sabato 11 luglio 2015

Tsipras. Una pacata considerazione.

La resilienza del partito di quelli che "Tsipras è fuuuuurbo" è sorprendente e commovente al tempo stesso. Capisco che qui, in Italia, questo irriducibile eroismo sia alimentato anche dal desiderio di darmi torto, nobile aspirazione che ha catalizzato attorno a sé le migliori intelligenze del paese. Continuo a dire però che se volete veramente passare il vostro tempo a misurarvelo, anziché guardare avanti, allora bisogna capire di cosa stiamo parlando. 

In questo momento (sono a Bari Palese e ho 20 mn per parlarvene dall'iPhone) l'ultima notizia pare sia che Schäuble ha deciso di cacciare la Grecia perché indispettito dalle ingerenze statunitensi. 

Questo validerebbe, dopo molto arabeschi, la tesi di quelli che "Tsipras era fuuuurbo e voleva farsi cacciare".

Peccato che nel frattempo Varoufakis sul Guardian ha detto di essere consapevole che la Grecia (cioè lui e Tsipras) non era pronta a un'uscita e che quindi il loro obiettivo era ottenere una ristrutturazione. 

Ma quelli che "Tsipras è fuuuuuurbo" ovviamente dicono: "Se uno è fuuuuuuuuuuuuuuuuuuuurbo non viene a dirti cosa vuole fare". Ok. Bravi. Avete ragione. 

Allora: questo è un tweet di Tsipras.



Ci siamo?

Bene. 

Fino all'ultimo Tsipras continua a vendere ai suoi elettori l'idea che un altro euro sia possibile, che sia positivo, e che ciò che ne impedisce la concreta realizzazione è la malvagità tedesca.

Ammettiamo che ora Schäuble si impunti veramente (fare la parte dell'utile idiota dello zio Tom - pardon: Sam - non fa piacere a nessuno) e che la Grecia, tecnicamente preparata o meno, sia forzata a uscire. 

Vi rendete conto di che mondo si prepara?

Un mondo nel quale gli USA subiscono da una loro colonia uno sgarbo pari a quello fatto da loro al Regno Unito per dichiarare a quest'ultimo la guerra di indipendenza. 

Un mondo nel quale si riconosce e quindi implicitamente si accetta che il Bundestag sia l'arbitro dei destini dell'Europa. 

Un mondo nel quale la narrazione distorta della crisi da finanza pubblica viene definitivamente sdoganata, giustificando ogni e qualsiasi ulteriore attacco allo stato sociale di ogni e qualsiasi paese europeo. 

Un mondo nel quale i greci vengono stigmatizzati come straccioni da scacciare, aprendo la strada a una narrazione razzista della crisi che non sappiamo a cosa possa portare. 

Un mondo nel quale chi ha promesso ai greci di tenerli nel paradiso terrestre dell'euro (vedi sopra) dovrebbe ammettere di non esserci riuscito, con il risentimento che necessariamente ne conseguirebbe. 

Un mondo nel quale l'UE dovrebbe disvelare la propria natura fascista spezzando le reni alla Grecia o accettare il rischio che altri ne seguano l'esempio senza avere né gli strumenti tecnici né soprattutto quelli culturali per gestire la situazione. 

Un mondo dove il conflitto sarebbe più, non meno, probabile. 

Vi sembrerebbe, questa, una vittoria politica della sinistra?

Sentite, io capisco che a molti riflettere sui fatti, abbandonare le dietrologie, analizzare gli scenari possibili e, soprattutto, darmi ragione, costi caro. 

Ma, credetemi: non farlo ci costerà molto di più.







(...e ora mi imbarco, e quando sbarco saprò se e come è terminata l'ennesima puntata di questa telenovela a uso del contribuente alamanno. E, ovviamente, sapremo quanto fuuurbo sia Tsipras, considerando che, anche se di essere un cojone l'ha detto - oltre che dimostrato - lui, nella valle dei castori, dov'è tenebra e stridore di denti, nun ce vorranno mai sta...)

152 commenti:

  1. Refuso: Schaeuble vuole cacciare la Grecia, non la Germania, ovviamente.
    Però sarebbe divertente, se la Germania per ripicca si autocacciasse dall'Euro. Di colpo, sarebbe la soluzione di tutti i nostri problemi, e l'osservazione di molte facce in giro ci farebbe sbellicare dalle risate per anni.
    Come dire: un intervento della Divina Provvidenza.

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    1. Grazie. La proposta del Manifesto di solidarietà europea resta la più razionale.

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    2. Ma Schauble e la Merkel si parlano? Devo dire che mi convinco sempre piu' che sia Schauble a decidere. La situazione e' intricata, per fortuna trovo qui una chiave di lettura efficace perche' razionale.

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    3. Fosse questo lo scenario forse c'è correlazione sul perchè il Regno Unito voglia, via "referendum", andarsene dalla UE.
      Tra l'altro non hanno ancora deciso la data, parrebbe che vogliano prendere le misure precise precise...


      @Orazio
      Wolfgang: Baden-Württemberg
      Angela Dorothea: Meclemburgo-Pomerania
      Chi comada di +?

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    4. Professore da qualche parte ho letto che in caso di fallimento della Grecia il problema non sono i 330 miliardi di euri ma bensì i derivati ad essi collegati e parliamo di ben 2000 miliardi ovvero due trilioni di euri ora la domanda è chi detiene i sopracitati derivati?? Indovinate un pò perché lo zio Sam è mooolto preoccupato

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    5. refuso forse freudiano? qualcosa mi dice che Schauble voglia fortemente che ad uscire dall'euro alla fin fine sia proprio la Germania, ma facendo ricadere le colpe sulla Grecia...scenari da considerare: 1. esce la Grecia e la Germania spiazza tutti e segue a ruota. 2. resta la Grecia e la Germania esce lo stesso...comunque vada, sarà un successo.

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  2. Ciao Alberto, la tua lucidità nell'interpretare il presente e soprattutto il probabile futuro é IMHO geniale, davvero. Sto leggendo una immensa biografia di J.M. Keynes, scritta negli anni '50 da un suo amico e collega e lasciami dire che le analogie fra lui e te sono impressionanti, con l'unica differenza che,a quanto ne so, tu non hai mai giocato in borsa come lui. Se Keynes é stato un genio nella costruzione di una nuova teoria generale, mi sembra che tu sii altrettanto geniale nel capire il presente ed il futuro utilizzando senz'altro il suo impianyo teorico, ma sopratutto la tua cultura e le tue doti di umanista e storico che ti accomunano a Keynes. I tuoi due libri sempre IMHO costituiscono per molti versi un parallelismo con "Le conseguenze economiche della pace". Solo uma cosa Alberto, non so come attrezzarmi per far schivare l'incombente saetta a mia figlia, io non ho la tua lucidità e non so da che parte cominciare. Scusa gli errori di ortografia, ma il portatile è passato a miglior vita e sono costretto a litigare con lo smartphone.

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    1. Credo anch'io che tu sii un genio

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    2. Una preghiera: il titolo della biografia.

      Grazie.

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    3. "La vita di J.M. Keynes" di R.F. Harrod - Piccola biblioteca Einaudi. Vorrei aggiungere che se, sempre IMHO, se riunissimo i primi due libri del prof. in una collana chiamata "Le conseguenze economiche dell'euro" credo che Keynes sarebbe contento della evidente citazione del libro che lo rese famoso nel mondo.

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  3. Insomma, il mondo del #DAR...

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  4. Se sembra OT, sia cancellato!

    L' IKEA (come AUCHAN) appunto dal 2012, ha problemi di volumi di vendite e di utili in Italia e vuole tagliare lo stipendio accessorio (per ora) e le turnazioni. Interessante presa di posizione sindacale da parte di Barbagallo (UIL): "Anche l'Ikea cade vittima della sindrome della multinazionale - è invece il commento di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil -. Il grande gruppo svedese, fino a ieri modello di corrette relazioni sindacali, in nome di un maggior profitto, cancella anch'esso, in un colpo solo, anni di attenzione ai problemi del lavoro. Ikea ha dato disdetta unilaterale del contratto aziendale e vuole modificare e ridurre sia il premio aziendale sia le maggiorazioni del lavoro domenicale"

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  5. A me spaventa l'epilogo della Grexit dove Tsipras viene cacciato da un movimento stile Euromaidan con una prezzolata (da USA) Alba Dorata che fa le veci di Settore Destro,
    Sgarbi tra Germania e USA sulla pelle di popolazioni inermi.

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  6. Che a un certo punto la Germania dicesse stop, era nelle cose, visto il fronte interno da dover gestire. Comunque vada, son d'accordo, non sarà un bello spettacolo. Quando la storia si mette in movimento di solito non è benigna.

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  7. Perfettamente d'accordo. Solo che nel mondo opposto, quello reale, dobbiamo ammettere che l'euro ce lo terremo finché il vero padrone lo vorrà, sostenibilità o meno. L' oca è un tacchino e il giorno del ringraziamento non è nel nostro calendario. Ce la venderanno in scatola con salsa di dubbia provenienza dopo l'approvazione del TTIP.

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  8. Forse il dottor SSchauble vuole solo che la Germania torni a camminare sulle proprie gambe....

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  9. Il mondo è già così, cambierebbe solo che diverrebbe palese.
    A parte lo sgarbo crucco, che però potrebbe non esserci: nei giorni scorsi Putin ha rescisso i contratti per il South stream e cancellato il progetto, e quindi non dovrebbe essere più un attore della tragedia greca. E Schauble potrebbe avere le mani libere

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    1. Spero che la disinformazione non sia diventata un sport nazionale.......

      L'intesa preliminare firmata a San Pietroburgo dal ministro greco dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, insieme al collega russo Aleksandr Novak, riguarda la costruzione di un gasdotto che nei piani dei russi ha preso il posto di South Stream, vittima della crisi ucraina. Turkish Stream attraverserà la Grecia, dividendo a metà la proprietà del tratto interessato tra la russa Vneshekonombank (Veb) - la banca di Stato dedicata allo sviluppo - e la Grecia. Anche se saranno i russi - non a caso - a fornire l'intero finanziamento, pari a due miliardi di dollari.

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  10. Scusi prof se dico (chiedo) una cazzata: trattandosi di una telenovela ad uso del contribuente teutonico non è che il l'uter-ano a rotelle (Schauble) e la silfide XXL della Schwarzwald (Merkel) stanno recitando il teatrino dei pupi a pro - appunto - del loro elettorato, mentre è già tutto deciso come zio Sam vuole?
    Magari l'eccessiva durata del teatrino - che rende lo spettacolo stucchevole - serve a meglio massaggiare la dura cervice del crucco indignato per essere stato fregato (lui "pensa") dall'infido levantino greco…








    P.s.: pensi che ridere se invece lo zio Sam s'incazza e ti organizza ad agosto - storicamente un mese adatto alle sorprese - un bel regime-change in… Cermania

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  11. Grazie infinitamente per questi chiarimenti, senza cui anche molti tweet mi sarebbero meno comprensibili.
    Ho due domande
    Se davvero il bundestag, li.butta fuori, cosa intende con "dobbiamo accettare"? Ossia ci sono altre alternative al momento? Ovviamente concordo con il Necessaria atto di accusa che credo non ci sara.
    Due. L'uscita greca con un eventuale successivo miglioramento dei suo conti, Non potrebbe aprire gli occhi a molti creando un clima culturalmente più preparato?

    Grazie ancora davvero. Questo blog è il.suo lavoro è davvero Uno strumento eccezionale.
    Ps buon viaggio comunque è dovunque vada!!

