martedì 7 luglio 2015

No way!

Uga: "Guido dice che devi riparare la griglia".

Io: "Ha ragione. Sono due anni che non facciamo un barbecue. Ma la colpa è di questo porco lavoro. E non finirà tanto presto...".

Uga: "Perché?"

Io: "Perché se le cose non vanno come dico io dovrò continuare a lottare".

Uga: "E se vanno come dici tu?"

Io: "Peggio, perché diventerò molto importante e avrò ancora più lavoro".

Uga: "Ma allora tu non vuoi che le cose vadano come dici tu!?"

Io: "Appunto, ma non importa, perché tanto andranno come dico io anche se non lo voglio".

Uga:










(...verumtamen non sicut ego volo, sed sicut tu...)







31 commenti:

  1. Piccolina... Sai che tanta gente vuole bene al tuo papà? Io per esempio.
    Lo so che vorresti tenerlo tutto per te.
    Anch'io volevo la mia famiglia, i miei amici, la mia fidanzata tutti per me. Immaginavo un futuro molto simile al passato che avevo vissuto crescendo. Vedere spesso i miei genitori, le zie, i nonni. Stare sempre vicino ai miei amici e continuare a crescere con loro. Stare con la ragazza che amo.

    Vedi, prima sapevo che studiando, lavorando, magari facendo qualche anno di sacrifici in giro per l'Italia, avrei ottenuto queste cose. Piano piano invece, anno dopo anno, sono diventate sempre più impossibili.

    Adesso studio e sono vicino alla mia famiglia, ma non ho un lavoro e per trovarlo, per farmi una vita mia, dovrei andare molto lontano. Intanto mi sento un peso morto, per i miei e per la società, e riesco a dimenticarmene solo quando mi roncoglionisco. Ho tante idee creative, ma nessuno può prestarmi i primi soldi per iniziare. I miei amici, le persone migliori che conosco, sono via e soffrono per il superlavoro, lo stress...certi si sono buttati su uno studio o un lavoro competitivo e superspecialistico, hanno tempo solo per quello e in qualche modo questo li ha cambiati. Altri, sempre intelligenti e istruiti, si danno alle droghe, magari facendo i braccianti in Europa. Ho paura per loro. Ho una bellissima ragazza di cui sono innamorato, ma se io o lei troviamo una possibilità di lavoro lontano, dovremo fare una scelta obbligata.
    Tuo papà sta lavorando per proteggerti da questo.
    Le "scelte" OBBLIGATE.
    Questo mi ha fatto capire il tuo papà. Sapevo che il mondo non era giusto, e sapevo perché. Sai cosa non sapevo? Che c'è un'alternativa praticabile. Mi avevano fatto credere che puoi avere O la libertà O l'uguaglianza. Ma se le scelte sono finte, se ognuno non ha sufficiente potere da avere una vera alternativa... Non è libero. E se uno non è libero come ciascun suo simile, non c'è nemmeno uguaglianza. Le due cose vanno insieme.
    E adesso sappiamo anche come, grazie ad un professore (tuo papà) che ha unito tante persone usando la cultura (e il fatto che scrive bene).

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    1. Si apra il dibattito sul libero arbitrio:

      Il cielo i nostri movimenti inizia...

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    2. @elu ei
      Per quanto mi riguarda non c’è nulla di non condivisibile nella analisi che fai in merito alla situazione in cui ci troviamo ed in merito alla figura ed alla funzione di Alberto (Santo subito, dopo!)
      .
      Altrettanto ho il sospetto che ad Uga non glie ne freghi un beato cifolo di niente! Da che mondo è mondo, essere il figlio di Guglielmo Tell è sempre stato un mestiere di merda. Punto!

      Forza Uga (e pure ar Palla) , che i figli diventan grandi nonostante i genitori!

