mercoledì 21 novembre 2012

Il romanzo di centro e di periferia

(per voi, e solo per voi, un paragrafo che ho deciso a malincuore di sopprimere dal "Tramonto dell'euro", per motivi di spazio. Nessuno dei miei referee ha gradito la scelta, e rimedio proponendovelo qui. Una storia che conoscete già, ma raccontata in un modo diverso.

Aggiungo due comunicazioni di servizio: presto sarà pronto l'ebook, e la seconda ristampa è stata avviata al magazzino. L'editore sta adottando una strategia più aggressiva. I lettori di Genova dovrebbero già da oggi trovare un congruo numero di copie alla Fentrinelli. Abbiate fede.)


Il romanzo di centro e di periferia


I protagonisti sono due: quello maschile è un paese sviluppato, lo chiameremo “il centro”, con una forte base finanziaria e industriale; quello femminile è un paese, o un gruppo di paesi, relativamente arretrato, che chiameremo “periferia”.

Fra centro e periferia l’attrazione è subitanea e fatale (soprattutto per la periferia), ma, come in ogni trama che si rispetti, la diversità di origini pone qualche problema. Dove sarebbe altrimenti l’interesse della storia? La storia è interessante proprio perché i protagonisti sono diversi, molto diversi.

Il centro è un ragazzo moderno, spregiudicato, mentre la periferia è una ragazza all’antica, risparmiatrice, saggia, e un po’ repressa. Che pensate? No, non sessualmente repressa! Questo, al centro, non interessa. Non ricordate? Il centro è virtuoso. Lapida le adultere (dopo esserci andato a letto).

No, la periferia è, come dicono gli economisti, un po’ repressa finanziariamente, il che significa, in buona sostanza, che nella periferia lo Stato mantiene un certo grado di controllo sul circuito del risparmio e dell’investimento.

Ad esempio, pensate un po’ che idea bislacca, nella periferia si considera la politica monetaria come uno strumento a disposizione dell’azione del governo, da mantenere, sia pure in forma mediata, sotto il controllo della sovranità democratica dei cittadini. Avete capito bene: è esattamente quello che gli intellettuali della nostra sinistra definirebbero “populismo”, che è poi il termine con il quale certi sinistri intellettuali etichettano qualsiasi circostanza nella quale il popolo non fa ciò che loro hanno deciso che faccia. Che ne sa il popolo della moneta?

La periferia è repressa e populista, e da questo scaturiscono tutta una serie di vetuste pratiche: la banca centrale non è “indipendente” (che poi significa indipendente dai lavoratori, ovviamente, non dai capitalisti), e una serie di istituzioni finanziarie (banche, fondi pensione) sono sotto il diretto o indiretto controllo dello Stato; il costo del denaro quindi non è fissato ad arbitrio del mercato, ma è gestito, indirizzato, dallo Stato; e per realizzare questo obiettivo i movimenti internazionali di capitali sono sottoposti a controlli, perché altrimenti i capitali fuggirebbero in cerca di miglior remunerazione altrove; ma non solo i deflussi, anche gli afflussi di capitali sono controllati, dalla periferia repressa: l’idea moderna che le aziende (pubbliche o private) nazionali siano lì per essere messe in vendita al miglior offerente, questa idea tanto progredita, nella periferia ancora non è arrivata; e questo vale soprattutto in ambito finanziario, dove si applica alle banche estere quel principio che i paesi progrediti applicano solo ai lavoratori esteri: “Io non sono razzista, basta che ognuno stia a casa sua”; principio che fa rabbrividire quando è applicato alle persone, e anche quando non è applicato alle banche; invece, guarda un po’, la periferia è talmente repressa che perfino le istituzioni finanziarie nazionali vengono controllate dallo Stato, che impone loro vincoli di portafoglio, che poi significa che queste istituzioni sono obbligate ad acquistare una certa quota di titoli del debito pubblico; e impone anche massimali sul credito, che significa che le banche non possono prestare troppo, cioè che i privati non possono indebitarsi troppo; del resto, nemmeno lo Stato si indebita troppo, e anzi il suo debito in rapporto al Pil scende, perché i tassi di interesse sono tenuti sotto controllo, e quindi non è necessario rincorrere, aumentando la pressione fiscale e diminuendo la spesa per i servizi essenziali, l’esplosione della spesa per interessi (che poi significa redistribuire reddito dai contribuenti che contribuiscono ai detentori dei titoli del debito... che spesso non contribuiscono). 

Ecco: questa è la repressione finanziaria. Non se n’è occupato Sigmund Freud, ma Carmen Reinhart (fra gli altri). Qualcuno, più cortese, la chiama “regolamentazione” dei mercati finanziari.

Vi sembra un mondo così strano, così vetusto? Be’, avete memoria corta: fino agli anni ’80 questo mondo è stato il nostro mondo, il mondo occidentale, ed è ormai chiaro che occorre che torni nuovamente a esserlo.
Comunque, quel mondo ora non è più il nostro, e quindi così non va: il centro, che è un ragazzo evoluto, non può mica presentare ai propri genitori, i mercati, una ragazza così fuori moda! E allora il centro “suggerisce” alla periferia qualche riforma, anzi, due riforme a caso, sempre quelle: l’adozione di un tasso di cambio fisso e la liberalizzazione, dei mercati finanziari, e anche, a valle, dei movimenti internazionali di capitale.

Il centro, che è un po’ un furbetto, ottiene così due vantaggi. Vantaggio numero uno: in periferia la liberalizzazione dei mercati finanziari necessariamente fa salire i tassi d’interesse. Pensate: lo Stato non può più contare su una serie di acquirenti istituzionali per i suoi titoli (non la Banca centrale, che diventa “indipendente”; non le banche e i fondi pensione, che piano piano passano in mano al settore privato), e quindi per finanziarsi deve offrire tassi d’interesse più alti.

Ma anche i tassi del settore privato vengono liberalizzati, e quindi tendenzialmente crescono. Pensate: in periferia di capitali in effetti bisogno ce n’è, visto che, come abbiamo detto, la sua base industriale è arretrata, il che necessariamente comporta che i tassi d’interesse tendano ad essere alti. Ma prima, quando la periferia era repressa, lo Stato in qualche modo controllava il costo del denaro, mantenendolo entro limiti da lui stabiliti. Certo, in questo modo il denaro costava relativamente poco, ma se l’economia si surriscaldava, perché gli imprenditori ne prendevano troppo in prestito, lo Stato interveniva, magari con strumenti di tipo quantitativo, come il massimale sugli impieghi: se, per un dato costo del denaro, il settore privato si stava indebitando troppo, finanziando in debito la propria domanda di beni, semplicemente lo Stato proibiva alle banche di prestare oltre un certo limite. Ma ora i controlli quantitativi vengono aboliti: che brutta cosa, sa di economia pianificata, mica siamo bolscevichi! Il mercato sa cosa fare, lasciamo che domanda e offerta siano guidate dal prezzo, liberalizziamo i tassi! Quindi, se si vuole evitare che venga erogato troppo credito necessariamente bisogna lasciare che il tasso di interesse cresca. Certo: in questo modo gli imprenditori locali ci pensano due volte a indebitarsi a tassi più alti (legge della domanda e dell’offerta: costa di più, compro di meno).

Ma... forse avete dimenticato un dettaglio. Eh già! Abbiamo liberalizzato anche i movimenti internazionali di capitali. E allora cosa succede? Succede che i creditori del centro, le grandi banche del sistema maturo, attirati dai tassi più alti, esportano i capitali in periferia. Capitali ne hanno, e come! Il centro ha un’industria che guadagna bene, e gli industriali non son soliti tenere i soldi sotto il materasso, sapete? Quindi le banche del centro i soldi ce li hanno, e li spostano in periferia, dove lo Stato e i privati pagano interessi più alti che nel centro, maturo, sazio e repleto di capitali.

Come fanno? In mille modi: aprono filiali delle loro banche nella periferia (ora si può); aprono finanziarie che gestiscono il risparmio o erogano credito al consumo (ora si può); magari integrano queste finanziarie nelle catene di distribuzione (supermercati, concessionarie) che nel frattempo si sono acquistate (ora si può); e poi possono sempre intervenire nei mercati borsistici e acquistare pacchetti di controllo di aziende nazionali (ora si può); e se qualche azienda nazionale che fa bei soldi fosse, malauguratamente, pubblica, non c’è problema: si comprano due o tre giornali (ora si può) e un po’ di ministri (questo si è sempre potuto), e si comincia a diffondere ventiquattro ore su ventiquattro l’idea che lo Stato è inefficiente e fonte di ogni male, e che quindi bisogna privatizzare le aziende pubbliche, partendo da quelle che funzionano, e il gioco è fatto.

Illustri economisti, dalle colonne di prestigiosi quotidiani, annuiranno compiaciuti.

Ma perché siamo partiti dalla fissazione del cambio? Ma è semplice! Perché i capitalisti del centro desiderano (legittimamente) lucrare lo spread, la differenza, fra i tassi d’interesse, senza patire rischio di cambio, cioè senza correre il rischio che la periferia svaluti, come sarebbe in fondo naturale per un paese che diventa importatore netto di capitali e quindi di merci. In fondo non c’è nulla di male: giochi innocenti, purché si sappia smettere al momento debito (cioè: al momento giusto, ma non so perché mi è venuta la parola “debito”).

E poi, pensateci un momento. Se anche i tassi d’interesse fossero uguali al centro e alla periferia, fissando il cambio, un effetto comunque lo si ottiene. Sapete quale? Ve lo dico subito: aumenta lo spread. “Come?” direte voi “Ma adottando un cambio credibile non si abbassano forse gli spread, com’è successo in Europa, dove i greci e gli spagnoli hanno potuto beneficiare di tassi tedeschi?” Aspettate un attimo: al vostro ragionamento manca un pezzo.

Se si effettua un investimento in un’altra valuta, nel rendimento complessivo bisogna anche considerare la rivalutazione o svalutazione attesa di questa valuta. Esempio pratico: prima dell’euro, il tedesco che prestava allo spagnolo doveva guardare non solo ai tassi d’interesse (più alti in Spagna), ma anche a cosa avrebbe fatto il cambio. Ti serve a poco guadagnare un punto di interesse in più prestando a Carlos anziché a Hans, se poi Carlos svaluta, poniamo, del 4%, giusto? Dice: ma noi quando parliamo di spread confrontiamo solo due tassi di interesse, mica parliamo di cambio. E certo, appunto: oggi il cambio non c’è più: è 1 euro (italiano) per 1 euro (tedesco). Per questo non parliamo di cambio, perché il cambio non c’è. Ma quando c’era se ne parlava.

Vuoi un esempio? Nel 1998, un anno prima dell’entrata in Eurolandia, il tasso d’interesse sui titoli a lungo termine era 4.8 in Spagna contro 4.6 in Germania (dati IFS, 2010), e quindi lo spread era 0.2, cioè 20 punti base. Ma siccome la peseta nel 1998 perse circa l’1.2% sul marco, lo spread effettivo, cioè corretto per la svalutazione, fu negativo: 0.2-1.2=-1.0, cioè l’investitore tedesco prestando a Carlos in fondo ci avrebbe rimesso. Meglio prestare a Hans. Nel 1999 i due tassi erano entrambi scesi, di conserva: Spagna 4.7, Germania 4.5. Lo spread quindi era 0.2, come l’anno prima. E quello corretto per la svalutazione? Ehi, amico, sveglia! Nel 1999 c’era l’euro, quindi non bisognava più correggere per la svalutazione. Capisci cosa significa? Significa che lo spread della Spagna era passato da -1.0 a 0.2, cioè era aumentato di 1.2, di 120 punti base. Con l’euro, meglio prestare a Carlos, no? Sembra poco, lo so, a me e a te che movimentiamo un conto corrente a tre zeri (se va bene): ma se tu muovessi milioni di euro, questa differenza di rendimenti diventerebbe significativa, credimi, e porteresti i tuoi soldini dove essa è positiva: nell’esempio, in Spagna.

L’arrivo di liquidità in periferia apre nuove opportunità d’investimento e di consumo, sia perché l’afflusso di denaro dall’estero, piano piano, dopo la fase iniziale, fa diminuire tassi e spread (legge della domanda e dell’offerta), sia perché la liberalizzazione dei mercati finanziari crea nuove possibilità di spesa. Nel mondo represso non si “fanno le rate” per un televisore. In quello libero sì. Gli economisti li chiamano “mercati finanziari perfetti”, quelli dove si può avere tutto subito, perché trovi sempre qualcuno che ti finanzia, ovviamente pagando un prezzo. Quindi la periferia è euforica: le sembra di toccare il cielo con un dito: titillata dai capitali del centro raggiunge vette di piacere consumistico per lei insospettate fino a pochi mesi prima. Orgasmi multipli, lubrificati dalle rate: nuova automobile, nuovo frigorifero, nuovo televisore... Per non parlare della possibilità di contrarre mutui per acquistare prime, e anche seconde case (perché spesso, nella periferia, la prima casa una famiglia ce l’ha)...

Come avrete capito, qui subentra il secondo vantaggio per il centro: drogando coi propri capitali la crescita dei redditi della periferia, il centro si assicura un mercato di sbocco per i propri beni, che i cittadini della periferia possono ora acquistare grazie agli effetti diretti e indiretti di un più facile accesso al credito.
Insomma: è la solita storia. Il centro versa da bere, la periferia, distratta (d’accordo, non sempre), beve, e accorda al centro gli estremi favori... dei suoi cittadini, che comprano, comprano, comprano, assorbendo il sovrappiù del maturo sistema industriale del centro. 

Inizia la parte triste della storia.

La periferia si gonfia.

E anche qui siete fuori strada: non è una gravidanza, ma una bolla.

