sabato 2 novembre 2019

Sovranismo

Intervengo sull'ordine dei lavori (chi era al #goofy7 sa che cosa significhi) per riportare brevemente un minimo di razionalità in un dibattito che ne ha grande bisogno.

Premetto che io non ho niente contro i volenterosi, soprattutto se in buona fede, se non fosse per il dato oggettivo che questa categoria di persone ha la spiacevole tendenza a far più danni della grandine, e che la difesa è sempre legittima. Do quindi alla buona volontà e alla buona fede di chi ha introdotto e propugnato nel dibattito la categoria di "sovranismo" il giusto peso, cioè zero, e mi limito a fare due brevi considerazioni.

La prima è che in termini comunicativi è sempre un errore fornire agli avversari un bersaglio polemico, ed è un errore ancora più grande accettare di condurre il dibattito all'interno del recinto in cui l'avversario ti costringe. Con l'invenzione della categoria di sovranismo sono stati fatti entrambi gli errori. Pochi mesi di esperienza politica mi consentono di affermare con assoluta certezza che solo la stupidità, mai la perfidia, consente di centrare con tanta precisione un simile bersaglio!

Mi spiego.

Insistendo sulla categoria di sovranismo si è fornito ai media del grande capitale, quello finanziario, e alla pletora dei suoi utili idioti, un'unica etichetta da applicare come bersaglio sulla schiena di chi, da fronti diversi, con percorsi culturali e argomentativi differenziati, con obiettivi politici non sempre coincidenti, ha "messo a tema" (come dicono quelli fichi) un problema evidente: la crisi del sistema di integrazione europeo. In questo modo si è facilitata la denigrazione di un dibattito che ha radici culturali profonde e nobilissime, e si è consentito ai cialtroni dei media di appiattirlo sulle esternazioni di qualcuno dei tanti squinternati che in democrazia hanno comunque diritto di esprimersi, ma verso i quali la saggezza popolare da sempre ci esorta a usare prudenza: "dagli amici mi guardi Iddio". Peraltro, se dopo aver affrontato nelle sedi pubbliche e in quelle scientifiche un dibattito che era oggettivamente pericoloso da affrontare sono ancora vivo (con gran dispetto di Annaberta) è perché dagli "amici" mi sono guardato io, per un atto di solidarietà verso una persona che, ancorché trina (solo Giuseppi era bino), ha senz'altro da fare più di me (è successo coi memmetari, con gli ortotteri, coi decrescisti, ecc.).

Non solo.

Il genio che ci ha regalato il sovranismo ha anche compiuto un'altra operazione perversa e deleteria: quella di creare un recinto al cui interno vengono ricondotte, per assoggettarle a un biasimo acritico e preconcetto, una quantità di fattispecie che col dibattito sull'integrazione europea, e, per altri versi, col dibattito sulla sovranità, nulla hanno a che fare: dal legittimo fastidio di Trump per la svalutazione competitiva dell'euro praticata da Draghi, all'affermazione del capitalismo di Stato nei paesi emergenti (sapete gli idioti che "il mondo è pieno di sovranismi!..."?). Negli ambienti che una volta furono intellettuali, se vuoi sembrare intelligente (nella - vana - speranza di chiudere la serata con la tipa che ti piace, e che non sai più come corteggiare senza cadere in fattispecie plurime di reato!), per criticare qualcosa devi dire che è sovranista. "C'è tanto sovranismo, signora mia", si sente dire in quelli che ancora si credono salotti, e forse non sono più nemmeno portierati, perché gli umili, i semplici, quelli che nostro Signore ha deciso di esaltare, ci sono arrivati prima degli istruiti, dei potenti, che in tutta evidenza vengono oggi deposti nell'umido della Storia...

Questo per quanto riguarda la prima considerazione, che potremmo riassumere così: la promozione della categoria di sovranismo all'interno del dibattito è stato un gigantesco autogol comunicativo (andrebbe anche capito una volta per tutte che politica non è tanto avere idee - quelle utili sono già tutte lì, come mi accingo a esemplificarvi - quanto condividerle, e chi comunica male condivide peggio...).

La seconda considerazione ve la riassumo prima di svilupparla: la promozione della categoria di sovranismo all'interno del dibattito è stato un gigantesco errore in termini sostanziali, tematici, concettuali.

Mi spiego.

Altro è la sovranità, e altro il sovranismo. La categoria di sovranità risponde a una domanda semplice, ma essenziale per l'ordinato funzionamento di qualsiasi comunità umana composta da un numero n>1 di persone: chi comanda? Le persone si associano per realizzare obiettivi, dai più ovvi (riprodursi) ai più complessi. Il perseguimento di questi obiettivi richiede che qualcuno prenda decisioni.

La Repubblica Italiana nasce con la Costituzione antifascista e si propone in particolare un obiettivo: quello di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" (art. 3). Per inciso, questo è l'umanesimo di cui abbiamo bisogno, e a che ci propone il "nuovo" umanesimo suggerirei di riservare il trattamento abitualmente riservato ai venditori del noto elettrodomestico o ai proverbialmente petulanti apostoli della nota fede. Ma torniamo al punto: chi comanda? Chi prende cioè le decisioni necessarie per traghettare questo compito della Repubblica, esplicitamente indicato come tale dall'art. 3 ("è compito della Repubblica...") dal regno delle buone intenzioni a quello dei risultati? Il popolo, perché "la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" (art. 1, secondo comma).

Le categorie per affrontare i temi dell'attualità, quindi, già esistevano, a patto di fare quella quasi mai semplice, ma quasi sempre proficua operazione che consiste nel ribaltare completamente i termini del problema (Copernicus docet). Non è sovranista chi afferma il diritto del popolo ad esercitare la propria sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione: è fascista chi nega questo diritto (agevolo un noto contributo dalla regia):


(e nel mondo dei mass media poco cambia se la negazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione risponda a una consapevole volontà di propugnare un modello politico antidemocratico, o sia espressione inconsapevole di pura e semplice ignoranza: ignoranza e fascismo hanno diritto di cittadinanza in democrazia, ma entrambi sono una minaccia esistenziale per i nostri diritti politici e come tali vanno contrastati "nelle forme e nei limiti della Costituzione").

La categoria di sovranismo quindi andrebbe serenamente archiviata: per descrivere i nemici della Costituzione repubblicana antifascista, cioè i nemici del vostro diritto di concorrere alla determinazione dell'indirizzo politico del vostro paese, è più che sufficiente la categoria di fascismo, che riassume in sé tutti gli attacchi quotidianamente subiti dalla nostra democrazia, a partire da chi sempre più esplicitamente nega il più fondamentale dei diritti politici, il suffragio universale, per arrivare a chi vuole istituire tribunali politici dai nomi altisonanti per fattispecie di reato che o sono indefinite (e allora il pericolo per la democrazia di sanzionarle a maggioranza dovrebbe essere evidente!), o sono già normate dal codice penale (e allora a che servono leggi speciali?).

Lo dico ancora in un altro modo: la categoria di sovranismo ha oggettivamente ribaltato i corretti termini del problema, costringendo sulla difensiva chi semplicemente afferma i principi fondamentali della democrazia costituzionale italiana e la necessità di difenderli da nemici interni ed esterni.

Naturalmente , visto che la categoria di sovranismo è inutile (e quindi dannosa), credo le si debba applicare il noto aforisma del Pedante: se non serve a niente, serve a qualcos'altro.

Il qualcos'altro non è difficile da individuare: dare una bandiera a movimenti dello zero virgola, cui poco importa di portare il degrado nel dibattito politico, pur di rinsaldare la bollicina del proprio consenso, dare un minimo di visibilità a attori del dibattito cui sarebbe il caso che qualcuno finalmente dicesse che la somma di n insuccessi politici non sarà mai un successo politico per n tendente ad infinito, e, naturalmente (e il pericolo è qui), dare agli odiatori autorizzati, ai volenterosi carnefici del politicamente corretto, rigorosamente a norma CE, un utile sfogatoio, un punto dialettico su cui focalizzare i quotidiani due minuti di odio, banalizzando una riflessione politica che ha coinvolto pensatori di cui i sullodati carnefici, in quanto letame, nulla sanno, ma che invece qui abbiamo imparato a leggere e ad ascoltare.

Casualmente nessuno di questi pensatori, né Streek, né Majone (autore di Rethinking the Union of Europe), né Galli, né Canfora, né Zielonka (e la lista potrebbe continuare) ha mai usato la categoria di sovranismo (se sbaglio mi correggerete), limitandosi ad usare quella di sovranità. Ci sarà pure un motivo! Quando ho sete bevo, ma non per questo sono un bevista; senza farci troppo caso respiro (e spero altrettanto di voi), ma non per questo sono un respirista. Perché fare un'ideologia dell'ovvio, cioè del fatto che in democrazia l'indirizzo politico deve essere espresso dal popolo? Quando ideologia rima con tautologia il dibattito va in cortocircuito e il peso delle idee viene sostituito senza possibilità di riscatto da quello dei rapporti di forza.

Siamo sicuri che questa operazione ci avvantaggi?

Le ideologie servirebbero.

