giovedì 1 giugno 2017

QED74: "Dottò, è 'a frizzione! Come 'a tocchi sossòrdi..."

(...settantaquattro: è un numero difettivo e odioso. Nonostante la scelta sia casuale, e nonostante io non stia per parlarvi di divisori, ma di moltiplicatori, non ci poteva essere numero più appropriato per quello che in effetti è il QED del sesto KPD, nonché, letterariamente, la naturale prosecuzione di "Sparecchiavo...". Fatto il punto nave per i nuovi lettori, che crescono in quantità e qualità, "o buon Appollo, al solito lavoro fammi del tuo valor siffatto vaso, come dimandi a li mortacci loro"...)


Riccardo Barbieri Hermitte è una persona elegante, competente, e preoccupata, certo a modo suo (come ognuno di noi), ma con una convincente parvenza di sincerità, per le sorti del paese. Ho avuto modo di ascoltarlo in una sola occasione, e, sperando che questo non gli rovini la carriera, devo dire che ho apprezzato al 99% la sua analisi, l'1% essendo il rituale inchino ai luoghi comuni dovuto alla necessità tattica di farsi scusare per aver detto con compostezza ma fuori dai denti alcune verità spiacevoli sul nostro paese (perché agli abitanti del nostro paese torna sgradito sentirsi dire che questo ha fondamentali economici sani: più esattamente, tornava sgradito ad alcuni degli astanti, membri di quelle élite che dalla proclamazione dell'inferiorità etnica dei propri cittadini traggono la legittimazione per espropriarli - tendenza assolutamente bipartisan, peraltro, come da noi chiarito molto tempo addietro notando la celeste corrispondenza di economici nonsensi fra il nuovo filosofo di Treviri e il salvatore della Patria...).

Alfredo (nome di fantasia) era invece "er meccanico" più vicino a casa. Non si può dire che fosse elegante, se non nella misura in cui potremmo definire "eleganza" la naturale, innata capacità di essere a proprio agio, e in particolare di indossare abiti appropriati, in ogni circostanza. La tuta sporca di grasso, leggermente oversize per garantire libertà di movimento agli arti, ma soprattutto a una rimarchevole panzetta (la libera circolazione dei trigliceridi...), non sarebbe stata vista con occhio indulgente attorno a un tavolo direzionale di BoA! D'altra parte, te ce vojo vedé a tte a tuffarti nelle viscere de "la màghina" con una bella cravatta a sette pieghe... C'è anche il caso di fare la fine di Isadora Duncan, che noi non auguriamo a nessuno, nemmeno a quelli che spingendo troppo in là, oltre il muro del razionale, la difesa dei propri porci interessi di parte, l'hanno resa inevitabile a molti. Sulla competenza... non mi pronuncio, rinviando a un grande classico della letteratura italiana (che, pensate, mi è stato consigliato dal Gaddus...).

Ma torniamo a Barbieri Hermitte. Voglio precisare che quando parlo della sua competenza non mi riferisco specificamente a quella scientifica. Devo farlo per correttezza: non essendoci molte pubblicazioni scientifiche del dottor Barbieri Hermitte in giro, se non facessi questa precisazione la mia affermazione potrebbe essere interpretata in modo antifrastico come sarcasmo, soprattutto alla luce di quanto sto per raccontarvi. Quando parlo di competenza intendo questo: una lunga esperienza dei mercati acquisita presso i mercati, cioè presso i soliti noti: JP Morgan, Morgan Stanley, Merril Lynch, e anche Algebris, che nel CV non c'è... ma il paese è piccolo, e la gente mormora, anche quando non ce ne sarebbe motivo (e comunque non ce n'è mai bisogno)...

Presso tutte queste istituzioni prestigiose, che hanno legittimo scopo di lucro, il dottor Barbieri Hermitte ha svolto ruoli di responsabilità che non avrebbe potuto svolgere se non avesse avuto le competenze necessarie per produrre reddito. Insomma: è una persona che sa senz'altro fare tante cose che io non so fare, come lo sono tante altre persone (ad esempio Jago), tutte persone che per questo motivo suscitano la mia curiosità intellettuale e il mio rispetto umano (a differenza dei tanti cialtroni buonisti che circolano anche nel mio settore: i tanti economisti invenduti per mancanza di acquirente, che difendono la causa "giusta" nel modo sbagliato). Naturalmente, dal fatto che Jago sappia scolpire bene non consegue che egli sappia come me suonare mediocremente, e così dal fatto che il dottor Barbieri Hermitte sappia fare tante cose complicate che io non so fare, non discende che lui sappia fare alcune semplici cose che so fare io, cosa alla quale, fino a poco tempo fa, credo lui potesse facilmente rassegnarsi.

Poi è successa una cosa interessante, che credo non sia sfuggita all'attenzione di molti di voi (come non è sfuggita all'attenzione di Palombi e Di Foggia, a pag. 16 del Fatto Quotidiano del 26 aprile scorso, quando, incalzato dal mio personale Sturm und Drang, ero a Libberopoly in cerca di solitudine - motivo per il quale dovetti dire a Marco: "penZace tu..." e lui ci pensò egregiamente...).

Sì, avete capito. Sto parlando proprio del famoso box a p. 17 del Programma Nazionale di Riforma, la terza parte del Documento di Economia e Finanza 2017. A futura memoria, eccovelo qui:



Sintesi: premesso che, come voi sapete (e dovrebbero sapere anche i politici) Monti decise di "aggredire" la spesa pubblica in modo del tutto pretestuoso, ovvero non per "consolidare" conti pubblici che erano del tutto sostenibili, ma per generare la disoccupazione necessaria al riequilibrio dei conti esteri (via calo dei salari-miglioramento della competitività-riduzione delle importazioni-aumento delle esportazioni), ne consegue che questa medicina, somministrata sulla base di una diagnosi volutamente errata, ha causato enormi danni al paziente. I danni sono quantificati nella tabellina come scostamenti percentuali dallo scenario di base, che non si sa bene quale sia. Se prendiamo per buono quello che il Fmi forniva all'epoca (cioè quello del secondo World Economic Outlook del 2011, riportato a base dei prezzi 2010 dall'originaria base 2000), la perdita di Pil reale sul quadriennio in questione può essere quantificata come segue:


Quel tesoro del Tesoro ci propone ben due controfattuali (al prezzo di parecchie migliaia di euro estorte dalle nostre tasche): uno standard, e uno con frizioni finanziarie.

E cosa saranno mai queste frizioni finanziarie!?

