mercoledì 15 dicembre 2021

I pataccari

Marco Isella ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Natalità":

Giusto per chiarire, sono ben consapevole della gravità del declino italiano (probabilmente non reversibile nel breve quindi figuriamoci di recuperare) e nemmeno sostengo che Monti abbia fatto bene, anzi. Dico solo che chi ha provocato la crisi che poi Monti ha dovuto gestire ha fatto forse anche peggio.

Poi personalmente piuttosto che piangere sul latte versato penserei a fare qualcosa, tipo ammodernare la PA , far salire il doing business index, riformare la scuola superiore e altre amenità simili.

Pubblicato da Marco Isella su Goofynomics il giorno 15 dic 2021, 19:39

(...verosimilmente a seguito di questo cortese ammonimento...)

Era inevitabile che la riapertura del blog dopo una lunga assenza, dopo il diradarsi fino quasi a scomparire del nostro dibattito quotidiano a seguito del post di cui qualcuno comincia ad apprezzare la portata (nemo propheta in patria), producesse qualche vittima: tutti quelli che avendomi conosciuto nella mia veste recente, si affacciano qui per contestare "ar senatore da 'a Lega" le sue (nel senso di mie) strampalate teorie economiche, non avendo alcuna idea né di con chi stiano in effetti parlando, né di quanto lavoro sia stato fatto qui, né (conseguentemente) di quanto ci sarebbe da apprendere se non si pretendesse di insegnare, né (invariabilmente) di che cosa sia l'economia, né (preliminarmente) di quali siano i precetti elementari di quel condensato di buonsenso che va sotto il nome di netiquette (in particolare della regola 3: lurk before you leap, particolarmente appropriata per un blog tecnico come questo).

Questi interventi mi fanno un po' tenerezza, riportandomi alle accese discussioni che tenevamo in un tempo in cui aveva senso tenerle, perché era scusabile che interlocutori involontariamente succubi di fonti di stampa della qualità che sappiamo e che all'epoca vi insegnai a valutare venissero qui a prodursi nel repertorio più trito e ritrito di quell'ideologia nefasta che è il luogocomunismo!

Certo, oggi molto dovrebbe essere più chiaro, dopo che il messaggio economico fondamentale di questo blog è diventato niente meno che il new consensus di chi tanto aveva fatto per soffocarlo (ironia della sorte vuole che ora ci si incontri quando per lavoro capito a Chigi: lo avreste mai pensato?)!

Ma anche senza bisogno di addentrarsi nella teoria dei saldi settoriali, al nostro caro amico, il cui punto di vista è interessante, mi preme sottolineare subito che a riformare la scuola superiore ci aveva già pensato qualcun altro (che invece ora incontro a Madama), apparentemente senza grande successo - e non saremo così irriverenti da attribuire questo insuccesso alla qualità del riformatore! Ma, soprattutto, vorrei esortare il cortese interlocutore a tentare vie più praticabili, considerando che oggi è facile documentarsi, evitando così di perdersi qualche dettaglio, come quello che gli indicatori Doing Business erano una tale patacca che l'allora direttrice della Banca Mondiale (quella cara signora che era stata promossa per rimuoverla da una linea di comando e controllo cui occorreva assicurare omogeneità etnica) è stata sull'orlo delle dimissioni dopo che si è scoperto che erano più taroccati di un Diesel tedesco, e questo perché da lei era venuto l'ordine di alterarli per mettere in una luce migliore l'economia cinese. Un episodio di tale entità che perfino il partigiano Joe si era sentito in dovere di scomodarsi per difendere la pataccara Kristalina!

Talché, a chi oggi si affacci su queste pagine citando simile immondizia concettuale viene spontaneo rivolgere la nota domanda...

(...un altro dettaglio che potrebbe essergli sfuggito è che questo blog ha un dizionario...)

Ora, una delle lezioni di questo blog è che il racconto fatto dagli organismi multilaterali è sempre falso,  ideologico, tendenzioso, teso in particolare alla colpevolizzazione delle vittime, come abbiamo visto ex multis qui nel caso dell'IMF e qui nel caso di Transparency International (altro grande mito degli italiani nemici dell'Italia). Delle operazioni di spin di questi willing executioner possiamo serenamente fare a meno, perché qui leggiamo i dati.

Per carità: il rispetto delle opinioni è sacro e se, ad esempio, capita che per avventura una persona odi il proprio Paese, perché una certa stampa lo ha istruito a farlo, non sarò certo io a tentare di fargli cambiare idea. Allo stesso modo, però, andrebbe anche rispettato il nostro tempo, e quindi con cortesia esorto chi arriva qui ora a fare una cosa che ho imparato a fare anch'io tanto tempo fa senza nemmeno immaginare quanto mi sarebbe stata utile tanto tempo dopo: stare zitto, lasciando gli astanti nel dubbio.

Uno stato sottilmente inquietante, ma sempre migliore dell'alternativa: la lancinante certezza di avere di fronte uno che non ha proprio idea...

(...che poi non c'è nulla di male a non aver idea di qualcosa: le cose sono così tante, che io stesso nemmeno riesco a immaginare di quante cose potrei non avere idea! Però, come dire: interiorizzare questa consapevolezza è un'operazione faticosa ma salutare...)

52 commenti:

  1. Fa piacere tornare a leggere i post in questo luogo, anche se mi ha bloccato sul social azzurro carta da zucchero. Fa piacere scoprire che c'è ancora qualcuno che si avvicina al dibattito, speriamo che abbia l'umiltà, il tempo, le risorse per mettersi al passo.
    Se è qui è perché in qualche maniera sono arrivati anche a lui.