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  12. Personalmente sono anni che intuivo il declino. Il mio bagaglio culturale mi aiutava ad accorgermene. Questo lo dico perchè a mio avviso si può anche essere impreparati in macroeconomia e percepire ugualmente la strada che si sta intraprendendo. Studiare Bagnai permette di consolidare fortemente tali intuizioni e conferisce anche una maggiore carica argomentativa ad esse. Il ritenerlo credibile o meno, invece, ce lo dice la logica, la sua coerenza, magari la nostra volontà di liberarci da pesi ideologici, che è capacità critica; non credo dipenda nè dalla propria cultura nè dalla propria preparazione tecnica in economia. E' interessante questo parallelismo che Lei pone tra problema tecnico e problema culturale, con quest'ultimo probabilmente determinante. Il pregio di Goofynomics è a mio avviso proprio quello di voler fare opera di consapevolezza culturale prima e oltre che tecnica, anche se magari potrebbe non sembrare a primo acchito. Per quel che mi riguarda è il motivo per cui sono qui.

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    1. Questo è il punto che i tanti "diversamente snelli" che non si sono laureati perché li ha rovinati 'a maladia non afferrano. Frequentando qualche politico ho maturato la consapevolezza che è determinante. Ma se parti dal presupposto che la cultura sia inutile perché ritieni di non essertene fatta una...

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    2. Questo tema della tecnica e della cultura è immenso.Questa Unione Europea è fortemente tecnica e, mi si lasci fare una provocazione: è il prodotto delle università, delle innovazioni, delle specializzazioni, in una parola, dell' istruzione.Le voglio dare prof. Bagnai un ennesimo spunto della apparente contraddizione per cui il PD è subdolamente europeista.Lo è perché è affascinata dalla tecnica, fatta di istruzione, regole e quindi apparentemente democratica, nel senso per cui il grande pedagogista Riccardo Massa di Milano contrapponeva l'istruzione che è di sinistra e l' educazione che è di destra perché più personale, verticale, carismatica. Il PD e sbandato su questo, senza avvedersene che con l' istruzione e i laureati, si sono fatte le multinazionali, grandi macchine meritrocratiche in cui nessuno è mai però responsabile di nulla.Ma la promessa di equità delle valutazioni, dei paretri etc..
      le stiamo vedendo all'opera e senza scomodare gli Heidegger ( a cui hanno riservato di recente un colpo di grazia) e gli Husserl.

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    3. Tre post molto interessanti.

      Dibattito sempre di elevato livello qui.

      In altri luoghi, invece, si briga per il posto a comandante capo oppure si spia Berlusconi mentre si arrabbatta a tenere a bada le sue donnine.

      Occorre darci una sveglia e fare come il prof., che generosamente si sta sbattendo non solo per il futuro dei suoi figli, ma anche per quello dei nostri.

      Per troppi anni ci siamo affidati a dei mediocri.

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    4. Secondo me la tecnica non è democratica nel senso che non dipende dalla volontà della maggioranza, ma dal risultato; una tecnica è buona quando permette di raggiungere nel modo più economico possibile il risultato prefissato. Il giudizio morale non riguarda la tecnica.
      Keynes era tecnico ma lo era anche Friedman; Bagnai è tecnico, ma anche l'EU lo è: ma di quale idea sono al servizio queste differenti tecniche?

      Cultura, educazione ed istruzione invece a mio parere sono positive e sono alla base della democrazia. Si contrappongono all'addestramento (ad esempio quello dei cani-da-riporto-capitali bocconiani).
      La differenza la fanno sia l'onestà intellettuale di docenti/informatori/divulgatori sia le capacità degli "apprendisti" non solo di assimilare e assecondare per ottenere lo zuccherino, ma di analizzare e rielaborare in modo oggettivo, curioso e critico, non ideologico.

      Sui metodi in teoria sarei per quelli socratici, ma devo ammettere che in pratica quelli più severi del nostro professore stanno dando migliori frutti.
      Ormai vedo il buonismo come il fumo negli occhi.

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    5. Ma il nostro professore È socratico, diamine!

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    6. @Silvia
      Certo, la tecnica è uno strumento. E come tale può essere, se ben conosciuta, utile al vile come al gentile. Usare male una tecnica, poi, equivale a non conoscerla. La sua ignoranza provoca sempre effetti devastanti a prescindere dalle intenzioni di chi la usa, i quali aumentano in proporzione al livello di responsabilità richiesto dal contesto in cui essi si producono. E’ evidente che un politico non può permettersi di trovarsi impreparato tecnicamente. Nè noi dovremmo permettere che soggetti del genere possano accedere a posizioni così delicate. Il fatto che questo non avvenga fa emergere il problema principale, a cui si deve tutto ciò: quello culturale, il quale ha la tragica caratteristica di intrecciarsi con il problema tecnico creando un mostro. Mi spiego: com'è possibile che ad una persona non sovvenga il benché minimo dubbio quando sente proferire dalla bocca dell'autorità parole del tipo "noi sappiamo cos'è giusto per te, lo facciamo per il tuo bene perché ti vogliamo proteggere da quel nemico là fuori pronto a portarti via tutto quello che hai"? Perché ha un problema culturale e quindi manca di capacità critica e di lettura. Cioè non è in grado di distinguere. Ancora perché il politico non avverte la preparazione tecnica come prima condizione alla propria candidatura? Perché ha un problema culturale. Non è in grado di distinguere tra interesse personale e interesse pubblico, di capire come questi due elementi s'intreccino e non comprende gli effetti che derivano da un loro squilibrio. La morale c'entra poco o nulla. Secondo me il vile che arraffa per sé stesso non è amorale, la definizione è sbagliata. È incolto: non capisce che la disuguaglianza è un problema anche suo, che il comportamento avido è un danno anche per lui se non addirittura innanzitutto suo. Così vale anche per le logiche mercantilistiche. Allo stesso modo colui che indolente, fa mera delega di un compito al politico, tramite il proprio voto, senza cura alcuna verso una propria comprensione della realtà, danneggia per primo sé stesso. Non è amorale è stupido. E non se ne accorgono perché la loro incultura è assurta ormai ad autentica egemonia, dunque potentemente in grado di fare proseliti per imitazione. L'egemonia culturale odierna, paradossalmente, è l'egemonia dell'impreparazione tecnica e dell'incultura. Succede periodicamente nella storia. In questo senso il dopo assume ancora più importanza di fronte alla tragedia incombente e che già c'è. Goofynomics ha l'enorme ed indiscutibile valore di tentare una politica anticiclica, mi viene da dire, proprio sul piano culturale. Ergo persone come martinet (cito lui perché ne parlavamo) qui dentro risultano fondamentali.

      @Alberto Bagnai
      Ogni tanto sogno di aprire il blog, prendere una pausa dai post su Tsipras, Merkel, FMI ecc. e leggere, dato che Lei può, una lezione su chi era Vivaldi ad esempio, o sul perché Beatrice non era realmente una donna di cui Dante s’innamorò a 9 anni e che morì lasciandolo nel pianto, come ci dicono a scuola, magari corredato da un video in cui Lei suona qualcosa e ci racconta qualche aneddoto come all’ultimo concerto, così giusto per far capire che gli italiani sono un grande popolo, che l'Europa è un grande continente e che a questi fascisti noi rispondiamo con l'impegno personale ad ampliare la nostra cultura e comprensione della realtà.

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    7. Desolato..... veramente desolato ...ma come come si può credere che i nostri TECNICI ECONOMISTI possano capire vengono quasi tutti dalla scuola tipo Luiss con docenti stile ci-cago boys quindi per la cronaca in quel tipo di istituzioni il modello Keynesiano non sanno cosa sia i testi universitari della teoria generale dell'economia e del lavoro non la conoscono proprio.

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    8. Sono molto d'accordo con ciò che hai postato, pensieri che condivido da tempo e che spesso mi agitavano, consapevole della mia impotenza dinnanzi al vuoto pneumatico culturale, proprio laddove maggiormente cultura sarebbe indispensabile. Ovvero fra le 'nobili' menti deputate a guidarci e al prendere decisioni cruciali.
      Oggi sono più sereno, non spreco energie preoccupandomi per ciò su cui non ho il minimo potere.
      Perché c'è aria di cambiamento, e cambiamento sarà, in ogni caso. E anche anche i meno sensibili stiano tranquilli, dalle ceneri, mi auguro soltanto culturali (ma sarà dura), si risorge. A volte ci vuole molto tempo, e forse ce ne vorrà ancora parecchio, ma i cicli della storia della razza umana e di questo meraviglioso pianeta questo narrano, inequivocabilmente. I cambiamenti quasi mai sono incruenti, ma se questo è necessario al cambiamento questo avverrà. La lunga notte dell'oblio delle menti e delle coscienze porterà, sta già portando, a un poderoso e inarrestabile risveglio, che non si curerà nè dell'indolente nè del materialista avido e ebbro, oltre ogni decenza, del proprio ego. Il mio può sembrare un'augurio apocalittico, ma è l'esatto contrario. E' augurio di amore e fratellanza.
      Divulgare, diffondere, aspirare ad elevare incessantemente la propria consapevolezza, sono i doveri esistenziali dell'uomo moderno. Buon lavoro a tutti.

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    9. Caro Nicola,
      sono d'accordo sui problemi culturali e infatti penso Bagnai stia facendo in primis una rivoluzione culturale con i dati, con le teorie economiche, con l'analisi libera e obiettiva, con un'impeccabile e lungimirante interpretazione dei fatti (e con la bacchetta più che con la maieutica).

      Invece credo che la competenza tecnica non sia il problema dell'EU. Riuscire a tenere in piedi un mostro tale e con una tale acquiescenza (quando non entusiasta adesione) da parte della popolazione richiede grande maestria.
      L'immoralità sta, come tu hai scritto, nel modo paternalistico ma soprattutto nello spacciarla come una svolta di civiltà e progresso, come una garanzia di pace e un ideale fraterno. Sta nel far credere che gli interessi delle élite non siano in antitesi con i nostri, ma siano i nostri.

      L'immoralità dei nostri politici non è tanto l'arraffare (che comunque nel breve periodo rende e nel lungo siamo tutti morti) e neppure l'incompetenza (credo che ormai anche il più imbecille abbia capito, tranne forse l'irrecuperabile Landini) quanto aver rinunciato a essere politici (se mai ce ne sono stati) e a rappresentare il bene della comunità che rappresentano.
      La loro competenza tecnica ha poca importanza in questo sistema in cui eseguono ordini. Avrebbe importanza se qualcuno volesse farci uscire da questo sistema del cazzo, se qualcuno volesse davvero proseguire la via di emancipazione sociale e di civilizzazione che i paesi Europei avevano intrapreso giungendo a un buon livello di realizzazione.

      Nessuna conquista è acquisita per sempre. L'impensabile non è impossibile... un programma di distrazione di massa, una manciata di diritti cosmetici, un soffio che riaccende i sentimenti antitedeschi e nazionalistici (nel senso più becero) e una dose massiccia di propaganda: la tecnica e ottima e collaudata... sento già l'ovazione all'annuncio della dichiarazione di una guerra che spero non ci sarà, ma non ne sono più tanto sicura.

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    10. Carissima Silvia,
      sono d’accordo il problema è fondamentalmente culturale. Con “vile che arraffa” non intendevo riferirmi necessariamente al politico (comunque inteso in senso ampio come colui che compie atti che possono incidere nella vita collettiva), quanto più ad un’astratta figura che rappresenta la cupidigia di potere e di denaro, “terra” e “peltro” (che Dante raffigurava come una lupa magrissima poiché mai sazia e anzi talmente affamata che sembrava che più mangiasse e più perdesse peso). Ad esempio il modello mercantilista, con la sua smania di esportare. La cultura e solo questa è in grado di far comprendere all’”uomo della pratica”, ma non solo, che il modello è fallimentare poiché crea disuguaglianza, forme di competizione folli, conflitti. Sposterei il discorso dal piano morale per come viene erroneamente inteso solitamente questo termine: è semplicemente un modello che storicamente ha dimostrato la sua insostenibilità in quanto fondamentalmente stupido giacchè non assicura a nessuno vantaggi reali, ma solo un’illusione di breve termine. Allo stesso modo, se vogliamo, il discorso vale per il meccanismo della bolla quando diventa la logica dominante con la sua idiota infatuazione per il guadagno subitaneo che prescinde dalla redditività effettiva. Questi “uomini della pratica”, come li definiva Keynes, credono di essere al riparo dalle possibili conseguenze, sempre che se le prefigurino, ma non lo sono. E se lo saranno loro non lo saranno i loro figli o quelli dei loro amici: avranno accumulato ricchezze o perso ingenti quantità di esse dopo averle guadagnate stupidamente per poi morire (che io sappia quando si muore il conto in banca lo si lascia sulla terra) e aver costruito miseria ed instabilità future dalle quali ristabilirsi sarà opera dura e faticosa, per nulla scontata. Se si considera dunque il termine morale nel senso più vicino alla sua etimologia (che attiene al costume) allora si, stupidità e immoralità coincidono. Però lo trovo un termine pericoloso perché soggetto al rischio di fraintendimenti: potrebbe sembrare che ci si stia arrogando il possesso di una qualche Verità circa cosa è bene e male, invece, ripeto, è la Storia che dimostra (e la cultura serve a questo) che la cupidigia è un idolo imbecille dove non vi è guadagno vero alcuno.