La loro mancanza, anch'essa frutto di un'operazione culturale portata avanti col volenteroso contributo di tante brave persone in buona fede (vedi alla voce: più danni della grandine) è la vera radice del degrado in cui il dibattito politico si trova. La morte (presunta) delle ideologie non solo ha lasciato spazio a un'unica di esse (il neoliberismo), come ci ricordava Carlo Galli a Pescara, ma, soprattutto, non ha reso meno ideologica (nel senso di acritica, fideistica, basata sulla logica dell'appartenenza) la conduzione del dibattito. Le ideologie sono, sarebbero utili se basate su qualcosa, non se basate sul niente. Raccogliere le persone sotto la bandiera della CO2, ad esempio, è barbarie, una barbarie le cui motivazioni, la cui political economy, per usare un termine della mia disciplina, abbiamo imparato qui a riconoscere molto presto. Trasformare in ideologia una molecola, anziché una proposta di organizzazione della società, ha un unico ovvio scopo, talmente ovvio che sfugge, pur essendo il proverbiale "ornitorinco nello spritz" (come direbbe Bersani): lo scopo ovvio è ovviamente quello di evitare che la discussione verta sulle proposte di organizzazione della società. Il circuito del risparmio deve essere totalmente privatizzato, come vuole e attivamente coopera a realizzare l'unica ideologia rimasta in vita, con tutto quello che ne consegue in termini di instabilità finanziaria, o deve essere almeno parzialmente socializzato, cioè gestito anche da istituzioni pubbliche (prima fra tutte il sistema del welfare, ma anche istituti di credito, ecc.)? Di questo non si deve parlare: ma si deve invece parlare di quello che serve a farci accettare modelli di organizzazione sociale della produzione precostituiti e definiti altrove, al di fuori di un normale scrutinio democratico.

Mentre siamo qui in trepida e fiduciosa attesa del prossimo immancabile shock finanziario (nel frattempo Repo-satevi...), forse dovremmo porci qualche domanda su questo modus operandi, e in particolare sull'opportunità di trasformare in "-ismo", cioè in ideologia, e quindi in tema di dibattito, e di dibattito gestito in modo strumentalmente divisivo, un'altra ovvietà: il diritto di una comunità di autodeterminare i propri indirizzi politici nel rispetto della propria legge fondamentale. Siamo proprio sicuri di voler (involontariamente?) trasformare questo diritto, che è il respiro della democrazia, in materia di dibattito?

Torno a dire che lo trovo inopportuno.

Era un po' che volevo dirvelo, e ora ve l'ho detto. E adesso scatenatevi: io mi studio l'ennesima bozza della legge di bilancio. Al testo definitivo ormai ci ho rinunciato, e comunque l'esercizio provvisorio non è poi così male, se consideri l'alternativa: una manovra fatta da disperati che stanno usando qualsiasi strumento possibile per raschiare il fondo del barile, comprimendo i diritti del contribuente, giocando sugli effetti immediati dell'alterazione di alcune scadenze, ammantando di nobili motivazioni l'equivalente odierno della tassa sul macinato. Il Signore abbia pietà di loro. Per quanto riguarda noi, ci vediamo il 26 gennaio...

75 commenti:

  1. Sentivo che c’era qualcosa di marcio nell’etichetta “Sovranisti” ed intuivo che bisognasse parlare piuttosto di sovranità. Adesso il percorso mentale è chiaro. Grazie prof!

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  2. Purtroppo nella tradizione liberale la ricchezza è e deve essere l'arbitro del potere politico è proprio in ciò risiede l'essenza della Libertà moderna. "Nello stesso paese in cui il querelante è messo in prigione il ladro resta in Libertà se può versare una cauzione"(Tocqueville)

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  3. There are sovereigntists, and there are sovereigntists.

    https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2956738

    "The more limited aim of this paper, rather, is to suggest that European attitudes towards international law may be changing, and that the EU is developing a European variant of the American new sovereigntism, in which a growing number of critics – concentrated primarily, though not only, among the pro-European left and center-left – have raised fundamental procedural and substantive objections to international rules and norms, which they depict as hostile to European laws and values, and against which they champion a defiant resistance. In a growing number of areas of international law, including international trade, economic regulation, food safety, data privacy, and national security, the European center-left has moved towards a sharply critical view of international law, alternatively resisting consent to unwelcome agreements, compliance with unwelcome international judicial decisions, and internalization of international laws perceived to be in tension with domestic EU rules and rights. These changing attitudes towards international law, in turn, have been magnified and translated into policy outcomes through the EU’s “hyper-consensus” political institutions, which have created multiple veto points empowering European critics to defy and deflect the intrusion of unwelcome international legal norms, rules, and agreements."

    https://link.springer.com/article/10.1007/s40647-018-0233-z

    "In the last three decades, the rise of a populist challenge to the liberal political mainstream exposed how shallow the supposed victory of global liberalism was, even in its heartlands in Europe and North America. Exclusive nationalism and nativism, identity politics, critiques of globalisation and internationalism, and calls for democratic re-empowerment of the demos have converged politically on a new locus of inflated territorial, indeed ‘border’ sovereignty, aligning the call of ‘taking back control’ on behalf of a radically re-defined community (‘we’) with a defensive re-territorialisation of power along existing fault lines of nation-statism. In this paper, I argue that the very same call has become the new common political denominator for all populist platforms and parties across Europe. I argue that populists across the conventional left–right divide have deployed a rigidly territorialised concept of popular sovereignty in order to bestow intellectual coherence and communicative power to the otherwise disparate strands of their anti-utopian critiques of globalisation. In spite of significant ideological differences between so-called right- and left-wing populism, in the short-term the two populist projects have sought to stage their performances of sovereigntism on, behind or inside the borders of the existing nation-states."

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    1. Tutto molto interessante e senz'altro molto utile (lo sono, del resto, anche le zanzare), ma, giusto per mettere in evidenza la più macroscopica delle caratteristiche che rendono questi contributi laterali rispetto alla mia riflessione, questa roba viene dal simpatico mondo anglosassone, della cui finezza e capacità di interpretare il nostro dibattito mi sono pregiato di offrirvi un esempio al goofy8, e quindi si riferisce a un'etichetta (o a un bersaglio) messo su cose completamente diverse.

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  4. Premesso che condivido in pieno la tesi secondo cui non di devono usare le categorie inventate dal nemico per combatterlo...confesso di non aver capito chi sarebbe il soggetto "nostro amico" che, in questo caso, ha fornito l'assist terminologico al nemico

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    1. Caro Polliceverso, l'amico citato è (anche) il FSI - Fronte Sovranista Italiano. D'Andrea, che ne è a capo, è uno dei primi, forse il primo, ad aver utilizzato questo, all'epoca, neologismo.

      Mia moglie, persona intelligente e molto pratica, sono anni che mi rompe le scatole dicendomi "sovranismo è una parola SBAGLIATA! Non è adatta a comunicare!". Come al solito ha ragione... (In questo è davvero insopportabile!)

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    2. Non credo che Alberto si riferisse a un movimento cosi irrilevante...ma solo lui potrebbe chiarire il mistero

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    3. Non credo che Alberto si riferisse a un movimento cosi irrilevante...ma solo lui potrebbe chiarire il mistero

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  5. Caro prof/senatore/nostra Guida Suprema, non smetterò mai di ringraziarla per l'averci protetto e liberato, nel corso di questi anni, dalla vicinanza tossica dei vari "amici che avevano capito" aka "quelli dalla nostra parte". A quest'ora saremmo finiti come loro, rinchiusi negli oscuri stanzini del Web a fare a gara a chi è il più ottuso e irrilevante.

    Chiunque non sia un tonno patentato non può non essersi accorto della dannosità del termine "sovranismo"; ergo, anzichè cadere come dei fessi nella narrazione del Capitale, sarebbe bastato semplicemente osservare come la SCPC (cit. Capezzone) è solita usare questa parola.

    Qualche banale esempio:

    1)https://www.huffingtonpost.it/2018/06/25/come-il-sovranista-assoluto-erdogan-ora-rafforzera-i-disegni-neo-ottomani-in-medio-oriente-e-in-europa_a_23467357/
    2)https://www.agi.it/cronaca/papa_francesco_sovranismo-5994103/news/2019-08-09/
    3)https://www.lastampa.it/topnews/lettere-e-idee/2019/06/28/news/quelle-ragazze-coraggiose-che-non-piacciono-ai-sovranisti-1.36544587
    4)http://www.ilgiornale.it/news/politica/jebreal-contro-sovranisti-oggi-attaccano-me-domani-ebrei-e-1768707.html

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    1. "non smetterò mai di ringraziarla per l'averci protetto e liberato".

      "Guida suprema" lo sostituirei con guida spirituale, un leader plasma il suo popolo, ma ne é plasmato.

      Su Adam Smith: la società commerciale dissolve una comunità, è necessaria un' etica. Una "Teoria dei sentimenti morali"(1759,VI edizione 1790,"la ricchezza delle nazioni" è del 1776,le due opere non sono in contraddizione), che fornisca un antidoto: l' intersoggettività, per evitare la guerra tra soggettività.
      Cos' è l' intersoggettività?
      Smith, il prediletto di Kant, fornisce statuto epistemologico all' immaginazione (mi metto nei panni di chi sta giudicando la mia azione, chi giudica si mette nei panni dell' attore che agisce, per valutarne appropriatezza e virtù).

      TSM, Parte prima, sezione I, Cap. V Le virtù amabili e rispettabili prg. 6,7,8.

      "Le virtù amabili consistono in quel grado di sensibilità che sorprende per la sua squisita e inattesa delicatezza e tenerezza. Le virtù maestose e degne di rispetto consistono in quel grado di dominio di sé che ci lascia attoniti per la sua sorprendente superiorità rispetto alle più ingovernabili passioni della natura umana...

      ... c' è una considerevole differenza tra virtù e semplice appropriatezza...

      ... In molte occasioni, agire con la più perfetta appropriatezza non richiede niente di più di quel comune e ordinario grado di sensibilità e dominio di sé posseduto anche dal più indegno degli uomini, e a volte non è necessario nemmeno questo... mangiare quando abbiamo fame, in situazioni normali è certamente giusto e appropriato...