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    1. A me questa gente fa tanto venire voglia di gulag siberiano invece. Peccato che la democrazia e la libertà di parola restino i sistemi migliori: ci accontenteremo di sopportare questi pagliacci.

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    2. Tranquillo che io le mie letture le ho fatte e le farò. Semplicemente la penso in modo diverso

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  2. Grazie professore! In effetti, le "tesi del commento mi hanno colpito per la loro originalità", lavorando in una scuola superiore che è già stata ampiamente riformata e ammodernata (esempio sciocco, via i primitivi registri di carta e le circolari depositate in aula docenti per far spazio a quattro (4) account diversi a seconda del servizio da usare, con tre (3) sistemi di messaggistica interna ed esterna da usare contemporaneamente).
    Qua sono poco più di un umile osservatore, se un giorno si vorrà su queste pagine dibattere la questione dell'istruzione in Italia potrò dare un qualche contributo, spero.

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    1. Cambiare le virgole non cambia la sostanza. Bisogna rifare i programmi e magari togliere anche un anno.

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  3. Beh, certo, sono tutti contro l'austerity, perché politicamente insostenibile (macroeconomicamente, chissenefrega).
    Basta, però, chiamarlalockdown o, chessò, supergreenpass e allora ritorna, per magia, digeribile.

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    1. Sinceramente questa tesi mi sembra una patacca.

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    2. Semmai shadow-austerity per i commercianti e i cittadini normali e QE e asset inflation per le mega aziende e gli stakeholder della nuova normalità

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  4. stare in silenzio quando non si sanno le cose è una grandissima lezione di saggezza

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  5. Stiamo parlando del sesso degli angeli?
    Se il ministro della transizione ecologica predicava che il pianeta è progettato per max 4 miliardi . Si deve dimezzare . Quindi ?

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    1. Quindi non è perché uno ha detto (o viene riferito che abbia detto) una fesseria che occorra necessariamente aggiungerne subito un'altra, no? Dove sarebbe stata detta questa cosa?

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    2. Tra l'altro, è politica anche dove darla, 'sta sfoltitina... foss'anche necessaria. E ognuno ha il diritto di combattere per la propria progenie, o no?

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  6. Potrebbero aiutare chi vuol entrare nel dibattito (o pillola rossa), le tre etichette principali del blog:
    Propaganda: oggi l'establishment è impazzito ed è sotto gli occhi di tutti, ma nel 2008-2011 non era così evidente.
    Sinistra: si riferisce molte volte a tradimento, globalismo...(con una lezione di Elisabetta Frezza te la cavi. In regalo, il fascicolo illustrativo sull'Arcipelago Squolag)
    Community: che pazienza che ci vuole, Professore! Un giorno le racconterò che è servita! E comunque, lei lo sa, anzi me l'ha spiegato, era colpa delle riforme della scuola e delle etichette di cui sopra!
    Questo blog, quindi, il Professor Alberto Bagnai, oserei riassumere, ha letteralmente smontato la propaganda usata dalla "Sinistra" per ghermire la community, una società post-moderna, pure troppo, che manco sapeva di esserlo.
    ...e anche le tre ultime etichette meritano menzione, perché sono esemplificative: Valle dei Castori, Vecchiaia, Vittoria!
    Valle dei Castori: etichetta ben sintetizzata da quel passaggio sugli incontri a Palazzo Chigi
    Vecchiaia: per i goofy awards io avrei votato il Pensionato Norvegese*, personaggio apparso più volte anche nella Valle dei Castori, che si estende fino a Twitter e oltre. A mio vedere una delle metafore più riuscite, perché racchiude le mille contraddizioni orwelliane martellate per anni, da "ce lo chiede Leuropa" allo spread e in avanti, supercazzolando pericolosamente sulle nostre vite.
    Vittoria: e qui, il più grande insegnamento: avevamo perso, ma non sapevamo che non potevamo vincere. Proprio come Napoleone davanti a Mosca incendiata. Eppure tutto continua a scorrere.
    Ora i castori, ormai sdentati, continuano ad applaudire i "successi" di Angela Merkel, portavoce dell'unica ideologia possibile, perfetta e irriformabile, che porta con sé la disintegrazione dell'Europa (intesa come "lo Stato di diritto" e tutte quelle altre belle parole del Novecento frantumate dalla "Sinistra", da non confondere mai con l'UE) e che ci ha consegnati alla Cina. Per loro non solo Dio è morto, tutto è morto, la democrazia non ne parliamo, e dobbiamo assecondare la morte prima che sopraggiunga la vecchiaia - che è spesa pubblica improduttiva, oggi anche razzista, che graverà sui gretini - e per non far arrabbiare il Pensionato Norvegese che invece deve godersela andando a caccia e con lunghe passeggiate tra i boschi.

    Non potevamo vincere perché se affianchiamo il grafico della natalità a quello della riduzione della CO2 nello stesso periodo - e questo già basterebbe per avere l'effetto pillola rossa anche sui gretini di una certa età - vi rendete conto che la Storia sono quelle oscillazioni rappresentate nei grafici, e che è fatta di onde, maree, tsunami, e noi siamo lì a danzarci su e giù, avanti e indietro, immersi e galleggianti nei moti perpetui. Senza saperlo. Tolstoj docet. A noi non resta altro che fare la nostra parte, per vivere bene con la nostra famiglia e con chi ci sta attorno, che sarebbero leBbasi. Anche economiche, secondo il professor Claudio Borghi.
    L'opera demistificatoria di questo blog è monumentale, e mi piace soprattutto quando sfida le sentenze inappellabili dei fanatici dello Smart New World**, ed impietosa, come la seguente riflessione sul tema del lavoro, poiché, cari amici resilienti e smart:
    L'albero delle mietitrebbie non è stato ancora inventato e anche se lo inventassero, un giorno, servirebbe qualcuno per andare a potarlo e annaffiarlo.

