mercoledì 1 luglio 2015

Una pacata risposta

(...antefatto: alcuni volonterosi sbilifestini di Roma 1 organizzano un seminario sulla Grecia invitando luminari come Dimitri PUDE Deliolanes. Sergio Cesaratto, che non è stato invitato, come non lo sono stato io, lo viene a sapere, si incazza, e glielo fa notare. Loro rispondono con una certa dose di ignavia: "Eh, ma abbiamo fatto in fretta, abbiamo chiamato solo quelli vicini al dipartimento". Sergio, che è un signore, si limita a far notare che io e lui veniamo da quel dipartimento e siamo quelli che hanno più contribuito al dibattito scientifico e politico sul tema. Io, che non sono un signore, dopo aver visto questa bella prova pratica di gesuitismo, ho invece fornito questa pacata risposta - nel blog ne trovate altre. Non voglio giustizia. Non sarebbe giusto avere giustizia. Ora sarà giusto avere vendetta. E l'avremo.)


Ho googlato Guarascio. Su IDEAS è un ricercatore con alcuni working papers e zero paper. Do per scontato che ne abbia (altrimenti non sarevve ricercatore) e che abbia anche un brillante futuro davanti. Forse non ha letto quello che io e Sergio abbiamo scritto in questi anni. Farà meglio a farlo, perché una cosa ve la dovete cacciare in testa: le cose finiranno come dico io da cinque anni. Per averlo detto mi sono preso gli sputi della sinistra, vengo insultato come leghista da cialtroni privi di argomenti e che con la loro ignavia hanno lasciato alle destre un tema di sinistra, con l'aggravante, se erano colleghi, di dimostrare di non capire un emerito cazzo di economia internazionale, vuoi perché pagati per non capirlo, vuoi perché imbecilli.

Ma le cose finiranno come dico io.

E siete proprio sicuri che quando le cose finiranno come dico io i rapporti di forza sociali, politici, e anche accademici, rimarranno inalterati? Siete proprio sicuri? Sicuri sicuri?

Bene.

Tanto vi dovevo.

Chi parla di euro oggi senza invitare o citare me o Sergio è e resta solo uno strenuo difensore di un progetto che ogni giorno di più si palesa come fascista, e questo se voi non lo sapete, fuori dall'università decine, centinaia di migliaia di persone lo sanno. L'onestà intellettuale sta diventando un bene molto richiesto. Svegliarsi nel 2015 senza ammettere un minimo di distrazione (non dico altro: distrazione) non è prova di onestà intellettuale.

Che dite, veniamo a patti, o andiamo avanti così? Fra un po' sarete superati a sinistra dal Corriere della Sera. Siete "de sinistra", no? E volete sapere perché il capitalismo è così resiliente? Perché non è coglione.

As simple as that.

Giovedì sono a Perugia a provare per il mio prossimo concerto.

Grazie per avermi fatto capire cos'è la sinistra. Non ne resterà pietra su pietra. Ho elaborato altri lutti.

A.

28 commenti:

  1. "Non ne resterà pietra su pietra."

    E mo' sono curioso di sapere chi sarà l'imperatore Tito questa volta…

    Intanto faccio scorta di pop corn, hot dog, patatine, bibite, cioccolatini…





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  2. Grazie a lei per averci fatto capire cos'è la destra.

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    1. Ora bisognerà capire davvero cosa sia la sinistra. Perché quella per cui ciò che non è di destra è di sinistra pare l'abbiano già raccontata.

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    2. L'ha detto pure il professore, la sinistra è questa robaccia qua, sono anni che è così e così sarà sempre.
      Sì, ma perché? Ma è chiaro! La sinistra è nata con Marx e gli Illuministi, la cui pedagogia (non ideologia, non filosofia, ma pedagogia) si fonda su questo asserto "l'importante è capire come funziona il mondo e schierarsi di conseguenza". Non è richiesta, da questa pedagogia, una conversione, un travaglio interiore, un'esistenza nella nebbia del dubbio.
      A quel punto il danno è fatto, cambiano le ideologie ma la pedagogia rimane: si abbandona Marx, si abbraccia Sylos Labini, e il risultato è che si arriva a pensare questo: "visto che tanto abbiamo capito come funziona il mondo, anche se non ce lo spiega più Marx, tanto vale che il capitalismo lo gestiamo noi, quelli bravi".

      Eh già, dopo la signora Germania facciamo ciao alla signora sinistra... che devo fare, commetto questi errori stupidi perché sono abituato a vedere nelle persone sempre lo spirito che le muove. Il vantaggio di questo modo di rapportarmi con gli altri è una comoda diffidenza misantropa.

