Corrado Luciani ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Chi ha dato e chi ha avuto: i numeri veri dei fondi UE":
Commento tardivo perché ho letto l'articolo da poco. Tuttavia i contributi a fondo perduto (esclusi quindi i prestiti) vengono restituiti non completamente, ma pro quota in base al PIL e quindi comunque sborsiamo una parte e non tutto quello che abbiamo ricevuto (comunque ben superiore alla pro quota del PIL). Non è così?
Pubblicato da Corrado Luciani su Goofynomics il giorno 2 giu 2025, 08:48
No, non è proprio così. E non lo è, caro Corrado, per motivi in effetti non agevolmente verificabili. Sul PNRR sei stato disinformato anche tu, come tutti, e di questo non sei certo colpevole. Tuttavia, già l'insistere a chiamare "a fondo perduto" una cosa che a fondo perduto non è (io dico sempre: "le sovvenzioni, cioè i contributi cosiddetti a fondo perduto") è parente del perseverare a chiamare Europa l'Unione Europea, e questo in noi suscita un sentimento di sospetto.
Ma ragioniamo spassionatamente.
Noi abbiamo avuto sovvenzioni per quasi 72 miliardi:
(fonte: la solita), su un totale di sovvenzioni pari a 359 miliardi:
per cui, come correttamente evidenzi, la percentuale di "fondo perduto" è stata superiore alla nostra percentuale sul Pil dell'Eurozona (in effetti andrebbe utilizzato il Reddito nazionale lordo, ma stranamente Eurostat non lo dà e quindi ci teniamo il Pil): rispettivamente, il 19.99% (facciamo il 20%) dei grants a fronte del 12.4% (facciamo 12%) del Pil (poi c'è da controllare se anche qui si usi la PPA e quanto sia il saldo dei redditi primari dall'estero, ma non entro in questo, sono comunque decimali). Vale anche la pena di dare l'ordine di grandezza di questo insigne favore ricevuto: la differenza fra il 20% e il 12% è l'8% dei grants (che avremmo ricevuto in eccedenza rispetto alla proporzione del nostro Pil sul totale europeo), cioè 0.08x359/6 = 4.78 miliardi l'anno (cioè un po' più della metà dei titoli collocati con l'ultima asta dei Btp Italia).
Comunque, finché si tratta di prendere, possiamo anche pensare che ci sia andata bene (ovviamente, senza voler considerare i costi di transazione determinati principalmente dal non poter decidere le priorità di spesa e dal dover sostenere i costi di una serie di nuovi adempimenti burocratici, fra cui il ReGiS).
Si dimentica però sempre che il rimborso, invece, andrà fatto pro quota e noi siamo contribuenti netti.
Ora, il punto che a tutti sfugge (perché viene accuratamente tenuto nascosto) è questo: quanto andrà rimborsato? Il fatto è che nessuno lo sa esattamente. Per quanto possa sembrare strano, il primo studio scientifico sugli scenari di rimborso del "fondo perduto", cioè delle sovvenzioni, cioè sulla parte che incombe sul bilancio europeo, è stato fatto nell'ottobre del 2023 per la Commissione bilancio della precedente legislatura europea su richiesta dei cattivissimi sovranisti e lo trovi qui. Soggiungo che richiesto da chi vi parla se esistessero studi precedenti su questo tema non banale nel quadro di una audizione parlamentare svoltasi il 27 marzo scorso:
il Commissario al bilancio, Piotr Serafin, non ha risposto (del resto, ha voluto un incontro informale, senza stenografico né sommario, proprio per evitare che le sue non risposte venissero non messe a verbale)! Quindi, in base al brocardo qui tacet adsentire videtur, fino a prova contraria la Commissione un piano finanziario sufficientemente articolato per scenari e ipotesi verosimili sull'evoluzione dei tassi di interesse non ce l'aveva, e qui lo sappiamo bene, altrimenti a maggio 2023 non sarebbe scoppiato questo gran casino:
ricordato dall'ottima Pacione De Bello (e alla base della richiesta di approfondimento dei parlamentari del gruppo ID). Mi affretto a dire, per fugare equivoci, che gli autori dall'approfondimento sono tre economisti di provatissima fede europeista (in particolare, io ho conosciuto Claeys quando ero vicepresidente di INFER, come qualcuno ricorderà): basta guardare i loro CV e le loro pubblicazioni per rendersene conto (qui quelle dell'ortodossissimo Gregory).
