domenica 29 gennaio 2023

Moneta e guerra (sul ruolo internazionale dell'euro)

...che poi, tornando sul post precedente, per quel che mi riguarda alla fine il problema non è nemmeno se la Brexit abbia fatto bene o male al Regno Unito: saranno anche fatti loro!

La scelta è loro, le conseguenze anche, o almeno così dovrebbero pensarla quelli secondo cui il principale vantaggio dell'UE è quello di essere un pennello, pardon, un mercato grande, e quindi in quanto tale in grado di assorbire lo shock causato dall'inabissamento di un Paese che rappresenta solo il 2,1% del Pil mondiale (l'Italia l'1,7%, l'Europona il 14,8% - dal 20,4% del 1999, gli Stati Uniti il 15,5%, e la Cina il 18,6%: i dati sono, come sempre, qui).

Non è paradossale che chi vede freudianamente nelle dimensioni la soluzione di ogni problema si curi così tanto della dipartita di un Paese che ce l'ha relativamente piccolo, il Pil?

Il vero problema, a mio avviso, è che un'intero ceto di semicolti, la pseudo élite del Paese, precludendosi ogni freddo ragionamento razionale, si aggrappa in modo consolatorio, con sinistre consonanze fasciste, all'idea che la perfida Albione sia stata punita (?), perché l'unica dimostrazione dei vantaggi del progetto europeo di cui dispongano è quella (indiretta) consistente nel mostrare l'irreversibile decadenza di chi se ne allontana! Di che cosa questo progetto comporti per un Paese che in fondo non amano, perché se ne sentono migliori (da cui la fioritura di pretenziose e per questo involontariamente spassose baio in inglisc) poco gliene importa e poco ne capiscono.

A me invece (non so a voi) interessa molto meno quanto succede al Regno Unito (cui faccio i miei migliori auguri di circostanza) rispetto a quanto succede a casa nostra.

A titolo di esempio, il contesto attuale, oltre dimostrare che la "valuta forte" non ci difende dall'inflazione importata (verità lapalissiana che falangi di cialtroni ci hanno contestato per anni sui parterre televisivi), temo che darà un'ulteriore scossa alle granitiche certezze di chi vedeva nell'euro un potenziale concorrente del dollaro sul mercato internazionale delle valute. I due argomenti erano legati, come ricorderete dal Tramonto dell'euro:


e anche in questo, purtroppo, abbiamo avuto drammaticamente ragione. Le difficoltà dell'UE nel risollevarsi dalla propria crisi non hanno contribuito ad affermare la credibilità dell'euro, e i risultati da noi previsti (che all'epoca ci furono vivacemente contestati) non hanno mancato di prodursi:


(il grafico viene da qui).

Sarà che so un po' ragionare (motivo per avvicinarmi con rispetto), sarà che porto sfiga (se così fosse, se veramente possedessi questa virtù propria dei grandi economisti, sarebbe opportuno avvicinarmi con ulteriore deferenza), fatto sta che dopo il 2012 (anno di pubblicazione del Tramonto dell'euro) il trend discendente dell'euro come valuta di riserva internazionale, iniziato nel 2010 con la simpatica gestione della crisi cosiddetta del debito sovrano, si accentua, in un primo periodo a vantaggio del dollaro, per poi stabilizzarsi attorno al 2016 (è la linea porpora nel grafico).

Qual è il mio educated guess, sul quale ci potremo allegramente confrontare fra dieci anni (perché queste tendenze, come i risultati della Brexit, richiedono un po' di tempo per manifestarsi nei dati con chiarezza, motivo per cui scuso quelli che nel 2012 non volevano capire che l'euro aveva un problema di credibilità determinato dai salvataggi che non ci avrebbero salvato)?

