giovedì 13 settembre 2012

Appuntamenti

(scusate, so che stanno succedendo molte cose, ma siccome sono tutte previste, o prevedibili, o ininfluenti, io preferisco dedicarmi al libro. Segue una lista dei prossimi appuntamenti. Chi viene mi fa un piacere e chi non viene, come sempre, me ne fa due...).


Roma 18 settembre

Nell'edificio della ex-facoltà di Statistica della Sapienza, al quarto piano, aula 34, ore 9:30, (contento, Riccardo?) si terrà il seminario:



Speculation and regulation in commodity markets
The Keynesian approach in theory and practice


Qui trovate il programma. Ci saranno Fantacci, Zezza (per citare quelli dei quali si è parlato in questo blog) e tanti altri, ognuno con qualcosa di interessante da dire. Io avrò l'onore di animare la discussione del primo lavoro, quello di Fantacci e Amato sulle possibili linee di riforma del sistema monetario internazionale. Se avete letto Crisi finanziaria e governo dell'economia vi ricorderete di Bretton Woods e del dilemma di Triffin (se non l'avete letto, sarebbe ora). Ecco: siamo nei paraggi di quella roba lì, che sembra antica, ma è sempre attuale, attualissima (anche se certi economisti americani moderni, chissà perché,  nun ce vonno sta...).
Suppongo che i lavori si svolgeranno sarà in italiano (contento, Nicola?). Io però potrò assistere solo a una parte dei lavori, perché nel pomeriggio ho una prova a Perugia (non ditelo ai colleghi, mi raccomando, potrebbero pensare che io sia una persona poco seria, e infatti è vero).

Pescara 21 settembre

Vi ricordo nella mia facoltà la presentazione del libro di Giovanni Moro:



Foligno 22 settembre

E poi, se il Signore vorrà, il giorno dopo finalmente ci si occupa di qualcosa di vero. Non del delirio dei luogocomunisti, non del terrorismo dei loro giornalisti e dei loro "politici", ma delle sonate di Fontana. Le informazioni logistiche le trovate nel programma del festival Segni barocchi (21.15, chiesa di S. Maria Infraportas), e il programma lo trovate qui. Qui, invece, se venite, mi fa piacere sul serio.

E daglie, Xabax, scendi dalla montagna, che ti istruisci un po'...

E naturalmente, in tutto questo bordello, continuo a scrivere il libro.



(Poi, dalla settimana successiva, si torna a scuola. Quest'anno le lezioni sui saldi settoriali le registro e ve le metto in rete, così magari scopro di essere un genio... dell'aritmetica!)

54 commenti:

  1. Bagnai, lei è antinordista, lei mente, faccia i nomi (semi-cit).
    Mi piacerebbe venire anche all'ultimo appuntamento musicale, purtroppo lei è antinordista, le piace troppo la periferia e poco il centro.
    Casomai anche all'unipd si volesse fare un dibattito in stile Cesena non mancherò di consigliare di invitarla. Magari riesco a capire l'idea che hanno i miei prof. sulla situazione (ermetismo che, da quanto ho capito da colleghi studenti, accomuna molti professori nelle facoltà d'economia italiane)

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    1. Ma perché vuoi mettere in difficoltà degli stimati professionisti? Soprattutto ora che non ci sono più le mezze stagioni, c'è un'unica stagione: quella della shock economy. Mica siamo tutti massoni ricchi di famiglia! Li vuoi rovinare? Certo che sei proprio un perfido...

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  2. ahahahah grande Alberto! Purtroppo credo che il 22 non potrò essere deliziato dai tuoi virtuosismi musicali, per intanto ho già ordinato il libro.
    L'invito in montagna è sempre valido.

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    1. In montagna mando le mie camicie nere, che ti legheranno a un palo e ti faranno ascoltare l'integrale del Fitzwilliam Virginal Book suonato da Wanda Landowska su un clavicembalo a sei pedali... Vabbe', ma solo perché sei venuto a Cesena, e sei stato gentile... non con me (che non me lo merito)... ci siamo capiti...

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  3. Da Baudelaire a Garcia Marquez, per restare ai moderni, è risaputo che i libri vengono meglio nel bordello.

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    1. Non so, non vorrei deluderti, ma io sono più il tipo caserma o monastero... Dici che devo preoccuparmi?

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  4. Lo riposto qui perchè le cose stanno precipitando un pò...troppo
    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/sovranita-addio-van-rompuy-ai-governi-europei-piu-poteri-a-bruxelles-sui-bilanci-nazionali-43919.htm

    Per un commento, rinvio a quanto scritto nel post "la caduta di Icaro". Me sa che Icaro ha imbarcato tutta l'Itaglia nella sua picchiata in stallo! Evviva (piddini felicemente eccitati della prospettiva del suolo che si avvicina a tutta velocità)!

