Scusate, la rivoluzione di Garofani non è archiviata, quindi occorre aggiungere una postilla.
Oggi pare che siano tutti d’accordo sul fatto che il “complotto del Colle” sia una bufala, o meglio una non notizia. È stato il popolo sovrano a voler regredire a una sorta di monarchia assoluta, un ordinamento in cui i tre poteri si assommano in una entità legibus soluta cui il Parlamento non può fare da contrappeso, soggetto com’è alle incursioni della magistratura (al vertice del cui organo di autogoverno chi abbiamo?) per via dell’abolizione dell’immunità, e al ricatto del Governo o dello stesso vertice supremo per via dell’abolizione del vitalizio. Le logiche del mondo cui l’eutanasia del Parlamento ci ha consegnato avranno tanti difetti, ma certo non quello dell’opacità! La sovranità è un quid incomprimibile, per il semplice fatto che dato che le decisioni vanno prese, qualcuno le deve prendere (deve cioè esercitare sovranità), e se il popolo decide, più o meno consapevolmente, che non debbano (o non possano) farlo i suoi rappresentanti diretti, lo farà qualcun altro.
Non è quindi particolarmente utile parlare di “complotti”: distrae da una riflessione sulla natura del problema, che non risiede in una perversione del sistema, ma nella struttura del sistema, della cosiddetta “seconda Repubblica”.
Con questa premessa, oggi i commentatori “quelli bravi” ci spiegano che l’obiettivo polemico del nostro Ravaillac da fraschetta sarebbe stato la Schlein più che la Meloni, nel senso che il “listone di centro” (che non è un parquet) sarebbe in primis et ante omnia lo strumento con cui il nucleo “democristiano de sinistra” vorrebbe riprendersi il controllo del PD per sottrarlo a una leadership ritenuta inefficace, perché tutta diritti civili e distintivo, ma visibilmente incapace di proporre un’alternativa sociale.
Beh, sì, ci sta!
Ne conosco anch’io di democristianoni di provincia, signori dei territori e delle preferenze, cui l’arcobaleno fa venire le bolle. Quando si raglia a vanvera di “comunismo”, oltre a commettere l’errore speculare a quello dei cretini di sinistra che combattono l’antifascismo in assenza di fascismo, si commette quello di leggere il PD come partito “post-comunista”, quando in realtà è un partito “post-democristiano”. Provate un attimo a leggerlo così anche voi: unirete tanti puntini e vi spiegherete tanti misteri, a partire da quello che consiste nell’incredibile radicamento nelle istituzioni degli eredi di un partito che per decenni era stato all’opposizione (il PCI): è perché in realtà sono gli eredi di un partito che da sempre è al potere (la DC).
In questo senso, quindi, l’anelito al “listone di centro” risulta ancora più incomprensibile e ancora meno risolutivo. Il “listone” c’è già, ed è il PD. Se non riesce a dire cose di centro, è semplicemente perché questo gli è impedito dalla sua collocazione europeista, che è in contraddizione non solo con la difesa del lavoro (dato che l’unione “sempre più stretta” e “fortemente competitiva” fatalmente conduce alla deflazione salariale), ma anche con quei valori cattolici cui i democristianoni di provincia si ispirano, a partire dalla famiglia (che senza soldi non si mette su), passando per le radici cristiane (che ostacolano il conseguimento a colpi di eutanasia della sostenibilità dei sistemi di sicurezza sociale), per arrivare a una certa dottrina sociale della Chiesa (basti pensare a come la cosiddetta Europa ha smantellato riformato qui da noi istituzioni come le banche popolari e quelle di credito cooperativo, che da quella dottrina promanavano).
Il che, se vogliamo, rende ancora più grottesca la soluzione del “listone” al problema della prevalenza del centrodestra.
In Europa (per chiamarla come la chiamano loro), più esattamente nell’Eurozona, non c’è spazio per una sinistra che difenda democraticamente il lavoro. C’è al più spazio per una sinistra che difenda violentemente qualcos’altro, e quindi non c’è spazio per il “listone”.
That’s all, folks!
