giovedì 24 settembre 2015

Terapie tapioco: le apologie del fallimento

(...scusate: sento un impellente bisogno di innalzare la media antropologica del blog e constato con rincrescimento che alcuni di voi, assenti da Twitter, non hanno potuto condividere alcuni momenti di estasi intellettuale. Rimedio subito...)

Dall'inconscio ai mercati

La psicoanalisi freudiana, nata a Vienna negli stessi anni in cui vi nascevano e studiavano Friedrich von Hayek e Ludwig von Mises, offre alla fantasia sincretica del Pedante lo spunto per approfondire le strategie e le aporie comunicative del pensiero politico oggi dominante, che abbiamo altrove definito economia pseudoscientifica. Gli argomenti sviluppati dalla critica scientifica al metodo psicoanalitico - filosofici (Kraus, Popper e Wittgenstein, e in seguito Sulloway, Gellner, Cioffi, Crews, Onfray ecc.), sperimentali (Kline, Eysenck, Wilson) e filologici (Obholzer, Eschenröder, Thornton, Borch-Jacobsen) con l'esposizione delle grossolane falsificazioni di Freud - formano un corpus di strumenti di demistificazione e identificazione dei pattern ragionativi più ricorrenti dei processi pseudoscientifici, specialmente in relazione alla loro pretesa normativa, cioè terapeutica.

[continua qui]

80 commenti:

  1. Risposte
    1. Il link al meraviglioso post del Pedante non funziona più, quindi, pedantemente, riporto quello CORRETTO.

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  2. Sì questo articolo è una delizia (a parte per i marginalisti anafestici si intenda, per i quali il saggio di profitto non cade mai a destra come la supercazzora d'antan - o no?)

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  3. Eh la fa facile il Pedante che basta uscire dalla psicanalisi freudiana....

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Si vede che non ho confidenza con questo strumento. ...gli anni!
      Confermo tutto veramente interessante tantissimi spunti di riflessione.
      Grazie mille Prof.

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  5. Articolo bellissimo.
    Non crede che oltre che all'Euro sia almeno in parte applicabile anche al mito dell'immigrazione ?

    Un giorno popoli diversissimi vivranno insieme prosperamente e pacificamente nello stesso posto.
    Non è successo?
    - Accadrà in futuro
    - Non abbiamo fatto abbastanza
    - Non possiamo impedire il cambiamento
    - Da altre parti funziona (dove?)
    - etc etc

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  6. Raramente ho letto qualcosa di più lucido ed edificante.
    Grazie.

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  7. Cura: credere nella Trascendenza D.O.C., diffidare delle imitazioni.

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    1. Aggiungerei discretamente all’aureo consiglio di Buffagni (qualora non fosse già da ritenersi inteso nella sua sintesi espositiva): operare per esperire la Trascendenza stessa, hic et nunc. "Perciò io sono causa originaria di me stesso secondo il mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale. Perciò io sono non nato, e, secondo il modo del mio non esser nato, non posso mai morire. Secondo il modo del mio non esser nato, io sono stato in eterno, e sono ora, e rimarrò in eterno. Cosa invece sono secondo il mio esser nato, dovrà morire ed essere annientato, perché è mortale, e perciò deve corrompersi col tempo" (Eckhart, sermone "Beati pauperes spiritu, quia ipsorum est regnum caelorum").
      L'indagine psicanalitica e i dettami della psicanalisi possono avere rilevanza medico-terapeutica se condotti e applicati adeguatamente, ma si occupano esclusivamente di ciò che Eckhart ricorda essere "il mio esser nato", il quale "dovrà morire ed essere annientato", sicché ridurre l'essenza dell'uomo a ciò soltanto significa ridurlo e consegnarlo alla morte, all'inganno e alla corruzione proprie del mutevole e dell'impermanente ("Il re della morte non riesce a carpire chi vede il mondo come una bolla di sapone, come un semplice miraggio" - Dhammapada, 170). Il fatto che la psicologia e l’iter psicanalitico, se applicati in una certa maniera, avrebbero condotto fuori strada nel modo che stiamo osservando era già stato preconizzato e adeguatamente illustrato, secondo l’ottica riferita alla Tradizione, in certe opere del Guénon (specificamente alcuni capitoli de “Il regno della quantità e i segni dei tempi”, e “La crisi del mondo moderno”) e in Zolla. Infatti un uomo sempre più ridotto alla sua parte caduca e mortale - ovvero fisica e psichica - è facile preda delle suggestioni psicologico-sentimentalistiche del cosiddetto "mondo intermedio", identificandosi interamente con quelle, sicché chi o cosa ne conosce le forme e le dinamiche (sempre appartenenti al transitorio, del resto), può manipolarlo e dominarlo come un animale, pur manipolando comunque inconsapevolmente anche se stesso col soggiacere a forze più grandi di lui, ritenendo invece d’esserne l’artefice e il direttore (non sancisce forse il termine "anima" il fatto che la parte più esteriore della stessa, ovvero quella psichica, sia ancora "animale"?). Questa è la vera, terribile schiavitù, da cui procede successivamente dopo quella fisica; questo il motivo per cui il filosofo poteva sentenziare che le lotte degli esseri umani sono spesso simili a zuffe di cani per contendersi un osso. Zuffe tragiche, perché il più delle volte conducono soltanto a sofferenza.

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    2. Illuminante la sua risposta..eppure certa psicoanalisi s adopera come alchimista a modellare la materia psichica come "li metalli" e nelle sue trasformazioni ricondurre all oro...Guenon non conosceva Jung..Zolla si!

      Non credo sia possibile essere al di fuori di una trama mitica...chiunque è intrappolato
      in un mito..una traccia..un arche'...

      Trovo evidente questa affermazione..nel miglior blog di economia di questo meraviglioso paese si parla di Psicoanalisi, di Tradizione e di magia...ma con la m minuscola..
      Per quella maiuscola citofonare al Bruno!

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    3. Guénon no conosceva Jung? Ma scherziamo? Lo cita in Études sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, tome 2, éd. Éditions Traditionnelles, 1971, p. 71; in Symboles de la Science sacrée, éd. Gallimard, 1962 (V. Tradition et « inconscient »), pp. 44-46 e nella recensione del maggio del ’46 a Longfield Beatty, The Garden of the Golden Flower, ne Le Théosophisme, Histoire d’une Pseudo-Religion Éditions Traditionnelles, 1969, p. 426.

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    4. @martinet
      E pare non ne avesse nemmeno una grandissima considerazione, almeno nel senso tradizionale, così come neppure l'aveva il Burckhardt.
      @scarponiero
      Nell'opera "Psicologia e Alchimia" in particolare, Jung mostra di non aver compreso nulla del vero campo d'operazione alchemico; per lui infatti è ancora e solo la psiche, ciò che non era invece per i vari Geber, Bernardo Trevisano, Raimondo Lullo, Nicolas Flamel, Filalete etc. Come può essere infatti possibile trarre il permanente dall'impermanente? Mestruo Universale e Materia Prima, i veri agenti dell'Opera, non sono di quest'ultima natura, sicché dobbiamo concludere che, almeno per l'ambito propriamente ermetico-alchemico reale, il lavoro dello Jung sia paragonabile a quello dei soffiatori chimici. Inoltre il suo considerare i disegni dei malati psichici alla stregua di veri e propri mandala evidenzia come in realtà ignorasse, o fraintendesse vistosamente, i rigorosi criteri compositivi dei mandala stessi, nei quali nulla è lasciato al caso e all'arbitrio individuale, men che meno se alterato patologicamente (e non è necessario essere dei sadhu o dei lama ordinati per comprenderlo, almeno dal punto di vista intellettivo). La grande e corretta puntualizzazione del Guénon è che in nessun caso la psicologia in se stessa possa accedere all'ordine sovra-razionale; può dunque restare in ambito razionale, ma se si spinge oltre rischia di scivolare invece nell'irrazionale, offrendo più o meno involontario terreno alle amenità stigmatizzate da "Il Pedante".

