lunedì 10 gennaio 2022

È così che succede...

Non amo le ricorrenze, le "giornate mondiali", o quelle di, del, dello o della. Non riesco a sottrarmi alla sgradevole impressione che il sapore stantio di certe liturgie nasconda la pervicace volontà di utilizzare i restanti 364 (o 365) giorni dell'anno per occuparsi d'altro.

Questo vale in particolare per la memoria, che in tanto è, in quanto è perenne.

Il rischio che la si celebri in un giorno per trascurarla nei restanti temo esista, e di questo vorrei parlarvi. Prima però vi ricordo che in questo blog abbiamo dedicato tanto spazio agli orrori della Seconda guerra mondiale, se non altro perché, sulla base di un'analisi delle dinamiche oggettive in atto, vedevamo in simili abomini un asintoto al quale il nostro sistema rischiava, e a mio avviso tuttora rischia, di tendere.  "Mai più!" non è una categoria politica, non è una categoria storica, non è una categoria utile, e quindi rischia di essere una categoria dannosa...

Ci è capitato solo nel 2012 di onorare questa memoria esattamente nel giorno in cui lo fanno gli altri, ma ci è anche capitato di farlo in sedi più prestigiose e col coinvolgimento di illustri personaggi:

Quest'anno nel giorno deputato cadrà molto verosimilmente il quarto scrutinio dell'elezione del Presidente della Repubblica, ed è quindi probabile che non abbia modo di intrattenermi con voi o che abbia altro di cui parlarvi. Mi porto quindi avanti col lavoro segnalandovi un esercizio di memoria che secondo me merita tutta la vostra attenzione e che vi ho già segnalato sui miei altri canali social (Telegram, Twitter): l'articolo di Ziona Greenwald (di cui so solo quello che vedo nel web: una giovane con un bel sorriso e un'ottima penna, chi ne sa di più ce lo faccia sapere...) pubblicato da The Times of Israel, dal titolo: This is how it happens, è così che succede.

L'articolo è importante perché a mio avviso pone il quadro concettuale e comunicativo corretto per fare quello che qui in Italia non si vuole fare, o almeno non si vuole fare nelle sedi istituzionali deputate, come la cosiddetta Commissione Antidiscriminazioni: riflettere approfonditamente sulla violenza discriminatoria insita nel recente quadro normativo per il contenimento della pandemia, un quadro che viola palesemente, senza che nessun giudice a Berlino intervenga, le precise indicazioni del Regolamento UE 2021/953 del Parlamento Europeo e del Consiglio, laddove parla appunto ripetutamente di non discriminazione e proporzionalità. Ma abbiamo capito che per il PD i Regolamenti europei sono soggetti a una sorta di "clausola della nazione più sfavorita": in tanto si applicano in quanto possano opprimere o danneggiare i cittadini italiani. Ove mai, per caso o per distrazione, accadesse il contrario, si disapplicano (mentre in questo caso una magistratura attenta dovrebbe disapplicare la norma italiana: ma non è del tutto un male che si crei un precedente in cui, involontariamente e per mero caso, la giurisprudenza ristabilisce una corretta gerarchia fra le fonti del diritto).

L'inerzia delle sedi istituzionali è aggravata dall'attivismo sguaiato e scomposto di tanti cittadini che sui social fanno una cosa che, come sottolinea in principio dell'articolo la Greenwald, non si può fare: stabilire sic et simpliciter un parallelo fra politiche COVID anche estreme, come la violazione del diritto al lavoro, e la destinazione di un intero popolo alle camere a gas.

"There is no equation, period".

Sono totalmente d'accordo, e inquadro questa osservazione nel principio qui più volte esposto del non lasciar scegliere il campo all'avversario: mettersi dalla parte del torto con affermazioni inaccettabili non serve a noi, ma ai nostri avversari, e siccome io non conosco certi personaggi in cerca d'editore che si abbandonano a simili comportamenti, non ne so valutare maggiore o minore buona fede, e soprattutto non mi interessa valutarla, li considero senz'altro dei nemici, come dobbiamo considerare oggettivamente chiunque ci danneggi, chiunque danneggi la battaglia di libertà che portiamo avanti, indipendentemente da quali possano essere le sue motivazioni (semplifico: indipendentemente dal fatto che siano poco intelligenti o siano agenti provocatori).

