venerdì 11 luglio 2014

Facciamo un referendum sul la#?

(Occhio, il # sta dopo, non è un hashtag!)



Lo facciamo domani a Montegaudio. Non vi do indicazioni di voto. Libertà di coscienza, anche perché l'ultima volta non è che mi siate stati molto a sentire. Se preferite il si bemolle, o Schulz, peggio per voi. Fa diesis maggiore col si bemolle fa schifo ai vermi. Ma non dobbiamo dimenticare che la maggior parte di voi, prima di arrivare qui, era piddina (o donaldiana, o ortottera, o ingegnera...): in qualche modo dovrete pur espiare...

A domani... forse! Come dice sempre il mio amico, il maestro Romeo Mortimer Ciuffa (immortalato in queste immagini): "Oggi ce semo, domani nun ce sei!"



(avete facoltà di toccarvi...)

23 commenti:

  1. "avete facoltà di toccarvi..." in che senso?
    seconda rata da 50 ad asimettrie partira' entro un mese circa, tempo di incassare soldi di miele e polline.
    AVANTI TUTTA, in ogni interstizio informativo, culturale, accademico
    ma quando lo facciamo il goofytrekking? 2015?

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    1. Il noto gesto apotropaico. Per il resto, se avete tempo, dedicatelo pure a voi stessi, la cosa non mi riguarda.

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    2. Ehi, mi è venuta in mente una cosa: i soldi per a/simmetrie me li ha dati Renzi! Vedi mai che un governo italiano ha fatto qualcosa di buono!

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    3. https://www.youtube.com/watch?v=37gHBVsJIIw&feature=youtu.be
      diciamo che a fronte di un tale trionfo su rai2, in merito a quella attività musicale che, forse, è il fondamento di quella sensibilità storica e politica che ti contraddistingue, bisogna trattenere l' euforia.

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    4. Trionfo mi pare un po' esagerato... Non fare l'hooligan!

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  2. Il la diesis è un si bemolle visto dal basso. Ma solo dopo l'introduzione della scala temperata. In quel caso, la perdita della flessibilità non fece male a nessuno. Altri tempi. Oggi si continua ad alzare la frequenza del la, eppure nessuno si lamenta per gli effetti inflazionistici.

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    1. Fece male alle orecchie di chi ce le ha.

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    2. il temperamento equabile, a lungo termine, porta inevitabilmente alla dodecafonia. non lo dico io, lo dicono esimi musicologi e la storia lo conferma.
      questo, del resto, spiega bene come poi il 40% degli ascoltatori finisca per ascoltare gigi d'alessio.

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    3. Per forza! Tutte toniche, nessuna tonica. Se Natura non è democratica, un motivo ci sarà. L'egualitarismo programmatico porta alla morte della bellezza e alla nascita delle élite tecniche.

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  3. Beata ignoranza. La mia.
    Ci dormo su.

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  4. Mai piddinus.. tutto mi si può dire ma mai piddinus

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  5. «Fa diesis maggiore col si bemolle fa schifo ai vermi»

    Charlie Parker potrebbe dissentire ;-)


    (Strimpellatore indemoniato di gezz... prima di approdare da queste parti)

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    1. Guarda, il mio tiorbista preferito mi ha fatto notare che io ho una cosa in comune con Charlie Parker, ma non è il Tartini-Vallotti. Sto parlando di temperamenti, non di politonalità!

      Peraltro, in armonia funzionale si bemolle maggiore (con temperamento equabile) è meno lontano (enarmonicamente e funzionalmente) di quanto il circolo delle quinte potrebbe lasciar supporre. Dai, su, quando tutto questo sarà finito cercherò di emanciparti culturalmente...