Cos’è una gravidanza lo sapete, questo è decisamente un libro per adulti. Ma siete sicuri di sapere cos’è una bolla? Come la definireste? Va bene, dai, non voglio mettervi in difficoltà. In fondo, se qualcuno chiedesse a me cos’è esattamente una gravidanza, non sono sicuro che saprei rispondere in modo tecnicamente esatto. Una bolla è lo scostamento del prezzo di un’attività finanziaria dal suo valore fondamentale. Mi spiego. Il valore attuale di un’azione, in linea teorica, dipende dal valore dei dividendi futuri, da quanto reddito l’azione ti garantisce nel lungo termine. Un valore incerto, naturalmente. L’azione però può anche essere comprata e venduta liberamente, lo sapete. Ora, succede che se qualcuno si aspetta che i rendimenti futuri crescano, offrirà di più per acquistare una data azione. E se qualcuno si aspetta che qualcun altro offra di più per acquistare un’azione, cercherà di acquistarla, per venderla quando l’altro sarà disposto a pagarla di più, ma così facendo (cioè acquistandola) contribuisce a farne salire il prezzo. Si chiama “aspettativa che si autorealizza” (self-fulfilling expectation). Ora, siccome al primo che fa questo ragionamento le cose vanno, evidentemente, bene, anche un secondo, e poi un terzo, e poi un quarto, si accodano, domandando quell’azione, il cui prezzo viene spinto su da una domanda che non ha più alcuna relazione con il rendimento atteso a lungo termine (i dividendi futuri), ma solo con l’aspettativa che tutti hanno che il prezzo cresca.

Capite cosa vuol dire che il prezzo si scosta dal valore fondamentale? La matematica finanziaria ci insegna che con tassi al 5%, ha un senso pagare 20 un pezzo di carta che ogni anno ti paga un reddito di 1. Ma se per qualche motivo quel pezzo di carta lo vogliono tutti, tu magari ti trovi a pagarlo 100, e lo fai volentieri, perché pensi che dopodomani lo vendi a 150. Perbacco! Vuoi mettere il 50% in due giorni rispetto al 5% in un anno?

Ma quanto possano essere lunghe quarantotto ore lo sanno bene quelli che avevano azioni in portafoglio il 25 ottobre del 1929, aspettando la riapertura dei mercati il lunedì successivo, sì, proprio quello passato alla storia come “lunedì nero”.

E la bolla immobiliare? Semplice: tornate indietro di qualche riga, sostituite alla parola “azione” la parola “appartamento”, e alla parola “dividendo” la parola “affitto”, ed ecco la bolla immobiliare. La quale, però, una differenza ce l’ha: che gli appartamenti sono meno “liquidi” delle azioni: non basta telefonare al proprio promotore finanziario per disfarsene...

Insomma: la periferia, grazie ai capitali esteri, cresce. Crescono i consumi, crescono anche gli investimenti. Allettati dalla sua crescita, i mercati convogliano verso di essa capitali in misura sempre maggiore, tanto più che la crescita drogata dal debito privato (i capitali esteri prestati a famiglie e imprese) causa un miglioramento delle finanze pubbliche: il rapporto debito pubblico/Pil si stabilizza o scende. I grulli (o i furbi?) per i quali “l’unico debito è quello pubblico” sono così rassicurati. Quanto sembra virtuosa la periferia agli sceriffi (ingenui o conniventi?) del Fondo Monetario Internazionale! Vedi? La periferia è una brava ragazza, ha fatto quello che dicevamo noi, gli sceriffi: si è data un cambio “credibile” (infausto eufemismo), si è fatta un tantinello zoccola, cioè si è liberalizzata, e i risultati si vedono...

Libertà (finanziaria), quanti delitti si commettono in tuo nome!

L’afflusso di capitali non è più guidato dallo spread, dalla differenza fra tassi della periferia e tassi del centro. Può infatti accadere (ma non sempre accade) che questa differenza si riduca: la mobilità dei capitali, dicono i libri degli economisti, eguaglia i rendimenti da un paese all’altro (legge della domanda e dell’offerta). Non è sempre così, ma anche fosse, ormai quello che attira i capitali in periferia non è il tasso d’interesse, il rendimento a lungo termine, ma il guadagno in conto capitale, la crescita convulsa del prezzo delle attività.

Nell’economia drogata sale la febbre: l’accesso al credito facile fa salire l’inflazione, e se all’inizio ci si rivolgeva all’estero per comprare beni di lusso, col tempo i prodotti esteri diventano competitivi anche sulle fasce più basse, perché i prezzi interni sono cresciuti, quindi il deficit commerciale si approfondisce, e occorrono nuovi capitali esteri per finanziarlo. Del resto, lo abbiamo detto prima: un importatore netto di capitali è anche un importatore netto di beni.

Proprio così: drogata, la periferia è drogata di capitali esteri, e la dose deve essere sempre maggiore, per fare effetto. Non c’è crimine verso se stessa che la periferia non perpetri pur di ottenerla. Si prostituisce in ogni modo, distruggendo in pochi anni lo stile di vita e le ragionevoli aspettative di reddito dei suoi cittadini, che si vedono privati dall’oggi al domani di diritti che ritenevano acquisiti, come quelli all’assistenza e alla previdenza; smantellando il proprio sistema industriale, che tanto non le serve più, perché i capitali arrivano, quindi arriveranno sempre, e sarà sempre possibile acquistare all’estero, dove lo fanno tanto meglio, quello che non si ha più convenienza a produrre in casa; cedendo insomma il meglio di se stessa, tutta se stessa, al centro.

“Mi ami, centro?” “Certo, periferia!” “E mi amerai sempre, vero?” “Certo, sciocchina, che domande sono! A proposito, ma cosa te ne fai di quell’industria petrolifera, come si chiama... Ani, Azienda nazionale idrocarburi... Dai, dammela, su, dammi l’Ani, che in cambio avrai un afflusso di capitali che neanche te l’immagini” “Ma devo darti anche questo?” “Ormai mi hai dato tutto!” “Ma la mamma mi ha detto...” “La mamma? Ma hai visto Solone e Licurgo dalle colonne del Corriere? Vedi come ti incitano a vendere l’Ani” “Ma io ho un po’ paura...” “Ma io ti amo, periferia. Dai, dimmi di sì, e vedrai quanta liquidità inietterò nel tuo circuito...”

La sventurata rispose.

Il fatto però è che esiste una legge non so se dell’economia o proprio della natura, quella che dice che “il troppo stroppia”. In economia penso la chiamino legge dei rendimenti decrescenti. Trovare impieghi produttivi per masse enormi e crescenti di capitali non è facile, e gli afflussi di capitali (sì, proprio quelli dei quali i nostri Quisling tanto lamentano la carenza in Italia), sono, per il paese che li riceve, debiti esteri, che occorrerà rimborsare, e che però, quanto più crescono, tanto meno producono i redditi necessari a ripagarli.

Ah, non lo sapevate? Come? Proprio voi, i luogocomunisti, gli spaghetti-liberisti, gli araldi del libero mercato e dell’economia ortodossa, mi ignorate quest’altra semplice verità: non ci sono pasti gratis, no free lunch, non puoi avere qualcosa per niente. Ah, capisco, capisco... In effetti, sì, mi era sembrato di leggere qualcosa del genere nei giornali italiani. Sapete, io ormai li uso solo per incartare il pesce, e così, fra una squama di branzino e uno schizzo di nero di seppia mi era sembrato in effetti di intravvedere che esiste in Italia una sinistra genia di imbecilli che pensa che i capitali arrivino dall’estero gratis, che gli imprenditori esteri comprino azioni italiane, o comunque acquisiscano il controllo di aziende italiane, perché noi siamo simpatici, creativi, insomma, perché ci vogliono bene. E che quindi gli afflussi di capitali sono un bene: noi ne abbiamo bisogno, loro ce li danno, e la storia finisce lì. Ma pensavo di aver letto male, sapete, nella fretta, la padella sul fuoco, gli ospiti in terrazza... Invece voi mi dite che c’è veramente qualcuno che è così cretino da pensare che l’estero i capitali li regali!? E quindi che la svendita delle aziende pubbliche e private italiane a investitori esteri vada non solo non ostacolata, ma addirittura favorita!? E mi dite addirittura che glielo fanno scrivere sui giornali!?

Ma io, da domani, con quei giornali non ci incarto più nemmeno il pesce. Il nobile branzino non merita un sudario tanto abietto...

Vi spiego: chi presta, che deve farsi ridare i soldi con gli interessi, lo sa. Mica pensa di regalarli. Fosse scemo! E questo vale per tutti i tipi di prestiti, capite?

Esempio: chi acquista un’azienda in periferia non lo fa perché vuole portare in periferia lavoro e crescita (in effetti, in due casi su tre comincia col licenziare qualcuno, ci avevate fatto caso?). No: lo fa perché vuole giustamente far profitti e poi riportarli al centro (e magari, per farne di più, di profitti, passa sopra a qualche regola, ci avevate fatto caso?). Ecco, cercate di chiavarvi in capo questa semplice realtà: quello che oggi è un afflusso di capitali domani diventa un deflusso di redditi. L’afflusso di capitali dall’estero (per comprare un titolo pubblico, per finanziare l’acquisto della seconda casa o del primo televisore al plasma di un privato, per acquistare un’azienda), domani diventa un deflusso di redditi verso l’estero (interessi o profitti). Capito? Oggi entrano i soldi, sotto forma di credito (per il centro), cioè debito (per la periferia). Domani i soldi escono, sono redditi passivi in bilancia dei pagamenti, redditi che ampliano ancora di più il deficit estero della periferia, la quale, come usura insegna, a un certo punto è costretta a farsi prestare altri capitali, non più per finanziare investimenti produttivi, e nemmeno per finanziare consumi, ma semplicemente... per pagare gli interessi! E quei capitali, la periferia, all’inizio nemmeno voleva, all’inizio non ne aveva nemmeno bisogno, ricordate? Perché nel mondo “represso” il circuito del risparmio si chiudeva all’interno del paese: alla periferia bastavano i risparmi dei suoi cittadini, che ne avevano, perché siccome non tutto era stato privatizzato, e quindi i servizi essenziali non costavano somme sempre maggiori, in fondo non si stava così male, qualcosa si risparmiava. 

Ci si avvicina al triste epilogo.

Un bel giorno la periferia si sveglia, ha le nausee, vomita. Una grossa azienda va in crisi finanziaria? Le banche accusano “sofferenze” (che poi significa che capiscono che i loro debitori non ce la faranno a restituire i soldi)? Insomma, succede qualcosa, e l’amore finisce, lasciando il posto a una certa insofferenza. Il centro comincia a dubitare della capacità della periferia di rimborsare i propri debiti. Esige così il pagamento di interessi sempre più alti a copertura del rischio, lo spread, che era partito alto (vi ricordate?), e poi si era annullato, decolla di nuovo. La periferia si avvita nella spirale del debito estero, si gonfia sempre di più, e per sapere il seguito basta aprire un giornale. Non è un happy ending.




(ma anche senza questo paragrafo siamo nella top 20 di Amazon da 22 giorni, e primi nella classifica "Economia". I fermatori del declino, con i loro manifesti cerchiobottisti, non stanno fermando il tramonto...)

153 commenti:

  1. P.s.: Ieri qualcuno mi ha chiesto un post "tecnico". Non so se questo soddisfa la sua richiesta. Ora però vi lascio. Devo fare un "post" tecnico su una rivista importante. Have fun!

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    1. Non sono un tuo arbitro, ma non ho affatto gradito la scelta. Per fortuna hai rimediato con questo post, che ora stamperò e allegherò al libro con apposite graffette.

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    2. “Mi ami, centro?” “Certo, periferia!” “E mi amerai sempre, vero?” “Certo, sciocchina, che domande sono! A proposito, ma cosa te ne fai di quell’industria petrolifera, come si chiama... Ani, Azienda nazionale idrocarburi... Dai, dammela, su, dammi l’Ani, che in cambio avrai un afflusso di capitali che neanche te l’immagini” “Ma devo darti anche questo?” “Ormai mi hai dato tutto!” “Ma la mamma mi ha detto...” “La mamma? Ma hai visto Solone e Licurgo dalle colonne del Corriere? Vedi come ti incitano a vendere l’Ani” “Ma io ho un po’ paura...” “Ma io ti amo, periferia. Dai, dimmi di sì, e vedrai quanta liquidità inietterò nel tuo circuito...”

