma la riempite sempre...

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  19. Secondo me il rischio inganno e' dietro l'angolo. Quella citazione di Croce puo' voler dire una cosa ben precisa, ma anche il suo esatto opposto: esistono, nel linguaggio, vari livelli di "onesta'", come ne esisterebbero vari in quelli di "verita'" o "falsita'" del paradosso di Epimenide, il cretese, secondo il quale "i cretesi sono bugiardi". In pratica Croce ha ragione da vendere, ma pure torto marcio. Non so se anch'egli intendesse giocare con la logica, non credo, ma qualche dubbio mi viene su quel "malandrino" del prof. Bagnai

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    1. Che poi penso sia più o meno il senso della replica che Bobbio fece tempo dopo proprio a Croce su quel punto esatto ( e che non conoscevo e ho scoperto sollecitato dalla curiosità che l'evidente interpretabilità della citazione poneva, almeno a me. Questo blog spinge al dubbio e instilla vivo interesse: si apprende di continuo e di questo continuum solo la metà si può dire di economia strettamente intesa. Chiudo parentesi altrimenti poi qualcuno potrebbe affermare che dovrei parlare come mangio: e' evidente che si tratta di un problema di preferenze alimentari a questo punto).

      Dicevo, Bobbio appunto: “L’argomento è scorretto perché non tiene conto della differenza tra l’onestà come virtù morale che vale per ogni uomo in generale, e dalla quale si può effettivamente prescindere nel giudizio sul ‘buon’ medico o sul ‘buon’ politico; e l’onestà specifica di ogni arte o professione o mestiere, che riguarda la buona condotta di una persona nell’esercizio di questa sua arte o professione o mestiere, e rispetto alla quale è perfettamente legittimo e utile distinguere un medico o un politico onesti da un medico o un politico disonesti [ovvero quando] l’azione non è rivolta al vantaggio del corso sociale (allo stesso modo di quella del medico che deve essere rivolta alla salute del corpo fisico) ma a vantaggio proprio o del proprio gruppo”.

      PS Tutta questa manfrina per dire qualcosa che si poteva serenamente dire in due parole: la difficoltà tipica ortottera, anche se non sono i soli, nel voler negare ostinatamente l'esistenza della complessità, soprattutto nelle cosiddette categorie morali: IL bene- IL male, IL vero- IL falso, L'onestà - LA disonestà ecc. e che risponde tipicamente al carattere manicheo della personalità paranoide, ovvero i dottor Livore.

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    2. Questi fini ragionatori! Mi riferisco a Bobbio. Ha mancato completamente il punto della dichiarazione di Croce, che non esprime in modo specifico un giudizio di valore sull'onestà in politica. Al contrario, afferma che individua con certezza (dice: tutti) il cretino il fatto di fare dell'onestà, in qualsivoglia accezione, una "penetrante richiesta", ovvero il non vedere altro nel giudizio politico. Esattamente "l'ideale che canta nell'anima" dell'ortottero, nell'evidenza attuale del tornasole crociano.

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    3. Complessità, complessità... però anche 'sta complessità mi sembra una banalità, il mondo è sempre stato complesso. Con la complessità (es.: "questa volta è diverso, oggi c'è la Ciiiiiiiiina") ce l'hanno messo in quel posto là...
      Dovresti sapere che alla base della logica occidentale moderna c'è un certo rasoio ("la semplicità è da preferirsi alla complessità") che, se ben usato, funziona ancora benissimo. Infatti i discorsi di Borghi e Bagnai non sono complessi, ma logicamente ineccepibili.