Sono la geniale scoperta, recentemente fatta dagli economisti (poi dicono che l'economia non è una scienza...), secondo cui capita che in caso di crisi bancaria le banche siano restie a prestare non solo i soldi che non hanno, ma anche quelli che hanno, perché temono di non rivederli indietro. Geniale, vero? Dite la verità: senza il brillante articolo di Gertler e Karadi (2011) voi non ci sareste mai arrivati! Consolatevi: gli economisti del Tesoro (chi sono? Hanno pubblicato il loro modello? È stato sottoposto a peer review? Si può sapere come è fatto? Perché sarebbe anche un problema di democrazia, sapere su quale base informativa l'esecutivo prende le decisioni che ci riguardano, non vi pare?...), gli economisti del Tesoro, disais-je, pur conoscendo l'articolo, ci sono arrivati solo sei anni dopo. Sei anni dopo cosa? Dopo Gertler? No: sei anni dopo questo, dopo il primo QED, quello in cui chiaramente dicevo (inascoltato) che l'austerità avrebbe provocato un serio deterioramento della qualità dei crediti (ovvero un aumento delle sofferenze).

Io parlavo di sofferenze quando i cialtroni parlavano di debito pubblico: sì, i cialtroni che hanno deliberatamente condannato a morte la nostra economia.

Come mai, nei controfattuali di quel tesoro del Tesoro, l'impatto delle manovre recessive di Monti è più drammatico (arrivando a una perdita cumulata di quasi 300 miliardi di euro sul quadriennio 2012-2015) se si considerano le frizioni finanziarie? Ma è semplice: perché questi scenari tengono conto del fatto che quando le banche non prestano, l'unico settore che può iniettare liquidità nel sistema economico è quello pubblico, e quindi in queste circostanze l'austerità (ovvero la sterilizzazione della spesa pubblica, diventata una fonte di liquidità necessaria per il funzionamento del sistema) ha impatti finanziari devastanti. Insomma: quando le banche non vogliono mettere soldi in circolo, solo lo Stato può farlo, e se glielo impedisci è morte per imprese e persone: le aziende non possono pagare i fornitori, che non possono pagare i dipendenti, che non possono pagare il mutuo, mettendo in ulteriore difficoltà le banche, che quindi vogliono mettere in circolo ancora meno soldi, ecc.

L'austerità in queste circostanze è un salasso praticato a un paziente anemico.

Noi siamo andati oltre! Siamo arrivati all'assurdo che lo Stato non solo non iniettava liquidità con un piano di investimenti pubblici (o anche semplicemente innalzando gli stipendi pubblici, cosa che, come sappiamo, ha un impatto positivo sugli investimenti privati: ce lo dice Marattin, prestigiosamente pubblicato qui!), ma addirittura si rifiutava coi pretesti più vari di dare agli imprenditori quanto spettava loro, nonostante glielo chiedesse addirittura la lue! Eh, già, perché, chissà per quale motivo, i nostri Quisling ascoltano il Treponema bruxellensis solo quando questo chiede di tassare iniquamente: mai quando chiede di pagare giustamente.

Ora, ci sono diverse considerazioni da fare, a margine di questo simpatico episodio.

La prima è stata svolta da Palombi, ed è la più pregnante in termini politici: è del tutto evidente che dietro una critica così esplicita e radicale delle "riforme" messe in atto dal Padre della Patria su richiesta del treponema ci deve essere una intenzionalità politica, che penso anch'io (come Palombi e Di Foggia congetturano) sia quella di mettere in guardia Bruxelles contro il grave rischio di instabilità politica che potrebbe conseguire dall'imposizione oggi di un simile piano di risanamento. Traduzione pratica: si vota a febbraio (la lue ci andrà con la mano leggera, Gentiloni farà la sua manovra che non concluderà nulla, poi arriverà Renzi alla riscossa... e magari farà un sorprendente - per gli altri - patto pecorino con gli ortotteri...).

Ma questa roba mi interessa tanto quanto. Le cose che vorrei farvi apprezzare sono altre.

Intanto, questo box di quel tesoro del Tesoro, che ci fa la carità (anonima, perché così deve essere la carità) di dire le cose come stanno, non aggiunge nulla a quanto sapevamo, ed è in effetti un autorevole (...) QED di quanto ci eravamo permessi di dimostrare anni addietro col modello di a/simmetrie (ora pubblicato su rivista peer reviewed con nome cognome e indirizzo degli autori: male non fare, paura non avere, converse is true). Le politiche di austerità sarebbero state controproducenti: in recessione non ci si deve proporre di ridurre il rapporto debito/Pil ma di stabilizzarlo (come affermato qui in Italia fra gli altri da Realfonzo), e questa stabilizzazione, siccome deve agire non solo sul numeratore (debito), ma anche sul denominatore (Pil), richiede in particolare un aumento, anziché una diminuzione della spesa pubblica, soprattutto quando questo rapporto eccede il 100%. Il motivo è alla portata di qualsiasi imbecille (tranne i tanti pagati per non capirlo in giro nelle redazioni): quando il rapporto debito/Pil è maggiore di uno, anche laddove la riduzione di Pil conseguente a quella della spesa fosse uno a uno (un euro di Pil in meno per ogni euro di taglio di spesa), il rapporto aumenterebbe comunque, per i motivi da noi illustrati qui. Suggerimento: 3/2 è maggiore di 4/3. Se non ci credete (o siete iscritti all'ordine dei giornalisti), una calcolatrice vi aiuterà. Sottrarre uno sopra e sotto fa aumentare il rapporto, e questo è quello che succede al rapporto debito/Pil quando si fa austerità con un moltiplicatore pari a uno.

Se poi consideriamo che in un modello keynesiano standard il moltiplicatore è maggiore di uno (nel modello di a/simmetrie è vicino a 1.8 in condizioni recessive, valore che sembrava elevato a Francesco Lippi semplicemente perché ignorava la letteratura rilevante, da Candelon e Lieb in giù...), capite che, nei termini stilizzati che vi ho proposto, da 4/3 si passa direttamente a 3/1 (che sarebbe 3).

