Il 28/11/2016 12:17, Unodepassaggio ha scritto:
Sono d'accordo, me lo raccontano un po' da tutte le parti. La differenza (che Trump dovrà gestire) è che nel 1971 sembrava che il dollaro avesse perso il suo status di "bene rifugio" (ancora del sistema, convertibile in oro, e tutte queste balle che avranno rassicurato gli austri-ani dell'epoca). Oggi, viceversa, il sempre più probabile tonfo dell'euro, facilitato dall'irresponsabile gestione politica di eventi come MPS, rende il dollaro l'unico bene rifugio (e nel frattempo si è capito che la ricchezza non è quella che i sette nani estraggono col piccone dal ventre avaro di madre Terra, ma quella che gli uomini producono creando valore aggiunto, quindi alla fine non importa se dietro un pezzo di carta c'è una barra di metallo luccicante, ma se c'è una potenza imperiale - e industriale!...).Alberto, il problema del nixon moment è la fuga dei topi dalla nave europea che affonda. Da quando ha vinto Trump c'è il panico: tutti sanno che è probabile che lo sponsor dell'incubo europeo abbia cambiato idea. Ne consegue che quelli che fiutano il vento stanno scappando dall'Europa. Anche i bankers che mi ridevano dietro mi hanno chiamato e chiesto lumi. Devono gestire la loro fuga personale... In bocca al lupo. Unodepassaggio
Non è una piccola differenza: nel medio periodo saremo tutti morti (e la NIIP degli USA dovrà aumentare, perché tutti vorranno titoli in USD: afflusso di capitali uguale peggioramento della NIIP). Nel lungo il dollaro scivolerà, perché nel lungo comandano i fondamentali, comunque peggiori che nel 1971.
Amen.
Aspettiamo sereni (soprattutto in Germania) i prossimi accordi del Plaza.
A.
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