sabato 1 settembre 2012

In viaggio con Goofy parte IV

Paulo maiora canamus.

Dopo una settimana vi siete meritati un'altra puntata. L'apparato "analitico" è quello della puntata precedente. Se qualcosa non è chiaro chiedete pure: spero di poter rispondere. Il viaggio è ancora lungo...




Una domanda ce l'ho, sempre funzionale alla dialettica col piddino.
Riguarda l'afflusso di capitali esteri, propinata dai media come una cosa sempre buona e giusta.
Lei risponde con l'esempio del mutuo e l'intervistatore le chiede se è sempre un prestito e fa l'esempio di VAG che apre un impianto in Italia. E lei gli chiede se quel capitale è gratis.
La domanda è: ma se il capitale estero "compra" un terreno, uno stabilimento, manodopera per lavorarci, servizi di contorno, ecc. il "saldo" per il paese in cui si investe è necessariamente negativo, pur considerando che il profitto se ne va all'estero? Non è una forma di "esportazione"?
Il capitale estero è sempre meglio che se ne stia a casa sua? Anche quando l'alternativa è "nessuno stabilimento"?

Roberto


Carissimi,

come vi ho detto, esistono oggi due partiti contro la contabilità nazionale, come li chiama istwine. Uno è quello "de sinistra" (la decrescita), e l'altro è quello "de destra" (i rumorosi d'Amerika). Cosa non voglia capire il partito di sinistra l'ho spiegato diverse volte: l'ultima qua, la prima qua. Non tutti hanno capito, può anche darsi che mi sbagli io, ma sono sicuro che ci sia la buona fede, e se ne potrà riparlare.

Fra le tante cose che non vuole capire il partito "de destra" ce n'è una che pure è lapalissiana e incontestabile: gli investimenti diretti esteri (IDE) in entrata (in sintesi: acquisto di quote di controllo di aziende nazionali o costituzione di nuove aziende sul territorio nazionale da parte di investitori esteri) sono strutturalmente una passività (debbbito) per il paese.

Non lo dico io: è un fatto contabile, ed è un fatto economico, ed è una semplice applicazione di un principio che i liberisti alle vongole a chiacchiere condividono (non ci sono free lunch), ma dal quale evidentemente non sanno trarre le conseguenze.

Partiamo dal fatto contabile.

Il manuale della bilancia dei pagamenti, sesta edizione, nel capitolo 6, box 6.4, chiarisce che gli investimenti diretti esteri in entrata sono una passività per il paese (se classificati secondo il criterio asset/liability, che è quello che garantisce la coerenza con gli altri conti esteri del paese). Va da sé che la questione tecnicamente è intricata, per il semplice motivo che è difficile in molti casi capire chi è il proprietario di cosa. Una discussione appassionante, ma che ci porterebbe lontano: il principio però è chiaro.

Punto.

Poi c'è il fatto economico: evidentemente voi pensate che il capitale estero sia regalato. Mi dispiace, è un bel sogno, ma ora dovete svegliarvi, fare un caffè, e capire che non è così. Nessuno dà qualcosa per niente. Il fatto che un imprenditore estero apra una fabbrica in Italia per l'Italia è un debito, analogo, ad esempio, al collocamento da parte di un imprenditore italiano di un'obbligazione sul mercato estero. In entrambi i casi entra in Italia un capitale che deve essere remunerato. Il che significa, tra l'altro, che dall'Italia uscirà valuta, cioè che il saldo delle sue partite correnti peggiorerà. Va da sé che se l'impresa di proprietà estera esporta, le partite correnti registreranno col segno più questa esportazione. Ma ci sarà anche un segno meno quando il capitale estero verrà remunerato.

Ma è proprio così difficile?

Solo che: se viene acquistata un'impresa italiana da un imprenditore estero, la remunerazione generalmente è fatta di profitti rimpatriati all'estero, ed è in genere piuttosto salata. Se invece vengono presi soldi in prestito all'estero da un imprenditore italiano, la remunerazione è fatta di interessi versati all'estero, e può essere meno salata. Ma non vi ricordate come fanno US e UK? E non vi ricordate come è andata all'Irlanda, che pensava di essere tanto furba?

Incredibile.

Questa cosa non vi entra in testa.

Eppure è semplice: ogni afflusso di capitale è un debito, che ha un costo, anche quando non presupponga la restituzione del capitale.

Dopo di che, chi capisce questo, salta subito alla conclusione sbagliata: "Allora dici che non si deve fare, dici che gli IDE sono tutti cattivi, sei contro gli imprenditori stranieri...".

Dio che pazienza, ma siete veramente de coccio o fate finta?

Nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!

Non dico che tutti gli IDE in entrata sono "cattivi", che dobbiamo fare la grande muraglia contro gli stranieri. Sarebbe stupido (grazie per ritenermi stupido: ricambio ritenendovi de coccio).

Dico che tutti gli IDE in entrata sono debiti (perché sarebbe stupido e da ignoranti della bilancia dei pagamenti non ammetterlo), e che quindi, come per ogni debito, occorre valutarne l'opportunità.

Naturalmente i fessi che dicono che i debiti sono sempre un problema, sono anche quelli che dicono che gli IDE in entrata non sono mai un problema. Ma se uno è fesso è fesso, io che ci posso fare?

Una cosa posso farla: un esempio

In un momento come questo, nel quale l'Italia ha un problema di debito estero, proporre come soluzione della nostra crisi la vendita a imprenditori esteri di aziende italiane (private o pubbliche), è se non criminoso, quanto meno indice di una certa "disattenzione" verso i principi della contabilità.

Quei principi che in Italia sono strenuamente combattuti da due partiti: uno "de destra" e uno "de sinistra".

Spero che adesso sia chiaro, perché più chiaro di così non so spiegarlo.


79 commenti:

  1. Il Tam..Tam...della rete

    Le vere cause del debito pubblico italiano

    http://keynesblog.com/2012/08/31/le-vere-cause-del-debito-pubblico-italiano/

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    1. Ma ce lo siamo detti miliardi di volte, scusa!

      Tra l'altro, visto che usi un grafico tratto dal mio blog, sarei grato se venisse citata la fonte. Perché sai, c'è un problemino: la tesi di dottorato sul debito pubblico l'ho fatta io, non te né quell'altro, e i dati dal 1960 a oggi ce li ho io (e li sto usando per il libro).

      Oh, come al solito, non è per rivendicare originalità: che il problema nasca con il divorzio, necessaria conseguenza dell'adesione allo Sme (come dice Andreatta), è ampiamente riconosciuto nei libri di testo come Acocella, e del resto lo riconosceva lo stesso Andreatta. Non mi sembra quindi materia da scoop giornalistico: sono cose che qui ci siamo detti in lungo e in largo.

      Solo per rivendicare correttezza.

      Finché lo fa Wikipedia, di copiare roba mia (il grafico) senza citarmi, va anche bene. Ma da un amico mi aspetto un altro comportamento, no? Comunque, l'importante è che la gente capisca, sono d'accordo. Ma perché capisca bene bisogna che la spiegazione sia completa. E quella la troverete fra un po' in libreria! ;)

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    2. @Ale

      'sti piddini so' incurabbbbili!

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    3. Chiedigli dove ha preso i dati per gli anni '60, e poi si ride...

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    4. Grazie Ale :-)

      Prof io ho solo segnalato un post (come dire la rete fa girare le idee) appunto "ce lo siamo detti miliardi di volte".