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    1. Quarantotto, hai dato un'occhiata a questo?

      La parte che più conferma la mia personale impressione è quella in cui si sostiene che l'Europa stia sostanzialmente ballando da sola perchè in questa congiuntura l'America è in una fase di ripensamento sul suo ruolo nel mondo.

      In ogni caso si dà per morto e sepolto l'attuale periodo storico e si valuta con serenità se gli conviene tenerci o regalarci del tutto o in parte a cinesi e russi.


      In tutto questo le considerazioni che monopolizzano il dibattito italiano occupano lo 0,00000...%.

      E' deprimente vedere le opinioni pubbliche girare a vuoto su questioni già decise dalla storia, mentre chi deve fare gli ultimi affari li fa e i popoli vengono messi in condizione di non avere alcuna voce in capitolo sulla gestione dei loro interessi nel dopo. Eppure le opinioni pubbliche piddine sembrano così affezionate alle loro argomentazioni senza costrutto. Non so, forse se li chiamano schema di Ponzi un motivo ci sarà e qualcuno il ruolo del pollo lo deve pur interpretare...

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    2. L'articolo parte da una condivisibile premessa. Ma poi trae delle conclusioni un pò...suggerite.
      MI sa di teorie "rep" a tendenza tea-party.
      Il problema delle relazioni strategiche con gli USA c'è, ma sul piano economico non credo che gli USA, in prospettiva, "derubrichino" la NATO come indice di un disinteresse politico verso l'europa nello scacchiere mondiale. Semmai la mettono in stallo se riducono la presenza militare interventista nel mondo (ma pronti a riattivarla secondo le necessità contingenti: che speriamo non si verifichino, perchè si tratterebbe del famoso conflitto che si aggira intorno all'Iran e riserve strategiche...un problema di approvvigionamento energetico che appassiona molto più gli europei della Cina, dato che politicamente lo sta già risolvendo...grazie all'ondivaga strategia occidentale nel suo complesso).
      E la Cina, poi, quanto "può" in effetti allargare la sua sfera di influenza al di là della exploitation del mercato UE che sta già verificandosi senza particolari resistenze?
      E quanto le conviene dato che l'influenza politica risulta, dal punto di vista economico, strumentale e non un fine?
      Insomma, l'europa è un pesce grosso da digerire, e ora sta tra le fauci della germania...che, infatti, sta realizzando una strategia di espansione a oriente.
      Ha preso l'appalto del rinnovo delle ferrovie russe e dovrà realizzare una nuova linea veloce che colleghi Cina ed europa.
      Insomma, la germania sta rendendosi attiva in un modo senza precedenti (dai tempi della IIWW e non suona molto bene): credo anzi che gli oscuri "decidenti" europei puntino su tale espansione come a un nuovo fronte generale "comune" (a loro, decidenti, non ai popoli), il che spiegherebbe le prospettive della pedissequa politica euro di consolidamento della leadership tedesca.
      Semmai, al di là della vaghezza dell'individuazione attuale di tale strategia, gli USA potrebbero reagire per non essere tagliati fuori..

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    3. Ciao la geopolitica non è meno complessa della macroeconomia...ho un cugino giovanissimo professore nel campo, chiederò lumi...cmq. la vedo dura che oltre Atlantico si voglia mollare l'osso. Poi c'è un po' di wishful thinking in questo, lo ammetto. Avrei cmq. qualche idea "rivoluzionaria" sui veri interessi dell'Italia, ma me ne guardo bene dall'esporla in pubblico! Ci tengo ad arrivare alla pensione...