Qui termina quello che si può dire anche in Italia, e inizia quello che, a quanto posso capire, si può dire solo in uno Stato come Israele, la cui raffinata civiltà è stata temprata da tante drammatiche vicissitudini storiche. Perché la Greenwald, fatta la premessa condivisibile che vi ho esposto, afferma senza fronzoli e con risolutezza due altri principi che condivido e che però qui da noi non vedo esprimere se non da personaggi inutilmente (quindi dannosamente) folcloristici:

  1. "what began as a war on a virus... quickly turned into a war on human rights and freedom": quella che è cominciata come guerra a un virus si è trasformata rapidamente in una guerra ai diritti umani e alla libertà;
  2. la tragedia dell'Olocausto fu preceduta da una serie di segni premonitori ("those unfathomable horrors did not arise in a vacuum", quell'abisso insondabile di orrore non si manifestò dal nulla), e quindi "Those who pledge their commitment to “Never Again” but forget the graduated steps that led to that greatest human atrocity are liable to enable, and perhaps even commit, grave moral wrongs" (quelli che promettono il loro impegno al "Mai più!" ma dimenticano i passi graduali che condussero alla più grande atrocità umana sono sono suscettibili di permettere, e forse anche di commettere, gravi torti".

Mi è capitato, come sarà capitato anche a voi, di parlare con testimoni diretti di quegli orrori. Molti ricordano la gradualità con cui essi si presentarono: si cominciò con caricature come questa:


magari anche spiritose o divertenti (per alcuni, vittime incluse) e però tutte tendenti alla disumanizzazione di un gruppo, e poi, di passo in passo, in ossequio al noto principio: motus in fine velocior. Il punto quindi non è, né può essere, quello di un paragone statico fra due realtà inconfrontabili, ma di un paragone dinamico fra due traiettorie che potrebbero rivelarsi confrontabili, atteso che il loro inizio è marcato da epifenomeni sostanzialmente equivalenti, e quella attuale "could lead to even darker places if it is not called out".

Insomma, questa volta sarà sicuramente diverso, ma siamo sicuri che abbassare la guardia sia una buona idea? E perché proprio chi l'ha abbassata una prima volta, torna oggi ad abbassarla (fra le eccezioni visibili, quella della coraggiosa Ziona, cui speriamo non capiti quello che è capitato ad altre coraggiose intellettuali).

Credo dipenda da una cosa su cui ci siamo intrattenuti pochi articoli fa, parlando della carità, che abbiamo definito come "accorgersi delle cose prima che capitino a te", e del perché questa virtù sia così rara. Lo si potrebbe dire così: "mai più!" è una negazione, e da negazione a rimozione il passo è breve. Breve, ma scivolosissimo: l'abisso è al nostro fianco. Mi è capitato di sollecitare l'attenzione di intellettuali che in linea di principio avevano più di un motivo per voler conservare la memoria, producendogli evidenza di certe derive attuali. Mi aspettavo se non solidarietà, almeno interesse. Mi ha sempre sorpreso il loro atteggiamento de minimis, che lasciava dentro di me un irrisolto, un non detto, sciolto finalmente dal titolo della Greenwald: "è così che succede"!

Ora lo so.

Qualcuno ha detto che ci sono due modi di non essere caritatevoli, cioè, come direbbe la Greenwald, di "perdere la propria bussola morale": pensare che non ti toccherà mai, e pensare solo a quello che è toccato a te.

Preghiamo di non cadere in nessuno di questi due orrori.

(...e ora torno al day by day, che oggi prevede...)

(...-14...)

36 commenti:

  1. Infatti chi sbraita come me al parallelismo con l olocausto lo fa per avvisare che la Shoah non iniziò con le camere a gas.