      Tutto perdonato :)

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    3. ...insuperabile! e meno male che non mirava all'Azienda Nazionale Oleodotti ;))

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    4. Pressò, senta un po' qua, a cosa le fa pensare?
      Deutsche Bank-Mann Mayer: Bald zwei Euro-Währungen

      (http://www.deutsche-mittelstands-nachrichten.de/2012/11/48294/)

      ossequi

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    5. Caro professore, le cose sono andate proprio così, anche io dalla mia modesta posizione, non sono un economista di professione, di imprenditore avevo capito e divulgavo il triste epilogo. Mi prendevano per pazzo additandomi come un paranoico antieuropeista, ma sapevo bene che l'adozione di un cambio fisso nelle condizioni di totale disomogeneità strutturale dei paesi membri, disparità tra centro e periferia, era una trappola ai danni dei paesi più deboli.
      La gente comincia a rendersene conto, ma la cosa imperdonabile è la connivenza e/o ingenuità della nostra politica, dal mio punto di vista credo nella prima, che non si è opposta a questo triste gioco.
      La ringrazio per la sua onestà intellettuale, oggi diventata una risorsa rara.
      SALUTI LUCA PERUZZI

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    6. Caro professore,

      lei ha ragione da vendere, sono 10 anni che vado divulgando la trappola dell'euro, mi hanno chiamato nei modi più strani possibili: antieuropeista,paranoico,il solito comunista, solo ora la gente comincia a capire una cosa semplice, ma negata con i peggio sistemi di disinformazione, che l'imposizione antidemocratica del cambio fisso conduceva alla depressione economica della periferia, passando da una fase di surriscaldamento del sistema dove tutto sembrava fantastico, pertanto era ragionevole abbandonare quelle regole ormai considerate obsolete, ma la storia, come dice giustamente lei, si ripete mostrando le elementari regole economiche; se oggi,domani,dopodomani prendi a prestito il conto da pagare prima o poi arriverà.
      La ringrazio per la sua onesta intellettuale, oggi diventata una risorsa rara, per questo motivo continuerò a seguirla sentendomi meno solo.
      SALUTI LUCA PERUZZI

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  2. Prof stamattina nel treno leggevo la parte conclusiva del suo libro e le persone sedute intorno a me, al solo leggere il titolo mi guardavano come se fossi un pericoloso bolscevico in maschera (giacca e cravatta mi danno quel quid da capitalista alla Gekko). La loro fortuna è stata che nessuno ha provato ad iniziare nemmeno il dibattito, altrimenti, corroborato anche dai grafici che avevo sotto mano, lì avrei ridicolizzzati di fronte agli astanti. E per questo credo di doverla sentitamente ringraziare (per la possibilità di capire, non di umiliare :-) )

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  3. Si ricorda prof. quest'estate di un certo Emil sul FQ che faceva lo spread fra i nostri titoli e quelli tedeschi quando ancora l'€ non c'era? Io gli risposi:"Pere-Mele=Cetrioli!" Chissà se leggendo questo post si sentirà un po' cetriolo.... Comunque io farei un'altra bella tabella. Quella dello spread intellettuale fra noi goofynomisti e i fermatori del declino. Chissà che dopo il cambio fisso non sia più tanto apprezzato neanche da loro. Una bella svalutazione o, per usare un termine golfistico, un handicap, penso diventi una necessità ineluttabile se vogliono competere. Comunque la storia d'amore fra centro e periferia è quanto di più esplicativo potesse scrivere.

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  4. Bello sto romanzo. Non sarà un happy ending, ma spero che la periferia, ormai zoccola, abbia lasciato come ricordo al bel centro una serie di malattie veneree, magari curabili solo a suon di suppostone!

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    1. Le malattie veneree ci sono eccome... si chiamano:
      -contributi all'ESM / EFSF
      -saldi Target2
      -economia del centro che sta andando in recessione anche lei perchè non esporta più in periferia
      -Merkel che non sa più come raccontare che i soldi dati a(i creditori de)lla Grecia non torneranno indietro...
      E molto altro ancora. Ragazzi, lottiamo per far sì che intelligenza e buon senso prendano il sopravvento... è un dovere civico verso noi stessi, i nostri figli, i cittadini europei (centrali e periferici)...

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    2. Basta capire che l'euro, ex ECU, ex serpente monetario, in versione b/n o a colori è del tutto inutile, comunque lo si chiami e comunque si cerchi di propinarlo.
      Poi, visto che parli di buon senso e intelligenza, secondo me farli prevalere significa soprattutto non forzare un'unione senza che ve ne siano i presupposti: l'euro e le attuali istituzioni europee, hanno creato l'unione dei popoli attraverso il crescente sentimento di odio nei loro confronti e ORA, si sta creando un nuovo sentimento anti tedesco. Quanto pensi che manchi prima che greci, spagnoli, italiani e irlandesi inizino a promuovere di boicottare i loro prodotti? Ci rendiamo conto che QUESTA non è un'unione che si basa su un principio di solidarietà tra popoli, ma sul reciproco interesse e sfruttamento? Ma ci rendiamo conto che al solo parlare di "aiuti europei", ad ogni capo del governo vengono i brividi lungo la schiena? E questa sarebbe l'unione che dovrebbere competere con gli USA? Meglio soli, che male accompagnati.


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    3. Concordo.
      Stasera ho chiesto a mio suocero ( lavoriamo insieme ) se il programma che utilizziamo prevede le lire.
      E lui con tanto d'occhi : "perchè?"
      Io rispondo : "L'anno prossimo salta l'euro, La Francia s'incazza e manda tutto a carte QUARANTOTTO"
      E lui : "Ma vaaaaaaaaaaaaaa !!!"
      Poi si è tappato le orecchie, chiuso gli occhi urlando "AHAHABLBLBLB".
      Non c'è peggio sordo...

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  5. Ma non c'è più quel pazzo di baraghini?
    Ve le ricordate le edizioni millelire, epicuro e la lettera sulla felicità? Sarebbe da pubblicare così questo post!Bei tempi,l'università, la spensieratezza...troppa spensieratezza e troppa repubblica e l'espresso, troppo scalfari, troppi editoriali di ex post convertiti ed esaltati...Quante supercazzole, quante bisinate e boldrinate, scritte tra l'altro con i piedi, ci siamo puppate in questi anni? Perché glielo abbiamo consentito, perché? Non ci tornavamo mai i conti, ci rimaneva sempre un sapore strano in bocca, ma alla fine avallavamo, con colpevole ignoranza...perché nessuno esponeva questi concetti che ora mi sembrano così semplici, così evidenti?

    Oscillo sempre tra quella calma superiore che ti dà la consapevolezza di sapere che hai trovato la strada e non la molli più (che non significa credere di aver capito tutto, of course)e la rabbia furibonda di voler far pagare il conto a repubblica, perché i danni che ha fatto al sentire comune del popolo genericamente definito "di sinistra" è incalcolabile.
    Ma non è nulla di fronte alla rabbia che provo per un ceto dirigente dell'ex PCI, che ha spacciato e continua a spacciare ciampi e prodi come padri della patria, che ha difeso e sostenuto scelte epocali di politica economica che hanno impoverito il paese e devastato i ceti deboli.
    Lo hanno fatto per lucrare una carriera di camerieri ben retribuiti, consapevoli di tutto quello che sarebbe successo, basta guardare dove sono andati a finire tanti figli di...ma il conto arriverà,state tranquilli, appena finisce il tramonto.
    Prof chiedo scusa per la lunghezza, se non pubblica fa bene! Ma almeno me so' sfogato!

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  6. Tiè trovato.......Per i goofysti boulugnais,ccè stann n'fracco de copie(13) all'IBIS via Rizzoli!Poi vedemo se si organizza la m'briacata.Pressò ma nella tana del luogocomunista passa a presentà er libbbbro?Se la legge il fognatore o qualcuno/a de quarche circolo dei poracci daje le sputeranno insulti a go-go,maschilista misogino....Ha una visione fallica dell'economia!Suvvia meglio qualche studentello dell'università cattolica di Santiago del Cile!

    PS:"piccola storiella capitatami"
    Lei:Vendola con tutti i problemi che ci sono pensa a sposarsi e il lavoro?Io voto Renzi alle primarie,bisogna ringiovanire tagliare la spesa,combattere la coruZZZione ecc.Poraccia classico caso di diagnosi giusta(su Vendola)e terapia sbagliata!
    L'altra:ma no Vendola è l'unico che parla di lavoro di arte di diritti civili,critica il capitalismo finanziario.Soltanto con uno come Vendola possiamo realizzare un'Europa equa e solidale.Poraccissima(penso),classico caso di diagnosi giusta e terapia sbagliata!
    E io?Mentre sgranocchiavo i8l mio panino da due € dar pakistano,prima de trasformamme ner Bufalo,mi calmo e dico:scusate posso?Si in coro.Perchè prima di andare a votare o di non andare perchè non date uno sguardo ai blog di Banai Alberto e Borghi Claudio?Andate su youtube ccè stanno li video.Loro:e chi sono questi e perchè dovremmo farlo?In democrazia ogni opininione e leggittima(ma non rispettabile aggiungerei io) e noi siamo di sinistra cosa dovremmo fare non votare e far vincere il centro destra(sorriso malizioso).Io mi fermo penso un pò e rispondo:
    "no,fatelo perchè non vorrei che dopo 15 anni vi accorgereste come me di aver votao per un partito fascista".Lei:" aaaaah ma scusa tu per chi votavi(sorrisetto pensava chi io fossi de "centrdodestra").....Io? PRC :(

    Cmq il ritardo del Tramonto mi ha permesso di leggere Guerra e Pace:Pressò i dipartimenti di letteratura dovrebbero farle un monumento.

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    1. Marochéin sicuro,o almeno così dicono ar norde!Se l'Italia fosse un AVO magari non sarei nemmeno emigrato.
      ORA PROVO A SCRIVERLO IN GRANDE:SI RIESCE AD ORGANIZZARE IL FAMOSO RITROVO(alias m'briacata)BOLOGNESE?
      CH'AVEMO PURE UN PEZZO GROSSO DER BLO A BOLOGNA!

      PS Alessandro,non vorrai mica chiedere anche tu l'ANI all'amiche mie?

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    2. Su, in alto i calici all'ombra delle due torri. Propongo Divinis in centro vicino a Piazza Maggiore, che ne dite? Sennò le muffe nobili sabato a Zola Predosa, o il Pratello o dove volete voi. email me gedbush@yahoo.it

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    3. Hei Bulagna....stavo pensando di andare domani giovedì al cinema Galliera dove arriva il giovine Matteo,quello che dice di fare il sindaco, con tanto di libro dell' Alberto sotto il braccio...troppo provocante o stuzzicante per certi appettiti voraci ? Qualcuno è in zona?

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  7. Ma è bellissimo prof. E' stato censurato perchè eccessivamente retorico se inserito in un saggio o perchè gli editor poco lungimiranti li trovi tutti tu?

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    1. No, mi sono autocensurato per i motivi che ho detto (quando ho capito che il testo veniva di 400 pagine mi sono spaventato) e perché essendo il libro destinato ai piddini, che sono per definizione poco spiritosi, ritenevo, insieme al mio piddinologo di fiducia (Torny) che potesse essere controproducente. Sai, esiste una sinistra genia di imbecilli per i quali l'umorismo non è una cosa seria...

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. lascia stare i piddini, vogliamo particolari sulla vendita di Ani!

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    4. Non ce la faccio a non spezzare una lancia in favore di Luttazzi.
      Il compianto autolesionista Luttazzi.

      Per lui il Satiro era una questione personale, non poteva non manifestarsi un eccesso di offerta. Se per di più quelle si rivelano le battute verso le quali hai risposta maggiore, "tutto si tiene", come direbbe lui.

      Però, però.

      Lui almeno non usava mezzi termini nel denunciare la deriva liberista e "La Guerra Civile Fredda", che nè più nè meno descriveva il conflitto di classe silenzioso che continuiamo ad osservare. E quando ne parlava, il pubblico si faceva cupo e difficilmente rideva. Forse non padroneggiava gli strumenti economici (la sua lettura era soprattutto in chiave narrativa/emotiva), forse gli bastava (la butto lì) aver letto Pasolini, però, scopiazzate incluse, lui andava sul palco e diceva quel cazzo che gli pareva. E sinceramente non credo che gli abbiano tolto il programma su LA7 per la battuta su Ferrara.
      E mi faceva ridere come un pazzo :)

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  8. semplicemente magistrale. per come è scritto illumina di immenso. Che dire ?? grazie.

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  9. Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe»,
    mi disse «il viso un poco più avante,
    sì che la faccia ben con l’occhio attinghe
    di quella sozza e scapigliata fante
    che là si graffia con l’unghie merdose,
    e or s’accoscia e ora è in piedi stante.
    Taide è, la puttana che rispuose
    al drudo suo quando disse "Ho io grazie
    grandi apo te?": "Anzi maravigliose!".

    E quinci sien le nostre viste sazie».

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  10. "La sventurata rispose"

    Per tutto il resto c'è Mastercard....

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  11. Ma come abbiamo fatto a scivolare in periferia se eravamo tra i primi 7 al mondo? Forse siamo stati consigliati male dagli amici che facevano le crociere sul Britannia?

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  12. Direi che questo era un paragrafo da includere assolutamente invece...soprattutto per poter leggere questo passo:"Vedi come ti incitano a vendere l’Ani (Azienda Nazionale Idrocarburi ndr)...Ma io ho un po’ paura...Ma io ti amo, periferia. Dai, dimmi di sì, e vedrai quanta liquidità inietterò nel tuo circuito...”...ma perchè lo ha tolto!?!?!?!? Peccato...buon lavoro!

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  13. Quello che mi lascia allibito è che la politica italiana degli ultimi 30 anni non ha fatto l'interesse dell'Italia.
    Nemmeno quello della classe borghese italiana, dato che -alla fine dei conti- la "disciplina" dei suoi lavoratori le ritorna indietro come un boomerang quando -causa crisi- deve chiudere le imprese e/o è costretta a vendere a stranieri. Non ha veramente vinto nessuno!

    La decisione -confermata, se non erro, dallo stesso autore del "divorzio"- di contenere la spesa pubblica schiacciandola sotto il macigno degli interessi si commenta da sè: un suicidio politico ed economico, un esempio di scarsa lungimiranza, un'immagine fulgida dei tremendi costi che può causare una cattiva politica. Una cattiva politica che si basa su "decisioni irrevocabili".

    Ma tanto è, il concetto delle "decisioni irrevocabili" ce lo abbiamo (evidentemente) nel cuore: nel 1940 lo concretizzammo in un modo, nel 1981 in un altro. Sempre con lo stesso (e maledetto, aggiungo), alleato. Il solito alleato sbagliato. Oggi, come allora, l'armistizio avrà costi molto pesanti.....

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  14. Come sempre, un capolavoro di semplicità. Ciao prof, complimenti per il libro che dovrebbe arrivarmi a giorni.

    Anche se non scrivo molto ultimamente, vi seguo tutti sempre.