Non è quindi strano che il nostro modello, dove il moltiplicatore è maggiore di 1.5, valutando cosa sarebbe successo se si fosse tentato di stabilizzare il rapporto debito/Pil, anziché di diminuirlo, giungeva alla conclusione che in questo modo si sarebbe evitata una perdita di Pil quantificabile in 127 miliardi di Pil in due anni. Cifra non così lontana dai 97 miliardi risultanto dagli scenari di quel tesoro del Tesoro. La differenza può essere spiegata dal fatto che il Tesoro confronta lo scenario "pessimale" (le politiche di Monti) con uno scenario "business as usual" (cioè valutano il danno di quello che si è fatto rispetto a cosa sarebbe successo non facendo nulla), mentre noi valutavamo lo scenario "pessimale" confrontandolo con quello ottimale (cioè cosa sarebbe successo se si fosse operato per stabilizzare il rapporto debito/Pil). La differenza sono 30 miliardi nel primo biennio, che alla fine ci sta: come dire che un modello veterokeynesiano, di quel tipo così tanto disprezzato dagli ignoranti, alla fine dice esattamente le stesse cose che quegli esercizietti da ingengngnieri falliti che vanno sotto il nome di DSGE sono costretti a dire, perché se i dati dicono una certa cosa, alla fine con quale modello li interroghi non conta, purché tu sia intellettualmente onesto (il problema è sempre e solo questo, come ormai sapete avendo visto innumerevoli esempi).

L'unica differenza fra il modello veterokeynesiano che "nella letteratura accademica non si usa più" (lo farò presente all'editor di Economic Modelling) e i modelli dei poracci che avrebbero voluto essere astrofisici ma non erano abbastanza portati per la matematica, è che il primo dice le cose mediamente con tre anni di anticipo, come vi sto dimostrando, il che poi significa che gli altri sono ritardati: arrivano con tre anni di ritardo...

Ora, c'è una cosa da apprezzare in questo QED. Certo, in termini giornalistici (e anche in termini fattuali) è interessante sottolineare l'enormità della perdita che Monti ci ha inflitto (i famosi 300 miliardi). Ma in termini scientifici, intellettuali, ci sono cose più stuzzicanti da rilevare.

La prima ve l'ho detta: alla fine, i "neoclassici" (quelli che Keynes chiamava i "ricardiani") sono costretti dalla violenza dei fatti a dire cose keynesiane, a pena di irrilevanza scientifica (e anche politica). Dopo sette anni di crisi, chi dice che il cielo è verde lo fa a suo rischio e pericolo, il primo rischio essendo il più grave in un società così attenta alla reputazione e alla credibilità: il rischio del ridicolo (e direi che in questo caso il rischio si è convertito in certezza). Per tutelare la propria inesistente credibilità, gli "scienziati" sono costretti a ricorrere ad artifici retorici parenti stretti della scoperta dell'acqua calda ("in una crisi bancaria le banche sono in crisi"), che presentano come assolute e pregnanti novità, magari infiocchettandole con un po' di inglese (fainancial fricscion...), per occultare sotto questo fumogeno il fatto che le conseguenze delle politiche scellerate prese dalle istituzioni cui appartengono erano ampiamente prevedibili e previste (questo blog ne è la prova). Come ho già avuto modo di dire, "what have we learned from the crisis" is the new "ho solo eseguito gli ordini". Da questa crisi gli economisti post-keynesiani non hanno imparato nulla che non sapessero già, e lo stesso vale per i pre-keynesiani (da Alesina in giù: praticamente tutti). Questi ultimi, però, devono far finta di aver scoperto cose che non sapevano, per pulirsi la coscienza dalla responsabilità politica delle scelte "tecniche" che hanno direttamente consigliato o indirettamente appoggiato.

La seconda è che anche se i numeri dello scenario "con frizioni" sono impressionanti, quelli dello scenario "senza frizioni" non lo sono meno. Attestare una perdita cumulata di 100 miliardi (99.4) in un quadriennio significa affermare una sola e unica cosa: che l'austerità espansiva è una colossale scemenza, smentita dai dati. Agli ignoranti che oggi consigliano di ridurre il debit pubblico aumentando il surplus di bilancio (magari con una bella patrimoniale), ricordiamo che non solo il nostro debito pubblico è sostenibile, ma anche che oltre all'esperienza, e alla scienza, oggi perfino la politica, con il boxetto gesuitico e tardo di cui ci stiamo occupando, certifica che l'austerità è self defeating. Lo dice così, in inglese, per non dirlo in italiano, cioè per non dire che per diminuire il rapporto debito/Pil bisogna aumentare, non diminuire la spesa pubblica. Questo chi non è ignorante lo sa, e chi è ignorante farà meglio a leggersi in fretta (e in ginocchio sui ceci) la letteratura scientifica più recente (pubblicata su Topolino, ovviamente: tutte idee strampalate di un oscuro accademico di provincia)...


Cosa c'entra in tutto questo il dottor Barbieri Hermitte? Direi ben poco, perché il disastro non l'ha fatto lui, e anche perché non era suo lavoro occuparsi di astrusa letteratura accademica, mentre esplorare le implicazioni pratiche di questa letteratura, cioè fare il lavoro che facciamo qui, sarebbe stato, e tuttora sarebbe, il lavoro degli economisti del Tesoro (chi?).

Credo che oltre che elegante sia anche persona spiritosa (alla fine, in un mondo così paradossale esserlo conviene, e credo che lui di convenienza se ne intenda: vedi alla voce esperienza dei mercati finanziari...). Apprezzerà quindi se dico che, mentre uno sbigottito Palombi mi riferiva del simpatico box incitandomi a commentarlo (lui, che mi imputa di avere un atteggiamento troppo "ginnico" nei riguardi della realtà, ma paradossalmente era così smanioso di commentare un documento che io programmaticamente mi ero rifiutato di prendere in considerazione: a che pro indugiare sulla produzione legislativa di un governo colonizzato? Non basta forse aver descritto in anticipo le intenzioni del governo colonizzatore?...), mentre uno sbigottito Palombi mi parlava del "box a pagina 17", e io in debito d'ossigeno arrancavo verso quota 2285, improvvisamente emergeva dalle profondità del mio sconforto la plastica immagine del dottor Barbieri Hermitte senza cravatta, in tuta oversize, proprio quella di Alfredo, patacca per patacca, che in un greve dialetto romanesco, invece dell'italiano assolutamente corretto e affilato che gli conosco, mi apostrofava con le parole che tante volte erano suonate all'orecchio di mio padre come una condanna a morte: "Dottò, sò 'e frizzioni. Che glielo dico a ffà? Come 'e tocco so ssordi. Solo pè aprilla fanno trecento mijardi...".