      “Sunt el fieu del Guglielmo Tell, che l’era un grand’ om, però de me i gent i se recorden gnanca il nom, e pensà che seri me, el fieu c’un la poma in su la crapa, e pudevi mia tremà, e pregavi, sperem che la ciapa…”

      P.s. Per i diversamente Settentrionali: “Sono il figlio di Guglielmo Tell che era un grand’uomo, però di me la gente non si ricorda neanche il nome, e pensare che ero io il bambino con la mela sulla testa, e non potevo nemmeno tremare, e pregavo speriamo che la prenda…”

      Lo so, lo so che Van de Sfross puzza di piddino lontano un chilometro (così come De Andrè, per non parlare del gran visir di tutti i cantautori piddini, De Gregori etc. etc.). So what (Esticazzi)? Quando ogni tanto, si certo per sbaglio, con la loro arroganza di Etarcos di merda e gna e gna e gna…, ci azzeccano, be’ ci azzeccano! E se dà fastidio, dovevano pensarci gli altri quelli giusti bravi e buoni, di patente alla bisogna muniti, a comporre la cosa giusta al posto loro: non l’hanno fatto? Peggio per loro! Del resto noi qui sappiamo bene che uscire dall’Euro è giusto, anche se lo dice Salvini!

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    3. semplicemente non c'è quasi mai , se fossimo un computer si potrebbe usare metaforicamente 'un pc con sopra Vista prima uscita' praticamente molti bachi con attorno un casino . Ecco in genere il nostro cervello ragiona così . Quindi checchè se ne dica il vero libero arbitrio non c'è , se ci fosse , ma per esserci dovremmo essere perlomeno al 70% logica e per il resto passione ( giusto per essere vivi ) tenderemmo solo alla ricerca dello stare meglio , ma a quel punto , moriremmo

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    4. "....non dico tutti, ma, posto ch’i’ ’l dica,
      lume v'è dato a bene e a malizia, 75

      e libero voler; che, se fatica
      ne le prime battaglie col ciel dura,
      poi vince tutto, se ben si notrica. 78

      A maggior forza e a miglior natura
      liberi soggiacete; e quella cria
      la mente in voi, che ’l ciel non ha in sua cura. 81

      Però, se ’l mondo presente disvia,
      in voi è la cagione, in voi si cheggia;
      e io te ne sarò or vera spia. 84

      Esce di mano a lui che la vagheggia
      prima che sia, a guisa di fanciulla
      che piangendo e ridendo pargoleggia, 87

      l’anima semplicetta che sa nulla,
      salvo che, mossa da lieto fattore,
      volontier torna a ciò che la trastulla. 90

      Di picciol bene in pria sente sapore;
      quivi s’inganna, e dietro ad esso corre,
      se guida o fren non torce suo amore. 93

      Onde convenne legge per fren porre;
      convenne rege aver, che discernesse
      de la vera cittade almen la torre. 96

      Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?
      Nullo, però che 'l pastor che procede,
      rugumar può, ma non ha l'unghie fesse; 99

      per che la gente, che sua guida vede
      pur a quel ben fedire ond’ella è ghiotta,
      di quel si pasce, e più oltre non chiede. 102

      Ben puoi veder che la mala condotta
      è la cagion che ’l mondo ha fatto reo,
      e non natura che ’n voi sia corrotta. 105 [...]"

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    5. "...Mi ha sempre meravigliato che si condannassero con grande leggerezza d’animo i malfattori in un mondo newtoniano. Il mondo, fino al XX secolo, è stato il luogo del determinismo scientifico. Ogni particella dell’universo si muoveva nell’unico modo in cui potesse farlo, date le sue interazioni passate. Nessun moto, nessuna reazione chimica e, data l’impossibilità di stabilire un confine tra questa e quelle, nessuna attività biologica conteneva un principio di “indipendenza”. Solo postulando un anima esterna al mondo fisico, ma inconcepibilmente non estranea ad esso, si poteva render conto della responsabilità di azione degli individui. Quindi, in termini brutali, si condannava un individuo sulla base della convinzione metafisica dell’esistenza di un’anima, mentre la scienza affermava che, a meno di questa ipotesi assolutamente ingiustificata, egli non avrebbe potuto agire in modo diverso da quanto aveva fatto.
      Oggi, al contrario, l’anima non è più così universalmente accettata come principio informatore immateriale, ma a trattenere il "colpevole" legato alle sue azioni rimane l’indizio scientifico che l’universo non sia “deterministico”. Questo non significa necessariamente che esista una determinazione volontaria degli eventi, ma almeno che il futuro non è completamente stabilito a priori. Vi è la possibilità che “qualcosa” intervenga a determinarlo. Direi, però, che la famosa massima di diritto romano “in dubio pro reo” sia stata sempre disattesa.
      È interessante, questo fatto. Ci riteniamo assolutamente responsabili delle nostre azioni sebbene la ragione (scienza) ci dica che è più probabile sia vero l’opposto… non sembra strano?..."