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  15. Nel libro le informazioni ci sono tutte lo stesso, certo che qui una prosa ancor più accattivante tiene ben desta l'attenzione (utile se capita di leggere di notte come spesso capita a me).
    Il dialogo del "dammi l'Ani" mi ha fatto pure eccitare un po' (sul medio periodo)...
    Professore, e se facesse circolare una versione del testo dal titolo "Histoire d'EurO"? per aumentarne la penetrazione nel mercato del libro?
    Nell'attesa, farò una copia anch'io di questo post da allegare al volume.

    E a proposito di incontri (solite scuse per l'OT), rilancio l'idea di un compleanno goofynomico a Padova (e/o dintorni). Ecco la mail che ho creato:

    incontriamoci.padova@yahoo.it (sembra una cosa da scambisti, lo so)

    Pare che Nobuo abbia delle copiose riverve di valuta alcolica (a proposito, che fine hai fatto, Nobuo?). Insomma, se mi scrivete provo ad organizzare!

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  16. E' il mio schermo, o la seconda ristampa è un po' sbiadita? :)
    http://www.amazon.it/Il-tramonto-delleuro-Alberto-Bagnai/dp/8897949282/ref=zg_bs_books_19 ? :)

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  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  18. salve professore!!!
    scrivo per la prima volta sul suo blog, ma la seguo ormai da diversi mesi, da quando byoblu (grazie claudio!!!!!) l'ha intervistata. senza l'intervista oggi starei ancora a gridare contro il debbbito pubblico, la casta, la corruzzzione e farmi intimorire dai terroristi dell'inflazione e della svalutazione.

    vorrei segnalarvi un articolo che definire esilarante è riduttivo.
    l'altro giorno navigavo sul web, quando mi sono imbattuto sul sito di pierfurby casini, colpito dall'articolo: "L’abbandono dell’euro: una scelta con tanti rischi e nessun vantaggio", scritto da uno pseudo-economista, un tale Mario Pezzati. oltre al testo dell'articolo, sono ancora più divertenti le risposte ai commenti di coloro che gli facevano notare che aveva scritto un mucchio di falsità

    questo è il link. tenetevi forte e trattenete le risate!
    http://www.pierferdinandocasini.it/2012/06/01/labbandono-delleuro-e-la-svalutazione-della-lira-una-scelta-con-tanti-rischi-e-nessun-vantaggio/

    ps. ha deciso dove sarà il prossimo 17 dicembre? spero che venga a genova. infatti quella mattina devo essere in città per sostenere un esame (di diritto).

    simone

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  19. Caro Professor Bagnai,
    Seguo da qualche tempo il blog. Trepidante come un bimbo a natale ho ricevuto finalmente il libro. Grazie. Spero mi scuserà per la lunghezza del commento ma vorrei sottoporre a lei e ai lettori del blog alcune frasi di un membro del board della BCE (riportate qui in fondo). Probabilmente ho capito male, ma se questi della BCE oltre alla politica monetaria controllassero anche quella fiscale che spazio mai rimarrebbe ai singoli stati che manco possono uscire dal club? Forse PIIGS non sottintende un giudizio morale ma semplicemente indica "animali da allevamento". Ringrazio chi volesse cimentarsi in un esegesi delle affermazioni BCE riportate (troppo ostiche per me).
    Stefano
    PS pensavo di regalare il libro assieme al DVD "galline in fuga"
    che ne dite?

    … from an institutional design perspective, central bank independence and a clear focus on price stability are necessary but not sufficient to ensure that the central bank can provide a regime of low and stable inflation under all circumstances – in the economic jargon, ensuring “monetary dominance”. Maintaining price stability also requires appropriate fiscal policy. To borrow from Leeper’s terminology, this means that an “active” monetary policy – namely a monetary policy that actively engages in the setting of its policy interest rate instrument independently and in the exclusive pursuit of its objective of price stability – must be accompanied by “passive” fiscal policy. A passive fiscal policy means that the fiscal authority must be ready and willing to adjust its policy stance (revenues and primary spending) in such a way as to stabilise its debt at any level of the interest rate that the central bank may choose. … The creation of the EFSF/ESM in charge of providing support to euro area Member States in difficulties and enforcing appropriate conditionality has filled this gap. It provides the euro area with a means to restore “Ricardianess”, thereby minimising the risk of “fiscal dominance”.
    http://fistfulofeuros.net/afoe/some-pleasant-monetarist-arithmetic/

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    1. Galline in fuga? Meglio la versione piddina: Fassine in fuga.

      P.S. Sto leggendo il libro. Vorrei avere più tempo da dedicargli, mannaggia!

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  20. È sempre un piacere leggerla, professore.
    Quanto ai fermatori del declino, per il momento stanno fermando solo sé stessi. Il declino, invece, prosegue spedito sotto gli attacchi dei droni della Ue che colpiscono chirurgicamente in mezza Europa i pilastri dello stato sociale, con inevitabili danni collaterali alle famiglie, tessuto sociale, mondo del lavoro, ecc.

    Notevole, comunque, Monti tra gli emiri. Neanche Totò e Peppino...

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    1. Ciao, correttore. Lameduck è una ragazza in gamba. Il suo blog è originale e puntuto. Solo che io non reggo Twitter, e non lo utilizzo perché penso che comunicare tra individui senzienti a suon di 140 caratteri alla volta è semplicemente demenziale.

      Piuttosto, vedi se questa scena ti ricorda qualcosa.

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    2. @ Mario Salvatori (22 novembre 2012 12:04)

      Grazie, riferimenti molto utili.

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  21. Ho provato a esporre i principi della Goofynomics in una riunione del mio circolo del PD, alla presenza dell’On. XXXXXXXX, deputato del mio collegio.

    Esito: hanno ascoltato con attenzione, colpiti dal ragionamento serrato, ma si sono spaventati, e hanno avuto una reazione di rifiuto; un signore mi ha detto: “ho già avuto due infarti, non farmi venire il terzo” (forse è stata colpa mia, che sono stato troppo aggressivo, e mi sono rivolto all’on. come Bagnai si rivolge ai suoi lettori). Uno solo mi ha detto: “Le cose che dici danno da pensare”. C’è da dire che era però un uditorio prevalentemente di pensionati.

    Impressioni personali: l’on. non sapeva una mazza, e quel poco che sapeva ce lo nascondeva; il PD vuole il pareggio elettorale per non assumersi da solo la responsabilità della macelleria che si farà (sollecitato sul punto ha vigorosamente smentito, e ha trasformato i miei sospetti in certezze); attaccato sulle tasse ha detto che non hanno sospeso le tredicesime (il che mi ha subito fatto sospettare che lo faranno l’anno prossimo, passate le elezioni).

    Morale: se avete persone a cui volete bene, i regali di Natale fateli quest’anno, ché il prossimo potreste non essere in condizione di farli...

    P.S.
    I goofysti bergamaschi e bresciani che volessero studiare insieme al sottoscritto l’economia (e le bollicine ) del Franciacorta possono scrivere a: stefanopiccinni@libero.it.

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    1. ecco perchè Uolter Ueltroni voleva il partito snello, il partito light, per non dover più fare riunioni di circolo e correre il rischio di dover incontrare dei rompicoglioni ;).

      Penso che il tuo circolo lo chiuderanno presto... sai, occorre ridurre il costo della politica!

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    2. Sono nelle tue stesse condizioni ed anch'io cerco di spiegare la situazione ai miei "pensionati" con reazioni molto simili (... ci spaventi...) Hai letto sul blog di Cosseddu (popolino) la descrizione del "corpaccione"? Ma arrivando al sodo, ce la fai a sottoscrivere la Carta d'Intenti per ottenere il certificato e votare? Io non voto e Lunedì ho convocato l'ultima direzione. Esiste un limite ai sacrifici che si possono fare per rendere un qualche servizio agli altri.

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    3. Vorrei non dare ragione ma..... ritengo quanto esposto un'analisi politica più che attendibile.

      La "loro" preoccupazione non è il benessere dei cittadini ma la divisione delle responsabilità politiche dell'austerità. Insomma: realpolitik e niente di più.

      P.S.
      Se non ricordo male, non hanno sospeso le tredicesime dei dipendenti pubblici anche perché la Confeserecenti aveva fatto fuoco e fiamme al solo sentore. Incredibile ma vero, oggi i lavoratori sono tutelati non dai politici (o dai sindacati), di sinistra ma dai "commerciantievasoricattivi".......

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  22. Io vorrei dire (non che qui sia una novita intendiamoci, ma per me lo era prima di trovare riiscontro scientifico su Goofy) che la sventurata rispose perchè indotta in errore, e quindi alla prostituzione, dai padri putativi (falsi, bugiardi e traditori) che le illustrarono (e continuano a farlo ) il moderno ragazzo (libertino non liberista, classicamente viscido non moderno) come un'ideale romantico, o se vogliamo come un'astratta idea platonica.
    Peccato lo abbia tolto anzi ci stava bene in aggiunta anche il sonetto del Belli (di cui sono fervente sostenitrice : perchè ci sono periferie e periferie...).

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    1. La povera Natasha(l'Italia), fidanzata con il principe Andrej (la lira), incontra e viene sedotta dal malefico Anatole Kuragin (l'euro) aiutato nell'intento dalla subdola contessa Bezuchov (la Germania). Perderà l'amore del fidanzato e si ammalerà gravemente ma infine potrà curare il suo amore morente e nel finale della storia Pierre (Alberto Bagnai) le darà la gioia dell'amore e della sua ritrovata felicità.... Per sapere come si chiama questa felicità bisogna chiedere a Claudio Borghi che a Pescara ci svelerà il nome della nostra nuova moneta.

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    2. E noi siamo qui e lottiaamo insieme a Pierre: perchè Natasha "non deve morire":)
      Sono curiosa per il nome, ma qualsiasi cosa andrà bene, purchè soccomba il malefico Kuragin.

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  23. Mi è arrivato il libro.

    Ora faccio una proposta, anzi, non una proposta, ma una comunicazione. Ho deciso che acquisterò 10 copie del libro a mie spese, poi mi metterò una domenica mattina sul corso principale della mia città, con un banchetto, e le rivenderò a prezzo scontato di un euro ai miei concittadini. Dice: perché scontato? Perché sì!

    Sconto a parte, che ne pensate? Le vostre risposte mi interessano, ma io 'sta cosa la faccio, a prescindere.

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    1. prima di tutto ti ringrazio per i video e per il lavoro che hai fatto; seconda cosa mi e ti chiedo? ma se po' fa? è legale? eco ce serve libero come er vento :)

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    2. Perchè invece non li lasci in giro come un novello Otto Quangel?

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    3. Sta in campana che te fanno 'n verbale lungo na quaresima...a meno che nun c'hai gnente da perde!!!

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    4. gesto nobile soprattutto contando il fatto che le copie vanno a ruba, e appunto su questa situazione potresti fare il contrario (come si suol dire speculare sul lavoro altrui) :p

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    5. Io pensavo di regalarne un po' di copie alle biblioteche comunali della mia zona, o magari di inviarle anche ai comuni più vicini.

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    6. Dico che avrebbe un moltiplicatore di 0,20 (ogni 10 persone beneficiate 2 lo leggerebbero)e il tempo di reazione del lettore sarebbe di un mese (lettura e nuova diffusione di 10 copie). Se lo facessimo in 50 del blog tra 12 mesi l' avrebbero letto (nuovi lettori) in 100*2 alla dodicesima (409.600). Non male

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    7. Le mie 4 copie saranno regali di natale agli amici che non hanno voluto considerare il discorso intavolato ( è proprio il caso di dirlo ) in varie serate.
      Nessuno, dico nessuno, ha approfondito la questione, parandosi dietro le solite frasi di circostanza.

      A proposito di sezioni provinciali di Goofynomisti, nessuno di Milano che voglia aprire un circolo?

      Metto la mia mail : rmora@tiscali.it

      Roberto

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    8. Ciao Eco.
      Visto che lo fai a prescindere (sei un grande!) mi permetto.
      Il banchetto mi sembra poco efficace, in relazione alla spesa (se poi la soddifazione è principalmente personale, allora tutto cambia!) e confondibile con tanti altri banchetti... non so.
      Ad un prezzo simbolico il libro te lo compro pure, ma poi lo leggo davvero?
      Certo, suona bene: Il Tramonto dell'euro ad un solo euro!
      E se il fatto di essere così a buon mercato lo faccia apparire come un testo di poco valore anche nei contenuti?
      Butto lì delle altre idee.

      Se hai delle copie gratuite o a prezzo simbolico potresti:
      -darle a chi conosci che le leggerà di sicuro, o quasi (ma questo probabilmente lo fai già);
      -organizzare una serata nella tua città in cui si parla del contenuto del libro e poi dare una copia a chi è interessato (e/o è in difficoltà ad acquistarlo);
      -metterle a disposizione ad insegnanti e studenti degli istituti superiori (ma non solo), magari proponendo una presentazione alle assemble di istituto (coinvolgendo altri goofynomisti? ovviamente con un taglio non "attivistico" alla "ecco la soluzione di tutti i mali: facciamo presto sennò muoriamo tutti!", ma semplicemente divulgativo) e/o fare un piccolo corso di economia pomeridiano gruatuito (tot incontri) ad adesione volontaria;
      -darle alle biblioteche alla condizione che rimangano esposte tra le novità;
      -progettare un percorso di studio/divulgazione, di tot incontri (anche informali, da fare in casa, con chiachiere e vino prima e dopo) per una decina di persone, alle quali mettere a disposizione il libro come materiale didattico;
      -aggiungere anche dieci copie de “La sinistra rivelata” di Badiale e Bontempelli;
      -venderle a degli sceicchi "a buon mercato" perché è il momento buono e si rivaluteranno;

      Buon banchetto! E non dimenticare di aggiungere alle copie un tocco melodrammatico e piccante con “Il romanzo di centro e di periferia”.
      Grazie ancora per il tuo lavoro!