      PS: Quando esce il libro?

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    5. Buongiorno Professore,
      quando fa ho iniziato a leggere il suo blog avevo idee differenti su IDE e capitali esteri. La sua chiarezza mi ha fatto cambiare idea. In fondo è facile da comprendere che una famiglia non è nei guai se il marito è indebitato con la moglie ma se la famiglia è indebitata con il panettiere.
      Vorrei porle alcune domande per chiarire alcuni punti a me oscuri.
      1) In base al principio di Goofy, se un IDE comporta una passività e un debito per il paese che lo riceve, esso comporta una attività/credito per il paese che lo fa, per il quale è quindi positivo, almeno in linea di massima. Perché allora, negli anni '70, un italiano che voleva investire all'estero doveva effettuare un deposito infruttifero al 50 % presso la Banca d'Italia in modo da rendergli l'investimento all'estero praticamente impossibile a meno di una redditività altissima? Ci siamo suicidati oppure ci sono altre cose che non ho considerato?
      2) Esistono alcuni paesi al mondo (Qatar e Emirati, giusto per esempio) esportatori di petrolio e gas e scarsamente popolati che si troveranno sempre con un eccesso di capitali, almeno finché durano petrolio e gas, che non sapranno come impiegare a casa propria o per importazioni. E' palese che questi capitali alla fine prendano la strada degli IDE visto che non possono stare a comprare rubinetti d'oro all'infinito. Ciò quindi determina quindi uno squilibrio. Come si può ovviare a ciò?
      3) Lei afferma correttamente che lo squilibrio dell'Italia è nato per la diversa dinamica inflazionistica dell’Italia rispetto agli altri paesi europei, in particolare del Nord. Avere un'inflazione più alta non è cosa che imposta dal medico o da qualche entità collocata nell'alto dei cieli. Essa è il frutto di precise scelte fatte sia dal settore pubblico che da quello privato.
      Lei, per esempio, porta i dati che dimostrano come la Germania abbia deflazionato i salari. Immagino si riferisca ai salari lordi inclusi i contributi previdenziali essendo questi quelli importanti dal punto di vista delle imprese per stabilire il costo dei prodotti e quindi essere più o meno competitive. I salri lordi possono salire o scendere con dinamiche differenti rispetto a quelli netti che sono quelli importanti per i lavoratori.
      Solo per esempio se domani mattina il governo italiano decidesse di ridurre del 10 % l'ammontare del totale delle pensioni erogate (dovrebbe essere circa l'1.5 % del PIL) riducendo di un ammontare analogo i contributi previdenziali versati da imprese e lavoratori, ciò comporterebbe sia una riduzione del costo del lavoro ma anche un aumento dei salari netti, o sbaglio qualcosa? Ciò non renderebbe più competitive le nostre imprese portando a un miglioramento dei saldi con l'estero?
      Non pensa quindi che, considerando che è difficilmente negabile che le pensioni che sono pagate in Italia sono esageratamente alte rispetto al livello dei contributi versati a suo tempo dagli attuali pensionati, che intervenire dando una sforbiciata alle pensioni per ridurre il carico dei contributi previdenziali e quindi il costo del lavoro possa essere una buona strada per recuperare competitivita?
      Casi eclatanti come quello di Amato o dei baby-pensionati stanno lì a dimostrarlo ma poi ci sono milioni di piccoli Amato che magari percepiscono 3000 euro al mese e non hanno mai pagato contributi adeguati; mia madre, finché è stata in vita era uno di questi casi per non dire che guardo solo a casa degli altri.
      Senza fare macelleria sociale si protrebbero lasciare inalterate le pensioni, cumulando i vari trattamenti, fino a una certa cifra (magari 2000 euro al mese,ma non sono io in grado di dirlo) ed imporre un contributo crescente per la parte eccedente basandosi sul ricalcolo con il metodo attuale anche per evitare discriminazioni tra chi è andato in pensione con il vecchio sistema e chi ci andrà col nuovo.
      Che ne pensa?
      Nel medio il miglioramento dei conti libererebbe risorse, ad esempio riduzione degli interessi, che potrebbero poi essere almeno in parte restituite.

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    6. Vincenzo, perdonami, ma sto scrivendo un libro, quindi non posso leggermi il libro che hai scritto.

      Sul punto (1), negli anni '70 c'erano i controlli sui movimenti di capitali, il che significava che noi non mandavamo risparmio all'estero, ma non avevamo nemmeno bisogno del risparmio estero. Perché oggi invece abbiamo tanto bisogno che dall'estero comprino le nostre aziende?

      Ah, sì, scusa, dimenticavo: castacoruzzzzzionebrutto...

      Sul punto (2): il "global saving glut" determinato dalle evvedenze dei paesi petroliferi e emergenti vari non necessariamente prende la strada di IDE. Per esempio, molto va a finanziare gli Stati Uniti. Non è una cosa che mi piaccia molto, per le implicazioni che ha, e non sono il solo a pensarla così, come ho spiegato in Crisi finanziaria e governo dell'economia.

      Trovo molto interessante la tua ipotesi che si possano continuare a pagare le pensioni riducendo i contributi. Suona un po' come un free lunch. Mi sa che cos'è successo in Germania non lo sai bene. Sei mica un trollino? Perché qui chi voleva capire ha capito. Io però sono apertissimo al dialogo, la cosa è nota... Del resto, di pensioni, te lo confesso, so poco. Preferisco non saperne nulla, per non preoccuparmi.

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  2. Una domanda ce l'ho, sempre funzionale alla dialettica col piddino.
    Riguarda l'afflusso di capitali esteri, propinata dai media come una cosa sempre buona e giusta.
    Lei risponde con l'esempio del mutuo e l'intervistatore le chiede se è sempre un prestito e fa l'esempio di VAG che apre un impianto in Italia. E lei gli chiede se quel capitale è gratis.
    La domanda è: ma se il capitale estero "compra" un terreno, uno stabilimento, manodopera per lavorarci, servizi di contorno, ecc. il "saldo" per il paese in cui si investe è necessariamente negativo, pur considerando che il profitto se ne va all'estero? Non è una forma di "esportazione"?
    Il capitale estero è sempre meglio che se ne stia a casa sua? Anche quando l'alternativa è "nessuno stabilimento"?

    Grazie

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  3. Outlet italia

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1IRLGR

    notare la confusivita' dell' articolo...

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    1. ma infatti secondo me l'articolo è ^volutamente^ confusivo... segnale pero' l'aumento impressionante degli ide nonostante l'economia italiana non vada bene...e anche se i dati non sono scorparati si parla di acquisti da parte di ^francia^ e ^germania^...quindi perfettamente compatibile con il discorso di alberto fin dall'inizio del blog...(e sono dati del 2011!)
      aumentano in modo anomale gli ide e diminuiscono drasticamente gli investimenti per nuove attivita'...
      (solo che l'articolo ^cucina^ la cosa come se fosse quasi
      buona...)

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  4. Salve a tutti, ho una domanda OT rispetto al post ma IT rispetto al blog.
    Premessa:
    La Germania non è felice che la BCE compri titoli di stato per ridurre gli spread perchè c'è il rischio di aumentare l'inflazione e se aumenta l'inflazione si svalutano i debiti, e siccome la Germania è creditrice netta ha interesse a riavere i soldi con il massimo valore possibile.
    Per questa ragione la Germania si è opposta allo scudo anti Spread automatico. E però ha dato l'ok allo scudo anti spread condizionato al memorandum di "riforme".
    Ora la mia domanda è:
    Che cosa ci guadagna la Germania dall'implementazione di queste "rifome"? E' solo una questione di "principi etici" (sono contenti che si facciano riforme "virtuose" perchè amano la virtù) oppure concretamente queste riforme si traducono in un qualche tipo di guadagno? Si può quantificare questo guadagno?