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    4. Il dilemma di Bobbio

      Può essere utile prendere le mosse da Bobbio: “Hegel non è un reazionario ma non è neppure, quando scrive la Filosofia del diritto, un liberale: è puramente e semplicemente un conservatore, in quanto pregia più lo Stato che l’individuo, più l’autorità che la libertà, più l’onnipotenza della legge che l’irresistibilità dei diritti soggettivi, più la coesione del tutto che l’indipendenza delle parti, più l’obbedienza che la resistenza, più il vertice della piramide (il monarca) che la base (il popolo)”.
      Bobbio ha il merito di raccogliere qui, in modo sintetico e chiaro, le obiezioni che a Hegel vengono rivolte dal punto di vista del moderno liberalismo; ed è da notare che molto spesso questo quadro concettuale non viene messo in discussione neppure dagli interpreti impegnati a dimostrare il liberalismo del filosofo. Si procede in genere contrapponendo citazione a citazione, e nella foga della guerra delle citazioni si perde di vista l’essenziale: a Hegel vengono rivolte domande che, per la loro genericità e astrattezza formale, dal filosofo sono state già considerate mal formulate e fuorvianti. Fra tutti esemplare è il dilemma che campeggia nella dimostrazione che Bobbio fa del “conservatorismo” di Hegel: autorità o libertà? Ma il filosofo che si vorrebbe costringere a fornire una chiara risposta a questa rude alternativa ha già distinto tra libertà formale e libertà reale (come vedremo diffusamente in un successivo paragrafo), ha già chiarito che il termine “libertà” può anche essere un orpello ideologico per abbellire o coprire “interessi privati”, per di più miopi e retrivi. Ovviamente l’impostazione di Hegel può essere considerata inaccettabile, ma non può essere tranquillamente ignorata per ostinarsi a rivolgere al filosofo una domanda da lui considerata mal posta.

      D.Losurdo
      Hegel e la libertà dei moderni
      La scuola di Pitagora editrice
      Napoli 2012, pp. 175-176.

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    5. Enrico Pesce, Lei dice una cosa che condivido pienamente: l'ingenua penetrante pretesa d'onesta' in un'accezione eccessivamente semplificata. Però se legge il passo di Croce per intero è chiaro che non specifica e il dubbio può venire se non intendesse ritenere del tutto inutile l'onestà in genere nella valutazione del buon operato di un politico. Da qui l'obiezione di Bobbio, che è legittima. Probabilmente, se questi non l'avesse posta quando già Croce era passato a miglior vita, la questione tra i due credo sarebbe serenamente e felicemente finita dietro ad un tavolo all'osteria. Sono un inguaribile romantico. LucaF, attenzione però. Sulla complessità bisogna intendersi. Per quello parlavo del paradosso del cretese: se tutti i cretini pretendono l'onestà significherebbe che Croce o, per sua stessa ammissione, e' onesto e cretino, e ciò appare insensato poiché in quanto cretino è implicito che egli erri quindi quanto da lui affermato sarebbe falso, o che Croce è un disonesto e quindi un falsificatore e anche questa soluzione pare insensata perché vorrebbe dire che Croce non dice il vero. Infatti fu proprio Ockham che risolse il paradosso parlando di metalinguaggio, ovvero riconoscendo vari livelli di significato di vero, falso o l'onestà del nostro caso. In questo senso parlo della complessità che se non considerata rischia di portarci a vedere ad esempio il termine onestà stesso in maniera troppo semplificata e quindi errata, se non addirittura paradossale, rispetto alle reali intenzioni degli autori che le formulano. Una esempio di corretta applicazione del famoso rasoio, secondo cui si dovrebbe considerare la pluralita' solo se necessario, diversamente, puo' essere a mio modo di vedere proprio quella offerta da Enrico Pesce: cos'avra' inteso dire Croce con onesta'? La risposta piu' semplice, poiche' di buonsenso, e' quella per cui con ogni probabilita' Croce avesse chiara in mente la distinzione tra i vari livelli e ne intendesse uno ben preciso. Un esempio di fraintendimento per esagerata semplificazione di cui parlavo in precedenza , invece, lo ritroviamo proprio in certi commenti irritati di alcuni ai post di Bagnai: egli sicuramente utilizza uno stile leggero, semplice e diretto, ma il contenuto e il livello valoriale è complesso molto più di quello che si possa immaginare o almeno io lo vedo così. Da qui, se non si considerano i vari livelli di interpretazione, uno strale di Bagnai può apparire, ad un'osservazione semplicistica, un mero insulto o lo sfogo di un maleducato quando invece sarebbe al contrario l'espressione di un comportamento finemente consapevole e voluto ( o comunque dai forti connotati ironici che poi e' lo stesso) . E aggiungo con evidenti effetti di riuscita. Nel senso in cui intende invece Lei il termine complessità, senz'altro siamo d'accordo: Franco Battiato ha raccontato che una volta facendo visita ad un vescovo non mancò di chiedergli come mai nonostante costui medesimo avesse ammesso privatamente che nei Vangeli si parla di reincarnazione in un senso simile a ciò che intendono alcune filosofie orientali con quel termine, la Chiesa o egli medesimo non lo affermasse liberamente anche in pubblico. Il vescovo rispose, dopo un attimo di pausa imbarazzata: "E' una questione complessa". E si congedarono.