      ... Al contrario, possiamo frequentemente trovare un considerevole grado di virtù in azioni non perfettamente appropriate, ma che, in occasioni in cui è molto difficile raggiungere la perfezione, vi si avvicinano più di quanto ci si potrebbe aspettare. Questo succede molto spesso nelle situazioni che richiedono un notevole dominio di sé. Ci sono situazioni talmente difficili per la natura umana, che il grado più alto di padronanza di sé, di cui una creatura imperfetta quanto l' uomo può essere dotato, non riesce a soffocare del tutto la voce della debolezza umana, o a ridurre la violenza delle passioni fino a quel livello di moderazione interamente condivisibile dallo spettatore imparziale. Perciò, nonostante in quei casi il comportamento della persona che soffre sia privo di appropriatezza perfetta, può tuttavia meritare un certo elogio, e in un certo senso può persino venir denominato virtuoso."

      Thomas Szasz:"Da un punto di vista sociologico la psichiatria infantile è un' istituzione secolare per regolare i rapporti famigliari. Dal mio punto di vista è violenza sui minori".

      Caro Szasz, all' inizio non ti credevo. Ho riflettuto, ho autorappresentato il mio pensiero nel teatro della realtà... (Etica della crescita: crescere provando-Sylvia Plath-Diari 4gennaio 1958) "avevi ragione tu".
      Dal mio punto di vista la Psichiatria è guerra civile, responsabile di aver sedato, rinchiuso, ucciso, o indotto al suicidio, nei secoli, con menzogna e violenza, coloro i quali denunciavano violenza.
      Forse questa comunità sa di cosa stiamo parlando.


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    2. No. Non credo che questa comunità lo sappia, altrimenti ti avrebbe risposto. Caro Erik, hai tutto il diritto di combattere le tue battaglie, ma ti suggerirei di farlo come lo ho fatto io: con le tue armi.

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    3. Grazie dello spazio e del tempo. Rifletterò sulle tue parole.

      Al goofy8, parlandone di persona con alcuni di voi, ho ricevuto risposte incoraggianti.

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  6. "la promozione della categoria di sovranismo all'interno del dibattito è stato un gigantesco errore in termini sostanziali, tematici, concettuali"

    Concordo, ma trovare un modo di attrarre in un patto elettorale le liste di quelli che mai e poi mai voterebbero Lega credo sia comunque auspicabile.

    Altrimenti serviranno ad altro.

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    1. Dici? Sei sicuro? Intanto "quelli che mai voterebbero Lega" quanti sono? E poi, se "mai voterebbero Lega", forse non hanno capito quanto è pericolosa la situazione in cui il Paese si trova, forse non sono né così intelligenti come credono di essere, né così patriottici. Forse sono quelli che hanno creduto che i 5 Stelle fossero un movimento critico, nonostante qualcuno li avesse avvisati del contrario. Forse sono persone che non sanno darsi priorità.

      Tu mi dirai: "Che importa chi sono? Sono pur sempre voti...".

      Io ti risponderò che intanto sono pochi, e poi, se anche fossero molti, qui c'è da ricostruire un Paese, e non credo che lo si possa fare con chi non ha chiara la situazione. Se le cose stessero come pensi tu, il modo di far emergere la realtà che tu credi esista si sarebbe trovato. Avrei potuto farlo io, ad esempio. Perché no? Perché ho capito benissimo che avrei avuto a che fare con quattro gatti, per di più fuori come un terrazzo. Il partito sarebbe nato morto, come sono nati morti i tanti aborti di partito, nonostante fossero nati nel mio cono di luce e quindi potessero contare sulla cannibalizzazione di questa community.

      Amici cari, non so come dirvelo...

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    2. da Il Principe di Macchiavelli....
      1)"perchè degli uomini si può dire questo generalmente: che sieno ingrati, volubili, cupidi, simulatori e dissimulatori, fuggitori de' pericoli, cupidi del guadagno e mentre fai loro bene e' sono tutti tua.....ma quando ti si appressa(il bisogno tuo) si rivoltono, e quello....che si è tutto fondato in su le parole loro, trovandosi nudo di altre preparazioni, ruina."
      2)"perchè le amicizie che si acquistono col prezzo..,si meritano(comprano) ma elle non si hanno(posseggono) e alli tempi non si possono spendere";
      3)"Soprattutto astenersi da la roba di altri, perchè li uomini sdimenticano più presto la morte del padre che la perdita del patrimonio"
      4)"uno principe così fatto(dispendioso,non accorto)...sarà necessitato, alla fine,...gravare e' i populi estraordinaramente e essere fiscale....Il che comincerà a farlo odioso a' sudditi o poco stimare da ciascuno divenendo povero, in modo che....avendo offeso gli assai e premiato e' pochi, sente ogni disagio e periclita in qualunque primo periculo."

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    3. Se non sbaglio alle ultime elezioni europee in Italia partito della scheda bianca più astenuti sarebbero la maggioranza. Ho idea che la maggioranza non ha ancora capito a quale destino stia andando "addosso"

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  7. Chiar.mo, ha ragione su quasi tutto, con un "ma".

    La parte euroinomane, italiana ed estera, è usa bollare come POPULISTI chiunque non sia d'accordo.
    Credo possiamo ritenerlo assioma.

    POPULISTA è, per loro, la sincrasi di nazifassistah-minus-habens-coglione.

    SOVRANISTA ha preso piede, ritengo, come "autodifesa", o "male minore".
    + Non sono un populista, sono un sovranista.
    + Non sono un nazifascistah-minus-blablabla, sono un sovranista.

    Si ha timore a dire ad esempio "SONO UN PATRIOTA" (che per i cretini significa
    essere nazifassisthi-razzisti-omofobi-odiatorih-antisionistih-etc).

    Avrà certo notato che, soprattutto dopo elezioni in mezza Europa perentorie sotto
    questo profilo, i "populisti" (nei termini sprezzanti sopra indicati)
    vengono sempre più spesso chiamati "sovranisti" (=sempre nazifassi-coglioni-etc)


    Si arriverà, prima o poi, alla definizione giusta,
    cioè "NON CRETINI"?

    - Tu sei un populista/sovranista/odiatore!
    + No, scusi, più modestamente sono solo un NON CRETINO.

    Esercizio per casa: individuare con i diagrammi Venn, le "patatone",
    chi sono i CRETINI.

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  8. Condivido integralmente, penso tuttavia che il circuito mediatico dominante non permetterà la dismissione della categoria del sovranismo, quale facile bersaglio di una costante criminalizzazione, che colpisce ogni forma di dissenso e di critica al pensiero euroglobalista.

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    1. Ma è chiaro che una volta offerta all'avversario un'arma, questo se ne serve! E poco importa che se in coda al supermercato chiedete che cosa sia il sovranismo, il 70% degli astanti lo confonderà con la monarchia (provate...). Però noi dobbiamo essere consapevoli dell'esistenza del problema, e dobbiamo essere capaci di elaborare (oltre che di non cadere nelle trappole tese dagli "amici").

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  9. Il termine sovranismo è una etichetta a connotazione negativa per additare chi è considerato il "nemico" del progetto europeista: chi non accetta l'imposizione dall'esterno di una organizzazione dei rapporti economici e sociali contrari alle leggi italiane. E' il solito sistema psicologico che fa leva sulla paura: coloro di cui si deve avere paura (i sovranisti) non sono legittimati a rappresentare gli interessi degli italiani.
    Ma a cosa assomiglia questo progetto europeo? Assomiglia sempre più all'evidente obiettivo di privatizzare gran parte delle competenze statali, in primis la gestione della moneta e del credito quali grimaldelli per forzare tutto il resto.
    D'altronde la storia è sempre quella e chi ha letto il saggio di Ezra Pound sulla moneta non può avere dubbi: l'usura nelle sue varie forme serve sempre a sottomettere l'uomo.

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  10. Concordo senz'altro sull'opportunità di non usare il termine sovranismo, però mi chiedo spesso noi non cretini ce l'abbiamo un piano? Il nemico ci ha intrappolato con l'inganno ed è furente perché SA che abbiamo ragione. Lo vinceremo solo se sapremo giocarlo come lui ha fatto con noi. È tempo di tattica e di astuzia. Non voglio sapere quale sia il nostro piano, ma se ne abbiamo uno, così anche per tirar su il morale alla truppa.

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  11. Devo esser sincero, sentí parlare per la prima volta di sovranismo al Prof. Rinaldi in uno dei tanti salotti televisivi in cui anche oggi è invitato (se la memoria mi assiste credo fosse coffee break,sicuramente prima delle politiche del 2018) forse per distinguersi dal termine populista di stampo grillino. Già allora il termine non mi piacque molto in quanto alla fine vuoto di significato dal punto di vista etimologico (la stessa cosa vale per il termine populista).
    Alla fine credo che il termine più adatto ce lo suggerisca il Presidente Trump (Patriots).

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  12. Adesso possiamo stilare la seguente lista. Tutte le parole che termina con:
    ismo
    ismi
    ista(strano che sia una declinazione al femminile)
    iste,
    isti
    consideriamolo come un frutto avvelenato del serpente dell'Eden.

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  13. Condivido in pieno il senso del ragionamento dal punto teorico e pratico. Ciò nonostante, in un contesto colloquiale, risulti piuttosto difficoltoso esprimere con un termine diverso un ideale di opposizione allo sgretolamento della nostra Costituzione, stante l'indebita appropriazione di "democratico" da parte di forze che hanno lavorato in senso diametralmente opposto, e la connotazione negativa generalmente e ingiustamente percepita nel termine "patriottico". Penso che il più grande successo dei liberisti, oltre ad aver affermato la propria ideologia come unica e sola possibile, sia quello di aver degenerato i concetti e il lessico comuni.