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    4. @Quarantotto
      No, ma sulle conclusioni dell'articolo sono d'accordo con te, in particolare la possibilità che Russia o Cina approfittino delle difficoltà della Grecia per mettere uno zampino nel Mediterraneo mi pare la più classica paranoia americana piuttosto che una prospettiva politica realistica.
      Sul possibile commitment con i paesi del Nord Europa produttori di petrolio sto a quel che mi dici tu, non sono abbastanza preparata sulla questione energetica e mi pare ci siano già fin troppe persone in Italia che parlano e straparlano di cose che non conoscono affatto, ritengo si possa fare tranquillamente fare a meno di me.
      Sulla Cina poi la vedo esattamente come te, il possibile scenario su cui mi interessava la tua opinione era in effetti il primo, quello della Germania che si proietta ad Est, magari dopo essersi sbarazzata degli alleati che più la appesantiscono.
      Questa storia delle ferrovie la conoscevo anch'io, per questo mi angustia il timore che davvero la Germania potrebbe fagocitare i suoi "fratelli" europei per poi usarli come trampolino di lancio verso i mercati orientali.
      Quel che mi ha colpito dell'articolo era più che altro questa considerazione esplicita più le premesse implicite, in particolare il fatto che la riuscita di tutti i progetti più-Europa non viene presa neppure in considerazione. Aggiungi che i possibili candidati alla gestione della nuova fase europea sono: l'America (giocatore forse un po' appannato, forse attualmente girato altrove, ma che come dici tu non ha sicuramente intenzione di mollare la presa, forse questa mano ma certo non la presa), i BRICS e la Germania.
      E noi? Dove siamo? Annichiliti nel ruolo di ancelle della Germania, quasi sicuramente nella speranza (come vedo consideri anche tu) che ci porti a traino con sé nel mondo di quelli che contano. Siccome la Germania pensa solo alla Germania la cosa mi preoccupa un tantinello.
      Insomma Monti potrebbe riuscire nell'impresa davvero degna di nota di farci sfracellare senza aver avuto manco i muscoli per farci avvicinare prima al sole.
      Non è che mi immaginassi per l'Italia un ruolo da giocatore di primo piano, ma da lì al suicidio...

      Intanto l'opinione pubblica resta ferma a parlare sempre delle stesse cose incredibilmente infantili ma io non le reggo davvero più e sto sentendo il bisogno di cambiare aria, per questo quando ho letto l'articolo ho pensato: "ecco, almeno queste sono vere questioni, su queste dovrebbe esserci dibattito, a prescindere dalle conclusioni"; metti comunque che sono una neofita che vive al di là delle linee piddine, per questo prendo le cose dove le trovo (basta guardare dove ho pescato questo per capire che si tratta di materiale di ultra destra) e sento fortissimo il bisogno di quel confronto che la vita reale mi ha negato (anzi, se mi indicassi articoli sul tema di cui condividi anche le conclusioni te ne sarei grata).

      @ Dante
      Per gli stessi motivi che ho già esposto sarei interessatissima a sentire le tue idee "rivoluzionarie", secondo me non rischi nulla, ci troviamo in una versione della dittatura 2.0 in cui non c'è più bisogno di censurare nulla, tutti sono liberissimi di dire qualsiasi cosa senza conseguenze perchè tanto anche il buono si perde nello sterminato oceano della fuffa...

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  5. Ragazzi, ma nessuno di voi capita su facebook? Aderendo all'evento " Euro basta usciamo dall'euro adesso! Raccogliamo le firme", cliccando per vedere quelli che hanno rifiutato l'adesione all'evento, c'e' un tizio che si e' dichiarato giornalista e responsabile per un giornale delle sezioni economia ed esteri, che da del cretino a tutti.Parla di iperinflazione, di costi di materie prime ecc.ecc. Bisognerebbe che qualcuno di questo blog lo smentisse in modo secco e autorevole. Mica per lui, ma per quelli che stanno seguendo la discussione e vanno dietro a quel bischero. Chi puo', venga! Evangelizziamo anche Facebook! :-)

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  6. Io se potessi parteciperei con molto piacere (sinceramente) a tutti questi eventi, anche a costo di essere considerata una groupie, ma visto che approvo anche lo stile monastico sono già oltre, sono una vera adepta:)) Pure i cristiani all'inizio erano una setta , guardali ora...

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    1. Già.

      Schneider (Yəhûḏāh ʾΚ-qəriyyôṯ)

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    2. "A me mo dici? "
      "Devi anche sta' attento a tutto quello che dici che tutti te danno retta, almeno 'na vorta quando c'era il latino a buttavamo un po' in caciara...
      Ma tu lo sai i vangeli veri quanti erano? Sedici!!!"







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    3. Schneider, Grazie non lo sapevo e mi fa molto piacere:))
      "Questa ha da esse a religione non è che dobbiamo apri' un dibattito su tutto"
      " Ma quando vedi Harry Potte' , che io so' patitoooo de Harry Potte', ma che te metti a dire , la bachetta, non è possibile, mo perche er gufo parla? Ma te vedi er firme e te stai zitto"

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  7. chiedo ai lettori del blog, qualcuno ha un link della frase del mortazza (Prodi) in cui afferma che l'euro così com'è è stato un errore ma questo era già noto prima e che una crisi avrebbe permesso di proseguire la strada?

    grazie :)

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  8. Stavo già esultando dell'incontro a Roma quando, aperta la locandina, leggo titoli e sottotitoli in inglese... Prooof?!
    Sì, lo so, siamo una colonia e dobbiamo "da imparà" l'inglese!
    Ci sto lavorando (sull'inglese), ma non credo di tener testa a 7h full immersion!
    Di "itagliano" proprio niente nell'incontro??