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    1. Ma che coincidenza, conosco un altro Francesco, un capellone calabrese, che come te da tempo va ripetendo con chiarezza questo sottile assunto.
      È il presidente di un nuovo partito, o meglio, associazione culturale, che mi onoro di sostenere, che nel proprio canale YT offre di continuo tali spunti di riflessione.
      Proprio ieri mi sono trovato a commentare un contenuto pubblicato sul canale telegram invitando gli altri "noi" ad aprire questo blog (abbastanza nuovo per me) per entrare in contatto con i "pensieri" del senatore facendo un po' uno sforzo di andare oltre al tatrino del "se ne deve annà daaa' lega"..anche qui in effetti vi sono chiavi di decrittazione della realtà mai banali e sicuramene più "libere" rispetto a quanto imporrebbe la rigida etichetta di partito.
      I commenti al mio invito non sono stati ben accetti e me ne rammarico.
      I toni, le posizioni e il background sono diversi? Bene.
      Ciò che non comprendo sono le reciproche stoccate che vengono mosse reciprocamente fra gruppi di persone e di pensiero che, in buona sostanza, dicono le stesse (giuste) cose.
      "Siamo" meno distanti di quanto le pur evidenti differenze vorrebbero lasciar presagire...

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  2. L'orrore del "mai più" veicolato dai corvi (cit. E. A. Poe "The raven"), non va sottovalutato. Il caso o il destino mi fece conoscere e frequentare per un certo periodo un uomo di Lusiana il cui fratello era un sopravvissuto di Kobarid (Caporetto). All'epoca non avrei mai potuto concepire quanto avrei vissuto anni dopo.

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  3. La riflessione della Greenwald è semplicemente fantastica e dovrebbe essere un giusto monito nel giudicare ogni evento storico con la sua giusta misura
    La sua riflessione professore è al solito eloquente e spero serva a sensibilizzare le anime perse
    Un Olocausto c e stato adesso evitiamo che se ne generi un altro
    Grazie Professore

    Marco Stugi

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  4. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-01/papa-francesco-udienza-corpo-diplomatico-pandemia-guerre.html

    Mi sembra interessante questa posizione del Papa. Nessuno ha il diritto di rifiutare il vaccino e la politica deve essere rigorosa e chiara!

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    1. Interessante, ma "nessuno ha il diritto" non mi pare lo dica. Dice che è ragionevole affidarsi al vaccino. Dire invece, come dici tu, che uno non ha il diritto di rifiutare il vaccino, significa proprio ostracizzare o disumanizzare questo gruppo di persone. Io non penso che rifiutarlo sia più ragionevole, perché mi baso su alcuni dati articoli come la maggioranza di noi. Ma se uno la pensa diversamente da me non sarà incappato da un marasma di informazioni differente da quelle che ho trovato io, non ha senso denigrarlo o fare vignette come quella. È come dire che sei libero fintanto che fai quello che ti dico di fare io. Se continuiamo a pensarla così la violenza si moltiplicherà.

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    2. “La cura della salute rappresenta un obbligo morale. Tutti abbiamo la responsabilità di aver cura di noi stessi e della nostra salute, il che si traduce anche nel rispetto per la salute di chi ci è vicino”
      Ovvero, la cura esiste e sei moralmente obbligato (in altre parole hai il dovere di) ad usare il vaccino.
      Non mi sembra la scoperta del secolo questa posizione della Chiesa che riguarda tutte le cure.
      In ogni caso, nelle mie parole non c'è un giudizio di condanna o denigrazione delle parole papali ed era un mio preciso intento evitarlo: ognuno ha il diritto di esporre la propria idea in queste materie ma deve lasciare a mio avviso, libertà di scegliere cosa fare di sé stessi e della propria vita indipendentemwnte da motivi di ordine confessionale.

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  5. Caro Alberto,
    stamattina mi sono avventurato nel mondo - mi sono cioè presentato sul luogo di lavoro - e, lo confesso, ne ho avuto paura.

