Il 17 gennaio del 1995 Lamberto Dini viene nominato presidente del consiglio da Oscar Luigi Scalfaro. Occuperà questa carica fino al 17 maggio del 1996, mantenendo ad interim la carica di ministro del Tesoro (ricorda niente?). Antonio Fazio era governatore della Banca d'Italia, con Vincenzo Desario come direttore generale e Pierluigi Ciocca come vicedirettore generale. Nel 1994 l'Italia aveva avuto un tasso di crescita reale al 2.1%, con un tasso di crescita delle esportazioni del 12% e un saldo delle partite correnti positivo, pari all'1.2% del Pil.
Questo per la cronaca.
E ora torniamo a occuparci del tasso di cambio italiano, perché vedete, dalla discussione che si è svolta capisco che a voi, che non siete, perché non dovete essere, time series analysts, sfugge la vera anomalia nella storia del cambio italiano (rispetto al marco). Se tornate al post precedente e guardate ad esempio questa figura:
vedete subito come dal 1971 al 1987 il cambio italiano si sia sviluppato in modo del tutto lineare, cedendo (sostanzialmente di pari passo con la sterlina) a un ritmo di circa 3 lire al mese in media, con una regolarità commovente, che rifletteva la diversa competitività e il differenziale di inflazione delle due economie (l'italiana e la tedesca), e che potrete meglio apprezzare nel grafico che segue:
Visto come viene su bene? Una semplice linea retta accosta talmente bene i dati da spiegare il 99% della loro variazione. Va da sé che ci sarebbe da discutere (coi tecnici) sull'effettiva natura di questa tendenza (hint), su quanto il modello soffra di patologie statistiche (autocorrelazione dei residui, ad esempio), ecc. Ma questo, se vi volete divertire a fare i tecnici con me, lo facciamo dopo (e mal ve ne incoglierà, ma ve la sarete cercata).
Adesso voglio fare con voi un semplice esperimento. E se usassimo questa retta, che incorpora tutte le informazioni dal gennaio del 1979 al dicembre del 1987, per estrapolare il comportamento successivo del cambio lira/marco, cosa otterremmo?
Otterremmo questo:
Che cosa ci racconta questo grafico? Ci racconta quello che sappiamo: lo Sme "credibile", mantenendo fisso il cambio della lira rispetto al marco, lo tenne artificialmente al disotto della tendenza espressa dalla dinamica storica dei dati, dinamica che rifletteva le strutture e i rapporti di forza delle due economie. Ma... attenti a cosa accadde dopo!
La svalutazione del 1992, come vi ho detto nel libro, come è, come si sa, rimise le cose a posto. Vedete? Con la svalutazione il cambio tornò esattamente dove sarebbe stato se non fosse stato compresso al disotto della sua tendenza naturale dalla gabbia dello Sme credibile. Vi faccio lo zoom, così lo vedete meglio:
E, vedete, per un paio di anni (1993 e 1994) il cambio della lira rispetto al marco, una volta tornato sulla sua tendenza naturale, aveva continuato a muoversi secondo il solito ritmo dei venti anni precedenti, perdendo circa tre lire al mese (ovviamente in media). Poi, nel 1995, l'anomalia. Improvvisamente il cambio cede arrivando a oltre 1200 lire per marco, nonostante i fondamentali, soprattutto quelli riferiti al commercio estero, fossero ottimi fin dall'anno precedente, come vi ho ricordato in apertura, con una crescita delle esportazioni a due cifre e un surplus consistente delle partite correnti. Una "spike" (come diciamo noi tecnici) che mi ha sempre colpito, che è sempre rimasta per me un enigma.
La domanda è: perché hanno fatto svalutare così tanto la lira in un contesto tutto sommato poco turbolento (nel 1995 la crisi del 1993, quella che aveva travolto la Francia, era finita da due anni, perché 1995-1993=2), e con fondamentali tutto sommato non allarmanti? Perché persone come tutte quelle che ho citato all'inizio, animate tutte, nessuna esclusa, dal sacro terrore dell'inflazione, e dalla tanto profonda quanto immotivata convinzione che la svalutazione la provochi immediatamente, hanno lasciato che la lira si svalutasse così, quando in effetti la lira avrebbe dovuto caso mai rafforzarsi, visto che la domanda di beni italiani era piuttosto sostenuta?
