giovedì 20 novembre 2025

La rivoluzione di Garofani

...oh, tiriamo un sospiro di sollievo! La vicenda è stata archiviata, fa parte del passato, o del futuro, ma comunque non dell'attualità, e quindi in questo blog che rifiuta il presentismo possiamo finalmente parlarne.

Credo non sia vilipendio affermare che Sergio Mattarella è un politico del PD (rectius: di quell'area politica che all'esito di lunghe e tormentate vicende è confluita naturaliter nel PD di cui costituisce il nucleo): la traiettoria in cui si iscrive è limpidamente descritta da Wikipedia (prego consultare), e se lo dicono loro forse lo posso dire anch'io.

Non vedo nulla di particolarmente strano nel fatto che un politico del PD si scelga come stretti collaboratori altri politici del PD, fra i quali il finora oscuro Garofani, un mio coetaneo che ha fatto (perché voleva farla) una ragguardevole carriera nell'area di cui sopra (prego consultare). Non so voi, ma io, ove mai in futuro dovessi scegliere chi inserire in un mio ufficio di diretta collaborazione, difficilmente penserei a farcirlo di piddini, ed è assolutamente ovvio che valga reciprocità.

Sarei molto sorpreso, infine, se un piddino non dicesse cose da piddino!

Confesso quindi a voi fratelli (e basta) che non vedo lo scandalo che ci ha tenuti occupati per 72 ore:

Tralascio le varie questioni ancillari su quanto una conversazione inter pocula possa essere o meno assimilata a una oscura trama, su quanto possiamo spingerci con la nostra fantasia nell'immaginare che possa esistere una leale collaborazione nell'interesse del Paese fra istituzioni comunque politiche perché di emanazione direttamente o indirettamente parlamentare, su quale debba essere il contegno non solo pubblico ma anche privato di chi riveste ruoli in certe auguste istituzioni, su come sarebbe stata gestita dagli operatori informativi una situazione simile a parti invertite, e via dicendo. Il fatto che una chiacchierata un po' guascona non sia un piano non significa naturalmente che un politico del PD auspichi un radioso futuro per il centrodestra, come pure il fatto che se un politico del PD potesse non esiterebbe a mettere i bastoni fra le ruote al centrodestra non significa che questo sabotaggio sia nella sua disponibilità, atteso che il gradimento di questo Governo presso gli elettori resta tutto sommato stabile, per motivi a noi chiari dal 22 agosto 2011 (che a pensarci è tanta roba):

(fonte YouTrend), e quindi rebus sic stantibus le elezioni del 2027 sembrano destinate, trame o non trame, Colle o non Colle, a dare un ulteriore dolore agli amici del PD.

Quindi, ricapitolando, il fatto che un politico del PD si scelga un collaboratore del PD che la pensa come uno del PD a me sembra piuttosto scontato.

Quello che invece mi colpisce è lo strumento con cui il PD pensa di ostacolare l'inevitabile, ma non imprevedibile, decorso degli eventi da lui stesso innescato: il "listone di centro" (che non è un parquet, ma una tappezzeria)!

Si continua cioè a ignorare che il centro è un buco coi partiti intorno, e questo buco è stato scavato dal PD, col sostegno dato ai Governi che realizzando questo programma hanno ottenuto questo risultato:


(ne parlammo qui). Quello che mi stupisce, e, ragionando con spirito patriottico, mi preoccupa, è che una testa pensante di una istituzione così eminente in tutta evidenza non si renda conto di che cosa il Paese ha subito, e non sia in grado di trarre delle ovvie conseguenze politiche dalle dimensioni e dalla scansione temporale di un simile shock economico! Non sono conseguenze inedite, tutt'altro! Sono anzi conseguenze assolutamente omogenee nel tempo e nello spazio, per cui stupisce che chi è pagato per pensare strategicamente non sia in grado di tenerne conto.

Questi intellettuali del PD, insomma, si rivelano un materiale sorprendentemente scarso non nelle loro forme, ma nella loro sostanza. Non possiamo perdonarli, proprio perché non si sono ancora resi conto di quello che ci hanno fatto. E finché a non rendersene conto è un personaggio tutto sommato irrilevante come questo qui:


(qui) direi che va anche bene. Uno che twitta gnegnegnègnegnegnègne (peggior governo di sempre) immediatamente sopra al grafico che certifica lo stupro fatto alla crescita italiana dai Governi Monti e Letta va tenuto caro! Averne di alleati simili!

Quando però questa lucidità di visione ("il fasheesmo ha portato il Paese sull'orlo del collasso e quindi un listone di centro riscontrerà consensi e darà la spallata") viene espressa da personaggi che un ubi consistam e soprattutto un ascolto ce l'hanno, eh, allora la situazione prende una luce che per certi versi è inquietante (possibile mai tanta cecità in centri decisionali importanti?), e per altri rassicurante (dato che quei centri decisionali ci sono apertamente ostili, è cosa buona e giusta che non abbiano capito un accidenti di quello che il Paese ha passato e sta passando).

Insomma: il problema (se è un problema) non è che un piddino pensi da piddino, ma è che cosa pensano i piddini.

E come ogni problema, anche questo è un'opportunità.

Basta togliersi di torno i piddini...

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