    La fila all'acquasantiera del misuratore di temperatura con riconoscimento biometrico; la risposta feroce al mio saluto: "tu non dovresti essere qui!"; l'impiegata fisicamente terrorizzata dalla mia presenza; il dirigente che mi allontanava perché solo tamponato (tampone peraltro ottenuto sfidando il gelo, circondato da positivi che si lamentavano che la malattia avesse loro impedito la terza dose); lo stesso dirigente che concordava però sul fatto che aggiungere al tampone il foglietto della prenotazione mi avrebbe fatto rientrare tra gli eletti, anche se a tempo e non proprio di serie A.

    Ecco, mi limito a questo, per testimoniare quel che già sai sulla gravità della situazione.

    Aggiungo solo che - non so se sia bene o male - ma, mentre me ne andavo, ero contento.

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    1. https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/covid-draghi-i-problemi-di-oggi-dipendono-dai-non-vaccinati_44201633-202202k.shtml Potessi ricordargli, io a lui che i problemi attuali esistevano anche prima... e che questo povero signore che fa dichiarazioni stampa per non so a chi prendere per i fondelli soffre di Alzheimer 🤣

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  6. Tra il 18 e il 21 ottobre 1941, nella città di Kragujevac i nazisti effettuarono un rastrellamento generale della popolazione civile maschile tra i 16 e i 60 anni in risposta a un attacco partigiano contro le truppe di occupazione. Quasi tutti i rastrellati furono portati in una località di nome Šumarice, poco fuori dalla città. 2300 persone furono fucilate e tra loro i ragazzi delle scuole medie e dei licei cittadini.
    Questa poesia che imparai a memoria alle medie mi è rimasta impressa ancora.


    Fiaba cruenta

    “ Avvenne in un paese di contadini, nella Balcania montuosa:
    una compagnia di alunni, in un giorno solo morì di morte gloriosa.
    Avevano tutti la stessa età, scorrevano uguali per tutti, i giorni di scuola
    andavano alle cerimonie in compagnia, li vaccinavano tutti contro la stessa malattia.
    E morirono tutti in un giorno solo.
    Avvenne in un paese di contadini, nella Balcania montuosa :
    una compagnia di alunni in un solo giorno morì di morte gloriosa.
    Cinquantacinque minuti, prima che la morte se li portasse via
    sedevano sui banchi di scuola, i ragazzi della piccola compagnia
    E con lo stesso compito assillante :
    andando a piedi, quanto impiega un viandante… e così via.
    Erano pieni delle stesse cifre i loro pensieri,
    e nei quaderni, dentro la cartella,
    giacevano assurdi innumerevoli, i cinque e gli zeri…
    Stringevano in tasca con ardore, una manciata di comuni sogni
    di comuni segreti, patriottici e d’amore.
    E ognuno, lieto della propria aurora, credeva di correre molto,
    tanto ancora, sotto l’azzurro tetto rotondo
    fino a risolvere, tutti i compiti di questo mondo.
    Avvenne in un paese di contadini, nella Balcania montuosa :
    una compagnia di alunni in un giorno solo morì di morte gloriosa.
    File intere di ragazzi, si presero per mano
    e, dall’ultima ora di scuola, si avviarono alla fucilazione
    Calmi, col cuore forte, come se nulla fosse la morte.
    file intere di compagni, salirono nella stessa ora
    verso l’eterna dimora.”
    ( Desanka Maksimovic)

    Chiuderei con le parole di S. Pertini:
    “Ricordare è un dovere, dimenticare un delitto”

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    1. Uno scritto straziante, potente e fiero come fiero è il popolo serbo. Hvala vama Dragane!

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  7. Concordo in tutto e per tutto.

    Aggiungo un punto: quello che allora fu fatto nell'arco di un certo numero di anni, qui rischiamo che accada in pochi mesi.

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  8. Effetto collaterale: Einstein lo capì nel 1933 (la Germania era avanti nella materia) , Fermi nel 1938.
    Pensate che non accada oggi ?

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  9. Non lo so se Lei è il santolo (dalle nostre parti si dice così del padrino di battesimo) di qualcuno ma, se si, quella persona è una Persona molto fortunata. Molto.