Che dite, chiediamo a Zingales che ne pensa, di questa stravagante anomalia? E voi che ne pensate?
Addendum del 24/7/2014, ore 8:49: questa la spiegazione di Fazio, grazie al socio Francesco Lenzi. È una spiegazione nella quale capisco solo la parola insider trading. Mica era la prima volta che in Italia c'erano turbolenze politiche. Direi che almeno a partire dalla crisi di governo fra Romolo e Remo (risolta in modo rapido senza particolare turbamento dei mercati) l'instabilità politica ha caratterizzato da sempre il nostro paese. Certo è, però, che il dato epifenomenico resta, e io certo non lo contestavo: se tutti vogliono vendere lire, la lire scende (e questo nel grafico si vede). Ma fino a qui ci arrivavo anch'io (senza nulla togliere al contributo di Francesco, che è una specie di Pico della Mirandola dell'economia italiana). Quello che continuo a non capire è chi, e perché, e perché proprio in quel momento, volesse portare tanti capitali fuori dal paese, da un paese che stava crescendo e che era appena passato nelle salde mani di un pretoriano dell'establishment finanziario (sono sicuro che l'ex premier Dini si inorgoglirebbe di questa mia icastica definizione). In altre parole...
(ah, perdonatemi se vi ho imbonito con quelle che i marxisti dell'Illinois, gli altri traditori - quelli che a me fanno più schifo, per inciso, perché hanno un cattivo odore e perché dovrebbero stare dalla nostra parte - chiamano "fumisterie econometriche". Sapete com'è, l'economia son numeri, alla fine, e senza conoscere le tabelline se ne cava poco, non si riesce a vedere dov'è la fregatura, e quindi nemmeno quale sia, e perché sia tale. Credo che invece la maggior parte di voi apprezzi un approccio quantitativo, se non altro perché conferisce alle analisi quella precisione chirurgica essenziale per stabilire in modo attendibile nessi di causa ed effetto...)
(e ora che mi sono divertito torno a lavorare...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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ChennepenZo? Visto il suo ultimo link propongo una spiegazione complottista (nel caso voglia bacchettarmi per questo accetterò di buon grado la correzione…): lo "spike" potrebbe essere stato "fabbricato" per convincere quelle merde di italiani (cioè noi) che non erano in grado di gestire un cambio flessibile senza fare disastri, ma che sarebbe stato meglio per loro abbandonare la liretta per l'eurone…
RispondiEliminaAd averci il tempo sarebbe interessante andare a ricostruire il/i frame/s imbastito/i in quegli anni dai mezzi di informazione mainstream.
P.s.: comunque, la musica le fa proprio bene! Da quando è tornato dal concerto sembra caricato a pallettoni...
Assolutamente d'accordo con la tesi complottista, ma moolto realistica.
EliminaOccorre anche considerare chi erano i "compagni di merende" di Lamberto Dini all'epoca, cioè un certo Azeglio Ciampi ed un tal Tommaso Padoa Schioppa.
Anche a me sembra mooolto credibile come teoria.....
EliminaConcordo anche sul p.s.! ;-)
ma, intanto però l' economia tirava.
Eliminahttp://archiviostorico.corriere.it/1996/febbraio/14/Bilancia_commerciale_1995_senza_precedenti_co_0_9602145403.shtml
col tempo sono diventato un po' complottista anch' io, ma se c' è complotto deve essere un altro.
ci ho rimuginato un po' su. non sono tanto sicuro. sono confuso. chi esportava capitali pero' scommetteva al ribasso per rientrare...magari in pezzi di nostre industrie di stato: non lo so.
Eliminasecondo me l'anomalia è una svalutazione artificiale voluta dal tesoro, in vista del blocco del cambio. i tedeschi però se ne sono accorti, han detto "ci avete provato" e hanno obbligato il tesoro a rivalutare in via artificiale esattamente dello stesso importo della precedente svalutazione. in pratica il tesoro dapprima ha comprato una mole ingente di marchi, poi ha dovuto ridarli indietro.
RispondiEliminaSecondo me hanno "abbassato il prezzo" degli asset da vendere per renderli più appetibili e iniziare i SALDI DI INIZIO STAGIONE...
RispondiEliminaDirei anch'io (che però sono beata) la stessa cosa.
