sabato 19 luglio 2014

Fiumisheeno

I controlli non sono più quelli di una volta: non mi hanno nemmeno chiesto di estrarre il flauto dal bagaglio a mano! Normalmente il canneggio li inquieta. In effetti, con un adeguato corredo di frecce e una boccettina di curaro, anche il flauto potrebbe diventare un'arma...

Vedere un basso di viola passare sotto lo scanner non ha prezzo...

Mentre aspettiamo Luca, un addetto alla sicurezza si avvicina: "Professore, non si arrenda! Io non mi arrendo, non si arrenda nemmeno lei...". Mi stava quasi scendendo la lacrimuccia. Interviene il neoborbonico: "Tranquillo, lo sosteniamo noi!".

Stamo freschi!

A proposito: avete visto quanto ci vuole bene l'Europa? E io pago...







26 commenti:

  1. E' vero, i controlli doganali non sono più quelli d'una volta (da anni non metto il bollo annuale nel passaporto andando oltreoceano), però, in compenso, bilanciano i francesi al ritorno

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  2. Finora non lo ha fatto nessuno, almeno tra quelli che gridano costantemente agli sprechi del nostro Stato ladro...
    Per cui sarò il primo ad indignarmi per lo spreco dei fondi europei con costose campagne pubblicitarie che ci spiegano, tra le tante cose, che senza l'europa non avremmo avuto la concorrenza telefonica e che le tariffe telefoniche sarebbero state le più alte del mondo, con siti web, con pagine di giornale, con cartelloni e spazi allestiti...
    Tanto per rendere l'idea a chi non avesse visto lo sforzo propagandistico
    http://www.europa.rai.it/videos/

    QUANTO CI COSTA TUTTO QUESTO?
    (ovviamente noi sappiamo che è un costo irrisorio come quelli di chi parla abitualmente di sprechi, se paragonato al problema vero cioè quello macroeconomico. Ma stranamente l'indignazione non parte se lo spot è pagato per plagiare le masse)

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    1. Ma soprattutto: in conclusione due etti di Europa dov'è che posso andarli a comprare?
      Potrebbero pure degnarsi di dirlo!

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    2. Senza l'Europa non porteremmo il cellulare in tasca.

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    3. Non ti preoccupare, te la recapitano a domicilio, volente o no. Il prezzo? Comunque alto.

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    4. Della serie lo spot più ignobile ed infingardo è quello che contrabbanda il TTIP come un dolce e bellissimo gesto d'amore che mamma europa sta elargendo (trattando con gli americani cattivi catttivi, rigorosamente a nostra insaputa essendo noi figlioli un pochino tontarellli) per renderci felici di essere invasi dai prodotti delle multinazionali americane.
      Io ho sempre pagato il canone della rai. Dopo questi spot ho deciso di smettere.

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    5. OT ma non tanto: a proposito di TTIP
      Il simpatico accordo internazionale tra europa e multinazionali americane che tutti ci fotterà allegramente.
      Link al testo cartaceo, link che mi sembra di aver trovato sul sito di Lameduk
      http://www.costituzionalismo.it/articoli/469/
      Link al video della conferenza.
      https://www.youtube.com/watch?v=iAraqXQplEc
      Il convegno ha un titolo significativo: “TTIP: Un Trattato dell'altro mondo” perché si parla veramente di cose dell’altro mondo.
      Il video dura una quarantina di minuti, lo consiglio vivamente, sono 40 minuti ben spesi.

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    6. Questo trattato è veramente una cosa dell'altro mondo. La maschera è caduta è tutto diventa chiaro.
      Ormai è evidente! Come dice questa signora esperta in diritto costituzionale il capitalismo non è compatibile con la democrazia. Ma anche quest'ultima bisognerà ripensare perché Una democrazia solo politica è monca, diventa il paravento che nasconde le manovre predatorie del potere economico-finanziario. Una democrazia sostanziale può essere tale solo se parte dagli interessi concreti delle comunità. E quindi bisognerà ripensare la crescita come espansione economica di ambiti territoriali circoscritti perchè come affermava Adriano Olivetti è da lì che deve essere avviata e governata, partendo, cioè, dal rispetto di specifiche esigenze sociali e ambientali. Si tratterà di ripensare anche l'idea che abbiamo di impresa e azienda, per questo l'esperienza di Olivetti potrebbe essere utile.