    Ne approfitto,comunque, per complimentarmi con il suo lavoro di divulgazione (è la prima volta che le scrivo), per quanto posso cerco di far conoscere le sue opinioni a chiunque mostri di aver alzato un pò la testa.

    Spero di poterle stringere le mano e comunicarle la mia gratitudine dal vivo! A martedì!

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    1. Carissimo, se vuoi stringermi la mano devi essere rapido, perché io a metà mattina telo. Suppongo che presentazioni e discussione saranno in italiano, visto che siamo tutti autori italiani.

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  9. In attesa dell'uscita del libro del prof. (e se la cura Monti ancora ve lo permette) consiglio a tutti di acquistare l'ultima operetta di Luciano Canfora "E' L'Europa che ce lo chiede! FALSO". Costa appena 9 Euri ma li vale tutti: soprattutto il 7° capitoletto intitolato "Come uscire vivi dalla morsa".

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    1. Anvedi chi c'è... Te ssavo a penZa', so proprio passato ieri sotto studio tuo... Finite le vacanze? Oi kakoi nekroi, io invece ho lavorato tutta l'estate per salvarvi le chiappe...

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    2. So' finite e da mo le vacanze...Le mie chiappe ringraziano sentitamente l'abnegazione agostana. Purtroppo altri prof (anche d'estate in loden?) si son dati molto da fare per insidiarle.
      Comunque ti riporto un pezzetto del settimo capitolo di Canfora. Secondo me ha letto e meditato il tuo articolo sul Manifesto. "Poichè il problema più grave e più urgente è come uscire vivi dalla morsa dell'euro e dei parametri di maastricht, è evidente che è su questo difficile terreno che una (eventuale) risorta sinistra dovrebbe cimentarsi, proporre soluzioni attuabili, battersi per attuarle. Certo, la cosa è resa difficile dalla circostanza (che è ben presente nella memoria dei più) che fu proprio la sinistra - o meglio ciò che allora si faceva passare per tale - a imporre l'entrata nell'euro come in una nuova e allettante terra promessa. E mentì su tutta la linea, sostenendo che sarebbe stato un semplice cambio di valuta fondato sulla rigida equivalenza di 1 euro pari a 2000 lire, laddove ben presto si capì che il cambio reale era 1 a 1000, con tutte le conseguenze catastrofiche (dimezzamento del salario reale etc.) di cui si è già detto. Avendo perpretato questo disastro, fondato su una sostanziale ignoranza dei veri rapporti di forza in Europa, la eventualmente risorta sinistra dovrà faticar molto per far dimenticare ciò che ha fatto a danno dei ceti salariati e del paese nel suo insieme[...]. E nondimeno è proprio da una radicale iniziativa revisionistica su questo terreno che la sinistra (se ci sarà) dovrà ricominciare a far politica e a recuperare dignità. Dovrà abbandonare l'attuale modo di essere (gente benestante che discetta frivolmente su come convincere chi marcia con 700/1000 euro al mese a rassegnarsi ai sacrifici in attesa di un futuro migliore).

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    3. E bravo er Canfora (chi è?). Comunque, quell'articolo lo hanno letto in molti, in Italia e all'estero. DOPO è stato tutto un florilegio di "lotta di classe", "fascismo", insomma, erano timidi, e sse so' sfregnonati... Mejo così, l'importante è il risultato. Per sapere come ottenerlo... Rinuncio allo spot pubblicitario...

      Comunque, io quasi (sottoligno: quasi) ogni venerdì passo per là. Fatte senti'...

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    4. Vabbè, dopo che avrai salutato anche per me Lu Centro de lo Munnocentro, il 28 settembre salderò il debbito col quartino di Ltro da Renato. E poi dato che me vojo rovina' caffè e ammazzacaffè da sciascia. Rigorosamente senza scontrino. Sono talmente in confidenza che a me non lo fanno mai.

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    5. Un suo collega di loggia e anche uno di quelli a cui porto indegnamente il caffè quando torno fuori dalla caverna. Posso spezzare una lancia in favore di uno dei miei autori preferiti benché massone e (dunque) professore universitario?