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    6. De Andrè puzza di piddino? Ma il figlio, dici? Il padre, oddio, non saprei.

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    7. Suae quisque faber est fortunae.

      E non è danese, vero Alberto?

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    8. A glossa di Martinet, permettetemi de fa' er panegirico all'autore dell'aforisma, Appio Claudio Cieco, che non si limitò solo ad enunciare questa bella verità (e a spaccare il c**o ai sanniti, lui sa perché ecc.).
      La poté pensare proprio per il suo essere la giunzione ideale fra Roma e Magna Grecia, fra Bellona e il pitagorismo, fra due culture che proprio lui unì col pensiero (sdoganando la filosofia greca fra i latini), con la religione, (unendo i pantheon) e con le infrastrutture (la via Appia).
      Non solo: si adoperò per renderla vera, questa frase, con riforme sociali e politiche incredibilmente inclusive verso la plebe e i liberti.
      Insomma una sentenza che, con le dovute cautele, è attualissima.
      Invece Dante ha detto tutto quello che c'era da dire, bastano quelle poche terzine, è perfetto.
      SE c'è il nutricamento, c'è anche la responsabilità personale: ecco perché la scuola pubblica DEVE essere alla base di qualsiasi vero progressismo.
      P.s. un abbraccio a Mario "Lu massone" De Marco e Gigi "Catina" Guerrieri, professori che negli USA pagherebbero a peso d'oro e invece qui sono gratis, e che secondo me ci leggono. E al nostro, ça va sans dire.

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  2. Ma... Uga si stropicciava gli occhi perché era stanca... vero?

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  3. Un mortale, sapendo già come andranno le cose in ogni caso, si concederebbe una grigliata. Ma sarebbe solo un mortale. La vita dei figli degli immortali spesso è dura, religione e miti sono concordi. Un in bocca al lupo, con affetto.

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  4. Forse la piccola quando sarà grande ricorderà qualche barbecue in meno, ma avrà altro di cui andare fiera.

    Vuol sapere cosa ricordo io di mio papà? Non i barbecue certamente. Lui che suona il suo piano.

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  5. che bello, un sorriso spontaneo di prima mattina.
    grazie prof.

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  6. Un po' come Cassandra, alla quale, nonostante prevedesse il futuro, gli antenati dei moderni piddini si ostinavano a non voler credere.

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  7. E' tenerissima...capisco la frustrazione di avere un papà tanto impegnato. E i figli accusano certe "assenze", inutile negarlo...Ma da grande potrà solo essere orgogliosa e fiera di un papà del genere. La abbracci forte anche da parte mia.

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  8. Comunque andare a mangiare col papà al ristorante è pur sempre una cosa bella, dai. A me la prima volta che ho avuto l'onore ero all'Università e il principe Nicola guardava l'orologio circa ogni due minuti. (Guido la griglia non può ripararla lui? O è come la mia simpatica figlia grande, che siamo tornati dal mare e il frigorifero sembrava una suggestiva foresta primordiale, festonata di muffe e licheni, con un mezzo barattolo di maionese stagionato e ormai trasformato in un'efficace arma batteriologica... e questa dovrebbe diventare un medico, signore aiutaci).

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  9. Povera stella! La figlia della sfinge...

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  10. Gesto disarmato di una ragazzina di fronte alle insanabili e continue e incomprensibili contraddizioni dei "grandi".