      "Per Olivetti il capitalismo basato su un liberismo senza regole era ‘cieco’, per cui pensò che fosse necessario far convivere nella società capitalismo d’impresa, socialismo fabiano e democrazia partecipata. L’ideazione di quel percorso e la sua attuazione pratica sono movimenti di squisita natura “politica”. L’idea olivettiana fu idea politica nel senso pieno del termine, rivolta cioè alla “polis”, alla “comunità”, cui egli intendeva fornire un centro forte: l’azienda”.
      L’impianto del pensiero olivettiano si basa su alcuni pilastri forti e fra loro conseguenti: la persona, la comunità, l’impresa socialmente responsabile e non ultimo il federalismo. In Olivetti non c’era alcun desiderio di un ritorno a una visione romantica della comunità, bensì la costruzione di una comunità aperta, moderna rivolta prevalentemente al futuro. C’era in lui una forte attenzione per la ricerca di un modello aziendale partecipativo, non antagonista, dove i lavoratori a tutti i livelli devono avere un ruolo nei processi decisionali”.

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  3. di più: ci informano che senza l'Europa noi non saremmo in grado di approntare politiche di controllo alimentare, cosicchè tutte le industrie del settore potrebbero avvelenarci impunemente. Allo stesso tempo tolgono pian pianino le caratteristiche dei vari IGP, DOP, DOC rendendo quindi irriconoscibili i nostri prodotti tipici e dando la possibiltà a chiunque di commerciare prodotti simili a quelli della nostra eccellenza alimentare.
    Anche se non so come esternarla, la mia indignazione, lo sono moltissimo, e non solo per quello che ho esposto qui sopra, ca va sans dire

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  4. Anche in Ucraina passa un grande piano di privatizzazioni con la scusa della lotta alla corruzione. lotta che dovrebbe essere condotta da un pugno di oligarchi a capo di un governo filonazzista.
    “La prossima settimana, il governo ucraino discuterà una proposta di legge riguardante la lista di entità statali che non sono ancora state soggette a privatizzazione. Dopo di che, daremo inizio alla più grande privatizzazione degli ultimi 20 anni” – ha affermato il Primo Ministro secondo ITAR-TASS. Il più grande produttore di alcol in Ucraina – la compagnia “Ukrspirit” – verrà consegnato al settore privato insieme ad un buon numero di altre imprese di proprietà dello stato, “che per l’Ucraina sono fonte di corruzione e non di sviluppo.”
    Il ministro dell’energia ucraino, Yuri Prodan (che con una certa ironia della sorte significa “venduto” in ucraino) ha annunciato la privatizzazione di tutte le risorse energetiche, fatta eccezione di alcuni gasdotti e uffici ministeriali. Il governo ha in seguito aggiunto che il piano includeva anche la privatizzazione del 50% della sua compartecipazione a Ukrneft (compagnia petrolifera statale) e del 75% a Turboatom. Anche la fabbrica Porto di Odessa era stata inclusa nel piano, così come diverse miniere.
    Ciò che Yatsenyuk sta proponendo “per combattere la corruzione” è in realtà la causa primaria che dalla caduta dell’URSS ha portato l’Ucraina a perdere il 60% della sua capacità produttiva industriale. Mentre prima possedeva una delle economie più forti al mondo, ora l’Ucraina è ridotta ad una nazione con un sorprendente tasso di disoccupazione e povertà. [….]

