domenica 29 gennaio 2023

Brexit: il fenomeno dell'emersione

(...che è una cosa diversa dall'emersione dei fenomeni: quella si verifica su Twitter ed è seguita da un inesorabile affondamento...)


Professore,

vivo nel Regno Unito e la seguo da anni ma non riesco a commentare su Goofynomics… glielo dico qui, se le interessa: l’aumento delle iscrizioni AIRE nel Regno Unito non è indice di un aumento degli italiani nel Regno Unito, bensì di un fenomeno di emersione per cui italiani che erano nel Regno Unito magari da anni (cinque, dieci) fanno ora l’iscrizione in ritardo ora che gli serve usare i servizi consolari per passaporti, patenti, documenti o atti notarili.

Veda qui (2019: “350 mila i nostri connazionali qui residenti iscritti all’Aire, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, ma il Consolato d’Italia a Londra calcola che per ogni iscritto ci sia un altro italiano che non si è ancora iscritto”).

Oggi siamo a 490000 iscritti a fronte di una stima di 550000 italiani in tutto. Il Consolato di Londra lo chiama “il fenomeno dell’emersione”.

Rimane vero che gli italiani farebbero carte false per venire nel Regno Unito (anzi: le fanno, e ogni tanto li beccano) che è super-attrattivo per un giovane vessato dal sistema fiscale italiano, ma le attuali leggi post-Brexit lo rendono impossibile (dato: meno di 8mila visti lavorativi concessi a italiani da gennaio 2021 a oggi) perché, UK non sa più come dircelo, di europei ne hanno abbastanza e a sbatterci la porta in faccia ci sono riusciti benissimo.

Uno de passaggio.


Dunque.

Mentre qui tende a starci sugli zenzeri chi le cose visibilmente non le sa e si pronuncia in modo apodittico, senza citare fonti, chi invece reca testimonianze sensate, compatibilmente col poco tempo che mi lascia la mia frammentata esistenza, su queste pagine normalmente riceve albergo. Le parole di "uno de passaggio", oltre a essere suffragate da studi e statistiche ufficiali, hanno l'accento della verità, anche se non cambiano il senso di quanto ci siamo detti due post fa: eventualmente lo accentuano (appunto). Per quanto strano possa sembrare, le persone preferiscono vivere in un Paese normale, e noi abbiamo scelto di non esserlo (in buona, o almeno variopinta, compagnia) alcuni anni or sono.

Restano le testimonianze degli awanaganians sul disastro che la Brexit avrebbe provocato all'industria finanziaria inglese (anche queste, ovviamente, basate su titoli di giornali "amici"). L'analisi delle società di consulenza è meno catastrofistica. La perdita del passporting ha costretto alcune aziende a dislocare parte dei servizi in sedi situate nei Paesi membri, ma nell'aggregato il disastro dopo il 2016 non si vede. L'andamento della quota di valore aggiunto dei servizi finanziari sul totale è questo:


(la fonte è questa, ho usato i dati a prezzi 2019). Non sono riuscito a trovare dati posteriori al 2020 neanche sul sito dell'OCSE, e quindi non so che cosa sia successo negli ultimi due anni, ma dubito che sia di un ordine di grandezza simile a quanto era successo prima del 2016 (la caduta dall'11% all'8% dei servizi finanziari sul totale del valore aggiunto).

Non so, leggendo le ultime parole di "uno de passaggio" ("di europei ne hanno abbastanza"), mi viene da pensare che gli expat che ululano contro la Brexit su Twitter siano in realtà zavorre di cui le rispettive aziende hanno colto il destro per liberarsi. Sarà che i "treider" con baio in inglisc mi sono sempre sembrati, quando li ho incontrati su Twitter, dei poveri grulli...

Ma è solo perché io, notoriamente, sono una bbruttaperZona! 

16 commenti:

  1. Perché continuare ad incaponirsi sul post brexit!? Quando sarà chiaro che la brexit non è stata un fallimento, piddini di centrosinistra e liberoti di centrodestra, che sono antitaliani, diranno semplicemente che gli inglesi hanno fatto bene a lasciare l'Eu, in quanto übermenschen anglosassoni. Noi italiani, al contrario, non possiamo permettercelo. Il libbberal anglofilo Germano Dottori già si è portato avanti.

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    1. Questo è ovvio (peraltro Dottori è uno dei primissimi bloccati su Twitter, proprio per questo motivo, ma non si è mai lamentato, a differenza tua). Non mi incaponisco: mi diverto con le puerili reazioni stizzite dei piddini. La mia vita è molto faticosa: perché vuoi togliermi questi attimi di innocente divertimento?

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    2. Guardi che si sbaglia. Da twitter mi ero cancellato io qualche anno fa. Ora seguo ma non commento.

