(...da Massimo D'Antoni ricevo e volentieri pubblico...)
C’è un tema di merito che sta passando relativamente sotto silenzio,
ma che potrebbe essere una ragione decisiva per votare No. Un tema che
evidenzia una contraddizione tra i contenuti della riforma
costituzionale e il maldestro tentativo del governo di marcare la
propria distanza dall’Unione con scelte simboliche (la sparizione delle
bandiere dell’Ue durante le conferenze stampa) e alzando i toni con
Bruxelles in occasione del parere della Commissione sulla Legge di
Stabilità.
Al di là del teatrino mediatico, la riforma determinerà infatti
un’ulteriore cessione di sovranità del nostro paese alla Ue, analoga a
quella realizzata nel 2012 con l’approvazione dell’art. 81 sul pareggio
in bilancio. Che questo sia coerente con gli intenti della riforma è
d’altra parte esplicito nella relazione introduttiva del Disegno di Legge Costituzionale del 8 aprile 2014. Sotto il titolo “Le ragioni della riforma”, è il governo stesso a spiegare quali ne siano gli obiettivi:
(...Curiosi? Confessio regina probationum, e la confessione è a un solo clic di distanza...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
giovedì 17 novembre 2016
La riforma costituzionale e l'Unione Europea: perché dobbiamo preoccuparci
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