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    11. “[…]Vedo quindi gli uomini liberi tornare ad alcuni del principi più solidi e autentici della religione e della virtù tradizionali: che l’avarizia è un vizio, l’esazione dell’usura una colpa, l’amore per il denaro spregevole, e che chi meno s’affanna per il domani cammina veramente sul sentiero della virtù e della profonda saggezza. Rivaluteremo di nuovo i fini sui mezzi e preferiremo il bene all’utile. Renderemo onore a chi saprà insegnarci a cogliere l’ora e il giorno con virtù, alla gente meravigliosa capace di trarre un piacere diretto dalle cose, i gigli del campo che non seminano e non filano. Ma attenzione! Il momento non è ancora giunto. Per almeno altri cent’anni dovremo fingere con noi stessi e con tutti gli altri che il giusto è sbagliato e che lo sbagliato è giusto, perché quel che è sbagliato è utile e quel che è giusto no. Avarizia, usura, prudenza devono essere il nostro dio ancora per un poco, perché solo questi principi possono trarci dal cunicolo del bisogno economico alla luce del giorno. […] Il ritmo con cui possiamo raggiungere la nostra destinazione di beatitudine economica, dipenderà da quattro fattori: la nostra capacità di controllo demografico, la nostra determinazione nell’evitare guerre e conflitti civili, la nostra volontà di affidare alla scienza la direzione delle questioni che sono di sua stretta pertinenza, e il tasso di accumulazione in quanto determinato dal margine fra produzione e consumo. Una volta conseguiti i primi tre punti il quarto verrà da sé[…]”.

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    12. Caro Baroni,
      la sua affermazione per cui la mia modesta persona svolgerebbe nel blog del Bagnai un ruolo fondamentale mi sembra invero alquanto avventata. Anche se sono lusingato dal suo accostamento a una figura titanica di opposizione all'attuale Kali Yuga, una sorta di rivoltoso contro il mondo moderno fatto da un uomo sulle rovine (bene intendenti pauca), le dirò che non poche volte mi son chiesto che cosa postassi a fare in questo blog, visto che i miei argomenti esulano sempre da quelli economici stricto sensu, di cui non capisco una beneamata *censored*. Talché, la ragione della mia intrusione in codesti amabili conversari va attribuita alla straordinaria pazienza di un buon uomo (e non buonuomo) come il Bagnai, il quale mi concede pietosamente asilo in questo salvifico ricetto, al sicuro da' procellosi pelaghi dell'ignoranza: forse, essendo egli vir emunctae naris atque doctor subtilis, apprezzerà sentire chi gli parla di cose indo-europee piuttosto che europee.

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    13. @Nat
      si ho presente. C'è stato un periodo che guardavo solo quelli nella mia opera di recupero di quanto mi sono perso di vita del blog. In realtà con le mie parole intendevo incitare il Bagnai solo ad una maggiore frequenza degli stessi, magari con rubriche apposite. Ma lo dicevo così tanto per dire, senza la benchè minima pretesa, figuriamoci. L'ho detto troppe volte ormai: per me il Bagnai migliore è quello di quei post lì; mi perdonerete, la mia generazione è un deserto, se ascolti musica classica pensano che stai male, nessuno è interessato ad una strasega di niente, la comunicazione il più delle volte è sterile e stereotipata: quando vedo post del genere mi torna la speranza di fronte alla prospettiva di un'omologazione totalizzante.

      Caro martinet,
      un esempio della sua utilità è stata quella di aver appena fatto scoprire ad un ignorante come il sottoscritto cosa sia il Kali Yuga. Poi io ho un debole per le considerazioni di natura spirituale sicchè...

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  13. cosa ne pensa professore dell'articolo della voce.info in cui due ricercatori italiani reichlin e borri sostengono che i maggiori beneficiari degli aiuti europei siano state le stesse banche greche e in maniera marginale quelle francesi e tedesche.

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  14. Qualcuno disse qualche tempo fa che il cancelliere tedesco dovrebbe per obbligo avere dei vistosi baffetti per evitare spiacevoli equivoci.E' dal 962 che i Tedeschi cercano di annettersi tutta l'Europa continentale,con una certa preferenza per la Francia (cosa che sembra aver capito anche Varcakis e che gli Americani sanno da un secolo e mezzo almeno),Tsipras,Iglesias,Civati e fricchettoni vari dovrebbero capire che il chi viene prima del come e che nel dubbio in cui la loro condizione li metterà in eterno sarebbe igienico seguire chi in Europa qualcosa conta e che molto più di loro di queste cose conosce
    ...gli Inglesi.

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    1. Ecco, lei sottolinea giustamente il respiro millenario di queste tendenze. L'apparente dinamicita' dell'era moderna, dove tutto sembra cambiare da una generazione all'altra, nasconde la sostanziale lentezza dei processi storici nelle loro linee essenziali. Gli antichi egizi hanno regnato per quasi tremila anni.

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  15. Prof,
    volevo porgerle una domanda tecnica.
    Stavo guardando sul sito "trading economics" i paramentri macroeconomici dell'Italia.

    Perchè se le nostre partite correnti sono in forte crescita lo è anche il debito estero ?

    Dal grafico si vede che nel 2011/2012 a causa dell'austerity il nostro indebitamento estero è precipitato ai livelli del 2005. In soli due anni però ha recuperato e superato i livelli del 2011 e pare sparato verso l'infinito.

    Come mai ? Grazie

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    1. Ti sembra che ti stiano massacrando come nel 2012?

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    2. Caro Tommaso , se i mezzi per fermare l'indebitamento estero sono solo la compressione dei salari , questo può funzionare solo nel breve periodo , poi distruggendo la produzione interna , anche i pochi fabbisogni sei obbligato a soddisfarli su estero , sbaglio ? Quindi dopo una prima caduta di acquisti su estero , non avendo le imprese locali la possibilità di essere concorrenzali verso il basso , o fanno prodotti di nicchia e vendono su estero o delocalizzano o soccombono , quindi meno produzione venduta in loco e con la massa dei consumatori sempre più spinta verso il prodotto estero . Mi pare logico .

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    3. Ma allora perchè partite correnti e bilancia commerciale sono in forte attivo ?
      Sono portato a pensare che sia dovuto al fatto che i titoli di stato ora sono in mano più straniera di prima, ma questo verrebbe registrato nella bilancia dei pagamenti no?

      Non mi torna proprio il contrasto tra bilancia dei pagamenti e il grafico dell'indebitamento estero

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    4. Carissimo: c'è un mismatch fra le statistiche di flusso (partite correnti) e quelle di stock (posizione netta sull'estero). Questo non vale solo per i conti esteri. Lo stesso mismatch si applica ai conti pubblici: la variazione dello stock di debito non coincide mai con il deficit pubblico (nonostante concettualmente le due grandezze siano identiche). Ai lettori di questo blog il concetto è ben noto perché ce ne ha parlato in grande dettaglio Ugo Panizza qui. A me è noto, con buona pace dei ragionieri diversamente snelli e degli amici amerikani, perché questo è il mio campo di indagine. Sostanzialmente, se, partendo da zero, investi 10 in un titolo (flusso), non è detto che a fine anno lo stock di titoli valga 10. I soldi che spendi sono una cosa. Quanto vale l'investimento sono un'altra, e il suo valore di mercato dipende, fra l'altro, da come evolvono i tassi di interesse. Anche di quesra relazione abbiamo parlato, e qualcuno con più memoria di me te la ricorderà. L'incoerenza che vedi è quindi perfettamente normale e spiegabile con i capital gain/losses sugli investimenti fatti (come pure col fatto che il Pil sta precipitando).

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    5. Recentemente però (il prof. mi corregga se dico una castroneria) la PNE dovrebbe essere migliorata per via del deprezzamento dell'euro.

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    6. Il problema posto da Tommaso è caro anche a me che sono beato ed ero rimasto al primo post sulla premiata Armerina Hellas dove il Prof. ci insegnò che:

      CA = SN – I = PNE – PNE-1

      Vedo che non sono l' unico ad essere beato.
      Leggerò il Panizza.

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    7. Il senso potrebbe essere questo:
      Ad esempio, acquistando un T-bond-1H un anno fa per 100 $, supponendo che il prezzo sia rimasto più o meno lo stesso, il mio contributo alla CA è stato praticamente nullo, per via del tasso di interesse prossimo allo zero, ma ho contribuito a migliorare la posizione netta sull'estero, perché il valore di quel titolo nel frattempo è passato da 73 a 91 euro.

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    8. @Antonio
      Leggendo il pdf del Panizza a pag 7:
      [..]What explains the “Unexplained” part of
      debt
      – Skeletons
      • Fiscal policy matters!
      • Transparent fiscal accounts are important
      – Banking Crises
      – Balance Sheet Effects due to debt
      composition
      • In the presence of foreign currency debt, currency
      devaluations lead to sudden debt explosions[..]

      Il terzo punto penso mi sia chiaro.
      Supponiamo che io emetta un titolo di stato in valuta straniera, ad esempio per 100$ (80€). I miei flussi registrano 80€ ma che in realtà dovro restituire in dollari. Passano gli anni e l'euro si svaluta, devo quindi sempre resituire 100$ ma che ora sono 120€.

      Quindi anche se dopo quel titolo io interrompessi qualsiasi transazione con l'estero il io debito estero aumeterebbe comunque, non rimarrebbe costante.


      Il punto 2 non mi torna perchè non capisco come le transazioni legate ad una crisi bancaria non possano essere regolarmente registrate.

      Ad ogni modo mi pare strano che questo possa spiegare come mai la curva del debito estero sia molto più ripida adesso con le partite correnti positive di quanto lo fosse quando le partite correnti erano negative.

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    9. Ussignùr che due palle! Tutta roba spiegata. Vendi un titolo all'estero: sei debitore e devi pagare gli interessi. Il tasso scende: paghi meno interessi e il saldo redditi delle partite correnti migliora, MA il prezzo del titolo che hai collocato sale, e siccome le valutazioni degli stock sono fatte ai prezzi di mercato, ecco spiegato un pezzo di paradosso. Qualcuno posta il link al post dove è spiegata questa relazione? Poi leggetevi Lane e Milesi-Ferretti, che sono i leader MONDIALI nel campo e si capiscono. Ora ho fretta: se interessa, fornisco link in settimana.

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    10. Ok, la ringrazio. Ora mi torna. Non volevo essere tedioso ma il concetto è controintutivo.

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    11. Figurati. Quello che invece è intuitivo è che con quanto sta succedendo non potete aspettarvi che io sia a disposizione, però ci provo. Nota che partite correnti e PNE provengono da due sistemi di rilevazione diversi (CN-dogane e statistiche bancarie), quindi i conti non tornano mai a prescindere (vedi la voce errori ed omissioni in BdP). LMF chiariscono che gli stock/flow adjustment sono una parte importante della correzione degli squilibri. Da qui a dire che il trade balance è irrilevante per la PNE (come sostengono i soliti espertoni) ce ne corre. Trovatemi un programma di aggiustamento che consiglia il deficit estero per sanare il debito estero e segnalerò immediatamente Tigellone per il Nobel (o nFa, ovviamente)!