(…nota bene: questo è un post scientifico, per i popperiani di passaggio, perché è falsificabile. Ovviamente se nel 2027 o nel 2032 il Grande Centro si fagociterà gli astensionisti, magari sotto la guida della sua nuova Giovanna d’Arco, la Salis gradevole, ci rivedremo qui e farò ammenda. Altrimenti sarà QED, com’è già stato tante volte…)
La mia opinione è che il PD sia l'erede tanto di una parte della DC quanto di una parte dei "comunisti". In pratica mi pare una specie di compromesso storico a posterioi (e in sedicesimo).
RispondiEliminaIl PD ha preso per anni i voti dei cattolici direi manipolati dalla CEI.
EliminaRicordo ancora le prediche dove si parlava solo di "accoglienza".
Se votavi cdx eri quindi cattivo e censurabile.
Ovviamente la CEI ci ha lucrato sui migranti...
Il PD ha conservato l'atteggiamento "distruggi il kulako" verso i piccoli commercianti, imprenditori e professionisti. Quello non l'ha preso certo dalla DC.
EliminaBasta leggere un qualsiasi numero di Avvenire (in genere vomito e lo butto dopo una scorsa a titoli e sottotitoli) per rendersene conto.
EliminaAvvenire di oggi ... la DC era altra cosa. Purtroppo il problema di molte persone di sinistra, ancora oggi, è l'incapacità di riconoscere che il PCI, con la sua avversione cieca verso i piccoli imprenditori e ai professionisti, ha creato il clima che ha consentito alla DC di farla da padrone per decenni. Ma io quel periodo l'ho vissuto e mi ricordo bene certe cose.
EliminaIn merito alla vicenda Garofani, non so se ha letto il libro di Palamara/Sallusti. È tutto scritto lì, e non mi pare che ci siano state smentite o denunce per diffamazione. Saremmo dunque autorizzati a ritenerne il contenuto verosimile?
RispondiEliminaPiccolo (ma mi pare importante ed attuale) OT in merito alla riforma dell'art.609 bis: [...]o di particolare vulnerabilità della persona offesa al momento del fatto[...]. Vuol dire forse che ora un uomo può denunciare quando vuole sua moglie/fidanzata per violenza, dal momento in cui in quel frangente lui si trovava in particolare vulnerabiliità psicologica?
Là dove non c'è oggettività, come fa ad esserci una pena di 12 anni? È liberale questa cosa?
Sarebbe bella una sua analisi sulle stime di crescita diffuse, se siano reali e soprattutto se si continuerà un approccio rigorista dinnanzi a fondamentali buoni ma ridotta crescita
RispondiEliminaHo già fatto i conti e la risposta è no. Se arrivo abbastanza presto a Roma ve li faccio vedere già stasera.
EliminaLa questione vera è "lo scossone" , senza il quale non possono sorgere ne "listoni" e ne "giovanne d'arco"
RispondiEliminaPoi su questultima ho anche parecchi dubbi, in quanto non c' è tempo per crearne l' apposita "narrazione" .
Cioè credo che "lo scossone" sia già "nel forno" e che per "fornaio" userebbero "l' usato sicuro".
sbaglierò nell'interpretazione di questa querula vicenda ma lo scopo è quello di compattare gli zerovirgola attorno al partito della nazione (ma anche della guerra) per far fuori le appendici fastidiose (Salvini). Infatti, tutti si stringono attorno a Mattarella o alla Meloni, che sono bravi, belli e buoni. E Tajani, futuro candidato PDR, se la ride con buona pace di Salvini
RispondiElimina"O la sinistra restituisce ai poveri la speranza che la politica può cambiare la loro vita o perde”.
RispondiEliminaQuesto è D'Alema alla festa dei 70 anni de L'Espresso.
Poi continua e ci va giù duro sul fatto che la sinistra si deve smarcare dai mantra quali neoliberismo, mercato, ecc., se no non recupera quel 50% di elettori delle fasce deboli che alle elezioni non vota.
Anche lui ci arriva con qualche anno di ritardo, ma forse ha capito.
Vedremo le reazioni, a partire dalla borghesuccia Elly.
Non è che ci arriva dopo. E' che ha una faccia di bronzo da antologia. Così rifotte i sinistri d'antan, che ci ricascano come hanno fatto la prima volta.
EliminaIl problema (loro) è che non ci si può contemporaneamente smarcare dal "neoliberismo" e predicare le frontiere aperte.