EliminaIntanto ho trovato qualche informazione per aumentare lo stato confusionale (mio):
http://ilgraffionews.wordpress.com/2011/11/26/british-invisibles-a-volte-ritornano/
http://www.nucciocarrara.com/notizie-e-commenti/british-invisibles-governi-tecnici-disastrose-privatizzazioni.html
Concordo.
Eliminadirei proprio di si.
EliminaTerrorizzati dall'inflazione hanno agito così perché in fondo sapevano che non avrebbe nuociuto.
RispondiEliminaSe è così, sarebbe una specie di pistola fumante. Una specie?
Vedendo la questione dal lato ironico mi viene da pensare: avranno pensato al tempo che la lira sarebbe stata meglio se fosse stata una peseta? Che poi sarebbe ciò che piace fare alla signora che non abita a Berlino e non parla tedesco. Ha un marco che sembra un franco.
Scusi prof.
RispondiEliminaa spanne, senza andare su dettagli, in quel biennio, fu messa in pratica una "destroy of domestic demand", le importazioni mi sembra diminuirono e l' azione di forte stimolo monetario crearono le condizioni per una ripresa. Un po' quello che hanno fatto dal 2009 USA, UK etc, ma con condizioni mondiali diverse e più ricettive.
Furono fatti deficit, il debito/PIL crebbe, ma successivamente al '94 iniziò la sua discesa.
Per inciso, il diff.le inflattivo in quel triennio con Germany, diminuì rispetto ai trienni pre e post.
Fu voluta la cosa? Non lo so, ma potrebbe essere la spiegazione, o dico stronzate? La prego di non massacrarmi all' esame, sono un po' indebolito dall' età!
mmm ... non siamo stati noi a svalutare ma i tedeschi a rivalutare?
RispondiEliminaConsiderando che ragionano al contrario dell'interesse italiano, minimo avranno venduto decinaia e decinaia di titoli di stato ai tetesky che con la successiva rivalutazione della lira e poi apparizione dell'euro hanno guadagnato un sacco di soldi. Tra l'altro magari i titoli erano decennali e saranno stati venduti appena prima del palesarsi della crisi mondiali.
RispondiEliminaUn caso?
Ormai da quando frequento questo luogo di perdizione non credo più alle coincidenze.
Dopo aver scritto già il commento mi chiede la login per pubblicarlo: la pagina si ricarica ma mi spiana il form, ... argh! Vabbè, riscrivo nell'eventualità non sia stata buona la prima.
RispondiElimina1992. Il gran cerimoniere Draghi mi pare diede il cambio a Sarcinelli a Direttore Generale del Tesoro (nota: il DG è quello che si occupa delle privatizzazioni). Nello stesso anno un padre della patria fa "fuggire" 50000 miliardi di lire (in dollari) per sostenere un cambio che voleva e doveva cedere.
Nel bel mezzo di un ingente processo di privatizzazioni che trasforma monopolio pubblico in monopoli privati (per la concoRenza ce mancherebbe, sic!), è possibile che potesse, in quel 1995, essere utile un cambio artatamente "aggiustato" in favore di quei capitali che volevano rientrare e comprare in Italia beneficiando di uno sconto?
Giornalista: "e se fossimo rimasti fuori?" Visco: "un'Italia fuori dall'euro, visto il nostro apparato industriale, poteva far paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi,mtranne la Russia da cui compra energia. Era un disegno razionale, serviva l'Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull'export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso"
RispondiEliminaIl Fatto Quotidiano 2012
Riposto perchè non sono sicuro di aver cliccato nei posti giusti...
RispondiEliminaDai, provo a spararla pure io:
1. Caduta governo Berlusconi I, probabilmente per motivi che noi è meglio che non sappiamo:
http://archiviostorico.corriere.it/1994/dicembre/23/Berlusconi_dimette_Lega_pezzi_co_0_94122312686.shtml
2. Creazione del primo governo tecnico ("colpo di stato" Bankitalia) della storia repubblicana:
http://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Dini
3. Salvataggio del Banco di Napoli da parte della Banca d'Italia
http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/10/Dini_ammette_manovra_maggio_co_0_9604104399.shtml
4. Ovviamente l'unica soluzione sul lungo periodo per "la Repubblica" sarebbe stata la moneta unica:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/01/13/bankitalia-ecco-errore.html
Si sentiva forte puzza di Euro, e nella mia visione romantica i nostri saggi condottieri, fiutata la sóla e risvegliatisi dal torpore maastrichtiano, hanno pensato: diamo un' altra ritoccatina alla svalutazione così mettiamo su un pò di surplus che magari ci serve per affrontare meglio il letargo durante il gelido inverno eurista. Ma il crucco sveglio, accortosi dell'italica prontitudine, si è presto ripreso il nostro surplus. E da quel dì, ogni volta che cerchiamo di svegliarci dal letargo, una bella roncolata tra capo e collo ci fa sprofondare di nuovo in un sonno profondo...