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    2. @Bazaar:lo dici per innervosire il Maestro,sai bene che Parker ci avrebbe schiaffato su un la naturale e ciao! :-)

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    3. @Pilon
      In realtà mi rifacevo ad una nota discussione tra Miles Davis e Parker riportata da Davis stesso, ovvero sulla possibilità o meno di chiudere un pezzo con una particolare dissonanza... e, come dovette constatare Miles Davis poco dopo ad un'esibizione di Coleman Hawkins, Bird era nel "giusto"¹... ma in realtà la mia provocazione voleva andare a parare alla sintesi che ne dà Alberto nel commento del "12 luglio 2014 13:50", «[...]L'egualitarismo programmatico porta alla morte della bellezza e alla nascita delle élite tecniche.»

      Di rifa o di rafa, ho portato a casa ciò che mi interessava.

      Bird sosteneva che la "dissonanza" poteva essere "gradevole" in funzione dei "contesti" e del "feeling" del musicista: insomma, detto in sintesi, la destrutturazione della linee armoniche e dell'apparente "relativismo" che ne consegue, è comunque vincolato all'individuo, all'interprete. Il "relativismo percettivo" NON è quindi "relativismo culturale" (cioè "tutto" è possibile in senso assoluto) ma lo è comunque nei limiti del'ascoltatore, ovvero dell'osservatore, ovvero dell'Uomo.

      Il piddino che parla a vanvera di ges non sa che è la musica del fallimento della lotta di classe proprio perché questa va a coincidere con la para-competizione inter-etnica. La storia del Jazz è la storia del fallimento del multiculturalismo³: fallimento che è tale solo dal punto di vista della classe dei lavoratori.

      "Il relativismo culturale" implicito nella musica "dodecafonica", è invece l'espressione patente di una nevrosi che sradica con un "tecnicismo elitario", puramente concettuale, il pubblico intellettualmente fertile da chi dovrebbe, invece, produrre cultura fruibile per tutti coloro che la ricercano.

      Il prof. Andrea Frova la chiama "musica adiabatica"²: "frigidume" che nasce proprio da questo "relativismo" che, a differenza del bebop (ma forse non del free jazz...), permette quel distacco socio-patologico dall'alfa e omega della speculazione filosofica, l'Uomo.

      É impossibile non scorgere l'evidenza del relativismo culturale nelle teorie neoclassiche, neo-medioevali austriache che tanto hanno condizionato la politica economica di Friburgo quanto quella di Chicago.

      Per questo cito spesso Arnold Schoenberg come padre del "neoliberismo musicale" e del "vincolismo": tutti liberi ma tutti schiavi (v. Orwell).

      Non vorrei fare la sociologia delle armonie, ma se l'individuo è hayekianamente "tutto", allora le relazioni tra individui che materializzano la società vanno a sparire e con queste sparisce il concetto di società e "sociale": ma al concetto di gruppo sociale è connessa l'identità psicologica, che è il nerbo dell'individuo stesso. Quindi l'atomizzazione della collettività nella somma di singole individualità non correlate (e perciò, secondo gli "elitisti", "libere") sono l'annichilimento dell'individuo stesso; ovvero dell'Uomo.

      Per "liberare" la musica (e il compositore...) dalla "tonica", finisci per "sterilizzare" la musica stessa.

      La lotta di classe vista come conflitto tra K ed L, non è altro che un'approssimazione strumentale a descrivere quella che nella sue varie sfaccettature è quella "antropologica" tra socialismo ed elitismo, inclusive ed exclusive: interessi contrapposti che hanno come discriminante ideologico il fine ultimo della concertazione delle proprie azioni.

      Il socialismo volto all'uguaglianza sostanziale si distingue dai vari "liberalismi elitisti" proprio perché trova la sua "tonica" nell'Uomo.