      Nel 2005 Canfora scrisse "Democrazia. Storia di un'ideologia", da cui, non avendo il testo a disposizione, non posso estrapolare dotte citazioni.
      Ad ogni modo il senso del testo è molto chiaro e, più in generale, si è espresso anche prima del 2005 in termini molto critici rispetto alla costruzione della Ue.

      Buon fine settimana.

      Schneider (apologetico?)

      Ps @sandra: "[...] rosa rosae... e quelli giù pregare, le risate... Perché questo è un lavoro duro ma fa anche molto ridere." Questo pezzo è il mio preferito, ho colto l'affinità.
      Nel caso non lo sapessi su vimeo c'è tutto aniene 2, integrale ;-)

      Schneider (deo)

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    6. Canfora è l'autore di una storia della letteratura greca e di un'antologia della letteratura greca sulle quali mi consumai gli occhi al liceo... però soprattutto direi che è un filologo e se non ricordo male c'è stato un tempo nel quale la filologia veniva considerata una disciplina rivoluzionaria. :)

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    7. ...uhm...
      Chiedere chi è Canfora, come di un qualunque Carneade, mi ricorda che oggi non ho ancora mortificato la mia, di hybris.
      Mi allontano un attimo per andare di là a flagellarmi.
      A dopo!

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    8. Ma io sono un rozzo, un economista. Se una cosa non la so la chiedo. Potrei usare Google, ma sono anche pigro. Tutto qui. Comunque, carino, potrai parlare di hybris quando io scriverò un libro di filologia. Per ora stai cheto e non flagellarti troppo: come vedi, c'è in giro di peggio.

      Certo, mai peggio di questo (che poi ha anche firmato l'appello rotolone Regina per la correttezza dell'informazione economica)!

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    9. ...dodici...tredici...
      per la filologia c'è già Canfora, appunto, non è necessario disturbarsi
      ...quattordici...quindici...sedici...

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    10. Be', la filologia è una cosa seria, mica come l'economia: bisogna lasciarla agli specialisti. Esattamente il messaggio che intendevo dare. Vai pure avanti, figliuolo, vedo che ne hai bisogno.

      (un esempio per tutti: ridurre il problema al fatto che il cambio realmente applicato in molti casi ha risentito di illusione monetaria mi sembra un po'... riduttivo, appunto)

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    11. ...trentuno! ...trentadue!
      nessun referee giudica solo dall'abstract (con questa lezzzioncina mi sono meritato altre cinquanta frustate)
      ...trentatre! ...trentaquattro! ...trentacinque!

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    12. Fai altre cento... Come vorrei avere le tue certezze...

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    13. Assì? Non leggono tutto?
      D'altronde, non possiamo dar loro torto...
      Posso avere uno sconto con la mia carta-fedeltà?

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    14. Scusa deficit, fra un ritiro di panni stesi e una cena di figli, posso spiegarti una cosa? Lo so che tu non ci sei abituato, perché vivi in Italia, ma ti spiego come funziona qui.

      Io ho un dottorato in economia, e due diplomi in conservatorio. Non sono un tuttologo, perché non ho studiato sul paginone centrale di Repubblica, ma su altri testi.

      Nei miei ambiti pubblico all'estero (articoli o dischi). Non sono un genio, non sono un solista, faccio quello che posso.

      Quando si parla di cose che non ho studiato, chiedo.

      Mi dicono che uno ha scritto un libro sull'euro. Non so chi è. Chiedo. Ma è poi così strano? Invece secondo me è strano che ti sembri strano. O meglio: non lo è, purtroppo. Perché siamo in un paese di tuttologi.

      Io cerco di attenermi a quello che so.

      Se gli altri non fanno così, la cosa non mi riguarda, fino a quando non disinformano. Quando disinformano li trito.

      Lo trovi così strano? Cosa c'è che ti fa ombra? Perché continui a parlare di hybris? Non farlo, caro, ti porta una grande sfiga.

      Viceversa, se vuoi capire cosa intendo per "attenermi a quello che so", vieni a Foligno, che sse la divertimo. Si chiama filologia anche quella: non classica, musicale.

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    15. Nulla mi fa ombra.
      La hybris non la evoco, la esorcizzo, perché ne ho sacro timore, come è prudente per un mortale.
      Solo mi stupisce che un lettore di Celine nella Pleiade (e che giustamente spesso invita i suoi lettori a sollevare lo sguardo dal dato meramente tecnico, per assurgere ad una visione più integralmente umana) faccia finta di non sapere che ci sono più cose - o persone - in cielo e in terra di quante la nostra filosofia non immagini.
      Dice: “Ma ho chiesto”. Si, però contano non solo le parole, ma anche il tono con cui sono dette (o scritte, nel caso di specie). Un musicista queste intonazioni le sente e le esprime benissimo.
      Dice: “Ma vuoi fare il processo alle intenzioni”. No: sono solo molto affezionato alle opere, alla figura, e alla storia personale del prof. Canfora.
      E tutto questo davvero senza voler fare polemicuzze, o peggio lezzzioncine, che non posso certo permettermi: ammiro chi sa (Bagnai e Canfora); cerco – con pochi risultati ahimè – di trarne profitto.
      Concludo inviandole un saluto cordiale.