Elimina@Murmur, come ha detto il Prof. in una recente "semina mattutina" la sinistra tornerà o prima o poi a fare la sinistra, sarà cioè obbligata a smarcarsi dal pensiero neolib e derivati e ad occuparsi dei più deboli.
EliminaCosa otterrà sarà tutto da vedere.
Attenzione! Il mio era chiaramente un paradosso. La sinistra tornerà a essere critica verso l’UE quando questa non sarà più funzionale al suo desiderio di esercitare il potere in assenza di legittimazione democratica, MA questo presuppone due cose: che perda la leadership politica in Consiglio (quindi via Macron e via Merz; il Parlamento ha già una maggioranza di centrodestra, volendo…), e che ci sia ricambio negli apparati. I “nostri” rappresentanti in UE sono tuttora a prevalenza piddina e da consolidata tradizione non credo si stia facendo molto per ovviare a questo lieve problema. Gli altri Paesi però credo siano più efficienti e a quel punto, paradossalmente, contare poco in quelle burocrazie potrebbe essere un vantaggio.
EliminaEgregio Onorevole,
Eliminain merito al suo commento, mi chiedo se veramente la sinistra (il PD) cerchi la legittimazione democratica. Potrebbe volerla solo di facciata, ma non nei fatti.
Certo, una UE "di destra" potrebbe attirate le critiche del PD. Ma resterebbe il fatto che esso è l'unione di due tradizioni politiche contrastanti: i post-comunisti di sinistra ed i post-democristiani di centro. Negli anni, i leader del PD che si sono susseguiti, provenienti da anime diverse del partito, hanno più volte riposizionato il partito sul piano ideologico. Ne consegue che il PD non ha ancora un proprio profilo ideologico di riferimento. Un partito di questo tipo, potrebbe trovare l'unione d'intenti ed il consenso solo attorno ad un/una leader carismatico/a, cosa che adesso manca. Non sarà di certo il "listone di centro" a risolvere i problemi del CSX italiano.
Un saluto,
Fabio
Penso che il listone del centro sia un’idea che paradossalmente ha senso: renderebbe ancora più evidente che stare nell’eurozona, essere europeisti significa non voler far nulla se non essere dei passivi ricettori di ciò che dice la commissione. Almeno prima un minimo di resistenza culturale era data dal fatto che si definissero di “sinistra”, all’opposto un “listone al centro”, non avendo alcuna ideologia di riferimento né definendosi neanche di sinistra, non avrebbe neanche una minima resistenza culturale a qualsiasi proposta di Bruxelles. Inoltre, visto che “listone al centro” significa tutto e nulla, una volta che raggiungi il potere, potrai fare letteralmente di tutto e, visto che non sei più di sinistra ma “di centro”, nessuno si lamenterà che la sinistra ha perso la sua anima. Una genialata! (Nel senso brutto)
RispondiEliminaMi viene in mente il mitico Manuel Vázquez Montalban
RispondiEliminaDa "Pamphlet dal pianeta delle scimmie
Feltrinelli - Prima edizione in “Serie Bianca” marzo 1995":
Pagina 41/42: “… e ci chiedevamo fino a che punto, quando il potere viene delegato allo specialista e la società civile abbandona l’impegno di individuare le proprie necessità, non si determini anche un’atrofia dello stesso gioco democratico, e un insediamento in ciò che potremmo chiamare, ora sì con dispetto, una democrazia formale, sia nelle democrazie chiamate allora popolari, che nelle altre.”
Non so perche' ma mi sovviene questo 😉
RispondiEliminaCome sottotitolo avrei suggerito "il baratro", ma immagino non fosse
accattivante.
https://mulino.it/isbn/9788815394644
Se non ricordo male, a tal proposito, tempo fa suggerì e presentò questo titolo:
RispondiEliminahttps://www.solferinolibri.it/libri/la-variante-dc/
La cosiddetta "sinistra DC" e i suoi eredi, di cui Garofani ha fatto parte, hanno sempre perseguito l' alleanza con il Partito d' azione e il PCI, fin dal dopoguerra.
RispondiEliminaLo scopo era di occupare lo stato, depotenziare la politica come luogo di rappresentanza della sovranità popolare e rendere inevitabile il vincolo esterno a cui i governi italiani dovevano/devono assoggettarsi.
In questo contesto sono nati l' accordo Andreatta-Banca d' Italia, la firma del patto di Maastricht nel 1992, l' Ulivo di Prodi, la nascita del PD, etc..
