lunedì 7 settembre 2015

#pirreviù7: Colombo vs. Majone (ovvero: Ungheria vs. UE)




Dibattito "Siamo in Europa  o in Grecia", al minuto 31:10, Furio Colombo:

"Ma quando è venuto fuori Orban, personaggio che non si può non definire nazista [applauso dei beoti – chiedendo scusa alla Beozia, che in questo momento soffre], personaggio che non si può non definire nazista, quando compare una persona come Orban, che prende le decisioni che prende! Ha cambiato radicalmente la loro Costituzione, rendendola praticamente completamente (e questo dovrebbe farci fischiare le orecchie) nelle mani dell’esecutivo, dove il Parlamento non ha alcuna funzione, quando si tratta di Orban, quando Orban fa le cose che ha fatto, con la crudeltà spaventosa di tenere uomini donne e bambini senz’acqua..."

 (...il resto ce lo risparmiamo, non senza aver notato che, essendo estate, se qualcuno fosse stato lasciato senz’acqua verosimilmente sarebbe morto: e altrettanto verosimilmente qualche reporter “indipendente”, seduto su una pila di cadaveri fatti dagli amici di chi lo manda in giro, ne avrebbe tratto spunto per fare un bel cappottino d’abete a Orban. Il Guardian racconta una cosa un po’ diversa: che i rifugiati siriani hanno fatto – o minacciato – lo sciopero della fame e della sete perché non volevano essere collocati in un campo profughi in Ungheria, ma volevano procedere verso la Germania, e credo che la dottoressa Arcazzo ci confermi che questo è in effetti l’intendimento dei profughi, e anche della Germania. Con questo non sto dicendo che il dottor Colombo abbia intenzionalmente mentito: non mi permetterei mai! Sto solo dicendo che dalla mia affrettata ricerca di fonti per l’esecrando episodio che lui giustamente esecra – del resto, se è esecrando, come non esecrarlo? – è saltata fuori solo una cosa che a un beota potrebbe sembrare uguale a quella che dice lui, ma che invece è esattamente opposta. Ma io, si sa, sono un ragazzo sfortunato...).


Giandomenico Majone, Rethinking the union of Europe, p. 132:

One of the most striking features of the EU institutional arrangements is the monopoly of agenda setting enjoyed by the non-elected Commission: in all matters related to market integration, only the Commission can make legislative and policy proposals. It is important to understand clearly what is implied by such an extensive delegation of powers. First, other European institutions, including the Parliament, cannot legislate in the absence of a prior proposal from the Commission. It is up to the latter institution to decide whether the EU should act and, if so, in what legal form, and what content and implementing procedures should be followed. Second, the Commission can amend its proposal at any time while it is under discussion in the Committee of Permanent Representatives of the member states, or in the Council of Ministers, while the Council can amend a Commission proposal only by unanimity. Moreover, if the Council unanimously wishes to adopt a measure which differs from the proposal, the Commission can deprive the Council of its power of decision by withdrawing its own proposal. Finally, neither the Council nor the EP nor a member state can compel the Commission to submit a proposal, except in those few cases where the Treaty imposes an obligation to legislate.

As I had occasion to point out some time ago, this monopoly of legislative and policy initiative granted to a non-elected body represents a violation of fundamental democratic principles that is unique in modern constitutional history, and fairly rare even in ancient history.

(...la differenza fra un dilettante e un professionista è come quella fra un bufalo e una locomotiva: salta all’occhio. Peraltro, questa citazione non vale tanto a darvi testimonianza della mia sfacciata wide-rangedness, quanto a ricordarci cosa occorre fare, in una qualsiasi parte del mondo, per creare degli “Stati Uniti”. La prima cosa da fare è sterminare chiunque abiti il territorio da “unire”, e, come vi ho detto più volte, se in America gli Stati Uniti sono nati dallo sterminio degli indiani – e dei bisonti, che sarebbero i “buffalo”, nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa gli indiani siete voi – mentre Furio pensa di essere un colonizzatore...).


Sintesi
Sintesi: dal letame può nascere un fiore (o anche un fungo), e Furio Colombo (si parva licet) può dire una cosa giusta. Non so se la costituzione ungherese sia come lui la descrive. Il fervore livoroso con il quale era intento a subornare la platea mediante una squallida reductio ad Hitlerum lascia sospettare che potrebbe anche aver fornito, per rafforzare il proprio argomento, o anche semplicemente perché trascinato dal proprio empito retorico, una visione distorta, e in effetti Wikipedia racconta una storia diversa. Ma diamogliela per buona, la sua versione: supponiamo che lo scopo del gioco, nel riformare la costituzione ungherese, fosse esclusivamente quello di rendere il Parlamento succube dell’esecutivo. E allora sì, avrebbe ragione Colombo, ci dovrebbero in effetti fischiare le orecchie: perché, come ci ricorda Majone (e come io ho ricordato alla Versiliana), questo è esattamente quanto accade nella “costituzione” europea, cioè nel combinato disposto del TUE e del TFUE, che a Colombo tanto piacciono. 

Business as usual...

Se una cosa la fa (forse) uno che consideri un nemico politico, è esecranda. Se la fanno (sul serio) i rappresentanti degli interessi che difendi, è laudabile (o ci passi sopra con eleganza). Se anche le cose stessero come dice Colombo (e abbiamo capito che le sue affermazioni accorate e categoriche occorre siano verificate con attenzione), l’UE che rimprovera l’Ungheria, sarebbe il classico caso di bue che dice cornuto all’asino.

Piccolo cabotaggio, ed è perché ne avete piene le tasche che siete qui...

E sapeste quanto ne ho piene le tasche io!