Ora, to make a long story short, il succo dei loro findings è questo qui:
al bilancio europeo il rimborso del "fondo perduto", fra capitale e interessi, costerà una roba fra i 582 e i 715 miliardi (nel grafico che rappresenta il profilo del rimborso in blu c'è la quota capitale, in arancione la parte di interessi). Ora, volendo fare un ragionamento grossolano, il 12% di 582 miliardi (scenario ottimistico) è 69.84 miliardi, mentre il 12% di 715 miliardi è 85.8 miliardi (naturalmente spalmato sul periodo di restituzione, ci mancherebbe).
Ora, il calcolo può essere complicato a piacere. Suggerisco due direzioni: nel periodo del rimborso noi non saremo solo contribuenti, ma anche beneficiari del bilancio comunitario; inoltre, come ogni prestito, anche le sovvenzioni aiutano a risolvere un problema di liquidità.
Giusto!
Tuttavia: noi resteremo per forza di cose contribuenti netti al bilancio comunitario (avendo un Pil pro capite maggiore di quello degli altri e in crescita), e quindi non dovremo ringraziare nessuno, mentre qualcuno dovrebbe ringraziare noi. Inoltre, il problema di liquidità poteva essere risolto da Draghi quando vigeva la clausola di sospensione generale e il debito era a costo virtualmente nullo: perché si è scelto questo modo così opaco e bizantino di gestirlo?
Perché quello che si voleva, quello che Conte, in particolare, voleva, e ci fu chiaro fin dal suo primo discorso in Senato (con quell'incongruo richiamo all'Unione Bancaria, del tutto non concordato e fuori linea), era rendere il Paese schiavo di Bruxelles. Siamo riusciti a impedirgli di realizzare questo suo piano via MES, ma non siamo riusciti a impedirgli di realizzarlo via PNRR, che resta, sotto questo profilo, un MES che ce l'ha fatta.
Ma attenzione: potrebbe andare ancora peggio! Se leggete con attenzione lo studio di Claeys et al. ci troverete la parola del demonio: rollover. Quello sarebbe l'inizio della fine, e uno dei modi per introdurlo potrebbe anche essere la (lodevole) intenzione di gestire in modo meno drastico il piano di rientro da NGEU. Sarebbe però mettere il piede nella porta degli Eurobond, cioè della definitiva fine della nostra autonomia decisionale.
Pensiamoci bene!
Praticamente hanno fatto impegnare nazioni per tanti anni e per somme colossali, senza sapere a quali costi.
RispondiEliminaSe non fosse da piangere, sarebbe da ridere.
Poi, però, uno pensa che lo scopo era quello di limare, ancora un po',
l'indipendenza delle scelte economiche dei paesi, allora il pianto lascia il posto alla rabbia.
Questo commissariamento lo abbiamo sempre denunciato, ma non è servito a nulla: prima l’onestà, poi la poontoorina, ora i bambeenee… vulgus vult decipi, ergo decipiatur!
EliminaE comunque su tutto: Salveeneeh!
EliminaVox clamantis in deserto... hai voglia a pagaiare per venir via dall'atollo mediaticamente sterilizzato... come diceva qualcuno, ci sono voluti vent'anni e si vede ora la costa. Piroghe di consapevolezza in un oceano infestato dalle portaerei della disinformazione. A chi ne osserva da tempo e con simpatia l'epopea, sembrano quasi un miracolo i primi sbarchi. Questi profughi del buon senso e della ragionevolezza devono essere uomini dalla tempra d'acciaio. Su tutti, il più odiato, bisogna ammetterlo.
EliminaDescrizione poetica ma chiarissima.
EliminaComplimenti.
Ma domanda... Si dice sempre, siamo contributori netti... Ma è possibile modificare questa quota? Per ridurre la quota di "nettitudine" (haha) e renderla minore così da tenere qui anche solo qualche miliardo in più..
RispondiEliminaNo, perché il criterio è solidaristico: chi sta relativamente meglio, deve dare a chi sta relativamente peggio, e noi siamo relativamente meglio.
EliminaDi questo passo, a forza di peggiorare la nostra situazione, fra vent'anni saremo noi ad aver bisogno e diventeremo beneficiari. Ben magra consolazione, a quel punto...