E così, fra un ministro che sparecchiava con la gonna in capo mentre la sechiular staghgnieiscion faceva "i su homodi", e un chief economist che smonta le fainanscial fricscion in tuta da meccanico, il nostro paese va in malora, e le nostre case verranno espropriate (perché imporre una patrimoniale a chi non ha reddito significa di fatto espropriargli il cespite su cui insiste l'imposta), per trasformarci in un popolo di nomadi più "fluidi" e ricattabili di chi ha un ubi consistam (paradossale conseguenza di una crisi che nasce perché il governo degli Stati Uniti voleva mettere un tetto sopra la testa di ogni cittadino), e per somministrare, coi nostri soldi, una cura palliativa al vero malato d'Europa, del quale oggi non si parla più, perché è stato deciso con quali soldi salvarlo: coi vostri.

Ovviamente non basterà, e alla fine si arriverà alle armi (tutto il gran parlare di eserciti che si fa in questi giorni serve solo a prepararvi all'inevitabile - che poi, proprio perché inevitabile, è una cosa alla quale in fondo arrivare preparati non è che conti così tanto...). It must be war: sono parole di Keynes, cioè parole vere.

Ma voi, che mi leggete di questo eravate già informati. A gennaio dissi che avrei passato l'anno a dire "ve l'avevo detto" (hashtag: #vlad), e così sta accadendo.

Triste soddisfazione...

(...che rima con "si apra la discussione...")

(...ogni tanto, quando vado a trovare i miei, cioè ogni tantissimo, vedo Alfredo: sta ancora lì, inossidabile. Saranno passati trent'anni. Non c'è che dire: "dottò sossòrdi" è una frase che allunga la vita, oltre al conto in banca...)

51 commenti:

  1. in contemporanea oggi in prima pagina al Fattoquotidiano.it (ma soltanto per poche ore...poi chissà perchè svanì) la De Romanis - ahinoi per 12 anni nel consiglio di esperti del Ministero di Economia - se ne esce con l'austerità "buona" e quella "cattiva".

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/01/conti-pubblici-non-ce-solo-lausterita-alla-greca-quella-fatta-bene-fa-scendere-le-tasse-e-spinge-la-crescita/3627349/
    Lo so che merito un "autoban" ma non sono nessuno quindi...
    ça va sans dire

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre sul FQ oggi si può leggere anche questo, credo per fortuna nostra e dello stesso FQ:
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/01/g7-dietro-lo-scontro-merkel-trump-ce-la-ribellione-della-germania-allordine-mondiale-post-1945/3628822/

      Elimina
    2. Aveva ragione Andreotti: la germania doveva restare divisa. Magari anche in 4 come subito dopo la guerra

      Elimina
    3. Quella dell'austerità "buona" e "cattiva" è una vecchia bufala di Giavazzi che ho confutato in modo molto lineare sul FQ. Non ci vuole molto. Ora mi cerco i lavori della De Romanis con Scholar e poi vi dico...

      Elimina
    4. La domanda principe resta: Gli USA verso l'abbandono dell' Europa, la Germania insegue finalmente il sogno del Grande Reich Europa con soldati con la svastica di ogni nazionalita'. 72 anni fa ci salvo' l'Armata Rossa, 345 divisioni fra corazzate, motorizzate e di fanteria all'assalto di Berlino, 1 milione e mezzo di soldati.....Oggi, qualcuno sa dirmi chi vi salva ? Oppure (dio non voglia....) dovrete farlo da soli ?

      Elimina
    5. Su Google Scholar l'unica cosa di Veronica De Romanis che si trova è un libro, edizioni Marsilio, intitolato "Il metodo Merkel - il pragmatismo alla guida de LEUropa" (scusate l'errore di trascrizione, dev'essere la stanchezza).

      Una agiografia. Speriamo per lei che almeno la paghino bene...

      Ieri sera ho riguardato assieme a mio figlio It's a wonderful life, di Frank Capra. La scena che mi sovviene è quella dell'avaro Potter che, ormai sconfitto dalla Costruzioni&Mutui che gli sottrae sempre più affittuari, gioca la sua ultima carta, offrendo un lavoro strapagato al protagonista George Bailey (interpretato da uno strepitoso James Stewart). George sta quasi per accettare quella che a tutti gli effetti è la vendita della sua anima, quando stringe la mano a Potter... E accade il miracolo (quello che nella realtà troppo spesso non accade).

      Povera Veronica De Romanis. Poveri noi.

      Elimina
    6. Ma lo sapete di chi è moglie la Sig.ra De Romania. Vero?

      Elimina
    7. Certo, ma diamo per scontato che ciò non abbia alcuna relazione con il suo percorso di ricerca molto personale, né con lo spazio dato dai media ai suoi originali progetti editoriali. Le idee si affermano con la propria forza.

      Elimina
  2. Per un lettore attento ed assiduo di Goofynomics, ogni QED è in effetti un "déjà vu" e questo non fa eccezione. Oramai, mutuando una vecchia réclame [qui: https://www.youtube.com/watch?v=S3RuTgdhk3A], il padrone di casa potrebbe ben dire: "potevamo stupirvi con effetti speciali: ma noi siamo scienza economica, non fantascienza. Goofynomics: qualità costante nel tempo". Insomma: per la fantascienza economica e i suoi effetti speciali, rivolgersi ai soliti noti.

    RispondiElimina
  3. In effetti, l'intenzionalità politica di mettere in guardia Bruxelles comincia a manifestarsi: Padoan chiede sconti in Europa....

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/06/01/padoan-scrive-a-commissione-ue-calo-03-deficit-nel-2018_9250c64e-e1f9-41f7-910c-b11e96f1b9dc.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era assolutamente chiaro dal discorso di BH che volessero andare a parare lì.

      Elimina
  4. Meglio odioso che malvagio. Bagnai docet :)

    "La marmite de l'Hermitte est remplie de rubis" (parafrasi)

    Saluti cordiali

    RispondiElimina
  5. A me la De Romanis mi sembra Crudelia DeMon!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono due signore molto eleganti.

      Elimina
    2. Ho letto la copertina del libro di Veronica De Romanis, quella col titolo.

      C’è uno sfondo giallo, di fronte al quale tre formiche operaie camminano su un rametto per portare - verosimilmente al formicaio - una grossa foglia ciascuna. C’è scritto che quelle formiche siamo noi, che ogni giorno dovremmo portare un fardello più grande di noi, in un luogo che non è esattamente casa nostra, a un’enorme culona che chiameremmo “regina”. Non potremmo avere figli, ma la culona sì e saranno tutti figli suoi.

      Almeno, questa è la copertina.