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    1. Capisco poco di economia, però capisco che se porto il mio vicino di casa alla fame ho più opportunità di portargli via l'appartamento per quattro citti, (i centesimi dei miei nonni), o sbaglio?

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    2. Non è cosa ci guadagna la Germania, è cosa ci guadagna la classe dominante di ovunque: precarizzazione, svendite e privatizzazioni, distruzione progressiva dei sindacati (ancora di più), distruzione del welfare ecc. Dire "cosa ci guadagna la Germania" tende ad essere secondo me ingenuo, ci guadagnano tutti i grandi capitalisti, perché così si chiamano, poi si possono anche fare nomi e cognomi di chi è a capo di cosa, ma questo è.

      Se poi vuoi quantificare il guadagno ad esempio puoi andare a vedere la storia delle privatizzazioni italiane, o puoi vedere di quanto è cresciuta la quota profitti su PIL rispetto alla quota salari su PIL in tutta Europa negli ultimi dieci/vent'anni. Ma di per sé non è difficile capire chi ci guadagna, non i lavoratori, non i piccoli imprenditori, non i pensionati.

      Certo, è molto vago capisco, però poi dipende da quali riforme. è un processo che va avanti da tempo, non è una questione solo di riforme dell'ultim'ora.

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    3. Sai dove posso trovare I dati su quote salari e profitti?

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    4. Marco, sei strano, lo abbiamo spiegato miliardi di volte, a partire dal post de "mi cuggino": non è poi così difficile, è come dice Gianni. Semplicemente, si tratta di mettere in ginocchio gli avversari.

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    5. Prof io l'ho capito, ma spiegandolo ai piddini vengo bollato come brutto comunista. Pensavo, da ignorante, che ci fossero banche dati sulle quote del PIL (sono col cellulare e non posso vedere I post passati)

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  5. Bagnai, la ringrazio per la risposta.
    Ci mancherebbe che la ritenessi stupido. Ritengo lei geniale, ma non tanto per l'economia (con un solo esame di macroeconomia sostenuto 20 anni fa non sono in grado di giudicarlo), ma per come la racconta.
    Comprenda l'intenzione del mio intervento.

    La battaglia purtroppo non è solo di contenuti, è anche di comunicazione.

    - è chiarissimo che gli afflussi di capitale estero utilizzato per comprare beni di consumo (peggio mi sento se di importazione) generano o aumentano il deficit delle partite correnti
    - ancora più chiaro che nella situazione attuale è da folli proporre la vendita a imprenditori esteri di aziende italiane, pubbliche e private. Sui forum faccio discussioni animatissime con chi dice: meglio che vendiamo tutto ai tedeschi, che sono più capaci e non sono "coròtti"

    Mi conceda che dal video, complice l'incalzare delle interruzioni del suo interlocutore, qualche pezzo di quello che ha ribadito qui si è perso e si rischia di comprendere "che tutti gli IDE in entrata sono "cattivi",che dobbiamo fare la grande muraglia contro gli stranieri", tout court

    Non tutti quelli che vanno su youtube poi vengono qui a leggere tutto quello che lei scrive.

    Però se sono solo io ad aver avuto questa percezione, tanto meglio

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  6. @Roberto che scrive "Mi conceda che dal video, complice l'incalzare delle interruzioni del suo interlocutore, qualche pezzo di quello che ha ribadito qui si è perso".

    Sono l'interlocutore che "interrompe". Lei ha ragione, in questo clip ho interrotto troppo, ma la prego di considerare un'attenuante: l'intervista durava già da un'ora, e la mia concentrazione cominciava a vacillare. Alberto è come Roy Batty (ha visto cose che noi umani...), io sono umano come Rick Deckard, che resta appeso nel vuoto, e...
    http://it.wikipedia.org/wiki/Blade_Runner)

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    1. @Ecodellarete, non volevo essere inquisitorio verso di lei, era solo un'osservazione limitata a quello scambio.
      Anzi apprezzo moltissimo tutti gli sforzi che state facendo. "In viaggio con Goofy" è un meraviglioso esempio di divulgazione economica.

      Io nel mio piccolissimo è un po' che discuto con gente che ripete le boiate dell'informazione di massa. Hanno raccontato tante balle, e purtroppo le hanno raccontate bene. Adesso è durissima scardinare gli strati di scemenze ormai calcificati.
      Prima dovevo ricercare con fatica molti elementi che mi mancavano. Non faccio l'economista, mi basavo solo su intuizioni dettate dal buon senso. Da quando ho conosciuto Goofynomics uso i video, i post e i grafici di Bagnai (e quei pochi che ricostruisco io) come un martello pneumatico. Sapesse che soddisfazione attendere la boiata che arriva puntuale e sbattergli sotto il naso il dato che dimostra esattamente il contrario.

      E' che qui ci si mette un attimo a essere incasellato come becero protezionista autarchico e... aricomincia daccapo... :)

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    2. Che Rick Deckard fosse umano lo dice lei ;-)

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    3. Vuoi fare la spia alla Tyrell Corporation? Io sono già in fuga con Rachael... :-)

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  7. Pensi che Scacciaquelchesivuole ha risposto a un post sul FQ sostenendo proprio che gli IDE non sarebbero un debito estero...
    Io ho ribattuto, mi spiace di non avere avuto a suo tempo il link che lei ha puntualmente citato qui.
    Ma questo è il livello degli economisti che "informano": troppo occupati a mostrarsi belli e intelligenti per sapere anche le definizioni di base.
    Meglio non calcare troppo la mano però, se no poi vien fuori che sono ingegnere e a quel punto...

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    1. Che poi, credo, sia lo stesso principio di partita doppia che si usa per I bilanci aziendali. Se mi indebito troppo (capitale di terzi nello stato patrimoniale) devo fare i conti con il prospetto reddituale dove i maggiori interessi passivi mi fanno andare in perdita anche con Una buona produzione di beni e servizi.

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    2. Non li possiamo chiamare semplicemente "Passivo"?

      Perché mi rendo conto che chiamare "debito" l'acquisto di un capannone industriale con capitale estero risulta (ogni tanto tocca a tutti) controintuitivo. Perché al concetto di debito è comunemente associata l'idea di restituzione del capitale

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    3. La bdp parla in effetti di liabilities, non di debt. Ma il piddino lo capisce che il passivo va remunerato? Perché il punto non è la restituzione (che poi prende per lo più la forma di cessione del pacchetto azionario), ma il fatto che, come dice Alessandro, i capitali vanno remunerati. Se il piddino capisce questo, allora passivo va bene. Si può anche cercare di spiegargli che gli ide sono azioni, non mattoni e ciminiere. O si può anche non parlarci.