Semplice: dato che il conflitto in corso ha, fra le altre cose, propugnato uno spaccamento del sistema dei pagamenti internazionali in due (ne parlavamo nel post precedente), e dato che l'attuale linea politica europea, linea che non mi interessa contestare, è di fedeltà al blocco atlantico, ne consegue che i Paesi che, in giro per il mondo, per un motivo o per l'altro, vorranno diversificare rispetto al "rischio Paese" che il dollaro naturaliter porta con sé (il rischio di veder congelati i propri attivi in dollari, il rischio di essere esclusi dal sistema di pagamenti internazionali in dollari, ecc.) non si rivolgeranno all'euro, che in termini geopolitici presenta gli stessi rischi (in questi termini è sostanzialmente un dollaro che non ce l'ha fatta), ma cercheranno, con determinazione (non so dirvi se con successo) di creare un'alternativa (in questo caso, decisamente non la sterlina, per ovvi motivi).

Se è così, nel grafico, fra dieci anni, constateremo una nuova flessione della linea porpora (noi) e una crescita della linea verde (gli altri, verosimilmente lo yuan).

Quindi il XXI secolo sarà il secolo dello yuan (dopo quello del franco, quello della sterlina, quello del dollaro, ecc.)?

Non ho detto questo e non credo necessariamente questo.

Ho solo detto (dieci anni fa) e lo ripeto (dieci anni dopo) che l'idea che le economie di scala monetarie realizzate con l'euro ci avrebbero consentito sic et simpliciter di godere di un potere di signoraggio internazionale è stupida, perché non tiene conto dei fattori geopolitici: quelli di cui qui abbiamo sempre tenuto conto, spiegando che la vera riserva non è quella di oro, ma quella di plutonio, nonostante per motivi per me incomprensibili siamo stati costantemente accusati di fare un ragionamento grettamente economicistico.

Ma a me non interessa fare la mia apologia, come non mi interessa fare quella del Regno Unito. Mi interessa dare prospettive e fare previsioni verificabili, sperando che qualcuno possa giovarsene, o eventualmente me le contesti con argomenti, nel qual caso sarei io a trarne giovamento. Un dibattito razionale produce esternalità positive. La bizza di chi si aggrappa, livoroso e rancoroso, alla coperta di Linus delle proprie certezze propagandistiche, invece, produce solo un lieve fastidio.

Sed de hoc satis. Ci rivediamo fra un decennio.

(...il primo lo festeggiamo il prossimo 15 aprile a Roma...)

30 commenti:

  1. Questa estate si è visto che per alcuni mesi anche l'acqua potabile è un bene assai prezioso...

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    1. Credo che l'estate prossima lo sarà ancora di più, visto l'andazzo. Tra l'altro, una delle risorse di cui la Russia dispone è appunto l'acqua (intorno agli anni '10 di questo secolo si ragionava sul fatto che la sua disponibilità d'acqua unita alla tendenza delle precipitazioni a spostarsi dalle montagne alla costa in Cina sarebbe stata fonte di interessanti dialettiche fra le due potenze).

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    2. Immagino ma visto che il "suo superiore" non mi viene adesso in mente altro termine adatto per come citarlo senza fare nomi e cognomi è titolare alle infrastrutture, poter creare dei tank o delle strutture per trattenere l'acqua potabile visto che di montagne ne abbiamo anche noi ? Non è un lavoro così impegnativo come per il gas, e come lei ha ricordato l'acqua potabile avrà sempre più un valore elevato.

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    3. Il mio superiore è un pezzo del problema, è nemmeno il più importante, ma ovviamente dopo anni di "teatro dei pupi", di "dimo famo" e di "sicceroio" da parte dei partituncoli quasiasi sia pur pallido accenno alla complessità del reale non trova terreno fertile.