      Elimina
  6. "...oggi non si parla più del vero malato d'Europa". Mi sembra anche che non si parli più in generale di crisi, almeno tra la gente, quella comune per intenderci, quella che la crisi la subisce e che, almeno al bar, dovrebbe sfogarsi! E' il passo successivo nel progetto di manipolazione delle menti. Non solo cambiare la percezione della realtà attraverso false e continue comunicazioni che però non modificano lo stato d'animo di chi questa realtà la subisce (almeno non per tutti, 1984 docet), ma addirittura cambiare percezione e comportamento di reazione di chi la subisce, cioè noi il pppopppolllo! Bonvi aveva già esposto questo meccanismo anni anni fa nella geniale striscia delle Sturmtruppen sull'arma finale http://www.papersera.net/public_html2/yabbfiles/Attachments/Sturmtruppen-arma_finale.jpg . Pare a me questa l'attuale condizione italica! Che poi finché c'è il terrorismo, i migranti, la champions e compagnia bella e si sta ancora a galla...vedremo quando si comincierà ad ingoiarla, la merda se really "it must be war"!
    Perché non abbiamo ancora cominciato vero?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sulla coppa campioni (io so' antico) ci metterei un briciolo di curiosa attenzione, perché siccome tutto si tiene, potrebbe prestarsi a una lettura politica.
      accadrà infatti - i pronostici li sbaglia solo chi li fa (Brera) - che la juventus vincerà. lo dico da anti bianconero convinto!, ma in questo caso contento, perché la vecchia signora arriverà alla sua sospirata coppa adottando, come sta facendo quest'anno, il più tradizionale gioco "all'italiana": difesa arcigna e contropiede, possibilmente manovrato. Ciò sarebbe una piccola riprova del fatto che quando "l'italia fa l'italia" raggiunge grandi risultati, mentre quando scimmiotta altri, nelle sue botte di provinciale esterofilia, prima o poi sbatte il grugno ("dobbiamo fare come i tedeschi... i francesi... gli ingle...", ah, già, gli inglesi non vanno più di moda); questo dovrebbe riempirci di sano orgoglio, per quel che può contare il calcio.
      Eppure non ho quasi sentito dirlo, a nessun "grande giornalista"; ho invece sentito enunciare frasi del tipo "la juve è diventata una squadra di stile europeo, di mentalità europea..." (che non si sa cosa voglia dire).
      Guardavo "Sconcert(ato)" la tv e pensavo: "E niente, niente... nemmeno il calcio lasciano in pace... niente... escono dalle pareti, escono dalle fottute pareti".

      Elimina
  7. caro guru, in un momento in cui non devi piallare er palla o fare le coccole alla bimba, in un momento in cui ti sarai spaccato li zebedei di dire che avevi ragione.
    In un momento in cui preso dallo sconforto di noi umili seguaci ignavi nonostante i calci in culo presi, ecco, in quel momento ti chiedo di fare una cosa immonda.
    Magari con sorpresa scoprirò che è già accaduto ma mi piacerebbe tanto che leggessi un libricino di poche pagine, neanche 100, dal nome COME SOPRAVVIVERE ALLO SVILUPPO DI S.L.
    Dopo aver letto lei per caso mi è capitato questo libricino, e non può capire quante similitudini ci siano nel suo argomentare e in quello dello scrittore.
    Non dico che vedi la luce ma i conti iniziano a quadrare.
    In peggio, ma questa è un altra storia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cercando su questo blog credo che ti renderai conto che al professor Bagnai non piace molto la teoria della decrescita, di cui Latouche è un importante sostenitore.

      Elimina
    2. Anche polo nord e polo sud hanno molte similitudini.

      Elimina
  8. Wow! Dunque il Mef ha vuotato il sacco, ha ammesso le responsabilità del Salva Italia, fatto mea culpa!
    Eh, insomma.
    Un “focus” di una pagina – immerso in una trattazione complessiva di 183 – facente parte di una delle 4 gigantesche sezioni del Def, cos’è se non un ago volutamente gettato in un pagliaio (che comunque la ringrazio di aver rintracciato e diffuso a mezzo blog)?
    Il Tesoro, oggi, non è più un organo sovrano, che come tale si potrebbe muovere liberamente, a livello sostanziale e – punto che sarebbe di grande utilità per tutti – sul piano informativo. Anzi, non è più nemmeno un organo, visto che ha perso consistenza fisica e funzionale.
    Il Tesoro dovrebbe tornare a fare il Tesoro, recuperando le sue specifiche competenze di gestione della politica monetaria, del debito e della spesa pubblica. Così d’altronde ha funzionato per oltre un secolo, fino all’insensata soppressione del ’96, quando venne “cotto e mangiato” nel minestrone unico di quello che era l'antenato del Mef.
    A volte, leggendo articoli come il suo che parlano del Tesoro, mi chiedo: lo rivedremo mai? Torneremo a riconoscerne la funzione informativa sui temi economico-finanziari che scuotono il Paese? O anche in futuro ci dovremo accontentare di trafiletti di obiettività elemosinata che ogni tanto affiorano in mezzo a un mare di fregnacce?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Veramente il merito della scoperta va a Palombi. Con tutto il rispetto per il loro team leader, sinceramente le elaborazioni del Tesoro me le risparmio, e credo che questo post spieghi sufficientemente bene perché!

      Elimina
  9. Arbè ho capito quale è il tuo "problema", sei vittima di un paradosso. Tu anticipi gli eventi economici troppo in anticipo.
    Dire quello che succederà con oltre 2 anni di preavviso porta il mainstream a descriverti come un pessimista jettatore al momento della previsione (stesso discorso può essere fatto per Borghi riguardo il bailin quando il PDino rideva delle sue previsioni in TV), e quando poi la SStoria fa il suo corso dandoti ragione lo stesso mainstream con la memoria corta (e soprattutto la coscienza sporca) "dimentica" quanto da te anticipato.
    Peccato per loro che la rete e la SStoria hanno la memoria molto lunga invece.

    RispondiElimina
  10. Dicesi frazione propria una frazione il cui numeratore è maggiore del denominatore, tra le sue proprietà c'è la seguente: aggiungendo uno stesso numero naturale sia al numeratore che al denominatore il valore della frazione diminuisce, sottraendo uno stesso numero naturale, inferiore al minimo tra numeratore e denominatore, ad entrambi il valore della frazione aumenta. Ai miei tempi era programma di quarta elementare ora non so, veniva poi tradotta anche nel linguaggio delle proporzioni come proprietà del sottraendo, oggi del sottrarre o scomporre, e proprietà del componendo, oggi del comporre in seconda media.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa ma hai scambiato le definizioni,
      fraz. propria = numeratore < denominatore e viceversa.