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    4. oltre tutto.. oltre alla questione delle partite correnti, c'è da dire che capitali in Italia significano (tanti, in %) rapporti di potere alterati.
      E quindi processi più rapidi verso una precarizzazione selvaggia, cementificazione ulteriore, privitazzazione dei beni pubblici..
      la famosa estensione del concetto 50-50 contro 100-0

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    5. Dal punto di vista reddituale debito o capitals di rischio o passivo hanno sempre in comune la remunerazione. Se non e' interesse passivo e' dividendo, quindi sempre reddito che non viene utilizzato per autofinanziamento. I piddini simpatizzanti amerikani non Li capisco. Perche' gli piace il concetto del costo opportunita' quando valutano un investimento, ma gli IDE invece non vengono considerati remunerativi.

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  8. A proposito di debiti verso l'estero, in "Oltre l'austerità" pp.75-76, Roberto Ciccone dice: "la sottoscrizione o l’acquisto di titoli [di Stato] da parte di non residenti rientra nella categoria dei cosiddetti ‘movimenti di capitale’, che per loro stessa natura non alterano la posizione del paese nei confronti dell’estero. Per il paese emittente la vendita di titoli a operatori stranieri comporta infatti una corrispondente entrata di valuta estera, che lascia invariato il saldo tra crediti e debiti nei confronti del resto del mondo [...] all’interno del paese, il finanziamento del deficit pubblico mediante la vendita di titoli all’estero equivale ad un finanziamento presso la Banca Centrale e corrispondente emissione di moneta da parte di questa."

    Non c'è qualcosa che non va? I 1.000 dollari che l'americano investe in titoli italiani non sono un'attività sull'estero per gli Stati Uniti alla quale dovrebbe corrispondere una passività sull'estero dell'Italia? E' corretto considerare la banca centrale come residente?

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    1. Non so, ho un orrendo sospetto... Che quadrerebbe con certe lezzzioncine sulla bdp che mi hanno fatto in un certo posto...

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    2. Attività, passività, costi, ricavi. Dove metti i debiti e dove gli interessi passivi?

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    3. Giorgio,

      penso che sia il ragionamento da fotografia, senza guardare al dopo. è come l'esempio su A che ha un deficit commerciale con B, ma non per forza è B ad avergli prestato i soldi.

      O quando hai un acquisto di un titolo del paese C e lo fai passando per una banca del paese B.

      Come diceva Borio (della BIS) in un suo paper, tu teoricamente puoi avere la bilancia commerciale in pareggio o addirittura il conto delle partite correnti in pareggio o possono anche non esserci esportazioni o importazioni, ma puoi avere la produzione finanziata dall'estero interamente. Ciò che accade al tempo t0 lo permette, solo che al tempo t1 avrai una situazione in cui dovrai pagare gli interessi sui prestiti ricevuti e quindi successivamente il conto delle partite correnti presumibilmente andrà in deficit.

      Questo perché il finanziamento della produzione crea due flussi lordi che si compensano nel conto finanziario. Insomma, un conto delle partite correnti in pareggio implica solo che la spesa interna sia uguale alla produzione interna, non che i risparmi interni finanzino gli investimenti interni.



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  9. Buongiorno Professore.
    La ringrazio per l'enorme opera di divulgazione che sta portando avanti; tra le altre cose, grazie a Lei ho scoperto il sito voxeu: finalmente un pò d'aria fresca!
    Tra gli articoli che ho incontrato, però, uno mi ha particolarmente colpito: è di un certo Anders Aslund e siccome parlava di rimanere nell'euro "at any costs" mi ha procurato un pò di nausea ...
    L'articolo si basa su quelli che, a detta dell'autore, sono gli unici precedenti storici di uscita da una moneta unica. Secondo me, senza considerare il primo caso (antico?), esiste un forte elemento distorsivo dovuto ai peculiari sistemi politici presenti in quei paesi...
    Potrei avere un Suo parere? Grazie.
    (Un saluto a tutti i Pippi)

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  10. dimostrato che il problema è il debito privato, mi chiedo se esistono i dati relativi agli utili generati dalle banche nei vari Paesi dell'Euro prededentemente al 2008, nonchè dei bonus elargiti ai loro banchieri, il tutto parametrato al PIL. Ho il fondato sospetto che anche in questa classifica a prima vista positiva si trovino casualmente in testa i soliti PIIGS, a dimostrazione del fatto che gli utili strepitosi delle banche vengono poi inevitabilmente pagati dai cittadini di lì a pochi anni..
    Cordiali saluti

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  11. Voglio premettere al mio commento, o meglio alla mia domanda, che sono un operaio cinquantasettenne, e quindi mi rendo conto che il rischio di scrivere strafalcioni è alquanto incombente su di me. Ma d' altro canto. credo sia a questo che servono blog come il suo, a fare chiarezza in menti annebbiate. Vengo al punto: Lei qualifica come non convenienti gli investimenti esteri in periodi particolari come l' attuale: ma che senso ha in concreto per un cittadino qualificarli come debiti o come crediti? Cioè, se l' investimento produce reddito per i lavorsatori italiani interessati, trasforma materie prime commerciate da italiani, paga tasse ed imposte allo stato italiano, che importa se il plusvalore finisce nelle tasche del signor Hofer piuttosto che in quelle del signor Brambilla ?

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  12. Un piddino ossessionato dall'inflazione e dubbioso sulla svalutazione mi chiede per quale motivo nella crisi precedente del 1972-1976 a fronte di una svalutazione esterna di 1/6 quella interna fu della metà!
    chi mi risponde,se è Bagnai ancora meglio.

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    1. Ti fai dire da quell'espertone come misura la svalutazione esterna e "interna"? I dati che uso io li ho fatti vedere qui. La quota salari nel 1975 raggiunse il suo MASSIMO STORICO (e questo non ve l'ho fatto vedere, lo tengo per il libro e lo pubblico appena ho tempo). Io non capisco cosa cerchi questa gente. Sono due anni che glielo cerco di far capire. Quello che hanno fatto è compatibile con due sole spiegazioni: dabbenaggine o tradimento.

      Resta un problema loro, se lo gestiscano loro, ma non ci scassino parlando di cose che non capiscono! Se sono bravi "politici", facciano marcia indietro senza andare a sbattere. Altrimenti via, a casa! Deve andarci solo chi ha preso la mazzetta sulla fornitura di siringhe? E non chi ha condannato alla morte economica (e talora fisica) un'intera generazione di persone? Non mi sembra congruente.

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    2. basta dire che all'epoca con uno stipendio si poteva vivere decorosamente e ci si poteva comprare o costruire casa..

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  13. Secondo me certe cose non hanno prezzo, è una vita che in italia si svende patrimonio (tanto è pubblico.."di tutti e di nessuno") detto questo da quello che ho capito quando spieghi l' esempio della vw intendi il fatto che comunque gli impianti e il lavoro che fornisce quest'ultima non sono gratis in quanto se per noi vale come posti di lavoro, entrate per le famiglie, per loro significa un opportunità di vendita (tanto più calcolando che la germania ci vive di export) e quindi tutta questa beneficenza non la vedo. Se da domani la stessa vw calcolasse che la piazza italiana gli costa troppo (sia valutando le opportunità che i costi e ricavi) sicuramente non si farebbe tanti problemi nello smantellare tutto.

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  14. Adesso mando una mail alla rai perchè anch'io voglio andare in televisione con il titolo di economista. Si perchè se lo fa Andrea Giurcin come si vede in questo video allora ne ho diritto anch'io. Dott.ssa Brilli, vede come è facile confondere escrementi con la cioccolata? Sorvolo del tutto sull'esponente dell'Idv e sui modi fascisti di intrattenere un dialogo, e penso... ma con questa gente qua che va in tv tutti i giorni a spararla più grossa, consapevolmente o no, cosa dovremmo fare dopo che succederà quello che deve succedere?