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  10. La grande differenza è che allora le discriminazioni erano in base a una condizione di nascita e quindi di natura, mentre adesso sono intorno alla volontà o meno di applicare una tecnologia al proprio corpo.
    Questo permette di far passare due principi, non alternativi l’uno all’altro: da una parte, identificare una certa categoria di persone a cui attribuire tutte le colpe e attraverso cui criminalizzare il dissenso - opposta a alla categoria dei migliori/buoni/intelligenti, cioè quelli che credono sempre e solo alla lettura del reale ufficiale. Dall’altra parte, si aprono le porte all’instaurazione di una forma di governo in cui bisogna adempiere a certi requisiti, cangianti e arbitrari, per essere cittadini a tutti gli effetti. Questo principio, se visto nel suo contenuto concreto, significa che gli esseri umani, tali e quali come vengono al mondo, non hanno diritto di partecipare alla società se prima non eseguono il “processo tecnologico di perfezionamento del loro essere” . Non si tratta, a mio modo di vedere, delle possibili conseguenze distopiche di questo principio, ma proprio del fatto che, se una idea di società non prevede l’essere umano così com’è in natura, è l’idea di società ad essere sbagliata, non l’essere umano.
    (Devo però dire che dal 2017 leggo Il Pedante comparare gli inizi della discriminazione verso una certa categoria con gli inizi di quegli eventi incomparabili . Forse non ho io la sensibilità per capire la differenza di sfumatura tra il blogger nostrano e la blogger israeliana.)

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    1. piccola precisazione sulla "nascita":

      https://it.wikipedia.org/wiki/Gotthard_Heinrici

      Poi, questa è una delle poche eccezioni.

      Davide

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  11. Ancora una volta ha colto perfettamente il punto:
    il nazismo chiaramente non c'è, e la Shoah non è comparabile al GP e a tutte le porcherie che Speranza e il CTS producono con inesausta volontà punitivo-coercitiva;
    - cionondimeno note allarmanti e vibrazioni nazistoidi sono chiaramente percepibili nel dibattito attuale, in sottofondo come il bordone dell'organo.

    Forse Lei riesce a cogliere questi suoni alienanti in quanto musicista, ma il sospetto è che se ne accorga in quanto il Suo cuore non è cieco e sordo. E questo dà molto da pensare sui cuori di quanti si professano buoni, giusti, devoti alla scienza e alla protezione degli ultimi e dei fragili, ma se ne fottono di tutti quelli che non la pensano esattamente come loro, escludendoli dal godimento dei diritti costituzionali senza problemi, commentando con un sorriso sprezzante che "se ti vaccini la discriminazione svanisce in un attimo" (che è un bell'autogol, visto che si ammette che la discriminazione esiste ed è scientificamente cercata; come sempre, basta lasciarli parlare e confessano).

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  12. Quando ero bambino Joseph, il fratello di mio nonno reduce da Dachau, era sovente ripetermi: "ricordati sempre che non iniziò con i lager e i forni".

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  13. A me piacerebbe fare una domanda ai nostri amici del "mai più":

    Ma se i nazisti non avessero ucciso nessuno, sarebbero stati un partito politico accettabile?


    Davide

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  14. Di Greenwald apprezzo una cosa: la totale assenza di spirito vendicativo.
    Perché io non ci riesco: spero ogni giorno di poter essere domani nel ruolo del carnefice, di poter fare soffrire i Bozzi e gli altri fascisti dieci volte tanto, di poterli ridurre allo stato di impotenza in cui loro vorrebbero ridurre noi.
    Racconta Tucidide (o un bravo imitatore, dicono) che gli uomini violano le leggi comuni dimenticando che un giorno potranno tutelare loro.
    I democratici di Corcira trovarono la fine della loro guerra civile solo nello sterminio degli oligarchi tratti con l'inganno lontano dagli altari e così Trasibulo, alla fine, distrusse gli oligarchi di Eleusi.
    Credo più in Trasibulo che in Hanna Arendt.

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  15. Recentemente in un altro blog scritto per altri motivi, mi e’ capitato di leggere questa storia. E il punto e’ sempre lo stesso : se non impariamo ad amare noi stessi, non se ne esce.