RispondiEliminaOk, ripasso a settembre...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaVisto che sono stato esposto a ludibrio una volta vediamo se riesco a fare il bis. Mi butto...
RispondiEliminaLegge Goofynomica: O si risparmia o si investe o si esporta non si puo' fare tutti e tre. Che il cambio deprezzato foriero di esportazioni sia stato necessario al fine di evitare investimenti o un aunemto della domanda interna? Insomma ci fu Amato che fece un sacco di austerita' nel 1993, i conti bisognava tenerli in ordine quindi bisognava esportare
Inoltre se non erro quelli erano gli altri dell'"oh mio Dio ci lasceranno entrareineuropa?". Il cambio supersvalutato fu forse il piede di porco per attrarre investimenti esteri diretti? Insomma per svendere pezzi di paese al fine di avere i conti in ordine.
La chiusa al tuo post mi offre lo spunto per additare quello che, mi sembra, possa essere una delle pecche più gravi del nostro sistema di istruzione (along with his many goals): la scarsa familiarità con l'analisi dei dati in tutti i suoi aspetti, dall'isolamento delle variabili significative alla STIMA DELLA BONTÀ di un modello, che sono concetti fondamentali prima ancora che per un set più o meno ristretto di compiti specifici, per imparare ad interpretare la realtà ma più ancora per CONDIVIDERE LE OSSERVAZIONI. Perché è questa l'essenza del metodo scientifico: osserva, modella, prevedi. A modello A, condizione B ed evento C corrisponde risultato D. Se ripetendo l'esperienza tiri fuori un risultato F i dati non sono impazziti, è il tuo modello di mxxxa che è sbagliato (o, al limite, impreciso)!
RispondiEliminaE del resto, mica s'è incazzato Galileo per lo scherzetto di Einstein di aver corretto la sua teoria (gli ci sono anche voluti 400 anni e un piccolo aiuto da parte di Leibniz e altra gentaglia simile, in effetti. Il che mi fa considerare che, per quanto probabilmente più interessato alla propria pellaccia che alla scienza, Galileo rimane comunque un uomo migliore di Fassina. Almeno lui i dati li sapeva leggere. Ah, se Galois avesse avuto il medesimo attaccamento alla propria vita...).
Vi svelo un segreto, il meglio custodito dell'ebraismo: nel giardino dell'Eden non c'è nessun albero del Bene e del Male. C'è invece un melo transgenico che contiene degli agenti mutageni che producono una variazione nel genoma delle creature che se ne cibano. La mutazione provoca randomicamente la sintesi di dosi più o meno massicce di una proteina nota come alpha-pdasi, che interferisce con l'emisfero destro del cervello. Quello che sovrintende alle capacità logico-matematiche e di analisi, per intenderci.
Sperando che il grafico sia corretto (dati ISTAT), tra '93 e '95 la spesa pubblica al netto degli interessi (Gov.ni Berlusca-Dini), passò rapidamente dal 43,7 al 40,9 (- 2,8).
RispondiEliminaI consumi delle famiglie tra 1992 e 1993 (tav 1a1 pag 5) subirono un tracollo in termini costanti (cosa sperimentata solo tra 2011 e oggi) passando da 1.047.749 MLD (Lit del 1992) a 1.009.039 (Lit del 1993) (- 38.000 MLD Lit.).
Il saldo commerciale raggiunse nel 1995 la spaventosa cifra di + 38,6 MLD di $ (tabella pag. 6) (veramente un botto).
Ho messo lì i dati, che inseme all' indubbio stimolo monetario che si evince dai dati del Prof. credo possano dare qualche indicazione sulle dfferenze fra una politica di riduzione della domanda interna in condizione di moneta a cambio variabile ed invece l' inutilità di una politica di distruzione della domanda interna con una moneta come l' euro.