      Sono contento perché volendo vedere se mio figlio (3za media) lo sapeva gliel'ho chiesto ed ha risposto giustamente.
      PS, io non me lo ricordavo, ma zitti eh!

      Elimina
  11. Quindi i 220 miliardi di risparmio sul sistema pensionistico, calcolati fino al 2030 se non sbaglio, ottenuti con la famosa manovra "lacrime e sangue" nota come "SSalva Italia" sono già sfumati.

    RispondiElimina
  12. Cito quanto letto dal sole24ore inerente al monito di Keynes sul fatto che ci sarà guerra e nuovamente noi saremo dalla parte sbagliata...-Carlo Masala, professore di relazioni internazionali all’Università della Bundeswehr di Monaco, spiegava alla rivista americana la precisa volontà del governo tedesco di andare avanti con l’integrazione militare europea L’ambizioso obiettivo è un network di mini-eserciti europei guidati dalla Bundeswehr. È una strada molto pragmatica, molto tedesca, lontana dalle lungaggini e le polemiche di Bruxelles, « un tentativo di evitare che la difesa comune europea fallisca» dice Masala.-

    RispondiElimina
  13. Beh, se B.H. ti convince, mo' vedo di ascoltarlo per convincermene anch'io e sarebbe il primo bocconiano con cui sarei d'accordo.
    Ma qui, il problema non mi pare che sia la frizione, ma il conduttore, che ha ingranato la marcia indietro volutamente ed ha quasi bruciato il cambio ed il motore, perchè, come tutti sanno, la marcia che più fa salire il numero di giri è proprio la retromarcia che andrebbe usata solo per manovre brevi e di sicurezza.
    Ma i bocconiani, evidentemente, non conoscono le mezze misure e fanno danni enormi!

    Comunque, bel QED che si legge con piacere, anche se nasce sotto i cattivi auspici del 74.
    Qualcuno ci dica cosa dicono in proposito la cabala e la smorfia!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Immagino la retromarcia per evitare di diventare padri di qualche cosa...
      per la parte tecnica invece , ad essere pignoli , in genere la prima è più corta della retromarcia , e si anche li bisogna muoversi alla svelta se si è sui binari e arriva il tram

      Elimina
    2. Lei si muove con la retromarcia di solito? Io preferisco guardare davanti a me anche perchè, altrimenti mi viene il torcicollo. Direi che l'esempio che lei fa del tram e dei binari è errato, meglio quello del tunnel con il treno che ci arrivò addosso; quella luce che vedeva il conduttore dell'auto che ci aveva spinti al suo interno e che aveva ingranato la retromarcia, era in realtà un treno che ci ha travolto e la botta è stata tale da farci letteralmente arretrare di 10 anni.
      A proposito di tecnica odierna, la retromarcia, nelle auto oggi prodotte, mi risulta che al più consenta velocità su strada minori o uguali della prima marcia ovvero velocità di rotazione del motore conseguentemente maggiori o uguali. Ma visto che lei sembra un esperto, ci illumini sulle prestazioni delle attuali automobili in retromarcia, magari ci diletteremo a fare gare di corsa tra auto in prima ed in retromarcia per vedere chi la spunta sui lunghi percorsi.

      Elimina
  14. Tra le evoluzioni retoriche del nostro simpatico professore mi pare di capire che l'austerità, in un periodo di morte dei primogeniti, fa molto bene ai grandi signor del sordo ma molto male all'economia. che tradotto nell'idioma di Alfredo significa: ce l'avemo in saccoccia.Si dice che la cura più appropriata sembrerebbe quella di immettere liquidità nel sistema attraverso investimenti statali. Ora stabilito che Bruxelles ci impone, attraverso il suo emissario presso la BCE, il pareggio di bilancio mi chiedo: come caspita si spiega ad Alfredo il meccanico che se non si torna al nostro ruzzino casalingo il lazzo sarà scuro?

    RispondiElimina
  15. "...tutto il gran parlare di eserciti che si fa in questi giorni serve solo a prepararvi all'inevitabile - che poi, proprio perché inevitabile, è una cosa alla quale in fondo arrivare preparati non è che conti così tanto..."

    Si parla tanto di eserciti vecchia maniera proprio per distogliere l'attenzione dalla vera natura del conflitto armato che le 'powers-that-be' immaginano di scatenare e di poter 'vincere'.

    Se guerra sara', essa sara' nucleare fin dalle sue prime fasi (i diplomatici della Federazione Russa ne parlano ormai apertamente, in quanto sanno che la Russia e' il bersaglio fisso dell'occidente fin dal 1812, per via della vastita' e ricchezza di risorse del suo territorio, e da circa 10 anni non ha mai cessato di ammodernare ed ampliare - freneticamente - l'arsenale atomico, per vincere questo tipo di guerra di sterminio delle popolazioni civili).

    Rammento che la suite dei moderni ordigni nucleari miniaturizzati va da qualche Kiloton (tipo tattico) a diecimila volte tanto (10 Megaton, valore tipico delle testate multiple degli ICBM) ed il loro 'fall out' radioattivo risulta molto contenuto, tanto contenuto da rendere di nuovo abitabili le zone colpite in un tempo che va da qualche mese a qualche anno (per gli ordigni piu' potenti).

    Probabilmente l'unico elemento che sta ancora trattenendo l'esplosione del conflitto e' il fallimento conclamato dei cosiddetti 'scudi missilistici' cioe' il fatto che, ad oltre 30 anni dall'inizio dei programmi di questo tipo, si riscontra ancora la impossibilita' fisica di colpire affidabilmente una testata nucleare, che viaggia a circa 8-10 Km/sec con traiettoria 'random', con un missile intercettore 'hit-to-kill' che gli va incontro a velocita' piu' bassa, e c'e' pure il fatto che oggi gli ICBM russi possono fare il giro del pianeta - e quindi aggirare gli scudi eventualmente posti negli ex stati satelliti dell'URSS - e 'colpire da dietro'!

    E' questo che frena, perche' oltre all'incenerimento dell'Europa (che molti dementi NATO considerano un prezzo accettabile) c'e' ancora la certezza che pure gli USA saranno inceneriti....

    La guerra scoppiera' non appena saranno stati piazzati gli scudi missilistici NATO ai confini russi (gli storici del futuro ne potranno parlare come di un novello Rubicone), perche' i russi sanno che le batterie degli intercettori sono duali, cioe' possono contenere sia gli intercettori 'hit-to-kill' (che non funzionano) che i normali missili balistici a testata atomica, e stavolta credo che sara' l'occidente a subire l'operazione Barbarossa.