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  20. A chi si adatta meglio la seguente affermazione:

    "..ha una partecipazione e un'aggressività che ricorda quel buon odio di classe di una volta"

    A lui o a loro?

    Per questa non ve lo chiedo neanche, è troppo facile:

    "..l'unica possibilità di vincere è accumulare altre sconfitte"

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    1. Due facce della stessa medaglia, incluso Piperno. Andasse a studiarsi seriamente le regole del combattere, e le applicasse senza fare il teorico da scrivania, saprebbe che l'odio è deleterio anche sul campo di battaglia fisico: fa perdere lucidità, capacità d'analisi e d'azione efficace, e crea i presupposti per disastri (sempre che per lui, l'odio non sia un mero espediente per aizzare le folle e mandarle innanzi, proprio come fanno gli oppressori). Questa gente ha offerto più favori al capitale che ostacoli, accrescendo reciprocamente la corrispettiva identità.

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  21. Io la citazione la conoscevo già bene. Tanto bene da sapere che per capirla occorre inserirla nel contesto della filosofia crociana che, tra l'altro, sistema la politica nella categoria amorale (non immorale, come sanno anche i miei studentelli) dell'economico o vitale e la categoria della morale un gradino più su. La morale non saprebbe come esercitarsi se l'economico non le prestasse la materia da plasmare. Di qui la celebre formula della storia etico-politica. nella quale la morale subordina e utilizza l'efficacia dell'atto politico per realizzarsi ( per essere) e non starsene lassù tra le anime belle di hegeliana memoria (che si fermano al dovr essere). Consiglio caldamente la lettura del testo di Croce "La storiografia meramente politica e il pessimismo morale" http://ojs.uniroma1.it/index.php/quadernidellacritica/article/view/2046/2043

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  22. Cos'abbia davvero detto Benedetto Croce non lo so, ma ho trovato in rete questa versione che mi suona meglio:

    "LA PETULANTE RICHIESTA DI ONESTA' NELLA VITA POLITICA E' L'IDEALE CHE CANTA NELL'ANIMA DI TUTTI GLI IMBECILLI"