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    6. Adesso che ho letto meglio ho compreso , Io non volevo dire personalmente che se c'ero io avrei fatto diversamente edimofamo etc.. ho visto alcuni comuni che si Sono attrezzati (Non tanto per l'acqua potabile per quella Immagino che sia un attimo un po' più complicato da garantire anche la qualità all'interno del serbatoio o della vasca o nel tank come si vuole chiamare la struttura di deposito) per l'irrigazione alcuni comuni si sono adottati anche con vasche con una portata di 13-14.000 litri di acqua di pozzo o piovana che non sono pochi considerando magari che era utilizzata molta acqua potabile per irrigazione agricola, così invece potendo un attimino non utilizzare l'acqua potabile se venisse replicata come consuetudine di diversificazione e immagazzinamento non può essere considerata come un "dimofamo" sicuramente il comune che ce l'ha, un beneficio su agricoltura utilizzo di acqua non potabile senza non usare quella potabile qualcosa avrà guadagnato , ancora meglio per lo stoccaggio di acqua potabile

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  2. Secondo molti, al pari di Agustin Cochin, il destino cinico e baro lega eventi casuali autonomi e scatena conflitti.
    I grandi interessi, e gli ideologi loro ancelle, totalmente ignorati cosi come ipervalutati i "movimenti dal basso" (con l'immancabile finanziatore dall'alto) fin dal 1789 ?
    Il governo europeo, e ancor meno quello modiale, non vi sarà mai. È un fatto anti-antropologico.
    Anche gli Dei sull'Olimpo si scannavano. E "Loro", sono solo umani.
    Sta nele fessure lo spazio di manovra da sempre per piccoli poteri nuovi. Serve saperle vedere, e saperci entrare in volo a coltello.
    ...sperando , noi, infine che le nuove élite siano migliori ed illuminate, ovvero abbiano interesse direttamente e personalmente legato alle nazioni in cui vivono.








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    1. Caro Mauro, sono anch'io convinto che le "economie di scala" politiche siano antiantropologiche, ma direi direttamente antiumane. Il punto essenziale è che l'ambito naturale per la mediazione dei conflitti quotidiani è quello della comunità che condivida come minimo una lingua nella quale esporre e negoziare le proprie posizioni. Qui si è pienamente avverata la mia facile profezia del dicembre 2013, quando dissi che la campagna elettorale per il presidente degli Stati Uniti d'Europa si sarebbe svolta nella lingua di un Paese che nel frattempo se ne sarebbe andato (se non lo ricordi, è qui).

      Qui il punto (torno a dirlo) non è che la Brexit sia avvenuta, ma che il parlare in una lingua terza oggettivamente ostacola una fluida composizione dei dibattiti. Non ha nemmeno senso il solito autorazzismo de "ma i nostri politichi nun sanno er l'inglese", perché, eventualmente, ci si dovrebbe chiedere come mai non sia stata difesa l'idea che anche l'italiano potesse essere un working language dell'UE. Non credo che in nessuna dichiarazione dei diritti dell'uomo sia sancito il dovere di conoscere una lingua terza.

      Sulla pars construens sono meno ottimista. La politica si fa coi numeri e col tempo. Ma il tempo gioca contro i numeri: come è anche naturale che sia, gli elettori si rivolgono a chi, essendo "fuori", può essere più esplicito e accattivante, avvalendosi del fatto di non contar nulla! Questo determina sfaldamenti di fronte che costringono a ricominciare sempre da capo, come in un eterno giorno della marmotta.

      Quando dico che questo blog non è mai esistito, che voi non esistete, è vero: è così per la stragrande maggioranza dei miei colleghi. Ma non è solo colpa mia: è anche colpa vostra. Occasioni di dimostrare la vostra esistenza cerco di organizzarne. Vedremo se le coglierete. Le élite non possono essere diverse da quello che sono: gruppi che si perpetuano raccogliendo il consenso. La domanda è: attorno a questo progetto, esiste consenso? Quando esisteva, attiravamo le future élite. Nel frattempo qualcuno è morto, qualcuno si è preso la coloncardia, qualcuno ha ascoltato gli irrilevanti, ecc. Io purtroppo non posso fare il cane da pastore, perché voi non dovreste essere pecore. Ma non dobbiamo nasconderci che...