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    5. È un grande onore ricevere un cicchetto dall autore di un libro che ho divorato.."Mircea Eliade esot..".

      Parlo ovviamente da profano e credo che Guenon (solo impressioni le mie) non avesse ben compreso dove Jung volesse andare con la sua ricerca (se non erro la vede come diabolica)...in termini di conoscenze specifiche il G non è minimamente paragonabile a J...però si parla di "alchimia" con alchimisti atipici...pratica su teoria e viceversa.

      Per riprendere l'articolo è a me evidente che il metodo adoperato dal pedante é di per se stesso "psicoanalitico"!!!
      Riconoscere le forze che influenzano i nostri preconcetti é individuare modelli che risiedono nella parte profonda di un inconscio collettivo...
      Liberare gli altri??A mio avviso solo attraverso il legarsi ad altri miti..



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    6. Lo vedo tutti i giorni a scuola quanto sia irrazionale la psicologia e la psichiatria (parlo di quel che scrivono e prescrivono, non dei costrutti teorici, anche se le recenti scoperte delle neuroscienze li stanno minimo ridimensionando se non demolendo, questi costrutti teorici).

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    7. Grazie a tutti gli intervenuti per l'interessante botta e risposta. Magari anche papa Bergoglio desse un'occhiatina qui, e affascinato dalle allusioni a un così vasto e misterioso dominio, lasciasse perdere la raccolta differenziata (ci sono altre cose più interessanti da differenziare, no?)

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    8. @Roberto Buffagni
      Forse i Gesuiti non approfondiscono abbastanza l'opera di Dionigi Areopagita, Eckhart, Ruysbroec, Giovanni della Croce, Isacco di Siria, Giovanni Climaco (per indicare alcuni); magari, vien da pensare, che ormai perfino gli esercizi di Ignazio di Loyola siano stati revisionati al "ribasso".

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    9. @citodacal

      Forse. L'impressione che ho io è che vadano per la maggiore tutte le "inculturazioni" (formula raccapricciante) del cristianesimo, tranne quella con la cultura europea. Inculturazione con la cultura Maori, sì; inculturazione con la cultura greco-romana, per l'amor di Dio! C'è qualcosa che non torna...

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    10. Ho sempre condiviso la critica di Popper alla psicoanalisi, poiché tale dottrina si costituisce come inconfutabile e quindi non falsificabile (si veda Realismus und das Ziel der Wissenschaft del '56-'57): in definitiva, essa è una pseudoscienza. Peraltro, una critica simile viene mossa dal filosofo al marxismo – che, ovviamente, non posso non condividere. Dal punto di vista storico, che è quello mio provilegiato, mi è sempre parso che le teorie psicoanalitiche risentissero dei personali problemi “psicologici” (!) dei loro fautori. Freud era ossessionato dal sesso perché aveva un rapporto niente affatto troppo segreto con la cognata Minna, la quale viveva in casa sua con la moglie Martha Bernays ed era di fatto consenziente di tale tresca: addirittura Freud scrisse tranquillamente sul registro di un albergo delle Alpi svizzere di essere regolarmente sposato con la sorella della moglie. Jung rimase scioccato alla sua prima visita a Freud nel marzo del 1907 quando Minne gli confidò il rapporto con il famoso cognato; ma, d’altronde, anche Jung non scherzava con la pseudoscientificità della sua teoria sugli archetipi dell’inconscio. Essa era influenzata da una cultura “teosofica” e soprattutto gnostica di cui lo stesso psicoanalista svizzero era impregnato: che cosa ci si può aspettare di buono da uno che aveva redatto la sua tesi di lurea in medicina sulla cugina medium (!), Hélène Preiswerk detta “Helly”? (a proposito di tutto ciò, si rimanda ai bei libri del filosofo della scienza di Harvard Richard Noll, The Jung Cult: Origins of a Charismatic Movement del 1994 (tradotto in italiano nel 2001) e The Aryan Christ: The Secret Life of Carl Jung del 1997).

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    11. Grazie Martinet della bibliografia. Per quel che può servire: son d'accordo su tutto.

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  8. articolo molto bello che declina bene ciò che chiunque abbia buon senso conosce ma fatica a organizzare in un pensiero chiaro; aggiungerei che più che miti sono leggende, leggende metropolitane appunto ...

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  9. Subito ri-distribuito. Ottimo.
    Bonifico a-simmetrie: fatto.

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  10. Ottimo. Ma non è che Il pedante è un suo alter ego, professore? Mi sembra di leggere lei pur se in uno stile un po' più essenziale.

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  11. Per me vale ciò che insegnava Jung:
    è reale tutto ciò che "influenza"...

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  12. Sarò il solito rozzo soldataccio, ma quando sento parlare di "cultura" la mano destra mi va istintivamente verso la fondina.

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  13. Che bella sòla di articolo; il parallelo non regge per nulla. Chi ha esperienza diretta della psicanalisi di Freud (rielaborata poi dai suoi epigoni), sa bene che il solo accostare psicanalisi e terapia, solo per fare un esempio, significa già non capire nulla di psicanalisi. Come appunto dimostra l'autore dell'articolo. Peccato.

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    1. può essere, ma l' impressione è che la psicanalisi e freud siano presi come spunto , come esempio per evocare un modo di agire che segue certi rituali che tendono appunto creare feticci e sensi di colpa di froidiana memoria...occorre premiare la creatività dell'articolo , l'audacia di cercare una sintesi ; ovviamente è solo un articolo ( e magari ce ne fossero di più e sempre di tale qualità) e quindi uno spunto di riflessione non un vangelo o un saggio accademico ...

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    2. Mah..…”i sensi di colpa” non li ha certo creati Freud né la sua disciplina, che come tale necessita di un metodo, seppur non semplice (e ancora oggi travisato da molti addetti ai lavori). Ciò che in gergo viene chiamato “senso di colpa”, pre-esiste il soggetto psichico, fonda l’essere umano e lo costituisce.
      La psicanalisi cerca piuttosto di mediare tra le esigenze del “principio di realtà” e le fissazioni arcaiche che si appoggiano sul “senso di colpa”, che spesso producono “deliri”; come per es. l’ Eurodelirio cui stiamo assistendo (ovviamente ben instillato dai mass media).
      D’accordo che è “solo un articolo”, tuttavia bistrattare una campo del sapere come la psicanalisi, così utile per un’ interpretazione più funzionale ed etica del fenomeno umano, a me pare un passo indietro e un’occasione mancata. Specialmente di questi tempi

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    3. Scusa Italia Italia, tu scrivi che avvistare psicoanalisi a terapia vuol dire non capire nulla ecc. Bene, io (e forse qualcun altro) da profano ho sempre pensato il contrario, ti dispiacerebbe , Alberto permettendo, spiegarmi l'arcano?