    La leggenda narra che un giorno, arando un campo, un contadino trovò una lampada magica.
    Come ogni lampada magica di questo mondo, se veniva sfregata usciva il genio della lampada che però, a differenza dei suoi colleghi più famosi, siccome viveva in una piccola valle del Trentino era un po’ più restio a dispensare i suoi servigi.
    Quando il contadino sfregò la lampada, uscì il genio che, dopo le presentazioni di rito, disse pressappoco questo:
    “Io sono il Genio della Lampada e posso esaudire ogni tuo desiderio.
    A differenza dei miei colleghi più famosi che possono esaudire 3 desideri, io ne posso esaudire uno solo e, bada bene, qualunque cosa tu mi chieda, al tuo vicino ne darò il doppio!”
    A sentire questo il contadino andò in paranoia e, siccome il suo vicino avrebbe avuto il doppio di qualunque cosa lui avesse chiesto al genio, era roso dalla rabbia e non sapeva più che pesci pigliare.
    Ci pensò per tutto il giorno senza venire a capo del problema.
    Ci pensò tutta la notte e, il mattino dopo espresse il suo desiderio al Genio della Lampada:
    “Cavami un occhio!”

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  16. Ieri mi è capitata in un gruppo chiuso su facebook una discussione con un professore universitario filogovernativo, sociologo.
    Lo spunto di partenza è stato un mio invito a sospendere il giudizio sulla questione Djokovic, non avendo (giustamente) le sue carte sanitarie in mano, non sapendo le regole australiane né del torneo.
    Da lì è scaturita una discussione con costui, che fondamentalmente ha minimizzato l'esistenza di reazioni avverse al vaccino, sostenendo che quella di mia più diretta esperienza dovesse essere altro. E che comunque sia giusto non concedere di fatto esenzioni perché tutti dovrebbero terminare il ciclo secondo gli schemi per aver pari diritti in società. Mi ha invitato a occuparmi solo di arte e musica, mio mestiere, "perché c'è bisogno di bellezza", ma ricordando che gli ospedali sono pieni per colpa di sciocche idee come le mie.
    Ho cancellato tutta la conversazione perché mi dava vomito e fastidio aver dovuto fare esempi personali per supplire alla capacità di astrazione dell'interlocutore.
    Qualcuno gli ha pure dato ragione e mi sono sentito molto destabilizzato e intimorito, perché negare esplicitamente fatti e situazioni che nessuno meglio dei diretti interessati può conoscere apre davvero le porte a qualsiasi scenario umano.

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  17. Oggi abbiamo fatto un altro passo verso il baratro. Qualcuno ha detto in tv che “Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipendono dal fatto che ci sono dei non vaccinati”

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  18. Alle determinazioni più abominevoli si arriva un passo alla volta: la “soluzione finale” – intesa come genocidio del Popolo ebraico e non come “semplice” deportazione - venne concepita solamente nell’ agosto del 1941, quando la Germania iniziò a perdere la guerra (della serie: quando le crisi diventano un potente motore di cambiamento).

    Nel 1940, il progetto antisemita della Germania nazista era ancora il “Piano Madagascar”: tremendo, ma non al livello di ferocia assoluta della “soluzione finale”. Dopo la “notte dei cristalli” del 9-10 novembre 1938, un Ebreo tedesco non avrebbe mai potuto immaginare quale sarebbe stato il punto di arrivo del percorso nel quale era immerso, per il semplice fatto che nemmeno il suo carnefice era ancora arrivato al giusto punto di maturazione per concepirlo.

    “Il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto”: basta provocarlo e poi lasciarlo scorrere incontrastato e il resto viene da sé.