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  2. Professore, avendo io soggiornato gran parte della mia vita all'estero, mi permetta di sobbillare la sua vena gomblottista: secondo una stima fatta dalla CGIE anni addietro, in base al paese di origine dei loro nuovi residenti, gli italiani emigrati dal 2000 a oggi potrebbero essere 5.5 milioni (in proporzione numeri assolutamente messicani), portando il totale dei "colà" residenti a 8 milioni e rotti. Se ci pensa, un italiano su 7 circa con la Germania prima imputata. A proposito, lo sapeva che durante l'era Monti per un breve periodo vi venne data anke la "partner" Von Der Leyen? Pochi giorni: quel tanto che è bastato per l'allora ministro del lavoro tedesco di farsi un giro degli atenei italiani assieme alla Fornero per convincere i nostri giovani virgulti a espatriare.

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    1. Non è complottismo, LBC ha scritto lunghi articoli su come i finanziamenti all'istruzione tecnica e programmi come l'Erasmus sembrino scritti per favorire l'emigrazione.
      La domanda è perché continuiamo a sostenere gli itagliani al lestero senza chiedere loro una lira di tasse.
      Perché va bene voler vivere in un paese normale, ma non farlo da freerider con istruzione gratis, emigrazione per non pagare detta istruzione in tasse ed pure servizi consolari e DIRITTO DO VOTO (vedere il collegio Europa per capire di che parlo).

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    2. Si chiama "intercultura", come ho appreso leggendo un documento inqualificabile del MIUR...

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  3. Testimonianza sul campo da un mio amico che lavora per una grande sgr milanese; chiacchierando con uno dei suoi prime brokers, dopo aver notato la firma in calce.
    Amico: ah ma quindi con la Brexit vi siete spostati eh?
    PB: fragorosa risata...maddechè avemo cambiato solo il nome (tradotto dal londinese, ho mantenuto l'accento posh)

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    1. Non è semplice trarre una lezione dagli aneddoti, che, citando Clint Eastwood: "sono come i coglioni: ognuno ha i suoi!" Certo che se andiamo a leggere l'epos catatrofista del 2016 e poi a guardare i dati macro, che comunque un minimo di aderenza alla realtà dovrebbero averla, notiamo una certa scollatura. L'unico disastro causato dalla Brexit ha riguardato la libertà di parola, come discuteremo prossimamente ad a/simmetrie.

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  4. Buongiorno Professore, essendo un dirimpettaio di uno de passaggio, mi permetto di esprimere la mia opinione sull’argomento italiani residenti all’estero. Ritengo estremamente plausibile che molte persone in Uk si siano registrate solo ultimamente per i motivi esposti; convengo con Lei che questo fatto non cambi i termini del discorso generale sulla Brexit, ma mi chiedo cosa vuol fare l’Italia con questi compatrioti? I dati da lei condivisi, circa 3 milioni e mezzo di iscritti Aire, sono sinceramente impressionanti ed oltretutto, a mio avviso, sottostimati dato che, dalla mia esperienza personale, noto che molti non si iscrivono per non perdere la copertura medica in Italia. Come evidenziato, una forte minoranza di questi iscritti é composta da sudamericani che hanno preso il passaporto Italiano semplicemente per immigrare nella UE (beato chi é guercio in un mondo di ciechi) e sono, a mio avviso molto meno italiani di un figlio di immigrati extra UE non nato ma cresciuto in Italia. Su quest’ultimo argomento una postilla, io penso che qualcosa dovrá essere fatto per lo meno per semplice convenienza dato che ritengo sia molto meglio integrarli prima di trovarsi bombe sociali, che giá si stanno palesando, come in Belgio, Francia o paesi nordici. Un’altra parte di noi emigrati non tornerá piú ma Le prego di credermi che la maggioranza non vede l’ora di tornare se ce ne fossero le condizioni. Di certo non siamo tutti professori universitari ma tantomeno lavapiatti; Personalmente vedo molti connazionali lavorare in ufficio a diversi livelli o aprire attivitá. Insomma non saremo dei geni ma my educated guess (awanagana) é che qualcosa di piú di un pastore delle montagne dell’Atlante alla nazione lo possiamo dare, anche solo per il semplice fatto che non ci sarebbero costi nascosti per integrarci. Quindi fondamentalmente, dopo tutto questo sproloquio, la domanda é: Qual’é la posizione della Lega e di questo governo sull’argomento? Io sinceramente non l’ho capita. Capisco che tutta la vostra azione politica, palese e meno voglia ridare autonomia e forza alla nazione ma un qualcosa a breve (anche solo uno straccio di promessa per poter dormire meglio) ce la potete dare? Sono straconvinto che la Ue imploderá sia per le sue analisi sia sopratutto, con tutto il rispetto, perché ormai lo si accenna "colà dove si puote ciò che si vuole" (https://geopoliticalfutures.com/the-road-to-2040-a-summary-of-the-forecast/) ma preferirei non aspettare questo evento per aver la possibilitá di costrurmi una vita nel paese piú bello del mondo.
    Con stima un emigrato nella terra di Smeraldo

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    1. Materasso caro e stimato, che cosa vuoi che ti dica?