A Stefano Feltri voglio bene, è una mia perversione, non posso farci niente. Lui, per me, è e resta un grande mistero. Vi faccio presenti due cose: che nonostante sia totalmente succube della mortifera ideologia europea, mi lascia esprimere un parere contrario sul suo giornale (niente di simile è accaduto su testate che non voglio nominare), e che è l’unico ad aver avuto l’onestà intellettuale di ammettere che “forse ha ragione il nostro Alberto Bagnai nel sostenere che per la Grecia non c’è ribellione possibile nell’euro”.

Forse, eh...

Ma abbiamo visto che l’onestà intellettuale è una merce rara, e quindi vi esorto ad apprezzarla, qualora si manifesti (son apparizioni fugaci).

Il mio apprezzamento a Stefano l’ho mostrato accogliendo il suo invito alla Versiliana, un invito al quale “non potevo sottrarmi” (me l’ha messa così), e non mi sono sottratto. Sapevo ciò cui andavo incontro. La perla che ho riportato in apertura è solo una di una lunga collana: guardatevi il video e fatevi due risate (mitico Fini che voleva “lasciare in pace l’Africa”, col telefonino che gli squillava in tasca: gli ho spiegato da dove viene il coltan, ma ho capito subito che il mio accanimento terapeutico era inutile...). Ma questo sacrificio mi è valso anche l’incontro e l’abbraccio di tanti di voi, e, a sorpresa, anche di Chiara Geloni, la mia bersaniana preferita (non c’è niente da fare, le cattocomuniste sono anch’esse, più di Stefano, una mia perversione).

Però ero, sono, stremato.

Quest’estate è stata un incubo. Non mi sono riposato un momento. Tornando in treno, mi sono letto l’ultimo libro di San Vladimiro. Il tentativo di riassumere “a prova di idiota” alcune cose che qui sappiamo benissimo, grazie soprattutto a Quarantotto (convenientemente citato). Ammiro la dedizione con la quale San Vladimiro si dedica a salvare le anime piddine. Per chi sa di sapere non c’è cura. Come ci diceva Buffagni in coda al post precedente, qualsiasi tentativo di articolare un discorso razionale sul percorso europeo, quel percorso che, secondo studiosi tanto diversi quanto Majone, Klaus, Zielonka, Frey, si è decisamente spinto troppo in là e sulla strada sbagliata, qualsiasi tentativo di dissuadere gli euristi dal loro élan vital totalitario, dal loro anelito a “gettare l’Unione oltre l’ostacolo” (che in questo caso è la SStoria), urterà contro la reductio ad Hitlerum uso Furio Colombo, ed è quindi un tentativo vano, prova di sconfinato amore per l'umanità, ma per quella parte dell'umanità che tale amore non merita, perché in fondo aveva ragione Sergio Cesaratto al goofy4: ormai chi poteva capire ha capito, e gli altri sono inutili.

Loro, gli inutili (e quindi pericolosi perché strumentalizzabili), prenderanno sempre per buoni, come hanno fatto ieri, gli argomenti di Colombo: "Pensi che l’euro non funzioni perché sono sessant’anni che la teoria e la prassi economica spiegano tutto quello che qui sappiamo? Allora sei un nazista e vuoi che i bambini muoiano sulle spiagge". Questo è il “Colombo-pensiero” in sintesi. E i beoti applaudono, senza capire che questo pensiero magico “negativo” per il quale il ragionamento critico è il male assoluto, è la Shoah, è uguale e contrario al pensiero magico “positivo” per il quale l’Europa risolverà tutti i problemi, per il quale il nazionalismo si combatte creando una supernazione. Ma il pensiero magico, e i suoi canuti sciamani, non hanno mai condotto chi lo praticava sul cammino dello sviluppo...

I conflitti non esistono “perché esistono confini”, più o meno formalizzati (e parliamone anche del fatto che esistono diversi percorsi storici e culturali, e che pensare di cancellarli con un tratto di penna ha portato nel resto del mondo solo morte e distruzione, e così farebbe a casa nostra... Avete mai guardato un mappamondo? Avete mai notato che dove i confini sono tirati col righello la gente muore a coorti, con l’unica eccezione di quelle aree che corrispondono a parti dell’ex-Impero britannico, dove la gente oggi non muore più perché il tributo di sangue è già stato pagato, mi ripeto, per lo più da gruppi etnici sprovvisti di un efficace ufficio stampa: aborigeni, “native Americans”, ecc.).

No, i conflitti non esistono perché esistono i confini: i conflitti esistono perché esistono gli imbecilli (e gli avidi, che degli imbecilli sono un sottoinsieme).


Pensare che un insieme di regole, per di più particolarmente disfunzionali, possa valere a salvare l’umanità dai conflitti è un atto addirittura blasfemo nella sua ingenua arroganza, la stessa arroganza blasfema di chi pensa di aver creato una cosa “irreversibile”. Lo scopo dell’Europa lo abbiamo ormai capito: non è quello di garantirci dai conflitti, ma quello di mettere “al riparo dal processo elettorale” (come diceva Monti) i luoghi politici dove questi possano comporsi in modo democratico. La stucchevole retorica dell’euro (o dell’Europa) che ci ha dato la pace non è solo insulsa, infondata, e intellettualmente squallida. È anche pericolosa, come è pericoloso, e fonte di violenza (e in particolare di violenza nazionalistica) qualsiasi mito “identitario” che faccia riferimento a una terra promessa. L’Europa promessa, la nazionciona che non farà la guerra perché non avrà confini...

Un attimo!

Non li avrà al proprio interno! E forse che non esistono le guerre civili? E forse che il resto del mondo non esiste? Allora stiamo dicendo che quando avremo creato un impero mondiale vivremo tutti in pace? Tutti tutti? E se uno non sarà d’accordo, magari sul colore delle tutine attillate, tutte uguali, che porteremo in questo impero distopico, cosa farà? Dove andrà? Avete mai pensato che un mondo senza confini è un mondo senza diritto di asilo? Avete mai pensato a quello che volete sacrificare per raggiungere un obiettivo che non ha senso, perché non esiste forma di organizzazione umana che possa impedire all’uomo di essere uomo, con le sue debolezze, le sue tensioni, i suoi conflitti? Avete pensato che, mentre ci dite che le bandiere nazionali erano così brutte, volete farci intenerire perché un poveraccio entra nei nostri confini con la nostra bandiera al collo (a favore di telecamera)? Siete scemi voi, o provate a prendere per scemi noi?