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  23. Che la citazione crociana in questione intenda criticare il moralismo di chi si ostina a non riconoscere il piano economico-politico degli interessi e dei rapporti di forza e non sia un invito alla disonestà, è dimostrato dal fatto che nella stessa raccolta di saggi dalla quale è tratta leggiamo il fondamentale testo “Machiavelli e Vico - La Politica e l’Etica –“. In esso Croce, dopo avere celebrato in Machiavelli colui che ha scoperto “la necessità e l’autonomia della politica, della politica che è di là, o piuttosto di qua, dal bene e dal male morale, che ha le sue leggi a cui è vano ribellarsi, che non si può cacciare dal mondo con l’acqua benedetta”, sostiene che il vero continuatore del filosofo fiorentino è stato Vico. “Pel Vico, la forza, l’energia creatrice degli stati diventa un momento dello spirito umano e della vita della società, un eterno momento il momento del certo, al quale segue in eterno, per il dialettico svolgimento , il momento del vero, della ragione tutta spiegata, della GIUSTIZIA E DELLA MORALE, OSSIA DELL’ETICITA’”. Il Centauro machiavelliano mezzo uomo e mezzo bestia è ormai superato:”Quella che sembrava la parte belluina dell’uomo si discopre anch’essa parte umana, la prima forma della volontà e dell’azione, premessa di ogni altra”.
    Scrive a proposito Michele Maggi : “La distinzione è ancora una volta la via per ristabilire l’unità spirituale: dove, non l’etica è una funzione della politica, come diventa quando si vuole sottometterla all’interesse statale (dello Stato esistente o di quello atteso per il futuro) ritenuto superiore, ma la politica è una funzione dell’etica, che esercita sulla prima, e in lega con essa, l’egemonia delle forze spirituali sulle forze vitali”. (http://www.treccani.it/enciclopedia/benedetto-croce_%28Il_Contributo_italiano_alla_storia_del_Pensiero:_Filosofia%29/)

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  24. Cosa va cercando questa gente? I politici della II Repubblica sono gli onesti che hanno scalzato i corrotti ladri mafiosi della prima, non è questo il racconto dagli anni '90 in poi? Non ci verranno mica a dire che quelli della futura III Repubblica saranno più onesti degli attuali? Anche l'onestà ha un limite, non potrà sempre salire!

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  25. OT (forse).
    Un pensiero paradossale che voglio condividere.
    Siamo in una situazione in cui "come voi ben sapeto" lo stato restituisce alla economia una quota inferiore rispetto a quanto incassa dalle tasse (ho "scoperto" che lo chiamano avanzo primario) una parte di quanto incassa viene infatti utilizzata per ripianare il debito pubblico, il che fatto in una fase di crisi di domanda come quella attuale non fa altro che generare un circolo vizioso tra calo della spesa pubblica, calo del PIL e aumento del rapporto debito/PIL ecc. ecc. ma queste cose qui le sapete meglio di me.
    E qui veniamo al paradosso.
    Se io dico che, in questo specifico momento e questa data situazione, le somme sottratte al fisco e ri-immesse nel circuito economico con la spesa (parlo quindi del piccolo evasore il quale ciò che evade lo usa per mantenere il suo tenore di vita ad un livello accettabile non per tesaurizzare) se io dico che queste somme sottratte al fisco e spese integralmente, contribuendo alla crescita del PIL, in una certa misura sono più "efficienti" nel far calare il rapporto debito/PIL di quanto lo sarebbero se versate integralmente all'erario (e quindi usate in parte per tagliare il debito), se io dico questo dico una cosa vera, vera in parte o una boiata pazzesca?

    P.s.
    La domanda è vera, non retorica. Da uno che sa di non sapere e che non ha mai evaso (finora).

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  26. Per tornare a Croce, penso che lui intendesse dire che esistono più "etiche": c'è l'etica della politica, che deve necessariamente essere seguita da chi vuole esercitare il potere pubblico secondo la finalità di esso (l'utile dei sudditi) e c'è l'etica dei singoli, che risponde a finalità individuali anche se queste sono sentite come rispondenti a bisogni universali di tutti gli individui.

    L'imbecille è colui che confonde i piani, convinto che la politica debba seguire le leggi della morale individuale e non di quella del potere (il cui principio apicale non è l'uso del potere per realizzare i cazzi propri, ma l'interesse della comunità governata).

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  27. Ah, l'onesta è l'anima degli imbecilli? Andeto a dire ad Antonio Maria Rinaldi, che chiama merde quei disonesti che "se so' magnati tutto" (virgolette non a caso) a Roma. L'euro è condizione necessaria e non sufficiente, lo sappiamo e l'abbiamo capito. Ma siete sicuri che sbeffeggiare Travaglio e i grillini, rei di non aver capito l'euro (come se Salvini poi l'avesse capito...), sia così diverso da chi sbeffeggia i no-euro? Siamo sicuri che la corruzione non generi gli stessi morti dell'euro?