    La Germania poi meriterebbe un discorso a parte, perche' oltre ad aver finanziato il programma nucleare di Israele (protocolli segreti Adenauer-Ben Gurion), risultava nel 2016 pure interessata ad acquistare l'acqua pesante iraniana che, come noto, serve solo a fabbricare - in appositi cosiddetti 'reattori sperinmentali' - il plutonio ed altri elementi necessari alla costruzione degli ordigni atomnici moderni....

    http://www.difesaonline.it/mondo-militare/iran-vendita-40-tonnellate-di-acqua-pesante-potenze-mondiali-interessate

    RispondiElimina
  16. L'austerità espansiva è servita ha creare le condizioni alla disoccupazione di massa, alla compressione dei diritti e degli stipendi dei lavoratori, al fallimento di una miriade di piccole e medie imprese che rappresentavano la nervatura del sistema economico italiano. Grazie ai PDioti alleati fedeli della finanza speculatrice e al grande capitale al traino del Bilancio dello Stato. Tutti insieme a banchettare dei denari estorti per mezzo dell'incremento fiscale alle parole d'ordine "austerità" e "riforme strutturali".
    Hanno usato il Fisco come arma di distruzione di massa e sterminio delle piccole imprese per poter poi consegnare l'economia italiana alle grandi imprese estere in arrivo. Chi ha resistito alle politiche fiscali austere, al taglieggiamento del credito bancario, alle insolvenze dei clienti, ora dovrà vedersela con i grandi gruppi internazionali che arriveranno a seguito del CETA.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Austerità espansiva è un ossimoro come oscura chiarezza.
      Risulta oramai riduttivo dare la colpa ai piddioti o piddini, risulta anche riduttivo dare la colpa alla finanza cattiva come se esistesse quella buona.
      Il problema è più profondo dell" euro( che è un problema) o dell" unione europea.
      Più profondo delle scemenze di un conflitto mondiale nucleare, scemenze perche se veramente si avverasse il conflitto quello che resterebbe sarebbe il nulla con noi dentro.
      Er problema è il nostro modo di pensare, er problema è che se metti al centro l" accumulazione e accumulazione non può avvenire senza una forte disuguaglianza dei redditi, quando la pratica viene messa in essere lamentarsi è inutile.
      Quindi viviamo in un paradosso economico in cui l" effetto ricaduta serve per ammortizzare le disuguaglianze ma le disuguaglianze servono per aiutare la crescita economica ossia lo sviluppo economico e l" accumulazione.
      Siamo da decenni dentro una guerra economica mondiale in cui si tenta di imporre la visione occidentale a volte con le buone e spesso con le cattive.


      Elimina
    2. ...piccolo errore di riscrittura della prima frase con una nuova...grazie per la correzione.

      Elimina
    3. Il Male Assoluto è il tradimento della Costituzione Italiana attraverso l'approvazione di Leggi Finanziarie che hanno distrutto gran parte dell'economia italiana, creando le condizioni all'aumento delle diseguaglianze. Lo Stato e coloro che meglio lo conoscono (i PDioti) hanno tradito; punto.
      Senza il loro voto favorevole, moltissime Leggi Finanziarie non sarebbero mai state approvate. Purtroppo dopo Berlinguer non vi è più stata una generazione di gente che tutelasse il lavoro e le imprese italiane. E' una classe politica intera che si distaccata dalle fatiche quotidiane ed ha imposto una agenda economica dettata dall'estero (Euro incluso). Semplicemente hanno tradito il loro Paese. Non è un accusa, è un dato di fatto. Non hanno tutelato gli interessi del tessuto economico produttivo italiano.

      Elimina
    4. Caspita! Pedro legge il blog con grande attenzione.

      Elimina
  17. Questo post mi ha atterrito. Sto guardando con fatica e con una forte dose di masochismo D'Alema in una lunga intervista sul nulla dall'insignifcante Formigli. Credo che questo tipo di narrativa ci condurrà inevitabilmente alle Grandi Decisioni. Che altri prenderanno per noi.

    RispondiElimina
  18. Caro Prof. Alberto Bagnai, conosco bene le sue posizioni, conosco i suoi libri (ma non solo i suoi). Tuttavia le vorrei chiedere una cosa. Come cacchio fa ad essere ottimista ?. Il problema non sono nemmeno i giornalisti che scrivono le minchiate che il regime detta loro, il problema sono i giovani !!. Frequentando l'UNIVERSTITA' ho avuto modo di restare esterrefatto dal vedere TUTTI !!!!. Ma proprio TUTTI !!. Favorevoli all'Euro, all'Europa ecc... la cosa comica è che facendo la semplice domanda per sapere chi attualmente ricopre la carica di presidente del consiglio europeo ...nessuno lo sa...scena muta. Allora mi sono sentito come una persona sana internata in mezzo ai folli, esaltati e pure ignoranti. La cosa che ho notato in mezzo alla folla è che non è con il ragionamento e con la logica che puoi convincerli. Come se non bastasse, anche professori di storia contemporanea (che si presume conoscano la storia passata, se non altro quella recente, quindi conoscono come è salito al potere Hitler, quali erano le dinamiche sociali ed economiche dell'epoca ecc.. ) sono favorevoli alla follia europea. Vedere tutta questa esaltante stupidità ed ignoranza veramente mi deprimi e mi sta portando ad odiare profondamente i miei connazionali Italidioti. Mi trasmetta un pò della sua positività così da poter sopportare le tante anime candide che vedo ogni giorno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non tutti. Ma i critici sono molto silenziosi.

      Elimina
    2. Più che preoccuparci di quel che scrivono i giornali, dobbiamo preoccuparci dei giovani che escono dalle università !!. Quelli rappresentano il futuro e se il futuro è fatto da piccoli europeisti, ignoranti, ottusi e pure stupidi allora come paese siamo veramente finiti !!. Per non parlare poi dell'immigrazione da tutti difesa strenuamente contro ogni logica sensata...ormai c'è solo furore ed esaltazione. Se ti dico che sono l'unico ad andare in controtendenza (se non altro all'interno dell'università) è perchè ne ho la certezza. Dobbiamo curare i nostri giovani da questa follia parossistica altrimenti siamo finiti...possiamo cominciare a preparare le valigie per l'australia o la nuova zelanda. Altro che giornalisti....

      Elimina
  19. personalmente sono cose che ho compreso (grazie al prof) dal 2012 (quando abbiamo unito i puntini sul rapporto tra struttura e risultati e conseguenze).
    La chicca è stata leggere l'intervento del 1978.. in pratica si conosceva la teoria giusta.