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    1. Billi, non Brilli, visto che siamo per l'informazione corretta! Dopo li ascolteremo compunti dire che loro l'avevano sempre detto.

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    2. Chiedo scusa per la storpiatura involontaria.

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    3. Però una logica c'era, perché se confondi uno sconclusionato aggressore con uno che sta solo facendo il suo lavoro... quello almeno potrebbe essere un motivo!

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    4. Ho trovato su twitter questo fantomatico economista laureatosi per corrispondenza, e giocando un po al gatto col topo:
      IO: @AndreaGiuricin ma è vero che la svalutaz. di una moneta del 30% porterebbe ad un increm. dell’inflazione del 30%?
      LUI: @Ominonero Sicuramente esplosione #inflazione. La svalutazione potrebbe essere superiore al 30%
      IO: @AndreaGiuricin mi dici un caso al mondo dove pass through sval-inflaz è stato 1?
      LUI: @Ominonero 1 no...però altissimo rischio di IPERINFLAZIONE... e la #svalutazione sarebbe cmq superiore al 30%
      (Si avete letto bene iperinflazione...)
      IO:@AndreaGiuricin scusa dici che 1 no ma parli di iperinflazione? non ti contraddici un pochino?
      LUI: @Ominonero "continuing rapid increase in the amount of money"
      IO:@AndreaGiuricin quindi se ho capito bene sval. del 30%=iperinflazione. Allora ho rubato il 30 in macroeconomia.

      Dopodiché per giustificarsi, con Claudio Borghi(economista)delle minchiate dette, essendo stato ripreso da quest'ultimo, ha scritto a lui(escludendo me, pensando lo stupido che non avrei letto): "Grazie @byoblu @borghi_claudio hai ragione che ho esagerato con le parole, ma a volte bisogna cambiare vocabolario in funzione del pubblico."
      In funzione del pubblico capite? Questo emerito nessuno pensa di appartenere a una casta ad una elite che quando si esprime(per dire minchiate)utilizza dei termini per la plebe inetta ed ignorante. Ma tralasciando quest'ultimo aspetto penso che personaggi di questo tipo, che si spacciano per economisti dovrebbero stare mooolto lontano da trasmissioni televisive, in special modo se le paghiamo anche noi col canone.

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    5. Confronto a Giurcin anche una frana in economia come me, farebbe la sua bella figura!
      So che questi viscidi diranno che ce lo avevano sempre detto, ma penso che la domanda di Marco fosse: "una volta che usciremo dall'euro, ci sarà qualcuno in grado di guidare l'Italia e di intraprendere una politica economica che ci permetta di riprenderci?"
      Perché se resta questa gente qua, incompetente o alla mercé delle oligarchie, Terzo Mondo lo diventiamo di certo. Sono perfettamente d'accordo che dobbiamo uscire al più presto dall'euro, ma se la classe politica è questa (o sarà sostituita da altri burattini come questi), se gli economisti sono questi (da G&A in giù, giù giù fino a Giurcin) le oligarchie internazionali avranno la meglio comunque e temo che per i cittadini italiani non cambierà nulla.

      Per quanto riguarda i cittadini, ho notato che diverse persone hanno capito che si deve uscire dall'euro essendosi accorti che il loro potere di acquisto è dimezzato (1€ = 1000 lire) ma il loro stipendio non è raddoppiato.
      Ma non hanno capito perché è capitato, quindi non chiedono le soluzioni giuste. Infatti dicono le stesse cose degli altri: stato=corruzione&sprechi&mafia&raccomandazioni, che si traduce nella solita soluzione meno stato, meno spesa, liberalizzazioni, privatizzazioni, debito pubblico... i soliti luoghi comuni.
      Sarà molto difficile sradicarli, primo perché avendoli sentiti ripetere da quando siamo nati sono profondamente radicati nel nostro modo di pensare, secondo perché sono semplici e veloci da capire (il debito pubblico è alto quindi bisogna tagliare le spese, più facile di così, non si può) mentre capire la verità richiede tempo e impegno: non è che tutti siano disposti a rinunciare al Grande Fratello o al giro al centro commerciale per studiare economia (SIC).

      Giusto per fare un esempio, ho sentito una donna lamentarsi perché non c'era posto per sua figlia alla materna: i posti li danno ai marocchini (figli di regolari con lavoro) che essendo più disagiati sono davanti in graduatoria.
      Invece di chiedere allo stato di garantire a tutti il diritto alla materna (cioè spendere di più), la signora se la prendeva con i marocchini, rovina dell'Italia. Ecco xché i luoghi comuni hanno tanto successo: non richiedono nessun ragionamento, nessun impegno, basta trovare un nemico.

      Secondo me finché la gente non è disposta a impegnarsi e a dedicare un po' di tempo alle questioni politiche ed economiche, non possiamo sperare in un reale ricambio della classe politica. Quindi sono d'accordo con il professore: il primo passo è informare, solo se la gente diventa consapevole la classe politica potrà e dovrà cambiare veramente. (però sono abbastanza pessimista sulla gente, spero di sbagliarmi).

      ps
      segnalo una vecchia puntata di Report molto interessante (a parte il solito parlamentare piddino del + Europa e qualche dettaglio). Nulla di nuovo per chi segue Goofy, ma comunque interessante.
      http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-8d786bde-265f-412e-a52f-aa631f06b93b.html?refresh_ce


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    6. Un lapsus freudiano generato dalla mia latente fiorentinità (mia madre è di Firenze).

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    7. @ Silvia,
      sarà che con le prime piogge sono d'umor grigio, ma c'è una domanda, formulata - ahimè - da Piga tempo fa (per dovere di cronaca: di cui non condivido minimamente la sua visione politico-economica complessiva generale), che mi fa un po'tanto riflettere, e cioè, adattandola a mio uso e consumo: se dopo essere usciti dall'euro ci si ritrova con gli stessi banchieri, magari riciclati, con la stessa (in toto o in parte) classe politica, anch'essa riciclata con "io l'avevo detto", con nuovi "tecnici" liberisti (la dottrina neoliberista non è nata con l'euro, anche se l'euro è stato un suo strumento operativo), allora che si fa? "Fu vera gloria (l'uscita)?". Ritengo, ovviamente, l'uscita dall'euro letteralmente imprescindibile, ma se lo scenario politico successivo continua a essere dominato da questi eventi (raccogliendo cose - quasi - a caso):
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-fermi-tutti-ci-voluta-lintervista-a-futura-memoria-di-bartholomew-per-strappare-ventanni-43296.htm
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-destra-allattacco-dopo-bartholomew-foglio-e-giornale-contro-di-pietro-e-i-suoi-43285.htm
      e se il futuro continua a essere di questo tipo:
      http://www.conflittiestrategie.it/e-possibile-rispondere-scritto-da-giellegi-il-22-agosto-12
      allora siamo solo all'inizio della "lunga marcia".

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    8. Carissimi, ho curato il soggetto in questione. Preparatevi a una nuova gazzarra su FQ. Io torno al libro.

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    9. @roberto b

      Sì, capisco, è il solito argomento: noi italiani non siamo in grado di governarci da soli, ecc. ecc.