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    4. Negli anni '70 in Italia esisteva un forte e variopinto fronte antipsichiatrico e antipsicanalisi, eminentemente di sinistra. Poi il PC ha cambiato idea sembra.... Un po' come sull'euro....

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    5. @Italia Italia

      Cosa intendi con "... e le fissazioni arcaiche che si appoggiano sul “senso di colpa”, che spesso producono “deliri”; "
      Curioso di capire. Grazie

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    6. Premetto che sono un avido lettore in quest'ambito. Lessi Freud, ho letto Fromm e il suo lavoro di psicoanalisi sociale e recentemente pure Nancy Mcwilliams in un suo libro di diagnosi psicanalitica. Questo per sgomberare il campo da possibili accuse di "permeismo". Anch'io a primo impatto ho pensato povero Pedante deve aver conosciuto psicanalisti piuttosto rigidi e il suo parallelo con la psicoanalisi m'è apparso troppo immediato. Tuttavia siccome lessi anche le critiche di Popper ad essa penso che tutto il suo discorso, che comunque è sensato, vada fatto rientrare in quest'ottica: si crea un problema molto serio in termini di credibilità scientifica di una diagnosi quand'essa, pretendendo di superare l'inconciliabilità tra un dato reale e la teoria, si sottragga ai requisiti di verificabilità e falsificabilità nel tentativo di farlo collimare. E dunque cadendo nel mito. Quando si parla di scientificità il rischio, anche qui, è di cascare nell'ideologico; scienza è un metodo, nient'altro e, perlomeno per Popper, ciò non significa degradare a immondizia la metafisica, intesa come tutto ciò che non può essere scienza. Dire che un certo modo di procedere a sostegno di una teoria non sia scientifico non significa negargli cittadinanza, ma, al contrario, è un invito a perfezionarsi per evitare di rimanere nel mito. Insomma è difficile negare che un approccio scientifico alla realtà, senza assurgerlo a religione, abbia migliorato notevolmente la vita materiale e quanto altro potrebbe fare in futuro. Leggevo C. M. Cipolla, "Storia economica dell'Europa pre-industriale" e di come le carestie si diffondessero rapidamente per il semplice fatto che chi era povero viveva assieme ad altre 60 persone nella stessa casa, umida e sporca, molto spesso trafugando le vesti ad un morto di peste dato l'enorme valore anche simbolico che rappresentava un vestito a quei tempi. Non so se sono riuscito a spiegarmi. Però anche presupponendo che la classe oggi dominante non sia minimamente empatica, dunque aldilà di qualunque discorso d'amore fraterno, ciò che personalmente trovo sconvolgente è proprio l'idiozia, in termini scientifici, del pensiero secondo cui lasciare una vasta area della popolazione nella povertà e nella desolazione non sia un problema per loro.

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    7. Questa strategia psicosociale viene utilizzata quando il metodo scientifico non viene usato per convivere l'interlocutore di una determinata tesi.
      Dico convincere e non dimostrare, perché la dimostrazione necessità di una serie di passi logici ognuno dei quali a sua volta dimostrato o dimostrabile.

      Quando non viene usato il metodo scientifico? Secondo me ci possono essere diverse alternative (correggimi pure, visto che ne sai sicuramente più di me):
      1. non è possibile applicare il metodo scientifico ad una questione (per in questo caso però bisognerebbe limitarsi ad esprimere il proprio pensiero senza cercare di convincere);
      2. il metodo scientifico porterebbe a risultati contrastanti, per cui lo si nasconde sperando che l'interlocutore non se ne accorga
      3. è più semplice, in fin dei conti con un discorso fatto bene si risolve la questione, con il metodo scientifico sono necessarie specifiche competenze che non tutti hanno
      4. ignoranza dell'interlocutore, per cui il metodo scientifico sarebbe incomprensibile

      In fin dei conti ogni volta cerchiamo di convincere qualcuno usiamo gli stessi metodi, e come ogni metodo non intresicamente buono o cattivo, ma è il fine che ne connota la direzione morale.

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    8. Quando la scienza di una mamma salva il figlio dalla pseudoscienza.......

      http://milano.repubblica.it/cronaca/2015/09/24/news/schizofrenia-123584441/

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    9. Cit.

      Ciò che in gergo viene chiamato “senso di colpa”, pre-esiste il soggetto psichico, fonda l’essere umano e lo costituisce."

      Non ne sono affatto convinto.

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    10. Per Salvatore e per Gianni Ciardiello, provo a rispondervi in poche righe.

      A fronte di un disagio psichico, l’approccio terapeutico ipotizza una condizione “patologica” con relativo approccio clinico orientato alla guarigione; il che presuppone necessariamente una condizione di sanità psichica da ristabilire.
      La scoperta dell’inconscio freudiano e del suo metodo di indagine, e qui sta la peculiarità rispetto agli altri approcci “psico-qualcosa” (psicologia, psichiatria, comportamentista, ecc.), dimostra che il disagio psichico non è una condizione patologica che richiede una normalità psichica (guarigione). Il disagio/sintomo percepito dal soggetto, è l’effetto del conflitto che si produce tra il “principio di piacere”, tradotto come istanza narcisistica primaria, fissazioni affettive arcaiche, senso di colpa inconscio, ecc, (strutturali all’uomo) e il “principio di realtà” ovvero le stimolazioni e i condizionamenti che l’essere umano riceve dall’esterno (detto moooolto in breve).
      Ciò che viene percepito a livello conscio dal soggetto come sintomo, è quindi una situazione di compromesso (ovviamente inconscio) tra le istanze che costituiscono l’apparato psichico; bel lungi quindi dall’essere un fenomeno patologico. Anzi, il sintomo diventa una condizione necessaria e funzionale per la sopravvivenza psichica del soggetto, anche se in taluni casi può manifestarsi con effetti che contrastano con la soddisfazione e il benessere del soggetto (coazione a ripetere, deliri narcisistici, ecc), quindi non agevoli da gestire.
      La psicanalisi, attraverso il lavoro analitico, è un processo volto a far conoscere al soggetto il suo desiderio inconscio ed i significanti (affetti e rappresentazioni) ad esso collegati.
      Questa nuova interpretazione della propria realtà psichica, consente al soggetto di costruire una nuova modalità di compromesso delle due istanze, più funzionale alla propria specificità (soddisfazione).
      Quindi stiamo parlando di un percorso etico del soggetto (rispetto alla sua storia e alla sua struttura), ben lontano dai concetti di terapia, patologia e guarigione. E la questione e bel lungi dall’essere solo terminologica.
      E’ abbastanza intuitivo che questo processo di rielaborazione della vita psichica del soggetto, che muove dall’imprinting e dalle fissazioni affettive arcaiche (perlopiù inconsce) sedimentate fin dai primissimi anni di vita del soggetto, richieda un lungo e paziente lavoro. Un po’ come se dovessimo parlare una lingua diversa rispetto a quella delle origini, però più funzionale a ciò che è il nostro Io reale rispetto al nostro Io immaginario.
      E questo checché ne dica l’autore dell’articolo del post (davvero maldestro il suo accostamento mito psicoanalitico/delirio eurista) e i metodi di molti approcci terapeutici che promettono guarigioni e obiettivi misurabili (??) grazie a pochi incontri con il terapeuta. Come giustamente ebbe a dire un bravo psicanalista, questi approcci basati sul “presto e subito”, non sono altro che l’ennesima manifestazione dell’ideologia neoliberista imperante nella cultura di oggi.
      Per chi fosse interessato ad approfondire queste interazioni disciplinari tra economia e psicanalisi, segnalo il recente lavoro di F. Lordon “Capitalismo, desiderio e servitù”