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    1. Travaglio e altri non sono "rei di non aver capito", ma di non voler capire. E chi non vuol capire, se è in grado di farlo, è solitamente mosso da corposi interessi che ostacolano la sua volontà di capire (tertium non datur).

      Riguardo alla corruzione e, perchè no?, alla "casta", effettivamente si tratta di fenomeni assenti all'epoca in cui l'Italia era una delle prime potenze industriali e i figli dei salariati, come mai prima accaduto, potevano finalmente fare (e molti lo fecero) il "salto di classe" grazie alle migliori condizioni economiche e di vita raggiunte dai padri in quegli anni.

      E' arci-noto che, a quell'epoca, eravamo governati da personaggi illuminati oriundi di altre galassie, completamente insensibili alle lusinghe terrene (anzi terrestri).

      O no?

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    2. I personaggi come Travaglio, sempre pronti ad enfatizzare le nefandezze del nostro Paese, sono più o meno consapevolmente molto utili a Bruxelles. Non parliamo poi del M5S. Se la UE ci si fosse messa d’impegno non sarebbe riuscita a far nascere un movimento che tace sull’euro, catalizza il 25% dell’elettorato attorno alle 3C (Casta, Cricca e Corruzione) ed impedisce di fatto una alternativa di governo rifiutando alleanze.
      Questi danni non possono essere compensati dal taglio dello stipendio parlamentare (una sorta di 80 euro ante litteram, nel senso di infinocchiamento degli italiani), dalla onestà declamata (quanto durerà?), dalla verginità inviolata perché fuori dal Palazzo (così sono bravi tutti).
      Di onesti impreparati ed ingenui come questi ne ha bisogno solo chi vuole che le cose non cambino. Quindi l’onestà non è l’attributo principale di un politico e male si fa ad enfatizzarla.
      Il M5S non contrasta l’euro per il semplice motivo che ne è il figlio legittimo, insieme a Syriza e Podemos. Una nidiata infausta si direbbe, ma tale padre... tale figlio. All’interno del M5S sanno che se il Paese si riprendesse economicamente, M5S si sgonfierebbe come un palloncino bucato. Per la loro sopravvivenza, per “la loro poltrona”, svendono il Paese.
      La morale è: mai fidarsi di chi si dice onesto.

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    3. Spettacolare l'incapacità del cortese amico di individuare e discernere un meccanismo comunicativo (acoruzzzzione) da una istituzione monetaria...

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  28. Direi che forse, qui dove l'onesta' intellettuale è di moda, sarebbe il caso di rifuggire quella tendenza al manicheismo che caratterizza il finto dibattito nazionale. Siamo tutti d'accordo che il problema principale dell'Italia sia macroeconomico e non centri nulla con la corruzione, l'evasione, il malaffare ecc. ma non si può negare che anche quelli siano problemi (e gravi!) che affliggono la nostra società. Io vivo a Roma che, ammetto, non è mai stata un paradiso, ma da qualche anno a questa parte è diventata una città degradata e sporca come mai s'era vista. Colpa senz'altro dei tagli alle risorse ma forse anche del modo in cui le risorse vengono stornate nelle tasche di chi entra a far parte del sistema. In questo modo la corruzione da una parte succhia risorse, dall'altra ha buon gioco a intercettare il malcontento vestendo il ruolo del principale responsabile della carenza di risorse. Insomma, se continuiamo a metterci in contrapposizione con i giustizialisti rischiamo di offrire materia alla loro retorica. Non dimentichiamo che ci hanno convinto a cedere sovranità all'Europa nel post-tangentopoli insinuandoci che solo la virtuosa europa ci avrebbe salvato da noi stessi. Questo è il frame in cui ci hanno intrappolati e purtroppo molti sono ancora intrappolati. Si trova, senza alcuna difficoltà gente che ad oggi ancora ti dice: ma che sei matto? Usciamo dal l'euro così ricominciano a mangiare indisturbati come prima? Gente che il pareggio di bilancio è indispensabile sennò la corruzione ci si mangia ecc. senz'altro la corruzione è un problema, in questo momento, secondario; ma non farei come se non fosse un problema perché, per i giustizialisti questa è una parolaccia e in genere usare le parolacce fa si che ciò che diciamo, la sostanza di ciò che diciamo non venga presa sul serio. Poi c'è da dire che Croce aveva ragione a dire che l'onesta' da sola non serve a nulla e io aggiungerei, tirateci fuori da sto casino poi se vi fregate qualche miglioncino qua e la chiuderemo un occhio. Ma meglio non dirlo ad alta voce