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  24. A me che il libro deve ancora arrivare, leggere questo post è servito più di una recensione.

    Di solito non sono uno che ha fretta, ma mò me l'ha fatta venire!

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  25. IL libro mi è arrivato ieri,comincerò a leggerlo oggi, ma dopo aver letto questo post, spero che il capitolo dedicato al ciclo di Frenkel (da pag. 134 in poi)sia altrettanto efficace nello spiegare che i capitali esteri non sono la panacea dei nostri mali, anzi, al contrario, li amplificano. Certo questo argomento spiegato nella forma di questo post è assolutamente eccezionale per la sua comnprensibilità e sarcasmo corrosivo. Sono tuttavia d'accordo col prof, che le persone a cui era destinato, non hanno molto senso dell'umorismo....
    Intanto continuo ad arrovellarmi per cercare di trovare nuovi interlocutori e nuovi modi di far conoscere il libro, a questo punto l'unico modo per cercare di dare un futuro ad una Europa incamminata verso il baratro.

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    1. Ho finito il libro e devo dire che per semplicità e scorrevolezza è esemplare, insomma per non capire qualcosa ti devi impegnare veramente! Chi dovesse avere delle difficoltà a mio modesto parere o è limitato o in cattiva, anzi pessima, fede!
      NOS VEMOS MANANA!!! ;-)

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    2. Tranquillo, il ciclo di Frenkel viene spiegato con una chiarezza esemplare, tanto che lo capirebbe anche la Camusso (salvo replicare che però c'è un gran bisogno di tavoli e mediazioni... con le terga altrui!). Per natale sarei tentato di regalarle una copia del libro, alla sciùra Susanna.

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  26. "Il nobile branzino non merita un sudario tanto abietto..." una sola parola

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    1. Compà il link non funge perché ti sei perso per strada i due punti dopo http (suggerimento: andate di copia&incolla e poi controllate i link con l'anteprima del commento).

      Il link coretto è questo: una sola parola.

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  27. Il post è divertente.

    Il messaggio in esso contenuto lo definirei economicamente preoccupante.

    Emerge, inoltre, una incoerenza di fondo.

    Non si capisce, sinceramente, come si possa criticare l'euro sul presupposto che ci sia qualcuno (l'elite) che decide cosa è giusto per il popolo e poi lodare, implicitamente, il sistema dirigista, di stampo sovietico, vigente fino agli anni 80.

    Fra l'altro quel sistema comportava la sistematica distruzione del risparmio, basato com'era su tassi di interesse reali fortemente negativi.

    Inutile sottolineare penso, che al credito bancario, che aveva un costo fortemente negativo, per cui potersi indebitare era come vincere un terno al lotto, si poteva accedere solo previo padrinaggio politico.



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    1. Catalano, sei e rimani un grande! Se non ci fossi bisognerebbe inventarti. Sei la prova che madre Natura ha copiosamente elargito ai difensori dell'euro il dono dell'umorismo (involontario). Ti faccio presente che:

      1) quel sistema non era sovietico, ma americano (leggi, caro, Reinhart e Sbrancia, e vedrai...);
      2) l'Unione Sovietica era molto più simile all'Eurozona di quanto voi crediate, e per questo non la apprezzo particolarmente;
      3) gli Stati Uniti si sono già rimessi su quel percorso, con tassi di interesse reale sovietici (cioè negativi), e quindi, che piaccia o no a te o a Boldres o a Zingalin, anche noi ci dovremo rimettere su quella strada;
      4) i tassi di interesse reale negativi non distruggono il risparmio: sono la remunerazione che si paga per un bene del quale credo che oggi dovremmo apprezzare il valore: la sicurezza.

      Tuo,

      Il Padrino

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    2. Nel sistema vigente fino agli anni '80, le scelte "dirigiste" cui Ella allude si discutevano in Parlamento e c'era un dibattito politico sul tema e nell'opinione pubblica.
      Prova ne è, a titolo di esempio, il dibattito parlamentare sull'entrata nello SME, in cui spicca il lucido intervento dell'allora deputato Giorgio Napolitano.

      Dal 1981, anno del "divorzio" invece, non è stato più così. Sul tema non vi fu dibattito ed il principio fu introdotto, per così dire, "di nascosto".
      O dobbiamo invece "lodare" il modo in cui è stato votato l'inserimento del pareggio di bilancio in costituzione (un voto marcatamente "bulgaro", senza un'opposizione politica, senza un dibattito, determinato dallo stato di necessità, imposto da vincoli politici esterni e che mette tristemente all'angolo la garanzia costituzionale del referendum popolare, ossia dell'esercizio della democrazia diretta). Secondo Lei questo è un metodo "non dirigista"? Mi perdoni, ma il suo concetto di dirigismo è, come dire, piuttosto singolare.....

      P.S.
      Ella può, cortesemente, fornirmi dei dati concreti su questo incredibile surplus di risparmio nazionale regalatoci dall'ingresso nell'euro? Senza scomodare la scienza economica, tutti questi soldi in giro non sembrano vedersi: basta usare gli occhi e il buon senso per rendersene conto.

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    3. Senza contare che gli interessi reali negativi sono "leggermente" più "produttivistici" (avete presente gli investimenti nel manifatturiero, anche "autofinanziato"...e non export in Cayman?), e il risparmio lo distruggono solo in quanto non tenda alla perfetta equazione S=I, cioè in quanto il "sistema" non sia orientato al "too much finance" (v. Panizza), che tanto piace agli spaghetti liberisti acritici o interessatamente seduti nella tenda dello sceicco "beige"...

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    4. "quel sistema comportava la sistematica distruzione del risparmio, basato com'era su tassi di interesse reali fortemente negativi"

      Caro Catalano, ma perché mai il risparmio dovrebbe essere incrementato dallo Stato, cioè a spese delle tasse di chi lavora? Se uno ha dei soldi, è libero di investirli, a suo rischio, in azioni o attività produttive. Se, invece, desidera che lo Stato glieli "trasferisca" al futuro in condizioni di tranquillità, allora deve pagare. L'1,5% non mi sembra neanche tanto, in fondo.

      Strano, poi, che coloro che chiedono che lo Stato remuneri lautamente il proprio risparmio, vogliono anche che si riduca. Famode a capirse: ma lo Stato ideale, per un liberista, serve per pagare gli interessi sui titoli, ma poi si deve levare di torno?

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    5. @Alberto
      "Catalano, sei e rimani un grande!"

      ?? Vedo che ti è tornato il difetto di pronuncia!
      In questo caso non posso che concordare con il tuo giudizio;
      caro Carmelo,
      siete grande in verità

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    6. Bravo, hai smascherato il compagno Bagnai, che in fondo vuole solo "un piano quinquennale, la stabilità".... rispetto ai piani ventennali che ci impongono i "mercati" vale la pena di rivalutare la NEP quale seria alternativa.....
      E non sei nemmeno quello messo peggio, c'era pure uno che chiedeva cosa era successo nell'89 (1989, non 89 a.c.)

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    7. @Catalano

      basta leggersi anche solo l'abstract dell'articolo di Reinhart linkato in questo stesso post per vedere citati gli USA e UK come economie con tassi di interesse


      [...] For the United States and the United Kingdom our estimates of the annual liquidation of debt via negative real interest rates amounted on average from 2 to
      3 percent of GDP a year. [...]

      non è citata invece l'URSS (che non era la Russia, ma un'unione di Paesi nei quali comandava la Russia, e già questo fa pensare)

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    8. Sinceramente io penso che il Professore sia l'esempio tipico del comunista.

      O, almeno, così si comporta.

      Da' del fascista a coloro che non la pensano come lui, distorce il pensiero altrui, cerca di ridicolizzarlo e, soprattutto, non pubblica i post con i quali si evidenziano le inesattezze, per essere gentili, che scrive.

      Quali?

      Sostenere, senza dirlo esplicitamente ovviamente, che il sistema finanziario italiano degli anni 80 era un sistema finanziario di stampo anglosassone.

      Operazione compiuta manipolando abilmente il discorso del tasso di interesse reale negativo.

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    9. Criticare l'Euro perché imposto a-democraticamente è comunista?

      Temo che Lei non abbia molto presente cosa fosse il sistema sovietico, né, conseguentemente, quanto l'odierno (Euro) sia ad esso molto simile.

      Mi permetto solo uno spunto ... qual'era quello stato che pretese unire sotto un unico controllo centrale plurime repubbliche rappresentanti nazioni ed addirittura etnie anche molto differenti tra loro?
      Qual'è quell'entità che pretende oggi di fare altrettanto imponendo un unico controllo centrale a molteplici differenti nazioni?

      Quanto all'essere o non essere anglosassoni, forse potrebbe spiegarmi come mai gli Usa abbiano sempre e costantemente rifiutato il pareggio di bilancio in costituzione finanziando la spesa pubblica a deficit (al pari di quanto facevamo noi ante euro) o perché gli inglesi pervicacemente rifiutino di entrare nel pretesamente anglosassone euro.

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    10. Qui mi sembra che si concordi sostanzialmente con Bagnai:

      Maurizio Donato* - 15 Dicembre 2011

      Mentre sono molto popolari le analisi del debito pubblico che mettono al centro dell’attenzione il comportamento del settore pubblico, anzi dei “politici” ai quali viene addebitata ogni responsabilità per quello che viene considerato da molti una ipoteca nei confronti delle generazioni successive, minore attenzione viene solitamente dedicata al contesto monetario in cui l’impennata del debito pubblico italiano si è realizzata. Mi riferisco al ruolo delle banche centrali, e in particolare all’ideologia monetarista che presiede ai loro comportamenti da trent’anni a questa parte.

      Tra marzo 1974 e ottobre 1979 i tassi di interesse reali in Italia si sono mantenuti negativi, da un minimo di -1,5% (settembre ’78) a un massimo di -16,5% (dicembre ’74) e la dinamica del debito pubblico, in presenza di tassi di crescita strutturalmente in declino, ma ancora in linea con quelli dei principali partners europei, appare sostenibile.

      E’ nel marzo del 1981 che, per la prima volta, i tassi di interesse reali diventano positivi: appena lo 0,3%, che però dopo un triennio diventa 6,4% per poi raggiungere il 7% nel marzo dell’86, l’8% nel ’92 fino a un massimo del 10,2% nella nera estate di quell’anno. Perché? Che cosa accade di particolare nel 1981?

      Succede che la Banca d’Italia, d’intesa con il ministro del Tesoro dell’epoca, abbandona ufficialmente la pratica di porsi come acquirente residuale dei titoli del debito pubblico rimasti eventualmente invenduti alle aste: si tratta del cosiddetto “divorzio”, evento considerato da molti come il possibile inizio di un percorso virtuoso dei conti pubblici e dell’intera economia italiana, costretta a ciò dall’avvio del processo di unificazione monetaria europea che impone un vincolo di cambio per restare dentro il meccanismo del sistema monetario europeo. Da quella decisione, almeno in Italia, la banca centrale accentua la sua caratteristica di istituzione indipendente, dal momento che i governi non potranno più contare sui suoi acquisti di titoli che saranno sottoposti all’unico giudizio del mercato.

      Il resto dell'articolo, completo di grafici e tabelle, che qui non può essere riportato per intero a causa della lunghezza, lo trovate qui: http://www.economiaepolitica.it/index.php/primo-piano/un-vincolo-di-interesse/#.UK4DYeT8LIA

      Se Catalano avesse avuto la cortesia di formulare affermazioni non apodittiche, credo che non sarebbe stato censurato.

      Un anno di Goofynomics rende le persone molto più consapevoli della necessità di avere riscontri (il più possibile) oggettivi

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    11. Qualche altra considerazione - con grafici e tabelle - qui:
      http://dipeco.economia.unimib.it/persone/stanca/polec/tesine03/uliano.pdf

      Oppure qui:
      http://morgana.unimore.it/marotta_giuseppe/didattica/scem1_0708/naturalrate_emu.pdf

      In questo caso, trattandosi di bollettino BCE, bisogna interpretare bene il senso delle parole che vengono usate (come per i bocconiani, le conclusioni sono "diversamente" uguali)

      Ma prima di rimettermi a lavorare, una perla del miglior Catalano:
      http://www.youtube.com/watch?v=iMWsLDnbIsA

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    12. Non vorrei sembrare eccessivo, ma per chi ancora non crede a Bagnai, sarebbe opportuno andarsi a leggere (se non regge la parte analitica, quanto meno le conclusioni del) paper seguente:
      http://www.biblio.liuc.it/liucpap/pdf/33.pdf

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    13. Scusa la mia ignoranza economica, ma non ho capito una mazza di quello che hai scritto.

      Nel post del 21-11 dici:
      «poi lodare, implicitamente, il sistema dirigista, di stampo sovietico, vigente fino agli anni 80.»

      in questo post dici:

      «Sostenere, senza dirlo esplicitamente ovviamente, che il sistema finanziario italiano degli anni 80 era un sistema finanziario di stampo anglosassone»

      può darsi che mi sbagli, ma mi pare che tu ci metta un bell'impegno a complicarti le idee, riuscendoci benissimo, tra l'altro.
      Attendo chiarimenti, se puoi darne...stampo sovietico o anglosassone?

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    14. Bene, così ripristiniamo le ideologie tradizionali: comunisti vs fascisti. E' un passo avanti verso il ritorno a forme più sensate di dialettica politica.

      Più seriamente, non per piaggeria verso er cavajere nero, voglio ricordare che negli Stati Uniti il Glass Steagle Act è stato rimosso solo a fine Presidenza Clinton e prima avevano anche la Regulation "Q" (invocate S.Google al bisogno), che farebbe impallidire Catalano.