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    11. sarò coglione ma scelgo il metodo " presto e subito" , o meglio la cd terapia strategica breve ( L'Arte del Cambiamento: La soluzione dei problemi psicologici personali e impersonali in tempi brevi. Giorgio Nardone e Paul Watzlawick") ; l'idea di avviare una rielaborazione della vita psichica che duri lunghi anni a prescindere dalla insostenibilità dei costi mi atterrisce più di una crisi ossessivo compulsiva...mi prosterno comunque al vate freud anche se preferisco non pensare a tutta quella coca e al fatto che egli propugnava la teoria dell'invidia del pene delle donne cosa singolare e molto occidentale, se si pensa che invece in oriente il tantrismo, quello shivaita in particolare, considera il femminile , la donna yogin, più potente dell'omo e degna custode dei segreti dell'erotismo sacro ...os

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    12. In relazione a quanto asserito da Italia Italia nel suo ultimo commento mi permetto di suggerire la lettura del parere pro veritate del prof. Galgano circa la sostanziale differenza tra psicoanalisi e psicoterapia e dunque dei limiti applicativi della Legge Ossicini: QUI

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  14. Ottimo articolo che fondamentalmente ci spiega come, oltre ai tecnocrati di Bruxelles con l'Euro, anche buona parte dei politici nostrani sono riusciti a preservare ed a riproporre il loro fallimento riguardo la rappresentanza elettorale.
    A questo punto non so se il lettino dello strizzacervelli sia da utilizzare per quest'ultimi o per i loro elettori.ò..

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  15. Grazie prof. Bagnai. Se accetta le smancerie: le voglio bene (così l'accuseranno con più facilità di avere adepti invece che affezionati lettori). Nellintroduzione del pedante post c'è quel che non le ho risposto (perché non sono capace di scrivere così) l'ultima volta che mi ha detto che (forse) non avevo capito nulla (della serie "nonsonounopsicologoma”).

    Oggi ho terminato i primi Consigli di classe dell'anno scolastico, dedicati agli studenti con segnalazione per DSA. Abbiamo riso di gusto (ma per non piangere) tra le altre per le diagnosi di una Neuropsichiatra che nella prima parte della diagnosi, ad esempio, ci segnala difficoltà nello svolgere test a scelta multipla, e nella seconda parte (quella dei cari consigli agli insegnanti) ci consiglia di utilizzarli, i suddetti test, in via preferenziale. O in un'altra diagnosi la stessa ci fa notare le ottime performance nel calcolo, per poi consigliarci, poco più avanti, di far utilizzare la calcolatrice e la tavola pitagorica. E sono solo due esempi tra mille.... :-(

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    1. Se una cosa la diciamo io e Monti, in entrambi i casi devi preoccuparti, ma per motivi diversi.

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    2. Mi permetto di postare la risposta che avevo preparato e mai inoltrato (azz... Mi sembra di iinterloquire con Pico della Mirandola, famoso per poter continuare dal punto un discorso iniziato anche un anno prima). Ecco cosa avevo scritto:

      «Grazie della risposta Alberto. Prendo atto di non essermi fatto capire (sono troppo ignorante), e in effetti la nomination per il premio "nonsonounospsicologoma" mi lusinga! :-)
      Il senso che tu dai al post, leggendoti ed apprezzandoti da inizio 2012, mi era chiarissimo, e tu me lo hai confermato in questa risposta. Sono completamente d'accordo con te, e in particolare capisco bene la differenza tra capire e giustificare, e l'enorme urgenza di capire. E la intima necessità di qualcosa di simile alla commissione per la verità e la riconciliazione di matrice sudafricana. Sono contrario come te al piazzaleloretismo, è un modo ormai stupido che porta solo a rimuovere la verità e prepara così future tragedie. Ma come altri hanno notato argomentando (come Di Cì) o solo citando autori che hanno demolito in modo autorevole Freud e le sue "teorie" (come la citazione di Buffagni di Girard), le categorie interpretative della psicanalisi e di certa psichiatria hanno parecchi buchi, tanto da assomigliare loro stesse a pensiero magico. Le risposte di Cogorno a Di Cì sono infatti retoriche e senza sostanza. Non c'è un accordo unanime su cosa sia una malattia mentale (senza la presenza di danni o modificazioni organiche). Non c'è accordo scientifico su cosa sia la psiche, un concetto che è passato dal significare "anima" (per gli antichi greci) fino ad identificarsi con la mente, per i neuroscienziati, con tutte le gradazioni possibili tra questi due estremi, e con costruzioni retoriche che non permettono di essere smentite (come il fumoso concetto di inconscio, per non parlare dell'inconscio collettivo!). La malattia mentale per Cogorno, come la maggior parte degli psicologi e degli psichiatri la definiscono, è qualcosa che è una malattia (c'è bisogno dell'esperto che la curi!), ma senza le attenuanti che chiunque avrebbe se riconosciuto malato. Dov'è la logica? Dove sono i fatti?
      Alberto, hai ragione , non sono uno psicologo ma... Ma mia moglie, pedagogista, che ha approfondito parecchio la questione (con esami all'Università, con libri, con studio), è ancor più estremista di me. La medicalizzazione pervade ormai sempre più gli ambiti educativi dove lavoro da quasi 14 anni. Si diffondono sempre più malattie mentali come l'ADHD e si prescrivono con facilità psicofarmaci che hanno effetti collaterali disastrosi. Nella mia scuola ben l'8% degli studenti ha una diagnosi di Disturbo Specifico dell'Apprendimento (rileggi Alberto: L'OTTO PERCENTO).

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    3. Qui la seconda parte.. (porta pazienza Alberto)

      «A due miei studenti è stato diagnosticato lo scorso anno un disturbo bipolare (tre diagnosi nella mia scuola solo lo scorso anno). Gli "antichi" e ormai desueti Svantaggi Socio-Culturali di cui leggevo in gioventù sono stati spazzati via come categoria interpretativa della realtà, sostituiti dai disturbi mentali. Mi sembra troppo comodo. Mi sembra falso. Anche perché quando si solleva l'alone "specialistico" che "non sta bene sollevare" (perché non siamo noi gli "esperti"), ci si trova di fronte a situazioni sociali drammatiche. O a errori diagnostici marchiani (mia moglie con pochi incontri -gratis, non lo fa di mestiere per scelta- ha recuperato una bimba disgrafica alla quale era stato prescritto di non scrivere in corsivo - ma la madre si è affidata a noi anche perché sulla diagnosi della psicologa c'era scritto di non forzare sua figlia a scrivere con la destra, essendo mancina. Peccato che la bimba fosse destra! Sai quante diagnosi di DSA che mi leggo "sembrano" scritte col copia incolla?
      OK Alberto, mi hai beccato: sono decisamente prevenuto verso un certo tipo di categorie interpretative. Ho le mie ragioni, però. E non me l'ha detto mi'cugggino. E non è solo per la sofferenza che vedo intorno a me a scuola e non solo. Si tratta di critiche forti che da più parti si affacciano demolendo i fondamenti stessi sui quali è stata costruita la psicanalisi e il concetto di malattia mentale (in assenza di danni organici, ovviamente).La prima volta ne ho letto su La violenza e il sacro, di Girard , libro che tu potresti leggere direttamente in francese, evitando i tradimenti della traduzione. Poi, critiche più specifiche si possono leggere ad esempio su Michel Onfray “Il crepuscolo di un idolo - smantellare le favole freudiane" o anche J.F. Masson “Assalto alla verità”.