    O quando ci ricorda, come ha fatto il Prof. Carlo Galli al Congresso Goofy, rifiutando il termine della neolingua, che vorrebbe essere denigratorio, "sovranismo", riportandoci sulla Terra con queste parole:

    Alla fine della seconda guerra mondiale abbiamo scelto la Stato nazionale e la Costituzione, non l'Unione europea. Non la globalizzazione.

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    1. NOTE

      *(Pensionato Norvegese, da leggere tutto d'un fiato: lo spauracchio dell'investitore estero schizzinoso nei confronti dell'Italia che allo stesso tempo però si imbottisce di titoli di Stato italiani perché redditizi e sicuri e quindi anche il debito pubblico era sicuro se doveva servirgli a garantire una rendita e cioè ricchezza quando sarebbe andato in pensione questa invece negata agli spendaccioni italiani che farebbero gravare la pensione cioè la ricchezza sulle generazioni future che salveremo aumentando le tasse e svendendo il patrimonio rendendo i titoli di Stato più fragili e meno appetibili creando una tempesta nei mercati ad arte spazientendo gli analisti facendo alzare la cornetta dal gestore del fondo chiamato dal sindacato dei pescatori di baccalà e perfino da una flotta peschereccia giapponese partita da Tokyo quando sembrava Atene che una mattina passava di là...)

      **(Smart New World: nient'altro che sfumature di "Sinistra" in salsa tech. Andate a vedere in California e negli altri paradisi del progressismo USA a cosa ha portato in meno di dieci anni. Buona visione. Ne prenderete le distanze, dal progressismo, e inevitabilmente vi avvicinerete al conservatorismo, perché destra e sinistra esistono, i conflitti esistono alla faccia dell'ideologia post-ideologica fallita davanti ai nostri occhi. Aveva ragione qui, Professore. Per la pace ci rivedremo nel Regno dei Cieli a quanto pare. Aveva ragione anche qui, Professore, anche se qualcun altro prima di lei mi pare l'avesse già detto.)

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    2. L'ho letto il libro di Galli. Fa schifo

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    3. Buona visione.
      Avevo dimenticato di mettere il link. È un video breve ma è un bello spaccato sul modello (in)sostenibile che ha mandato a vivere per strada milioni di persone negli Stati Uniti d'America, sempre bene ricordarlo. Modello applicato con particolare accanimento nei blue states e nelle città progressiste, come la mitica Chicago, da cui oggi si scappa a gambe levate.

      Comunque, se vi interessa l'argomento modello (in)sostenibile, che durante la pandemia ha visto i suoi volenterosi carnefici dare il meglio di sé, e l'algoritmo vi dà un po'di tregua, cercate su YT o Rumble "homelessness" e "California", "Los Angeles", "San Francisco", "Seattle", "Portland", "Washington State", o in generale "Blue City" o "Blue State", o semplicemente "Leaving California"

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  7. Dato che è stata presa una mia singola affermazione per farmi diventare lo zimbello a cui tirare i pomodori in piazza, spero che mi venga data la possibilità di replica e di spiegarmi meglio.
    Prima di tutto, comincio col dire che, come il 100% di chi commenta, non sono un economista né un esperto di economia. Non conosco l’effettiva qualità del business doing index, quindi se ho sbagliato a selezionare l’indicatore chiedo venia, ma questo non inficia di una virgola il mio personale quadro complessivo, in quanto l’avevo usato come dato più che altro esemplificativo. Tra l’altro, stiamo parlando di 3 parole in un commentino di 4 righe… ma andiamo avanti che è meglio.
    Detto ciò, vado a riportare sinteticamente quelle che secondo me sono alcune delle princiapli cause del declino italiano:
    Imprese troppo piccole e inefficienti. E’ assolutamente incontestabile che, in media, l’efficienza cresce con la dimensione dell’impresa. In un confronto internazionale, l’Italia ha un numero elevato di micro e piccole imprese, che nascono piccole e rimangono piccole. Se la dimensione media delle aziende fosse maggiore, lo sarebbe anche la produttività (intesa come PIL prodotto per ora lavorata) e quindi il PIL.
    Ora, perché l’Italia ha questo numero così elevato di piccole imprese? Sussidi, la storica questione del chiudere un occhio sull’evasione fiscale dei piccoli, gli adempimenti burocratici e la sindacalizzazione crescente, la forte progressività delle tasse e ultimo, ma non per importanza, la cassa integrazione, ovvero il la protezione del lavoro anziché del lavoratore che tiene spesso in vita le aziende decotte. Tutto ciò protegge dalla competizione le piccole imprese e ne evita il fallimento, provocando una lunga coda a sinistra nella distribuzione della produttività, come mostrato qui: http://ec.europa.eu/info/sites/default/files/dp030_en.pdf.