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    3. @Fabio Sciatore
      Davvero quasi mi commuovo nel leggere come ancora si possa riconoscere necessaria la richiesta di “una conversione, un travaglio interiore, un'esistenza nella nebbia del dubbio”. Ciò mi riporta all’adolescenza inoltrata quando molti dei miei amici, come me borghesi figli di borghesi, optarono per “la sinistra” spesso più come forma d’opinione, o insofferenza nei confronti di un certo status quo d’appartenenza. Anch’io ebbi la tentazione di farlo, ma riuscii a riconoscere che, nonostante tutto, non era la mia dimensione culturale ed esistenziale: per quanto possa apparire lapalissiano, appresi che per essere comunisti bisogna “essere” comunisti (un po’ come De Montaigne dice in merito all’essere re), il dichiararlo per altri motivi sarebbe stato mancare di rispetto a se stessi e a chi comunista lo era davvero, o cercava d’esserlo sinceramente (ciò non impedì che venissi talora egualmente apostrofato come “comunista”, per il solito gioco delle parti). Qualche anno fa lessi in rete le considerazioni d’un tale che si considerava di sinistra, il quale riconosceva la propria sofferta disillusione in merito alla politica: ancora riteneva egli che dovesse essere qualcosa di simile alle guerre napoleoniche, ove comunque il senso di correttezza, lealtà e rispetto anche dell’avversario avrebbero avuto la loro parte nel mantenere elevato il senso umano e morale da ambo le parti, e dunque nell’alveo dell’intera società (e aveva pienamente ragione in merito al secondo termine di paragone: come esempio infatti, a Waterloo un ufficiale di fanteria inglese trattenne i propri uomini dal finire un corazziere francese disarcionato troppo sotto le linee avversarie, ordinando loro che, essendosi il cavaliere comportato da valoroso, meritava di tornare a combattere. Il francese dunque si allontanò, scambiando uno sguardo e un cenno di reciproco rispetto con l’ufficiale inglese). Niente di tutto ciò, ormai; concludeva, sempre il tale di cui sopra, citando Rino Formica (“La politica è sangue e merda”), ed aggiungendo di suo pugno come il secondo ingrediente andasse irrimediabilmente ad aumentare sul primo. Se “l’importante è capire come funziona il mondo e schierarsi di conseguenza” (peraltro il mondo cambia, e cambiano le funzioni), è sconcertante il non accorgersi di come ciò non equivalga affatto al comprendere come funzioni l’uomo (e la stessa psicologia ci aiuta davvero poco, in questo senso, quando addirittura non indirizzi per il verso opposto): è come comprendere come funzioni un’auto, disinteressandosi dell’effettivo carattere di chi la conduca, e di cosa possa determinarne i tratti. Un valore invece si approfondisce tanto più quanto attraversi il travaglio interiore e riesca a conviverci: può allora ben divenire assoluto per il latore, ma mai assolutistico. Mi sono dato consapevolezza di come qualcosa abbia un senso effettivo soltanto per chi abbia realmente affrontato gli ostacoli per realizzare quella “conversione” sopra citata, come la cosa non sia mai data per scontata o definitiva, se non tra coloro che, giunti in seguito, altro non fanno se non usufruire, spesso superficialmente, delle favorevoli condizioni susseguenti a quel travagliato parto, senza tuttavia aver mai preso reale coscienza dei dolori occorsi. Il concetto stesso di libertà resta tuttora indefinito per la sua propria natura, né mai potrà essere racchiuso in una semplice definizione, o peggio, nella codifica di stimoli sensoriali passeggeri; richiede perciò costante, consapevole e responsabile cura di cosa sia, di volta in volta, la dimensione che tende a conferire effettiva libertà a un uomo, e se sia davvero possibile. Al di fuori di questa “esistenza nella nebbia del dubbio” aumentano drasticamente le probabilità di finire ammaliati dalle finte certezze delle sirene d’Ulisse, le stesse che hanno prodotto i fiori del liberismo; se la teologia infatti afferma che il Diavolo è la scimmia di Dio, possiamo analogamente affermare che il liberismo, non soltanto d’ordine economico, lo sia della libertà.

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  3. Farà caldo per molto tempo e un piatto freddo si conserva a lungo. È bello non avere fretta.

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    1. Una commissione di bocconiani mi farà ordinario. E poi faremo i compiti a casa Vianello.

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    2. https://www.youtube.com/watch?v=3VblMMVOpNs

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    3. Mi permetta di dissentire: http://youtu.be/G7mpd3SvU14 (quando mi vendico sono tedesco e femmina: nessuno può fermarmi).