Ecco...

Questi erano i pensieri che mi turbinavano in capo mentre rientravo, sfranto, sfibrato, stremato, dalla Versiliana. E pensavo: “Cristo, domattina viene Renato, e dobbiamo provare per i prossimi quattro concerti, e io sono esausto, come faccio, come faccio, ma chi me l’ha fatto fare di prendere questi concerti, io faccio troppe cose, devo smettere, devo imparare a dire di no, basta, non è possibile, sono esausto...”.

Ed esausto mi sono steso a letto.

Poi, questa mattina, facendomi forza, ho accordato.

Arriva Renato, e mi fa vedere questa bella pirreviù:



E certo che ad Andrea Bedetti, per queste belle parole, va tutta la nostra gratitudine (e comunque è vero che il tecnico del suono che avevamo era fantastico – e molto simpatico). Erano del resto abbastanza favorevoli i pareri in calce al nostro altro disco, ma quelli erano pareri del pubblico, e quindi non valevano come pirreviù... Inutile dire che leggerla mi ha dato la forza di provare fino alle 20. E ora siamo pronti. Seguirà comunicazione di servizio.

Per chiudere, vi fornisco due contributi dalla regia. Il primo è la definizione di europeismo:


che si applica con tanto maggior vigore quanto più grande e fasulla è la patria che gli europeisti vogliono costruire, e il secondo è la dimostrazione plastica della differenza fra un europeista (cioè una canaglia, e una canaglia pericolosa), e un europeo:



Spero che, in questo caso, la differenza salti all'orecchio (non solo a quello di Bedetti...).

Ecco. Un europeo è una persona che non ha bisogno di avere un dischetto di metallo in tasca per sentirsi legato alle proprie radici, è una persona che conosce e diffonde il patrimonio di civiltà che questa porzione di terra emersa ha sedimentato negli anni, senza alcun desiderio di supremazia, ma con spirito di condivisione. È stato bello condividere con Bud, che veniva dagli “Stati Uniti del Canada”, la creazione di questo disco. Ci pensate? Un dottorando in musicologia, finanziato con spesa pubblica improduttiva canadese per studiare la musica italiana, quella musica che Renzi fa tagliare allo scialbo Franceschini e ai suoi burocrati. Eh, ma il Pedante ce lo spiega ogni giorno suTwitter: non sei italiano se non sei antitaliano.

E così sia.

Voi siete qui perché siete europei, non europeisti, e per essere europei non avete bisogno di altro che di essere quello che siete: italiani. Non nemici, non peggiori, non migliori: semplicemente diversi da un tedesco, o da un canadese, o da un tibetano.

Se volete difendere il vostro diritto ad essere diversi, a pensare in modo diverso, ricordatevi di votare questo blog nella categoria "economia", di votare il fact checking sulla Grecia come migliore articolo, e di votare chi ha il coraggio di smascherare la fallacia della reductio ad Hitlerum, e le lievi imprecisioni sulla cronaca, come peggior cattivo. Il buonismo, del resto, è l'ultimo rifugio degli europeisti...



Se invece volete fare dell'Europa una patria fittizia, siete delle reali canaglie. Anche se il vostro posto non è certo qui, io posso perdonarvi, per i lutti che provocherete.

Ma la storia non lo farà.

39 commenti:

  1. io non avevo mai visto in faccia Colombo l'avevo solo letto, ma la cosa pazzesca è stata vedere che lui crede veramente a tutte le baggianate del tipo "l'Europa ci salva dalle guerre" ecc. fin per carità, è comprensibile con quello che ha vissuto da bambino, sembra un bambino a cui dici che Babbo Natale non esiste, non ci può credere che l'Europa e l'Euro in particolare è la principale causa economica del nostro declino e che difficilmente la popolazione sarà "accogliente" quando soffre col 12% e oltre di disoccupazione (la metafora della maschera in aereo era esplicativa). Sono d'accordo con Cesaratto, queste persone non solo sono inutili, sono pericolose data la loro convinzione primordiale del fatto che l'Europa (Unione Europea) è il bene ed il resto è il male, è come una religione! comincio a credere anche io che uscirne indenni sarà veramente difficile...

    RispondiElimina
  2. Votato ai MIA, condiviso il post, ordinato il disco (con due saggi di Canfora per abbattere le spese di spedizione).
    Per aspera, prof. Ad astra. Se sa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .....con due fiale di olio di canfora, spero, vero Nat?

      (Basta co' 'sta retorica der romanzo di formazione ottocentesco. Io ho sempre tifato per Uriah Heep. Senza OPEL.)

      Elimina
    2. ...con allegria ti dichiaro che manco capisco di che parli...

      Elimina
    3. "Per aspera ad astra", oltre ad avercelo tatuato sulle spalle, insieme a tre "astra", piuttosto grosse , prevede "in se" questa maledetta forca caudina sotto la quale tutti dobbiamo strisciare, come se, accidentalmente, non possa esservi redenzione, se non attraverso un percorso iniziatico di tipo mistico/militare. La mistica del cambiamento.

      Uriah Heep è, credo, il personaggio più perfido creato da Dickens (li ho letti tutti, a occhio direi N. Nickleby, ma non ci scommetto). Unto e geniale.
      OPEL, astra.

      Si, sono pessimo. Mi prendo altri dieci post di pausa.

      Elimina
    4. Grazie delle spiegazioni. Ero del tutto fuori strada.