    Settore pubblico troppo grande e inefficiente. Sempre parlando di allocazione delle risorse, se il settore pubblico usa molte risorse e le usa male, non porta innovazione e offre pessimi servizi, come pensiamo che il PIL in aggregato possa essere dinamico? Parlo di settore pubblico e non di PA perché considero anche le molte partecipate locali e statali (per capirci, Trenord la considero statale anche se non finisce nei conti della PA). È un fatto puramente aritmetico, come nel caso delle imprese piccole.
    Dato che non ci sono dati sulla produttività del settore pubblico, in quanto questa si misura a costo (no, se l’impiegato del comune guadagnasse il doppio per decreto non sarebbe il doppio più produttivo), bisogna basarsi su KPI di performance: processi civili lentissimi, risultati scolastici pessimi, burocrazia inefficiente, ostile, creata solo per comprare voti tramite la promessa di posti di lavoro nella PA, treni in ritardo, ecc. Chiunque abbia onestà intellettuale non può non essere consapevole dell’inefficienza del settore pubblico.

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    1. Lei non sta esprimendo una sua opinione. Lei sta pontificando rigurgitando qui gli imparaticci di economisti come Oscar Giannino. Facendo così in questa sede si rende ridicolo. Mi spiace per lei.

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  8. Pensioni troppo alte. Sì, in Italia si va in pensione presto e con pensioni elevate rispetto alla capacità del paese di produrre reddito.
    Vedere questo: http://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-pensioni-spendiamo-piu-degli-altri
    E questo: http://www.istat.it/it/files/2020/01/Condizionidivitapensionati-Anno2018.pdf
    Ho provato a usare le istruzioni per mettere i link ma non funzionava.
    Questo fatto ha molteplici effetti: incrementa il costo del lavoro riducendone la domanda da parte delle imprese, riduce il reddito netto disponibile di chi lavora (vedere figura 5 nel documento Istat), impatta negativamente la natalità, distrae risorse da usi alternativi (tipo l’istruzione), respinge potenziali investitori nei settori ad alta intensità di forza lavoro molto skillata, provocando in parte la fuga dei cervelli. Ovviamente tralascio la questione morale della giustizia intergenerazionale perché si risolve solo nel conflitto tra interessi contrapposti.

    Bassa istruzione. L’Italia ha una percentuale di laureati imbarazzante nel confronto internazionale. Perché tutto ciò? Piccole imprese, spesso familiari, specializzate in settori a basso valore aggiunto, senza una forte pressione concorrenziale, non domandano ingegneri nè managers. I primi perché non gli serve l’innovazione, i secondi perché i dirigenti sono i figli e i cugini (che a loro volta non sono in concorrenza nel mercato dei managers e quindi sottoinvestono in formazione).

    Cause storiche. Molto, ma molto in sintesi, esaurita la fase di catching-up nella prima metà degli anni 70, l’Italia non riesce ad adottare un modello di sviluppo sano, ma si impantana nella spirale di svalutazione, inflazione e debito pubblico inefficiente e distorsivo. Soprattutto negli anni 80, la spesa non viene indirizzata in istruzione, infrastrutture e ammodernamento della PA, ma viene buttato in pensioni troppo generose, mantenimento in vita di aziende morte e corruzione; questo di modello di sviluppo trova la sua naturale fine nella molteplice crisi - fiscale, politica, finanziaria, economica anche morale - del 1992. Questa dinamica favorisce le piccole imprese specializzate in settori labour intensive a basso capitale umano e rallenta la convergenza italiana verso i settori a maggior valore aggiunto. Quando poi partì a globalizzazione ci ritrovammo impreparati.

    Considerazioni politiche finali. C’è qualcuno che veramente pensa che quota 100, reddito di cittadinanza, bonus 110, flat tax e compagnia cantante siano utili alla crescita economica? A me sinceramente sembra la vecchia storia clientelare iniziata negli anni 80 (e forse anche prima), che ci ha portato fino alla situazione attuale.
    Cosa bisognerebbe fare? Solo per iniziare: rifare la scuola e l’università, sicuramente dalle medie in avanti; rimuovere le protezioni per le piccole imprese e aumentare la concorrenza interna; reindirizzare la spesa pubblica dalla spesa corrente agli investimenti, quindi dalle pensioni in primis verso istruzione, infrastrutture e ammodernamento della PA. Per la PA nello specifico serve una cura da cavallo, bisogna rivoltarla come un calzino.
    Perché non si fanno queste cose? Semplice: senza questi favori i politici perderebbero la propria base elettorale. Per chiarire con qualche riferimento, la mia opinione su questo punto è una combinazione di North, Acemoglou e Olson. Per la storia italiana uso i principali storici economici, da Ciocca, a Felice, Federico, Malanima, ecc

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    1. Mi permetto di osservare due cose di quanto da lei espresso in queste due lunghe risposte al post: come fa a sapere che il 100% di chi commenta non è economista o esperto di economia? Questo apre conseguentemente il difficile capitolo della qualificazione professionale, ovverosia, di chi sia un economista o un esperto di economia. Mi piacerebbe avere la sua concezione relativa alle due qualifiche da lei utilizzate.
      Grazie se vorrà rispondere.

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    2. Non ha proprio capito dove è capitato.

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  9. Tutto questo mi ricorda una indimenticabile scena di Amici miei (atto secondo). Divertitevi voi che io sono oberato di lavoro!