EliminaMa il problema è che purtroppo stiamo andando meglio degli altri! 😂
EliminaOggi Sua Maestà Larry Fink va glocal su FT, ignorando del tutto il bisogno di politiche di sviluppo e di repressione finanziaria keynesiane nelle “comunità locali”. Forse il PNNR sarà solo l’antipasto di un pantagruelico banchetto per IBuoni.
RispondiEliminaOk grazie... diciamo che quando conviene c'è la solidarietà haha poi però ti mettono con le spalle al muro... Ma da Marcello foa che aveva sembra che avesse il fiatone stava marciando anche lei tra le truppe??
RispondiEliminaStavo salendo verso il Quirinale da via della Dataria.
EliminaUn allenamento degno per le camminate del weekend in montagna haha Roma è bella quando ero lì spesso per lo stress non si ha tempo di ammirare tutti i segreti della città, quando si è lontani da qualche anno poi si ha voglia di tornare sui luoghi spesso battuti... Spero che a Roma ci stia almeno minimo altri 10 anni haha
EliminaMa io mi domando: ma veramente un personaggetto come Conte ha scientemente scelto la strada dell'assoggettamento con il PNRR, nel senso che la sua volontà e consapevolezza era proprio quella di una maggiore sudditanza nei confronti del Leviatano oppure più semplicemente...mooooolto più semplicemente....pensava di aver fatto il colpaccio e poteva sbandierarlo dentro casa?
RispondiEliminaMa io mi domando: ma veramente non ci rendiamo conto di chi tirasse i fili di quella marionetta?
EliminaMa si certo, era la Merkel che tirava i fili...ciononostante mi chiedo se lui in cuor suo pensasse di aver fatto l'interesse dell'Italia. So già che la risposta, laddove ci fosse, non farebbe alcuna differenza, quindi ritiro la domanda.
EliminaQuanto sarei curioso di conoscere nei dettagli la storia della marionetta. Ma proprio dal principio e con tutti i personaggi e gli episodi. Quanta casualità e quanto studio e di chi. In quale stadio sono stati attaccati i fili (che abbiamo visto tirati da chi), come e quando è avvenuto il reclutamento. O forse è nota e sono io che non la conosco.
EliminaIl commento di splendide era piuttosto superficiale: "la Merkel". La storia "vera" non la conoscerà nessuno, abbiamo solo squarci, testimonianze, immagini. La catena di comando però era abbastanza ovvia, direi...
EliminaUna marionetta spacciata per burattino, tra l'altro, è una apprezzabilmente sottile forma di depistaggio. Un movimento dal basso che in realtà è un movimento dall'alto.
EliminaProf. a Firenze, se ricorda bene, ci sono gli archivi storici delle Istituzioni Europee, a Villa Salviati Via Bolognese 156.
Eliminahttps://european-union.europa.eu/principles-countries-history/history-eu/historical-archives-eu-institutions_it
Se uno avesse voglia, adesso si possono richiedere anche on-line, forse si potrebbero trovare tanti documenti interessanti.
Per esempio in merito alla BCE, cito:
« Gli archivi storici della BCE ti permettono di accedere ai documenti in suo possesso che sono stati declassificati in conformità alla Decisione BCE/2023/17 allo scadere del termine di 30 anni dalla loro data di creazione. »
Ai miei tempi ci ho passato 5 mesi di fila: ogni giorno andavo in treno e ci stavo dalla mattina alla sera con i panini. E non era gratis: le fotocopie delle pagine tratte dai microfilm degli archivi erano a pagamento (un tot a pagina). Forse anche adesso…
Però ricordo ancora la soddisfazione quando trovai, nero su bianco, i documenti sull'emigrazione dall’Italia verso la CEE, in cui, i nostri amici “Übermensch”, prima di accettare alcune centinaia di lavoratori italiani (da alloggiare in baracche, da cui il sabato e la domenica non si poteva uscire e andare a zonzo) sottoponevano ai solerti funzionari italiani tanti accordi bilaterali, in cui s’impegnavano, firmando, a votare a favore delle proposte tedesche nei campi di loro interesse.
Insomma andavano con il berretto in mano...
Mi sa che il burattinaio di Conte non si trovava in Germania, ma a pochi centinaia di metri da Palazzo Chigi...
EliminaBeh comunque ANCHE al livello universitario sembrerebbe un "paracadutato" : per valutare la cosa non c''è un h-index anche per la sua "scienzah" ?