      Qui una esaustiva descrizione del libro di Masson http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/09/18/assalto-freud.html


      Mentre scrivevo questo lunga replica è apparso su Il pedante un post che traspone i miti psicoanalitici all'economia pseudoscientifica, ma cita in apertura molti degli autori critici nei confronti della psicoanalisi, molto meglio di come avrei potuto fare io. Lo trovi qui , e sono certo che lo troverai interessante. Con rinnovata stima mi permetto un abbraccio. Questo scambio è probabilmente servito più a me, e ne avevo parecchio bisogno ora che si ricomincia a breve la scuola.

      Riassumendo, senza ormai più ritegno: visto che il tuo scopo è capire, e il tuo approccio è scientifico e artistico, diffida di categorie interpretative che tirano in ballo malattie mentali, inconsci collettivi o personali, psicosi e psicopatologie varie: corri il serio rischio di mascherare involontariamente i fatti, i nessi, le relazioni, le motivazioni, i desideri. Se sei così dannatamente in gamba a leggere la realtà è anche perché non hai mai indugiato in tali oscuri anfratti. »

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    4. Potevano essere poche gocce sulla tavoletta. Hai voluto fare un lago sul pavimento del bagno. Come vedi, te l'ho fatto fare. E ora, mentre pulisco, accomodati cortesemente ad aprire il tuo blog.

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    5. Porgo sentite e brevissime scuse... (P.s. Blog di appunti, sui dsa e sulle ricerche di neuroscienze sul corsivo, già aperto.... Ma visto che cerco di non essere un troll, non ho mai messo il link).

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  16. Povero Pedante, deve avere avuto veramente qualche brutta esperienza con gli psicoanalisti.. (iamnotafreudiananalystbut) le sue considerazioni sono impeccabili nel quadro di una:
    "aberrazione totale di qualunque percorso terapeutico, che confermi il paziente nella sua assoluta ed irrinunciabile condizione edipica di dipendenza da una figura (o istituzione) di riferimento, cucendogli gli occhi (Edipo) e precludendogli le via di uscita, la consapevolizzazione e la guarigione" .
    In questo malaugurato contesto trovo appropriati tutti i miti e i paralleli con le "cure" economiche propinateci in questi anni,
    mi permetto però di annoverarne uno in aggiunta, forse il più pericoloso, peraltro se ne è già fatto cenno in questo blog.. "il Mito dell'Assenza di Confini tra i Popoli", mito che ritengo il più potenzialmente distruttivo per la sua cifra di confusività (e psicosi collettiva), Mito che ha offuscato e drogato con un falso egualitarismo la capacità di giudizio critico dei popoli .

    L'assenza (finta e retorica) di confini è pericolosa, soprattutto quando le cose non vanno molto bene, questo succede nelle famiglie, nel comunità, nelle nazioni… 100 anni fa Freud riteneva che la schizofrenia (e la psicosi) non fossero analizzabili, quindi ammetteva uno dei limiti del suo metodo, lui la chiamava "Nevrosi Narcisistica" termine che io trovo quasi" poetico"; 100 anni dopo, tocca a noi fare i conti con la Nevrosi Narcisistica, e doverla affrontare nelle masse, nei loro leader .., nella sua forma più lucida, e sfacciata, contrabbandata quasi come una condizione di "normalità ineluttabile del vivere umano"... e non sarà un passeggiata..

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    1. 100 anni fa Freud mentiva sapendo di mentire (ad esempio sui bambini violati visti a Parigi). Oggi certi "astri" della nostra psichiatria probabilmente credono pure a quel che scrivono nelle linee guida sui DSA "aggiornate alle più recenti scoperte scientifiche" come prescrive la legge. Peccato la scienza dica già da qualche anno il contrario (ad esempio su corsivo o sulla tecnologia come strumento dispensativo).

      Non ce l'ho con lei che probabilmente fa bene il suo lavoro. Sono arrabbiato con chi professionalmente dovrebbe conoscere i danni che può provocare l'effetto Pigmalione , e se ne frega.

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    2. La "Nevrosi Narcisistica" non si cura, si abbatte,.
      Vedi : S. Freud - Totem e tabù (ovvero : come abbiamo imparato a inventare le regole senza curarci della realtà)

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  17. Alcune considerazioni sul prossimo taglio integrativo della spesa pubblica e la spesa sanitaria in particolare.

    Noi spendiamo (2012) come spesa totale pubblica 1000 euro pro capite in meno di quanto spende la Germania e 3500 euro in meno di quanto spende la Francia, come appunto risulta da questo grafico OECD.

    Nel periodo 2009-2012, come si vede dal grafico, la Germania ha aumentato la sua spesa di circa 1300 $ pro capite (1300x80MLN di residenti fanno 104 MILIARDI di $) e la Francia di circa 1500 $ pro capite (1500x64 MLN di residenti fanno 96 MLD di $ in più) . L' Italia ha aumentato la spesa di soli 468 euro per totali 28 MLD di $.

    Nel 2012, eravamo al 15° posto come spesa pro capite in ambito OCSE.


    Passiamo ora alla spesa sanitaria, i dati OCSE attestano che dal 2008 al 2014 la spesa pro capite sanitaria italiana a prezzi costanti (2005) è passata dai 2220 $ ai 2047 $ cioè circa 10,38 MLD in meno all' anno, che cumulati nel corso dei 6 anni fanno un risparmio di circa 40 MLD (a spanne).

    Tanto per fare altri esempi Francia e Germania nello stesso periodo hanno aumentato la spesa sanitaria rispettivamente di 210 $ e di 469 $ pro capite ovvero rispettivamente 13,5 MLD (Francia) e 37,5 MLD (Germania) tra valore 2014 e valore 2008; non azzardo la spesa in più cumulata in più nell' arco dei 6 anni.

    La signora Lorenzin, oggi vuole tagliare ancora, ma non agendo sui costi standard differenziati (la siringa che costa 10 volte a Napoli per intenderci) cosa che metterebbe in difficoltà i loro amici che speculano e cosa che non sarà fatta, ma sulla pelle viva dei più deboli e dei più poveri, spostando ovviamente i costi sui privati cittadini che ovviamente pagheranno di tasca propria e mettendo in crisi il rapporto medico-ospedale-paziente.

    Attenzione perchè la situazione già al collasso, rischia di sfuggire di mano completamente e la gente, come capita in Grecia, paese a cui ci stiamo progressivamente uniformando, non si curarerà più (già oggi il taglio del pubblico, solo in piccola parte si è recuperato come spesa dei cittadini e ciò significa che le strutture private, come tutti credo abbiamo avuto modo di sperimentare, stanno radicalmente diminuendo i loro costi attraverso tagli del personale). Renzi taglia la TASI, anche ai ricchi, ma chiede alla Sanità di pagare il conto, oltre che agli esodati.