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  10. Le riforme sopra proposte godono certamente di largo credito, visti i lunghi anni di sperimentazione, con i risultati che tutti vedono. Vanno quindi nella direzione giusta, ma risultano decisamente troppo timide.
    Eccone di più incisive (in ordine casuale, ma si vedrà come meravigliosamente si integrino in perfetta sinergia):
    A) abolire direttamente la scuola per rimediare all'abbassamento del livello culturale,
    B) licenziare in tronco tutti gli impiegati della PA, naturalmente gettando sul lastrico le famiglie,
    C) cancellare ogni tutela del risparmio, meglio il casinò delle borse, dove poche mani forti guadagnano a spese del ceto medio privatizzando i profitti e socializzazando le perdite
    D) abolire direttamente tutte le pensioni e, contestualmente, cancellare ogni forma di assistenza sanitaria, abbassando drasticamente la vita media dei ceti medio-bassi i risparmi saranno eclatanti,
    E) reintroduzione di lavoro coatto e minorile; si ricordi che il mondo ha progredito per secoli con questo sistema....
    Quando sopra proposto mi sembra il minimo per riprendere competitività, incentivare la meritocrazia, far ripartire le imprese, che saranno letteralmente sommerse di clienti.
    Ps. A momenti dimenticavo:
    F)abolizione della politica, tanto è tutto casta, cricca e corruzione. Molto meglio un eterno comitato di tecnici che prendano le decisioni giuste. Parlamento ed elezioni sono un deplorevole spreco ed una perdita di tempo.

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    1. Propongo questo come emendamento del relatore.

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    2. Propongo questo come emendamento del relatore.

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    3. Sarebbe stato meglio avere una risposta seria, però capisco che le argomentazioni possano mancare.
      A) Io ho detto: “L’Italia ha una percentuale di laureati imbarazzante”. Dall’aggettivo con accezione negativa pensavo fosse ovvio che secondo me sarebbe utile avere più persone laureate, che quindi studiassero di più e non di meno. Non difficile da capire.
      B) Potrei anche dirti: espandiamo all’infinito la PA così risolveremmo tutti i problemi. Ovviamente non è così, e faccio presente che anche durante il fascismo si creavano posti nella PA per creare consenso. Così, giusto per dire.
      La funzione della PA è quella di fornire servizi, non ha scopo redistribuivo. Per quello c’è il sistema fiscale. Scambiare voti con lavori inutili e dannosi nella PA si chiama clientelismo. Facciamo un esempio: impongo per legge che per comprare una macchina devo per forza farmi dare una certificazione completamente inutile da un ufficio pubblico e l’impiegato becca 3000 euro al mese per mettere un timbro. Questa cosa è socialmente utile o è dannosa? Facci lei.
      C) Io non ne ho parlato.
      D) Allora espandiamole all’infinito le pensioni, o no? Se le pensioni si pagano con le tasse di chi lavora, come è oggi in Italia, e quindi sono letteralmente dei trasferimenti da chi produce verso chi non produce, è banale che se prendi troppo da chi lavora, si disincentiva sia l’offerta che la domanda di lavoro. Nel confronto internazionale la spesa pensionistica italiana è alta, questo è un fatto puro. Un altro fatto è che i poveri in Italia sono i giovani, non i vecchi. La7 e il servizio sulla nonna povera lasciamoli perdere, che la realtà è un’altra cosa.
      E) Nell’economia della conoscenza, i bambini si mandano a scuola. Mi sembrava di averlo detto. Il modello di sviluppo fatto di svalutazione e specializzazione in produzioni a basso valore aggiunto e alta intensità di lavoro invece va benissimo per i bambini. Magari a te piace, ma io preferisco un paese che innova e compete nella fascia alta del valore aggiunto. Però sappiamo che i gusti so’ gusti.
      F) Ho detto che la penso come North e Acemoglou. Istituzioni inclusive, ordine sociale aperto e amenità simili le hai mai sentite? Sembra di no. Tra l’altro non si capisce da dove l’hai tirata fuori questa implicazione dal mio commento.
      Io sono aperto al dibattito, e se qualcuno mi presenta fatti e argomentazioni più convincenti di quelle che ho adesso sono felicissimo di cambiare idea. Per citare uno che su questo blog dovrebbe essere noto: When the facts change, I change my mind – what do you do, sir?

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    4. Ma come si fa a risponderLe seriamente? Non fa che elencare come FATTI tutta una serie di luoghi comuni, già confutati mille volte, a cominciare da questo blog, del quale Lei, pur sottolineando continuamente il fatto di saper leggere, non ha evidentemente mai letto un post. Per finire con una citazione di Keynes (o di Samuelson) che forse Lei avrà anche letto ma che non sembra abbia ben compreso.
      Ps. Non ho letto North (a differenza di Lei qualcosa NON leggo). Le tesi di Acemoglu mi sembrano come minimo controverse e controvertibili. Sarà senz'altro una mia semplificazione, ma la distinzione tra istituzioni "inclusive" ed "estrattive" (non è lei l'unico a saper leggere), per come ne parla, mi sembra presupporre l'idea che le istituzioni di tipo liberale o forse liberista, siano la premessa della ricchezza delle nazioni, il che non mi convince molto; senza contare che tale tesi viene difesa prendendo esempi che partono tra un po' dalla preistoria passando per i romani sino ad arrivare ai giorni nostri.

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  11. Senatore,
    so un paio di cose: la figlia del mio socio è andata a farsi una famiglia in un altro paese e anche mia figlia non resterà qui ancora per molto .

    Non riusciamo più ad essere contenti della nostra vita in questo paese e non è un problema solamente economico .

    E' come una specie di grigiore oppressivo , la nostra vita tornata dal PAL al bianco e nero , dalla Febbre del Sabato sera alla Storia di Croda del fratelli Ruggeri .

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  12. Ma chi ha confutato cosa?
    Che ci sono pochi laureati in Italia? Che le pensioni sono alte e la PA è grossa e inefficiente? Che l’efficienza cresce con la dimensione dell’impresa? Che le piccole imprese in Italia sono favorite dal sistema politico?
    Lo dico sinceramente, sarei veramente curioso di vedere articoli, documenti, dati tavole di pietra incisa in cui si dimostra che quelli che ho elencato non sono fatti reali.
    Elenco i fatti perché, che io sappia, non esiste una teoria della crescita condivisa e organica, ma sì “conoscono” alcune condizioni necessarie ma non sufficienti alla crescita. Elenco semplicemente perché non so come mettere insieme tutti i pezzi.
    Non avere il record negativo di lunghezza dei processi civili è un esempio di condizione necessaria alla crescita, per esempio.