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    1. Mi avete mai sentito dire "sovranista" in televisione? Quindi mi trovate inefficace comunicativamente?

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  14. Grazie Prof, serviva come il pane, così come è servito come l'intervento del Professor Galli a Pescara, che mi ha acceso la lampadina.
    Buon lavoro!

    Cordiali saluti
    Paolo

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  15. Teoricamente ha ragione, ma la verità è che il diritto di autodeterminazione del nostro indirizzo politico non è un’ovvietà dato che esiste solo formalmente. Il problema è questo. Il “sovranismo”, o lotta per la sovranità popolare, come ideologia, non può che sorgere in assenza di democrazia e la democrazia formale (liberale), come sappiamo, non è democrazia, così come il fascismo. Parimenti la Costituzione è solo un pezzo di carta, come diceva Calamandrei, che, senza la volontà collettiva di tenerla viva e di attuarla, cade per terra e non si muove.
    Forse il “sovranismo” potrebbe essere letto meglio come un messaggio volto a far prendere coscienza che non siamo in democrazia, che la democrazia è un’altra cosa, e che i “democratici” (così andrebbero chiamati, non sovranisti) italiani vogliono solo riprendere quel cammino di realizzazione della Costituzione che si è interrotto alla fine degli anni ‘70, quando qualcuno decise che il nostro unico scopo costituzionale dovesse essere l’integrazione europea.

    Naturalmente non dovrebbe sorgerne un dibattito perché tutti (o quasi) dovremmo essere per la sovranità popolare e quindi “democratici”, ma, se non si conosce cosa sia la democrazia sostanziale e si crede che sia il sistema in cui viviamo oggi, allora è necessario che qualcuno spieghi cosa sia e che gli sia riconosciuto il diritto di farlo.

    È vero che i nemici della democrazia sono i fascisti e che la questione del sovranismo andrebbe ribaltata per i motivi che lei ha detto facendo notare questo, ma bisogna riconoscere che se oggi esistono i sovranisti forse è anche perché qualcun altro ha sequestrato il termine “democratici”, il PD, offrendo l’idea che la democrazia sia quella formale liberale, che la democrazia sia attuare i Trattati europei e dimenticare la Costituzione, e che se non la pensi così non sei democratico. Io continuo a credere che il danno più grande sia stato e sia il PD, che dopo decenni di inganni e disastri ancora riesce ad arrivare al 20%, non certo i movimenti per la sovranità zerovirgolisti, che poveracci non spostano di un millimetro gli equilibri e non hanno nemmeno accesso ai media. Del resto gli stessi media non potevano e non possono definire chi si batte per la libertà dell'Italia e la democrazia sostanziale “democratico”, perché i democratici sono quelli del PD, ed ecco che si inventano “sovranismo” e “sovranisti” così come “populismo e “populisti” nel tentativo di darvi un’accezione dispregiativa. Tuttavia non è detto che ci stiano riuscendo. Anzi, vedo che i “fascisti”, costretti, si stiano mostrando con maggiore chiarezza, basti solo considerare l’ultima uscita di Renzi che vuole un PdR pro-UE, in manifesta violazione del dettato costituzionale.

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  16. Questo post ci mancava.
    Tutto quello che volevate sapere sul sovranismo, ma non avete mai osato chiedere.
    Ad maiora semper e arrivederci al 26 gennaio se non va giù tutto prima Ricordiamo che a seguito dell'introduzione della tassa sul macinato scoppiarono in tutta Italia violente rivolte, che furono represse duramente, a volte nel sangue, come i moti popolari del 1898 e i fasci siciliani.

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  17. Treccani
    sovranismo s. m. Posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di concertazione.

    Il vocabolo diventa un problema o un insulto solo se l'apparato mediatico tutto in mano all'avversario ne snatura il significato, cosa che può fare con qualunque altro appellativo si scelga per definirsi:
    sul problema mediatico non vedo soluzioni né idee di soluzione all'orizzonte (invece l'avversario sa già cosa fare e lo fa tranquillamente senza mettersi problemi filosofici).

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    1. Concordo con Unkonown, non ci trovo nulla di male a dichiararsi sovranisti.
      Chi ritiene che autodefinirsi tale sia nocivo al raggiungimento dell'obiettivo dimostra, a mio parere, di avere ancora un complesso di inferiorità rispetto ai media cosiddetti mainstream.
      Non mi sembra proprio che Salvini sia passato dal 3% a oltre il 30% perchè ha respinto con sdegno la definizione di "sovranista", anzi, direi che sia accaduto esattamente il contrario.
      Vorrei far notare che anche la Meloni, nonostante (o forse proprio grazie al fatto che) si dichiari orgogliosamente sovranista, è arrivata a prendere oltre il 10%, risultato per nulla disprezzabile (e, direi, in prospettiva determinante per la conquista di una maggioranza alle prossime elezioni politiche).
      Mi sembra invece che, anche grazie al lavoro del professor Bagnai nel suo piccolo, sempre più elettori si rispecchiano nelle posizioni "sovraniste" (nel senso della Treccani), con tanti saluti all'utilizzo denigratorio del termine utilizzato da piddini, loro alleati (tra i quali i 5Stelle macroniani, che un tempo volevano il referendum sull'euro) e dai media eurofili.
      Per concludere, il termine sovranisti sintetizza efficacemente la posizione di coloro che la pensano all'opposto degli eurofili e non nuoce affatto ai risultati elettorali, al contrario.
      Se Trump si fosse preoccupato di sfuggire alle etichette che cercava di affibbiargli il New York Times, invece di rivendicare le proprie posizioni, col piffero che avrebbe vinto le elezioni! Idem per Farage in Inghilterra.

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    2. Eh, sì, sono proprio il tipo che soffre di complesso di inferiorità rispetto ai media...

      Ma vi sentite? Ma vi leggete? Ma non vi viene da ridere a rileggervi? Ma lo sapete dove siete? Siete sul blog dove è nato o comunque è stato descritto con anni di anticipo tutto quello che vedete intorno, siete sul blog di uno dei pochi politici di opposizione sopravvissuti alla dottoressa Gruber, e venite a darmi lezioni di efficacia!? Mi avete mai sentito dire "sovranista" in televisione o in un convegno? No. Perché? Perché non ce n'è bisogno. Quelli che lo dicono che fine fanno quando passano in tv o per le urne? Vengono tritati. E dove erano nove anni fa? Non c'erano, o se c'erano non si vedevano.

      Questi sono fatti, poi fate un po' voi...

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  18. Giusto! Aveva ragione Russell: Mai fidarsi degli -ismi. Sono tutte religioni, con tutti gli strascichi al seguito.

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  19. Ma infatti, tra le tante che ci dicono sovranista è la migliore. Senta prof non si incacchi se rigiro l'argomento (sperando serva). Se quella parola è al centro del discorso forse non è colpa nostra o degli zerovirgolisti ma di chi il discorso lo gestisce. Conta l'Art.3? Assolutamente, e anche l'1 ecc. Conta tutto quello che spiega LBC, per esempio la differenza tra cessione e limitazione della sovranità. Ma allora perché per es. Salvini non cita mai la Costituzione? Secondo me l'errore strategico grosso non è il nomignolo che ci affibbiano quelli che gestiscono l'informazione, ma le mancate occasioni per chiarire quello che lei ed altri avete detto nei blog (certo non è facile in quel poco spazio concesso... lo ammetto). Però, secondo me, questo è un errore strategico della Lega, perché gli italiani hanno capito. Hanno capito che qualcosa è cambiato. Fategli sapere che non si poteva fare. Fategli sapere che hanno imbrogliato. Penso a quelle pore animelle che votano pd o non votano perché sono desinistra-quellavera. Quelli credono che Salvini sia il mostro fasista che straccerebbe la Cost. quando i loro guru lo hanno fatto sul serio per più di 40 anni.

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  20. Non credo che il professor Bagnai, nel suo post, abbia descritto bene l'essenza del sovranismo, la quale non sta nell'esercizio della sovranità, ma nella precondizione per tale esercizio, ossia la sua ri-conquista. Come disse proprio Stefano D'Andrea, presidente del FSI, il sovranismo ha senso solo in Europa per uno Stato europeo che debba recedere unilateralmente dall'Unione Europea; come disse Lorenzo D'Onofrio, segretario del FSI, il sovranismo in un mondo normale non dovrebbe neppure esistere (proprio per i motivi spiegati da Bagnai, peraltro).
    Capitolo a parte merita la capacità dei media di manipolare la narrazione: purtroppo le menti a libro paga dei grandi capitalisti, menti che gestiscono appunto i media, sono estremamente raffinate (oltre che, ovviamente, strapagate), pertanto viene da affermare con amarezza quanto segue: se, da un lato, è vero che sovranismo è un termine infangabile con estrema facilità, forse, dall'altro, è altrettanto vero che i media sarebbero in grado di fare lo stesso con qualsiasi parola o combinazione di parole.

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    1. "la quale non sta nell'esercizio della sovranità, ma nella precondizione" un non senso.

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  21. Stranamente, non concordo. Per essere bisogna definirsi. Berlusconi è ancora lì con la fogna "liberale".