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    4. Le consiglio un consiglio dall'Altissimo: https://www.youtube.com/watch?v=WClMRAlRYk4

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    5. Da sincero democratico affiderò la sorte dei miei colleghi a un referendum: http://youtu.be/R3RwZ9WpN10 #appianroadnow

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    6. So che rischio la vita a mettermi in mezzo a voi due, ma volevo provare ad essere positivo. Orbene certamente verrò condannato a morte, ma prima dell'inevitabile patibolo ci tenevo anche a dire che qui potrete trovare delle ottime indicazioni per inserire link attivi nei commenti utilizzando direttamente il linguaggio HTML.
      Col permesso di sua maestà e di sir martinet,
      sempre devotissimo

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    7. Ma vai a cagare! Lette le istruzioni del blog?

      Cordialmente.

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    8. Sire, sono giurista ho un debole per le regole.
      Dipingerò tutte le rose di rosso.
      Riverisco,
      Due

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    9. Tu guarda la telepatia.

      Poco fa avevo deciso di cimentarmi qui, alla prima occasione, con una brutta figura a proposito dei suddetti link, dando per scontato di non riuscire, come altrove quando ci ho provato.
      Anche se sospetto che altrove non fosse la sede idonea in quanto a linguaggio, mi conosco imbranata abbastanza per temere di far fiasco pure qui.
      Per me il passo avanti non sarà "riuscire", bensì accettare di fallire ignominiosamente in questa sede.

      E quando dico che il blog è pure terapeutico forse ho le mie ragioni.

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    10. Abbassi la voce Adriana, le guardie della Regina Rossa mi cercano ancora perchè ho provato a fare il galletto. Per farmi perdonare segnalo ai carissimi compagni di viaggio del blog questi, per chi se li fosse persi: parte1 e parte2. Lecco un pò il culo, ma capirai nelle mie condizioni. Tuttavia, fuor di metafora, assicuro che meritano.
      Sentitamente,
      Due

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    11. Giovine giurista Baroni,

      sono assai compiaciuto della tua volontà pedagogica nei miei confronti, che insieme alle tue dotte, quantunque talora sesquipedali, disquisizioni vanno a colmare le mie immense lacune sullo scibile umano. Sei tu l'angelo giovinetto che tenta di svuotare il mare e versarne l'acqua nella buca di questo novello Sant'Agostino: ti ringrazio, ma è azione velleitaria. Non riusciresti nell'intento, come la storia racconta. Comunque, "Nessun dorma" la preferisco cantata dal sommo tenore Giacomo Lauri-Volpi, alla cui voce lo stesso Puccini si ispirò per la parte del Principe Calaf (teste Adami), e a cui nella mia indegnità mi ispiravo anch'io quando cantavo, anche perché sembrava che ci fossero molte similarità vocali tra il sottoscritto e il Maestro, che a più di 80 ancora stupiva nell'interpretazione della suddetta aria, come è possibile ascoltare qui.

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    12. Grandissimo Lauri-Volpi... grazie grazie grazie, martinet.

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    13. Martinet,

      abbraccio la filosofia del Faust per cui "non ci è dato di sapere, al mondo, nulla di nulla", verità profondissima. Intima scientia est, qua nos vivere scimus [...] si enim fallor, sum. Non volevo essere tracotante ( Aletto, si sa, meglio non risvegliarla; Eschilo e Dante non ce l'avevano detto, ma dal blog ho imparato che suona il cembalo ed è molto competente in macroeconomia); la verità è che ho un debole per Lei e Celso. E per Aletto. Cavoli! a 80 teneva così bene il controllo della voce? io così impostata non ce l'ho nemmeno quando parlo. E c'ho 27 anni.... la mia ragazza sostiene che ho una bella voce, mia nonna materna cantava lirico e adorava Puccini, ma secondo me lo dice per compassione, tipo quando ti senti dire "no non esco con te, però sei simpatico"....

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    14. Caro Baroni,

      abbracciare la filosofia di Faust non porta bene: noctes atque dies patet atri ianua Ditis, diceva Virgilio. Capisco l'infatuazione per un protagonista come Celso, ma quella per il sottoscritto la trovo immotivata, visto che io nell'economia (mai termine fu più acconcio) del blog svolgo un ruolo da comprimario, se non da comparsa: in fondo, l'unica économie che conosco bene è quella dei changements phonétiques. Nomen omen.