Elimina1/2 Non pensavo di ottenere una risposta alla mia domanda in un commento di un post datato e mi fa piacere che se ne sia fatto un altro post. Devo dire che qui l’efficienza da un punto di vista informativo non manca. Mi fa piacere che ci sia un onorevole con il quale scambiare opinioni con franchezza, dandoci del tu e scambiando battute come si fa tra amici.
RispondiEliminaPerò la mia vena polemico-diffidente mi porta sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto e ho una certa propensione a criticare e a ribattere ad argomentazioni anche autorevoli. Per cui non intendo né ho la propensione a diventare un tuo fan, caro Alberto, piuttosto uno “sparring partner”, il termine mi piace. E’ il ruolo che vorrei assumere per ogni politico, qualcuno però non ci tiene ad averlo.
Fatta questo fin troppo lunga premessa arrivo al punto ed espongo ciò che non mi convince nella tua argomentazione.
1) Costo per interessi passivi. Considerarlo può alterare l’analisi comparativa. Infatti se facessimo delle opere pubbliche e/o dovessimo sostenere delle spese dobbiamo comunque finanziarci, sostenendo dei costi per interessi. Quelli del PNRR dovrebbero essere più bassi, ma in ogni caso vengono calcolati su quel teorico 12% e non 20%. Risparmio quindi in ogni caso. Anche se ci sono stati periodi in cui il tasso di interesse è stato particolarmente favorevole nulla ci ha impedito di poterne approfittare sulle altre spese pubbliche e/o rinnovo di titoli, che rappresentano somme ben più elevate del PNRR. Ad esempio potevamo emettere titoli a più lunga scadenza, sia in fase di rinnovo titoli, che per nuove necessità di finanziamento. Del resto le entrate da PNRR ci garantivano una maggiore liquidità. Forse il problema è che non abbiamo approfittato di questo periodo favorevole, ma anche e soprattutto per scelte interne e non imposte dalla UE.
2) Adempimenti burocratici e limiti nella scelta investimenti. Anch’io purtroppo ho notato che stiamo un po' rendendoci ridicoli con politiche green e imposizioni varie. Però il nostro modello non può essere quello degli Stati Uniti, peraltro osannato da Draghi, dove si tutela più il produttore che il consumatore. Poiché gli effetti si vedono eccome. Per questo in un mio commento avevo fatto una domanda provocatoria e la rifaccio in questa sede: vogliamo una crescita del PIL e della produttività a costo di 7 anni di aspettativa di vita in meno? Perché è quello che si sta osservando negli Stati Uniti rispetto al nostro Paese e tanti altri europei. In teoria i limiti vanno nell’ottica di investimenti più mirati a migliorare il nostro benessere. Però già i singoli stati europei avevano intrapreso quella strada. Con l’UE si doveva migliorare ancora. Se invece aumentano solo gli ostacoli, che gli onorevoli europarlamentari si diano da fare per ritrovare quello spirito europeo più propenso a garantire benessere che crescita, senza inutili adempimenti burocratici. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca. Tanto più che i tempi sono maturi per importanti cambiamenti. Dalle ammissioni di Draghi sugli stipendi, alle tendenze elettorali. Siamo più informati evidentemente e qualcuno ne dovrà prendere atto. Intanto ogni europarlamentare faccia i suoi compiti fino in fondo: informarsi, informare e proporre.
Scusa, amico: qui non si tratta di quello che ti piace o non ti piace. Se quando vai a contrarre un mutuo in banca "non ti piace" valutare quanto ti costerà di interessi sono fatti tuoi. Il mondo non dovrebbe funzionare così. Il problema è che noi pro quota rimborsiamo gli interessi di tutti gli altri e lo facciamo da una posizione di contribuente netto. Secondo te, se il beneficio per noi fosse così NOTO ed EVIDENTE, perché non ci verrebbe esposto chiaramente e apertamente?
Elimina2) perdonami ma questo discorso sarà anche conferente (a me non sembra), ma proprio non lo capisco. Trovo solo futile la chiamata alle armi degli europarlamentari. Significa non sapere di che cosa si stia parlando: il Parlamento Europeo non ha nemmeno iniziativa legislativa! Nell'acqua sporca non c'è un bambino, c'è un troll. L'idea che i tempi siano maturi per importanti cambiamenti è propaganda in purezza! Le ammissioni di Draghi non vogliono ovviamente dire nulla.