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    16. Ma io non faccio finta di nulla. Io esorto a leggere il dato con gli occhi di Tolstoj, pensa un po', e non con quelli di Dornbush. Devo far finta di sapere tutto, per farti contento? Ma che problema c'è! Finché sono dietro uno schermo posso farlo.

      Mi stai dicendo che questo Canfora è un bravo ragazzo, non un terroristucolo da quattro soldi? Ottimo. Lo leggerò. Sai com'è, dopo le esperienze di Rossanda e Gallino la categoria "padre nobile" mi suscita un immediato rash cutaneo. E tu hai un ottimo orecchio musicale.

      Che in questo paese la gente faccia quello che sa fare, me ne darai atto, è una battaglia persa...

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    17. …invidiuzza?

      Si.

      Chi può presumere tanto di sé da non avere nulla da invidiare ad altrui? Io invidio Tucidide e Keynes per la loro potenza di visione, e mi interrogo sul mistero della distribuzione dei talenti.

      Quanto al tuo Libbro, dopo aver letto l’estratto, mi chiedevo se si sarebbe potuta organizzare qui nei miei paraggi una tappa di presentazione alla presenza dell’autore. Meditavo perciò sul pubblico da coinvolgere, e quindi sul lettore-tipo a cui era destinato. Da cui la mia domanda.

      Comunque è colpa mia: oltre che invidioso, sono troppo ellittico, e pretendo più attenzione di quanta ne meriti.

      Peraltro, hai ragione da vendere: limitiamoci a fare quello che sappiamo fare, e lasciamo quindi la psicologia agli psicologi.

      Piuttosto, non è hybris pretendere di aver spiegato un uomo con una parola, quando per spiegare l’economia ben tre sono poche? (Però, ora che ci penso, in effetti a volte una sola basta…)

      E la mia, di hybris, sai già come la tratto.

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  10. Risposte
    1. Tiens! Stiglìtz nous dit ça... Mais c'est très très rassurant, et surtout très nouveau! On ne s'attendait pas à cela, ici sur Goufinomix...

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    2. "Goufinomix".
      Scritto così, sembra un personaggio di Asterix. Forse... il bardo?
      :D

      (Tranquillo, morta sono e morta resto, incapable of my own distress.)

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  11. OT:
    è appena terminato "Otto e mezzo" su La7.
    Giavazzi "il tegliatore" dispensa consigli a dx e a manca.
    Per la manca c'è Fassina (una prece).
    Pornografia allo stato puro.
    Ma non c'è la fascia protetta nel dopo tg??
    Come disse la vecchia che camminava sugli specchi....

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  12. OT: Leggere commenti su articoli del FQ mi sconcerta sempre più. Poco fa ho aperto questo articolo e trai commenti "più votati" vedo decine di commentatori irridenti che prendono in giro Travaglio e gli danno del buffone. Ora non è un po' bizzarro che trai lettori del FQ ci sia una predominanza di persone che schifano il vicedirettore del giornale???

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  13. Ma perché faccio queste cose? Ho appena finito di sorbirmi tutto otto e mezzo con fassina e giavazzi....

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    1. Passata è la tempesta,
      odo augelli far festa, e la Fassina
      tornata in su la via,
      che ripete il suo verso: Coooo... coooo.... cocopròòòòòò...

      Dice che il primo ottobre presentano l'ebook degli economisti timidi al Senato. Quasi quasi ci vado (in quanto coautore) e gli recito quest'ode...

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  14. Caro professore, ha visto il film The Village? La sua trama descrive l'Italia di oggi. Un gruppo di anziani ha intrappolato i giovani in un villaggio isolato dal resto del mondo, facendo loro credere di vivere in un'epoca storica diversa da quella reale, che il loro è il migliore dei mondi possibili e che fuori dal villaggio abitano mostri. Periodicamente gli anziani si travestono da mostri per evitare la fuga dei giovani. In Italia un gruppo di anziani ha intrappolato i cittadini nell'euro, facendo loro credere che sia il migliore dei mondi possibili e li spaventa se vogliono uscirne.