      Va bene così. Io a questo argomento ho deciso di non rispondere. Cacciamoci una cosa in testa: usciremo con la classe politica sbagliata per forza. E lo faremo soprattutto perché sono state cercate mediazioni improbabili, invece di divulgare nozioni corrette di economia fra le persone (lasciamo perdere gli imbecilli del "dove eravate voi economisti", che poi sono quelli che dicono che la moneta causa l'inflazione, che non bisogna oagare le tasse, e che i paesi importatori netti stanno bene perché ricevono merci in cambio di carta: sto parlando di nozioni corrette, non dei deliri di qualche povero imbecille).

      Detto questo, queste preoccupazioni sono di secondo ordine rispetto alla natura del problema, come spiego nel mio libro. Una classe politica migliore l'avremo solo se informiamo la gente. Non è abbastanza? Va bene: ma è l'unica cosa che possiamo fare. Gli Italiani, comunque, sono abbastanza adulti da meritarsi di governarsi da soli.

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    10. Profe, si figuri se io da italiano sono contrario a che gli italiani si governino da soli (altrimenti, per quale ragione sarei "antiameriKano"?)
      Vabbe', oggi non riesco a spiegare ciò che voglio dire

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    11. @alberto e robeto b :

      mi prendo la responsabilita' di interpretare roberto b :
      secondo me intendeva citando quello che è uscito di recente rispetto a dipietro mani pulite ecc... che quelli che abbiamo in pista dei politici che non solo non hanno in mente di operare nell'interesse nazionale per i cittadini ma che si sono letteralmente offerte ^messi a disposizione ^ del potere usa , per interessi di carriera personale (Come sembra accertato oltre ogni dubbio abbia fatto dipietro , e secondo me grillo/casaleggio è sulla stessa strada...)

      In italia non c'è piu' una classe politica che fa politica
      per gli italiani...(e non a caso hanno tolto il propozionale ...) la discussione politica si ferma all'insulto alla caricatura...che gli ex-pci veltroni dalema la gran parte degli altri si siano messi a disposizione degli usa (culturalmente e fattivamente) è un fatto...e allora l'italia doveva diventare come gli
      usa , e allora dovevamo diventare neoliberali ...non dovrei essere io a dirlo ma i politici della prima repubblica dai fatti che escono erano piu' dignotosi-con tutti i limiti del caso che conoscerete meglio di me -
      perlomeno favano politica per gli italiani (oltre che nel
      proprio interesse personale e di partito...)

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    12. Roberto,
      la domanda Piga l'ha fatta proprio a me (e magari anche ad altri).
      Se usciamo dalle grinfie dell'oligarchia tedesca per finire sotto quella americana (ammesso che non siano la stessa cosa, date le dimensioni globali di molte corporation), cosa cambia? All'inizio mi ha messo in crisi.

      Ci ho pensato e sono giunta alla conclusione che se non ci provano gli europei, intesi come cittadini spagnoli, italiani, francesi, ma anche tedeschi, a fermare questa gente e a lottare per la democrazia chi lo potrà fare? Quei poveretti del Burchina Faso che gli hanno pure ammazzato il presidente che aveva rifiutato il FMI? Se non altro qui non sono ancora arrivati a questo punto.

      Forse un'Europa vera, realmente unita e realmente democratica, avrebbe avuto più forza, peccato che se la sono presa le lobby e allora dobbiamo provarci come singoli stati, partendo dalla gente e dall'uscita dall'euro. Per questo penso che abbia ragione il prof. Bagnai: dobbiamo cercare di spezzare quel circolo vizioso per cui la disinformazione accresce il potere delle lobby e più le lobby hanno potere più c'è disinformazione. Anch'io ho molti dubbi sulla possibilità di riuscirci, ma sono convinta che ci dobbiamo provare e che dobbiamo mettercela tutta.

      Ho 2 domande per il prof. (se ha tempo)

      1) ha visto il post di Byoblu dedicato al Movimento Libera Italia (che vuole uscire dall'euro) e cosa ne pensa?
      http://www.byoblu.com/post/2012/09/03/Come-uscire-dallEuropa-in-4-mosse.aspx
      http://www.movimentoliberaitalia.it/

      2) da quando l'Argentina si è staccata dal dollaro è migliorato solo il Pil o c'è più democrazia? voglio dire, ci hanno guadagnato solo le lobby argentine o anche la popolazione ha avuto dei benefici? Ho letto delle brutte cose su Cristina Kirchner scritte da gente argentina, tipo che non è molto diversa dai suoi predecessori. Sa qualcosa di preciso?

      grazie

      ps bravo ominonero!!! a me ha dato molto fastidio come quei viscidi bugiardi hanno trattato il prof. Becchi. Peccato non averlo potuto svergognare davanti ai telespettatori.

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    13. @ Robert: sì, anche quello che dici l'avevo, un po' confusamente, in testa, ma non si è trasferito sulla tastiera (anche se concludevo con un richiamo "solenne" alla "lunga marcia")
      @ Silvia: be', quella di Piga era una domanda astuta, che tutto sommato tendeva alla conservazione (in linea con il suo credo): se i banchieri (& C.) rimangono quelli, allora teniamoci anche l'euro

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  15. Ecco a che punto di follia collettiva siamo arrivati.
    http://www.liberoquotidiano.it/news/1069104/Lo-scudo-anti-spread--in-cambio-del-Colosseo.html
    Mi interessa poco la veridicità della notizia. La cosa sconvolgente è come l'ho vista commentata sui forum. La maggioranza è favorevole a che ci vendiamo i monumenti, perché "noi siamo inefficienti".

    Io un livello di follia collettiva come questo riesco a paragonarlo solo al periodo fascista.

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    1. Credo che la cosa sia un tantino incostituzionale.
      Se allo Stato è affidata per Costituzione la TUTELA dei beni culturali, dubito che qualcuno possa anche solo pensare di ipotecarli. Da decenni è molto attiva una corrente che vorrebbe togliere tutti questi cavilli.
      Consiglio per chi vuole approfondire il sito Patrimonio SOS

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    2. Sì, ma non è quello il punto.

      Il punto è il quasi tripudio con cui viene accolta la cosa. "Meglio così perché noi siamo inefficienti".

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    3. Purtroppo la maggioranza favorevole alla vendita dei monumenti (anche se forse sarebbe meglio parlare di cessione della gestione) qualche argomento a suo favore ce l'ha, vedere gestione Pompei vs gestione Ercolano (che coinvolge Packard Humanities Institute). Ma lo stesso si può dire di chi è contro la rinazionalizzazione di certi segmenti industriali: i problemi di Ilva non nascono nella gestione privata (che non ha mosso dito o giu' di li' per risolverli) ma in quella pubblica, ed idem dicasi per altri casi di scempio ambientale di carattere criminale (Priolo, giusto per fare un esempio dei piu' eclatanti). Pero' queste obiezioni sono anche puramente strumentali, come quelle a favore della vendita di Ansaldo Energia ai tedeschi. Vendendo o cedendo la gestione i benefici (incassi) sono risibili, a fronte di consistenti perdite di patrimonio e di future entrate (possibili o certe).
      A proposito di Ansaldo Energia, ecco l'IDE fortemente voluto dal governo che cela il saccheggio:

      http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/2012/07/25/APBS131C-passera_trovare_azionista.shtml

      Curioso che la natura predatoria dell'operazione sia spiegata anche dal Sole:

      http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-07-20/offerta-siemens-ansaldo-energia-064342.shtml?uuid=AbkRDgAG

      Ora, vuoi vedere che siccome il Giornale e Libero si sono schierati contro questa operazione (di cui si parla molto molto poco sui grandi media), il PD non si fara' perdere l'occasione per appoggiare l'operazione (che magari sara' osteggiata da sparuti dissenzienti nel PDL?).
      E cosi' l'investimento estero (cosa buona e giusta) diventa svendita di asset strategici e produttivi.... con un senso di deja vu (vedere il post sul Portogallo)...