      Elimina
    5. c'è anche questo:

      come folgore dal cielo/come nembo di tempesta

      Elimina
  3. ParaCrasando:

    L'olio di Colombo


    ('na spremuta di interessi grandeborghesi, con una scorzetta di limone.)

    RispondiElimina
  4. Non ne usciremo indenni. Il resto sono chiacchiere. La violenza dell'opinione sta raggiungendo vette elevate.
    Oggi chi parla con la bocca piena di "shit" dice che la shit ce l'hai tu.
    L'europeismo è la nuova religione e gli europeisti i nuovi adepti, ciecamente fedeli in un costrutto ideologicamente assurdo e genocida.
    La furia ideologica degli europeisti è tale che dustrugge le identità, viste come un inutile refuso di un passato da cancellare oltre che superare, senza nemneno fermarsi per un attimo a pensare che ciò porterà solo altri lutti.
    In questi giorni la foto del bimbo morto sulla spiaggia turca è oggetto di un continuo e delirante stupro mediatico.
    Il progetto europeista è stato spinto troppo oltre il punto di non ritorno e, come detto sopra, se ne uscirà col sangue.
    I fessi sono più pericolosi dei criminali.
    E lo stiamo vedendo.

    RispondiElimina
  5. Una delle caratteristiche più sorprendenti degli accordi istituzionali dell'UE è il monopolio dell'agenda che gode la Commissione dei non eletti: in tutte le questioni relative all'integrazione del mercato, solo la Commissione può presentare proposte legislative e politiche. E importante capire chiaramente ciò che è implicito in tale vasta delega di poteri. In primo luogo, le altre istituzioni europee, compreso il Parlamento, non possono legiferare in assenza di una precedente proposta della Commissione. Spetta a quest'ultima istituzione per decidere se l'UE debba agire e, in caso affermativo, in quale forma giuridica, e quali sono i contenuti e le procedure di attuazione con cui dovrebbe essere seguita. In secondo luogo, la Commissione può modificare la sua proposta in ogni momento anche mentre è in fase di discussione in seno al Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri, o in sede di Consiglio dei ministri, mentre il Consiglio può modificare una proposta della Commissione soltanto all'unanimità. Inoltre, se il Consiglio desidera all'unanimità di adottare un provvedimento che differisce dalla proposta, la Commissione può privare il Consiglio del suo potere di decisione ritirando la propria proposta. Infine, né il Consiglio né il Parlamento, né uno Stato membro può costringere la Commissione a presentare una proposta, tranne in quei pochi casi in cui il Trattato prevede l'obbligo di legiferare. Come ho avuto occasione di sottolineare qualche tempo fa, questo monopolio dell'iniziativa legislativa e politica concesso ad un organismo non eletto rappresenta una violazione dei principi democratici fondamentali ed è l'unico nella storia costituzionale moderna, e abbastanza raro anche nella storia antica.

    RispondiElimina
  6. Per conoscere tutte le minchiate che sono riportate di certo non si deve avere un bel niente da fare.

    RispondiElimina
  7. Io abolirei il termine buonista, lo ritengo una semplice maschera. Anzi, aggiungerei che la guerra razzisti VS buonisti è propaganda PUDE. Sono portato a chiamarli "razzisti dal volto umano". Se li cercherai, se li ascolterai fino in fondo, ti dicono che i migranti, i profughi i negri, devono avere la possibilità di liberarsi di emanciparsi. Dove? Qui, solo qui da noi; nel posto dove sono nati, non sarebbereo capaci? Questo non è razzismo? Ecco bisogna chiamarli col proprio nome: anche perché per costoro gli extracomunitari (si può scrivere o è razzismo?), sono gente che deve pulire le fogne, cagne da parto, portafogli per il famigerato buco INPS. Se stanno dove stanno però, devono abortire. Se vengono in occidente, figli figli, figli, la sovrappopolazione scompare :0.
    Farle passare per ciò che sono, le anime belle, per razzisti sotto falso nome, è una piacevole esperienza che consiglio a tutti. potrete vedere i loro occhi pieni di livore e odio. La fisiognomica...
    E' inutile provare ad argomentare razionalmente, concordo con Roberto Buffagni, o a far notare loro, che propongono come soluzione ciò che considerano il problema. L'occidente brutto.
    Ma una candidatura al Nobel per la pace per Angelona, daje Angela facce Tarzan, metterà la cose a posto?

    RispondiElimina
  8. Prof, mi trovo in vacanza a Budapest. Una cosa va detta: fuori dall'Euro non c'è verso di comprare la benzina. Poverini.

    Se la gente viaggiasse un filo di più gli euristi avrebbero vita ben più dura.
    Ma anche gli americanisti; a Budapest il tenore di vita è ben superiore alla mediana New yorkese.

    RispondiElimina
  9. Colombo, ormai vecchio, non è mai stato un genio, appartiene all'alta borghesia italiana che è sempre stata scaldata dal sole dell'avvenire ; da un personaggi del genere non mi aspetto ravvedimenti dell'ultima ora, egli è irreversibilmente legato agli interessi della sua classe e per questo motivo è inutile: Feltri è giovane, dice e non dice , ma in fondo, istintivamente, è un povero liberista affermatosi nel momento sbagliato, col tempo imparerà che i Bruno Vespa non sono più necessari.