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  22. L’intento demistificatorio implicito sia nella sua lucida critica al termine “ sovranismo ” (il mio ingenuo correttore di “Word” continua a segnarlo errore e suggerisce tra le alternative “socratismo” o “bovarismo”), sia soprattutto nell’altrettanto precisa individuazione in termini dialettici e “bellici” dell’intento avversario (costringere “sulla difensiva chi semplicemente afferma i principi fondamentali della democrazia costituzionale italiana e la necessità di difenderli da nemici interni ed esterni”) induce a una riflessione aggiuntiva, in termini costituzionali.
    Chi in maniera organizzata, come voi, sollecita oggi il popolo italiano ad acquisire consapevolezza della spoliazione in corso da anni, pur senza spargimento di sangue, della sua sovranità, pur se con il sangue conquistata, ovvero di uno dei tre elementi costitutivi dello Stato, insieme a popolo e territorio, si colloca a pieno titolo nell’alveo non solo, com’è ovvio, dell’art. 2 della Costituzione (essendo formazione sociale ove si svolge la personalità dell’uomo), degli artt. 18 e 21 (sulla libertà di associazione e di pensiero) e dell’art. 4 (concorrendo al progresso spirituale della società, in vista anche di quello materiale), ma nello stesso art. 1, che della sovranità costituisce manifesto.
    Nel commentare l’art. 1 della Costituzione, Costantino Mortati nel 1975 scrisse, infatti, che la sovranità popolare “basata com’è sull’adesione attiva dei cittadini ai valori consacrati nella Costituzione, non può non abilitare quanti siano più sensibili ad essi ad assumere la funzione di una loro difesa e reintegrazione quando ciò si palesi necessario per l’insufficienza o la carenza degli organi ad essa preposti” (Comm. Costituzione, Zanichelli-Soc. ed. Foro it., 1975, p. 32, nota 1).
    La prof.ssa Serra, chiosando le parole di Mortati, ha aggiunto che “di fronte alla prevaricazione dell’apparato, di fronte alla perdita dell’unità delle istituzioni, il corpo sociale deve difendere l’ordine violato e spetta al popolo la sua difesa” (Atti del convegno “Costantino Mortati. Potere costituente e limiti alla revisione costituzionale”, 14 dicembre 2015, in Quaderni di Nòmos, Cedam, 2017).
    Non siete solo "per" l’art. 1, siete "nell"’art. 1, dunque.
    Tecnicamente è il diritto-dovere di resistenza dei cittadini.

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  23. Secondo me il termine "sovranismo", come "antisemitismo", "populismo" e altri non definisce una concezione ideologica ma serve a delimitare polemicamente un target nel dibattito pubblico, a discriminarlo per impedirgli di partecipare al discorso. Ci si deve giustificare di non essere ciò di cui siamo accusati per non essere esclusi dal discorso. Viene impedito così di poter argomentare correttamente i propri contenuti in pubblico. In un'altra epoca anche il termine "antifascista" fu usato in questo senso: dopo l'approvazione delle cosiddette "leggi fascistissime" (1925-26). Nel nostro tempo apparentemente post-ideologico ( ma dominato da un'unica ideologia neo-liberista), chi difende la sovranità popolare e il fine dell'uguaglianza come fondamento della Costituzione dovrebbe semplicemente definirsi "democratico". Peccato che da un decennio il termine sia stato scippato dal PD... senza che ciò abbia fatto parlare i media di "democratismo"...

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  24. L'essenza del discorso è stata trattata in maniera splendida dal Prof. Carlo Galli nel suo intervento del 26 ottobre scorso al Goofy8
    Ascolare per capire
    https://www.youtube.com/watch?v=F9qrP8KFfQ0

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  25. Secondo me, il termine "sovranismo", come "antisemitismo", "populismo" e molti altri non definisce una concezione ideologica precisa ma serve ad indicare polemicamente un target definito con l'intento discriminatorio inespresso di impedirgli di prendere parte a pieno titolo al dibattito pubblico. Ci si deve difendere dall'accusa giustificandosi di non essere ciò che ci viene attribuito di essere e non si può dunque argomentare senza sospetto il proprio messaggio politico. In un'altra epoca anche il termine "antifascista" può avere avuto un'origine di questo tipo: dopo l'approvazione delle cosiddette "leggi fascistissime (1925-26). Nel nostro tempo apparentemente post-ideologico ( ma in realtà' dominato da un'unica ideologia neo-liberista) chi difende la sovranità' popolare e il fine dell'uguaglianza concreta come fondamento della Costituzione dovrebbe poter definirsi "democratico". Ma da un decennio questo termine è' stato usurpato e mistificato dal PD... senza che ciò abbia originato nei media il termine "democratismo"...

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  26. Credo che ancora una volta Bagnai la faccia , come troppi in giro, fuori dal vaso. Scrivere un panegirico di migliaia di righe per dire che chi si ritiene sovranista sia un inutile pirla anzi dannoso perché fa da esca per i nostri nemici neoliberista, mi pare una stronzata. Come dire che siccome oggi è da tempo il termine socialista si confonde con ladri, allora non ci di debba potere più ritenere pubblicamente socialisti, o comunisti se tale ismo lo si lega al totalitarismo sovietico. Credo che oggi il sovranismo sia una minoritaria quanto confusa parola che unisce tutti e il contrario di tutto, ma deve a indicare colori a destra e a manca non si ritengono subalterni al pensiero unico dominante.Anziche perder tempo a scrivere testi inutili si farebbe bene e meglio a lavorare per unire il pensiero dissidente con la fatica che merita ma anche col rispetto verso chi tenta di dedicare parte della propria vita a sconfiggere la deriva in cui siamo stati immersi.

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    1. Sopravviverò a questa autorevole stroncatura?

      Eravate il niente, eravate macchiette senza arte né parte, prima che questo blog ponesse le fondamenta economiche, giuridiche e politologiche del dibattito. Eravate gente da cui distanziarsi (e mi sono distanziato) per evitare che una causa nobile venisse screditata dal folklore e dalle ambizioni personali di chi non aveva la stoffa per potersele permettere. Eravate confusi, sgrammaticati, velleitari, inefficaci, incapaci di sostenere un dibattito in una qualsiasi lingua, incapaci di esprimervi nelle sedi scientifiche, privi di carisma. Eravate il nulla. Una sola cosa ammiro in voi: la costanza. Quello eravate, e quello siete.

      Ma il discorso svolto in questo post riguarda tutt'altro, e se voi non foste stati, e non foste, quello che ho descritto, avreste risposto a tono e ne terreste conto. Invece volete suicidarvi politicamente, e va bene così. Siete un pugno di persone: che male fate andandovene? Ma andatevene, per cortesia. Grazie.

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  27. In effetti sovranista suona sempre più come the new nazionalista.

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  28. Grazie sempre per la sua opera Professore, io sono arrivato da poco e sto facendo i miei primi passi, come ad esempio assistere dal vivo al convegno di Montesilvano. Mi capita talvolta di frequentare ambienti culturali e/o professionali che reputo di buon livello e noto in essi la totale dimenticanza del fondamento lavoristico della nostra democrazia. Di pari passo negli stessi ambienti (e, purtroppo, in altri meno privilegiati) ascolto raccapriccianti considerazioni di scherno nei confronti del suffragio universale. Suffragio che peraltro, nell'oblio del fondamento lavoristico, sembra diventare - in modo tanto semplicistico quanto errato - l'unico elemento costitutivo della (nostra) democrazia. In tutti questi contesti, date le premesse, non è facile spiegarsi e svincolarsi dal concetto di sovranismo. Ben vengano dunque i suoi chiarimenti, gli approfondimenti che ho ascoltato a Montesilvano e gli stimolanti pensieri che vedo su questa pagina. Grazie e Buona Domenica a Lei e a tutti i presenti.

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  29. Purtroppo non ho potuto partecipare al Goofy8, ma ho avuto modo di ascoltare la bellissima relazione del Professor Carlo Galli. Invito tutti a impiegare un'ora circa del proprio tempo per comprendere il significato del post.
    Il tema è quello della sovranità, che non può essere un tema oggetto di discussione, essendo il presupposto della democrazia e della libertà. Accettare il terreno del nemico, cioè la caricatura della sovranità, è perdente in partenza, in quanto appare evidente la valenza riduttiva e negativa del termine in -ismo.
    Senza sovranità non vi sarebbe la Costituzione. Possiamo accettare un simile terreno di scontro, quello prediletto dai nostri nemici, che mira a delegittimare il campo costituzionale del conflitto?
    La sovranità è nella Costituzione del 48; se i nostri nemici vogliono lo scontro sulla sovranità, questo dovrà realizzarsi sulla Costituzione.
    Grazie Professore.

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  30. Ancora una volta devo ringraziarla per i numerosi spunti di riflessione contenuti nell'articolo.
    Non solo sono d'accordo con lei al 100%, anzi: io credo che per chi la segue da tempo queste considerazioni sul sovranismo dovrebbero essere non solo condivisibili ma addirittura ovvie.
    Spesso le scrivo - perché è vero - che grazie a lei ho acquisito degli strumenti che hanno contribuito non poco alla mia formazione politica.
    Proverò ad utilizzarli al meglio per dare il mio piccolissimo contributo al momento (spero) storico che sta attraversando il paese in cui vivo da anni ormai, e che amo profondamente.
    L'unica cosa (se proprio bisogna trovarne una) che non condivido dell'articolo è l'uso del termine "neoliberismo"; del resto, proprio lei mi aveva messo in guardia sui pericoli del "neismo"...

    Cordiali saluti.