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  3. Potrebbe essere una crypto valuta, la nuova valuta di riserva? In fin dei conti (in senso ampio) le crypto hanno una serie di caratteristiche che ne semplificano adozione e scambio. So di viaggiare con la fantasia, ma è un dato di fatto che le superpotenze di questo secolo sono le corporations, non gli stati. Magari qualcuno si inventa un metaverso, nel quale si usa una crypto per le transazioni, e salutiamo dollari, euro e compagnia bella? #fantaeconomia lo riconosco

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    1. Credo anch'io che ci si stia muovendo verso qualcosa di simile ma confesso la mia impreparazione. Tutto il discorso sull'euro digitale, sulle stablecoins, ecc., mi pare voglia andare a parere lì, e in effetti un occhio dovrei tenercelo, anche se, mi perdonerete, ogni tanto mi prende lo sconforto nel nuotare sempre controcorrente. Dal punto di vista concettuale sarebbe ovviamente un'involuzione, un'ulteriore affermazione del principio della moneta merce dotata di un valore intrinseco determinato dalla scarsità (il fatto che la "merce" sia una sequenza di bit poco cambia sotto il profilo concettuale). Un principio saldamente difeso da chi vede nella deflazione il principale strumento di difesa delle rendite finanziarie. Questi sviluppi quindi mi preoccupano un po', ma come immagini il contesto in cui vengono discussi è piuttosto impermeabile: la soluzione scelta per non informarti è darti troppe informazioni! Comunque, cercherò di dirvi quello che so sull'argomento.

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    2. Grazie mille per la promessa di informazione, sarei veramente entusiasta di leggere le cose da un punto di vista come il suo. Una domanda: perché il ritorno alla moneta merce sarebbe una involuzione? Non ho mai pensato a bretton Woods come a un evento "positivo", piuttosto ad una sorta di "mettiamoci una pezza" e sicuramente mi sbaglio, ma perché evoluzione? Se potessi, inoltre, vorrei chiedere chiarimenti sul fatto che la deflazione (anche se a difesa delle rendite finanziarie) sia un problema. Intuisco, ma non capisco bene perché.. Forse per il rapporto debito Pil? In fin dei conti anche gli stipendi acquisiscono valore (salvo Jobs act e compagnia bella). Immagino le motivazioni siano più politiche che strettamente economiche e proprio su queste argomentazioni vorrei un approfondimento. Perché inflazione (moderata) è buona e deflazione invece è brutta e cattiva?

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    3. Però su questo tema abbiamo scritto tanto, quindi intuisco un mancato passaggio dalla sezione "Per cominciare" (che necessiterebbe di un po' di manutenzione, ma può ancora essere di aiuto) e un mancato utilizzo del tagcloud in fondo alla pagina. O sbaglio? Poi si può anche fare una ripetizione ogni tanto, per carità...

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    4. Confermo di aver iniziato a seguire il blog in corso d'opera, quando il ritmo di pubblicazione era disumano (anche più di tre articoli al giorno, a volte!) e nonostante il (tanto, per fortuna) tempo libero (aka tempo per riflettere) che il pieccedì mi lasciava, per stare dietro all'attualità, non passavo per la sezione per cominciare. Mea culpa, anche se la formazione che avevo mi consentiva (allora più di oggi, forse) di capire il contenuto un buon 80% delle volte. Prometto di passare per la sezione "per incominciare" ma mi riservo il diritto di tornare a chiedere se continuo a non capire.

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    5. Sì, ci sono anche stati tempi simili. Per questo provo tenerezza per i colleghi che una volta entrati in Parlamento si lamentano del troppo lavoro, considerando che sono invariantemente magistrati e giornalisti, cioè persone che per lavoro dovrebbero scrivere, e controllare quello che scrivono, cioè fare quello che io ho fatto qui notte e giorno per anni. A me sembra di lavorare prima quanto lavoro adesso: se a loro sembra ora di lavorare di più, vuol dire che prima non facevano il loro lavoro con sufficiente intensità.