3) Soppesare le conseguenze delle nostre scelte. Qual è lo scopo di questo post? Se informare va benissimo. Non vorrei però che qualcuno, magari anche con importanti ruoli politici, lo interpreti come un invito ad una sorta di disobbedienza civile, rifiutando contributi a fondo perduto poiché richiede troppi adempimenti. In questo caso a mio parere possiamo aumentare il danno, anziché ridurlo. Correggimi se sbaglio, ma se perseveriamo nel non rispettare le condizioni che ci richiedono quei fondi potrebbe essere destinati ad altre zone. Quindi non abbiamo le entrate, ma questo non ci evita (correggimi se sbaglio) le future uscite, imposte in base alla percentuale del PIL. Quindi in questa situazione dobbiamo cercare di adattarci e sfruttare al meglio le opportunità che ci vengono offerte.
RispondiElimina4) Sfruttare al massimo la residua autonomia. Comunque una certa autonomia ancora l’abbiamo. Siamo certi di usarla al meglio? Ce lo dobbiamo chiedere perché se vogliamo uscire da questa brutta avventura con le ossa non troppe rotte qualche compito lo dobbiamo fare. Per esempio si può meglio razionalizzare la nostra spesa? Si parla di moltiplicatore fiscale. Esiste un moltiplicatore fiscale più elevato per determinate spese e/o investimenti? Esiste la possibilità di evitare spese accedendo a contributi europei a fondo perduto, utilizzandoli interamente, anziché lasciare che se approprino gli altri paesi? C’è la possibilità di modificare qualche regolamento europeo, attraverso i nostri europarlamentari, che risolva qualche criticità? E’ veramente impossibile modificare il trattato, se il malcontento serpeggia sempre di più? In fondo anche il QE era un tabù, eppure è stato violato. Possiamo continuare su questa strada facendo QE mirati a livellare i tassi di interesse? Possiamo fare qualcosa per migliorare la nostra efficienza e contrastare la corruzione?
5) Previsione dei vari scenari “finali”. Ci stiamo avvicinando alla resa dei conti e anche nell’ipotesi che non si possa fare altro che uscire dall’Euro una qualche analisi delle sue conseguenze va fatta. Come si muoverà il mercato nei nostri confronti in caso di un Italexit? Se invece la UE implode senza che vi sia un paese un singolo paese che esca dall’Euro quale sarebbe la sorte per l’Italia? Quali sarebbero le misure che possiamo fare per attenuare i colpi che la nostra economia inevitabilmente si troverà a subire? Fare post e una attività politica anche per questi scenari ci potrebbe meglio far comprendere sia se possiamo fare qualcosa ora, sia quello che potremmo fare per il futuro. Non saremo impreparati.
La mia preoccupazione, da comune cittadino, è che andremo verso il baratro e ognuno dirà che è colpa dell’avversario politico. Noi però, comuni mortali, ne usciremo con le ossa rotte.
Se si fosse all'anno zero magari … chissà. Ma se si parla di PNRR i progetti, i percorsi di realizzazione, i controlli sui traguardi e le relative date di raggiungimento, le autorità preposte ai controlli sulle autorità preposte ai controlli delle autorità preposte ai controlli, e infine lo stesso diavolo che se li conduce via tutti insieme, tutto ciò è determinato nei più minimissimissimi particolari, e se la cosa andrà male, perché ci saranno cose che studiate male, imposte peggio, e monitorate invece fiscalissimamente non potranno che andare male, ebbene si verrà su a dire che la colpa non è della follia insita in questo schema folle, ma nella castacriccacorruzione che non ha saputo trasformare in oro la m..... E' tutto già scritto, non c'è alcun margine di manovra e non ci poteva in nessun modo essere se, appunto, lo spirito che ha ispirato questa Unione Europea era il sospetto e l'antisolidarietà fin dai primi istanti, anzi anche prima dei primi istanti. E poiché questo oramai è palese, insistervi su non può non avere uno scopo anch'esso particolarmente evidente.