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    12. Prof sei splendido per quanto ti dedichi. Grazie.

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  16. Ora i greci smentiscono. Va a finire che la furbizia di Tsiprasi dipende da una decisione tedesca? Comico.

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  17. Proverbi 22-7
    "Il ricco signoreggia sui poveri, e chi prende in prestito è schiavo di chi presta."
    Ecclesiaste 1-10
    "Quello ch’è stato è quel che sarà; quel che s’è fatto è quel che si farà; non v’è nulla di nuovo sotto il sole."

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    1. Matteo 18. 23-35

      Il Regno dei Cieli può essere paragonato a un re che decise di aggiornare i suoi conti. 24 Tirate le somme, gli fu portato uno dei suoi debitori che gli doveva circa diecimila monete d’oro. 25 L’uomo non poteva pagare, così il re ordinò che, per saldare il debito, fosse venduto lui, la moglie, i suoi figli e tutto ciò che possedeva.

      26 Ma l’uomo si gettò in terra davanti al re, il viso nella polvere, e implorò: “Oh Signore, abbi pazienza, e pagherò tutto!”

      27 Allora il re ebbe compassione di lui, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

      28 Ma quando l’uomo lasciò il re, andò da un altro che gli doveva una piccola somma, lo afferrò per la gola e gl’ingiunse di pagare immediatamente.

      29 L’uomo si buttò a terra davanti a lui e lo scongiurò di dargli un po’ di tempo. “Abbi pazienza e ti pagherò!” implorava.

      30 Ma l’altro non volle aspettare. Lo fece arrestare e rinchiudere in prigione, finché non avesse pagato tutto il debito.

      31 Gli amici dell’uomo imprigionato videro queste cose e ne furono molto dispiaciuti. Andarono dal re e gli raccontarono tutto ciò che era accaduto. 32 Allora il re chiamò l’uomo che aveva perdonato: “Uomo malvagio! Poco fa ti ho condonato l’enorme debito che avevi, soltanto perché me lo hai chiesto. 33 Non avresti potuto avere pietà di quell’uomo, come io ne ho avuta di te?”

      34 Poi, fuori di sé per la collera, il re consegnò l’uomo agli aguzzini finché non pagò fino all’ultimo centesimo. 35 Così agirà verso di voi mio Padre che è in cielo, se rifiutate di perdonare di cuore i vostri fratelli e sorelle ».


      Accordo sui debiti esteri germanici

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    2. Curioso, proprio ieri parlando col parrucchiere di mia moglie e temporaneamente anche il mio questi mi ha detto: "...uno dei migliori modi per controllare un dipendente è fargli dei prestiti, quando è in debito con te difficilmente potrebbe farti contestazioni sapendo che perdendo il lavoro si ritroverebbe con un debito difficile da pagare sul groppone..."
      Conclusione: cadere nel tranello del debito potrebbere rendere schiavi ma poi tutto dipenderà da orgoglio e dignità personale.

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  18. Devo smetterla di pensare che gli altri ragionino come me, è davvero un errore imperdonabile.
    Ma come fai a mettere in piedi un ambaradan come quello delle settimane scorse e poi calare le braghe in modo così vergognoso.
    Roba da correrti dietro con un bastone intinto in merda di gatto.
    Ma sua moglie non aveva detto che lo avrebbe mollato se si fosse messo a novanta? Forse che gli piaccia?
    E il suo cane, non avrebbe forse il diritto di cercarsi un'altro padrone?
    Il concetto di sinistra, come quello di destra, sta iniziando a diventare ridicolo e patetico tanto sono appecorati.

    Probabilmente la verità è che sapendo il corso degli eventi, o meglio; potendo influenzare il corso degli eventi su alcuni aspetti, diventa un gioco da ragazzi fare speculazioni molto fruttuose.
    Il che implicherebbe l'accusa di sciacallaggio aggravato dalla tragedia dei più deboli e poveri.
    E' davvero più apprezzabile Schauble.

    Quanto ancora, un anno e mezzo o due ai colonnelli?


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  19. Lo zio Sam ha gioco facile contro la Germania se vuole....basta cominciare a colpire la Deutsche bank, una delle più grandi bombe atomiche della finanza, trilioni e trilioni di derivati, pessima gestione del rischio...tutti sanno che può essere una nuova Lehman. Colpisci i virtuosi tedeschi sulle loro non virtuose banche e ti faccio vedere che diventano curiosamente molto più propensi al compromesso.

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    1. Di questi tempi tutto può essere trattato, TRANS-ATLANTICAMENTE parlando!

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  20. Schaeuble che propone Grexit per 5 anni ...

    Hey, ma allora Travaglio ha ragggggggggggggione! I tedeschi ci devono prestare la Merkel, lei ci farebbe uscire da euro! STRADAR!


    Mi faccio consolare con questa poesia (Haiku di Bashō):

    Il silenzio
    penetra nella roccia
    un canto di cicale.

    (no nun so grilllllllinoooooo! e poi cicale e grilli ssso solo neopppppteri!!)

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  21. Meglio ridere che piangere; uscendo dall'Euro i famigerati PIGS acquisterebbero in appeal, trasformandosi in SEX (South European Confederated States)

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  22. Quindi Schauble non ha scheletri nell'armadio...

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  23. Ovvia giù, anche oggi è la fine di un giorno perfetto.

    (Alessandra/Cassandra da Firenze)

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  24. In God we trust. All others must have data. (Snee's Corollary. Mistakenly
    attributed by some to Deming.)

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  25. Comunque vada questa settimana, tutto è come doveva essere. L'UE è un progetto USA, creditori e debitori non possono condividere la stessa moneta, la sinistra eurista cercherà fino all'ultimo di salvare la sua raison d'être, ma la Germania segherà il ramo su cui è seduta: e dopo il tramonto dell'euro ci sarà l'Alba Dorata.

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  26. Quello del tedesco credo sia un clamoroso autogol!!
    In 5 anni la Grecia ( ma qualunque stato) fuori dall'Euro riacquisterebbe un minimo di ripresa che permetterebbe di ripagare i creditori quindi stanno ammettendo che non c'è crescita dentro all'euro!

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  27. Vorrei tornare un momento sull' articoletto di Reichlin/Borri.
    Analizzando i dati (che sono a mio avviso volutamente pasticciati, per incasinare il povero lettore) che riporta Reichlin emerge che:
    - il credito degli investitori esteri (privati e banche) del relativo al debito pubblico tra 2009 e 2011 si riduce in totale di 38 MLD;
    - secondo le loro supposizioni, le banche tedesche e francesi esposte in totale sul debito greco per (16+25) 41 MLD, prendono solo (9+14) 23 MLD pari al 56% di esposizione;
    - dei 15 MLD delle banche greche dei 110 MLD che vanno alle banche greche e francesi sarebbero 41/68x15= 9 MLD
    - in totale dei 110 MLD alle banche franco tedesche vanno 23+9=32 MLD; questo secondo i loro calcoli. Siamo quindi a 32/110= 29% del totale, pari al 53% dei 55 MLD (ricordiamo questo dato per dopo). Il restante (50-29)= 21%=23 MLD dei 110 MLD andrebbero ad altri creditori. Invece i restanti 55 MLD resterebbero in Grecia.
    - qui siamo al 2012 e il duo dice che l' esposizione degli investitori passa da 68 MLD a 60 MLD; badate bene questi investitori hanno preso 55 MLD fino al 2011 dei 68 iniziali di esposizione e si ritrovano ancora esposti per 60 MLD. Quindi non si era fermato il flusso e gran parte di quei 55 MLD venivano riutlizzati per acquistare titoli spazzatura greci ma che redevano l' ira di Dio (ma questo quantum, pagato dai greci non è dato saperlo dai conti del duo monnezza), ipotizziamo il 30%, allora quei soldi hanno reso circa 16 MLD alle banche, di cui il 53% pari a circa 8,5 MLD a banche tedesche e francesi. Siamo quindi a 32 + 8,5 =40,5 MLD finiti entro il 2012 nelle banche franco tedesche. Un bell' affare no? Pagato dai contribuenti europei, tra i quali noi italiani, e qui torniamo all' imbroglio a nostro danno.
    ma continuiamo seguendo il ragionamento del duo. Il secondo bail- out taglierebbe del 50 i crediti. Secondo proporzione dei 30 MLD persi da tutti gli investitori il 53% sarebbe a carico di banche franco tedesche cioè 16 MLD. Ne avevano presi 40,5, ne perdono 16, il risultato netto è 24,5 MLD; buono direi! Poi dice sempre il duo che i contribuenti di questi due paesi sono esposti per 160 MLD, ma sono in totale 108 MLD come sotto esposto.
    I due estensori dell' articolo, e qui sta la parte più insidiosa dell' articolo, al netto delle stupidaggini, dicono che della montagna di soldi arrivata in Grecia, circa 222 MLD a settembre 2014 solo una parte sono arrivati a tutte le banche oltre che le tedesche e le francesi, in totale circa 50 MLD, ma il resto, ovvero 172 MLD sono rimasti in Grecia e male utilizzati, ovvero secondo loro gras parte di quei soldi sono finiti nelle tasche dei grandi ricchi greci in conti esteri.
    Io non so dire se ciò sia vero, ma ritengo che sarebbe opportuno capirlo.
    Altra questione che il duo non affronta, è quello che le banche italiane erano esposte per circa 3/4 MLD dei 68 iniziali pari al 5,8 % del totale e i contribuenti italiani hanno contribuito per 40 MLD (fino ad ora) dei 222 pari al 18 % al 2014 (ricordiamoci sempre che i tassi sul debito italiano sono più alti di quelli francesi e tedeschi). I tedeschi e francesi, come banche erano esposti per il 53% e contribuiscono per il 48%; bella roba eh?
    Direi che la maniera migliore per chiudere è quella del duo:
    "Fare chiarezza sui numeri non è solo una diatriba accademica. Le conseguenze di un messaggio sbagliato possono essere molto gravi."

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  28. Dall'informatissimo zerohedge... http://www.zerohedge.com/news/2015-07-11/someone-told-merkel
    A quanto pare oltre il 79% dei greci è contrariato per le proposte di Tsipras, giustamente visto che avevano votato no e che alla fine è stata presentata la proposta del si strafottendosene del loro no. E fin qui qui siamo.....la cosa che non torna è che una percentuale analoga vuole rimenere nell'eurozona e con l'euro....è un intero popolo in confusione, vittima di un equivoco...cosi è difficile uscirsene senza farsi male. Sono vicini alla loro libertà e non lo capiscono, chiedono di restare schiavi!! Si calcolava che l'insufficiente manovra di Tsipras equivarrebbe a una finanziaria di circa 100 miliardi dell'Italia....

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    1. E A CHI DOBBIAMO QUESTO CAPOLAVORO DI SCHIZOFRENIA POLITICA SE NON AL FUUUURBO TSIPRAS?

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    2. Non è tanto difficile da capire e farò un esempio personale.
      Attualmente sono malato e devo fare una cura con delle iniezioni.
      Prima domanda del dott. Trippas: Marco hai dei dolori? NAI
      Seconda domanda del dott.: Marco ti piace farti fare le iniezioni? OXI

      Quello che Trippas NON mi chiede e mi manda in confusione (apparente) come sostiene il prof. è la terza domanda: Marco, se sapendo che le iniezioni potrebbero guarirti con il 50% di probabilità le accetteresti? NAI (ma anche col 30%, nota mia).