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    4. @Lettore occasionale
      Allo Stato spetta innanzitutto la tutela dei Beni Culturali, e questo significa preservarli per le generazioni future, non creare dei parchi di divertimento a tema e trasformare le aree archeologiche in SpA, spero che sia chiaro questo concetto.
      Il problema di Pompei, ma non solo ovviamente, e non entro nel merito, è la carenza di risorse (soldi). I funzionari non sono sufficienti per coprire tutto il territorio, e non di rado si trovano sotto pressioni politiche non indifferenti quando si tratta di agire sotto il ricatto delle "grandi opere".
      Esattamente come per gli IDE, il privato non entra senza interesse in questo gioco (lasciamo stare la favola del mecenatismo), e in Italia, paese che ha una delle legislazioni migliori al mondo (ancora per poco?), il gioco è stato sacrificato per mettere davanti a tutto l'interesse comune, il bene comune.
      Cosa penso di Pompei? Che se non ci sono le risorse e la volontà politica di sbloccarle, piuttosto che darla in gestione ai privati la riseppellirei per tutelarla a vantaggio dei nostri pro-pro nipoti.

      @Roberto
      Sì avevo capito a cosa ti riferivi. Guarda, non mi stupisco di nulla, considera che di solito il soprintendente è accostato dall'uomo della strada ad uno scassaX e che l'intervento dello Stato a tutela del suo patrimonio è visto come un ostacolo al progresso.
      Sono lontani i tempi di Spadolini, ma le RIFORME incombono, lasciamo spazio alle riforme.
      Chi non ha capito, capirà poi a tempo debito e a sue spese.

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    5. @Lettore occasionale
      Vorrei solo precisare che nella mia risposta precedente con "parchi di divertimento a tema" non mi riferivo ad Ercolano.
      Non conosco bene la realtà di Ercolano, e per questo non mi voglio esprimere in merito, però in linea di principio sarei contrario anche a queste soluzioni, prodotte dall'emergenza. So che in altre regioni si stanno studiando proposte per affidare la gestione di piccoli musei ad organizzazioni o associazioni senza finalità di lucro, ma considero, sempre in linea di principio, anche queste come "pezze" dovute all'emergenza.
      Spero che non passi l'idea che soluzioni come quella del restauro del Colosseo rappresentino delle opportunità per il paese, e spero di non essere il solo a pensarla così.

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    6. @Ivan

      Per esprimere una considerazione estremamente terra terra: e' ovvio che una classe politica (onnipervasiva nelle strutture pubbliche) che a livello governativo fa questo eccellente lavoro da anni mediamente (e sottolineo mediamente) nella gestione dei beni amministrati dal pubblico dia prove di livello basso.
      Sono anni e anni che terzo settore, fondazioni bancarie e quant'altro riempiono vuoti (di azione e risorse) lasciati dallo stato perche' cosi' ai sistemi di potere governanti il pubblico conveniva (per la piu' svariata collezione di ragioni).
      Ma la questione deve essere capovolta: visto che la buona gestione e' possibile, e ci sono casi che lo dimostrano, il cittadino la dovrebbe esigere sempre e comunque, e non pensare che siccome la democrazia in italia è una battaglia persa tanto vale cedere sovranità su questo e su quello. Anche perché i fatti dicono che a cedere sovranità in genere non ci si guadagna (e non bisogna andare a vedere Portogallo o Grecia per rendersene conto).
      Tra l'altro, a proposito di democrazia, sempre i fatti dicono che un movimento popolare puo' ben farsi sentire ed ottenere risultati, specie se ha obiettivi estremamente chiari (dal referendum sull'acqua alla protesta contro la discarica di Corcolle vicino Villa Adriana). Chissa' se lo stesso modello potrebbe essere usato per chiedere un referendum sull'euro...

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    7. @Lettore occasionale
      Non puoi che trovarmi d'accordo, non mi è però chiaro perché affermi questo in replica a quello che ho scritto io.
      Io personalmente sono convinto che nel pubblico ci siano competenze importanti, e che la buona gestione esista in molti luoghi, anche in quelli con scarse risorse a disposizione (leggi sacrifici personali non retribuiti).
      Ed è proprio per questo che contesto l'idea che il privato possa gestire meglio del pubblico, è un'argomentazione per me del tutto illogica e insensata e con pericolose implicazioni per il futuro.
      Mi trovi d'accordo anche sul fatto che i cittadini debbano pretendere buona gestione, laddove questa latita (sia nel pubblico che nel privato).
      La politica non fa danni "direttamente", ma può fare danni quando intende mettere mano ad un'ottima legislazione per poterla smontare, usando argomentazioni demagogiche e populiste (l'intralcio dello Stato al progresso etc...), o quando taglia fondi destinati ad un servizio che la stessa Costituzione sancisce (la tutela del patrimonio).
      Gli sprechi, la corruzione etc... sono un'altra storia e qui non c'entra, la pulizia va fatta, ma non è la corruzione la causa di tutti i mali, ma l'impronta ideologica che si vuole dare alla questione, mandando in malora quanto di buono è stato fatto.
      L'idea di ipotecare il Partenone o il Colosseo potrà venire in mente ad un finlandese (e spero solo a QUEL finlandese), ma non a noi italiani... è una tristezza pensare che un italiano possa davvero pensare a questo.
      Quindi mi trovi sostanzialmente d'accordo, io sottolineavo soltanto alcuni aspetti, e la mia intransigenza, tutto qui.

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    8. @Ivan

      Temevo di non essere stato chiaro, tutto qua.

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    9. Ok, effettivamente la mia replica iniziale alla tua poteva non sembrare del tutto chiara. Scusami ma non sempre rileggo quello che scrivo (scrivere dal mobile è una tortura) e a volte la chiarezza (e l'ortografia) mia ne risente.

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  16. @Silvia
    vero, le persone accostano 1000 lire ad un euro ma con stipendi a 2000 lire = 1 euro.
    il che non è vero ma ricordo prezzi pazzeschi con l'entrata in vigore dell'euro.
    rispondo anche a Riccardo (ancora): proprio come dice Silvia! le persone non hanno idea delle cause e ciò alimenta non solo luoghicomuni ma pure odio sociale.
    Sentire pure la Camusso "i soldi presi agli evasori che vadano a detassare la tredicesima" ha il sapore di odio sociale.
    che schifo.

    una domanda al prof con ipotesi provocatoria: l'inflazione che abbiamo visto (NON RILEVATA ASSOLUTAMENTE!) con l'entrata in vigore dell'euro può essere interpretata come accadimento singolo per la svalutazione (rispetto al dollaro) accumulata nel periodo precedente?
    insomma, invece di spalmarla si è riservata di botto, come se si stesse aspettando questo evento


    PS: ricordo perfettamente che sino all'anno precedente (2001) per un paio buono di scarpe da running servivano 120-130k lire e quelle ottime 160-180k.
    io il 26 giugno del 2002 (ricordo la data per motivi particolari) ne acquisti un paio di media qualità a 100 euro (quasi 200k lire!).

    c'è da dire che in quel periodo (ricordo ma non vorrei sbagliare) ci furono molte assunzioni di lavoratori prima in nero.
    bah, mistero!