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    15. Egregio Catalano, non so il prof, ma io chiamo i troll troll, e gli idioti idioti (non "differentemente comprendenti").
      L'italia di stampo sovietico fino agli anni 80 non so chi te l'ha raccontata, di sicuro io non l'ho vista ne' vissuta. Se per "regime sovietico" si intende la decadenza dell'industria pubblica tra fine 60 e 80, non parliamo la stessa lingua e abbiamo percezioni della realta' divergenti.
      I sistemi finanziari di stampo anglossassone che ho visto operare negli ultimi 15 anni si sono dimostrati strettamente disfunzionali (diciamo pure nocivi) per l'equilibrato sviluppo di molti settori industriali, per tacere delle conseguenze sull'economia globale che dal 2008 in poi sono davanti agli occhi di tutti.
      Detto cio', mi atterro' alla migliore delle netiquette e smettero' di dar da mangiare ai troll...

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    16. Caro Catalano,

      mettiamo che tu incontri una ragazza : occhi scuri e intensi, flessuosi capelli corvini, seni e fianchi procaci, carattere dolce e paziente. Se dopo il primo incontro incominci a riflettere che in effetti tu hai sempre avuto un debole per le donne determinate, tendenzialmente androgine, magari coi capelli cinerei tuttiteghe, che di tutti quei seni e fianchi tu proprio non sai che fartene e che belli gli occhi cerulei, ti do una dritta : lassala perde (traduzione : quella donna non ti piace).

      Mutatis mutandis.

      Draghi (BCE) vuole che l'Italia sia modificata attraverso ampie riforme strutturali.
      Monti (presidente del consiglio nominato, non eletto) vuole che l'Italia sia modificata attraverso ampie riforme strutturali.
      Napolitano (sedicente garante della Costituzione della Repubblica Italiana) vuole che l'Italia sia modificata attraverso ampie riforme strutturali.
      Vi do una dritta : lassatece perde (potreste magari andare ......... da qualche altra parte)

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    17. Non sapevo che fino all' inizio degli anni 80 i miei genitori vivessero nell' unione sovietica. Quindi socialdemocrazia e socialismo reale per molti sono la stessa cosa... adesso capisco com' è stato facile fare le privatizzazioni negli 90 senza che si arrabbiasse nessuno :-).

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    18. Un rendimento reale negativo sui titoli di stato orienta gli investimenti dei risparmi in attività produttive invece che sui titoli di stato stessi. Es. La mia attività mi ha permesso di risparmiare una cifra x. Dove la investo? In bot dal rendimento negativo reale oppure amplio la mia azienda visto che la domanda di ciò che produco ancora tira? Visto che speculare sulle rendite ci ha portato fin qua ben vengano i rendimenti reali negativi sui bot.

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    19. Per chi se lo fosse perso, The Liquidation of Government Debt, di Carmen M. Reinhart, M. Belen Sbrancia.

      Quello che non riesco a capire è che cosa ci si possa trovare di bello nel potersi indebitare a volontà.

      Ricordo che negli anni '90 leggevo con preoccupazione (perché so che qualsiasi cazzata inventata lì prima o poi arriva da noi) della brutta abitudine che aveva preso il consumatore negli USA: quando gli arrivava la richiesta da parte dei gestori di una carta di credito di rientrare dallo scoperto lo facevano pagando con altra carta di credito. C'è gente che si è rovinata con questo giochino.

      Anche la crisi dei mutui subprime è in fondo una crisi da indebitamento allegro.

      Lo stesso vale per l'eurozona. Diciamo che hanno ragione quelli che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, solo che si dimenticano sempre di specificare da quando e come: abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità da quando c'è l'euro perché i privati si sono indebitati oltre il sostenibile grazie all'esplosione dell'offerta di credito (banche allegre, finanziare, credito al consumo convenzionato).

      Le istituzioni che hanno prestato, a differenza dei privati, avevano tutte le informazioni per valutare il rischio e capire quando dovevano cominciare a stringere i cordoni della borsa, però non lo hanno fatto. A me questo sembra un evidente fallimento del mercato, che quando non viene regolamentato crea solo disastri.

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    20. Non mischiamo i piani della discussione.

      Non capisco cosa c'entrino il Glass Steagle Act e la Regulation Q con quanto da me scritto.

      Un conto è discutere del giusto livello di regolamentazione del sistema finanziario, un conto è affermare che lo Stato debba intervenire direttamente, a mezzo Banche pubbliche, o indirettamente, attraverso meccanismi di tipo amministrativo, tipo il vincolo di portafoglio, nel processo di allocazione del risparmio verso gli impieghi più efficienti.

      In sintesi io sono per uno Stato che svolga il ruolo di regolatore-sanzionatore, il Professore Bagnai, se non ho interpretato male, è a favore di un ruolo più attivo dello Stato.

      Ruolo più attivo che, in ultima analisi, significa allocazione politica del credito, a costi politici.

      Ecco, quindi, il mio riferimento al sistema sovietico, in cui era lo Stato a decidere quanto, cosa e come produrre.

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    21. @Correttore

      aggiungerei che in USA ora si profila all'orizzonte la bolla dei prestiti agli studenti i quali hanno contratto debiti enormi per potersi "accattare" una laurea e adesso non riescono a ripagare i debiti, con l'aggravante che questi poveretti non possono fare "default" perchè la legge americana non lo permette, a differenza di quelli che avevano fatto il mutuo per la casa, d'altronde che cosa potrebbero restituire? Le nozioni apprese a scuola? Ecco, adesso anche in Italia hanno da un lato tagliato le borse di studio, dall'altro hanno raddoppiato le tasse scolastiche, e hanno pure proposto norme che trasformano le borse di studio in prestiti, cose che nell'Italia degli anni '80 non si immaginavano nemmeno (certo, c'era l'inconveniente che anche un figlio di operai come il sottoscritto potesse conseguire un dottorato senza indebitarsi per la vita, sedendo di fianco magari ad un rampollo della più ricca famiglia piemontese, che schifezza da Unione Sovietica!! Ma adesso tranquillo che certe promiscuità non saranno più possibli grazie al nuovo mondo per te così ideale)

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    22. @Correttore

      il per te era riferito a Catalano

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  28. Gentile prof.Bagnai, ho comprato l'ultima copia presente del suo libro alla Feltrinelli di Monza due ore fa. La commessa mi ha detto che ne chiedono assai.Speriamo bene.Anch'io non scrivo molto ultimamente ma continuo a seguirla.

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  29. Bellissimo post eccellente !! C'è ancora però qualcuno che crede che le distorsioni non le deve regolare lo Stato ma il mercato con i fallimente della gente che rischia tanto prestando alla periferia.Purtroppo questa stessa gente si trova prima in banca ed il giorno dopo al governo oppure manda qualcuno per conto suo nelle stanze dei bottini; percui non ha alcun interesse a far saltare in aria il proprio datore di lavoro.

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    1. @Narcio

      le "stanze dei bottini" è bellissima! E' voluto, o è un refuso?!?

      Ciao. Federico M.

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  30. Buongiorno professore, ma nell'ebook lo aggiunge quei paragrafo ?
    P.S. Ma il centro per "divorziare" dalle vecchia periferia, per riposarsi con una più giovane e attraente ( per i capitali ), chiede l'annullamento del matrimonio alla "sacra BCE" o al "sacro FMI" ?

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  31. Complimenti!
    1.000 iscritti!

    E questo articolo lo stampo e lo diffondo.
    E scrivo: Paragrafo inedito de "Il tramonto dell'euro" di Alberto Bagnai.

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  32. Una bellissima allegoria, ora non ci resta che passare all'azione...prendiamo d'assedio i palazzi del potere politico ed economico a milioni, per intere settimane? Ma prima o poi bisogna espropriare (riappropriarsi di) qualcosa, fosse anche solo il cibo.Ci penserà il figlio di periferia.

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  33. Aspettando il libro...

    Il titolo del posto poteva benissimo essere "Romanzo criminale" se non fosse per problemi di copyright...

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  34. Vedi anche:
    http://www.wallstreetitalia.com/article/1461794/crisi-dura/oltre-all-euro-c-e-bisogno-di-altre-due-monete.aspx

    non ho comunque trovato riscontri su ft o bloomberg.

    Mi accingo alla lettura del libro.. ho fatto i compiti a casa, ho seguito il blog e devo dire che i dubbi crescono.

    Great job anyway Prof, thanks.

    Stefano

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  35. Oggi mi è arrivato il libro ordinato alla Feltrinelle a Padova (sono occorsi una quindicina di giuorni...), quindi correrò a ritirarlo appena esco di qui. Bello il post, sì, come al solito si legge d'un bene che levati! E, girando l'occhio sul tamburino di destra, noto che ha spaccato il migliaio tondo tondo(1000 dicansi 1000) di lettori fissi.Non è solo il conto corrente (citato nel post) a tre zeri, ma anche la sua comunità!Che vola in quadrupla cifra! La giusta ricompensa per il suo inestimabile lavoro sul blog. Mille e ancora mille di questi successi, prof!

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  36. Ho ricevuto il libro stamattina da Amazon. L'ho comprato il 6 Novembre. Lo sto centellinando per dilungare il godimento ( e per il contest refusi)

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  37. @Carmelo Catalano
    se le interessa anche adesso bisogna fare il pellegrinaggio politico per ottenere prestiti, quando non si meritano e mi riferisco alle aziende.
    ma per ogni dubbio, per capire quell'Italia di ieri e di oggi ecco un intervento mirabile di Mr Luxottica
    http://www.informarexresistere.fr/2012/05/03/se-lo-dice-lui-ovvero-del-vecchio-docet/#axzz2CITAEu61

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  38. Il passo è una delizia ma condivido l'opinione di chi ne sconsigliò la pubblicazione: l'umorismo è troppo scorretto e non è il caso di chiamare le resistenze moralistiche a rinforzo di quelle del luogo comune.
    Begardi e beghine li scandalizzeremo altrimenti!

    Mentre tra fini palati ci godiamo il director's cut...

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    Risposte
    1. Beato te che non capisci un cazzo! Ma se ho detto che tutti ne sconsigliavano la cancellazione? Ma voi vivete proprio di complotti! Nessuna censura. Ti perdono perché normalmente sei lucido: forse hai la pelle grassa?

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    2. Eheh, faccio ammenda ma l'opinione che ho espresso non cambia. Forse hai ragione, "la stagione delle primarie"- come le chiamano i nostri giornalisti laureati - mi fa venire la pelle grassa. E' una reazione di difesa estrema: rende disgustosi e facili a sbaccellare dalle fauci piddine. Per Pescara mi renderò presentabile.
      Una domanda a sproposito: è prevista una cena etilista per la serata di Sabato? Lo chiedo per capire come gestire spostamenti e albergo.

      Grazie

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  39. Mi pare che sia il ciclo di Frenkel raccontato ai piddini. La scelta dello strumento del romanzo è davvero efficace.

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  40. Salve Professore,

    approfitto di questo post tecnico per fare una domanda che mi incuriosisce parecchio (anche se magari è na cretinata).

    Il post è anche perfettamente Topic, visto che si parla di movimenti di capitali e di beni.
    Quello che mi chiedo è: se oltre ai capitali ed ai beni, si iniziasse a creare un'imponente movimento della forza lavoro tra i diversi stati (come è del resto previsto dalle AVO), questo movimento, da un punto di vista cinicamente econometrico, che valenza avrebbe sulla bilancia dei pagamenti? Mi riferisco ovviamente ai casi in cui un lavoratore NON residente prestasse la sua forza lavoro in un altro stato.
    Sui costi sociali ed umani di un tale fenomeno ci sarebbe ben poco da discutere, ma sappiamo che per gli eurotecnocrati tali costi non sono neppure da contabilizzare.

    La domanda me la pongo perch tempo fà lessi un
    articolo che mi ha fatto pensare...ce stanno a provà!

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  41. Mi piace molto vedere l'uomo che ha inventato la pila sogghinare diabolicamente!

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  42. Per chi ancora fatica a trovarlo su Hoepli online è disponibile da subito ma sotto il nome Alberto Bagni, per chi invece è di Mantova alla libreria Nautilus in piazza Cavallotti è disponibile... Bellissimo capitolo prof. se questa è la parte che è rimasta esclusa dal libro la qualità del resto deve essere altissima! non vedo l'ora di iniziare la lettura

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  43. Eh Proffe, passi che sei er cavajere nero però non si fa così.
    Ma mi ha preso per Periferia? Mi illude che alla Feltrinelli ci sia l'oggetto del mio desiderio, io leggo e immediatamente chiudo lo studio, disdico appuntamenti per precipitarmi al luogo designato già pregustando una serata di lettura interessante e ..... cosa mi trovo??????? Solo una lunga e desolante serie di Mario Monti in bella vista, ma del suo libro neppure l'ombra.
    Sono triste e rassegnato. Per sfogarmi andrò a immolare intellettualmente almeno un paio di luogocomunisti ..... li avrà sulla coscienza.
    Seriamente a Geniva per ora nulla. Spero nell'happy ending

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  44. Complimenti per il successo che sta avendo il libro professore se lo merita, veda che ora è anche su wikipedia!!

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  45. Un capolavoro ! Ma adesso che dici, dopo il fattaccio e la bolla finirà che il centro dovrà portare la sventurata periferia sull'altare della europa dei popoli per celebrare il solito matrimonio riparatore ? Oppure sta già cercando una nuova periferia repressa da conquistare ?

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  46. Cazzo, meglio di Amore&Psiche...e tu l'hai stralciato, insenZiBBile che sei.
    E sei pure nichilista, sei per lo Zimbabwe, la repubblica di Weimar e per il Leviatano...sei per il matrimonio (Tesoro-BC) e sei un represso (finanziario).
    Ma sei in ottima compagnia.