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  11. E gnamo forza brutti polentoni. Il mio papà oppure mio padre. Il tuo papà oppure tuo padre. Tuo papà no. Mio papà no.

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    1. Omettiamo l'articolo determinativo perché lo usiamo per il nome proprio del papà: IL Luigi è mio papà. ;-))) Ciao bel fioeu!

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    2. Col papà sì, però, giusto? Minchia, che raffinati siamo su Goofynomics, comunque... ;-)

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    3. Ometto il commento di Marco S.; ebbene sì, come Alberto vi divide tra chi usa gli accenti bene e chi no, anch'io autoritariamente vi divido. Non è raffinatezza, certamente neanche lui si definirebbe raffinato. Più che altro abbandono del rutilante e rovinoso buonismo veltroniano e dei sentimenti di democrazia, stanchi ed inutili. Uno dei migliori post di questo blog era un post di "italiano" e il discorso non è lo so / non lo so, ma: dove le hai fatte le elementari?

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    4. Mi ricordi in maniera preoccupante un'altra persona (che è, spuntano anche questi dalle pareti?). Non prendertela, scherzo naturalmente (ma se sei come quell'altro invece te la prenderai). Salutami tua mamma, sai che mi ricordo quasi un corpo a corpo tra me e la mia indimenticata prof di lettere delle medie, che non riusciva a farmi entrare in testa quanto hai appena ricordato? Una volta mi avvertì che se avessi scritto un'ulteriore volta "mia mamma" mi avrebbe dato quattro nel tema (un'onta, per me, che i miei temi venivano letti ad alta voce in classe). Perdonami, aquilano (bel nick), ma una ex prima della classe resta odiosa per tutta la vita, eh, purtroppo... ;-)

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    5. E ci dica, lui dove le ha fatte le elementari? (Lui nel senso di lei di sesso maschile)

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    6. Marco, ormai mi sento talmente in sintonia con te che quasi quasi ti proporrei di arruolarti nel KPO... ;-) (Sarà l'effetto Gadda, specie sul punto Carnaroli)

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    7. La ringrazZio. Ovviamente potrei accettare solo col ruolo di delatore.

      Sul Carnaroli sopravvoliamo, il guru in materia di cucina è tollerante come un imam sciita… anche se sono sicuro che pensi che i verzitt nella ricetta della cassoeula siano dei vegetali ;-)

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    8. Felice di avervi... sintonizzato. Non capisco il riferimento di Nat; comunque senza offesa credo fosse poco interessante e io peraltro non ho tempo per la suscettibilità. Comunque mi toglierò la curiosità la prossima volta che incontrerò vostre mamme.

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    9. Nonononono, Marco! I guru sanno tutto, per definizione. Il prof ha sicuramente una linea anche sulla corretta proporzione tra verzitt, costine e cotiche... capace di farci un grafico con l'erre quadro o qualche altra diavoleria ;-) Ma non parliamo di cassoeula che fa già abbastanza caldo...

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    10. Tranquillo, aquilano, il riferimento non potevi ovviamente capirlo (noi donne si sa che amiamo fare le misteriose) e in effetti non rivestiva alcun interesse particolare; in sintonia con Marco, ma non certo contro di te; e ti lodo senza riserve se non hai tempo per essere suscettibile. Comunque la mia prof sosteneva che la versione migliore, più elegante, è "la mamma - il papà". I miei parenti terroni tendono a dire semplicemente "mamma" ("Mamma dice", "mamma fa"). Che poi a Milano impazziamo di articoli ("il Carlo, l'Ambrogio") ormai da milanese (fintissima, visto che in realtà sono un quarto siciliana, un quarto sarda, un quarto emiliana e solo un quarto lombarda) manco me ne accorgo più. E in ogni caso a me le discussioni di questo tipo in realtà piacciono sempre molto.

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  12. Fra l'altro l'articolo determinativo porta molto anche coi cognomi, non solo coi nomi propri.

    Esempio:

    IL Bagnai è proprio una sagoma, pensa che non ci piace il giàzz neanche con questo caldone.

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