domenica 4 giugno 2017

Hallenser post 2: il gran Condé

Di fronte al mio letto incombe l'inquietante profilo del ciccione:


"Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina."

Io in vece ho preso un Esilgan (ma da 1 grammo, eh! Tranquilli...). 

Buona notte!


11 commenti:

  1. "So,that's why you practice,you know.You work on things that are difficult until they become easy (...) and the the music comes out".
    Questo si è visto venerdì scorso a Todi,eccellenza musicale ed interpretativa e naturalezza e solidità allo stesso tempo.
    Una volta su un palco avevo un fonico americano anziano di lunga esperienza.Mi disse:"Pensate a divertirvi.Se vi divertite voi si divertono pure loro"."Loro" ovviamente era il pubblico.Questo:pensate a divertirvi,e avrete la giornata di Rocroi,e andrà a finire come deve.E poi sarà tempo di registrare!

    RispondiElimina
  2. psicofarmaco no, melatonina si (5mg)

    RispondiElimina
  3. “Durante le due prime notti, piene di inquietudini e di terrori, non avevo potuto dormire; la terza, alla fine, dormii di noia e fatica. A mezzanotte, infatti, lasciati i giurati riuniti per deliberare, mi avevano riportato sulla paglia della prigione e immediatamente ero piombato in un profondissimo sonno d’oblio: dopo molti e molti giorni erano quelle le prime ore di riposo.
    Quando mi vennero a svegliare ero ancora nel più profondo del sonno.
    Questa volta non bastarono davvero né i passi pesanti e le suole chiodate del secondino né il tintinnio del suo mazzo di chiavi né il rauco cigolio del catenaccio: per farmi uscire dal letargo in cui ero caduto ci volle la sua voce rude al mio orecchio e la sua mano pesante sul mio braccio: «Alzatevi, su!».
    Mi alzai intontito e mi misi a sedere sul letto.
    In quel momento, dalla stretta ed alta finestra della cella vidi sul soffitto del corridoio vicino, solo cielo che mi fu dato intravedere, quel riflesso dorato in cui degli occhi abituati alle tenebre di una prigione sanno così bene riconoscere il sole.
    Io amo il sole.
    «E’ una bella giornata», dissi al secondino. Egli restò un momento senza rispondermi, come se non sapesse se valesse la pena di spendere una parola; poi con qualche sforzo mormorò bruscamente: «Può darsi».
    Restai immobile, coi sensi non ancora ben svegli, la bocca sorridente, l’occhio fisso su quel dolce riverbero che chiazzava il soffitto.
    «Ecco una bella giornata» ripetei.
    «Sì, mi rispose quello, bisogna andare».
    Queste poche parole, come l’ostacolo che interrompe il volo di un insetto, mi rigettarono violentemente nella realtà: improvvisamente rividi, come nel chiarore di un lampo, la cupa sala del tribunale, il tavolo a ferro di cavallo dei giudici, i tre ordini di testimoni dalle facce un poco ebeti, i due gendarmi ai capi del mio banco, l’agitarsi delle toghe nere, il formicolare delle teste della folla, in fondo, nell’ombra, e il loro arrestarsi su di me, lo sguardo fisso di quei dodici giurati che avevano vegliato mentre io dormivo...”

    RispondiElimina
  4. Ma pure tu. Posizioni all' indietro e capovolte la sera dopo un salto quantico di consapevolezza no...e per forza poi non dormi. I salti quantici abbisognano di posizioni in avanti o rilassanti con un bolster, quelle si all' indietro volendo. Ma non sono insegnante quindi... Però ho notato alle tue conferenze come godi quando allinei e allunghi la spina dorsale quindi...
    Non mi bloccare ti prego. (Per un po' non lo faccio più).

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.