    RispondiElimina
  10. Stamani sento alla radio che secondo Renzi, in materia di immigrazione lo scontro è tra "umani" e "bestie".
    Prepararsi, perchè il quadro ideologico del conflitto tra forze pro e anti UE sarà questo. Chi è favorevole a: sovranità nazionale, difesa dei confini, dei popoli, delle identità è una "bestia", cioè un nazista, uno sterminatore di innocenti, un inimicus generis humani, per farla corta: è hors la loi, e contro di lui ogni arma è permessa.
    Qui giunge al suo capolinea logico la trappola mortale fascismo/antifascismo, che continua a scattare a settant'anni dalla fine dei fascismi storici, perchè il fascismo viene inteso, conforme la lettura azionista, come categoria spiritual-metafisica e precipitato di quanto c'è di malvagio e arretrato (nella visione progressista, sinonimi) nella storia d'Europa.
    Sul piano politico immediato, la trappola mortale fascismo/antifascismo agisce come segue.
    a) le classi dirigenti UE, eredi legittime dell'antifascismo, avocano a sè la titolarità dell'equazione Bene=Antifascismo=UE+USA=Noi
    b) le classi dirigenti UE hanno GIA' superato il clivage destra/sinistra, perchè ha legittimità metafisico-morale solo l'antifascismo, che può declinarsi in versante destro e sinistro finchè rimane tale
    c) le opposizioni alla UE, invece, il clivage destra/sinistra NON lo hanno superato, perchè le sinistre che si oppongono alla UE e all'euro non riescono, per ragioni culturali profonde, a mettere in dubbio l'equazione metafisica Antifascismo=Bene. Per esse, tutte le forze che non si dichiarano in via preliminare e pregiudiziale "antifasciste", o che discendono storicamente da forze contigue o non radicalmente avverse ai fascismi storici, continuano ad essere come minimo crisalidi del Fascismo metafisico, cioè del Male assoluto: e con Satana non ci si allea.
    d) Di conseguenza, le opposizioni alla UE restano divise, e perdono. Perdono perchè la loro arma principale se non unica è l'arma elettorale, e per vincere le elezioni (specie in sistemi elettorali maggioritari com'è e sempre più diventerà la maggior parte dei sistemi europei) bisogna formare un fronte elettorale che rispecchi la realtà del conflitto principale, che non è tra destra e sinistra, ma tra proUE /sistemico) e antiUE (antisistemico).
    e) Conclusione: secondo me, sarebbe il caso di cominciare a interrogarsi su questo punto, e senza perder tempo. Vale la pena di perdere pur di prestare omaggio a valori che oggi vengono sequestrati dal nemico e usati contro i popoli europei? Parigi, Roma, Madrid, Atene, etc. non valgono l'equivalente di una Messa, cioè l'apertura di un dialogo senza pregiudizi con chi combatte lo stesso nemico reale, e dunque è un alleato possibile (e necessario)?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @ Roberto Buffagni - Quando si dice il caso....

      Piu' o meno in contemporanea col lancio romanzo di Michel Houellebecq "Soumission" (a cui ha fatto implicitamente cenno il Prof. nel commento al tuo post precedente, romanzo in cui si prefigura la sconfitta della Le Pen alle prossime elezioni)

      http://www.nybooks.com/articles/archives/2015/apr/02/slouching-toward-mecca/

      iniziava in Inghilterra la programmazione della serie televisiva "Refugees"

      https://en.wikipedia.org/wiki/The_Refugees_%28TV_series%29

      Da Limesonline ( http://www.limesonline.com/i-migranti-invisibili-che-vengono-dal-futuro/83135 ):
      "Il mondo si sveglia un giorno e si trova davanti la più grande emergenza della storia: dal nulla si materializzano 3 miliardi di rifugiati. La tensione narrativa dell’intera puntata è tutta giocata sul fattore “caos” generato dall’invasione. Nella storia, subito drammatica, i rifugiati invadono un mondo ricco e tranquillo; non parlano, hanno paura, destabilizzano l’equilibrio di comunità piccole e grandi.
      Le reazioni sono quelle che vediamo sempre più rappresentate nei media: c’è chi si mette ad aiutare, chi cerca di rimanere lontano dall’evento, chi pensa che si debba reagire con la forza e spazzare via il pericolo usando tutti i mezzi necessari. L’invasione avviene tutta d’un colpo, da un giorno all’altro, e i “normali cittadini” non possono che adeguarsi. Scopriamo la provenienza dei rifugiati alle prime battute. In una fattoria immersa nei boschi uno dei protagonisti – uno dei rifugiati – chiede aiuto a una famiglia composta da madre, padre e figlia. Alla domanda “chi sei?”, risponde: “Io non sono l’unico, siamo dovuti scappare per sopravvivere. Veniamo dal futuro”."

      Solo che i rifugiati di oggi sappiamo bene da dove vengono e perche' scappano, e non vengono dal futuro, vengono piuttosto dal passato (1915-1916).

      https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_Sykes-Picot

      http://www.limesonline.com/i-confini-del-medio-oriente-dopo-la-prima-guerra-mondiale/66192

      Elimina
    2. Qualche anno fa avevo letto "Il campo dei Santi" di Jean Raspail.
      Un libro di oltre 40 anni fa, bollato come razzista, ma decisamente profetico.
      Lo consiglio: con grande sorpresa ci troverete molti "intellettuali" dei nostri tempi!

      Elimina
    3. @ Luca Cellai

      grazie, non conoscevo la serie TV, la guarderò. Da quel che dici, è una specie di "The Walking Dead" alla rovescia...

      Elimina
  11. Si incominica a capire il perchè di quella tragica foto del bimbo siriano.
    Chi non si allinea si becca un bel "BESTIA" dal nostro PM. La riottosa opinione pubblica del nord europa ora si mobilita ed applaude all'immigrazione (n.d.r. refugee only) e guarda caso Francia e Inghilterra stanno scaldando i motori dei loro caccia.
    E la Russia non starà a guardare; che il problema di noi meridionali d'europa sia soprattutto l'immigrazione dall'Africa è secondario. Ma noi si sa, siamo "BESTIE"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Addendum: la Russia decisamente non sta a guardare. Stanno affluendo in Siria uomini ed armamenti pesanti. Rilievi fotografici del pentagono su aerei e basi missimistiche russe a protezione di Assad. La Russia ha richiesto ufficialmente il sorvolo dello spazio aereo turco e greco per scopi militari. Da quelli parti a breve ci sarà un gran movimento col rischio che qualche missile vada dalla parte sbagliata.