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  18. Romano Prodi grande espertone di "vantaggi tedeschi" con l' euro (la famosa frase alla giornalista greca), oggi scopre che nel paese più forte fanno ed hanno fatto ciò che hanno voluto non solo nel travolgere le regole nel fare surplus e nei conti pubblici ma anche nel pretendere regole e poi travolgerle negli standard industriali ed in quelli delle banche. Ma lui cosa ha fatto per denunciarlo ed impedirlo?

    http://www.astampa.rassegnestampa.it/GruppoTotoAc/PDF/2015/2015-09-25/2015092531292979.pdf

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  19. Tratto da una mia esperienza diretta.
    Una notte mi sveglio con un fortissimo dolore all'orecchio. Resisto qualche ora ma diventa insopportabile, così mi reco autonomamente a pronto soccorso più vicino. Trattasi di un pronto soccorso di paese, non di città, quindi di un ospedale minore che serve una zona geografica ampia ma dalla popolazione ridotta (uno di quelli che probabilmente sarebbe più conveniente eliminare).
    Mi reco quindi al pronto soccorso, dicevo, il medico mi visita e ritiene opportuno il parere di uno specialista (otorinolaringoiatra). Purtroppo non c'è più fisso in quell'ospedale (sapete i 'risparmi'), quindi mi propone due alternative: o mi reco all'ospedale del capoluogo (50 km) tagliando sulla procedura perché appunto della stessa provincia, oppure mi reco all'ospedale di città più vicino (30 km) ma ricominciando la procedura (perché di un'altra provincia).
    Opto per la prima per risparmiare tempo e mi reco con mezzo proprio a 50 km di distanza per ottenere un servizio che avrebbero potuto erogarmi immediatamente.

    Morale1: la sanità ha 'risparmiato' ma io ho speso di più (benzina, usura, tempo che non risultano tra le tasse).
    Morale2: se fossi stato un imprenditore avrei subito un danno economico causato da una assenza non necessaria
    Morale3: io non ero grave ed ero automunito, ma uno grave o senza mezzo di trasporto? Avrebbero dovuto organizzare un trasporto con ambulanza, o provocare danni maggiori che avrebbero necessitato di ulteriori cure.
    Morale4: il problema non è stata la incompetenza dei medici, ma di una organizzazione sanitaria azzoppata dalla necessità di fare i 'risparmi'.

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    1. The Max copio/incollo il tuo commento citandoti rigorosamente, perché lo condivido appieno.
      Come anche quello di Alberto49.
      Qui, il professore, ha spiegato e confutato con dati ( che sono a disposizione di tutti, ndr. ), le balle sulla spesa pubblica e soprattutto sanitaria.
      Ancora una volta il problema è sempre lo stesso: la pigrizia porta a sposare talune "errate narrazione ", perché più comode e per mero risparmio di energia intellettuale.
      In sostanza molti si scocciano di approfondire.
      Vero è, e ne sono assai persuaso, che 40 ( diciamo circa) anni di bombardamento mediatici e a tappeto, hanno disabilitato a pensare e formato il "non pensiero" nelle giovani leve. Non tutti, per fortuna, ma, imho, troppo pochi.
      Constato, scusate la mua tardaggine,
      che c'è una genuina esigenza di farsi delle domande (si spera giuste ) sul perché certe persone si comportano e decidono in un certo modo.
      È evidente la interdisciplinarità dei campi, e ignorarla rende la comprensione dei fenomeni incompleta.

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    2. Volevo trasferirmi da Roma, vendendo casa (ammesso che ciò risulti possibile), per trascorrere una sicuramente difficile vecchiaia, in un paesino sui Lepini, ma ci ho rinunciato proprio considerando l' offerta sanitaria. C' è forse un lucido disegno per svuotare ancor di più i piccoli centri per aggregarli in mega realta metropolitane contando sul progressivo invecchiamento della popolazione. Una cosa credo sia abbastanza prevedibile (fenomeno già in atto per molti altri motivi); gli immobili nei piccoli centri, in generale sono destinati a perdere fortemente di valore, con innesco di fenomeni di notevole portata economico-sociale.

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    3. le elite vogliono questo, una popolazione rinchiusa in città è più governabile, comporta meno costi e la realtà metropolitana crea anche una sensazione di alienazione che impedisce quella socialità come strumento di opposizione. Gli individui diventano come monadi e zombie. Tra 50 anni almeno la metà dei comuni italiani sparirà

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  20. Enzo Martuscelli- Sapri. Bell'articolo, ma su un punto importante non sono d'accordo, a mio modesto parere è troppo ingeneroso col caro Freud; il che inficia il parallelismo iniziale. L'inconscio esiste davvero, come evidenziano le recenti ricerche delle neuroscienze, da Antonio Damasio a Michael Cazzaniga fino al mio compaesano Mauro Maldonato (Quando decidiamo, Giunti 2015). Il padre della psicanalisi lo vedo un pò come Marx: un'analisi della realtà geniale, quasi profetica, ma le soluzioni da loro date ai problemi così lucidamente descritti consistono in terapie inadeguate e fallaci. Invece il neoliberismo non ha scoperto nessuna legge naturale né analizzato correttamente la realtà: è solo una moderna teocrazia inventata per giustificare il dominio ed i soprusi del potere imperante. Dai faraoni fino al Re Sole era Dio a legittimare la loro investitura, per loro è il Mercato. Piuttosto sarebbe interessante considerare il parallelismo effettuato da Francis Wheen (Come gli stregoni hanno conquistato il mondo Isbn 2004) tra il neoliberismo ed il fondamentalismo islamico.

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    1. Avevo provato ad osservare i "99 nomi di Allah", (se ho capito sarebbero gli attributi divini), confrontandoli con gli attributi del Mercato; a spanne ho trovato 44 coincidenze.

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  21. Un'analisi perfetta del condizionamento ideologico e culturale in opera ormai da decenni.
    Leggevo giusto ieri questa lettera aperta di un Professore di Chimica-Fisica, Francesco Battaglia, in risposta all'ultima enciclica di Papa Bergoglio sui temi ambientali.
    Vi ricordate quanto ci hanno bombardato gli ammenicoli a partire dagli anni '90 con la questione del "global warming"? Secondo le previsioni "pseudoscientifiche" di allora, questa mattina mi sarei dovuto far strada col machete per arrivare al lavoro, invece ho dovuto indossare un giubbotto.

    E stesso discorso può essere fatto per i molti altri "allarmi globali" di varia natura: demografico, energetico, sanitario, ecc.
    Tanti "uomini neri" coi quali far spostare il gregge da una parte o dall'altra.

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    1. Ma ultimamente lei è andato in montagna? Un ghiacciaio lo ha mai visto?

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  22. Anni fa ho letto un libro del quale non ricordo l'autore. Era intitolato 'Parola di esperto', ed edito, se ricordo bene, da Mondadori.
    Tra le più gustose, ricordo la profezia di un "esperto" britannico, che assicurò alla allora giovanissima regina Vittoria che l'elettricità era una semplice curiosità scientifica priva di applicazioni pratiche.