      _______________
      ¹ Miles, l'autobiografia, Feltrinelli, 2006
      ² Armonia Celeste e Dodecafonia, Bur, 2006
      ³ Charles Mingus, Peggio di un bastardo, Dalai Editore, 2005

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    4. Sono molto d'accordo, come quando si parla di cose diverse. Io satvo parlando dei gradi della scala cromatica in un contesto di temperamento non equabile, e quindi non specificamente di funzioni armoniche degli accordi, ma di resa estetica di un determinato accordo indipendentemente dal suo contesto e dalla sua funzione. Un si maggiore col mi bemolle, come quello che è toccato a chi ha ascoltato Scarlatti sull'organo di Montegaudio, è brutto sia che sia tonica sia che sia dominante, semplicemente perché la prima terza è troppo larga, quasi "pitagorica". Punto. Frova ti farebbe vedere (o forse ti ha già fatto vedere), come fece vedere a me in un seminario nel quale l'ho conosciuto alla Sapienza, perché una simile situazione sonora è insostenibile dal punto di vista psicoacustico. Fra '500 e '600 si cambiava accordatura a seconda del pezzo e così abbiamo fatto, in un concerto che è stato anche una lezione.

      Diverso è il discorso della politonalità, o dell'eventuale funzione di tonica assolta da accordi che sarebbero dissonanti secondo la teoria armonica classica. Diverso ancora è il discorso della atonalità, sul quale mi trovo molto in sintonia con te. In generale, mentre non apprezzo molto dal punto di vista metodologico i discorsi in base ai quali "oggi è tutto diverso (perché c'è la Cina)", che a mio avviso sono solo goffi tentativi di impedire all'elettore mediano di imparare le lezioni della storia, sono molto propenso ad analisi che facciano capire come l'uomo sia uno, e quindi le dinamiche economiche e sociali di un determinato periodo fatalmente si riflettono nella ricerca estetica e negli atteggiamenti culturali. L'Uomo come tonica mi piace. In linguaggio modale sarebbe ancora meglio: l'Uomo come "finalis".

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  6. Quale onore! Il prof. viene a trovarci nelle Marche dove intanto proprio oggi la più grande azienda della regione in assoluto (Indesit/Merloni di Fabriano) è stata appena ceduta agli americani di Whirpool. Non so se sarà un bene o un male per la nostra regione e per l'Italia, ma così chiude il commento de "La Stampa" : "...Nel 2009 la crisi impatta duramente l’azienda, che perde il 17% dei ricavi. Nel 2012 utili e ricavi tengono ma solo grazie al mercato russo e a quello britannico; inoltre senza l’effetto dell’euro forte il bilancio sarebbe in rosso..". Mi domando : anche a non essere lettori di questo blog, ma come si può giustificare una tesi simile? Cordialissimi saluti.

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    1. Il tutto è stato riproposto al tg delle marche , identico.
      Tengono oltre che famiglia(giornalisti) anche la faccia come il culo e un disprezzo per la propria professione che la paragonerei a quello della prostituzione.
      Anche volendo pensare che non ci capiscono un cazzo di economia il sospetto che non sia un errore ma uno spot è forte anche perche oramai di esempi ce ne sono fin troppi.

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    2. Scusa ma i torinesi e/o i piemontesi "La Stampa" la chiamano, affettuosamente, "La Busiarda".

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    3. vorrei lasciare una testimonianza, ma non riesco ad essere all' altezza di certa volgarità UMANA. Di ggente così sono pieni i luoghi di lavoro. Tu insegni loro, li aiuti, si diventa amici e loro pugnalano alle spalle. Disprezzare il prossimo è legittimo, disprezzare la verità NO, perchè la verità risana gli squilibri.

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  7. Il maestro Romeo Mortimer Ciuffa è un amabile sornione: quel suo "domani nun ce sei!" potrebbe lasciar intendere ch'egli ci sarà egualmente? (bisognerebbe chiedergli d'impartirci il segreto del come...). Bel taglio tattico di capelli nel video!

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  8. Ritengo un errore se non altro tattico indire un referendum sull'argomento;vista la qualità dell'informazione a disposizione dell'elettorato saremmo inevitabilmente sconfitti,nonostante le nostre sacrosante argomentazioni.

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