      Elimina
  12. Risposte
    1. La radicalizzazione estrrema dello scontro politico (uomini/bestie) prelude al peggio, il vero, autentico, vidimato peggio, quello che neanche i replicanti al largo di Orione hanno visto, e che però ha visto chi ha visto una guerra civile vera, dove il vicino di casa che incontri quando porta fuori il cane e ti saluta cordialmente un bel giorno ti ammazza la famiglia perchè qualcuno che neanche conosci ha appena sterminato la sua.
      Quando poi la radicalizzazione estrema dello scontro politico (uomini/bestie, Herrenvolk/Untermenschen) viene imposta dalle autorità politiche legali, che dispongono di tutti gli strumenti statuali per applicarla, si assiste (se si è fortunati, altrimenti si subisce o si partecipa) ai massacri amministrativi, largamente praticati nel corso della storia recente.
      Segnalo che questa radicalizzazione estrema dello scontro politico (Bene/Male, Umani/Bestie) storicamente è stata imposta dal nazionalsocialismo tedesco. Ora viene storicamente imposta dalle forze eredi degli storici nemici del nazionalsocialismo tedesco, che lo hanno storicamente e irreversibilmente sconfitto sul campo 70 anni fa.
      Dire che c'è qualcosa che non va, nella visione del mondo impostata su fascismo/antifascismo. Vale la pena di rifletterci su, no?

      Elimina
    2. Sì. La direzione presa dagli eventi è molto preoccupante e l'intenzione del mio commento era proprio quella di mettere in luce come alcuni articoli propongano la visione del mondo di cui parla. La visione che viene usata dalle canaglie nella frenesia irrazionale che prelude al peggio.

      Elimina
  13. "Quando sento gli Usa dire che è una crisi che durerà per i prossimi 20 anni capisco che il destino dell’Europa è stato segnato" http://tinyurl.com/nlchh8f

    RispondiElimina
  14. Le mie impressioni sulle persone all'incontro:

    Feltri: Siamo su MTV (Music television x giovani trendy)?
    Colombo: Un vecchio hooligan di quasi 90 anni
    Colombo + Feltri ~ Alcibiade + Socrate (no)

    Bagnai: Ha dato al numero 2 del matusalemme
    Buttafuoco: Va bene gli immigrati della Siria, ma se resta un posticino libero ci verrei volentieri anche io a vivere in Sicilia
    Bagnai + Buttafuoco ~ Scipione L'Emiliano + Lelio (no)

    Fini: Zio che delira in pubblico
    Fini + Amico immaginario ~ Sailor Moon

    RispondiElimina
  15. ...votato prof......e mi sto divertendo con siti che non conoscevo.....grazie

    RispondiElimina
  16. per Colombo le guerre avvengono come i temporali o i maremoti?
    perchè quel bambino è dovuto scappare da casa sua e dalla sua città?
    Mica perchè un premio nobel per la pace o i suoi manovratori avevano deciso un "regime change" in quella parte di mondo?

    RispondiElimina
  17. "con Alberto Magnai al clavicembalo"..... c'aveva ragggione er tassinaro! :)

    RispondiElimina
  18. corruptio optimi pessima : cio' che era umano diviene renzi e colombo per degradante , misera retorica. Mi rassegno ad essere una bestia.

    RispondiElimina
  19. Gentile Professore, nei suggestivi capoversi in cui sottolinea i concetti di confine e frontiera, mi ha fatto balzare subito in mente un bellissimo pamphlet di Regis Debray, Elogio delle Frontiere, Add editore. In cui trovasi mirabile amplificazione di quanto da lei sottolineato.

    Questo il folgorante incipit:
    “Il dio Termine si trova all’entrata del mondo in funzione di sentinella. La condizione per entrarvi è l’auto-limitazione. Quello che diviene realtà, lo diviene sempre esclusivamente in quanto è qualcosa di determinato. Un’incarnazione senza residui del genere in un individuo sarebbe assolutamente un miracolo, una violenta eliminazione di tutte le leggi e di tutti i principi della realtà: sarebbe, di fatto, la fine del mondo”.
    Ludwig Feuerbach
    Critica della filosofia hegeliana

    Di fatto non si tratta propriamente di un libro ma di una conferenza tenuta in Giappone nel 2010. Tant’è.

    Ho scoperto in questo agile volumetto un vademecum di riflessione da portare un po’ ovunque e da interrogare costantemente. Non dice nulla di nuovo (forse) a chi, come me, fa il mestiere di psicanalista, . Ma lo dice bene, in modo arguto, con continui e preziosi rimandi.

    Di cosa stiamo parlando? Del Limite, ma anche della Fontiera in tutte le sue accezioni. Dal cancello, al muretto, al bastione, alla membrana…tutto quanto parla di confine e, inevitabilmente, di sconfinamento, di oltrepassamento. Ma anche di violazione, di hybris.

    Seguiamo l’autore: “Un’idea sciocca incanta l’Occidente: l’umanità, che sta andando male, andrà meglio senza frontiere”. Zac! Queste le prime due righe del libro, subito dopo la citazione di Feuerbach.

    E qui ho capito che avrei amato senza riserve tutto il resto.

    Perché maliziosamente controcorrente, politicamente scorretto, provocatorio e mai banale anche quando dice cose in apparenza scontate.

    Ma andiamo avanti… a pag. 17 “I materialisti di casa mia … con un evviva la città mondo! si credono all’avanguardia. Temo non siano troppo in ritardo per un ritorno del rimosso. Si drogano in modo light, cantano l’erranza e la nuova mobilità planetaria, stravedono per i prefissi trans e inter, idealizzano il nomade e il pirata, esaltano la levigatezza e la fluidità nello stesso momento in cui, nel cuore dell’Europa, ricompaiono linee di divisione ereditate dall’Antica Roma o dal Medio Evo… Tutti a esaltare l’apertura, mentre l’industria della sicurezza decuplica il suo giro di affari”.