Sempre da questi ambienti provengono Carli, Ciampi, Mattarella, Renzi, E. Letta, Draghi, Monti, etc..
Schlein ha capito una cosa sola: le tifoserie vogliono sceneggiate e sfottò e il listone di centro per ogni voto preso a Forza Italia ne perderebbe 2 verso Conte, astensione e partitini.
RispondiEliminaA quel punto la Lega può quasi augurarselo uno scenario-Garofani, indebolirebbe FI e favorirebbe una corsa solitaria del m5s
Siamo sicuri che Forza Italia non finirà nel listone?
EliminaSe vuole finire come il listone...
EliminaLe vicende degli ultimi giorni dimostrano che il tempo del nazarenamento (in Europa: "maggioranza Ursula") sono abbastanza contati. La riforma della tassazione in senso "green" è stata bloccata da una maggioranza di centrodestra, che emergerà sempre più spesso (perché Merz vuole vivere) nel processo decisionale europeo. Volevano farci importare la maggioranza Ursula, e ci sarebbero riusciti se non fossimo entrati nel Governo Draghi, e invece gli abbiamo esportato il centrodestra. Questo rende più complesso per Forza Italia "finire nel listone", cioè abbandonarsi all'abbraccio incestuoso del PD. In ogni caso, se qui abbiamo un minimo di intuizione, vale quello che dice Enrico: il "listone" (che non è un parquet) finirebbe comunque male...
EliminaPost veramente interessante prof. Alla fine il listone sarà un bel autogol che avvantaggerà ancora la destra.
RispondiEliminaPrimo mio commento nel post precedente. Mi presento. Sono ex studentessa della D'Annunzio, ho ascoltato le sue lezioni negli anni 2002-2004, affascinata, ma ho evitato di sostenere esami con lei. Leggo i post del blog dal 2013. La ringrazio per avermi aperto la mente sia a Pescara sia qui 10 anni dopo. Ammiro la sua passione e il suo impegno per quello che fa. Non credo le sia utile, ma sono dalla sua parte. Cerco di desistere. Grazie infinite per l'impegno profuso in questo progetto. Io confido. ☺️
RispondiEliminasì alberto mi ha insegnato a immergermi nei post del suo blog per carpirne la profondità per vederne il fulcro di tutto un uomo che fa del suo metodo di studio un modo per renderci fieri appartenenti alla sua scuola goofy #combattere 🤗
EliminaOggi ero in fila davanti al Marrucino (Don Giovanni) e un signore di Pianella mi si è avvicinato per stringermi la mano, dicendomi che avrebbe voluto farlo allo Sferisterio, ma per qualche motivo aveva preferito non disturbarmi. Tutto è utile, per me è importante sapere che al di là delle metriche web il messaggio arriva e persiste.
EliminaGiusto anche essere prudenti: la prudenza non è mai troppa.
Comunque, l'affascinante Bagnai che insegnava a Pescara nel 2003-2004 credo fosse un altro: io ci sono arrivato nel 2005 (il tempo passa in fretta, ma NON così in fretta).
Chiedo scusa per l'errore. Io ero già iscritta e mi ricordo che tra gli studenti di Economia della D'Annunzio si parlava delle lezioni del prof. Bagnai "particolari". Incuriosita ne seguii qualcuna. Ne rimasi affascinata ma al tempo stesso intimorita al pensiero di sostenere l'esame con lei. I post del suo blog mi ricordano quelle lezioni universitarie ascoltate dal vivo. Formativi, ricchi di spunti, grazie per la continua formazione. Nel mio piccolo cerco di fare la mia parte da milite ignoto in questa guerra. Non ho capito subito la strategia ma le ho creduto. Poi vedendo i primi risultati e rileggendo i post ho capito. Sono contenta quando ha ragione, riesco a trovare un senso. Buon lavoro
EliminaÈ un QED.
RispondiEliminaAnni fa (molti) Montanelli scrisse che "bisognava turarsi in naso e andare a votare" pur di salvare la Democrazia... Adesso sarà meglio aprirlo bene alle prossime elezioni per sapere chi "puzza di marcio" ed ha tradito gli ideali popolari della sinistra (che non c'è più: infatti mi sembra che dalla morte di Berlinguer si può dire che anche la sinistra sia andata in decomposizione... ).