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    3. Eh si, è stato presuntuoso....una campagna elettorale a convincere i greci che un altra Europa e possibile e c'è riuscito. Solo che non ha convinto i tedeschi, i baltici, i finlandesi, gli olandesi, etc....
      Secondo lei Tsipras è cosi coglione da ingoiare il rospo fino in fondo spalancando le porte della Grecia alla tanto vituperata Troika o avrà uno slancio di dignità/buon senso/speranza/ intelligenza a tal punto da vedere la nuova dracma? Secondo me ormai è bruciato e firma tutto....i creditori volevano fare cadere questo Governo di saputelli universitari di sinistra e ci riusciranno!!

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  29. Analizziamo i fatti. Tsipras da mesi chiede un taglio del 30% del debito perche' cosi' com'e' il debito non e' sostenibile per la Grecia.
    Lo conferma anche il rapporto del 2 luglio del FMI. La Merkel risponde picche. Tsipras fa il referendum. Vincono i no. Tsipras ripropone lo stesso piano, magari utilizzando il suggerimento degli USA, intervenuti nel dibattito senza che ci sia un paese in difficolta' pieno di diamanti o petrolio, e cioe' che potrebbe bastare una ristrutturazione del debito e cioe' anziche' 30, pagare in 60 anni. Ora il ministro delle finanze della Germania (ok il nome era piu' corto ma indecifrabile per il sottoscritto) dice che la proposta di Tsipras non e' affidabile in quanto non vuole cedere sulla riduzione del debito e questo Tsipras lo ha capito benissimo dopo mesi di incontri con i signori dell'Unione. Ora la partita e:' i' Tedeschi perdono parte dei loro soldi investiti in Grecia o la Grecia ritorna alla dracma. N.B. ehi prof. Se questa analisi fatta alle 2.20am tornato da una festa ti sembra lucida, la puoi pure pubblicare. Grazie per l'attenzione.

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  30. Vi ricordate quando mi dibattevo internamente:
    sara' un Maunder minimum o un Dalton minimum?
    Ebbene notizia fresca fresca:
    sara' un Maunder minimum
    "We predict that this will lead to the properties of a ‘Maunder minimum'".
    Dopo l'euro la sinistra mondiale, non solo quella europea, scivolera' sul clima.
    Comprate case in Sicilia...

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  31. Osservazioni ineccepibili. Si attendono sviluppi (e altre interviste allarmate di Zingales).

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  32. Dimenticavo. Sono nel già florido nord per un matrimonio. Tutti gentili, carini, progressisti, antirazzisti (si fa per dire), antileghisti et cetera. Non uno che capisca che cosa stia succedendo

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    1. Mi succedeva negli anni '90, quando lavoravo per una primaria azienda editoriale del nord con sede politica a Roma; nessuno dei miei referenti a Milano votava Lega, per "El Senatur". Oggi a Roma, e te lo dicono pure, la Lega sarebbe da preferire e non si tratta solo di antiimmigrazione. Che il centro si stia avviando lentamente a capire?

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    2. Ma no: 1) c'e' la Cina, 2) c'e' la crisi, 3) troppi fannulloni per troppi anni, 4) se so' magnati tutto, 5) e' sempre stato cosi', piu' tasse e giu' il crapone. Per quello credo che, almeno riguardo la consapevolezza delle maggioranze, si potrebbe campar cosi' per cent'anni, lentamente sempre peggio, l'importante e' che sia ben condiviso. I nostri figli rimarranno aggrappati alle proprieta' dei vecchi, si riprodurranno poco e tardi, lavoreranno il doppio ma come tutti gli altri. Il Prof. spiega - o almeno mi sembra di capire - che la criticita' non risiede nella quasi infinita capacita' di sopportazione delle persone, bensi' nell'inerente disfunzionalita' di queste politiche economiche, nella loro sostanziale insostenibilita'.

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  33. Presente Topolino in Fantasia, apprendista stregone alle prese con una scopa e secchi d'acqua? Ecco. Per me la migliore immagine di Tsipras è quella. Evochi la democrazia senza saperla gestire, senza tecnica, senza un piano, con toni demagogici. Esalti un popolo a seguirti. E poi? I secchi d'acqua si rovesciano inesorabilmente per terra. Topolino ...

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    1. C'e' anche da considerare che sono necessarie personalita' davvero eccezionali, ripeto eccezionali, per remare controcorrente con successo, per imporre svolte nella storia. Serve un insieme di doti, tutte necessarie, tutte in suprema quantita': sensibilita' o empatia, cultura, determinazione, coraggio, carisma. Un perfetto mix di gentilezza e forza bruta, l'eroe mitico per definizione. Non fraintendetemi, non e' una scusa per Tsipras, anzi. Non glielo ha detto il dottore di formulare tali promesse.

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  34. Les négociations du Traité de Versailles ont jusqu’à présent été perturbées par l’attitude du négociateur britannique, un certain John Maynard Keynes. Celui-ci, personnalité flamboyante, de mœurs douteuses[1], ne s’est pas départi d’un ton arrogant et professoral, pour écraser de son mépris les autres négociateurs.

    Refusant les leçons de base de l’économie, il prétendait que les pays excédentaires, ceux qui ont fait des efforts importants, sont autant responsables que les pays déficitaires des déséquilibres économiques, et même que, en période de sous-emploi, ce sont les pays excédentaires qui doivent dépenser plus, encourageant ainsi la prodigalité. Il prétendait qu’en période de difficultés économiques, il faut augmenter les dépenses publiques, se moquant des personnes responsables qui estiment naturellement qu’un pays ne peut augmenter sa production qu’en dépensant moins pour épargner plus. Il soutenait qu’il faut permettre à l’Allemagne de repartir en annulant ses dettes et qu’écraser l’Allemagne sous le poids des remboursements la plongerait dans la misère, avec le risque de la tentation de l’extrême droite, alors qu’il est évident que l’annulation même partielle des dettes d’un pays est un précédent dangereux, qui permettrait tous les gaspillages. Enfin, il demandait à tous les pays de renoncer à des politiques unanimement décidées et agrées de retour aux parités or d’avant la guerre, en prétendant que cet objectif, selon lui coûteux et irréalisable, était responsable de la faiblesse de la croissance en Europe, Monsieur Keynes refusant de voir la responsabilité des salaires trop élevés.

    Après s’être mis à dos toutes les délégations raisonnables, Monsieur Keynes a choisi de démissionner. C’est une bonne nouvelle pour la paix en Europe.

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    1. La fonte, ti prego, la fonte!

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    2. http://www.marianne.net/les-eco-att/grace-au-depart-negociateur-arrogant-les-negociations-serieuses-vont-pouvoir-commencer

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  35. Prima di precipitarsi nel burrone della IGM, il cancelliere von Bethmann-Hollweg disse che la Germania non era CULTURALMENTE in grado di pensare l'egemonia mondiale: e non parlava di risultati scientifici o artistici, per i quali allora la Germania aveva il primo posto nel mondo. Conferma che avesse ragione, il fatto che pur sapendolo, accettò di guidare il suo paese verso il disastro europeo.
    Stipulando il patto "in Europa, a voi l'egemonia economica, a noi l'egemonia politica" gli USA hanno scherzato col fuoco tedesco, perchè era inevitabile che alla Germania l'appetito venisse, mangiando. Peccato che, a quanto pare, la Germania non sia guarita dall'incapacità di pensare culturalmente l'egemonia mondiale (perchè assumere la direzione politica di una Europa-Stato in fieri significa iscriversi al campionato in cui si gioca per l'egemonia mondiale).
    Quanto a Tsipras & C., risulta sempre più chiaro che, incredibile ma vero, credono alla loro propaganda. Il fatto inverosimile ma a quanto pare vero che non abbiano preparato, tecnicamente e soprattutto politicamente, l'uscita dall'euro, dimostra che questi esperti di tattica partitica e parlamentare sono pesci fuor d'acqua, quando devono agire da statisti in una situazione d'emergenza. Se anche non la volevano, possibile che non gli sia venuto in mente che l'uscita dall'euro poteva essergli imposta dal nemico o dalla dinamica dello scontro?
    Con dirigenti tanto incapaci, ad Atene, Berlino e Bruxelles, la Grecia rischia una guerra civile (vera).

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    1. Ma qui ci siamo sempre detti che uno scenario "cileno" per la Grecia era plausibile, no?

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    2. A leggere il loro ex ministro delle finanze, le ragioni per le quali un'alternativa all'accordo non è stata elaborata è che questo vorrebbe dire l'uscita dall'Euro e quindi:
      "To exit, we would have to create a new currency from scratch. In occupied Iraq, the introduction of new paper money took almost a year, 20 or so Boeing 747s, the mobilisation of the US military’s might, three printing firms and hundreds of trucks. In the absence of such support, Grexit would be the equivalent of announcing a large devaluation more than 18 months in advance: a recipe for liquidating all Greek capital stock and transferring it abroad by any means available."
      Ora, io capisco che il contante in Grecia sia un argomento delicato dai tempi di Licurgo, ma, diamine, all'epoca i trasferimenti elettronici non c'erano.

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    3. @Niccolò

      Avevamo già commentato la spaventosa impreparazione tecnica di Varoufakis (livello Oscar Giannino) sul tema di una possibile uscita, impreparazione che è la diretta conseguenza di una impreparazione culturale. Se una cosa non vuoi farla, non impari come farla!

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    4. La forza negoziale di Atene fa perno sulla posizione chiave della Grecia, che controlla la rotta per i Dardanelli, e quindi la continuità strategica della NATO nel quadrante sudorientale. Questo le consentirebbe di giocare su tre tavoli: UE, NATO e Russia. Domanda: quanto vale, per gli USA e i paesi del Nord Europa, la sicurezza del Mediterraneo? A quanto pare, nulla. Addirittura pare che nell'accordo attualmente in corso di approvazione, si vogliano far pagare le tasse agli armatori (sinora esentati per legge costituzionale), cioè ai proprietari del più grande settore industriale greco, senza riflettere che questi potrebbero, semplicemente, andarsene e registrare le loro navi sotto diversa bandiera. Non conosco l'esercito greco. Ho letto che Papandreu, prima di dimettersi, ha sostituito i gradi più elevati con personale "sicuro". Ma nel caso che l'attuale marasma sfoci in un colpo di Stato UE, con l'imposizione di un governo alla Monti, le condizioni di possibilità di un pronunciamento militare ci sarebbero tutte (compreso l'appoggio di Alba Dorata, e di buona parte della popolazione). Se questo avvenisse, potrebbe aprirsi una crisi di gravità non inferiore all'ucraina, perchè la Russia dovrebbe prendere posizione, e si troverebbe in un dilemma difficilissimo. Morale: basta con questi idiots savants!

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    5. L'esercito greco è uno dei più grandi d'europa. Hanno ca. 1600 carri armati, tedesci, francesi, inglesi, italiani ne hanno molto meno.

      Con Tor-M1 è S-300 un systema contraerea molto avanzato, secondo mè il più efficace al mondo. (produzione russa)

      Anche l'areonautica è la marina non è da sottovalutare.

      Il problema è la manutenzione, per causa della crisi. (pezzi di ricambio è munizioni)

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    6. Il problema sono la volontà e il coraggio.

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    7. @buffagni
      Dispone di fonti autorevoli sul disegno spartitorio tra usa e germania? qualcosa deve esserci, forse è tutto secretato. se un patto esiste verrà fuori. mi risulta che non esistano prove di un patto usa - berlino all'indomani della riunificazione. É chiaro che disegnando l'eurozona a misura della germania gliene abbiano assegnato la leadership. ma bisognerebbe approfondire il discorso delle interazioni politiche e gli accordi sottobanco tra kohl e amministrazione bush o clinton (che perseguì l'allargamento della nato). sono plausibili??

      Elimina
  36. hahahaha Travaglio... (from Polignano a Mare)
    "L'Italia è piena di vittime della Fornero"

    Passerotto non andare via (Baglioni)
    (Obice off mode please)

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  37. Prof., due cose:
    1) http://www.theguardian.com/politics/2015/jul/11/david-cameron-employment-law-opt-out-eu-membership-renegotiation
    (vorrebbe dire che il Regno Unito si legò, ai tempi di Blair, le mani dietro la schiena per impedire a sé stesso di effettuare riforme espansive del mercato del lavoro? E che adesso Cameron vuole riappropriarsi di questa prerogativa? Mi corregga se sbaglio);
    2) Mi potrebbe gentilmente linkare l'articolo nel quale Tsipras ha detto di essere un emerito idiota?
    Grazie mille.