    Orgasmo.

    “Raramente si è visto, nella lunga storia della credulità occidentale, uno iato così forte fra lo stato del nostro spirito e lo stato delle cose, fra ciò che ci auguriamo e ciò che è…”

    E poi via, dopo questo inizio, con capitoli del tipo “In principio era la pelle”, il senso della parola sacro, la promiscuità, la cultura dell’accesso, la membrana, nidi, nicchie, chiostri e portali, e chi più ne ha più ne metta…

    Grazie professore per la qualità della sua opera che con fatica cerco di divulgare in ambito psicanalitico tra colleghi, amici e conoscenti.

    Cordialità

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esistono più le correnti?(Lacan,Freud, Jung ecc)...
      Mi ricordo di Carl Gustav che in barca ha una visione d orrore:il sangue e la follia che a breve sarebbero state gli IDOLA d Europa..
      Nel suo ambiente si registrano "emersioni" inconscie di tal misura?

      Elimina
    2. Caro Scarponiero, le correnti (o forse, più modestamente, i rigagnoli…) esistono eccome. Io ho una formazione junghiana doc ma rifuggo da appartenenze che fanno molto oratorio. Purtroppo le intuizioni come quella che lei cita dell’allor giovine Carl Gustav non mi sembrano far capolino nella categoria professionale cui “appartengo”, che, anzi, mi appare spesso in pericolosa deriva verso lo spappolamento intellettuale (mi scusi ma ho il gusto per l'iperbole). Se vuole farsi una risata le metto il link a un articolo apparso su una rivista di psicanalisi subito dopo l’insediamento di Monti. L’autore, psicanalista titolato, finisce per vedere nel grigiocrate un nuovo Cavour! Il titolo dà già l'idea di cosa ci attende: "L'Italia sul lettino del professor Monti" (sic). Ma la prego, legga con attenzione. È un'apoteosi di rara e involontaria ilarità.

      Qui il link all’articolo

      Elimina
    3. Purtroppissimo non mi indirizza nel file corretto...non fa niente..le credo sulla parola"leggendo il titolo è un compendio di satira".
      Ringrazio di aver postato un autore a me ignoto che non mancherà sulla mia scarna biblioteca (leggasi scatoloni perché un mobile sì fatto ora non lo possiedo)...
      PS adoro Jung

      Elimina
    4. devi avere un fisico bestiale per trovare la forza di riderci su quell'apoteosi , a me solo il titolo fa venire il vomito e poi cado riverso al suolo

      Elimina
    5. Visto il video del dibattito alla Versiliana. Siccome poi io sono quello che nota le minchiate aggiungo anche che già la mimica di per sé dice molto di Colombo. Feltri è una persona intelligente, ha capito come si aumentano i contatti sul sito e l'interesse verso la Festa del Fatto. Quanto a darle visibilità la ritengo un'operazione in linea con la politica del giornale e che a sua volta è in linea con il suo lettore medio. Nella società dello spettacolo non serve censurare come un tempo, anzi lo sbandieramento dell'apertura a chiunque è un'ottima propaganda per chi intende comunque promuovere il frame mainstream. Chi preferisce fragola avrà fragola, chi puffo avrà puffo, se ad uno, invece, piace variegato avrà variegato, ma di gelato sempre si tratta. Feltri non ha, come sostiene, idee diverse dalle sue. Semplicemente non si cura di quelle idee perchè il suo obiettivo è quello che la stampa ha da quando esiste: seguire il potere. Ma mica è cattivo, se non lo fa chiude. Avere delle idee diverse dalle sue implica come minimo la necessità che vengano argomentate almeno con lo stesso rigore scientifico con cui lo fa Lei e con la stessa coerenza argomentativa: direi che è chiaro che non corrisponde all'interesse di Feltri, altrimenti la discussione sarebbe stata impostata in maniera ben differente, come sarebbe differente la politica editoriale del Fatto: non gelato variegato, ma torta alle mele. Poco male, v'è un reciproco guadagno e chi ha piacere a leggerla o ascoltarla trova più occasioni di incontro. Il dibattito onestamente è stato piuttosto scadente, Bagnai a parte s'intende ( vederla argomentare senza preoccupazione alcuna circa le possibili reazioni dei suoi interlocutori quando li copre palesemente di ridicolo, mi creda, non ha davvero prezzo). Il difetto del messaggio di Bagnai & Co. è che prevede necessariamente un movimento attivo verso di esso per poter essere compreso: devi aprire dei cazzo di libri, certe volte riaprirli, altrimenti è olio sull'acqua. Dunque a maggior ragione ben venga l'apertura a Bagnai, si passa per liberali, aperti, dialoganti e mai censori, tanto la censura è alla base, in chi lo ascolta, che non capisce un tubo e smarrito viene imboccato dallo sciamano di turno che sa benissimo che è così e aspetta fiducioso l'affamato di non-pensiero. Spezzo solo una lancia a favore di Colombo perchè, non pensavo, l'ho visto realmente convinto di quello che diceva ( il che però aumenta a mio giudizio la gravità di questa psicosi collettiva che assomiglia molto ad un incantesimo): molte persone sono convinte che la Storia si replichi identica nelle forme per cui, ad esempio, una dittatura la si potrà riconoscere per il fatto che vi è una stringente censura alla libertà d'espressione, dal marchio degli emarginati, da una deportazione, dalla messa in carcere dei dissidenti. Colombo e altri si aspettano le catene di ferro per gridare al totalitarismo, una camicia nera, una stella di David gialla. S'impressionano così. Basta vedere lo scandalo che ha destato la marchiatura degli immigrati col pennarello sull'opinione pubblica, sapientemente manovrata, mentre il fatto che il Parlamento Europeo, organo eletto, sia bypassabile dall'esecutivo UE nel procedimento legislativo non desta in loro alcuna impressione. Sono catene di altra consistenza e ci vuole un po' di studio per capirlo.