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  17. Per carità di patria, non chiudiamo gli occhi sul fatto che i pochi,pochissimi soldi sono spesso gestiti molto male. L'espediente retorico come lo chiama Bagnai che usa l'inefficienza dello stato per arrivare ad altre conclusioni va smascherato ma dire che il problema è SOLO di risorse è una forzatura di rimbalzo.
    Dire che che i monumenti debbano essere sfruttati dai privati è di una rozzezza tale che anche le peggiori sovrintendenze (ahi, quante ne conosco...) mi tranquillizzano. Ma poi quali privati? pare che siano un pò indebitati pure loro o no?

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    1. Se ti riferisci a quello che ho scritto io, beh, io non volevo generalizzare e infatti non ho generalizzato ma ho parlato di un caso specifico. Ogni situazione particolare soffrirà di problematiche particolari (mala gestione in alcuni, carenza di personale in altre, risorse insufficienti in altre ancora etc...).
      Penso che concentrarci su alcuni casi episodici di mala gestione per gridare ai clientelismi e agli sprechi distolga l'attenzione da un fatto evidente: i tagli che si sono operati in questi ultimi anni stanno mettendo a nudo una verità: è a rischio la tutela del patrimonio.
      Quindi sì, non è SOLO un problema di risorse, ma oggi è UN problema di risorse, e pensare di andare oltre a ciò che si è fatto da decenni, con le "liberalizzazioni" (perché io temo che si tratti di questo), è come dici tu: di una rozzezza tale che ...
      Oltre a pretendere più trasparenza ed efficienza nella gestione pubblica (in tutti i settori), mai come in questo momento occorre pretendere anche che più fondi siano messi a disposizione, altrimenti si finisce a trattare con il privato, e allora, auguri Italia.

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    2. @ Ivan, Sì mi riferivo a te ma non per criticarti. Stavo solo sollevando un problema di equilibrio. Ho appena ascoltato il solito mantra di un "lombardo che ritiene che il debito pubblico italiano e’ figlio solo di ben poche cose:degli sperperi pubblici, dei clientelismi, dei monopoli degli amici e degli amici degli amici." Che ci vuoi fare se mi viene spontaneo suggerire a chi la pensa diversamente di fare di tutto per distinguersi da certi, come dire, minchioni?

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    3. Non potendo fare altro, per il momento, senz'altro.
      Dato che a volte non sono molto chiaro (e non sempre riesco o voglio rileggere), mi sarebbe dispiaciuto che tu pensassi che io ero a favore di queste minchiate. Grazie per aver chiarito.

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  18. Salve pressò,probabilmente OT ma sto bollendo di rabbia,devo scaricarmi!
    Altroconsumo ha stilato la lista su dove conviene fare la spesa con questi risultati:
    http://download.repubblica.it/pdf/2012/economia/risparmioalimentare.pdf......!
    Sa perchè sono infoiato peggio del papero?(questa me la concede vero?).Perchè giù al sud(e ar sud semo moooooorto più piigs che a Pescara)Carrefour(IDE DIXIT),che ha rilevato Sidis,una di quelle cose insieme a Guglielmo Callipo Rubettino Tommaso Campanella e Rino Gaetano,ci rendono orgogliosi della nostra terra,fa lavorare la gente 8 ore pagandole 4......Forse che gli alamanni vorrebbero venire in Calabria ad imparare la produttività?

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  19. @Roberto
    gioco forza bisogna fare controlli uscendo dall'euro.
    e la ripresa avverrebbe.
    A me preoccupa solo il fatto che non si "risposerebbero" BdI e Tesoro...
    questo penso non si farà mai più.

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    1. E perché mai?
      Se usciamo in malo modo sarà necessario che condividano lo stesso letto, almeno per un bel po'.

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  20. Quindi le imprese italiane che delocalizzano sono fonte di ricchezza per noi?

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    1. Direi che sono più fonte di ricchezza per loro (chi delocalizza).

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    2. OK, ma a livello di BdP contribuiscono in maniera positiva, no?

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    3. Sinceramente non so come funzioni. Se l'azienda delocalizzata produce per il mercato italiano immagino che si aggiungano anche importazioni e re-importazioni (cioè le merci prima partono dall'italia verso queste nazioni e poi tornano indietro come prodotti finiti o semilavorati), quindi presumo che ci siano più flussi in questo senso da considerare e che la cosa sia abbastanza complessa, ma non sono un esperto.

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  21. Mentana in chiusura di tg ha dato i valori dj, nasdaq e s&p......
    ma oggi negli Stati Uniti è festa!

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  22. portare lavoro all'estero non è il massimo

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  23. Io di discorsi tecnici non ci capisco molto, ma so che qui da me, dopo l'insediamento di grandi villaggi turistsici in gestione a gruppi stranieri che hanno assorbito la maggior parte delle presenze (siamo vicini al 100% in bassa stagione) e che offrono servizi full optional che spingono gli ospiti a varcare i cancelli di uscita solo per ripartire, l'economia locale, che fino agli anni '80 aveva il turismo come settore trainante, è in ginocchio.
    Come già detto di economia ci capisco pochissimo e sinceramente non so nemmeno se sono OT, se questi sono IDE o se un esempio del genere (a quanto pare nemmeno tanto localizzato) possa interessare.
    Forse tecnicamente "debito" non è la parola giusta, ma esteticamente è molto appropriato: difficile trovare qualcosa di più brutto.
    Intanto ecco il piano greco,
    rientra nel piano privatizzazioni, ma in realtà si dice espressamente che sono un richiamo per investimenti dall'estero. Ma si pongono il problema di quante presenze strapperanno ai luoghi gestiti dai locali?

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    Risposte
    1. Questi sono IDE, appunto, ed è rivoltante la tua ingratitudine verso chi ha portato lavoro e sviluppo nel tuo territorio. O no?

      Bene: ora avete capito. Non tutti i casi sono identici, questo è uno dei tanti, ma MENTE, sapendo o non sapendo di mentire, chi afferma che gli IDE portano SOLO ricchezza nei territori in cui arrivano. Punto.

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  24. Salve non sono molto ferrato in economia ma quello che lei ha detto mi ha fatto riflettere fra le altre cose anche su questo:
    Nel 2009 ero in Ungheria, ho visto parecchie manifestazioni come dire di estrema destra, in europa se ne parlava? Macche, anzi, il partito Jobbik aveva una percentuale al parlamento europeo accanto al governo di centro-destra FIDESZ appena insediato stravincendo sul precedente governo socialista, per questioni di corruzione.

    Quando Viktor Orban, presidente del consiglio, ha deciso di porre il "freno" ad alcune banche europee guarda caso ho cominciato a leggere qui in Italia dove non si era mai lontanamente parlato di questo, e nel 2012 quindi 4 anni dopo, cose tipo "Ungheria rischio dittatura" "Partiti di estrema destra appoggiati dal governo dittatoriale ungherese".
    Uhm, ma questo c'era anche prima però.

    Volevo chiederle cosa ne pensa lei di questa situazione specifica, e secondo lei come andrà evolvendosi, visto che anche se non sono nell euro penso siano legati da vincoli economici pressanti.

    Grazie anticipatamente

    Claudio

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