    Gli oligarchi, invece che sviluppare l’industria, hanno largamente giocato un ruolo predatorio, smantellando gran parte della produzione di rottame e spedendo i profitti a società offshore invece che reinvestirli. […]
    Ma perché ora, dopo il disastro delle precedenti privatizzazioni, gli oligarchi trovano opportuno privatizzare “come mai hanno fatto prima”? Per trovare la risposta, basta scoprire con chi è indebitata l’Ucraina.
    Dal 2004, il debito ucraino, da 20 miliardi di dollari ha raggiunto quasi i 150 miliardi. Gran parte di questo debito è verso i membri del FMI, i quali hanno promesso un altro “salvagente” del valore di 17 miliardi di dollari ad aprile. Dove va il debito del FMI, vanno anche le misure economiche del FMI. La prima fase è stata attuata all’inizio di quest’anno con il taglio ai sussidi al gas e il licenziamento degli impiegati statali. Ora comincia la fase della privatizzazione, e ciò significa una riduzione delle entrate statali e un ridimensionamento delle fabbriche privatizzate.
    […] Le compagnie straniere vorranno il pezzo più grande di azioni. Per quanto riguarda alcune industrie, approfitteranno del basso costo del lavoro, delle poco sviluppate leggi su di esso e della debolezza dei sindacati. […] Lo stesso governo stima che da questo programma ricaverà solo 29 milioni di grivne (2.5 milioni di dollari), molto lontano dalle cifre che potrebbero salvare l’economia ucraina. Le agitazioni da ciò derivate rischiano di peggiorare. È possibile che gli oligarchi oggi al potere si accorgano che il loro tempo e il supporto popolare potrebbe durare ancora per poco. L’”isteria di guerra” con la quale stanno accecando gli ucraini lascerà presto la strada ad una realtà molto difficile.
    http://www.millennivm.org/millennivm/?p=1177

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  5. Crescita? Il nerboruto neoborbonico pare proprio non averne bisogno (o forse un pochino sì, ai capelli)

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  6. Per i diversamente europei (come il sottoscritto)

    Ganz ehrlich, Erfolg ist eine Frage der Mobilitat (nun ciò voja de cercà a'dddieresi)

    E' assolutamente così, il successo è una questione di mobilità

    (questa è la traduzione letterale, invece il SENSO è: IO ho la faccia come il CULO e farò come l'ORSETTO RICCHIONE…)

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    1. Strano, avrei detto che la traduzione fosse questa :)

      "se non ci pensi tu a muoverti, CI PENSIAMO NOI"

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  7. mi sento di consigliare un po' di re cancelletto a questo della foto...il successo è questione di temperamento!

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  8. SENZA PUDORE! http://www.europa.rai.it/blog/2014/05/15/trattati-internazionali/

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  9. Per non perdersi una Boldrini al suo meglio vai a

    https://www.youtube.com/watch?v=JY1Pb4iyfos

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    1. La Boldrini, sì, è un mostro; ma come diceva Manzoni di Robespierre, "in quel mostro c'è del mistero".

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    2. Non vedo alcun mistero, solo la solita monotona, uniforme, grigia mostruosità.
      Da tempo ci dicono chiaramente in faccia quello che ci stanno facendo, ma nessuno si ribella, sembra che ne accorgiamo solo noi nonostante il processo di sfruttamento globale della precarietà (altrimenti detto schiavizzazione) sia già piuttosto avanzato anche nei paesi che una volta erano definiti evoluti.
      A volte mi chiedo se sia ancora qualcuno in grado di ascoltare/capire il senso delle parole.

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    3. Si, il mistero del vuoto. Cerchi cerchi e non trovi nulla, giri giri e non sai più neppure da dove sei partito, è la dimostrazione biologica dell'indeterminazione.
      Se lo sguardo parla........

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    4. Hai ragione, Roberto: non riesco nemmeno a capire, se si renda davvero conto di quanto sta dicendo. Ma sono ancora più stupito che nessuno insorga a sinistra contro le sue affermazioni. C'è un altro mistero infine: le dimensioni del suo guardaroba.

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  10. La cosa veramente paradossale è che mentre i cartelloni magnificano la "crescita che viene con e dall'Europa" il nostro governo sta pensando di tagliare del 50% il cofinanziamento proprio ai progetti dei fondi strutturali nella misura di circa 12 miliardi all'anno..."...così da fare cassa per ottenere la flessibilità - qualunque cosa questa significhi - per il prossimo anno..." La notizia era riportata su Repubblica di ieri. Cioé si pensa di tagliare anche quei pochi, e diciamo pure mezzo sgangherati, investimenti in questi progetti così da ottenere "la crescita". Schizofrenia pura accompagnata alla necessità di cercare qualcosa da raschiare, stante queste regole tagliagole dell'eurozona, dopo che se ne è andato anche il fondo del barile!
    Tito

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  11. Urca, che meraviglia la chiesa. E che organo. Vorrei essere lì.

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    1. L'organo ricorda la poppa dei galeoni, per gli spiritosi uno che ha avuto un frontale con la navata centrale della chiesa.
      Ma suppongo, pur essendo un profano, che non sia un caso.

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  12. L'organo è bellissimo! Chissà che suono!

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