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  31. Il termine “sovranismo” non è affatto inutile, al massimo è impreciso. Rinunciare al termine “sovranismo” è come rinnegare le proprie origini, è buttare il bambino con l’acqua sporca, è rinunciare alla condizione “necessaria” solo perché non “sufficiente”. Anche perché il fatto che la sovranità appartenga al popolo non è affatto scontato. Anche la UE è a suo modo “sovrana”, batte persino moneta. Solo che la sua sovranità è fondata sul mercato, ovvero su chi la esercita coi soldi, e non sul popolo, ovvero su chi la esercita col voto (anche sé non solo).
    Pertanto anziché rinunciare al termine “sovranismo” sarebbe stato più opportuno chiamarlo “sovranismo popolare”. Sarebbe stato più opportuno puntare alla sovranità del “chì”, piuttosto che alla sovranità del “dove”.
    “Sovranismo popolare” significa anche accettare la sfida della sovranità del “popolo europeo”, significa non farsi venire un embolo alla sola parola “europa”, e prima di chiedersi se una cosa è “impossibile”, significa chiedersi se quella cosa è AUSPICABILE.
    La domanda che dovrebbe dunque entrare nel dibattito è la seguente:
    Sarebbe auspicabile un'Europa fondata sul lavoro e sui principi fondamentali della costituzioni democratiche e antifasciste (anche sé la JP Morgan ne sarà dispiaciuta)?
    Sul fatto che sia possibile o meno, parliamone dopo. Prima prendiamoci un pò di tempo per chiederci se sia, anche adesso, anche dopo quello che è successo negli ultimi vent'anni, auspicabile.
    Io credo di sì, e credo anche che questo sia il modo più rapido e meno violento per giungere allo smantellamento dei trattati europei, che una volta bruciati potranno fungere da ottimo fertilizzante per il fiorire di una nuova costituzione europea. Ho il sospetto che ciò che ci accomuna al popolo greco, francese, e persino tedesco sia molto più profondo di quello che ci divide.
    Dovesse andare male, dovesse valere il contrario, ognuno si terrebbe le proprie sovranità, credo che anche su questo i popoli europei sarebbero d’accordo.
    E mi chiedo anche: se si facesse un referendum europeo sullo smantellamento concordato della zona euro, persino come atto propedeutico, persino con la scusa di una successiva (successiva e con molta calma) rifondazione di una nuova Europa , chissà come voterebbero i sovrani popoli europei?




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    1. L'Euro è una moneta creata per favorire gli interessi del Capitale(Multinazionali). Il Professore Bagnai lo ha detto in tutte le salse: è una lotta per la supremazia e citando Keynes "it must be war, until those who are economically weakest are beaten to the ground."
      Solo il contesto nazionale è la sede opportuna per difendere i propri interessi dato che negli organismi internazionali tutelano solo l'interesse dei più forti.
      In Italia chi difende gli interessi nazionali ?
      Tutto il resto è fumo della propaganda.
      L'Euro verrà eventualmente smontato solo quando chi lo ha creato non ne avrà più bisogno perchè la guerra sarà stata vinta oppure non converrà più proseguirla per gli elevati costi economici.

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    2. Rimane solo da capire come sia possibile arrivare allo smantellamento concordato (che il prof. ha firmato) operando solo dal "contesto nazionale" e quindi senza neanche candidarsi alle europee visto che gli organismi interazionali "tutelano solo l'interesse del più forte".

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    3. Io, se volessi che i principi fondamentali della Costituzione italiana siano considerati roba fuori moda, riprenderei il termine "sovranismo".

      Lo dico da persona che come studente (43 anni) le aule universitarie le frequento ancora oggi, non smetterò mai.
      I bravi docenti pesano le parole, scelgono di cosa parlare e come farlo. A volte per farsi capire, altre volte fanno altro.

      Carlo Galli al goofy8 (invito al riascolto periodico del suo intervento) ha fatto tremare l' intellettualità italiana, è stato dirompente.
      Ricordo 15 anni fa circa, un docente di Lione ad un seminario d' esame sul primato del diritto comunitario sull' ordinamento italiano. Ci provò in tutte le maniere a dirci che c' era un problema, ma noi eravamo imbevuti di ideologia europeista, nessuno coglieva.
      Mi si avvicinò, e mi disse: non avete fatto nessun referendum, avete solo lo "strapuntino" dell' art. 11. E si aspettava una reazione, che non arrivò.
      Mi rimase impresso ciò che tentò di fare questo professore.
      Ora capisco un po' di più.

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  32. Rimane il fatto che molti lavorano tutto il giorno e anche un po' la notte, non hanno tempo per categorie concettuali troppo complesse, per districarsi fra sfumature di linguaggio e sofismi, magari anche utili.
    Sto casualmente leggendo un libro di David Harvey che mi ha colpito soprattutto perchè introduce molte categorie di pensiero per me nuove (imperialismo, capitalismo predatorio etc...).
    Questo blog da un certo punto di vista è elitario, perchè adotta un linguaggio molto complesso, che io per primo talvolta non capisco, o se capisco mi perdo in ogni caso qualche sfumatura, e se guardo ai commenti occorre ammettere che per quanto riguarda le incoprensioni sono in ottima compagnia.

    Alla fine, credo che l'introduzione del concetto di Sovranismo sia un bene, e che finirà per imporsi, sia perchè è semplice, e quindi alla portata di tutti, sia come opposto a quello di Globalismo, un po' come la sfida Comunismo vs. Liberismo di qualche anno fa (poi, alla fine, parliamo sempre di flusso di denaro/potere dai poveri ai ricchi e/o viceversa).

    E ben inteso, essere comunista ha sempre significato avere sì determiante idee, ma non proprio chiare, perchè ben pochi hanno letto Marx e ancor meno lo hanno capito, oggi rimane forse solo Rizzo. E per il liberismo è anche peggio.

    In ultima analisi in democrazia l'ideologia è questo:
    1) avere una certa idea, in genere vaga.
    2) provare simpatia per chi quella certa idea ce l'ha anche lui, magari sempre vaga, ma almeno che riesce a dar l'impressione di padroneggiarla, in ogni caso, meglio di noi (e questi è il leader).

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  33. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  34. Il concetto di Sovranista ha una valenza negativa latente: l'incapacità a difendere l'interesse nazionale per palese inferiorità intellettuale rispetto ai Bravi™; questo porta come conseguenza che solo quelli Bravi™ hanno la legittimità politica e tecnica a rappresentare l'interesse nazionale; chi sono/saranno i Bravi™ ? Potete immaginarlo....sono coloro che da sempre vogliono che voi li amiate a dispetto di tutto, sono coloro che chiedono l'obbedienza assoluta perchè sono superiori e voi degli untermenschen, sono i Buoni™ per definizione tautologica e quindi infallibili nelle loro decisioni economiche e politiche. Vista da questa prospettiva il "sovranismo" è una parola creata ad hoc per riempirla/associarla a valori negativi che di volta in volta la propaganda utilizzerà e svilupperà.

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  35. Salve,

    come fa a stare ancora nella lega se il capo politico, non parla più di uscita dall'Euro?
    A Gennaio è stato fatto fuori Savona l'uomo col piano B, da allora anche il vocabolario del capo della lega è cambiato, e di molto.

    La ringrazio

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  36. Ovviamente Prof Lei ha ragione, e assolutamente ha ragione a mettere in guardia in fondo da tutti gli "ismi", ma una cosa positiva un termine con desinenza in "ismo" in fondo ce l'ha, cioè fornisce un identità. Di questi tempi non è poi così poco.

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  37. "Deep state" era "negativo" ma adesso che viene invocato dai democratici diventa "positivo" :
    https://www.foxnews.com/media/mclaughlin-deep-state-impeachment
    Distinguendo "colpa" da "responsabilita'" si puo' assumere che qualcuno abbia avuto la colpa di definirsi "sovranista" per un eccesso di zelo, ma la responsabilita' della trasformazione del "sovranista" in concetto negativo e' solo dei media .
    Chi li controlla e governa trasmette i concetti che gli sono utili nel modo che e' utile alla loro continuita' .
    E' mia convinzione che la classe (marxiana) che esprime tale tipo di "forza" non sia quella dei capitalisti-imprenditori ma quella dei "burocrati-intermediatori" tesi alla espansione della intermediazione della delega democratica per aumentare la quota di divisione della torta a loro favore .

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  38. Su una cosa non concordo e, dopo aver letto tutto il mio commento, capirà bene cosa io intenda:
    Pochi hanno la medesima favella,o capacità critica, avuta da lei. Quindi apprezzo chi, pur commettendo questi errori, in fondo la pensa come noi. Lei si sottovaluta al punto da ritenere che tutti possano raggiungere la sua capacità critica, le assicuro che non è così.
    visto che oramai la gran parte dei dibattiti politici sono ideologici e spesso condotti male, risulta normale che, anche nel nostro fronte, è spesso difficile essere lucidi nell'esporre le proprie idee.
    Quindi le persone, delle nostre posizioni politiche, che usano l'espressione sovranista, sono comunque apprezzabili: tentano, pur con qualche errore, di esprimere un'opinione che sia diversa dalla dilagante propaganda europeista, anche se essi spesso compiono le imprecisioni che lei cita.
    Quindi, pur con qualche riserva, sono meno severo di lei: il rischio di essere esageratamente puntigliosi è quello di allontanare chiunque provi a fare timidi passi verso un pensiero autonomono, strocandolo per un'eccessiva dose di severità.
    Lei è un professore universitario e sa meglio di me l'ignoranza diffusa tra noi studenti: se un mio compagno di classe fosse antieuropeista e si autodefinisse sovranista, non gli direi nulla; per il livello a cui sono abituato, sarebbe già un'impresa averlo nel mio fronte. Figuariamoci che mi metta anche a criticarlo per idee, per i passi da lui compiuti, che sono già abbastanza rare, almeno stando alla mia esperienza nell'università, un posto oppresso dalla cappa ideologica della sinistra.
    Preferisco che il tempo faccia maturare chi ha avuto il coraggio di sfidare l'europeismo: meglio un militante un più, che uno azzittito e deluso per un atteggiamento eccessivamente critico verso eventuali errori da quest'ultimo commessi..
    In definitiva, si ricordi che lei è e rimane un professore universitario quindi ha dei codici ermeneutici, un' analisi critica che non potrei mai confrontare con quella di una persona della mia età ergo non esporrei mai quest'idea, per me eccessivamente raffinata per l'ambiente universitario, tra le mura della mia classe...comunque concordo con lei ma le assicuro che, per le motivazioni sopra dette, non esporrò mai queste idee: mi basta che i miei amici siano sovranisti. Queste discussioni penso siano troppo elaborate per una persona che non sia un professore universitario..