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  38. Regola numero uno: rispettu pe' u zZziu.
    (Shauble è proprio Strangelove, dio mio...)

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  39. Mi sembra superfluo ribadire che il signor Bagnai aveva perfettamente intuito che Tsipras era uno di quelli che "è possibile un euro buono e sociale"

    Vorrei prendere le difese del ministro Schäuble, che viene attaccato da destra e a sinistra, da tutti considerato come Dracula, cattivo, etc etc.
    Schäuble non ha ingannato nessuno. Mai fatto inutili e vuoti sproloqui. Ha sempre ribadito che l'euro è austerità e che l'euro non è compatibile con i processi democratici.
    Coerentemente con questa posizione anche è logico che se uno stato non può/vuole accettare l'austeritá, allora deve uscire per rientrarvi eventualmente con un nuovo tasso di scambio.
    Nel panorama desolante di politici alla Renzi, o alla Hollande, o anche alka Tsipras che prendono per il culo dicendo che c'è un euro democratico e sociale, Schäuble giganteggia per quanto riguarda coerenza e comprensione della moneta unica presa a debito dagli Stati sovrani.

    Anche qua il signor Bagnai un paio di volte ha affermato in tempi più remoti "ve lo dice pure Schäuble che l'euro vuol dire austerità" e così dimostrando una profonda comprensione degli uomini di stato e delle loro motivazioni.

    La figura che stanno facendo gli "statisti" dell' asinistra non è quella degli utili idioti, ma degli inutilissimi idioti, sempre più zerbini (in)consapevoli delle oligarchie finanziarie.
    Rimproverando addirittura l'unico statista capace di dire la verità sull'euro.

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    1. Ma infatti non riesco proprio a capire tutta questa cecità di fronte alla nuda e cruda verità: Schäuble ha detto praticamente: "Ragazzi, il re è nudo!", e tutti a coprirsi gli occhi con fette spesse di prosciutto.

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    2. Non comprendo francamente la ragione di questa preconcetta ostilità nei confronti del povero Dracula.
      Anch'egli, come Herr Schauble, a quanto risulta non ha mai nascosto la propria natura di feroce vampiro assassino pronunciando inutili e vuoti sproloqui; mai, per quanto se ne abbia notizia, il nobile conte ha negato che per la sua sopravvivenza necessita di una certa quantità di sangue umano che deve ad ogni costo procurarsi senza farsi troppi scrupoli di natura morale.
      Egregio amico!
      Si dia pure a Schauble quel che è di Schauble, ma si riconosca al nobile vampiro quel che è del nobile vampiro!

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    3. "Non vediamo le cose come sono; le vediamo come siamo". Vale anche per Schäuble, naturalmente. Ma lui, insieme a pochissimi altri, vede le cose anche come sono.

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    4. Dipingere Schäuble come un vampiro fa molto comodo agli utili tsiprioti (che si distinguono nelle categorie di assoluti imbecilli e grandissimi infami), ma ciò che è trapelato della sua proposta (ammesso corrisponda a verità) mi porta a leggere la vicenda in modo molto diverso: in pratica, con l'opzione al punto 1. della proposta, irricevibile, mi pare li volesse spingere ad accettare l'opzione al punto 2.

      I 5 anni di uscita temporanea proposti sembrano materiale propagandistico a favore degli tsiprioti, spendibile presso l'opinione pubblica greca imbottita di menzogne (avere l'eurone per non essere un paese di serie B): state tranquilli, è un fatto temporaneo, avrebbero potuto dichiarare in patria. Non so se è chiaro: sarebbe stato un modo per salvargli la faccia.

      Ad un certo punto è circolata la notizia che gli avesse anche chiesto quanto volevano per uscire.

      Allora: è Schäuble il mostro o sono tsiprioti e co. ad essere, se va bene, degli emeriti coglioni? (Se va male è semplicemente una faccenda di movimenti estero su estero e morta lì.)

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    5. Lezione per chi avesse l'ardire di volerci tirare fuori da questo pantano: la character assassination funziona.

      Più approfondisco questa vicenda e più le cose non quadrano.

      Schäuble in precedenza si era già fatto latore della proposta di far uscire la Grecia dall'eurozona (EZ) ed è stato oggetto di questo simpatico avvertimento in perfetto stile mafioso: Geithner reveals 'frightening' plans for Grexit in 2012 meeting with Schaeuble.

      In sostanza Geithner attribuisce a Schäuble la volontà di far uscire la Grecia, già nel Luglio 2012, per farne un esempio (si sott'intende la visione distorta della crisi: che l'€ protegge da ogni male, che fuori dall'EZ non possano che esserci le cavallette, la pestilenza, ecc...), per spaventare gli altri partner e convincerli a cedere maggiore sovranità ed allo stesso tempo a convincere l'elettorato tedesco a scucire altri quattrini per mantenere in piedi l'EZ.

      Ovviamente ciò non ha alcun senso, come si affretta a chiarire Geithner: una volta buttata fuori la Grecia, perché l'elettorato tedesco dovrebbe essere disposto a salvare la Spagna, il Potogallo o qualunque altro paese in difficoltà?

      Schäuble ne esce come un pazzo sanguinario o un pericoloso cretino.

      Ma come sottolinea Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, in riferimento alla proposta di qualche giorno fa:

      «In an odd way, the only European politician who was really offering Greece a way out of the impasse was Wolfgang Schauble, the German finance minister, even if his offer was made in a graceless fashion, almost in the form of diktat.

      His plan for a five-year velvet withdrawal from EMU – a euphemism, since he really meant Grexit – with Paris Club debt relief, humanitarian help, and a package of growth measures, might allow Greece to regain competitiveness under the drachma in an orderly way.
      »

      Schäuble non sembra né un pazzo né un cretino, sembra comprendere benissimo che:

      1) l'uscita dall'€ è una condizione necessaria ma non sufficiente a far riprendere l'economia (soprattutto) greca;
      2) di conseguenza se si vuole scongiurare lo scenario che vede la Grecia cambiare area di influenza (cosa particolarmente sgradita agli USA) è necessario sostenere la sua economia con degli aiuti, che in questo caso non sarebbero a fondo perduto come il piano accettato da Tsipras (puro strozzinaggio).

      Anche Quarantotto non l'ha valutata negativamente: LA SOLUZIONE SCHAUBLE E' LEGITTIMAMENTE PRATICABILE E AUSPICABILE? (Risvolti frattalici).

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    6. «Sentite, io capisco che a molti riflettere sui fatti, abbandonare le dietrologie, analizzare gli scenari possibili e, soprattutto, darmi ragione, costi caro.»

      Eppure fornisce una capacità di analisi che sarebbe difficile raggiungere senza gli strumenti di interpretazione che abbiamo qui appreso.

      Sopra scrivevo: «… in pratica, con l'opzione al punto 1. della proposta, irricevibile, mi pare li volesse spingere ad accettare l'opzione al punto 2.»

      Oggi leggo sullo Spiegel International, A Government Divided: Schäuble's Push for Grexit Puts Merkel on Defensive:

      «Schäuble first consulted with other conservative finance ministers belonging, as Schäuble's CDU does, to the European People's Party. Like Schäuble, most were in favor of a Grexit and the men hatched a plan for how they could force Greece from the common currency area. The ministers agreed to formulate such strict conditions for a third aid package that the Greek government would never be able to accept them. As a means to push Greece out of the euro, Schäuble had devised a so-called trust fund, into which all revenues from the sale of Greek assets would flow. For Greek Prime Minister Alexis Tsipras, that would have been impertinent enough. But the conservative ministers wanted to go even further and demand that the fund be located in Luxembourg, a stipulation Tsipras could not possibly accept.»

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  40. Vediamo cosa succede; pensandoci bene, la plateale proposta di Schauble, la Grecia fuori, e successiva replica Ue(e ovviamente da aggiungere gli Usa), non se ne parla, sembra fatta apposta per preparare l'opinione pubblica interna (avete visto, non ci e' permesso di fare diversamente, dobbiamo tenere la Grecia). Per quanto riguarda l'eventuale default ed il problema derivati collegati al debito Greco citato sopra da un commentatore, ne ha scritto piu' di una volta Gerardo Coco, tecnicamente un "austriaco" ma su posizioni decisamente anti euro intravvedendo l'entita' mostruosa dirigista di Bruxelles e quindi l'euro paragonato al rublo prima del crollo. Oggi sul quotidiano la nazione, c'e' un articolo-reportage , si legge: gli italiani fanno il tifo per Atene; Renzi deve affrontare la Merkel. Cresce il malumore verso l'esecutivo, troppo timido con Berlino. 57% degli italiani giudicano servile la politica del governo verso la Merkel. Dottrina nordica non ha mai attecchito, oltre il 77% respinge l'idea di un'europa contabile. Non convince la precarieta' degli equilibri dell'unione e la mancanza di una visione chiara e condivisa. Perdita di fiducia impressionante: 80% la popolazione che nel 2005 credeva nel disegno europeo, 47% oggi.

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  41. http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/11732926/Crippled-Greece-yields-to-overwhelming-power-as-deal-looms.html

    E ce lo dice anche Evans-Pritchard che Trippas è tutto tranne che furbo!

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  42. Non sarei così pessimista, Professore. Penso che a sinistra qualcosa sul serio si stia muovendo. Non siamo ancora arrivati alla piena consapevolezza del fatto che l'euro sia stato lo sbocco naturale di una dottrina che negli ultimi trent'anni e passa ha brutalmente attaccato tutte le conquiste sociali ed ha accresciuto il potere delle oligarchie, ma questo non significa che le riflessioni ristagnino. Oggi su un giornale che un tempo la ospitava e ora sistematicamente la ignora, affine agli sbilirulini o come li chiama lei, un suo quasi omonimo riconosce che la sinistra si sia del tutto dileguata. Certo, alle solite, la diagnosi è apprezzabile, ma, sempre alle solite, si arresta alle prime avvisaglie sintomatiche: il problema sarebbero Renzi e le politiche di Austerity, che invece sono il riflesso condizionato del progetto eurista. Ma, ieri, sullo stesso quotidiano, due commentatori che immagino siano economisti, per lo meno per le argomentazioni che scrivono, Paolo Pini e Roberto Romano, ammettono che lo scenario dell'uscita dall'euro sia la sola cosa possibile. E il giorno prima un altro commentatore - Felice Roberto Pizzuti - ricorda il problema dell'eccedenza di bilancio della Germania su cui Lei tanto batte. Sono piccoli passi, occorre sottolinearlo. Ma sembrano andare nella direzione da lei tracciata. Il vero problema è che il tempo corre e gli scenari, anche bellici, da lei prefigurati non è che siano poi così distanti dalla realtà. Qualcuno ha commentato, mi pare in occasione di una sua articolata riflessione video-ripresa, che l'interpretazione da lei avanzata sull'origine della seconda guerra mondiale sconti una deriva ideologica. Mentre invece chi ritiene che l'origine della seconda guerra mondiale (così come della prima guerra mondiale che della seconda è la conditio sine qua non) nulla abbia a che spartire con la piega liberista, lui no, lui non è affatto ideologizzato, lui è invece orientato da ricostruzioni scientificamente inoppugnabili, cioè non falsificabili (e perciò stesso, suo malgrado, ideologiche). E' francamente un paradosso che un uomo di scienza che, nell'interpretazione della seconda guerra mondiale, si richiama apertamente alle lezioni di Hobsbawm, subisca l'ostracismo di un mondo che, culturalmente, continua a definirsi di sinistra. Lo sarebbe, in effetti, se non fosse per il fatto che tutto ciò che nelle cartografie tradizionali della politica viene ancora oggi etichettato come sinistra, di sinistra ormai non ha più neppure la memoria. Ma, come detto, qualcosa si muove e, mentre tempus fugit, non ci resta che sperare che la tartaruga, svegliatasi dal letargo, con un incredibile scatto di reni, superi il piè veloce Achille partito in anticipo.