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  23. OT
    Comincio a pensare che con lo scandalo VW, con i singoli Stati che sospendono Schengen e con il perma-slump delle economie europee ci stiamo avviando verso la fine dell'euro.
    Sul piano 2018 per VW scrissi qui
    Mi era parso immediatamente un piano super ambizioso, per il quale non credevo che avessero i mezzi, sia tecnici che commerciali per raggiungerlo. Ora e' evidente quale sia stata la strategia: non avendo a disposizione auto ibride o elettriche, hanno puntato tutto sul motore Diesel, spacciandolo per super-green (con la motivazione che consuma meno).
    Dal punto di vista tecnico, il problema del motore 2.0 VW e' che emette una quantita' delle famose "scorie azotate" fino 35 volte il limite massimo consentito quando utilizzata su strada e non nel test.
    Ci sono altri produttori (anche tedeschi) di motori Diesel che hanno affrontato e risolto il problema delle scorie azotate con il serbatoio dell'urea, si tratta di un additivo che si immette nell'auto e che durante la fase di catalizzazione reagisce con le scorie azotate e le neutralizza. Vedi qui
    Questo sistema ha due svantaggi: 1) dal punto di vista pratico risulta scomodo perche' il guidatore deve continuamente valutare il livello residuo dell'additivo nell'apposito serbatoio e aggiungerne se necessario; 2) costi aggiuntivi, sia in fase di costruzione dell'auto che nel suo utilizzo (il guidatore deve comperare l'additivo e presumibilmente averne una scorta).
    Questi svantaggi ovviamente mettevano il bastone tra le ruote al piano 2018, quindi qualcuno ha scientemente deciso di barare e di vendere un motore molto inquinante come green e con ottime prestazioni (l'uovo di Colombo!).
    Sara' molto interessante seguire questa vicenda per vari motivi:
    1) cosa succede a VW: c'e' un articolo di Forbes che quantifica i danni a VW a piu' o meno 35 miliardi di $ e VW ne ha accantonati 6,5 di euro quindi e' ovvio che nel peggiore degli scenari andra' verso la bancarotta.
    2) Per salvare VW potrebbe essere necessario l'intervento del governo tedesco, lo stesso governo che ha chiesto ed ottenuto che i Greci privatizzassero perfino l'acqua; ricordiamo anche le polemiche nel caso Alitalia.
    3) Le sorti del motore Diesel potrebbero essere decise (troppo costoso da costruire emantenere in modo da passare i moderni test di inquinamento)
    4) Se viene giu' VW, questo potrebbe destabilizzare DB, con le conseguenze che pochi sembrano prendere sul serio

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    1. Tiziano, visto che tu stai in ammerrica, come funziona per quelle vostre? Sono solo a benzina o hanno diesel particolari?

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    2. Ricordo quel tuo intervento ma non credo che faranno crollare due pilastri del genere; non so come faranno a stravolgere le regole che hanno loro imposto ma lo faranno.

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    3. Spero che Tiziano abbia ragione, ma temo che sarà come dice Albeto49.
      Di sicuro i furbi mangiacrauti inventeranno qualcosa.
      Ma la realtà, lineare non è...

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    4. @ marco caporaletti: la stragrande maggioranza delle auto circolanti negli USA va a benzina. Vedo anche un certo numero ibride in giro (specialmente Toyota Prius). Ti protra' sorprendere ma c'e' anche il metano (Honda USA commercializza una speciale versione della Civic a metano, e i costruttori americani hanno sopratutto delle versioni a metano dei pickup-truck ma i distributori sono ancora pochi). Chi puntava fortemente sul Diesel era appunto VW, e ultimamente GM aveva approntato una versione Diesel della Malibu (credo prendendo il motore europeo della Opel), secondo me come risposta alle vendite di VW.
      Se leggi il rapporto dell'EPA vedrai che hanno fatto lo stesso test alla BMW X5 Diesel ed ha superato il test; la BMW utilizza il serbatoio dell'urea.

      @ALBERTO49: DB is too big to fail, too big to be saved (ha derivati per 20 volte il PIL della Germania)

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    5. @Gianni Ciardiello
      @Tiziano Diamanti

      Stavolta però non gli abboneremo un CaZ(2)O!!!

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    6. Sono d'accordo, ma solo per un motivo: se ne stanno occupando gli americani, che di passeggiate nei boschi di faggi se ne intendono.

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    7. Io invece consideravo la notizia da tutt'altro punto di vista. La beneamata COMPETIZIONE, che la propaganda eurista tanto ama.

      Ricordando la storia della corruzione dei sindacati, le riforme Hartz, ed ora le centraline truccate per risultare le macchine più performanti del mondo. Mi risulta evidente che i partecipanti alla competizione non si fanno scrupoli e son pronti ad imbrogliare quando ci riescono.

      La corruzione dei sindacati è l'imbroglio che consente di pagare meno i lavoratori. (pagano i lavoratori)
      Le riforme Hartz sono l'imbroglio per rendere i lavoratori flessibili e disponibili ad ogni richiesta delle aziende. (pagano i lavoratori)
      I motori truccati sono l'imbroglio per dimostrare di costruire le macchine migliori. ( paga l'ambiente)

      Il doping è una pratica diffusa, ma non tutti riescono a vedere i danni che provoca.

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    8. Il vero nome del dimissionario Martin Winterkorn è Gennaro Esposito, da Afragola (Napoli)
      Ilmattino
      ps: ma se, come sembra affermare rocco m., noi italiani siamo autorazzisti in quanto cattolici, allora perché noialtri meridionali lo siamo due volte? perché siamo più cattolici dei settentrionali?

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  24. Un buon lavoro di ricerca sui testi dei discorsi. Peccato che poi non abbia un'idea chiara poi sui meccanismi della comunicazione. La tesi quale sarebbe? La medicina non è scienza e nemmeno la spicanalisi ma neppure l'economia - questo chi ha competenze di epistemologia lo sa - quindi non cura sempre e per conseguenza non si può curare la malattia economica? Mah... Secondo me ha raccolto bene i testi dei discorsi, ha capito bene quali sono i termini comunemente usati nella comunicazione utile all'impero ma non è riuscito nella più difficile impresa di spiegare come e perchè vengono usati questi miti e non altri. Poi ha tralasciato un fatto evidente: se si usano sempre gli stessi miti-termini allora siamo in presenza di veline? Provenienti da dove e destinate a chi? Tutto ancora da discutere. Voglio dire, ci sono giornalisti in ascolto e anche studenti di comunicazione. Si chiama propaganda e la studiano all'università, non è roba strana. La propaganda si applica sempre appogiandosi ai miti della cultura da abbindolare. Mica potevano dirci che LO VUOLE BUDDHA? (senza intenzione di offesa alcuna per il Buddismo) Voglio dire, siamo o no il cuore del mondo cattolico? Moralisti fino al midollo o no? E allora il nostro masochismo cattolico lo conoscono bene in europa e lo usano ma noi non ce ne accorgiamo mica (dimostrazione che il subconscio esiste eccome). Facciamo sacrifici e prendiamo la medicina amara per diventare cristiani migliori, mica perchè crediamo nella scienza. Siamo o no tutti peccatori? Il peccato non si discute per un cattolico. Abbiamo o no vissuto ingiustamente come signori mentre eravamo in realtà grezzi cafoni incapaci di diventare buoni cristiani? Bene, è arrivata l'ora di tornare cafoni. Ma come si fa a scrivere un articolo simile senza minimamente accennare alle relazioni che ci sono fra il modo in cui ci stanno prendendo in giro e il fatto che siamo cattolici? Certo che ci abbindolano col predicozzo moralista. Il pulpito quello è. Insomma, l'autore scrive dieci volte morale, morale, morale, morale ma non aggiunge una sola volta cattolica, cosa piuttosto ovvia. "Morale cattolica", è tanto difficile per l'autore scriverlo? Si arrabbia invece coi medici e gli spicoanalisti? Mancano solo gli ebrei e i ciclisti alla lista. E poi in tutta la psicologia non c'è nessuno che abbia concettualizzato i "sensi di colpa"

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    1. Quando dici "chi ha competenze di epistemologia lo sa" ti riferisci a te, vero? Grazie. L'umorismo, anche involontario, qui è sempre benvenuto.