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  39. Il gioco è molto vecchio, ma se viene continuamente riproposto significa che funziona sempre e bene. È cosa ovvia, sovranista o europeista è facile e alla portata di tutti, come juventino o interista, berlusconiano o antiberlusconiano, comunista o democristiano e una miriade di altri esempi che si possono fare. Evidente anche perché piace e funziona, una volta scelto da che parte stare sei a posto. Hai dei compagni che la pensano più o meno come te su tutto, con cui inoltre poter condividere felicità, rabbia, delusione e soddisfazione, amplificandoli a piacimento; ancora più importante hai degli avversari da disprezzare per sentirti migliore, che stanno dalla parte del torto a prescindere e su cui quindi poter sfogare liberamente la tua parte intollerante. La beffa è che schierarsi non sarebbe razionalmente sbagliato, al contrario se fatto a scopo dialettico e per mettere apertamente alla prova le proprie idee è la cosa più bella, salutare e soprattutto funzionale per qualsiasi organismo sociale. Ma nell'uomo sulla ragione spesso prevalgono altre pulsioni. Queste non vanno demonizzate, se esistono è perché hanno una funzione vitale tanto quanto la ragione, ma dovrebbero essere limitate o meglio ancora regolamentate, esattamente come succede nell'ambito sportivo. Qui secondo me nasce il problema dei media e di chi li controlla (in evidente assenza di una vera pluralità). Anziché aiutare la regolamentazione del confronto, tendono ad esacerbarlo perché schierati a priori con una parte per convenienze che prescindono dall'interesse generale (almeno nel breve-medio periodo) e quindi sono quasi sempre fintamente o limitatamente disponibili ad un confronto aperto ed onesto come sarebbe utile per un progresso collettivo.

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    1. Grazie. Hai colto molto bene un punto che era in me inespresso ma presente. Questo blog è fin dall'inizio una denuncia appassionata e documentata della logica dell'appartenenza. La definizione della categoria antropologica di piddino come uomo che "sa di sapere" (cioè che si trincera dietro gli imparaticci correlati alla sua appartenenza politica senza discuterne, razionalmente o meno, il fondamento) è stato il filo conduttore del nostro racconto dei fatti, è stata la chiave ermeneutica per ricondurre a una (ir)razionalità comune una serie di fenomeni culturali, sociali e politici altrimenti inesplicabili (lo spiaggiamento di un'intera parte politica e il suicidio di un Paese).

      La categoria di sovranismo sta facendo a destra una simile operazione di primato dell'appartenenza sul ragionamento. Sono pustole del sovranismo tutta quella roba da cui qui ci siamo distanziati e da cui tante lezzzzzioncine di politica, di comunicazione, di strategia abbiamo ricevuto negli anni: il famoerpartitismo, lo zerovirgolismo, il tuttosubitismo, il Salvinihadettismo, ecc. Ora, che certe logiche siano connaturate alla sinistra ormai l'ho capito (tante esperienze vanno nella stessa direzione, e Michéa le raccoglie e definisce in un quadro unitario). Peraltro, io non mi sono schierato con un partito conservatore per vincere, ma per combattere una battaglia in cui credo col metodo che mi sembra appropriato. Mi rendo conto che per certi versi è inevitabile che democrazia rimi con tifoseria! Tuttavia qui, nel luogo del pensiero e del dibattito, almeno in termini astratti dovremmo vedere questa rima come un problema più che come un'opportunità.

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  40. Il Popolo è sempre SOVRANO !

    Cosi la pensava il Sommo PETROLINI :

    "NERONE – Lo vedi all’urtimo com’è il popolo? Quando si abitua a dire che sei bravo, pure che nun fai gnente, sei sempre bravo! Guarda (ripete il gesto senza dire la parola)...

    VOCE DEL POPOLO – (da dentro) Brrrrrrrrr…..

    NERONE – Domani …. Domani …. Domani …. Quanti ne abbiamo ….

    Domani ne abbiamo ….
    Saranno fatte grandi distribuzioni di vino, di olio, di pane e di sesterzi… Panem et CIRCENTIBUS !

    VOCE DEL POPOLO – (da dentro) Panem et circenses!

    NERONE – Cacchibus… C’è uno che parla bergamasco…!
    Eccomi a voi tutto d’un pezzo… Io vi darò tutto, basta che non domandate nulla! Il momento è difficile, l’ora è suprema, l’affare si ingrossa e… e chi la fa l’aspetta!

    Ed ora, ed ora vattene diletta ciurmaglia!

    VOCE DEL POPOLO – (da dentro) A morte! A morte! (tutti rientrano disponendosi a quadro)

    NERONE – A morte!

    “Scrivi, Alberto, quivi è perfetta…ASIMMETRIA “ !

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  41. A proposito di Draghi e delle aperture della Lega a un governo guidato da questo signore.

    Intorno al 1980 la Cassa per il Mezzogiorno, nel quadro dei suoi programmi per il Sud, ebbe ad assegnare a numerose aziende vari lavori, impegnandosi a versare loro i corrispondenti finanziamenti.

    E in questo quadro chiese al Banco di Napoli di anticipare intanto a dette aziende quei fondi, come prestiti che sarebbero stati rimborsati appena la Cassa per il Mezzogiorno avrebbe loro versato materialmente quei finanziamenti.

    E in effetti il Banco di Napoli erogò a quelle imprese circa 7 miliardi di lire con pressoché 40.000 pratiche creditizie.

    Sennonché il 6 agosto 1984 la Cassa per il Mezzogiorno, come per caso, venne soppressa di colpo con decreto del presidente della repubblica dell’epoca, Sandro Pertini…

    Sicché non poté erogare a quelle aziende i fondi che aveva loro garantito, e che erano stati intanto anticipati dal Banco di Napoli come prestiti.

    Quelle aziende si vennero quindi a trovare nella situazione di dover rimborsare al Banco di Napoli quei crediti coi propri mezzi.

    E al riguardo l’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e il ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi espressero la convinzione che quelle aziende non erano in grado di rimborsarli, per cui li dichiararono senz’altro “crediti inesigibili”.

    E in base a questa dichiarazione – che era in realtà del tutto falsa poiché quei crediti erano invece ben esigibili, come dettagliamo più oltre – il Ciampi concluse che il Banco di Napoli, non potendo recuperare quelle somme, era a rischio immediato di fallimento.

    Per evitare il quale la Fondazione Banco di Napoli, proprietaria del Banco, doveva procurarsi i necessari fondi cedendo il 60% del suo capitale.

    La Fondazione a dire il vero non ne era affatto convinta, sapendo bene che quei crediti erano in realtà esigibili, ma di fronte alle pressioni perentorie del governatore della Banca d’Italia e del ministro del tesoro non ebbe scelta.

    61 miliardi invece di 400…

    Tanto più che lo stesso ministero del tesoro Ciampi a un certo punto (si era intanto giunti al 1997) aveva organizzato un’asta pubblica specifica per detta cessione.

    Asta nella quale furono presentate due Opa (offerte di acquisto) l’una da Mediocredito Centrale (banca del Mezzogiorno) per 400 miliardi di lire e l’altra molto inferiore, per 61 miliardi, dalla Banca nazionale del lavoro Bnl congiuntamente all’Istituto nazionale di assicurazione Ina.

    Era dunque ovvio che la vendita fosse aggiudicata a Mediocredito per quei 400 miliardi ma invece, incredibile, il ministero del tesoro l’aggiudicò a Bnl e Ina per quei 61 miliardi, svendendo quindi scandalosamente quel 60% del capitale del Banco di Napoli, con grave danno per la Fondazione che ne era proprietaria.

    E questo capitale così svenduto andò per il 49% a Bnl e per il 51% all’Ina.

    Ma come aveva potuto quel ministero del tesoro, cioè appunto il Ciampi, realizzare una così evidente impostura… e perché ?

    Aveva semplicemente escluso dall’asta Mediocredito, adducendo che non aveva indicato una banca da associare all’operazione per occuparsi della nuova gestione operativa del Banco di Napoli… pretesto del tutto incongruo trattandosi di una semplice formalità alla quale era ben facile ovviare.

    “Se intervenite vi distruggo!”

    Ed alla più che legittima reazione di Mediocredito, il Ciampi intervenne personalmente: fonti autorevoli riferiscono di una sua telefonata con la quale lanciò ai responsabili di Mediocredito un bel monito “se intervenite vi distruggo!”

    Comportamento del Ciampi davvero sorprendente, che però sorprende meno considerando che il suo ministero del tesoro deteneva la totalità delle azioni di Bnl, per cui aveva interesse diretto a che la vendita fosse attribuita ad essa e non a Mediocredito, e tanto più per quella cifra inferiore…

    Sicché oltretutto detto ministero, che era l’organizzatore dell’asta, ne veniva ad essere in pratica anche un concorrente… con un bel conflitto di interessi.