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    1. Perché leggi l'organo dei collaborazionisti? Sono contento che Paolo Pini abbia cambiato idea. Perché non mi scrive per dirmelo, dopo avermi scassato la minchia per anni con i suoi appelli? Sono contento che Pizzuti ammetta l'ovvio. Dov'è finita la supponenza con la quale accolse il mio libro alla Sapienza? Questi passi non vanno nella direzione che ho tracciato: semplicemente tendono a offuscarla. Ma grazie a Dio non sono io che tiro la linea.

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    2. Professore, non si dispiaccia, ma io sono un comunista. Questo non significa che sia organico, anche perché l'organo (nel senso di partito: lasciamo da parte Er Nutella, Sellini ed altre rappresentazioni che se non sono comiche sono tragiche) non esiste più da tempo. Del quotidiano dei collaborazionisti, invece, mi piace la pagina che un tempo si chiamava terza pagina. E poi, se non fosse stato per l'organo dei collaborazionisti, non l'avrei conosciuta. Non tutto il male viene per nuocere. Sa quante volte ho polemizzato con loro per alcune prese di posizione su temi non strettamente economici? Naturalmente con lettere che non hanno ricevuto riscontro. Li continuo però a leggere perché Repubblica mi fa schifo, sul Corriere scrivono Alesina, Battista e compagnia cantando (sinceramente qualcosa che il Lansox fatica a contrastare), il Messaggero ospita Romano Prodi che dell'euro è un padre nobile che non vende sogni, ma, per dirla alla maniera di una macchietta radiofonica, solide solidità, e il Fatto lo compro solo di domenica e lunedì e quando so che c'è un suo intervento.
      Quanto alle polemiche tra accademici, faccio parte del mondo medico e sono all'ordine del giorno: la scuola medico-legale cui appartengo, ad esempio, è in contrapposizione con quella che oggi muove le leve alla Sapienza. Ciò non significa che mi precluda la lettura di ciò che viene prodotto nella sede che fu di Gerin da coloro che sono nati accademicamente nel senese: anzi, è proprio dal confronto di tesi ed antitesi che nasce la sintesi.
      Concordo sul fatto che i passi non vadano nella direzione che lei ha tracciato e che possano tendere ad offuscarla: ma almeno, finalmente, si muovono. Rispetto al monolite granitico piovuto dagli astri e piantato nel terreno mi pare che si tratti di un risultato.

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  43. Artemide poteva trasformarsi in un gatto e Atena veniva chiamata anche "Atena il gatto". Ah se i gatti di tutta la Grecia potessero ricordarsi chi erano e tornare ad esserlo. Nonostante tutto.

    (Alessandra/Cassandra da Firenze. References Elaine Paige interpreta il personaggio di "Grizabella" e canta "Memory" nel musical "Cats" - T. Nunn e A.L. Webber - dal libro di T. S. Eliot "Old Possum's Book of Practical Cats")

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  44. Intervention intéressante par Pascal De Lima sür FR24, point de vue équilibré d'après des semaines de terreur.

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  45. "Un mondo dove il conflitto sarebbe più, non meno, probabile."

    Temo che l'aleatorieta' c'entri poco, la storia recente (almeno quella in cui io c'ero e mi ricordo molto bene) ci suggerisce piuttosto che il conflitto sia stato pianificato da tempo.

    Se ipotizziamo che tutti gli sviluppi in Europa fin dai primi anni ottanta ad oggi siano stati guidati anche dal desiderio USA di estendere la NATO ad est (e di ridurre la Russia - con le sue risorse - a stato vassallo), gli eventi storici successivi si inquadrano perfettamente, come tessere in un mosaico.

    I primi anni ottanta risultano decisivi per molti aspetti (vedi IPF, avvento simultaneo delle politiche neoliberiste in USA/UK di compressione della quota salari).

    Mentre da noi si consumavano il divorzio della Banca d'Italia, l'abolizione della scala mobile, la liberalizzazione dei movimenti di capitale e gli accordi di cambio fisso (come atti preparatori all'innesco dell'esplosione del debito pubblico ed estero a fini di colonizzazione estera), e mentre la Grecia veniva prima ri-ammessa nella NATO (1980) ed immediatamente dopo ammessa nella EU (1981), dall'altra parte dell'Adriatico si ponevano le basi per lo sgretolamento della Yugoslavia.

    Il metodo e' stato quello piu' frequentemente utilizzato in Africa: cioe' aumento indotto del debito estero (dovuto a shock esterni e/o generato da politiche locali incoraggiate dai futuri colonizzatori) -> intervento IMF -> crisi economica (che alimenta il conflitto lungo le linee di frattura etniche, come oggi con l'IS) -> GUERRA.

    http://www.monitor.net/monitor/9904a/yugodismantle.html

    Nel caso della Yugoslavia gli interessi USA e Tedeschi coincisero e dal 1991 al 2001 il nuovo assetto politico della ex-Yugoslavia fu ottenuto al prezzo di solo qualche centinaio di migliaia di morti: tutti gli stati ex-Yugoslavi confluirono infatti rapidamente nella EU/NATO e/o passarono sotto il controllo NATO e/o nella sfera di influenza Tedesca.

    https://en.wikipedia.org/wiki/Yugoslav_Wars

    Nel 1991 rammento che scoppio' anche la prima guerra del Golfo, scatenata dal desiderio di Saddam di risolvere il suo problema di eccessivo debito estero (cumulato durante la guerra con l'Iran), annettendosi il suo unico creditore (il Kuwait).

    L'Italia mi appare oggi come un vaso di coccio in pericolo tra molti vasi di 'elementi transuranici' (cioe' molto piu' densi del ferro e del piombo).

    IMHO ci servirebbe (dopo la rottura dell'Eurozona) anche l'avvento di una politica nazionale 'isolazionista' e di neutrale equidistanza, cioe' una politica volta solo a farsi i cazzi propri in casa propria, con la propria liretta e senza mettersi di traverso ai vari contendenti.

    Altrimenti saremo pure noi coinvolti nella guerra che si sta avvicinando.

    In guerra non si decide chi ha ragione ma chi resta vivo!

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    1. Il vaso di coccio italiano riguarda sopratutto i suoi rapresentanti è governanti che sono a livello fantozzi.

      L'italia è la terza potenza nel EZ, contribuente netto nel EU è terzo finanziatore del MES.

      Con i soldi del MES quel coglione di monti poteva andare a pagare i debiti delle PA, invece è andato a salvare banche tedesce è francesi, per poi andare a dire noi abbiamo salvato l'italia.

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    2. Sempre a proposito di punti di vista "privilegiati" perché eravamo presenti, e magari, come nel caso che descrivo, in prima fila, aggiungerei un tassello importante degli anni '80: il definitivo sdoganamento da parte del PCI della "3.a via" (ossia, la piena e totale accettazione, in salsa "sociale", del libero mercato nella sua accezione più liberista e anti-statale). La qual cosa, unita allo "storico" auto-razzismo e anti-familismo (la famiglia come radice del male italiano) del PCI, lo portò alla piena adesione, anche e soprattutto culturale, del "sogno europeo". Pensavo già in quegli anni (viste anche le "facce" delle nuove leve dirigenti del Partito) che, per oliare un meccanismo che doveva diventare veloce e perfetto (e quindi privo di opposizioni), venisse utile, se non necessario, un accordo di spartizione dell'immensa ricchezza costituita dalle privatizzazioni. Solo infatti immaginando una spartizione consensuale non tanto e non solo delle aziende pubbliche, quanto e soprattutto dei servizi previdenziali, sanitari e scolastici, nonché delle cosiddette "utilities", sarebbe stato possibile elidere totalmente l'unica possibile opposizione all'UE come oggi la conosciamo. Tanto che le ultime resistenze residuali da "togliere di mezzo" a fine anni '80 non furono certo i "comunisti", che, anche nel nome stavano, cambiando "spontaneamente" pelle.
      Alla luce di questi fatti, si capisce quindi come il PD sia potuto essere il più strenuo difensore dell'euro e del "sogno" che quest'ultimo concedeva di realizzare, nello stesso tempo in cui le ex-municipalizzate diventavano spa a capitale misto, l'Unipol il secondo gruppo assicurativo italiano (con UniSalute, previdenza integrativa, ecc.) e le coop rosse e bianche, insieme alla compagnia delle opere, il più triste e torvo surrogato di uno Stato che non c'è più.
      Renzi ed i bercianti senatori e deputati PD, con tutti i loro organi di stampa pudini e piddini, non sono altro che il frutto maturo di questa lunga marcia; già vent'anni fa era era tardi per cercare di cambiare il corso di questi eventi.

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  46. Vediamo in questi giorni, ed oggi particolarmente, l'Europa della finanza sovranazionale. Mai in 67 anni di vita, avrei immaginato tanto sordido squallore. L'UE finisce oggi e non sappiamo cosa succederà DOPO. Forse si dovrà tornare all'Europa delle Nazioni, come pensava De Gaulle. E questo se saremo ancora vivi. Poi però, pensando terra terra, non potremmo destinare alla Grecia le risorse che sprechiamo a favore dei cosiddetti "migranti".?

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  47. Non sono mai riuscito a capire (forse è un mio limite… anche se in tutta onestà non credo) quelli del "ma Tsipras è fuuuuuuuurbo".
    Ho sempre sostenuto che la permanenza o l'uscita della Grecia dall'eurozona non fosse affare dei greci, e men che meno di un Tsipras di passaggio, ma affare di esclusiva competenza delle elites economico-finanziarie attualmente al comando e dei loro rappresentanti politici (qui), tanto più stante le posizioni di partenza (prima, durante e dopo le elezioni greche) esplicitamente e fortemente euriste di Syriza.
    Sono stato confortato in questo mio punto di vista da questo blog, laddove ricordava di un "certo" Tucidide che raccontava la tragedia dei Meli, impossibilitati a determinare il proprio destino perché perdenti ed inermi di fronte al vincitore che aveva tutte le armi per distruggerli, se solo avesse voluto. Nel caso della Grecia odierna io specificherei che le armi del nemico sono l'enorme massa di crediti da vantare e la possibilità di chiudere il rubinetto di sussistenza quando vuole (cosa che sta tutt'ora facendo), a fronte della mancanza di un qualsiasi piano B da parte della vittima.
    Sostenevo, inoltre, che si stavano fronteggiando opposte fazioni (qui e qui) che privilegiavano l'una il mantenimento della Grecia nell'euro, pro dogma dell'indivisibilità della moneta unica, e l'altra l'uscita, pro cessazione di una situazione finanziariamente senza fine e creatrice di problemi politici interni.
    Poi ovviamente l'amministrazione USA si è messa di mezzo appoggiando, credo anche abbastanza pesantemente, il mantenimento della Grecia nell'euro, ma in ogni caso ed al di là di come andrà a finire, mi sembra abbastanza evidente che i fatti di ieri e di oggi dimostrino quanto sopra, e cioè che nel tavolo da gioco europeo (proprio così mi viene da chiamarlo, date le molte premesse e mancanze strutturali di tipo economico-politico, così ben descritte dal Prof. Bagnai) le carte le dà comunque il croupier, non il giocatore che paga il salato biglietto d'ingresso per provare l'ebrezza del gioco! E come in ogni tavolo che si rispetti i croupier si danno il cambio, e chissà con quale croupier tu finirai la serata completamente spennato ….
    Così come non era ipotizzabile nessun tipo di "fuuuuuuuurberia" per personaggi che anelano e pretendono a tutti i costi di giocare a questo tipo di tavolo, dove le eventuali furbizie fanno sorridere ironicamente i gestori (vedi Schauble e compagni …) . E anche qui i fatti lo stanno dimostrando (qui e qui)

    Si vedranno gli ulteriori sviluppi di questa …farsa, da un lato, se non fosse anche una tragedia di un popolo dall'altro lato.