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  15. prof ma a roma il 18 settembre a che ora? e soprattutto l'entrata è aperta è tutti?

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    1. Amico caro, sta scritto sul programma: alle 9:30. Va bene, lo scrivo anche nel post.

      Se l'entrata non fosse aperta a tutti, ve ne avrei parlato? Vado in tanti posti dove non potete entrare, o dove preferirei che non entraste (vengo proprio ora da uno di questi), e generalmente non vi invito...

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  16. Buongiorno prof, dice che sarebbe possibile registrare l'evento e pubblicarlo online? Magari grazie ad ecodellarete? Coabito con un Piddino extreme e le sue spiegazioni sono manna dal cielo :-)

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    1. Ma dici il concerto? Sarà una ficata: suono cinque flauti diversi, più il clavicembalo. Eventualmente ti mando la partitura in pdf per il piddino.

      Al seminario di Roma eco vorrebbe venire...

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    2. Prof, alludevo all' evento (in realtà agli eventi) a cui lei prenderà parte come economista e non come musicista! Però, se pensa che la musica possa aiutare, registri pure quella e si fa una versione con la musica di sottofondo :-)

      Ma che sia musica buona mi raccomando! No perchè il mio coinquilino è uno di quelli che "credonell€uroirreversibileperchèmelohadettoDraghi"...è dura davvero stargli appresso! :-)

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  17. Ps: In un articolo pubblicato quest'estate (“The balance sheet recession in the US”) da quel vecchio lupo del giornalismo finanziario che è Martin Wolf dimostra chiaramente, con una serie di grafici aventi per oggetto i “bilanci finanziari settoriali” che lo Stato non merita tutto lo stigma e/o la cattiva reputazione di cui è oggetto: il suo deficit di bilancio infatti non nasce sempre da un sistema di welfare troppo generoso e quindi insostenibile, o da una IRRESPONSABILE PRODIGALITÀ (=da improvvidi, non oculati interventi di spesa pubblica). Esso può semplicemente essere l'AUTOMATICA CONSEGUENZA della DECISIONE DEL SETTORE PRIVATO (famiglie + imprese) di rifuggire da consumi e investimenti (acquisto di abitazioni, macchinari, brevetti, impianti....), per smaltire un eccesso di debito o per accumulare risorse finanziare (un surplus) da impiegare in tempi migliori.

    Dato che i redditi di un agente economico sono le spese (o uscite, per esempio nella forma di sussidi di disoccupazione, o ancora minori redditi, per esempio fiscali = minor gettito di IVA per la riduzione dei consumi e investimenti di imprese e famiglie o minore gettito di imposte dirette per le mancate assunzioni, o peggio, i licenziamenti) di un altro, ecco che il surplus di un settore (in questo caso il settore privato domestico) si deve tradurre nel deficit di un altro (il settore pubblico). Naturalmente Wolf considera anche il settore estero, ovvero il fatto che in un'economia aperta quale quella statunitense uno Stato fiscalmente imprudente si può finanziare, in tutto o in parte, indebitandosi con l'estero.

    In altre parole l'aumento di debito pubblico non va necessariamente interpretato come l'epilogo di una lunga storia di spesa pubblica fuori controllo. Esso spesso è semplicemente l'inevitabile risultato del calo delle entrate fiscali ( soprattutto se legate ai redditi da lavoro e ai consumi ) e dell'erogazione (AUTOMATICA) di prestazioni minime assistenziali (food stamps, fu:d stæmps = buoni pasto, cassa integrazione, sussidi di disoccupazione) nella fase di recessione economica che segue quella di boom (= lo scopo dell'articolo in questione è dimostrare che il debito pubblico può essere EFFETTO, anzichè causa, della crisi).

    Bisogna ovviamente poi decidere se attuare politiche (DISCREZIONALI) espansive in senso anti-ciclico (laddove le stesse non siano state dichiarate FUORI LEGGE, vedi fiscal compact) o procedere, al contrario, ad un consolidamento fiscale( = decidere se aumentare o ridurre il deficit). Le due opzioni hanno ciascuna un costo. E tale costo varia da nazione a nazione.

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    1. Ovviamente l'incipit è senza il PS:

      In un articolo pubblicato quest'estate (“The balance sheet recession in the US”) quel vecchio lupo (wolf, wʊlf = lupo) del giornalismo finanziario che è Martin Wolf dimostra chiaramente...