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  42. Intorno al 1980 la Cassa per il Mezzogiorno, nel quadro dei suoi programmi per il Sud, ebbe ad assegnare a numerose aziende vari lavori, impegnandosi a versare loro i corrispondenti finanziamenti.

    E in questo quadro chiese al Banco di Napoli di anticipare intanto a dette aziende quei fondi, come prestiti che sarebbero stati rimborsati appena la Cassa per il Mezzogiorno avrebbe loro versato materialmente quei finanziamenti.

    E in effetti il Banco di Napoli erogò a quelle imprese circa 7 miliardi di lire con pressoché 40.000 pratiche creditizie.

    Sennonché il 6 agosto 1984 la Cassa per il Mezzogiorno, come per caso, venne soppressa di colpo con decreto del presidente della repubblica dell’epoca, Sandro Pertini…

    Sicché non poté erogare a quelle aziende i fondi che aveva loro garantito, e che erano stati intanto anticipati dal Banco di Napoli come prestiti.

    Quelle aziende si vennero quindi a trovare nella situazione di dover rimborsare al Banco di Napoli quei crediti coi propri mezzi.

    E al riguardo l’allora governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio e il ministro del tesoro Carlo Azeglio Ciampi espressero la convinzione che quelle aziende non erano in grado di rimborsarli, per cui li dichiararono senz’altro “crediti inesigibili”.

    E in base a questa dichiarazione – che era in realtà del tutto falsa poiché quei crediti erano invece ben esigibili, come dettagliamo più oltre – il Ciampi concluse che il Banco di Napoli, non potendo recuperare quelle somme, era a rischio immediato di fallimento.

    Per evitare il quale la Fondazione Banco di Napoli, proprietaria del Banco, doveva procurarsi i necessari fondi cedendo il 60% del suo capitale.

    La Fondazione a dire il vero non ne era affatto convinta, sapendo bene che quei crediti erano in realtà esigibili, ma di fronte alle pressioni perentorie del governatore della Banca d’Italia e del ministro del tesoro non ebbe scelta.

    61 miliardi invece di 400…

    Tanto più che lo stesso ministero del tesoro Ciampi a un certo punto (si era intanto giunti al 1997) aveva organizzato un’asta pubblica specifica per detta cessione.

    Asta nella quale furono presentate due Opa (offerte di acquisto) l’una da Mediocredito Centrale (banca del Mezzogiorno) per 400 miliardi di lire e l’altra molto inferiore, per 61 miliardi, dalla Banca nazionale del lavoro Bnl congiuntamente all’Istituto nazionale di assicurazione Ina.

    Era dunque ovvio che la vendita fosse aggiudicata a Mediocredito per quei 400 miliardi ma invece, incredibile, il ministero del tesoro l’aggiudicò a Bnl e Ina per quei 61 miliardi, svendendo quindi scandalosamente quel 60% del capitale del Banco di Napoli, con grave danno per la Fondazione che ne era proprietaria.

    E questo capitale così svenduto andò per il 49% a Bnl e per il 51% all’Ina.

    Ma come aveva potuto quel ministero del tesoro, cioè appunto il Ciampi, realizzare una così evidente impostura… e perché ?

    Aveva semplicemente escluso dall’asta Mediocredito, adducendo che non aveva indicato una banca da associare all’operazione per occuparsi della nuova gestione operativa del Banco di Napoli… pretesto del tutto incongruo trattandosi di una semplice formalità alla quale era ben facile ovviare.

    “Se intervenite vi distruggo!”

    Ed alla più che legittima reazione di Mediocredito, il Ciampi intervenne personalmente: fonti autorevoli riferiscono di una sua telefonata con la quale lanciò ai responsabili di Mediocredito un bel monito “se intervenite vi distruggo!”

    Comportamento del Ciampi davvero sorprendente, che però sorprende meno considerando che il suo ministero del tesoro deteneva la totalità delle azioni di Bnl, per cui aveva interesse diretto a che la vendita fosse attribuita ad essa e non a Mediocredito, e tanto più per quella cifra inferiore…

    Sicché oltretutto detto ministero, che era l’organizzatore dell’asta, ne veniva ad essere in pratica anche un concorrente… con un bel conflitto di interessi.


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  43. Scusate il commento estemporaneo, ma davvero volete Draghi al Quirinale? Non pensate che i sovranisti cattivi voteranno la Meloni, o peggio, qualche partito dello zero virgola alle prossime elezioni?

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  44. Egr.io prof.
    Certo ogni -ismo ha i suoi limiti, ma ha anche il pregio di chiarire e semplificare un concetto. Sovranismo andrebbe a contrapporsi ad Europeismo (considerato che Nazionalismo come concetto fu un po abusato nel novecento).
    Capisco il fastidio di vedersi affibbiata un etichetta, pero' non vorrei che si eccedesse nel volersi sottrarre ad ogni categoria come un ortottero qualunque.
    Ora Draghi (chi sa cosa ne direbbe Cossiga), poi il PPE, e poi ... Chi sa magari un bel "ce lo chiede Leuropa".
    Spero di no, vedremo....

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  45. Caro Prof,
    pur condividendo con molti di questo blog la delusione per le (nuove) posizioni di Salvini sulla irreversibilità dell'euro e sul suo pensare a Giorgetti come ministro dell'Economia (SIC!!!) (sappiamo che nella Lega coesistono due anime, una filoeuro e una no: quelli che no ci vogliono Bagnai, all'Economia!!!) trovo questo articolo BELLISSIMO e ASSOLUTAMENTE CONDIVISIBILE!
    Soprattutto ho trovato geniale la frase: "Non è sovranista chi afferma il diritto del popolo ad esercitare la propria sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione: è fascista chi nega questo diritto".
    Un geniale inversione di senso logico rispetto al main-stream dominante anche fra noi, illuminante e utilissima per fare chiarezza sul dibattito in corso, in cui le posizioni ideologiche antitetiche europeismo/sinistra e sovranismo/destra impediscono ai più di capire i termini reali del problema (il totalitarismo dei non eletti appartenenti alla grande finanza, che ci impone scelte economiche drammatiche e toglie speranza e futuro ai nostri figli).
    La solita storia di chi riesce a farci guardare il dito invece che la luna!
    Ebbene, Bagnai, pur nel suo linguaggio duro e non sempre facile da leggere, riporta sulla luna il focus della nostra attenzione e per questo non lo ringrazierò mai abbastanza. Uno dei migliori cervelli scesi in politica!!
    Ancora una volta, grazie!

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  46. Penso che il messaggio fosse un invito a ragionare con il proprio cervello il proprio istinto, evitare quella pigrizia mentale che comporta una accettazione passiva della propaganda che per definizione è sempre menzogna; un invito a volersi bene, ragionare, avere un proprio pensiero, curare i propri interessi, vedere la realtà per quello che è, riconoscere le rappresentazioni artificiose perchè qualsiasi parola staccata dalla realtà è sempre vuota, priva di valore, quindi inutile.

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    1. Purtroppo a molte persone questo concetto entra da un orecchio ed esce dall'altro non so il perché...

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  47. In politica l’offerta crea la domanda, la quale, se è senza speranza, priva dell’offerta che sta attendendo, si dissolve ed è capace di votare il meno peggio del vecchio o improbabili nuovi movimenti o addirittura si perde nell’assenteismo.In base a questa evidenza e alle sue conseguenze ,il termine sovranista mi va benissimo al di là dei significati che "gli altri",tali perchè ANTROPOLOGICAMENTE diversi da ma e dai miei simili,vogliono appiccicare.Sento e con me tanti altri, la necessità d'una forza politica che esprima le consapevolezze illustrate con ottima sintesi nel post.Ma l' esperienza di questi ultimi 10 anni ci ha fatto capire, e passo al plurale per rimuovere ogni individualismo e per indicare gli appartenenti alla classe sociale nella quale ci siamo trovati collocati a nostro dispetto con la distruzione della classe media,che non si può più credere d' essere BASE SOCIALE(nel senso di soci d' un entità privata che ne indirizzano l' attività)votando o addirittura aderendo a Movimenti(guidati direttamente da aziende private)o a Partiti(influenzati da aziende private prevalentemente collocate in un' area geografica ).Siamo stanchi di fare i "profughi"ospitati dall' altrui benevolenza perciò abbiamo la determinazione di di delimitare un nostro "territorio"chiamandolo con il nome che dispiace di più ai nostri avversari(avversari e non nemici perchè la loro arroganza dovrà mai privarci della Nostra moderazione).Preferiamo votare e militare in quello che appare ora un "prefisso telefonico"che per chiarezza della proposta può diventare un Partito ,com'è successo allo stesso Partito nel quale milita l' Autore di questo blog:abbiamo sostenuto e votato per troppo tempo entità guidate da altri

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  48. Riguardo poi al timore dell' opinione degli avversari ebbi un colloquio con un consigliere regionale del Movimento 5 stelle, che sostenevo anni fa,nel quale spiegavo che realizzare l' articolo 3 della Costituzione aveva come conseguenza l' uscita dalla moneta unica e dall' Ue.Con aria atterrita il mio interlocutore mi rispose "Così quelli del pd possono accusarci d' essere leghisti".Se si vuole far politica non va affatto temuto il giudizio altrui sennò l' impegno politico diventa tempo perso,sottratto alle partite a bocce con gli amici o alla parte più appagante e soddisfacente del matrimonio

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  49. O.T. Leggo con terrore ciò che hanno combinato tria e giuseppi sotto il nostro naso (di leghisti)... E ora? Abbiamo un piano? O ci limitiamo a denunciare ed incassare?

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