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  19. L’altro giorno su un noto quotidiano c’era un pezzo che esordiva:”Quando ormai ci eravamo rassegnati a vederlo scendere in campo…e magari sputacchiare sulla mano con cui avrebbe stretto quella dell’avversario, Novax Djokovid - come ormai viene chiamato -…“
    Mi ha colpito soprattutto l’utilizzo della prima persona plurale, quasi come l’autore si facesse portavoce di un pensiero collettivo. Nell’utilizzo di questo artificio retorico mi sembrava di poter cogliere l’espressione di quel fenomeno capace di sprigionare il male dagli individui che altrimenti non ne sarebbero capaci, vuoi per impotenza o per timore: la psicologia del branco. Chissà se ciò è frutto solo di una mia impressione negativa oppure davvero il prodotto inconscio dell’autore, fatto sta che nel moltiplicarsi dell’io in una collettività che altro non è che immaginazione condivisa, trova spesso il male la sua spinta propulsiva su tutte le scale, da un commento offensivo su twitter fino ai più scellerati massacri della storia, passando magari per le violenze ad una malcapitata in piazza. Quando prima o dopo per effetto della realtà si infrange quel miraggio collettivo e l’io torna alle sue dimensioni originarie, allora normalmente subentra la negazione o la ritrattazione.

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  20. "La preminenza della salute collettiva è il totem con sembianze mostruose eretto sulle ceneri di una civiltà che aveva fatto della difesa dell’infanzia e delle nuove generazioni, e più in generale della dignità di qualunque essere umano, la sua bandiera.

    D’altra parte, il progressismo scientista e positivista, percorso dal sacro fuoco ecologista, è quello disposto sì a riconoscere la dignità morale della zanzara, ma che non si fa alcuno scrupolo a profanare con disinvoltura la dignità umana, pure ostentata da decenni, evidentemente ad pompam, in tutte le carte, interne e sovranazionali, dei diritti.

    E ridurre un qualunque essere umano a oggetto di manipolazione o di sperimentazione, travalicando la sua volontà, vuol dire semplicemente reificarlo."

    "I ricordi del Novecento, con le loro mille e una celebrazione, erano evidentemente vuote formalità, utili forse per relegare il male assoluto nel passato, archiviarlo in un capitolo chiuso e non più ripetibile, così da coglierci impreparati a repliche inattese. In ogni caso, che imperversino tuttora queste litanie, come dischi rotti, suona quantomeno beffardo.

    I discorsi d’odio dilagano indisturbati – nonostante le commissioni parlamentari preposte, gli uffici governativi (vedi UNAR e affini), gli innumerevoli enti dedicati – perché l’odio stavolta è riversato sulla parte giusta, quella che incarna il nuovo nemico oggettivo e delinea i contorni di una nuova blasfemia."

    "Ora non viene consentito neppure decidere di sottrarre il proprio corpo a un trattamento sanitario invasivo, e per giunta in fase di sperimentazione: perché altri si può impossessare di quel corpo, per scopi che non hanno nulla a che fare con la salute del suo titolare.

    Il che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come quel castello di belle parole, tutto, da cima a fondo, fosse in realtà un gigantesco imbroglio: è stato allestito un opulento show, ricco di effetti speciali, che guarda caso si è afflosciato alla prima occasione buona per funzionare davvero."

    "L’armamentario già da tempo schierato ovunque sotto lo stendardo della non discriminazione fa clamorosamente cilecca davanti all’apartheid disinvoltamente praticato ai danni di quanti osino coltivare opinioni non allineate sui temi legati all’emergenza, o semplicemente si pongano qualche domanda di quelle proibite: a questi si può tranquillamente augurare di finire ridotti in poltiglia verde."

    Alcuni passaggi dello straordinario intervento di Elisabetta Frezza, Goofy10, 17 ottobre 2021

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  21. Le giornate della memoria sono diventate il sostituto\surrogato di quella Maestra senza allievi che è la Storia. Sono come i titoli dei capitoli dei libri di storia che nessuno ormai legge più. Ed a leggere solo i titoli abbiamo capito bene cosa può succedere...