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    2. Non mi bastavano i miei traumi infantili.... Buddha con h, buddismo senza... e mo come mi regolo...
      A proposito, preferite Kundun di Scorsese o Sette anni in Tibet di Annaud?
      Sempre scelte... con l'h o senza?
      So' problemi.

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    3. No prof. Bagnai, non ho grandi competenze epistemolgiche, vengo da psicologia, alcune cose me le sono comunque dovute studiare perchè sono parte del lavoro quotidiano, cose come Il rapporto con la medicina, quello col settore delle comunicazioni, le scienze esatte, la validità degli esperimenti, Il fatto che la spicologia sia definita come una scienza giovane. Ma qui mi fermo. Quello che noto sull'articolo è che chi scrive ha una visione della psicologia che andava agli inizi del secolo, appunto, con Freud e Jung. Dal dopoguerra ci si è spostati verso concezioni che hanno cambiato di parecchio il quadro all'interno del quale lavoriamo. Oggi per esempio alla Sapienza ci sono due corsi di laurea in psicologia, di cui uno è prevalentemente sul filone spicofisiologico e l'altro segue la corrente sistemica, quella nata da Palo Alto. La spicanalisi ormai è bella che andata. E' fondata sul concetto di transfert che applica in modo rigorosamente rispettoso delle indicazioni di Freud ma è ormai solo una delle oltre 200-300 terapie catalogate e riconosciute. Oggi lo psicologo non ha più dei pazienti ma ha dei clienti. Anche le terminologie mediche sono andate perse. Chi scrive l'articolo usa invece categorie e termini di inizio novecento. Visto che chiama in causa il mio settore, almeno mi faccia dire che l'articolo cancella con un colpo solo gli ultimi 60 anni di ricerca.

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    4. Allora, torniamo alle origini del blog, perché vedo che siamo in troppi. Su "perché" va l'accento acuto, e la spicologia non so cosa sia. Questo non è negoziabile, se ci si propone come "ricercatori". Una volta rispettati i requisiti minimi, si può discutere, cioè potete discutere fra voi espertoni, perché a me la vostra discussione non interessa e l'articolo linkato mi interessava per altri motivi.

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  25. Ed ecco un altro blog da seguire, dunque.
    In un certo senso è di parte, popperiano: controllo empirico, linea di demarcazione, e insomma tutta quella roba lì; maltratta la psicoanalisi e qualcuno, anche giustamente, se ne adombra, ma in fondo se non si parte da un taglio, se non si concede nulla, si rimane nel parere equilibrato, che spesso annoia e certamente non è un buon viatico per stimolare a cercare di capire.
    Così, malgrado le fondate obiezioni qui presentate, si deve prima leggere, divertirsi, e poi si riflettere. Ruminare dentro tutto, per giorni, e magari alla fine si arriverà a convincersi dell'esatto contrario o magari si aderirà, indubbiamente però il parere è lucido e coerente e l'autore e il sito è da tenere in conto.
    Mi chiedo tuttavia qual è, invece, lo scopo recondito dell'autore incontrastato di questo blog?
    Accidenti!
    Ho cominciato da qui, accidenti! Poi ecco che mi si dice che è meglio non fossilizzarsi, vedere anche altre carte, altre posizioni distanti. Io eseguo. Poi si trovano altri suggerimenti per altri siti, e io eseguo. Ecc, ecc. Cioè, eseguo perplesso, ma poi mi rendo pure conto che era giusto eseguire. Ma così, a forza di eseguire e seguire siti interessanti, accade che, per il vincolo del tempo limitato, torno sempre meno spesso, con mio grande rammarico, nel mio sito d'elezione, quello che mi ha fatto uscire dallo stato di minorità, di kantiana memoria per intenderci.
    E poi oggi ci torno dopo non so quanto, ed eccomi di nuovo deviato su un altro sito interessantissimo e avvincente.
    E allora ecco la domanda: Prof. Bagnai, ma lei mi vuole cacciare via?

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  26. Scusandomi con Alberto per non aver letto prima questo interessante saggio sul parallelo tra pseudoeconomia e psicanalisi, mi permetto di dissentire con l'autore su un paio di questioni che derivano da esperienza diretta.
    La prima è che l'autore dipinge gli pseudoeconomisti come se seguissero un percorso analogo ad un processo di recupero psicanalitico di una persona affetta da una qualche forma di disturbo o malattia. Implicitamente pone sullo stesso piano le due pseudoscienze e le due professioni che le praticano, ma io credo sia una operazione in parte sbagliata perchè la pseudoeconomia prescinde dal rapporto personale con il malato, che invece impone comunque un fortissimo coinvolgimento personale nel rapporto tra analista e paziente. La mostruosità dello pseudoeconomista è a mio avviso non paragonabile a quella di un cattivo psicanalista e poi tutti gli pseudoeconomisti sono mostri, mentre molti psicananisti hanno una affettività che mettono in gioco nel rapporto con il pazie te.
    L'altra questione è legata ai rapporti che legano gli pseudoeconomisti, chi più chi meno fanno parte di una vera e propria casta nazionale o internazionale cosa che potenzia gli effetti deleteri sui "pazienti".
    Meglio quindi non semplificare la comprensione del fenomeno pseudoeconomico con analogie troppo distanti dalla realtà.

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  27. Sindrome di Stoccolma (da wikipedia)

    Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto dalla Sindrome di Stoccolma, durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore che può spingersi fino all'amore e alla totale sottomissione volontaria, instaurando in questo modo una sorta di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice […]

    […]Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:
    1. Incredulità;
    2. Illusione di ottenere presto la liberazione;
    3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'autorità;
    4. Impegno in lavoro fisico o mentale;
    5. Rassegna del proprio passato.[…]

    […]Nella stragrande maggioranza dei casi, la prima esperienza che accomuna tutti coloro che cadono sotto l'”effetto della sindrome”, è il contatto positivo con il carceriere. Tale contatto non deriva tanto dal comportamento materiale del carceriere, bensì da ciò che questi potrebbe fare e NON fa (percosse, violenza carnale, maltrattamenti in genere etc.). E tuttavia, alcuni ostaggi feriti dai propri carcerieri, hanno ugualmente sperimentato lo stato di “sindrome” poiché si sono convinti che le violenze patite, le ferite riportate, si erano rese necessarie per tenere sotto controllo la situazione o, ancor più, erano giustificate da una loro reazione o resistenza.[…]

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