      Distinguerei fra le posizioni politiche e quelle intellettuali. Quelle politiche mi sembrano più facili da gestire: a quel che mi risulta abbiamo sempre sostenuto e promosso le norme sul rientro dei cervelli (o almeno l'ho fatto io, da responsabile economico del partito e da presidente prima e vicepresidente poi della Commissione competente). Quindi, sinceramente sotto il profilo dello "straccio di promessa" a breve mi sembra che dubbi non possano esserci, ma se hai perplessità specifiche mi fai una cortesia a segnalarmele.

      Dopo di che, percepisco un lieve disassamento del tuo argomento rispetto alla posizione intellettuale di questo blog (e del suo autore, che sono sempre io).

      Parto da tre numeri: 1.63%, 1.29%, 0.32%. Sono la crescita media reale di UK, EZ e Italia dal 1999 al 2021 (il 2022 è ancora stimato). Il tema che qui abbiamo sempre posto è che il vero "ascensore sociale", quello che crea in patria opportunità di lavoro e di crescita personale, è la crescita economica, e un sistema che affida alla deflazione (cioè, in breve, al taglio dei salari) il compito di ammortizzare le conseguenze di shock macroeconomici non conduce alla crescita (anche - e soprattutto - se i salari tagliati sono quelli degli altri)! Quindi, beware of what you wish for!

      Sei sicuro di voler tornare? Io, come ho detto più volte, da più di dieci anni volevo andarmene, e se sono rimasto è perché ho deciso di spostare l'asse del mio ragionamento da quello intellettuale (pessimismo della ragione) a quello politico (ottimismo della volontà). Il problemino-ino-ino che vedo, però, è che nel contesto europeo fra breve diventerà molto complesso esercitare un'azione politica. Come ampiamente anticipato su questo blog, la sconfitta subita con la Brexit ha promosso una reazione autoritaria, di stretta sul dibattito pubblico, che in nome della lotta alle fake news, del contrasto alle ingerenze estere, ecc., e ammantandosi del principio di autorità conferito ad alcuni personaggi dalla cosiddetta scienza o dalle tragiche vicende della loro esistenza (ricordate la Commissione Joe Cox?) mira ad una e una sola cosa: la censura. La vera sfida che ci aspetta, in vista delle elezioni europee del 2024, è questa, come discuteremo prossimamente qui, e prima di pianificare alcunché sulla mia esistenza aspetterei di vedere come va a finire. Se prevalgono, come stanno ahimè prevalendo (spiaze per chi si è svegliato con la punturina, la cosa va avanti da sette anni...) le forze della repressione del dibattito, l'UE diventerà un mondo molto meno sano per vivere. Il tema quindi non è "aspettare l'evento palingenetico" (sono d'accordo con te, è una prospettiva sterile), ma fare i conti con se stesso e con la propria famiglia per valutare se si vogliono sostenere i probabili costi della transizione! Dove si va a parare è chiaro, come ci si arriverà no.

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    2. Ma allora che senso ha votare e, per di più, votare centrodestra?!

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  5. Grazie per la risposta e per darmi del tu, in effetti sono molti anni che seguo il blog e un po’ di “famiglia” mi sento. Mi scuso per lo “straccio di promessa” ma é lo sfogo di una persona partita per imparare l’inglese e obbligata a rimanere all’estero per i noti problemi di deflazione salariale chiariti nel blog. Per quanto riguarda ció che si puó fare in attesa delle elezioni del ‘24 e contando che Bruxelles difficilmente cambierá, forse una possibilitá é far crescere il dibattito in Germania. Magari si riesce a parlare con i vecchi fondatori di AFD, sono professori, sono economisti per quanto partano da posizioni teoriche differenti un dibattito con as/simmetrie lo farebbero. Insomma aiutamoli ad aiutarci perché altrimenti penso che la soluzione sará violenta. Il suicidio dei gasdotti é un segnale forte e per quanto duri di comprendonio dovrebbero averlo capito, anche se poi entra in gioco l’hybris germanica con le note conseguenze. Infine sul tornare/partire propongo una possibile interessante assimetria tra un bicchiere di cerasuolo magari preso dal produttore e sorseggiato all’aperto con gli amici di una vita guardando gli splendidi panorami abruzzesi o invece da una stanza con il maglione al 15 di Agosto dopo aver speso 20 euro (sempre che si sia riusciti a trovarlo) . Seguiró con interesse la diretta streaming.