    Per finire, una nota metodologica. Si può tranquillamente sostenere contemporaneamente che il processo di convergenza verso i parametri necessari per entrare nell’euro sia stato dannoso e che esistono anche i problemi che ho elencato. Anzi, si potrebbe dire che proprio perché abbiamo dovuto tagliare la spesa per entrare nell’euro non abbiamo avuto i soldi per riformare il sistema processuale (ovviamente non è vero, sia chiaro).

    PS: hai usato metà risposta per argomentare su Acemoglou che avevo tirato in mezzo per difendermi su parole che mi avevi messo in bocca te. Veramente molto sul pezzo.

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    1. Avrà senz’altro letto le percentuali comparate sulla popolazione degli impiegati pubblici nel mondo occidentale.
      Grossa non significa nulla. La PA deve garantire sanità (ahahah), istruzione (ahah, in classi da venti trenta?), assistenza a anziani e disabili, come minimo. Non ha nessun senso parlare di troppi o pochi: classi con meno allievi e più operatori ogni tot abitanti garantiscono più attenzione alle persone.
      E non sarebbe male che tornassero pubblici infrastrutture (autostrade sicure!!! Ahahah), bollette, trasporti, perché vede, i dipendenti pubblici fanno ormai fatica a pagarle, queste cose. E loro prendono tremila euro per un timbro e fanno tutti il secondo lavoro, no?
      Quanto ai tremila euro per mettere un timbro (lordi? Netti? Dettagli), attendo con ansiosa curiosità di conoscere quali dati ha in merito: quali amministrazioni, quali funzioni, quali qualifiche. Perché vede, se mi trova un dipendente pubblico che prende quelle cifre, chiedo subito una raccomandazione (sono un dipendente pubblico, quindi devo per forza sapere a chi rivolgermi, no?) per la domanda di trasferimento.
      https://www.fpcgil.it/wp-content/uploads/2019/04/CCNLFunzioni-Centrali_MIN_AF_EPNE_TabellaEconomica.pdf
      Qui si sta applicando alla perfezione la direttiva Draghi 2011: i salari della PA devono essere tagliati.

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    2. Per quanto riguarda le sue domande iniziali, continuo a consigliarle di leggere i post del professore...lo faccia, nel suo interesse.
      Ho argomentato su Acemoglu perché lei ha sciorinato quel nome traendone delle inferenze sulle mie letture, il suo "mi sembra di no" era un po' affrettato e forse un poco supponente, ho voluto dimostraglielo. Ammetto che forse la questione era un poco personale, ma no la definirei "non molto sul pezzo".
      PS. Si scrive "mi hai messo in bocca TU", "TE" non è ammissibile nella lingua scritta (eccetto nelle comparazioni, nelle locuzioni esclamative e nelle espressioni di tipo ablativale), come vede non è forse una grande idea portare a quattro anno il ciclo delle superiori.

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    3. Allora…
      Prima di tutto: leggere in sequenza Marco Isella17 dicembre 2021 15:45; punto Settore pubblico troppo grande e inefficiente > A Traverso18 dicembre 2021 17:30; punto B) > Marco Isella19 dicembre 2021 14:26; punto B) > A Traverso19 dicembre 2021 20:13 > Marco Isella20 dicembre 2021 09:55.
      In breve, il mio era un esempio per far capire che la PA non ha funzione redistributiva, ma serve per fornire servizi al cittadino il più efficientemente possibile.

      Poi, il settore pubblico in Italia è grosso anche per la presenza di partecipate pubbliche e locali, che non entrano nei conti delle PA. Per capirci, Trenord non finisce nei conti della PA.
      In questo video si parla del tema dimensione del settore pubblico allargato: https://www.youtube.com/watch?v=MvW6RC_UUJI.
      Grosso e inefficiente.

      Ultimo, gli stipendi che mi hai mostrato non sono affatto bassi, soprattutto il livello d’entrata. Significa che il primo stipendio del dipendente medio della PA è più o meno come il primo di un ingegnere informatico nel nord Italia, e dubito fortemente che il livello d’istruzione e le competenze siano le stesse.
      Questi due articoli mostrano come gli stipendi nella PA sono molto alti rispetto al settore privato:
      1) https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-stipendi-pubblici-e-privati-un-aggiornamento
      2) https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-analisi-gli-stipendi-dei-dipendenti-pubblici-sono-troppo-bassi
      Mi dispiace, ma la storia del dipendente pubblico che muore di fame è una bugia tanto quanto quella del pensionato.
      Piccola precisazione, il dualismo del mercato del lavoro “fissi-flessibili” esiste tanto nel settore pubblico quanto in quello privato.

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    4. No no: qui si parla di tremila euro per mettere un timbro, allora: dove sono i tremila euro, quanti li prendono effettivamente e di quali timbri si tratta?
      Per inciso, le funzioni centrali sono tra le meglio remunerate della PA contrattualizzata, oltre a rappresentare più propriamente la PA stessa.
      Poi vediamo il resto.

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    5. Era un esempio irreale per far capire un concetto. Esempio. E-s-e-m-p-i-o.

      Al posto di 3000 mettici x, dove x è un numero irrealisticamente grande et voilà.