RispondiEliminaVotare non sarà un'operazione gradevole, perchè molti non profumano di mughetto. E mi sembra che quelli che puzzano di più siano tutti mancini...
ma soprattutto: siamo sicuro che serva votare? tanto il vincitore deve passare a Washington e Telaviv a prendere la lista della spesa e a quella si deve attenere....(il prof. chiuderà un occhio in merito a questo post)
EliminaInfatti .. anche gli ortotteri sono passati di là nel lontano 2016:
Eliminahttps://www.corriere.it/politica/16_marzo_21/maxi-summit-diplomatici-di-maio-m5s-vaticano-usa-raggi-d273a0e6-eed9-11e5-a851-4eb96ea5fe45.shtml
@Aiccor: questo è esattamente anche un mio dubbio.
EliminaHo conosciuto il PCI come giovane iscritto ed attivista, sia nelle sue articolazioni di base, che in quelle più allargate delle province (allora importanti), e proprio nel periodo di transizione verso la fine (chiamiamolo così) dal '77 al '90.
RispondiEliminaChe il PCI stesse - in sé stesso - transitando verso il "modello democristiano" del potere, era già visibile; in modo parziale e combattuto, certo (troppo abituati ad essere opposizione per convivere bene con il concetto del governare, specie dalle mie parti); ma lo stile consociativo già affiorava.
Non era sempre un atteggiamento negativo: man mano che si avvicinava al potere, o almeno a una sua idea (si ricordi la stagione '76-'78 del compromesso storico) molti nel PCI si rendevano anche conto del tipo di "costi idealistici" che ciò comportava.
Non sempre dicevo - ma andava passo passo con la traformazione della base, da quella operaia a quella piccolo borghese.
I democristiani non erano tanto alieni quanto lo sembravano negli anni '50, insomma.
L'odio più profondo era però riservato ai socialisti - a Craxi in particolare - che dopo il '78 divennero una fonte di rabbia continua. I socialisti d'altronde non facevano nulla per farla diminuire, anzi. A parte le pratiche più smargiasse e prepotenti allorquando si trattava di "fare la lista di sinistra", erano estremamente disinvolti nella pratica dell'"O Franza o Spagna eccetera".
Non farsi sorpassare a sinistra era una vecchia lezione, ma penso che lì abbiano imparato a non farsi sorpassare a destra...
I "comunisti", insomma, per quel che mi ricordo non esistevano quasi più fin dalla metà degli anni '70. La stanchezza di prenderla sempre in quel posto fece il resto. La delusione mostruosa per la vittoria di Berlusconi...è già un'altra storia, ma ricordo che la sua identificazione come epigono del craxismo fu uno dei punti di odio più viscerale.
I comunisti semplicemente capivano che tanti operai, arricchendosi e grazie al welfare, erano diventati piccoli borghesi, non capendo però al contempo che, una volta che il suo elettorato includeva anche dei piccoli borghesi, non aveva più senso distinguere tra operai e piccoli commercianti/professionisti. Dunque hanno continuato una retorica antikulakista (antistorica) che favoriva PSI e DC, nel senso che a quel punto i piccoli borghesi (anche se operai) si spostavano al centro mentre il PCI non acquisiva voti di piccoli borghesi non operai. Di fatto quel che è mancato al PCI è stato che, con la società del benessere del secondo dopoguerra, occorreva passare dalla tutela del proletario in senso stretto a quella del lavoratore in senso più ampio (ossia di chi non impiega capitale significativo nella sua attività).
EliminaVi sono due punti nel post che mi inquietano sempre: uno è l'avere di fatto un Re, seppur non per eredità familiare, ma formulato di volta in volta, da quel corpo parlamentare che, lei ci spiega molto bene, è un corpo altamente ricattabile (ironia della sorte, proprio a causa degli ortotteri e del loro bieco moralismo), e qui viene meno il primo pilastro; la Democrazia.
RispondiEliminaIl secondo; non avere più un sistema bancario che abbia ancora una funzione, uno scopo pro pubblico.
E qui salta il secondo pilastro; la Repubblica.
Anche se il secondo mi sembra più importante del primo.
"Ahh, 'nnammo bene, 'nnammo proprio bene..." (cit. sora Lella)