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    6. Eh sì! Però, messi di fronte alla sequenza di parole: "ritorno alla moneta merce", non si riesce più neanche a deglutire.

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    7. Posso dire che all'oro etereo non ci credo? Non come possibilità, magari verrà adottato. Ma come soluzione indipendente dal sottostante politico, metamoneta non bancaria e sovranzionale, cioè per come è stato propagandato finora. Neppure l'oro vero è contato molto dove non era sostenuto da potenza militare e produzione di ricchezza, in quest'ordine o in quello inverso.

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    8. Infatti gli ammerrigani nel luglio del 1943 inventarono le A.M.Lire
      Agganciate al dollaro.
      Totalmente senza copertura.
      Anzi una copertura la avevano, il piombo. Anche quello d fornisce una discreta copertura.

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    9. Il mondo sta ritornando alla moneta cartacea, perchè un dollaro di carta vale sempre un dollaro, e nessuno può chiuderti il conto o simile, anche se sei un terrorista o un nemico russo. Per cui, le monete digitali sono già fallite (yuan digitale: nessuno lo vuole -> a parte pochi cinesi che pù che altro sembrano scambiarsi buoni pasto).
      E' finita l'epoca delle monete fiduciarie, perchè è finita la fiducia. In assenza di fiducia rimane solo il buon vecchio oro.
      Il passato era la moneta pagabile a vista al portatore, il futuro sarà la moneta pagabile a 365 gg. (+/-5%/anno) al 25% (+/-5%) al depositario.

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    10. @Stefano P del 30 gennaio 2023 15:11. Nel caso (non improbabile) che in prospettiva si realizzi un mondo multipolare, quale potrebbe essere il vantaggio dell'oro rispetto a qualche "entità valutaria" gestita con una blockchain?

      Il trasporto dell'oro fisico comporta problemi non indifferenti, lasciarlo depositato nei caveau di uno stato estero che potrebbe diventare ostile è un rischio non più accettabile (basta vedere cosa è successo con le proprietà russe nei paesi occidentali).

      Per mantenere la possibilità di interagire economicamente tra blocchi contrapposti, è necessaria una unità di misura condivisa, che non può essere la valuta del blocco "avversario" (US$, Yuan, o altro), ma qualcosa che garantisca di non poter essere manipolato/alterato da una parte per danneggiare la controparte.

      Ad oggi, questo ruolo potrebbe essere svolto da una criptovaluta "minata" presso centri ben definiti dei paesi appartenenti ai diversi blocchi della realtà multipolare, oppure in paesi "garanti" dell'elaborazione della blockchain (paesi ovviamente dotati di sufficiente produzione di energia, considerando quanto consumano i data center dedicati a questo scopo).

      C'è ovviamente l'obiezione che un domani qualche ricercatore potrebbe "bucare" secp256k1 (la curva ellittica per la crittografia dei Bitcoin), ma allora anche togliendo 3 protoni dall'atomo di piombo potremmo ricavare l'oro (a patto di innescare le indispensabili reazioni nucleari :-)




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    11. Vedo che l'impedimento a deglutire, trattando di teorie quantitative, non è ostacolo condiviso. Eh si vede che è tornato di moda il baratto, quello che era nella natura del vecchio merciaio, e ci andava in brodo e ci sguazzava al pensiero di mercanteggiare quante uova scucire per il suo quarto di metro di stoffa scozzese. Evidentemente, più che il profitto è l'anima del raggiro che entusiasma, è l'arbitraggio che abita i sogni più sfrenati.
      Vediamo se basta una breve citazione per rimettere un poco di ordine in questo deliquio, e ,licenza poetica, la prendiamo da Pierinovergogna (1918-1933-...?, per tutta la vita insomma):
      “L'errore sta nella confusione fra l'origine storica della moneta (che in moltissimi casi, benché non sempre, può certo trovarsi nella circostanza che alcune merci, agevolmente permutabili, siano state via via usate come strumenti di scambio) e la sua natura logica (che è del tutto indipendente dal carattere di merce della moneta stessa)”
      Capito l'antifona? Circostanza ↔ logica …?
      Ah, a proposito, Pierinovergogna non è Alvaro Vitali che fa il trenino dietro la Gradisca. Quanti ricordi! E non cito Keynes, che ne dava anche lui sulle gengive, perché se no uno dice: “Ah, sì!, ah mbè quello …., ma si sa ….”