EliminaLo scopo di questo post è ribadire quello che l'Onorevole ripete da tempo e cioè che il PNRR è un MES che ce l'ha fatta. Lei è al corrente della vittoria ottenuta, dall'autore del blog, contro questo strumento dopo anni di lotta? Relativamente al costo degli interessi c'è poco da dire visto che i tassi sono aumentati rispetto al 2020. Le conseguenze di ciò sono ovvie. Riguardo ai contributi cosiddetti a fondo perduto l'Onorevole affermò a suo tempo che fosse meglio prenderli che rinunciarvi (niente disobbedienza civile) e non perché fossero gratuiti ma perché li avremmo pagati comunque. Se lei si diverte a rompersi da solo le scatole scrivendo questi lunghissimi e fumosi commenti faccia pure, ma prima di intervenite ulteriormente io le suggerirei la sezione "Per cominciare". Non è il primo, ne sarà l'ultimo, a venire qui sperando di avere qualcosa d'interessante da dire ma senza umiltà è difficile ricevere una buona accoglienza.
Elimina3) al punto 3 esce un altro grande classico del trollaggio, la retorica del "cattivo maestro" Bagnai, ovviamente costruita mettendomi in bocca cose che non ho detto. Grazie, così capiamo che cosa sei venuto a fare. Faremo una summa dei tuoi argomenti, sarà, utile.
Elimina4) allora: tu puoi goebbelsianamente continuare a ripeterlo, ma quelli che chiami "QE mirati" sono violazione dei Trattati, quindi non sono una proposta ma una presa per i fondelli del lettore. Se questo e una cottarelliana spending review (ovviamente in nome del "miglior moltiplicatore") è tutto quello che hai da proporre... ritenta, sarai più sfortunato!
5) la retorica del "comune cittadino" massacrato da "li polidighi" che litigano te la puoi risparmiare. Tu sei in tutta evidenza uno che l'euro lo ha voluto, se c'è un nemico dell'interesse comune in questo blog in questo momento sei tu, suggerirei di non mettersi su questa china.
Oggi, grazie a Lei, capisco Aleksandr Solženicyn in « Reparto C » - Edizioni Einaudi - Gli Struzzi 52 - pagina 499:
RispondiElimina« Se per decenni e decenni non si permette di raccontare le cose come sono andate, i cervelli umani si smarriscono irrimediabilmente, e capire un connazionale diventa più difficile che capire un marziano. »
Ci sono cose che si capiscono solo passandoci. Noi, qui, abbiamo capito come nasce il nazismo (in epoca pre-poontoorina, ci tengo a specificarlo).
EliminaPoi c'è un altro tema da sviluppare: è possibile conoscere i costi finora sostenuti per singoli interventi? Mi spiego con un esempio. Nella mia città le piste ciclabili stanno spuntando come funghi, dalla notte alla mattina. E ogni pista ciclabile nuova sottrae spazio alle già strette vie cittadine. Sono lavori inutili se non dannosi. Cioè ci stiamo indebitando spendendo danaro pubblico in modo insensato. Chiedo: ma non è proprio possibile fare un passo indietro e smettere di sperperare i nostri soldi?
RispondiEliminaIl costo di costruzione va dai 25mila a 300mila € al km, secondo il ministero https://www.mit.gov.it/nfsmitgov/files/media/normativa/2021-04/Allegati%201%20e%202%20Decreto%20Poli%20universitari%20%20rev.4.pdf
EliminaIl discorso poi è complicato, se una persona usa meno l‘auto (che costa 0.30€/km) e un‘altra persona in auto per andare da A a B impiega 20 minuti invece di 10 minuti, andando più piano (e si spera guidando in maniera sensata senza sgasare o selettronare), salta fuori che si spende meno per l‘import di energia primaria.
Poi ecco la libertà di movimento va sicuramente garantita, con misure sensate e non populiste, che di unioni che non serve il passaporto ne basta una…
Il problema è che nessuno usa queste piste ciclabili... Abito in una città del nord piddina e tutti sti ciclisti pendolari non ce ne sono... Forse tre all h è dire tanto.. complice l inverno rigido, pioggie costanti anche primavera, caldo torrido
Eliminaestivo, lontananza dei centri abitati dai luoghi produttivi/uffici del centro... Insomma il 99% delle piste ciclabili non sono sfruttate a pieno
I piddini costruiscono le ciclabili per „aiutare gli altri a rinunciare all‘auto“, mica per se stessi, ovvio che non funzionano e non sono usate, per se stessi progettano le esclusioni dal pagamento delle ztl, per poter liberamente andare in auto in centro.
EliminaA scanso di equivoci: io spero che sia messo nella Costituzione l’obbligo di avere l‘auto, possibilmente SUV, per lottare contro la diseguaglianza e l’invidia sociale, basta con ste fregnacce di biciclette socialiste e car-sharing liberisti.