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    15. carissimo martinet,

      mi riferivo a voi tre come uomini di cultura. L'economia come il diritto, che comunque studio, hanno un'utilità relativa. " In fine mi comin­cia a stomacare il superbo disprezzo che si professa di ogni bello e di ogni letteratura: massimamente che non mi entra poi nel cervello che la sommità del sapere umano stia nel saper la politica e la statistica, Anzi, considerando filosoficamente l'inutilità quasi perfetta degli studi fatti dall'età di Solone in poi per ottenere la perfezione degli stati civili e la felicità dei popoli, Mi vie­ne un poco da ridere di questo furore di calcoli e di arzigogoli politici e legi­slativi [...] Così avviene che il dilettevole mi pare utile sopra tutti gli utili, e la letteratura utile più veramente e certamente di tutte queste di­scipline secchissime." Così scrive Leopardi in una lettera a Pietro Giordani. Ecco diciamo che la mia idea di utile si avvicina a questo. Del Faust invece mi piace quest'idea secondo cui il valore di un uomo sta nella sincera fatica compiuta per raggiungere la verità non certo nel possederla (Lessing). Se Bagnai fosse stato solo un economista non penso sarei qui, ma credo anche molti di noi. Dal Mercante di Venezia: "L'uomo/ Che non ha musica in se stesso, nè è commosso/ Dal concerto di dolci suoni, è adatto/ Ai tradimenti, agli inganni, alle rapine: in lui/ I moti del cuore sono spenti come la notte/ E gli affetti scuri come l'Erebo: non fidarti/ D'un tale uomo - ascolta la musica".

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  4. Giovedì (domani?) sei a Perugia,dove?

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  5. Prof, riguardo la tua ultima affermazione 1 luglio 2015 12:52, penso che alcuni "avversari" abbiano visto la tua serietà e preparazione e competenza e che molti altri neppure siano degni di essere tuoi avversari.

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  6. A Dario come dottorando va data un'altra chance. Ma come si spiega che uno sconosciuto dottorando, il giorno che il manifesto fa recantation sull'euro (che durerà lo spazio di una lettera di Tsipras alla Troika), sia in prima pagina e Cesaratto in quarta. Io chiamo questo conventicola, mafia, con alcuni pseudo-economisti ben introdotti in quel giornale come capi-bastone. Mi ricordano Samuelson che nel 1966 sconfitto da Garegnani e Pasinetti (fate insegnare chi erano) mandò avanti un giovane allievo (Levhari) a tentare l'estrema difesa con le cartucce ormai umide.
    Alcuni studenti mi dicono che questa acredine fra gli economisti eterodossi fa male in primo luogo a noi. Però abbia pazienza, da costoro di stupidaggini coperte di supponenza e opportunismo (politico) ne abbiamo sorbite molte. Mi ricordo uno dei più noti che nel 2010 quando cercavo di spiegargli che i problema era la Germania mi rispondeva parlando di solidarietà europea (spalleggiato da un noto personaggio della palude Tsipraiola). Era più o meno l'epoca in cui Vendola mi diceva che doveva vendere sogni. Un anno dopo lo sentii dire (il pseudo-economista) che c'era un problema tedesco. Magari alla fine qualcuno di loro capisce, ma sono sempre un anno indietro (anche perché spesso poco attrezzati) e comunque mai che ti dicano "avevi ragione". Poi è vero, fra quelli sulla frontiera si doveva e poteva fare di più assieme. Però studentesse e studenti (e giovani dottorandi e ricercatori) devono saper scegliere.

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  7. Ma a questi chi li paga? :D

    http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11806642/Euro--se-l-Italia-tornasse.html

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  8. Ringrazio il prof Cesaratto per questo ulteriore squarcio sulla levatura morale della sinistra-sinistra italiana. Non si tratta di ottusa ideologia, qua ci si è sempre arrampicati sugli specchi per mantenere scampoli di potere. Vendola che deve "vendere sogni" - mentre poi garantisce al galoppino dei RIva che la FIOM è il loro miglior alleato - è un' altra bella immagine di cinismo politico d'accatto

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  9. C'è in microeconomia, una serie di casistiche che assomigliano al problem Unionre Europea/Germania.E' il caso delle partnership tra due aziende all'apparenza complementari per bisogni e in cui generalmente una è è un pò più robusta dell'altra. Ebbene, dal punto di vista dei piani commerciali queste cose sono sempre fonte di grande entusiasmo perchè ognuno trova alcuni dei propri bisogni in via di soddisfazione, ma poi vengono i bisogni e si scopre la totale incapacità e disinteresse a farsene carico. Infine si arriva al capolinea: quello delle scelte in cui l'uno dovrebbe "mangiare l'altro" per tagliare la testa al toro ai problemi di realizzazione dei propositi iniziali. In genere tutto finisce a "cagnoni" come diceva mio nonno e ognuno torna come prima con le ossa un pò rotte. Difficile imparare a camminare con uno che zoppica e ognuno a modo suo, zoppica. Oppure, se non zoppicasse, dovrebbe agire disinteressatamente: ma a che pro. A me sembra di rivedere questo film.

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