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    12. Ricordo solo 3 dettagli:
      1) L'oro è stato impiegato negli scambi fino al 1971 quando Nixon ha rifiutato di cambiare i dollari dei francesi. Ovviamente non si pagava in oro, perchè il fatto che una moneta sia convertibile non significa che chi ce la in mano corra a convertirla...
      2) Le criptovalute basate su block chain consumano uno sproposito di corrente e pertanto pensare che siano il futuro è cre... poco lungimirante.
      3) L'oro è oggi in Europa moneta di corso legale, in quanto diversamente da qualunque altra merce è bene esente da iva (e cercate di capire cos'ho scritto prima di rispondere...)

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    13. Stefano, non mi è chiaro il concetto che hai scritto che un dollaro cartaceo vale sempre un dollaro, per poi dire che è finita l'epoca della moneta fiduciaria?
      Il tuo dollaro è moneta fiduciaria.
      Anche nei tempi in cui si usava l'oro nessuno andava in giro con sacchi o bauli. Rischioso e poco pratico. Veniva depositato e giravano le ricevute. Stranamente si narra che le ricevute erano multipli dell'oro in deposito.

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    14. Cosa prezza una moneta? Cosa rappresenta in valore? Cose finite o di quantità e tipo non limitati a priori? Su un pianeta dalla popolazione crescente e fantasiosa, spererei la seconda. In questo caso, una moneta scarsa e non disponibile a piacere come l'oro o una moneta limitata matematicamente a priori come il bitcoin sono il mezzo migliore per dare un prezzo alle cose e scambiare beni e servizi? Se il bitcoin fosse qualcosa di più serio di quello che è oggi, adottato diciamo come moneta ufficiale, essendo limitato in quantità assoluta, a produzione crescente potrebbe solo acquistare valore e allora... perché compare oggi l'uovo con il bitcoin che potrà acquistare la gallina domani? Un incubo, no? Una criptovaluta non può essere una moneta auspicabile se è edificata su un mining finito. Se sbaglio, mi correggerete.

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  4. "la storia di una moneta riflette la storia civile oltre che la storia economica di un popolo" tratto da : Le avventure della lira - Carlo M. Cipolla ( il Mulino ). Concetto ribadito piu' volte dal prof. Bagnai, grazie al quale, credo di poterne capire il significato.

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  5. Chiunque lasci una setta (o tenti di farlo) viene prima scoraggiato in tutti i modi, leciti o illeciti, poi marchiato come traditore, ed infine demonizzato. Nella setta economica, politica e religiosa di EUrology le cose non cambiano, ed in quella ancora più dogmatica e distopica di €urology gli estremismi ideologici sono ancora peggiori.

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    1. Sulle analogie fra il comportamento dell'UE e quello delle sette religiose è stato scritto molto.

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    2. Ma (purtroppo) capito poco da troppe persone, che negano qualsiasi evidenza dei principi illogici e puramente dogmatici sui quali sono stati costruiti e si reggono (in equilibrio instabile ed asimmetrico) la UE e l'€.

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    3. Fatto sta che, senza voler fare un elogio della ragione, tutti gli ultimi post del filone "Brexit" dimostrano come il suo sonno in effetti generi mostriciattoli. Qualcuno disse "non saremo noi a uscire da lui ma sarà lui a uscire da noi". Credo fosse uno che non sapeva fare politica, e in effetti non se ne è mai sentito più parlare.

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