      Sintesi: la PA non serve per pagare gli stipendi ai dipendenti, ma a fornire servizi in maniera efficiente ai cittadini.

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  13. Errata corrige: "TE" non è ammissibile come soggetto

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    1. Per A Traverso.

      Se ho urtato la tua sensibilità mi dispiace, però non so cosa ti aspettavi dopo avermi preso per il culo con la tua risposta, nella quale tra l’altro mi mettevi implicitamente in bocca cose che non ho mai detto.

      Peccato che non c’è stata la volontà di avere un confronto. Ritengo che dibattere onestamente con chi ha informazioni diverse dalle proprie sia utile, sia per imparare cose nuove che per mettere in discussione il proprio modello del mondo. Sono su questo blog proprio per avere un contraddittorio.

      Per esempio, in che modo tutti gli squilibri macroeconomici indotti dall’euro (che sinceramente non ho le competenze per valutare) comportamento una composizione della spesa pubblica sbilanciata sulle pensioni? Quali sono gli incentivi che portano a sottoinvestire in istruzione, sia nel pubblico che nel privato? Ecc ecc


      Sarebbe stato bello parlare di questi temi e di dati anziché di Acemoglou e di grammatica.

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    2. Forse sono andato anche io un po'sopra le righe e me ne scuso. Del resto anche lei si è posto in modo un poco troppo perentorio, per dire il meno. Non le ho messo in bocca proprio nulla, visto che il mio primo intervento non conteneva nessuna frase che veniva attribuita a lei, tutto era presentato come una MIA sia pur paradossale "proposta". Il dibattito che lei vorrebbe suscitare con il suo intervento, si è già ampiamente svolto in questa sede.
      Se posso permettermi, non día così poca importanza alla grammatica, sta a fondamento, anche se non da sola, ad una formazione solida della cultura. Da uno che vuole riformare i programmi delle scuole, lo trovo un'atteghiamento preoccupante. Visto che lei ha espresso il suo dispiacere di avermi urtato, ho ritenuto di contravvenire alla raccomandazione del prof. Bagnai, un po' a mio rischio e pericolo :)

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    3. Ps. atteggiamento, e non atteggiamento, come ho mal digitato

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  14. Tra le tante lievi imprecisioni' sono particolarmente colpito dallo spiazzamento del livello monetario delle pensioni sull'offerta di lavoro e in modo ancora più incomprensibile sulla domanda di lavoro.
    Non faccio l'imprenditore, probabilmente non saprei farlo, e non ho sostenuto Economia Industriale e ahimè non ho studiato la teoria dei giochi. Cerco però di essere logico e penso che se avessi una idea e il Knowhow per realizzarla, semplicemente me ne strafregherei della durata dei processi civili, che per me c'entra con lo sviluppo economico come il cavolo cappuccio a colazione.
    Pensare che tutte le aziende siano Amazon o Stellantis, che spostano sede e/o produzione come giocassero al Monopoli, non credo sia una rappresentazione verosimile della realtà. Per me è verosimle che se io avessi una idea e sapessi come realizzarla lo farei non solo in Italia, a prescindere dalle menate globaliste della durata dei processi, del numero dei laureati, del livello delle pensioni e infine del numero di passeri solitari sulle Alpi apuane in inverno, ma guarda caso lo farei a casa mia, cioè dove vivo.
    Sarà colpa mia che non sono imprenditore.

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    1. Le pensioni sono essenzialmente un trasferimento di pezzi di PIL da chi lavora a chi non lavora. Se trasferisci troppo, chi lavora rimane con poco, ovvero ha un salario netto relativamente basso. L’effetto sulla domanda di lavoro è che a parità di condizioni, una maggiore pressione fiscale di natura previdenziale fa crescere il costo del lavoro, inducendo una minor domanda da parte delle aziende. Questa cosa è tanto più vera quanto il lavoro di cui parliamo è skillato e quindi costoso. L’output sarà una minore offerta di lavoro, e soprattutto di quello altamente qualificato. Sul lato dell’offerta, la combinazione di redditi bassi e scarsa offerta di lavori qualificati, disincentiva l’investimento in capitale umano (non si va a studiare ingegneria) e quindi si produce una situazione di bassi salari e basso capitale umano.

      Non per essere scortese, ma quello che faresti tu se avessi un’idea imprenditoriale è poco rilevante. Sui costi dovuti alla lunghezza dei processi civili c’è una grande quantità di evidenza e letteratura, oltre che essere un qualcosa di senso comune. Vengono impattati negativamente il diritto di proprietà, l’esecuzione dei contratti e la certezza del diritto in generale. Banalmente, se non mi pagano la fattura cosa faccio? Se mi si prospetta davanti un calvario, la faccio passare franca al cliente insolvente e me la metto via.
      Oltre a questi effetti che ho appena elencato, in questo documento https://www.upbilancio.it/wp-content/uploads/2016/07/Focus_5.pdf
      Si dice che gli effetti della lentezza della giustizia civile sono:
      A) maggior razionamento del credito bancario e quindi maggior costo di finanziamento sia per le imprese che per le famiglie. Se non posso riscuotere il pagamento verso il moroso o l’insolvente, caricherò un maggior premio al rischio nel tasso d’interesse per compensare. Tradotto: le imprese pagano più interessi.
      B) Minore dimensione media delle aziende. Questo ha diversi effetti negati a catena: le grandi imprese sono quelle più efficienti a livello statico e dinamico, quindi producono più PIL per ora lavorata, pagano salari più elevati e fanno investimenti e innovazione. La crescita dimensionale è un fattore assolutamente cruciale per la crescita. Mettere i bastoni nelle ruote alle aziende che vogliono crescere produce danni devastanti.
      C) Favorisce la concorrenza. Se devo per forza avere un rapporto personale con i miei clienti e fornitori perché cerco una garanzia del rispetto dei contratti, le nuove aziende entranti saranno svantaggiate a causa della mancanza di relazioni. Anche questo è qualcosa di devastante.
      D) Investimenti esteri. Qua direi che il danno è assolutamente autoevidente.