Prof. ci dica qualcosa, altrimenti io non campo!
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RispondiEliminaLe cronache del febbraio 1995 riportano molto nervosismo tra le forze politiche sulla natura ed entità delle manovre di consolidamento fiscale che il governo tecnico di Lamberto Dini si accingeva a varare. Non era affatto scontato che il nostro paese potesse, o meglio volesse, intraprendere le dolorose azioni necessarie per l'aggancio alla moneta unica. Lo scenario di previsione era quindi molto polarizzato in quei mesi. Da una parte l'ipotesi di successo del consolidamento fiscale che avrebbe spianato la strada al processo di adesione alla moneta unica e quindi consentito una rapida e significativa diminuzione dei tassi nominali. Dall'altro l'insuccesso del governo Dini che avrebbe, con ogni probabilità, significato per l'Italia la definitiva rinuncia alla moneta unica con conseguenti rischi su ulteriori rialzi dei tassi nominali. I mercati stavano quindi scommettendo sulla seconda ipotesi e vendevano in massa titoli di stato italiani causando un rapido deprezzamento della lira, con un evidente eccesso di reazione. Come nel 2011, la tensione sui mercati diede un aiuto non secondario al processo di approvazione parlamentare delle manovre del governo Dini. Quella pressione aiutava non poco a “incanalare” il dibattito democratico. E naturalmente i toni molto allarmati di stampa e autorevoli personalità sulla gravità della situazione fecero il resto. L'ingresso nell'euro veniva spesso presentato come un'assoluta necessità e la prospettiva di fallire l’aggancio diventava un'immane catastrofe. Tra le tante dichiarazioni e commenti vi segnalo questa accorata e commovente dichiarazione rilasciata da Prodi il 2 marzo 1995 nel pieno della tempesta e riportata da adnkronos sulla quale credo ci sia poco da aggiungere:
RispondiElimina“L'Europa ci ha abbandonati perché ci considera ormai fuori”. Così Romano Prodi, davanti alla platea dei dirigenti Cisl a Napoli, spiega la drammaticità della crisi della lira in questi giorni. ''In una crisi monetaria così terribile non abbiamo letto da nessuna parte di un intervento della Bundesbank a favore della lira, ne' di riunioni dei governatori centrali per provvedere alla crisi della nostra moneta. Siamo stati abbandonati -afferma Prodi- perché è ormai da un anno che nessuno ci parla più dell'Europa: si pensa che non facciamo più parte dell'Europa. Questo è uno dei delitti più grandi che un paese come l'Italia possa commettere''. Secondo Romano Prodi, in passato l'Italia ha potuto superare altre crisi monetarie proprio perché stava dentro l'Europa: ''se l'Italia non fosse stata in Europa, allora avremmo avuto i problemi che hanno l'Argentina e il Messico. Per fortuna l'Italia è saldamente nell'Europa, e questa è la nostra ricchezza. Constatare che in una crisi monetaria come questa, il pensiero vada alle dogane compensative e non alla solidarietà delle banche centrali significa che è successo qualcosa di grosso''.
La solidarietà delle banche centrali! Dio santo ma questo invece che internarlo l'abbiamo fatto presidente del consiglio DUE volte e quasi della repubblica!
EliminaL'intervento della bundesb a favore dell'Italia lo stiamo vivendo oggi!
A volte faccio fatica a credere quello che leggo. O c'è qualcosa che non capisco oppure c'è qualcosa che non va!
Io però non ho capito una cosa.
RispondiEliminaMa è coerente l'andamento del cambio lira-marco nel periodo 1992-1995 con l'andamento del saldo delle partite correnti?
Nel senso che, se la lira continuava a svalutarsi, cioè veniva venduta di più di quanta ne veniva acquistata, allora perché il saldo import-export cresceva?
La mia testa mi suggerisce che se il saldo delle partite correnti migliora, il cambio dovrebbe rivalutarsi, no?
Abbiate pazienza :)
io sono beato. Avevo 10 anni ...ci volevano 1200 lire per un marco...che figata la liretta...erano i tempi in cui mi piaceva un sacco avere il portafoglio a fisarmonica pieno zeppo di mille lire. Ora invece con sti cazzo di euro a portare in giro ste cazzo monete vai in sovrappeso. Infatti le lascio nel comodino divise per colore...tra poco "quelle marroni" le fondo e mi ci rifaccio le grondaie.