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  22. ho fatto una preghiera a dio chiedendo lui che ci desse a noi uomini sulla terra la carità l'amore la speranza la fiducia la gioia con le lacrime agli occhi sperando che nostro signore ascolti le mie preghiere per tutti noi

    p.s.

    tra le lacrime ho promesso a dio che avrei fatto la mia parte nel diffondere anch'io gli stessi valori morali che li ho chiesto in preghiera di darci

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  23. (...)I soldati che vanno alla guerra assomigliano agli uccelli che in autunno si riuniscono in stormi prima di migrare verso Sud, non le sembra?
    Gli uccelli non sanno perché devono migrare e neppure che si accingono ad un volo di migliaia di chilometri: essi percepiscono solo un agitazione confusa, un istinto a raggrupparsi e a partecipare ad una azione collettiva, qualunque essa sia. Volerebbero via lo stesso, tutti quanti, anche verso la morte. Negli esseri umani avviene che questa reazione da una parte è incontrollabile e istintiva - un fenomeno naturale come l'incendio di una foresta, o le maree - mentre dall'altra determina una sensazione di illimitata libertà personale. Il giovane che va alla guerra lascia dietro di sé tutti i doveri e le preoccupazioni ordinarie. (...)

    Colloquio tra Heisenberg e Bohr 1922

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  24. Le analogie non sono con l'olocausto ma con l'apartheid. Molte analogie.

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  25. a futura memoria https://www.studenticontroilgreenpass.it/2022/01/17/cacciato-dal-conservatorio-nonostante-il-green-pass-interviene-la-polizia/?fbclid=IwAR1zxGyVDHzoIKYpm5SyWFyxu2-fPhlJttjllZJoA7lp6jkD3w6nWP2f5Y4

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  26. Nel giorno della memoria, corta
    "Voglio ricordare, oggi, Mattia, 12 anni, che non può più giocare a calcio con i suoi compagni di squadra, pur essendo capace di gioire di ogni goal come gli altri, perché non ha il Greenpass...
    Voglio ricordare, oggi, Caterina, 19 anni, che non può frequentare Medicina all'Università, pur avendo passato il test d'ingresso col massimo del punteggio, perché non ha il Greenpass...
    Voglio ricordare Francesco, negoziante, che ha anticipato i tempi affiggendo il cartello "qui TUTTI i clienti sono uguali" ed Erika, ristoratrice, che ha già collezionato un discreto numero di varbali per non aver voluto chiedere il Greenpass all'ingresso...
    Voglio ricordare il signore di 80 anni che, avendo scordato il Greenpass a casa, è stato costretto a pisciare per strada, vergognandosi come un ladro ma il ladro non era lui, perché non l'hanno fatto entrare nel bagno bar più vicino...
    Voglio ricordare i recentemente "reclusi" sulle isole italiane ché non avendo il Greenpass non potevano predere il traghetto per raggiungere la terraferma. Ma il sequestro di persona non era un crimine???
    Voglio ricordare tutti i ragazzi che, pur non volendosi vaccinare, hanno dovuto farlo per poter salire sull'autobus che li porta a scuola. Non basta più pagare il biglietto, ci vuole il Greenpass...
    Voglio ricordare i milioni di lavoratori e lavoratrici che, pur non condividendo ne' a livello etico né a livello sanitario l'adozione di un Greenpass, dopo essere andati avanti per mesi a pagarsi di tasca propria tre tamponi a settimana, sono infine stati OBBLIGATI a vaccinarsi per poter portare a casa uno stipendio senza il quale sarebbero finiti alla Caritas. Dove, per ricevere un piatto caldo, ci vuole cmq il Greenpass...
    E infine voglio ricordare a tutti gli ipocriti per cui "le leggi sono leggi e vanno rispettate" che non si può essere garantisti a metà, democratici a giorni alterni, libertari per favorire alcuni sì ed altri no. Perché i "ricordi" ideali per nuovi, futuri "giorni della memoria", si creano così, un passo alla volta, indifferenza dopo indifferenza, una parola d'odio e un atto di discriminazione dopo l'altro. E se non capite di cosa io stia parlando, oggi, per ricordare, riguardatevi "Una giornata particolare" di Ettore Scola. Oppure, più semplicemente, guardatevi intorno..."
    (Roberta Ceudek)

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  27. In questa giornata della memoria ricordiamo i nostri angeli in divisa rincorrere runner, controllare la spesa dei vecchietti, cacare il cazzo col green pass, infiltrarsi alle manifestazioni del moto ondulatorio e dare carezze agli studenti.
    Dante Preve

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