    Detto questo, penso ai cammini "erratici casuali", se prendi la strada sbagliata invece di pensare di tornare indietro e riprendere quella corretta, provi ad aggiustarla ma seguendo sempre la stessa direzione (sbagliata).

    RispondiElimina
  20. Anch'io le sono riconoscente per avere spiegato tutto in anticipo.
    Ogni tanto però mi viene in mente che qualche mese fa ci disse: 18 mesi e l'euro è finito. Quand'è che arriva la scadenza?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sig. Rossetto, io ho un'idea in proposito:

      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-05-31/bankitalia-relazione-governatore-visco-raccontata-tweet-110600.shtml?uuid=AETAvJWB&fromSearch

      Per 10 anni: aumento del pil di 1 per cento/anno, inflazione del 2 per cento/anno, saldo primario del 4%/anno.
      Diminuzione del debito da 132% a 100% e meno. Lì qualcuno ha scritto 68 miliardi, ma sono in realtà 680.

      Elimina
  21. Condivido quel che ha scritto @Celso (se non sbaglio abitiamo vicini, abbastanza) su Twitter, " grande e malinconico post".
    La malinconia che provo quando passo dal centro di Firenze, la malinconia di quando oggi un uomo di 30 anni mi ha augurato "buona liberazione" (ho appurato: confondeva il 25 aprile con il 2 giugno), malinconia perché reduce da una riunione sul FSE per l'istruzione (elementari, medie e superiori) dove le maestre stizzite per la Buona Scuola non uniscono i puntini con il resto.
    Insomma, mi sono ritornati in mente alcuni passaggi nel libro di Irenäus Eibl-Eibesfeldt, etologo-zoologo austriaco, e a lui si devono i primi studi di etologia umana. Il libro si intitola "L'uomo a rischio":
    -(cita Elias Canetti da "Massa e potere") "È noto che gli uomini che agiscono in seguito a comandi sono capaci delle azioni più orribili. Quando l'autorità che li comandava viene abbattuta e li si costringe a guardare da vicino ciò che hanno fatto, essi non si riconoscono. 'Io non ho fatto questo', dicono, e non è affatto vero che siano sempre consapevoli di mentire. Quando poi si portano dinanzi ai loro testimoni, quando cominciano a vacillare, continuano a dire: 'Io non sono così, io non posso averlo fatto'. Cercano dentro di sé le tracce di quell'azione e non possono trovarle. È sorprendente: ne sono rimasti intatti". ;
    - "Chi abbraccia tutto il mondo è dimentica coloro che gli sono più vicini agisce in modo non umano, per quanto possa piacere a se stesso in un ruolo simile " ;
    - "se però un uomo è così preso dal timore di perdere la faccia da non essere in grado di ammettere alcun genere di difetto o debolezza e da riconoscere i propri errori tanto tardi che da essi derivi un danno alla comunità, allora la situazione si fa delicata, pericolosa".

    Ecco fatto!

    (Alessandra/Cassandra da Firenze. Non posso non finire in gloria
    musicale doppia. Forse ci vorrà un'altra libera liberazione e forse più che malinconica, sono molto ma molto arrabbiata. Merda! per il concerto)

    RispondiElimina
  22. La "frizione"! I migliori manager si conquistano lo stipendio elaborando neologismi nonche' giri di parole che elegantemente presentino le castronate come imprevedibili incidenti di percorso, eppero' utilissimi per continuare a guidare in nuove direzioni, lesson learned!

    RispondiElimina
  23. Segnalo, a proposito del "... sarebbe anche un problema di democrazia, sapere su quale base informativa l'esecutivo prende le decisioni che ci riguardano, non vi pare?" che una recentissima sentenza del TAR del Lazio ha stabilito che il codice sorgente dell'implementazione di un algoritmo usato dalla pubblica amministrazione è un atto amministrativo a tutti gli effetti, e pertanto soggetto alla disciplina del diritto all'accesso. L'algoritmo in questione è quello usato dal MIUR per l'assegnazione ai docenti della sede di servizio.

    Interessante, tra le motivazioni:

    ... la descrizione della modalità di funzionamento dell’algoritmo assicura una conoscenza assolutamente non paragonabile a quella che deriverebbe dall’acquisizione del richiesto linguaggio sorgente ...

    le valutazioni in ordine alla funzionalità concreta del predetto algoritmo o anche a monte all’esistenza di eventuali errori nella programmazione possono, pertanto, essere effettuate esclusivamente alla luce della piena conoscenza del medesimo che può essere assicurata in modo completo soltanto con il richiesto penetrante accesso ai relativi codici sorgenti.

    Mi pare (ma non essendo un giurista potrei sbagliare di grosso) che lo stesso tipo di ragionamento possa valere per i modelli econometrici (e le loro relative implementazioni) usate dai nostri Ministeri economici.

    Potrebbe essere utile a tutti sapere esattamente come funzionano questi modelli. D'altro canto, se sbagliano stimati economisti di Harvard forse possono sbagliare anche persone meno quotate, no?

    RispondiElimina
  24. Eh Monti, colui che ha salvato l'Italia DISTRUGGENDO LA DOMANDA INTERNA facendo fallire migliaia di aziende,creando disoccupazione, alimentando le sofferenze bancarie,orgoglioso del suo SALVA ITALIA,poi qundo è ospite di certe trasmissioni viene riverito come uno statista appiatiti dalla sua presenza quasi sacra gli pongono domande che lo invitano a colpevolizzare un paese ovviamente senza un contradditorio di spessore,VERGOGNOSO.Quando vidi i provvedimenti salvifici del suo governo pensai:ma questo è matto,così non usciremo mai dalla crisi....MA LUI ERA L'ESATTORE,dopo ho capito,cercando su google: economisti anti euro,così ho scoperto Lei Prof,quest'isola di Verità.Poi ho letto i suoi libri,gli ho regalati,prestati per diffondere un concetto elementare: IL CIELO E'AZZURRO E IL PRATO E' VERDE.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mentre il Paese marciava in 2^, il professore ha ingranato di botto la retromarcia, con ciò, sfasciando la macchina.
      E c'era anche la sua compagna di guida che ha partecipato, piangendo, a fare la più inutile e suicida delle manovre.
      Vergognoso, intervistarla, sempre senza reale contradditorio, perchè sarebbe facile dimostrare l'inutilità, gli effetti distruttivi sull'economia reale e negativi sui conti pubblici, senza contare quelli sulle famiglie e sulle persone, della riforma delle pensioni, solo che ci fosse un economista vero a farle pelo e contropelo.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.