RispondiEliminaSarà mica che la germagna in quegli anni era nella merda come lo siamo noi oggi?
Certo è molto interessante la lettura dell'articolo del corriere del '95 in quanto si notano le stesse terminologie e categorie utilizzate prima e durante il governo Monti. C'è il "baratro", c'è il rischio di fallimento, "faremo la fine del Messico" (oggi dell'Argentina) ecc.
RispondiEliminaLa mia ipotesi quindi è che quello che oggi si ottiene con lo spread, nel '95, in una situazione di BC indipendente dalla democrazia, era possibile ottenerlo tramite la svalutazione.
Fornire cioè al pretoriano un robusto randello con cui mettere in riga il parlamento che mugugnava. E infatti pochi mesi dopo arriva l'immancabile riforma delle pensioni...
“Poi, nel 1995, l'anomalia. Improvvisamente il cambio cede arrivando a oltre 1200 lire per marco, nonostante i fondamentali, soprattutto quelli riferiti al commercio estero, fossero ottimi fin dall'anno precedente, come vi ho ricordato in apertura, con una crescita delle esportazioni a due cifre e un surplus consistente delle partite correnti. Una "spike" (come diciamo noi tecnici) che mi ha sempre colpito, che è sempre rimasta per me un enigma.”
RispondiEliminaCosi’ racconta l’enigma Fabrizio Saccomanni:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2007/03/FOREX-50-Anniversario-31-marzo-2007.doc?cmd=art
Pag. 13 - Nel febbraio del 1995 ha inizio un fortissimo attacco contro la lira, causato sia da fattori politici interni sia dalle ripercussioni della crisi valutaria e finanziaria che aveva colpito il Messico nei mesi precedenti. Si diffondo timori - alimentati da numerosi osservatori ed economisti - di ‘effetto domino’, per cui alle tensioni in Messico avrebbero fatto seguito massicci deflussi di capitali da tutti i paesi con livelli di debito pubblico particolarmente elevati. Di fatto, gli interventi di sostegno da parte degli Stati Uniti, del FMI e di altri paesi industrializzati, congiuntamente alle misure correttive adottate dalle Autorità messicane riescono abbastanza rapidamente a tamponare la situazione a livello locale, evitando la temuta reazione a catena . Il Presidente del Forex, commentando a posteriori gli sviluppi di quel periodo, descrive il peso della politica come ‘eccessivo’, sottolineando come ‘ciò che è avvenuto e regolarmente avviene sul mercato italiano non trova riscontro negli altri mercati.
La nostra moneta si deprezza rapidamente: tra la metà di marzo e la metà di aprile la lira supera ripetutamente il livello di 1250 contro marco . Le tensioni si ripercuotono anche sui corsi dei titoli: il rendimento del BTP decennale raggiunge a metà marzo il 13,7 per cento e il differenziale con i corrispondenti titoli tedeschi si amplia al 6,5 per cento. Le esportazioni di capitali assumono dimensioni paragonabili a quelle raggiunte nella crisi valutaria del 1992.
La Banca Centrale risponde alla crisi con un ulteriore aumento dei tassi ufficiali a fine febbraio. Viene ripresa una strategia di intervento in vendita di valuta, ma essenzialmente finalizzata a contrastare condizioni di mercato particolarmente disordinate; proprio in quest’ottica, la Banca d’Italia varia leggermente le sue tecniche d’intervento, chiedendo quotazioni operative denaro-lettera e applicando talora in vendita, talora in acquisto; in questo ultimo caso, non manca qualche risentita critica da parte degli operatori.
Il cambio della lira registra un rapido e parziale recupero e il trend positivo prosegue, sia pure con parecchie oscillazioni, anche nella seconda metà dell’anno; il 1995 si chiude con un apprezzamento della nostra moneta del 13% contro marco, rispetto al livello di massimo deprezzamento del marzo 1995. Le tensioni si allentano anche sul mercato obbligazionario ed è significativo osservare che la flessione dei rendimenti a lungo termine si verifica in un contesto di tassi a breve crescenti, sulla scorta del persistente orientamento restrittivo della politica monetaria.