      Elimina
    6. Scusate per il link non funzionante. Ho fatto allora un copia e incolla dell'articolo (tagliato in alcune sue parti per farlo stare nel post...). Penso che si commenti da sé...
      L’Italia sul lettino del professor Monti
      Roberto Carnevali
      Anche se solitamente le battaglie della sinistra in Italia mi vedono solidale con la visione di fondo che viene proposta, e quasi sempre mi ritrovo a condividere il punto di vista di chi difende i diritti dei lavoratori cercando di proteggerli dai soprusi dei potenti, da quando è stato dato a Mario Monti il mandato di risollevare l’economia italiana e di rilanciarla verso prospettive future di crescita, ho ritenuto e ritengo di voler dare fiducia a quest’uomo, cui attribuisco un’intelligenza e un’onestà rare, e che penso sia assolutamente all’altezza del compito che si è assunto. Il mestiere dell’analista mette chi lo fa nella condizione di trovarsi spesso in una posizione del tutto analoga a quella di Monti. È facile che chi ci chiede un aiuto voglia risollevarsi da una “recessione” che lo ha colpito, aspettandosi un futuro nel quale potersi rilanciare riprendendo un processo di crescita. […]L’idea di poter stare bene subito, o comunque di avere un processo che nell’immediato deve dare una situazione di benessere in crescita progressiva, evitando la sofferenza, è molto diffusa nella quasi totalità delle persone […]
      L’analisi, in questa chiave di lettura, è veramente come la manovra di Monti, e la manovra di Monti come l’analisi. Invece di convincere il paziente-Italia del fatto che la sua sofferenza non è tale, o che comunque il “terapeuta” ha in pugno la situazione e può garantire la guarigione in breve tempo, l’assennato capo di governo, come l’analista, dichiara il suo limite nella necessità di collaborazione da parte del paziente-nazione, e solo in un lavoro condiviso, dove inevitabilmente dovrà essere lo stesso paziente-nazione a farsi carico della sofferenza maggiore, sarà possibile operare un cambiamento che porti alla risoluzione del problema. Al fondo di tutto ci dev’essere la fiducia: “Non posso prometterti qualcosa di cui non sono certo, e non posso fare tutto e subito, ma devi fidarti del mio impegno, che sarà massimo, e delle tue risorse, che ci sono e ti permetteranno di fare un uso costruttivo del dolore che non potrai fare a meno di sentire”. […] Diamo tempo a questo grande tessitore (al cui confronto la fama di Cavour a mio avviso scompare) di riprendere i bandoli di una matassa che la demenza di chi lo ha preceduto ha sfilacciato in ogni direzione, e come pazienti fiduciosi di un analista che garantisce la sua presenza, lavorando efficacemente su tempi necessariamente lunghi, accettiamo le sequenze di eventi che la sua intelligenza e la sua esperienza “clinica” (da tanto tempo lo vediamo di fianco al letto di questa povera nazione moribonda, e solo ora gli viene finalmente data la responsabilità della “cura”) gli suggeriscono, e potremo, io credo, arrivare a guardarci indietro come alcuni di noi possono fare nei confronti della propria analisi, ricordando momenti che sembravano disperati e che invece oggi vediamo, retroattivamente, come necessari in un percorso che è stato comunque di crescita.

      Elimina
  20. sarò provinciale siracusano ma tra europei ed olimpiadi mi sono sempre commosso per queste ultime.
    non mi sento affatto europeo (va be', ammetto che le ns belle origini greche non aiutano.. ops, greche!)

    RispondiElimina
  21. Stefano Feltri è impresentabile (basta vedere l'articoletto su Salvini e le foto.. ma per piacere)
    E cmq, il Fatto ha bisogno di mostrarsi "aperto" ai propri elettori in contrapposizione con quelli de "il giornale" e "libero" ai tempi di Berlusconi.
    Operazione fallita perché alla fine Berlusconi se ne è andato e le cose sono peggiorate.
    Toh, pure in Francia (ma i francesi sono superiori) che mi pare abbia bombardato un paese.

    Questa UE senza regole quando servirebbero e cervellotiche quando risultano stucchevoli, ha contribuito materialmente al caos mondiale (Libia, ex Jugoslavia, Ucraina, crisi).

    Francamente se una persona non vuole vedere queste cose, beh, penso che dovremmo veramente toglierci di mezzo e chiedere consulenze a psichiatri e psicoanalisti.


    PS: @ Skanda.. vagamente ricordo quell'articolo.. pazzesco!
    ma d'altro canto, tra Montanelli e forse pure Scalfari (ho un dubbio..) dei begli esempi omologhi li abbiamo (forse anche un altro morto qualche anno fa, molto famoso) ma riferiti al vero ventennio (e non a questo che è un ultra trentennio)

    RispondiElimina
  22. Grandissimo post. Un illustre storico britannico (esponente del federalismo imperiale peraltro...) aveva scritto:
    "La razza americana non aveva maggior possibilità di resistere agli Europei di quello che non ne abbia la pecora contro il lupo. Anche dov’erano numerosi e avevano un ordinato sistema di governo, come nel Perù, essi non poterono opporre resistenza: i loro stati furono annientati, estinte le famiglie dominanti, e la popolazione stessa ridotta a una forma di schiavitù. Perciò tutto il paese cadde nelle mani degli immigrati, che ne disposero e lo saccheggiarono a loro piacimento. Gli immigrati non si limitarono, come in India, a mostrare gradatamente agli indigeni una grande superiorità militare, in modo da riuscire alla fine a soggiogarli, ma gli schiacciarono d’un tratto, come un gruppo di cacciatori che assalga improvvisamente un branco d’antilopi."
    (John Robert Seeley, The Expansion of England)
    Direi inequivocabile. Comunque ho appena comprato il cd di Zuccari da ebay...con spedizione dagli USA.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.