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  18. PS: Il giornalista del Financial Times considera gli Stati Uniti, ovvero un paese con una posizione debitoria verso l'estero di tipo “strutturale” (=persistente, consolidata; e di segno opposto a quella del Giappone) piuttosto che ciclico, ma il suo ragionamento può essere ripetuto ( così come viene fatto in vari studi, con tutti i distinguo del caso !!! ) per le economie periferiche della zona euro. Insomma (vale la pena ripeterlo) se una spending binge ('spendɪŋ bɪndʒ, binge = eccesso, ubriacatura, sbornia, orgia) c'è stata, l'analisi dei bilanci dei vari settori (settore privato interno, settore pubblico, settore estero) mostra che, contrariamente a quanto una certa stampa, non solo in Italia, si ostina a raccontare (=contrariamente alla vulgata ufficiale), ad indebitarsi con gli operatori non residenti sono state, tramite una talvolta “spensierata” (sic) intermediazione bancaria, famiglie e imprese e non i governi che invece, prima della “grande recessione” (= prima del 2008), erano spesso impegnati in un virtuoso sforzo di risanamento dei conti pubblici (ad esempio in Spagna e Irlanda, ma anche in Italia!!, basta vedere un qualsiasi grafico che riporti l'andamento del fabbisogno pubblico F = CONSUMI COLLETIVI – ENTRATE FISCALI dal 2005 in poi; in Irlanda, dal 2003 al 2006, era addiritura il settore pubblico a finanziare, purtroppo solo PARZIALMENTE, ovvero insieme al risparmio estero, i consumi e gli investimenti privati ).

    Le risorse reali ( beni e servizi ) e finanziarie (capitali) IMPORTATE dai paesi core (la loro manifestazione contabile nel paese che le riceve è il cosiddetto DEFICIT DELLE PARTITE CORRENTI) sono state utilizzate soprattutto per soddisfare e sostenere esigenze di consumo e investimento (=acquisto di abitazioni) delle famiglie e delle società di costruzioni edili e NON, come nella crisi asiatica del' 97, per accrescere, con risparmio straniero in luogo di quello nazionale, la DOTAZIONE (= STOCK) DI CAPITALE FISICO delle imprese.

    PS: Il risultato dell'afflusso di capitali nei paesi asiatici fu un ECCESSO di capacità produttiva (esiste un limite al numero di computer che si possono vendere ! e ai guadagni che si possono realizzare) + una crisi valutaria (= la moneta locale, poco richiesta, diventò sempre più “vile” ovvero di poco valore ) e finanziaria (= carico debitorio eccessivamente gravoso = rischio di bancarotta ) nel momento in cui si verificò il temuto sudden stop (sʌdən' stop= cessazione e inversione di rotta dei flussi di finanziamento estero). I prestiti alle imprese non vennero rinnovati e gli operatori stranieri, delusi evidentemente da rendimenti calanti e timorosi di non rivedere più, in tutto o in parte, il capitale iniziale (= i “pargoletti” in una vecchia pubblicità ), optarono per l'estinzione degli stessi, nella loro bella e pregiata (=COSTOSA!) valuta estera (sic). Se ne venne fuori, per farla breve, con una svalutazione, ovvero un rilancio dell'export e una contrazione delle importazioni (= un miglioramento del saldo commerciale), una pronta (=elastica) riduzione degli investimenti (= un ulteriore contributo, dopo quello legato ai consumi, all' aumento del risparmio interno) con, a seguire, effetti benefici anche sui saldi di bilancio pubblici ( ci fu l'HAPPY ENDING! ).

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    1. Ps: io non so bene chi tu sia, sei certo informata, e anche un po' sciroccata, il che non guasta (sinceramente).

      Detto questo: perché non ti apri un blog? Guarda che è gratis, e io lo leggerei volentieri. Qui sono vietati i commenti a puntate.

      Ed è anche vietato parlare come Donald.

      "Bilanci" settoriali facciamolo dire a Donald. "Balance" (come si pronuncia lo sai meglio di me, vedo) in inglese vuol dire "saldo". Il "bilancio" è il balance sheet. Da non confondere col "balance shit" (e sarei curioso di sentirla, questa pronuncia).

      Da oggi sei soggetta a "quota" ("contingente", ovvero, come traducono gli economisti, e forse pure tu: "quote", che però sarebbero "shares", ma non nel senso di "azioni", da non confondere a loro volta con le "actions"...).

      Insomma: ho capito che vi piace giocare, ma io ho poco tempo, e quindi mi piace solo vincere. Che carattere di sheet... no scusa: di shit!

      Chi tocca la coda di moderazione muore.

      Peraltro, non è che sia del tutto d'accordo con l'analisi. A grandi linee sì, ma qualche dettaglio è un po' luogocomunista. Io però sono solo un humble teacher, non un columnist.

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