Ps: qual è l‘1% di ciclabili sfruttate?
Buona sera Bagnai, nel decreto sicurezza a quanto pare sembra che i servizi abbiano più libertà di agire... Si ricorda nella seconda guerra mondiale che i partigiani mettevano la sabbia negli ingranaggi dei treni militari... Ecco sarebbe da mettere un po' di "sabbia"anche alle ONG... Che ci vuole... Tuta da sub e via oppure quando sono attraccate e tutti giù ops incendio a bordo... Ovviamente tutto segreto e casualmente... Grazie è una questione di sicurezza nazionale... Poi si esulta se kiev compie operazioni segrete, noi non abbiamo nessun controllo dei nostri confini, contraddizioni europee...
RispondiEliminaBella "idea"- .
EliminaE adesso aspettiamoci pure la prima "avaria" ( magari auto-provocata) ad una nave "negriera" e poi ci dovremo sorbire la solita "inchiesta" della "nostra" magistratura contro l' attuale governo e a me(r)dia unificati.
Evidentemente tu non hai ancora capito che "la legalità" è ormai solo un pezzo di gomma tirato sempre "opportunamente" dalla parte di chi comanda DAVVERO ( che ovviamente non è né il governo né il parlamento )
"La magistratura ha vinto dal momento che si ha timore di fare qualcosa di cdx per paura dei magistrati"
EliminaCiaone il temerario
Se si usa la statistica le avarie possono accadere così come gli incidenti d auto, basta non superare una certa soglia e nessuno si accorge..
Borghi ha detto recentemente che tutte le operazioni "in più " che i servizi segreti potranno fare verranno comunque cominicati prima e dopo al CoPaSiR, che è bipartisan..
Eliminaappena visto il video mattutino...è ora di tirare la linea, sfoltire i rami della struttura ad albero e fare sintesi, diventando profeti 2.0, e cioè proponendo scenari, direzioni e visioni lungimiranti ai player, che sono i migliori che si possano ottenere in questo momento storico. Un pò di coraggio e buona sorte (aka cazzimma), perchè sagacia e capacità di convincimento non le difettano. Il momento, temuto ma atteso da una dozzina d'anni, è adesso (che è la risposta alla discesa in campo politico, forzando una natura evidentemente da studioso poco incline al teatro). La domanda da porsi SEMPRE è: se non io, chi?
RispondiElimina@anonimo: mi scusi, ma per caso sta dicendo "famo er partito"? In questo caso credo che le sia sfuggito qualcosa, in caso contrario chiedo scusa perché ho frainteso.
EliminaBerlusconi prima, Salvini e la Meloni poi, hanno insegnato che il partito non è fondamentale per il consenso, anzi...se Vannacci fondasse un partito sarebbe probabilmente l'inizio della sua fine politica
EliminaScusandomi per la lunga assenza causata da motivi medici, (sto tentando di mettermi in lista per un trapianto renale, cosa davvero estenuante perchè sei lasciato solo a produrre tutta la serie enorme di analisi ed esami specialistici) trovo questo articolo fondamentale perchè spazza via ogni balla sulla bontà e prodigalità della Europa frugale verso i ricchi e spendaccioni italiani.
RispondiEliminaMa per decenni siamo stati vessati da contributi netti analoghi ad altri paesi con PIL relativamente alto (e tutti sappiamo cosa abbia significato)ma con costo di approvviggionamento molto maggiore di altri Paesi contributori netti e con crescite inferiori, abbiamo finanziato paesi come Spagna e Polonia, solo per fare esempi, con una montagna di soldi e che crescevano più di noi.
Oggi restiamo contributori netti, esattamente come prima perchè siamo considerati ricchi (e ciò a mio avviso non è vero), magari con una quota contributiva leggermente minore rispetto al periodo in cui davamo tre per ricevere 2 (con vincoli tipo cofinanziamenti con difficoltà enormi legate al credit cunch e molti progetti falliti per questo motivo). Oggi forse daremo 3 per ricevere 2,1 (non riesco a quantificare questo dato e sarebbe interessante avere questo dato) ma con vincoli ancora maggiori e ciò sarebbe ancor più penalizzante di prima perchè determinerebbe fallimenti ancora più gravi.
Grazie Alberto e grazie a tutti, ancora si impara molto qui, e buon lavoro.