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  47. Bello! Sembra l'intreccio di una farsa a infelice fine, contraddizione che può darsi solo nella modernità.

    Ma apprezzo ancor più il tono sobrio e diretto dell'ultima parentesi, quella sulle vendite e sui fermatori.

    P.S. Ho osato dire "sobrio", nonostante sia da un anno parola sospetta ancor più di "tecnico" (il loden sobrio del tecnico).

    P.P.S.S. Anziché "fermatori" stavo scrivendo "formatori" (sott: di declino) per comprensibile lapsus.

    P.P.P.S.S.S. Congratulazioni per le vendite. E sarebbe ora che un intellettuale vero e anche non organico alla classe dominante facesse un po' di soldi.

    Ultimo P.S. Per i genovesi e circa che non avessero vista la comunicazione di Capitan Farlock: chi desidera un incontro ravvicinato si trovi venerdì 23 ore 19 davanti alla statua di Garibaldi a piazza De Ferrari. Festeggiamo il compleanno di Goofy.

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  48. Beh, nel libro però c'è la parabola dell'adultero creditore moralmente superiore e dell'adultera debitrice colpevole; diciamo che già questa colpisce al cuore (e al portafoglio) dei piddini libertari "de sinistra" ma ipocritamente reazionari in economia, andando direttamente alle estreme conseguenze del ciclo di Frenkel.

    Ci sarebbe stato alla grande questo paragrafo, come espediente retorico, ma non avrebbe aggiunto più di quanto già c'è - salvo una dose aggiuntiva di salace sarcasmo, per la gioia dell'autore e degli appassionati.

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  49. Ora che siamo Mille, possiamo intraprendere la spedizione, libro in resta, ma stavolta invece di annettere per conquistare si va a dividere per integrare.
    Al tramonto vinceremo!
    Ma ce la faremo anche senza "massoni" alla testa?

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  50. Mi sembra che Zingalìn sia un po' sottotiro da più parti, ultimamente
    http://www.emilianobrancaccio.it/2012/11/12/caro-zingales-ti-sbagli-i-debiti-non-sono-tutti-uguali/#more-3783

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  51. Prof, i fermatori del declino non stanno fermando il tramonto e neanche il declino...
    In compenso offrono grasse risate - leggasi, per chi ha molto buon tempo da buttare, gli ultimi post su noisefromamerika del Bisin e i commenti sottostanti.
    è sadicamente divertente vederli brancolare nel buio delle loro teorie controintuitive. E qui mi son ricordato di quei teologi medievali che affermavano come lo spettacolo dei dannati all'inferno completi la beatitudine dei beati... con la differenza che l'inferno dei fermatori è la Storia - ma direi anche la cronaca visto che non ne imbroccano una di previsione -, e ci siam dentro pure noi purtroppo.
    Aspetteremo che siano d'accordo con noi il giorno dopo che l'euro uscirà da noi - tanto per restare su temi diabolici

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  52. Citazione:

    "...purché si sappia smettere al momento debito (cioè: al momento giusto, ma non so perché mi è venuta la parola "debito").

    Spiegazione possibile: perché il debito estero è al centro dei problemi (della periferia) e dei pensieri di chi scrive.

    E, nel mio piccolo, mi sono incartata nel lapsus perché mi è venuta la parola incriminata "centro" anziché altre possibili.


    Spiegazione aggiuntiva più cervellotica: il suo messaggio sotto traccia potrebbe essere "purché si sappia smettere DEBITO al momento", cioè ora.

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  53. si parla del libro (con uno stralcio) su "il fatto quotidiano" di oggi.. certo, sezione "provocazioni".. che giornalino!

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  54. Avrei una domanda: ma com'è la situazione effettiva del sistema produttivo italiano?
    Leggo sul blog "Voci dalla Germania" che i tedeschi stanno un po' perdendo terreno a causa della deflazione dei paesi del sud.
    Non è che noi stiamo conseguendo un parziale recupero di produttività e che si vada verso una situazione per così dire di stallo, dove noi ci trasciniamo, la Germania aumenta un po' i consumi, e quindi dall'attuale strangolamento totale passiamo a un lento soffocamento che può durare anni e anni?

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  55. Il Ciclo di Frenkel Romanzato !! Bellissimo !!
    Peccato non sia nel libro.

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  56. Ieri dai tg: El Pais licenzia 129 dipendenti in accordo con i nuovi soci americani. In sostituzione saranno assunti giovani “praticanti” a € 300 mensili.

    In Grecia cresce il numero delle famiglie «ridotte senza un centesimo: disoccupazione, carenza di cibo e assistenza medica rendono difficile anche solo immaginare una luce in fondo al tunnel».

    A Bruxelles sembrano convinti che milioni di persone si accontenteranno di sopravvivere con € 300 al mese, limitandosi a vivere d'aria, senza mai prendere un caffè, una vacanza, nulla... E all'aperto, per giunta, perché con tale cifra non si paga nemmeno l'affitto. È un progetto ambizioso, bisogna dirlo: milioni di famiglie che in nome dell'unione tra i popoli d'Europa si trasformeranno d'emblée in tribù zingaresche, accampate in roulotte e tende di fortuna, mangiando cicoria e rovistando tra i rifiuti, spostandosi a dorso di mulo, vagando nel nulla fino alla fine dei propri giorni.

    Ma quelli sono greci spendaccioni, dirà il luogocomunista che non ha ancora compreso che dal 2013 l'Italia del “Monti-bis” somiglierà parecchio alla Grecia, incluso il suo stipendio “decurtato” del 20-40%.
    Eh, no. Mica solo i greci; anche i tedeschi si stanno affacciando sull'abisso europeo.

    Il Rapporto sulla povertà (Armutsbericht) è un documento ufficiale del governo tedesco preparato e diffuso dal ministero del lavoro in collaborazione con gli altri ministeri.

    «Il nuovo Armutsbericht [...] è la fotografia di un paese ricco e allo stesso tempo in fase di sfaldamento sociale. Dove [...] i poveri scivolano in una povertà sempre più pesante, che non è solo privazione di beni materiali, ma è contemporaneamente mancanza di chance, degrado sociale e psicofisico.
    [...] la fascia più povera della popolazione, circa il 50%, possiede solo l’1% del patrimonio privato, sceso dal 4% del 1998 e dal 3% del 2003. Nel mezzo sta il 40% di classe media [...] che attualmente possiede il 46% del patrimonio privato, sceso anche esso dal 52% del 1998 e dal 48% del 2003.
    [...]
    “Mentre negli ultimi anni le retribuzioni reali sono appena aumentate, i profitti delle aziende sono cresciuti del 50%. Nel contempo, in particolare dall’introduzione di Hartz IV [...] è aumentato in modo estremo il settore dell’occupazione precaria e quello dei salari bassi” ha detto al Berliner Zeitung Ulrich Schneider, sociologo e direttore del Paritätische Wohlfahrtsverband (Federazione paritetica di assistenza sociale)».

    Ecco, pur in assenza di sfere di cristallo, chiunque si guardi intorno e faccia un giro sul web è in grado di prevedere il futuro insito nel “sogno europeo”. È bene saperlo, prima di andare a votare per chi propone “più Europa”. Perché dopo le elezioni, con Mes, Fiscal compact e gli altri artifici divenuti operativi, i salari subiranno decurtazioni pesanti e continuative. Lo stesso dicasi per pensioni, tredicesime, e ogni altra forma di remunerazione. Parallelamente l'accesso ad ogni forma di sevizio pubblico avverrà solo previo pagamento di costose tariffe.

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  57. Professore glielo hanno censurato per esplicite allusioni sessuali?
    Ieri presenziavo alla libreria City lights di Pescara, sono quello ha cui ha firmato la prima dedica.
    La lucidità del suo eloquio è impressionante: non si offenda -dato che trattasi di complimento- ma Lei per me è uno Sgarbi dell'economia (al netto di rabbia,collera e violenza), sentirla parlare ieri di temi economici con quella scorrevolezza e leggerezza stratosferica mi ha riconciliato con tutti i professori capre che venti anni fa mi hanno insegnato l'economia nella facoltà dove oggi lei brilla.

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  58. Grazie, considero questo posto una "preview" del libro, che mi è arrivato ieri pomeriggio a casa! Non ho ancora commentato nulla sebbene da ormai qualche mese sia diventato un habitué del blog, ma studio arte (fotografia) e l'economia è per me stata sempre una di quelle discipline poco raggiungibili, tecniche, se vuoi noiose.

    Qualcosa vorrà dire se ho sentito l'esigenza di rimettere Barthes in scaffale, per prendermi un libro di un economista e cercare di capire in che situazione ci siamo ritrovati...

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  59. Prof, con grande piacere ho visto un brano del suo libro (che arrivatomi giorno 17 è già stato quasi divorato, e attende una sua firma quando passerà da Torino) pubblicato nell'ultima pagina dell'edizione cartacea del Fatto Quotidiano.
    Domani immagino sarà visibile sul sito, e a quel punto, vedremo sangue a fiumi... Comunque, io nel mio piccolo cerco di convincere chi mi sta vicino dell'insensatezza di certi dogmi e della nullità dei politici e dei sindacalisti che con la loro aria fritta, se non tradiscono apertamente le persone che dovrebbero rappresentare, lo fanno velatamente tralasciando di puntare il dito verso le vere cause del nostro impoverimento, ma è veramente dura. Poi, ho scoperto che esiste un'altra categoria pericolossissima, formata da quelli che di fronte ad un modello matematico, che per forza di cose è un'approssimazione, perdono completamente contatto con la realtà, e si trovano a difendere delle teorie da dittatura fascista, pur definendosi progressisti. Quando provi a chiedere a qualcuno di questi "scienziati" cosa c'è di sbagliato in un ragionamento logico come quello dell'applicazione della legge della domanda e dell'offerta alle valute, ti dicono di andare a studiare e che è tutto chiaro se guardi i numeri, che la spiegazione sarebbe troppo tecnica, ecc. ecc.... ma forse oramai ogni sforzo è inutile, dobbiamo solo aspettare la Francia...

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  60. Professore allora??? MI CUGGINO o l'imprenditorialità tedesca è timida?
    e che cacchio!!



    Deaglio: una discesa dell´economia tedesca potrebbe indurre Berlino a fare di più per l'euro

    Finanzaonline.com - 22.11.12/15:32

    "Paradossalmente un più forte contraccolpo economico della crisi sulla Germania potrebbe comportare una ricaduta positiva per l'eurozona". A sostenerlo è Mario Deaglio, docente di Economia Internazionale presso l'Università di Torino, che oggi è intervenuto a Milano per la presentazione del "XVII Rapporto sull´economia globale e l´Italia". "Se Berlino subirà contraccolpi più accentuati dalla crisi che coinvolge i partner europei, ad esempio con una salita della disoccupazione anche in terra tedesca, è possibile che si trovi diciamo così costretta a fare di più per l'euro", ha detto Deaglio aggiungendo che la supremazia finanziaria tedesca non basta, devono avere una "vision" lungimirante e investire con maggior decisione sull'Eurozona. L'imprenditorialità tedesca a detta di Deaglio è "abbastanza timida" preferendo investire in Paesi extra Ue mentre sarebbe nel suo interesse guardare di più ai Paesi dell'area euro visto che sono anche i suoi più importanti partner commerciali.


    Fonte: Finanza.com

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  61. Caro professore, non tutti gli italiani hanno capito il suo messaggio ma i portoghesi iniziano a capirlo. Le passo il seguente video: http://www.youtube.com/watch?v=LPzZGujlKNk&feature=share

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  62. So di essere completamente OT ma credo sia utile portare all'attenzione di tutti come la propaganda a favore dello status quo prenda forme sempre più sottili, ammantando di elevate pretese le più vile apologia per fare presa sulle professoresse piddine, e in genere su tutta la categoria di istruiti al politicamente corretto dalla midcult imperante.

    Mi riferisco alla celebrazione di tutta la grande stampa del cosiddetto New Realism, che prende a prestito gli ingredienti di certa filosofia analitica americana centrifugandoli in salsa nostrana nelle cucine del Laboratorio di Ontologia dell'Università di Torino, diretto da Maurizio Ferraris. L'intento parrebbe quello di preparare un boccone avvelenato per Vattimo e tutti i pensiero-debolisti, opponendo le dure pretese della "realtà" a chi vorrebbe ridurla a un groviglio di "interpretazioni".

    Attenzione, sto banalizzando, ma non troppo: perché i termini in cui la questione è proposta sono per lo più questi!

    Ma perché allora dare tanto spazio ad una polemica pretestuosa e davvero poco interessante per il pubblico, tanto che la potremmo derubricare a una faida accademica fra opposte fazioni o, se vogliamo (immeritatamente) nobilitarla, a ennesima figura della storia del parricidio?

    Presto detto! Ferraris sostiene che il New Realism sia per prima cosa una posizione etica che salverebbe la democrazia (addirittura!) con il seguente argomento riproposto ogni volta nei suoi tour promozionali: "Per trent'anni abbiamo detto che non esistono i fatti ma solo le interpretazioni; che la realtà deve essere desublimata e deoggetivizzata, ed ecco il risultato". A questo punto parte la slide con il faccione di Lui; seguono coro di divertito assenso dal pubblico e la morale della favola: "Dopo tre decenni di illusioni, la realtà ora si è imposta in tutta la sua brutalità e ci presenta il conto di un populismo che proponeva una politica desublimata (bunga-bunga, per gli amici, ndr) e che piegava i fatti ai propri interessi".