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  48. sono curioso di vedere quella ghigna a c. di federico stasera.

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    1. hihihihihi intanto gli è arrivato un metaforico sberlone modalità Frecciarossa...

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  49. Qui nessuno paga dazio, dagli economisti che hanno negato quello che la loro disciplina aveva descritto, ai politici che, pur sapendo dei rischi della moneta unica tra paesi strutturalmente diversi, procedevano guidati solo dal loro ego e dalla loro ambizione personale, ai "media" allineati e coperti a non smentire la linea dell'editore di riferimento, piuttosto che indagare sugli effetti veri della crisi nell'eurozona, fino ai "sinistri" (non mi viene altro termine) pronti ad alzare steccati ideologici mentre nell'area del proprio elettorato di riferimento si consumavano drammi e devastazioni personali oltre che arretramenti nelle conquiste sociali e nella democrazia, Un bel pantheon dove solo due soggetti )B&B) assai distanti per storia, cultura e vicende personali si sono ritrovati a condividere quello che entrambi vedevano che non funzionava e dei guai a cui si andava contro. La storia non finisce qui, ma chi ha saputo accantonare il proprio credo dell'appartenenza per abbassarsi a leggere dati,fatti, scenari inequivocabili, porsi delle domande e darsi delle risposte, ha potuto orientarsi fra le e tante menzogne e depistaggi, che ancor oggi vengono lanciati, e comprendere il contesto in cui siamo immersi. La vicenda greca è solo l'ultimo tassello di una storia che se non invertita (da chi? dagli stessi che ci hanno portato qui?) avrà ben altre amare sorprese. Ringrazio Alberto per questo spazio che ci ha offerto dove chi, se ne ha voglia, ha tutti gli strumenti per comprendere un quadro non certo facile avendo soprattutto intorno continue cortine fumogene e tanti opportunisti da 8 settembre.

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  50. Quello che mi dà prurito è tutt quella pletora di espertoni che adesso dimostra di capire tutto e si strappa le vesti per il povero greco debilitato dalla sanguisuga alemanna. Dove sono stati negli ultimi quattro anni tutti questi samaritani? E dove era l'autorevole FMI quando avrebbe dovuto già un lustro fa avvertire che il l'intero debito greco era ormai insopportabile? Forse tutti si trovavano alla mensa deigli influenti mercati, dei ricchi finanzieri che facevano in modo che il calcinculo continuasse a girare ma che le monetine finissero primariamente nel loro barattolo.

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  51. Come si possa ancora minimamente sostenere l'euro o implorare al più europa, dopo tutte queste umiliazioni è offese è inspiegabile.

    Questa totale sudditanza dei paesi del sudeuropa incomincia a fare veramente pena, e mi fermo qui.

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    1. Che poi l'uscita di Scheuble:"La Grecia deve uscire dall'euro per 5 anni" dovrebbe far pensare anche agli Italiani che hanno ancora dei dubbi. No word

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  52. Ultimatum dell'emissario dell'Eurogruppo alla Grecia.

    https://www.youtube.com/watch?v=ASsNtti1XZs

    "We do have a system and it [doesn't] work"

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  53. Gentile prof, dopo lunga, appassionata ma àfona frequentazione del suo ossigenante blog, la qualità media dei cui interventi ha sempre inibito la mia già sotterranea vena espressiva, mi permetto di esordire oggi, se mi è consentito, per una pressante esigenza di sfogo e compartecipazione. Lo faccio partendo dalla seguente premessa: se non fosse per la solidità inattaccata e, evidentemente, inattaccabile del quadro esplicativo da lei fornitoci nel corso degli anni per decodificare in modo attendibile quello che sta accadendo in queste ore in Grecia e in Europa, si direbbe che l'intrinseca impossibilità di un mondo alla rovescia - dove il boia, per paura di rovinare la corda, frustra le scomposte ambizioni suicide dell'aspirante impiccato minacciando di sfilargli il cappio dal collo - dimostra che le teorie del Bagnai e dei suoi subornati accoliti sono nient'altro che un fracco di suggestive ma inemendabili minchiate. E invece, non potendo in alcun modo disconoscere la soverchiante ineccepibilità delle sue dimostrazioni, quello che devo concludere, per quanto improbabile, è l'unica verità possibile: al di ogni ragionevole dubbio su inconsistenti spiegazioni pokeristico/dietrologiche, stiamo proprio, INCREDIBILMENTE MA INCONFUTABILMENTE assistendo a un MONDO ALLA ROVESCIA! E, cosa frustrantissima, si tratta di un dato di realtà che è impossibile da dimostrare a chiunque non abbia avuto la pazienza, l'umiltà e la voglia di comprendere tutto quello che, per motivi in parte imponderabili, hanno saputo comprendere coloro che oggi sono qui con lei a contemplare questo osceno e tragico scempio dell'umana ragione... Quale maestosa potenza di persuasione (e, bisogna riconoscere, AUTOpersuasione) ha la menzogna ripetuta all'infinito, applicata alla rinunciataria (o peggio ancora, presuntuosa) superficialità quale modus costitutivo di rapportarsi all'esistenza!

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  54. Paukenmesse

    (Alessandra/Cassandra da Firenze. F.J. Haydn, "Missa in Tempore Belli" conduce Sir Neville Marriner. Così per dire, io sono solo un counselor che lavora con grandi e piccini e altri animali (precaria eh, per l'amor di Dio, non sia mai), mi ripeto, ma ho sempre un piano B, se non anche quello C e così quando canto. Ευχαριστώ)

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  55. Allucinanti queste ultime ore. Siamo nelle mani del IV Reich, comprese le sue rappresaglie (perché de te fabula narratur)

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  56. Last call for Tsipras
    Esci, santiddio!

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  57. Leggo questo post del 2012, e i relativi commenti di Quarantotto. Tre anni dopo, ci siamo arrivati, pare.

    "Sia lo addictus che il nexus conservavano la libertà e la cittadinanza, ma subivano le limitazioni di capacità conseguenti al loro particolare stato di dipendenza del creditore."

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  58. Quando toccherà a noi, ci chiederanno il Colosseo e le Cappelle Medicee? Per fortuna la Cappella Sistina è del Vaticano.

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    1. Con questo difattismo vi tireranno giù anche le mutande, senza chiedere, I'm sorry.

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  59. Letto poco fa su Rai Televideo " Il Fondo monetario internazionale ha messo in campo la possibilità che per svolgere i negoziati sugli aiuti in Grecia si instauri un governo tecnico ad Atene. Lo scrive la Bild di domani citando fonti vicine alle trattative. Il Fmi chiede garanzie sul fatto che le riforme annunciate vengano davvero realizzate. Dell'esecutivo ellenico dovrebbero far parte anche ministri che non provengono da un partito. "Non crediamo che Syriza possa fare le riforme,non abbiamo fiducia in loro" - ha detto un esponente del Fmi alla Bild."
    Questa si che è democrazia....

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    1. Soprattutto : chi glielo fa fare di lavorare con gente in cui non ripongono la minima fiducia?

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  60. C'é un certo profumo di Monaco 29 al 30 settembre 1938...

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  61. Euro: una moneta unica e, si spera, inimitabile.

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  62. Renziano: "Bisogna stare dentro al gioco e cambiarlo. Se usciamo fuori non contiamo più nulla. Siamo tagliati fuori da tutto."
    Lobotomizzati...

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    1. Le piccole frasi che non vogliono dire un cazzo, sedimenti di decenni di cultura politichese che non funziona e giustifica i più gravi atti di ignavia politica.

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  63. Ah, dimenticavo, anche: "Avanti con l'integrazione europea. Più Europa!"
    Li fanno con lo stampino...

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  64. Governo tecnico o alba dorata. L'FMI fa pressing affinché si costituisca un fondo in Lussemburgo di 50 miliardi costituito dai beni patrimoniali pubblici greci. Notizia di 10 minuti fa su rai 1. L'eurogruppo continua la riunione. Mi chiedo se nel memorandum, in fondo, scritto in piccolopiccolo, sia prevista l'introduzione dello ius prime noctis.

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  65. E in questa penosa vicenda greca, perfetta fotografia di un Europa che non c'è voglio ricordare la sinistra che non c'è.....l'entusiasta Vendola aveva appena lanciato l'idea di un nuovo soggetto politico (espressione del nulla come il precedente) che ha (megio dire aveva) tra gli esempi da seguire, un faro direi, niente poco di meno che il nostro Tsipras. Chi glielo dice a Vendola che il faro è durato poco, è già spento? Un appello a queste persone, ritiratevi a vita privata per sempre, non avete niente da dare al Paese, agli elettori, alla politica....se non vi seppellite da soli ci penseranno gli elettori.

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  66. Scenari di Grexin
    https://www.youtube.com/watch?v=dP9Wp6QVbsk

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  67. Ho l'impressione che l'accordo sulla Grecia annunciato poco fa sia l'equivalente della resa di Famagosta nell'Agosto del 1571.

    Ovviamente Tsipras non e' marcantonio Bragadin (anche se rischia anche lui di fare una fine orribile).

    Marcantonio Bragadin (Comandante civile e militare della Serenissima, martirizzato ma mai beatificato, perche' la Serenissima non andava troppo d'accordo col Papa) accetto' la resa solo perche' pressato dalle richieste in tal senso della popolazione affamata e timorosa di fare la stessa fine di quella di Nicosia (dove ventimila persone vennero sterminate coi metodi piu' orrendi), mentre Tsipras ha accettato la resa nonostante la richiesta della popolazione di non arrendersi.

    http://www.storiainrete.com/3316/rinascimento/martirio-marcantonio-bragadin/

    Speriamo che stavolta la 'Lepanto' prossima ventura dei Paesi periferici porti risultati piu' duraturi.

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  68. Ubi solitudine faciunt €uropa appellant


    Si ergerà al fine un puer apuliae che, novello Catone, al grido di "Bevlino delenda eft" ci porterà finalmente nell'Eden del latte, del miele e della trippa in salsa greca. Prosit XD

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  69. l nazismo nel codice genetico dei tedeschi è emerso quanto mai.
    lo diceva la buonanima del mi babbo, che i nazi li ha combattuti per davvero, che per quel popolo il nazismo non è mai iniziato né finito, perché ce l'hanno nel sangue.

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  70. nel gioco dell'oca ora a chi tocca ? spagna portogallo italia ? in spagna ci saranno le elezioni e penso non possano far stringere troppo , portogallo che assicura 10 anni senza imposte per i pensionati che si trasferiscono dell'estero , poco da prendere li . L'itaia è in una buona posizione , ancora parecchio da prendere , governo superstabile e lo spauracchio di quello che la Grecia ha avuto , ma quando finirà sto incubo ?

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  71. ma l'unico che non pensa a come passerà alla storia è Trippas?

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  72. Dichiarazioni di poco fa Fonte Televideo RAI
    "Abbiamo lottato duro,è stata una lunga notte a Bruxelles", ora "lo faremo in Grecia" contro gli interessi consolidati,aggiunge Tsipras,spiegando che Atene attuerà riforme radicali per spazzare le vecchie oligarchie.Il peso dei sacrifici -dice-ricadrà su coloro che non hanno pagato durante la crisi
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    Che triste epilogo.
    C'è da sperare che i greci siano più intelligenti di questo individuo, facendo perlomeno saltare il governo.
    A questo punto è evidente che i greci non hanno più opzioni politiche disponibili, un po' come noi. La tragedia incombe e si avvicina.

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  73. Mia sintesi. Due fatti positivi.
    Uno: il sogno europeo è finito per sempre. D'ora in poi, chi vuole la UE la vuole così; chi non la vuole così, non vuole la UE.
    Due: d'ora in poi, i dirigenti di qualsiasi Stato si trovi in conflitto con le scelte UE non possono non sapere che mettono in gioco la DIGNITA' del loro popolo e della loro nazione.

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