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    1. Sinceramente sono un po' scettico sulla possibilità di influenzare il dibattito politico di un Paese come la Germania. Non credo sia una strada praticabile, anche se naturalmente io resto in costante contatto coi colleghi del Manifesto di solidarietà europea. Sotto il profilo analitico quel Manifesto resta sempre attuale, ma sotto il profilo politico spero che gli ultimi dieci anni ci abbiano insegnato qualcosa!

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    2. La storia del bicchiere di vino bevuto in agosto col maglione, insieme al commento del nostro amato prof. onorev. granduff. lupman. Bagnai, mi hanno fatto tornare in mente alcune mie avventure.
      Anni fa anch'io volevo farla finita con questo posto; evidentemente finiamo tutti per pensare la stessa cosa, anche se alcuni solo velleitariamente e altri sul serio. L'ultima goccia che fece traboccare il vaso fu uno sproloquio di Padoa-Schioppa poco prima che diventasse ministro. Girai allora parecchie ambasciate per prendere le scartoffie necessarie. Presto mi dovetti accorgere che le merci sono libere di girare dovunque vogliono, e benedette, mentre gli esseri umani con più di 40 anni hanno da superare barriere d'ingresso molto più alte del monte Everest. Per i giovani porte spalancate, se laureati pure lo scivolo passato l'uscio, per tutti gli altri: pussa via. Un'esperienza comunque interessante e soprattutto educativa, con qualche residuo di amarezza e delusione, che potei, però, mitigare affidandomi ad un altro mio vecchio ricordo, una specie cosa tipo la volpe e l'uva.
      Nel piccolo paese dove ero nato, una mattina mi capitò di vedere il padre di un mio compagno di giochi, contadino assoluto, partire per la terra che s'era potuto comprare dopo dieci anni di emigrazione in Germania. Erano le 4 e mezza del mattino, forse m'ero alzato per andare al bagno, e lui partiva col buio per il lavoro, come al solito, per strappare a quella sua terra il pane per il mio amico e il resto della famiglia. A fine giornata lo vidi ritornare nel buio della sera. Da quel giorno divenne per me un eroe, l'incarnazione del Lavoratore Supremo. Tanti anni dopo, rimanendo un poco in estate al paese, lo ritrovai vecchio, anche lui tornato per passarvi qualche giorno; era stato riportato dai suoi figli, tutti emigrati in Belgio, e lo portavano giù per fargli rivedere la sua vecchia casa e fargli risentire il sapore dei tempi andati. Probabilmente, distese da qualche parte, c'erano ancora quelle sue terre oramai di valore nullo. Anzi forse fu proprio lui a dirmi una cosa del genere. Sì, ecco, aggiungendovi un commento: "Quanta fatica! E non valgono più niente." I ricordi sono così, riaffiorano piano piano quando meno te lo aspetti.
      La mattina dell'ultimo giorno, prima che la famiglia ripartisse in macchina per Belgio, ero andato a salutarli. Ad un certo punto lui voltò lo sguardo verso il cielo e mi disse: “Lo vedi qua, quanto è bello il cielo, così sereno?..... Là piove sempre!”, e scrollò sconsolato la testa. Era una giornata veramente splendida. Quella stessa sera, guardando il telegiornale, sentii che in Francia era scoppiato un tremendo nubifragio.
      Ogni tanto torno a pensare a quel lavoratore assoluto e a cosa deve aver sentito nel cuore quando era ancora a metà strada, e s'era viste avverate quelle sue parole proprio appena uscito dall'Italia.

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  6. Aggiungo un paio di considerazioni:
    1) A livello giuridico la Brexit vera e propria è scattata il 1° Gennaio 2021 con la fine del transition period previsto dall'accordo del 2019. Bene, nei primi due anni post-brexit il Regno Unito ha fatto registrare il tasso di crescita del PIL più altro dei paesi del G7 per due anni consecutivi. I dati sono qui: https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2023/01/31/world-economic-outlook-update-january-2023
    2) Dagli stessi dati emerge che la recessione russa nel 2022 è stata del 2,2%, in sostanza gli stessi numeri della recessione targata Monti nel 2012. https://www.repubblica.it/economia/2013/02/14/news/istat_cala_2_2_il_pil_del_2012-52600149/
    Praticamente, il fatto che ti venga scatenata contro una guerra economico-finanziaria dall'occidente unito e Mario Monti...hanno lo stesso impatto macroeconomico!
    Non solo, ma a tutti coloro i quali in caso di uscita dall'euro prefiguravano crolli del pil nell'ordine del 6-8-10% (and counting) andrebbe chiesto se davvero pensano che l'uscita da un'unione monetaria possa provocare danni peggiori di quelli subiti dalla Russia quest'anno! La risposta - con tutta evidenza - è no.

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