    Da quando Ferraris presta il suo lavoro filosofico per giustificare ideologicamente l'ineluttabilità della presente situazione politica ("E che ci vuoi fare? E' la realtà. Abbiamo vissuto per trent'anni al di sopra delle nostre possibilità, e ora abbiamo il debito da ripagare. I tecnici sono qui per accertare la realtà. E per curarla."), la compagnia di giro del Gruppo Espresso ne ha quasi fatto un un'icona pop che parla ormai di tutto. Le pagine culturali de La Repubblica da un anno promuovono un dibattito stucchevole e inusitato per la stampa quotidiana che tratta un problema classico della filosofia come una barzelletta. Al punto che uno studioso intelligente, preparatissimo e brillante come Ferraris non può che essere consapevole del gioco cui si presta.
    In tutte le principali librerie compare ora in bella vista, fra il ricettario di Benedetta Parodi e l'Oroscopo di Paolo Fox, il libro intitolato Bentornata realtà con una copertina al limite del catarifrangente, cui pare Einaudi voglia applicare dei led luminosi alla seconda edizione per renderla più accattivante.

    Oggi finalmente Vattimo ha risposto all'ennesima chiamata in causa, accennando - ma con chiarezza - alle ragioni di fondo di tanto clamore per nulla: "Il sospetto che la smania di (neo?) realismo che si sente in giro oggi sia in fondo solo un richiamo all’ordine, una sorta di appello ai tecnici per uscire dalla confusione del dibattito democratico e delle sue lentezze, non è poi così peregrino."

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  63. Aggiornamento notizie Deaglio: un´economia tedesca in affanno potrebbe indurre Berlino a fare di più per l'euro

    Finanzaonline.com - 22.11.12/16:42

    http://www.finanzaonline.com/notizie/news.php?id={4C4ACC29-B7A5-44D4-88A2-E91295270660}&folsession=ef4be14898d6d7d1f2395ac212e2b5f7

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  64. https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=moLwYtu31ZQ#!

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  65. allora il monti che cerca disperatamente IDE in giro per mezzo mondo sventolando l'accordo sulla produttività appena raggiunto ( flessibilità per il mansionamento , telecamere sul posto di lavoro , blocco dell'aumenti salariali ect ) si stupisce per l'incoerenza della cgil e dichiara " dopo di me non garantisco " ,
    significa forse che non sia proprio sicuro della reale forza del PD alle prox elezioni

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  66. Replico la domanda non so se e' stata pubblicata: Sto leggendo il suo libro da neofita.
    Mi domandavo per quale motivo la Finlandia pur avendo una posizione finanziaria netta negativa degna di un Piigs non e' stata attaccata finanziariamente come i suini europei. Grazie per la risposta

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    1. http://www.tradingeconomics.com/finland/current-account-to-gdp
      Qui il cab è considerato in rapporto al pil(GDP),non mi sembra abbia un cab da pigs

      Questo invece è il cab cumulato dall'80 al 2008 a me non sembra che la finlandia stia messa male sul perché,penso che se scorri il blog troverai le spiegazioni......Ci sono anche sul libro comunque!

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    2. Ha a che fare con la religione, i Piigs sono cattolici o ortodossi, in Finlandia ci sono ancora seguaci della "vera" fede, ed evidentemente il loro dio li aiuta...

      "Il cielo dei Finnici è un immenso coperchio
      trapunto di stelle, posato sul perno del mondo,
      con la stella polare allo zenit. Là regnano i
      loro dèi e gli spiriti, là abitano i Finnici buoni
      morti da tempo. Il potere supremo è esercitato
      da Ukko Ylijumala, detto dio del Tuono.
      Il cielo dei Finnici è molto più vecchio del
      resto del mondo e i loro dèi lo sono ancor più.
      Non ce ne sono di più antichi. Il dio del Tuono,
      il più antico di tutti, era già quasi vecchio
      come oggi quando niente ancora era stato creato
      e nessun altro dio era nato. Oltre ad essere
      il più vecchio, è anche il più severo e il più potente.
      E’ il migliore.
      ....
      Molti altri dèi ragguardevoli abitano nel
      cielo dei Finnici.
      Il dio della Birra, Pelto-Pekka, personifica
      la gioia, l’ebbrezza e l’impetuosità. Per lui non
      importa che marca di birra si beve – Lahti,
      Lapponia o Carelia – basta essere allegri e comportarsi
      grosso modo civilmente, o perlomeno
      averne all’inizio l’intenzione.
      ....."

      Il resto
      qui

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    3. Per Ciccio
      Se vai su premiata armeria Hellas parte prima ci troverai il link al paper di Manasse e Roubini.
      Ciao buona lettura

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  67. Mi è arrivato il libro, ordinato una decina di giorni fa da Assolibro, libreria del centro Storico di Genova. Non sapevano neanche cosa fosse, adesso ne avevano un po' di copie in bella mostra all'ingresso...

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    1. GRANDE! Mi hai salvato da crisi nervosa (e lite quasi sicura con altro libraio genovese che sembra non avere molto interesse a fornirmi quanto ordinatogli).

      Ho chiamato Assolibro (per i genovesi -> Via San Luca 58 tel. 0102541950, ne hanno ancora una decina) e me ne son fatto mettere da parte una copia che vado a prendermi oggi.

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    2. Ne sono felice assai, ma perchè non vieni anche stasera al primo raduno oceanico di goofynomisti genovesi? ore 19.00 piazza de Ferrari sotto il mento del cavallo di Garibaldi.

      Elimina
  68. In attesa del volo all'aeroporto di Torino chiedo per curiosità la disponibilità del "Tramonto dell'euro" (che ho tranquillamente in borsa dopo averlo ordinato, lo scorso 7 novembre, da IBS ed averlo immediatamente ricevuto) alla libreria Giunti al Punto. La commessa non ne aveva mai sentito parlare e mi dice che non lo hanno mai avuto/trattato; molto gentilmente, con difficoltà, lo trova sul sito del distributore della loro catena (che non so chi sia); mi dice inoltre che su tale sito si dichiara la difficile reperibilità del testo.

    Ringrazio e gentilmente declino l'offerta di ordinare il libro, per il cui acquisto la commessa mi prospetta comunque difficoltà.

    Il complottismo fa storcere il naso anche a me, ma mi è sembrato strano che nella stessa libreria avessero ben una decina di copie di questo libro di denuncia dell'operazione in corso in Siria da parte occidentale, libro alquanto "sovversivo" (nel senso di sovvertire la narrazione propalata con ossessiva insistenza dal mainstream).

    Ora macrolibrarsi ha un certo volume di vendite (essenzialmente on-line) per quanto riguarda il new age e affini (comincia ora a notarsi la presenza anche in libreria), ma le pubblicazioni di saggistica socio-geopolitica della sua associata "Arianna Editrice" sono solitamente per pochi carbonari: si vede che il prof. è ancora più "sovversivo" (dell'€ordine costituito).

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  69. @Marco Bessi
    quando ad inizio anno ho letto dal prof a proposito del divorzio BdI-Tesoro il primissimo pensiero (oltre ai super danni in termini di sviluppo ed occupazione) che ho fatto è stato questo: si è favorito il rentier piuttosto che l'imprenditoria.
    La domanda che mi è venuta spontanea leggendo il libro (premesso che ogni trattazione ha una pecca: "che cavolo è successo nel 2002? può essere che nessuno ha indagato su quell'inflazione non rilevata?") e che considero l'unica mancanza è quella relativa agli investimenti: che andamento hanno avuto negli ultimi 40 anni?

    oh, il prof lo avrà infilato in qualche suo articolo ma.. a me sfugge! ihihih

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    1. Un grafico con l'andamento degli investimenti onestamente non l'ho visto neanch'io, ma la parte centrale del libro tratta proprio l'argomento fondamentale su quale tipo di investimenti siano stati incentivati negli ultimi 30 anni. Quando il prof. parla della volontà normativa internazionale di favorire investimenti di tipo "capital-gain" piuttosto che investimenti di medio lungo periodo e parla della teoria generale di keynes XII libro, da comunque una spiegazione di cosa sia successo e dei danni che ha provocato. E poi suvvia valsandra non siamo così fiscali... lo sappiamo no che a tutti i poeti manca un verso! Mica vorrai far arrabbiare er cavajere nero!

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    2. A parte il fatto che il libro riporta la scomposizione del tasso di crescita dell'Italia suddiviso per le varie componenti di domanda, rimane il fatto che questo blog ha dato ai suoi lettori gli strumenti per togliersi da soli certe curiosità, che è una cosa che non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Trollcard.

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    3. Te l'avevo detto! Abbiamo fatto la figura di questi qui.

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  70. @Ventura89
    vero!
    la nostra è una socialdemocrazia (era) dove l'interesse privato che è riconosciuto e favorito deve essere controllato affinché non danneggi quello collettivo.
    in sin dei conti a chi parla male di questo paese, non eravamo quelli che per l'89% delle famiglie avevano una casa contro il 40% dei tedeschi?
    un'Italia di quel tipo poteva realmente considerarsi uno dei posti più ricchi al mondo.. perché quando hai un lavoro dignitoso, una casa e una famiglia hai quasi tutto.

    Gli artt. della costituzione su istruzione, livello dei salari, più che progressività della tassazione, risparmio e art. 41 danno senso e corpo agli artt. 1 e 3.

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  71. @CorrettoreDiBozzi
    PERFETTA ANALISI.
    le voglio (vi voglio) raccontare una mia discussione di 5 anni fa (eravamo nel 2007 e quindi tecnicamente non in crisi.. crisi che per me esisteva ma lasciamo perdere) con la mia adorabile (si fa per dire) ex suocera.
    praticamente mi chiese se volevo comprare casa e declinai l'invito.
    al che mi rispose violentemente ed io in maniera seccata replicai che sarebbe stato sciocco acquistare case che sino a pochi anni fa costavano la metà!
    e visto che in economia (non scherzo! diedi questa risposta!) esistono gli equilibri, avremmo visto il crollo dei prezzi!
    La signora furbamente ha insistito affinché la figliuola ne acquistasse una e infatti 2 anni fa si è indebitata con un mutuo pari al 115% del costo della casa.
    AVETE LETTO BENE: il 115%!
    ed io: "ma non bisogna dare un minimo?"

    ecco la mia esperienza con la liberalizzazione dei movimenti di capitali e regole.. l'uomo tende ad indebitarsi e bisogna controllarlo.
    controllando l'indebitamento e avendo un'inflazione leggermente superiore la domanda di case diventa "fisiologicamente" più sostenibile per il mercato.
    Toh,i prezzi sarebbero quelli giusti nel lungo periodo!

    ma la mora è che la gente compra senza avere possibilità (in molti casi) di rimborsare il prestito..

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    1. Valsandra dammi del tu, ti prego! Comunque se è ex suocera tutto è finito per il meglio: una con un bernoccolo per gli affari così ti poteva trascinare nella miseria!

      [Scusa se altre volte non ti ho risposto, ma spesso i tuoi commenti li leggo fuori tempo massimo perché cascano fuori dalla discussione, qui per terra sul pavimento del blog. È capitato anche ad uno o due miei commenti, ma non riesco a capire in che condizioni si verifica questo errore.]

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  72. Carissimo prof. Bagnai,
    qui urge una versione tedesca del libro! Non ne posso piu' di sopportare i discorsi del mio capo qui a Berlino, infarciti di propaganda teutonica basata sulla superiorita' morale e produttiva tedesca. Tra l'altro, a vederli dall'interno i tedeschi sembra non si siano resi conto del link tra i sacrifici da loro fatti nella riduzione dei salari e l'innesco della bomba. Vanno ingenuamente avanti con l'idea "ma perche' gli altri paesi non hanno fatto come noi?", ignorando che se facessimo come loro dovremmo usare Urano come mercato di sbocco. L'unica cosa su cui stranamente lui ed io siamo d'accordo e' che staremmo meglio tutti senza l'Euro. Lui, povero, crede che col caro vecchio Deutsche Mark la Germania ci guadagnerebbe.

    Ah, quant'e' dura smontare la propaganda teutonica!

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  73. Gentile prof. Bagnai,

    (visto che sopra le hanno chiesto una versione in tedesco), io invece le chiedo se ha in previsione una versione in inglese che potenzialmente ha un parco lettori molto vasto (tedeschi inclusi ^__^).

    cordiali saluti Gigi B.

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  74. @Attilio Rossi
    ho letto una volta un libro di Luttazzi e non mi stupì il fatto che diede tutte le colpe a Berlusconi (ricordo poco su Prodi o forse niente).
    Anche lui ammette che la deriva parte dagli anni 90 e non dal 2001.
    piccoli particolari che fanno la differenza

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  75. @COrrettoreDiBozzi
    OK!
    Oh, ne racconto un'altra.
    Anno 2010 (verso giugno).
    sempre la mia EX suocera propone l'acquisto di nuove porte alla figlia (parliamo di una casucola... quella del mutuo al 115% con la figlia che non arrivava alla IV settimana.. che faceva quasi sempre a digiuno) per la modica cifra di 9K €.
    non scherzo.. forse erano 6k.. ma insomma, una barca di soldi!

    Ed io: "ma si rende conto che sua figlia (infermiera) guadagna più di un ingegnere? prima o poi le segheranno lo stipendio e mica può fare tutti questi debiti!"

    ovviamente le risposte erano degli insulti..


    PS: correggo.. nemmeno Luttazzi fa risalire il cambiamento agli ani 90 ma solo dal 2001.. scusate l'errore

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  76. Dovevamo rifocillare l'amore tra nord e sud Italia, finché eravamo in tempo. 😊 (BELLISSIMO ARTICOLO!!!! L'ho letto soltanto ora. Immenso! Incommensurabile John Maynard Bagnai!!!

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    Risposte
    1. Non so perché compaio come "Unknown", non volevo. Mi chiamo Massimo Termanini. Ciao, piacere 😊

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