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  29. A PROPOSITO DI CITAZIONI
    A quanto pare bisogna inserire un altro santino tra i "Padri nobili" dell'Europa: il kaiser Guglielmo II.
    "In 1940, Wilhelm wrote his sister, Landgravine Margarethe, “The hand of God is creating a new world & working miracles…. We are becoming the U.S. of Europe under German leadership, a united European Continent.” cit Jonathan Petropoulos, "Royals and the Reich, Princes von Hessen in Nazi Germany", 2006, pag. 170.

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  30. Altra cosa, questa più significativa. Segnalo un esempio lampante del modo in cui viene usato l'argomento della corruzione da parte del "partito degli onesti" (è lo stesso modo in cui lo usano tutti gli altri, Repubblichini in testa): in questa interrogazione da parte di alcuni europarlamentari del M5S alla Commissione europea datata 8 settembre 2014 si chiede alla Commissione se non voglia intervenire direttamente per "arginare" il fenomeno della corruzzzzzione italiana, visto che noi italiani siamo il popolo più cattivo e corrotto del mondo e non siamo in grado di porre rimedio al problema: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+WQ+E-2014-006633+0+DOC+XML+V0//IT&language=it. Capito, che patrioti?

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  31. Per vostra comodità trascrivo qui il testo dell'interrogazione:
    8 Settembre 2014
    Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione
    Articolo 130 del regolamento
    Firmatari: Marco Valli, Marco Affronte, Laura Agea, Daniela Aiuto, Ignazio Corrao, Rosa D’Amato, Laura Ferrara, Giulia Moi, Piernicola Pedicini.

    Oggetto: corruzione in Italia
    Il 3 febbraio 2014 la Commissione ha pubblicato la sua prima relazione in materia di corruzione. All'interno del capitolo riguardante l'Italia è riportato l'impatto nazionale stimato di tale fenomeno che, secondo la Corte dei conti italiana, equivale a 60 miliardi di euro l'anno, ossia a circa la metà dell'ammontare complessivo della corruzione dell'intera Unione.
    L'8 luglio scorso, l'ECOFIN ha approvato le raccomandazioni specifiche per l'Italia nel contesto del semestre europeo, le quali prevedono il potenziamento dell'Autorità anticorruzione nazionale.
    Negli ultimi decenni, l'Italia si è vista protagonista di considerevoli episodi di corruzione legati alla politica: dallo scandalo «tangentopoli» sui finanziamenti illeciti ai partiti a quelli più recenti riguardanti gli appalti EXPO 2015, il progetto MOSE e la ricostruzione dell'Aquila. In aggiunta, sono state riscontrate irregolarità nel contesto della formazione professionale sovvenzionata da fondi europei, nel settore bancario e nell'ambito dei consigli regionali.
    La corruzione risulta pertanto un fenomeno oltremodo diffuso a tutti i livelli istituzionali, rivelandosi una piaga che affligge direttamente i contribuenti e che incentiva la perdita di fiducia nella politica.
    VISTA LA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE PANITALIANA E L'INADEGUATEZZA DI UN SISTEMA DI AUTO-VIGILANZA NAZIONALE, PUÒ LA COMMISSIONE INDICARE SE INTENDE PREVEDERE MISURE CONCRETE IN AGGIUNTA ALLE RACCOMANDAZIONI SUMMENZIONATE AL FINE DI ARGINARE IL FENOMENO?

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