Tale flessione riflette il favorevole giudizio da parte del mercato sull’azione anti-inflazionistica della Banca Centrale, probabilmente rafforzata dal fatto che, per la prima volta, viene indicato nelle Considerazioni Finali un obiettivo d’inflazione per l’anno in corso e per quello seguente .
Nel commentare l’andamento del cambio nel periodo susseguente la crisi del ’95, la Banca d’Italia evidenzia che ‘per trovare una fase di recupero della nostra moneta analoga per dimensione e intensità occorre risalire a cinquant’anni addietro, al 1947’.
Ovviamente la VERITA' la conosceremo tra almeno 50 anni (se riesco a campare fino a 107 anni ce la dovrei fare), ma qualche idea ce la possiamo fare gia' oggi sulla base delle indiscrezioni comparse sulla stampa estera.
RispondiEliminaPenso che il Prof. ci stia provocando perche' arriviamo da soli a capire che certe cose in Italia non si possono dire 'apertis verbis'.
Lo stesso Prof. Piga sospetto abbia rischiato la vita....
http://archiviostorico.corriere.it/2001/novembre/06/rapporto_Piga_gli_imbarazzi_Baldassarri_co_0_0111067874.shtml
Nel marzo 1995 la fuga di capitali dall'Italia fu innescata molto probabilmente dagli 'insider traders' al corrente della enormita' dei trucchi contabili (Enron like) che l'attuale Governatore BCE contribui' ad ideare/implementare per favorire l'entrata dell'Italia nell'Eurozona al primo turno.
http://www.zerohedge.com/article/step-aside-greece-how-gustavo-piga-exposed-europes-enron-2001-focusing-italys-libor-minus-16
http://www.zerohedge.com/news/2013-06-26/italy-embroiled-latest-derivative-loss-fiasco-through-another-mario-draghi-headed-sc
http://hat4uk.wordpress.com/2013/06/26/crash-2-draghi-implicated-as-italy-faces-cyprus-template/
Ormai gli effetti dall'uscita dello SME li abbiamo degustati in tutte le salse, ma non sembra convincere. Il governo e' piu' che mai forte ed intenzionato a tenersi l'euro. Ho estratto la lista dei Top Italian Scientist in economia ed ho chiesto le loro idee per la crescita. Le loro proposte sono state in ordine sparso: combattere la corruzione e la criminalita' organizzata, la mancanza di meritocrazia ed investimenti nella ricerca. Digitaliazzare la PA, ristrutturare il debito, piu' flessibilta' in uscita del lavoro per aumentare la produttivita' , lotta all'evasione fiscale, riduzione delle tasse ed altro...ma nessuno ha messo in discussione l'euro....
RispondiEliminaMah. Le "salde mani del pretoriano" avevano e hanno bisogno del terrore. Oggi dello Spreddde, ieri della svalutazzzione. Altrimenti come convici la gente a posticipare la sua pensione (piu' volte) a farsi tagliare i diritti (piu' volte) e a svendere il patrimonio pubblico?
RispondiEliminaNulla di nuovo sotto il sole. Finché si lascierà questo potere in mano ai cosi detti mercati di capitali internazionali, quelli continueranno a dettare l' agenda (la loro, ovviamente) ai governi.
Come lei ci insegna, i problemi (certo non solo italiani, e nemmeno solo europei) non si risolveranno certo solo eliminando l' euro.
La butto là, non capendo nulla di economia. Nella risposta al giornalista de Fatto sul perché non siamo rimasti fuori dell'€ Visco dice chiaramente che la Germania ci voleva dentro l'€ con la nostra debolezza, per tenere bassa la nuova moneta. Ecco, forse le élites che contano nel 1995 cominciano a preparare l'Italia per l'€ secondo i desiderata dei tedeschi? Astenersi sghignazzamenti, prego (per gentilezza d'animo)
RispondiEliminaLa maggior parte delle persone, incluso il sottoscritto, non ha le competenze per confutare l'affermazione "non ci sono piu' soldi per le pensioni". A maggior ragione se anche i sindacati si accodano.
RispondiEliminaDa perfetto uomo della strada, parrebbe che il picco sia stato creato ad hoc per farci poi salvare dalla moneta unica... tipo prima ti butto in piscina, e poi così ti salvo.. da ignorante in materia eh..
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