      Anche il capitale umano (numero di laureati) è importante, però è talmente strapieno di documenti e ricerche che mostrano le relazioni tra istruzione e crescita economica e delle varie menate sull'economia della conoscenza che non mi dilungherò troppo. I settori oggi maggiormente dinamici e a maggior valore aggiunto, e che quindi pagano i salari più elevati, sono quelli legati alla finanza, alle tecnologie ICT, al software, all’intelligenza artificiale, all’ingegneria meccanica, la consulenza avanzata e cose di questo tipo. Per fare questi lavori bisogna studiare. Se non puoi fare macchine utensili di elevata qualità (cosa che per fortuna l’Italia è in grado di fare) fai la competizione coi cambogiani per produrre spazzole per capelli di plastica; l’unico problema è che poi lo stipendio è da cambogiano.

      Sui passeri delle alpi apuane sinceramente non saprei ;)

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  15. Per concludere la risposta a aquilano, riporto ancora un po’ di dati sulle pensioni e sulla povertà:
    la figura 2 di questo documento
    https://www.istat.it/it/files/2020/01/Condizionidivitapensionati-Anno2018.pdf
    mostra che la crescita delle pensioni non è solo un effetto demografico, ma è proprio la pensione media che è sempre più alta della retribuzione media dei lavoratori dipendenti.
    La figura 2 mostra anche lo scollamento tra pensioni ed economia reale: negli anni delle varie crisi, a cui siamo oramai abituati, le pensioni continuano a crescere, facendo ricadere interamente i costi della crisi economica sui lavoratori, e specialmente quelli entranti nel mercato del lavoro. A mio parere sarebbe il caso di ripartire in modo più equo i costi del declino, però qua sconfiniamo nell’etica.
    La figura 5 invece mostra come la povertà sia una questione che interessa maggiormente le famiglie in cui non c’è un pensionato.
    nella figura 2 di questo articolo
    https://www.lavoce.info/archives/72647/con-la-poverta-piove-sempre-sul-bagnato/
    si vede come la povertà assoluta nella popolazione in età da pensione sia stabile nel tempo, mentre cresce per tutto il resto della popolazione.

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    1. Supercazzole…raccolgo l’invito di lasciar perdere in ossequio anche all”adagio per cui è meglio lavorare per chi non ti paga che parlare con chi non ti capisce. Buon Natale a tutti.

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  16. Dai aquilano, non te la prendere. La prossima volta ti lascio vincere ;)

    Prima di abbandonare per sempre il Dibattito, che mi dà le vertigini per la sua elevazione intellettuale, volevo augurare buon nascondimento della testa sotto la sabbia a tutti e felice anno nuovo.

    PS: e come sempre, è tutta colpa dei tedeschi cattivi, dei migranti e di capri espiatori stocastici. Forza Putin e la giustizia civile inefficiente.

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    1. Questa è la casa del cavajere nero, figuriamoci se posso essere suscettibile o prendermela con chi crede alla scarsità della moneta. Di stocastico qui nel blog non c'è nulla, al limite ogni tanto qualche errore statistico, e noi lo sappiamo bene che è fisiologico perché noi siamo la gaussiana e voi le code, gli estremi, gli errori appunto. La vostra ignoranza è la nostra forza. La vostra superbia è la nostra modestia ed il nostro understatement. La vostra agitazione è la nostra pacatezza. Ed i vostri post scriptum sono come l'ultimo libro di Vespa, mio concittadino, una cosa che ai può e si deve evitare di leggere.
      Per aspera ad astra.
      Ps
      Provi con la detartrasi, sarà più fortunato e, forse, meno impreparato.

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  17. Scarsità della moneta de che? "Vostra" di chi? Ti informo che il tuo modellino binario del mondo, ridicolmente semplicistico, in cui ci sono i buoni che vogliono più stato e stampare moneta e i cattivi neo libbberisti non sta in piedi.

    Fai tutti i giri di parole che vuoi, ma rimane il fatto che dici cose come "spiazzamento del livello monetario" e che la lunghezza dei processi civili conta nulla con la crescita economica.
    Hai obiettato alle miei affermazioni usando "quello che faresti te se", un po' di "secondo me è così perché sì", il tutto senza mezzo ragionamento, mezza argomentazione, mezzo numero. L'unica cosa che sei stato capace di fare è stato etichettarmi usando lo schemino manicheo per bambini delle elementari che hai imparato a memoria.

    Il delirio su gaussiana e code varie è un'ottima sintesi direi: parlare malamente di cose che non si conoscono.

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  18. Violenza ultimo rifugio degli imbecilli, Asimov.
    Che la domanda e l'offerta di lavoro fossero elastiche rispetto al livello delle pensioni credo sia una mega maxistupidaggine galattica, spero che questa modalità espressiva risulti meno indigeribile. Comunque auguri, sempre nella speranza che con le detartrasi vada meglio.
    Ps
    Io direi tu e non te e direi che NON conta ma va bene anche così.

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  19. Più sono alte le pensioni, più è alto il costo del lavoro perché aumentano i contributi.
    Praticamente stai dicendo che nel mercato del lavoro la domanda non è elastica al prezzo.

    Che fenomeno!

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